§ La donna in catene §

§ LA DONNA IN CATENE §

di Franca Bersanetti


§ CAPITOLO DODICESIMO - 1998 §
§ CHIUDI GLI OCCHI §


§ Chiudi gli occhi §
Darla- Becoming part 1 e Buffy - Becoming part 2


§ 1 §

Sunnydale, Stati Uniti

Willy mi sbirciò guardingo, poi si protese verso Maurice. "Ma perchè siete ancora qui ?
Sono settimane, ormai...Lo sai che tu e i tuoi informatori siete sempre i benvenuti, ma quella...Quella mi mette paura ". Bisbigliava, il coglione...Come se con il mio udito di vampiro non potessi sentirlo. " Con quegli occhi così strani... ho sempre il terrore che possa attaccarmi alla giugulare...".

Svuotai d'un fiato un bicchiere di pessimo bourbon. " Willy...Stai tranquillo. Non potrei mai fare una cosa simile...". Lo fissai con enfasi. "Non mi nutro di cibo avariato".

Il piccoletto ammutolì ... Maurice si schiarì la voce. "Willy, amico...Perchè non vai a spolverare il bancone un pò più in là, eh ?". Poi avvicinò lo sgabello al mio. "E' totalmente cerebroleso, ma ciò non toglie che abbia posto un'intrigante domanda...Perchè siamo ancora qui ?".

Tacque, aspettando pazientemente che rispondessi. Io non risposi.

"Calma, se parli così in fretta non ti capisco ! Santa pazienza, Chains...", sospirò. "Angel se n'è andato, Angelus è tornato. Ok. Potevi uccidere Angelus, non l'hai fatto. Ok. Noi siamo ancora qui, in questa ridente località che sembra la versione dark di La casa nella prateria. E questo non è ok. Mi ascolti, dannazione ?". Un altro sospiro. "Cos'è che vuoi ? Speri che a Angelus sbollisca l'incazzatura e ti riprenda con sè ? O vuoi eliminarlo e non ci riesci ? Vuoi...che so...vuoi che lo impaletti io per te ?".

Mi voltai verso di lui, la fronte aggrottata. Maurice mi fece un sorriso nervoso. "No,dimentica l'ultima cosa che ho detto...Non ho nessuna voglia di suicidarmi".

"Adesso ho io una domanda ", replicai cogliendolo di sorpresa. "Perchè tu sei ancora qui ?
Ti ho chiamato perchè ero ferita, mi hai aiutata e te ne sono grata...Ma ora non c'è alcuna ragione che tu ti trattenga, se non ti va. Sono una ragazzina piuttosto cresciuta, se non l'hai notato...".

Lui si strinse nelle spalle, lo sguardo un pò più dolce. "Lo sai come succede...Inizi a seguire una soap-opera e ormai sei in trappola: devi sapere come va a finire".

Annuii. "Ecco. Ecco perchè sono ancora qui, Maurice. Voglio vedere come va a finire". Lo guardai. "Perchè questa volta finirà. E devo esserci. Per vedere. Per esserne certa".

Lo vidi aprire la bocca per ribattere e poi richiuderla, improvvisamente all'erta. C'era un umano, dietro di noi, spuntato dal nulla.

Un'umana, anzi. Una donna esile e giovane, con occhi grandi e neri e capelli scuri che sottolineavano il suo incarnato chiaro. Molto bella. Era Janna Kalderash. Alias Jenny Calendar.

"Tu sei Chains, vero ?", mormorò visibilmente a disagio. "Ti riconosco. Sei esattamente come ti descrive la leggenda della donna in catene che raccontano i vecchi della mia tribù...".

"La donna in catene?", si intromise Maurice. "Sì, sì!! E' lei !".

Non reagì al calcio che gli rifilai in uno stinco, se non con un lieve tremolìo del mento. Rivolsi la mia attenzione a Jenny. " Se ti aspetti le condoglianze per tuo zio, te le puoi scordare ".

Lei incassò con un certo stile. Il ricordo di Enyos le attraversò solo fuggevolmente lo sguardo. "Non è per questo che ti ho cercata ".

Mi limitai ad inarcare un sopracciglio. Non intendevo facilitare le cose a nessuno, quella sera.

"Lo zio ne era sicuro", proseguì Jenny, stringendosi la borsa contro un fianco. Potevo scommettere che là dentro doveva esserci una croce. "Era certo che tu saresti venuta qui a Sunnydale. Tutti coloro che nel corso dei decenni hanno avuto l'incarico di sorvegliare il Flagello e il suo tormento, sono stati informati del vostro legame particolare...".

"Brava. Scrivici un libro", la interruppi io.

"Mhm...", borbottò Maurice. "...avrei un titolo da proporre...". Il secondo calcio nello stinco lo fece vacillare sullo sgabello.

Jenny sembrò non accorgersene. Mi fissava intensamente. "Puoi fermarlo ? Puoi fermare il Flagello ?".

Avrei voluto ridere fino alle lacrime, davvero. Riuscii solo a produrre una specie di ghigno. "Io l'avevo fermato, se non erro. Siete stati voi zingari, con i vostri cavilli e la vostra drammatica idea della vendetta, a rimetterlo in circolazione. Quindi non chiedermi se posso fermarlo. Chiedemi se lo voglio". Mi chinai verso di lei. "E no. Non voglio". Allargai le braccia. "Per quanto mi riguarda, Angelus può sterminare anche l'intera California".

Jenny deglutì. "Allora perchè rimani ?".

"Che interessante quesito...", intervenne Maurice, accavallando le gambe in modo che non fossi in grado di colpirlo. "Si diffonde a macchia d'olio, come un virus...".

Lo ignorai. "Perchè rimango ?". Mi indicai la testa. "Perchè lui è qui dentro. Sento tutta la sua furia. Non mi lascia nemmeno dormire. Quel dannato legame di cui dissertate tu e i tuoi parenti...beh, congratulazioni, eccovi la prova che esiste. La rabbia di Angelus è così profonda che non mi permette di pensare. Potrei andare anche dall'altra parte del globo e la sentirei ugualmente." Scesi dallo sgabello e presi Jenny per un braccio. " Angelus non è più il raffinato Flagello delle vecchie cronache...Ora è incontrollabile, un cane sciolto. La sua vendetta mieterà ancora più vittime della vostra...". La lasciai andare. Non avevo stretto troppo forte. "Io sono un demone. Non ho motivo di sentirmi in colpa. Ma tu, Jenny?".

Colpo basso. Un'arte che conosco.

"Io ?", rispose lei. "Io sì, mi sento in colpa. E molto. Non avevo niente contro Angel. Mi ha persino salvato la vita...". Scosse il capo, poi mi guardò risoluta. "Ecco perchè ti ho cercata. Voglio tentare di maledirlo una seconda volta. I testi del rituale sono tutti in rumeno antico e le traduzioni sono andate smarrite...Nessuno è più in grado di farlo e pensavo che tu...".

"Non conosco il rituale". Meglio spazzare via subito le sue illusioni. Prima che diventassero anche le mie. "Ve l'ho procurato. Tutto qui. E se voi non siete stati capaci di conservarlo...".

Jenny era pallida. "Già. Ma io ci proverò, Chains. Non mi arrendo".

"Auguri". Diedi un'occhiata agli altri avventori del locale. A parte quello scherzo di natura di Willy, lei era l'unico essere umano. E non era una buona cosa. "Adesso vattene. Hai la macchina ?".

Annuì, forse improvvisamente conscia del luogo in cui si trovava.

"Ok. Maurice...Accompagnala. Un Kalderash defunto basta e avanza, per ora".

Lui smontò dallo sgabello con la sua solita grazia noncurante. "Ma prego. Sempre che la mia caviglia non abbia lesioni permanenti...".

"Maurice...", gli intimai. "Non berti la ragazza, per favore".

Finse di essere scandalizzato. "Per chi mi prendi ? Per uno che beve la prima donna che gli capita ?".

"La prima magari no. Con ogni probabilità la seconda".

Jenny stava indietreggiando. Maurice si affrettò a farle uno dei suoi inchini vecchio stile. "Non darle retta. Non mordo mai le persone di cui conosco il nome. E' indelicato".

Continuò a chiaccherare amabilmente del suo metodo di caccia, mentre uscivano. Se non altro l'avrebbe talmente spaventata da indurla a non mettere più piede in quel ricettacolo demoniaco.

Fischiai in direzione di Willy. Ero stanca di stare seduta . Ma prima avevo bisogno di annebbiarmi un pò il cervello con dell'altro bourbon. Meglio se di pessima qualità.

Agisce più in fretta. E fa molti più danni.



§ 2 §

Dopo il nostro scontro al cimitero, alcune settimane prima, io avevo cercato un buco qualsiasi dove rifugiarmi, stremata. Angelus, invece, se n'era andato all'attacco di un centro commerciale, con Drusilla e quell'obsoleta macchina mortale soprannominata il Giudice... Il che, a prescindere dai risultati, abbastanza disastrosi, la diceva lunga su quanta forza traesse dalla propria rabbia distruttrice.

E quella sua rabbia era come una voce che gridava. Di solito mi obbligavo ad andare dalla parte opposta, ma non quella notte.

Quella notte volevo seguire il richiamo. Scoprire dove mi avrebbe portata...

Mi condusse a casa Summers. Già...Chissà perchè la cosa non mi stupiva ?
Mi lasciai guidare dall'odore di Angelus e salii fino al davanzale di una finestra.

Oh, guarda, guarda... Era la stanza di Buffy. Lei dormiva ed Angelus, seduto sul bordo del letto, le accarezzava dolcemente una guancia.

"Non sarà difettosa ?", bisbigliai.

Lui si voltò, tranquillo. "Tu credi ?".

"Beh...E' la Prescelta, giusto ?
Sul suo letto c'è il suo peggior nemico nonchè examante e sulla finestra un altro vampiro vecchio di qualche secolo...E lei è nel mondo dei sogni. Tra un pò probabilmente russerà...Che ne è dei suoi raffinati sensi di cacciatrice ?".

Angelus si strinse nelle spalle. "C'è ben poco di raffinato nella nostra Buff, temo...". Mi scrutò. "Tu non puoi entrare...Esco io". Gettò una busta sulle lenzuola e si alzò.

"Uno dei tuoi disegni ?", chiesi quando fummo in strada.

Infilò le mani nelle tasche del cappotto. "Sì, un ritratto".

"A me non ne hai mai fatto uno...".

"Ci ho provato...". Si fermò e inclinò la testa bruna per osservarmi. "Impossibile. Il problema è nei tuoi occhi. Non si tratta dei colori diversi...E' quello che c'è dietro. Cambia continuamente. Quasi come se tu fossi in fuga anche con lo sguardo".

Mi stava vicino. Tremendamente. "Angelus...Che succede ?
L'ultima volta volevi massacrarmi...E adesso ? Cosa è cambiato?".

"Non è cambiato niente". Mi prese sottobraccio e riprendemmo a camminare. "Anche in questo preciso istante vorrei staccarti la testa...Disgraziatamente, mi è sempre piaciuta sul tuo collo. E poi, mi conosci...Amo giocare sulle lunghe distanze. Non c'è fretta. Come con la Cacciatrice...Una preda non si insegue solo correndole dietro".

"Già...Si può indurla a correre per la paura e restare seduti ad aspettare che le scoppi il cuore per l'affanno...". Assecondavo il suo passo, lento e regolare. "E' una delle prime lezioni del manuale del giovane predatore". Gli diedi leggermente di gomito. "Ma l'hai scritto tu, no ?".

Angelus scoppiò a ridere, continuando a guardare dritto davanti a sè. "Stai con me, Chains", disse.

Mi sforzai di rimanere impassibile quanto lui. "Spiegati".

"Stai con me. Al mio fianco. Diventa la mia compagna. Torna ad essere la mia amante. Torna ad essere mia". Le nostre spalle si sfioravano. "Mi sono spiegato?".

"Almeno guardami, mentre me lo chiedi". Se questa era una tattica per spiazzarmi, beh...Dannazione, funzionava a meraviglia.

Lui mi accontentò, sempre tenendomi per un braccio, gli occhi scuri affondati dentro i miei, due dure pietre di giaietto, la cui perfezione era difficile da sostenere. "Stai con me, Chains".

Ero senza parole. Ed è un inconveniente che mi capita di rado. "Perchè ?".

"Perchè sei perfetta. Per me. L'unica". Improvvisamente mi afferrò il volto, mi tirò contro di sè. "Nessuna...nessuna, nemmeno Darla, è mai stata al tuo livello...Tu mi hai fatto maledire!! Perchè mi desideravi troppo!! Darla...Darla era sorprendente, ma non è arrivata a tanto...". Le sue mani si muovevano sulle mie tempie, le guance, il collo, tra i capelli. "Nessuno ha avuto il tuo coraggio...Ho sempre pensato che fuggissi. Invece eri la sola di tutti a noi a sapere esattamente ciò che voleva...".

Le sue labbra vagavano sulla mia pelle mentre parlava. "Tu ed io, Chains...Chi potrebbe fermarci ? Dove potremmo giungere ?". Vagavano intorno alla mia bocca. "La tua potenza...L'avevo percepita...Ma ora so quanto sia sconfinata...Tu ed io, insieme, saremmo i padroni di questo mondo, così belli che le nostre vittime morirebbero amandoci...".

Mi baciò, finalmente. E mi sembrò che la notte ci cadesse addosso.

La notte e tutte quelle sensazioni che non avevo mai dimenticato... Il mio corpo reagì prima della mente e ricambiai il bacio, insinuando le mani dentro la sua giacca, sotto la camicia, sulla sua schiena. Angelus pure mi stava toccando dovunque, come se non ricordasse più com'ero. Mi spinse contro il tronco di un albero e mi sollevò, facendomi aderire a lui, facendomi sentire quanto mi desiderava.

E il bacio non voleva finire. Lo alimentavamo come si alimenta un fuoco.

Il suo modo di baciare...Lo rammentavo così bene. Baciava come se non fosse il mostro che era, baciava come se fosse un altro... Un altro che io avevo conosciuto.

Mi separai da Angelus con uno strattone, la bocca umida e gonfia, i vestiti in disordine. "Smettiamola...", ansimai.

Il mondo girava ?
No, soltanto io. Rimasi appoggiata all'albero. Lui barcollò di poco all'indietro, puntellandosi con le braccia ai lati della mia testa. Anche le sue labbra recavano i segni del nostro interminabile bacio.

"Io sono tua, Angelus...Lo sono sempre stata", mormorai. "Ma non posso stare con te. Non ho mai potuto. Tu sei un male oscuro. Ucciderei entrambi e ancora non sarebbe abbastanza...".

Abbassò il capo un istante e i suoi capelli, arruffati dalle mie carezze, mi solleticarono il mento. Poi rialzò gli occhi, al solito impenetrabili. "Noterai che non sono stupito...". Gli sfuggì un sorriso. "Ecco qua Chains, trincerata carponi dietro il suo inattaccabile scudo di semantica...Tante, ricercate, seducenti parole, con la piccola, grossolana, inelegante verità nascosta in mezzo...".

Si allontanò da me, risistemandosi gli abiti. "Beh...io non ho mai avuto problemi con la verità. La verità ferisce solo chi ne ha paura ". Ritornò verso l'albero. "E la verità, tesoro, è che tu, un tempo, volevi il demone...E ora sei innamorata dell'anima. E' così, giusto ? ". Scosse il capo. "Guarda che mi ricordo perfettamente di quel giorno di ordinaria passione nel tuo appartamentino di Los Angeles...
E' l'anima la tua malattia,adesso...".

"D'altronde l'anima è quella che ho incontrato per prima", ammisi. "In un vicolo di Galway...".

Quell'accenno all'essere umano che era stato lo urtò. "Ti sei scelta proprio il nome adatto, lo sai, Chains ?
Incatenata ad un patetico puttaniere ubriaco... Beh, rassegnati a nutrirti di perdute memorie, allora...". Di nuovo mi prese il volto, con maggiore violenza, questa volta. "L'anima se n'è andata. E non tornerà. Sono disposto ad impalettarmi con le mie stesse mani, piuttosto". Le sue dita premevano sulla mia carne, come se volesse frantumarmi il cranio. "Preferisco il nulla. Preferisco l'annientamento, ma non la tortura di un'anima, giorno dopo giorno".

Mi lasciò andare, ma io lo trattenni per la giacca. "Angelus, fai attenzione...Stai tirando troppo la corda. La tua rabbia ti acceca. Sei libero...Vattene di qui. Vattene...Non è ancora tardi...".

Dio, lo stavo mettendo in guardia con le stesse parole usate per avvertire, e inutilmente, Darla , un anno prima...

"Non tentare di proteggermi...", replicò lui gelido. "Non mi serve a un cazzo la tua preoccupazione. E non ho bisogno dei tuoi consigli. Quindi metti da parte le buone intenzioni ed evita di ritrovarti sulla mia strada. Corta o lunga, che sia, tu hai rinunciato ad accompagnarmi, perciò la percorrerò da solo. E fino in fondo".

Inaspettatamente mi afferrò per la nuca e mi costrinse a guardarlo. "Ascolta bene queste parole, Chains. Imprimetele nella mente, perchè non le ho mai dette a nessuno e non le ripeterò mai più ". Si chinò sul mio orecchio. "Mi mancherai".

Sputò per terra e se ne andò.

Io sedetti sull'erba dell'aiuola, nel silenzio notturno di Revello Drive. E fui tentata, lo confesso. Fui tentata di alzarmi e correre da Angelus, di dirgli che l'avrei seguito anche all'Inferno e oltre...

Ma non lo feci. C'erano catene ben più solide ad impedirmelo.


§ 3 §

Quando riemersi dal lungo, ennesimo sonno senza sogni, nella stanza d'albergo le luci erano accese e qualcuno vi aveva gettato sopra dei foulard per mitigarne la luminosità. Maurice. Lui adorava i foulard.

Era seduto sul letto. Il fatto che io fossi completamente nuda non disturbava nessuno dei due, del resto lui mi aveva già vista molte volte così.

"Ciao, bella addormentata ! Ed io che volevo provare a svegliarti con un bacio...". Mi fece l'occhiolino, poi scosse la testa rossa. "Cos'è questa, di preciso ? La cura del sonno ?
Non fai altro che startene qui, a languire come una dama d'altri tempi...". Si rabbuiò. "Lo so che la morte di Jenny è stata un duro colpo, per te. C'era una vaga possibilità che lei potesse maledire di nuovo Angelus e lui ha pensato bene di toglierla di mezzo. Una disdetta. Ma consumarti d'inedia non rappresenta una soluzione...".

Incrociò le braccia. "Certo, ammetto che questo posto, in quanto a cibo, è deprimente...E' come trovarsi in una trattoria a conduzione famigliare, col menù fisso: adolescenti che sanno di crema per i brufoli, mamme che sanno di torta di mele, papà che...No, sorvoliamo sui padri. Insipidi come tutti i maschi di provincia ". Sospirò per lo sconforto. "Per ora ho evitato le nonne ai mirtilli, ma chissà quali scherzi potrebbe giocarmi la disperazione...".

Mi venne da ridere e Maurice spalancò gli occhi cerulei. "Ehi! Quello era uno spasmo dei muscoli facciali oppure un sorriso ?".

Gli presi una mano e ne baciai il palmo. "Grazie, Exquis", mormorai usando il nomignolo che gli aveva assegnato il nostro sire. Squisito. Come solo lui sapeva essere.

"Di niente...". Stava per chiamarmi con il mio vecchio nome, ma rinunciò e si sdraiò di traverso, posandomi il capo sullo stomaco. "Ti ricordi quando Sylvain ci portò in Italia, alla corte degli Estensi ?
Lucrezia ci permise di salire su una delle torri del castello, con la luna piena, per ammirare la città dall'alto...Ti aveva regalato quell'abito turchese...".

Girò il volto verso di me. "Eri assolutamente stupenda. Credo sia stato quello l'esatto istante in cui mi sono innamorato di te". Sorrise. "Dolci, quei giorni...Sylvain era il nostro faro nella notte e Darla neanche esisteva".

"E non esisteva lui...", sussurrai, le dita ancora intrecciate a quelle di Maurice. "E' quasi comico...Tutti qui, secolo dopo secolo, ad amarci l'un l'altro e a spezzare e ricucire i nostri cuori morti...Essere senz'anima non dovrebbe salvarci da questo circolo vizioso ?".

Maurice si sollevò su un gomito. "L'abbiamo imparato dal nostro sire, ricordi ?
Diceva che l'amore non risiede nell'anima, perchè non ha a che fare con la ragione o la coscienza. L'amore è istinto, irrazionalità. Nasce nel sangue. Scorre nelle vene". Mi pizzicò un fianco e si tirò su a sedere. "In parole povere, sorellina, noi, quelli senz'anima, siamo fregati in partenza!".

Annuì tra sè, perso in meditazioni personali. "Era da un pò che non parlavamo così, noi due, vero ?
E adesso quasi mi dispiace di rovinare tutto con quel che ero venuto a dirti...".

Una subitanea tensione irrigidì i miei muscoli. "E sarebbe ?".

"Quel blocco di roccia sottratto al museo un paio di giorni fa...Secondo alcune voci conteneva Acathla, il demone che può risucchiare all'inferno il mondo con un respiro. All'inizio non vi avevo fatto nemmeno caso. Spunta fuori praticamente un demone ogni giorno, qui a Sunnyhell...Ma pare che Dru abbia appena attaccato la biblioteca del liceo. Vari feriti...". Mi sbirciò. "E una cacciatrice morta".

Trasalii. "Non...".

"No. Non Buffy. L'altra, quella che si era attivata dopo che Buffy aveva sconfitto il Padrone. L'ha uccisa Dru in persona", mi spiegò Maurice. "E si è portata via Giles, l'osservatore...Aggiungerei inoltre che i miei informatori danno per certa la presenza di Whistler in città". Mi guardò, ammiccando. "Ora...A me hanno insegnato che due più due fa quattro...".

Balzai giù dal letto, cercando i vestiti. " Anche a me. Angelus vuole mandarci tutti all'Inferno, gli serve Giles per scoprire come...e quel pidocchio di Whistler ha sempre saputo che sarebbe successo. Bastardo".

"E' questa?", mi chiese Maurice con un filo di voce. "E' questa la fine che stavi aspettando?".

Mi abbottonai lentamente la camicia nera. "Temo di sì".


§ 4 §

C'erano molte autopattuglie della polizia, in giro, quella notte... Me ne sfilarono ben tre accanto, mentre camminavo senza una meta precisa, stringendo la giacca contro la gola, come se avessi freddo.

Mi ero precipitata fuori dell'albergo...Ma per fare cosa ?

Andare da Angelus ? Cercare Whistler ?

In ogni caso, la ruota stava già girando ed io ne ero esclusa, esattamente come per gli eventi che avevano condotto alla morte di Darla. E che questa volta, probabilmente, avrebbero segnato quella di Angelus...

Ecco la casa di Buffy Summers. Per una frazione di secondo considerai la possibilità di parlarle, di chiederle di ucciderlo in fretta, di non indugiare a causa dei propri sentimenti...

Una bizzarra idea che sfumò quasi immediatamente.

Anche perchè dalla porta d'ingresso vidi uscire qualcuno che decisamente conoscevo.

Pensa un pò...

Lo seguii a distanza di sicurezza, fino a quando non scomparve all'improvviso all'imbocco di un vicolo, nei pressi del centro cittadino. Diamine, che mossa da principiante...

Bloccai il suo assalto con una sola mano e lo feci volare contro il muro opposto. Spike scrollò il capo, rimettendosi di scatto in piedi, sorpreso. "Chains! Sei tu!". Sembrò lì lì per sorridermi, poi si accigliò. "Ehi, mi hai fatto male!".

"Se tendi agguati dietro gli angoli bui, che diavolo ti aspetti ?".

Lui si massaggiò il collo, raddrizzando le spalle. Nonostante quegli assurdi capelli ossigenati, gli anfibi e lo spolverino in pelle, non era affatto cambiato. Conservava ancora la sua fanciullesca vulnerabilità da cucciolo. E chissà quanto doveva essersene approfittato Angelus...

Spike venne verso di me, sospettoso. "Sei qui per Angelus ? Perchè se...".

"Sono qui da settimane", lo zittii. "E Angelus lo sa".

Inarcò un sopracciglio, attraversato da una cicatrice a zigzag. Curioso: la ferita riportata nello scontro in cui aveva ucciso la sua prima cacciatrice non si era mai rimarginata...
"Ah...Non me l'ha detto...".

Sogghignai. "Questa è buona...Angelus ti dice forse sempre tutto ?". Non attesi che replicasse. "Del resto, nemmeno tu lo fai... Mi risultava che fossi immobilizzato su una sedia a rotelle, ma mi pare che le tue condizioni siano notevolmente migliorate...E scommetto che lui non lo sa...". Scandagliai i suoi occhi azzurri, trovandovi tutte le conferme. "Vuoi tradirlo...Per questo sei andato dalla Cacciatrice ".

"Non ti azzardare, Chains!", ruggì Spike spingendomi contro il muro e premendomi con una mano sulla gola. Un gesto superfluo, ma i suoi muscoli vibravano di energia e furore repressi. Doveva essere stato costretto ad ingoiare una massiccia dose di cose spiacevoli, di recente... "Non metterti in mezzo! ".

Mi liberai con calma. "Non ne ho la minima intenzione...L'ultima volta che mi sono intromessa, le conseguenze sono state di una tale portata che tuttora fatico ad assimilarle...".

"Che diavolo stai dicendo ?!".

"Lascia perdere...", sospirai scuotendo la testa. "Angelus risveglierà Acathla, è così?".

"No, se la Cacciatrice lo fa secco prima. Ed io mi impegnerò perchè ci riesca". Incrociò le braccia, risoluto. "E' deciso a mandare tutto il mondo all'Inferno, quell'idiota...".

Oh, Angelus...Quanto in profondità l'aveva lacerato, l'anima ?

"Eppure lui amava questo mondo...", mormorai, pensando ad alta voce. "Amava la bellezza, il lusso, l'arte...Ai balletti addirittura si commuoveva... Deve essere davvero disperato per voler distruggere tutto questo...".

"Un'autentica tragedia, già...Il gran signore delle tenebre è rimasto traumatizzato...", commentò Spike. " E io che dovrei fare ? Autoflagellarmi per solidarietà ?". Mi fissò, lo sguardo livido come acciaio. "Si fottano, lui e il suo trauma, d'accordo ?
Voglio soltanto che torni tutto come prima. Dru ed io. Noi due, insieme. Abbiamo vissuto senza Angelus per un secolo e siamo stati bene. Bene, mi capisci, Chains ?
Dannatamente bene".

"Sì, ti capisco". Gli sorrisi. "Non sai quanto...". Accennai alla strada. "Vai, adesso. Chiudi la partita".

La sua aggressività si attenuò ed io mi avvicinai, posandogli una mano sulla nuca e protendendomi a baciarlo sulla guancia. "Buona fortuna, piccolo. E ricorda...". Appoggiai la mia fronte alla sua. "Te l'ho già detto una volta... In ogni caso, non ti libererai di lui. Mai".

Indietreggiai nell'oscurità del vicolo. "Credimi sulla parola".

Me ne andai senza voltarmi, mordendomi un labbro fino a sentire in bocca il sapore del sangue. All'uscita del vicolo, trovai Maurice, seduto sul cofano della sua auto. "Eccoti qua. E' proprio vero che si finisce sempre per passare dal centro...". Mi fece l'occhiolino. "So dov'è Whistler".



§ 5 §

"Tu lo sapevi", dissi spingendo la porta socchiusa della casa di Giles e appoggiandomi allo stipite. Non potevo entrare, quindi l'osservatore era ancora vivo.

Sprofondato nel divano, un braccio piegato sotto la testa, il Cantastorie si sistemò il cappello sulla fronte. Non sembrava stupito di vedermi. "Sapevo che cosa ? Di Acathla ? ". Aggrottò la fronte. "Non esattamente... Sapevo che Angel doveva essere qui, oggi, per impedire al demone di risucchiare il mondo all'Inferno. Però ignoravo che sarebbe stato lui stesso a risvegliarlo...". Mi sorrise, malinconico. "E' così che funziona col destino...Conosciamo i risultati, ma i calcoli che conducono ad essi rimangono misteriosi e spesso sorprendenti...".

"Dunque è già tutto scritto ? Acathla verrà fermato ?". Questo poteva significare solo una cosa...

"Sì. La chiave è il sangue di Angel...E' in grado di risvegliare Acathla e ugualmente di richiudere il varco fra le due dimensioni".

"Il suo sangue ? Solo il suo ?".

Whistler annuì. "Intrigante, vero ?
Esisterà di certo un motivo succoso , ma non chiedermelo... Io sono solo un tramite e non ho tutte le risposte".

Già...Ma una l'aveva di sicuro. "Angelus morirà ?".

"Se la Cacciatrice non sbaglia...No, non morirà. Finirà nella dimensione infernale".

Ovvio...Ogni pezzo al suo posto. Mi voltai verso la strada : il cielo stava cambiando, l'alba giungeva...Maurice, dentro l'auto dai vetri anneriti, accese il motore.

"Manca poco...", sussurrai.

"Poco, sì...". Il Cantastorie si era alzato e mi era venuto vicino. "Chains...Non puoi fare niente... Non tentare di intervenire...Sarebbe...".

La mia risata lo interruppe. "Perchè pensate tutti la stessa cosa ? Per chi mi hai preso, Whistler ? Per la fata turchina ?". Il giorno era nell'aria. Maurice suonò il clacson. "No. Non muoverò un dito, tranquillo...".

Lui mi fissò. "Davvero ?...Mi aspettavo una reazione diversa da te...Angelus andrà all'Inferno... Non sei nemmeno un pò turbata ?".

Ricambiai il suo sguardo. "E' già all'Inferno...Ce l'ho mandato io, un secolo fa. E non ne è mai veramente uscito...Forse è il momento che ci vada per sempre".

Mi girai. Maurice stava raggiungendo di corsa, con un paio di occhiali scuri. "Chains ! Ti sbrigheresti ?
Il sole sta sorgendo...".

Sì...Infatti all'improvviso percepivo uno strano calore sulla pelle... No, non era il sole...Quel calore era dentro di me...Si stava allargando come una marea, un liquido tepore che fluiva tra muscoli, ossa e vene...Calore pulsante...

Caddi sulle ginocchia, contemplandomi rapita le mani : avevo l'impressione di scorgere il sangue attraverso l'epidermide, rosso e vivo... Sentii distrattamente che Maurice mi trascinava fino all'auto e che Whistler ci seguiva. Il sangue era rosso...Era vivo...

Oh, no..."No...no...no...", sussurrai.

"Chains ? Che cos'hai ?", mi gridò Maurice spaventato, una volta al sicuro nell'abitacolo. "Che diavolo ha, Whistler ?".

"E io che ne so!!", si difese il Cantastorie, altrettanto allibito.

Ammutolirono entrambi, quando sollevai gli occhi pieni di lacrime su di loro. "L'hanno maledetto di nuovo...La sua anima è tornata...". Le lacrime traboccarono e mi rigarono il volto, incredibilmente fresche. "E sarà con un'anima che andrà all'Inferno...".



§ 6 §

L'auto frenò stridendo a qualche metro dalla magione di Crawford Street, l'ultimo rifugio di Angelus. Io, rannicchiata sul sedile posteriore, le ginocchia contro il petto, rimasi immobile.

Maurice si voltò con un'espressione interrogativa. "Chains...?".

"Troppo tardi ", mi limitai a dire, anche se la mia mente era un caos di parole sconnesse. Non lo sentivo più. Liam... Angelus...Angel... Non c'erano più. Nessuno di loro. Lui, chiunque fosse stato, era svanito.

E al suo posto, restava il vuoto , un immenso silenzio.

"Chains, non serve che tu...", consigliò Whistler, la voce stranamente fioca.

"No. Voglio vedere". Mi avvolsi nel cappotto e tirai su il cappuccio, spalancando la portiera. "Devo vedere".

Nel salone principale della magione, il corpo pietrificato di Acathla risultava grottesco, quasi finto, come uno sgraziato gargouille di polistirolo sul set di un horror a basso costo...Ma la spada che sporgeva dal suo petto era assolutamente realistica.

Dolorosamente vera.

Passai il palmo di una mano sulla sua lama, fino a far uscire il sangue. Vuoto . Silenzio.
Solo vuoto e silenzio. E' questo accade, dopo la fine ? Il niente ?

"Potrebbe tornare ?", domandai osservandomi la ferita. "Potrebbe ?".

Whistler allargò le braccia. "Chains, sei su questa terra da abbastanza tempo per sapere come vanno le cose nelle dimensioni infernali...Tutto è possibile. Ma sai anche che occorre una forza di volontà estrema per sopravvivere e...".

Lo guardai. "Oh, lui è forte, Whistler...Molto più forte di te e di me messi insieme".

Il Cantastorie sospirò, con un sorriso triste. " Allora...Allora, sì, Chains. Potrebbe tornare".

"Sarà meglio. " Strinsi il pugno e il sangue gocciolò in perle rosse sul pavimento. " Perchè altrimenti andrò a riprenderlo io".