§ CAPITOLO QUARTO - 1860 §
§ OCCHI COME FRECCE §
§ Ho fatto molte cose orribili, quando sono diventato un vampiro.
Drusilla è stata la peggiore §
Angel - Lie to me
§ 1 §
Londra, Inghilterra
E' proprio vero che certe cose non cambiano .
Ero stata lontana dall'Europa per ottantanove anni e vi avevo fatto
ritorno da meno di un mese, ma ancora prima di scendere dalla nave,
la leggenda era giunta a me in tutta la sua potenza evocatrice.
Il Flagello. La Morte tenebrosa dal viso d' angelo e la sua bionda,
lasciva compagna. Angelus e Darla .
Se ne parlava ovunque, con un misto di orrore e soggezione. Quei due
si erano dati un gran da fare, in mia assenza. In verità, non sapevo
se esserne contrariata o sollevata.
E comunque era il caso di finirla alla svelta. Inutile rimandare.
Giunta a Londra, mi bastò seguire le tracce del loro passaggio,
tutt'altro che discreto, disseminato di facce impaurite e case
abbandonate , fino a un convento nella campagna circostante. O
meglio , ciò che ne restava : desolante silenzio, corpi lasciati in
pose molto poco cristiane, l'aroma appiccicoso del terrore che
gravitava lungo i corridoi come una cappa pestilenziale. Persino i
ceri rossi accesi dai fedeli avevano assunto la sfumatura macabra
del sangue versato.
Li ritrovai in una stanza oscura e polverosa, rischiarata da un
rosone in vetro colorato, ancora ansimanti per quello che doveva
essere stato un amplesso piuttosto passionale. Per di più consumato
letteralmente sulle ginocchia di una novizia dai capelli neri, che,
rannicchiata sul pavimento, osservava stordita quei due demoni
rilassati sopra di lei, non sapendo se ridere o piangere. E così
piangeva e rideva, balbettando sommessamente, senza soluzione di
continuità.
Una scena singolare.
Mi schiarii la voce. "Ragazzi...Un pò di decoro !! Così finirete per
traviare una promessa sposa del Signore...".
Sobbalzarono. Darla mi guardò per un lungo istante carico di
sorpresa,
bellissima, accaldata, gloriosamente in disordine, poi scattò in
piedi, il vestito non allacciato che minacciava di scivolarle di
dosso.
"Razza di maledetta sgualdrina !!", esclamò. "Ce ne hai messo di
tempo, per tornare !!". E mi saltò al collo, rischiando di farmi
perdere l'equilibrio. Aveva l'odore di Angelus dappertutto.
Lui si rialzò con deliberata lentezza, appoggiando ostentatamente le
mani aperte sul corpicino tremante delle ragazza in lacrime. Il
jilet turchese che portava sulla camicia bianca gli donava in modo
particolare : era ancora lo stesso angelo dell'inferno che
ricordavo, con gli occhi sempre troppo pieni di sottintesi.
Beh, era stato penosamente semplice...Pochi secondi per capire
l'ovvio. Rassegnata, mi lasciai abbracciare da Darla.
Lei si voltò raggiante verso Angelus. "Non ci crederai ! Questa
è...".
"No. Voglio indovinare...", la interruppe lui, avvicinandosi
pericolosamente e cingendo le spalle di entrambe. "La famigerata
Chains...".
Inarcai un sopracciglio. "Diamine, che intuito !".
Darla ci studiò con interesse. "Oh, ma che cosa squisita...Fate già
scintille!! ". Baciò velocemente tutti e due. "Diventerete amici !
".
Dal suo angolino di buio, la novizia scoppiò in una risata isterica.
Darla la ignorò e fece un passo indietro, osservandomi da capo a
piedi. "Sempre vestita come un uomo, eh ?
Velluto, organza, seta, oro e cuoio ... Sei quasi abbagliante !!".
Tirò Angelus per una manica. "Non è abbagliante ?".
Lui mi percorse e mi valutò con un'unica, inesorabile, occhiata. "Un
incendio".
Strinsi i pugni. Forza, Chains. Hai quattrocentocinquantasette anni.
Puoi farcela.
Mi raddrizzai e incrociai le braccia. "Direi che siete in forma
anche voi , ma avremo altre occasioni per scambiarci complimenti. Vi
suggerirei di andarvene al più presto da qui. Per ora là fuori sono
tutti paralizzati dal terrore, ma con la luce del giorno non
tarderanno a trasformarsi in una folla inferocita in cerca di
giustizia ".
Angelus sembrò annoiato dall'argomento e mi girò le spalle, Darla
invece rabbrividì. "Detesto le folle, inferocite o meno...".
La presi da parte. "Ho scoperto che, nonostante tutto questo tempo,
uno dei miei rifugi londinesi esiste ancora: ricordi la villa in
rovina a sud della città ?".
Lei annuì. "Oh,sì...Con quella deliziosa dependance per la
servitù...".
"Esattamente. La villa è crollata, ma la dependance è in buono stato
ed è meravigliosamente protetta da un muro naturale di edera: è
vostra, se la desiderate".
"Non sei cambiata. Al solito, pratica e ingegnosa", mi canzonò Darla
. "E capiti a proposito : ci serviva proprio un posticino tranquillo
dove portare quel mucchietto d'ossa laggiù...". Agitò una mano con
condiscendenza. "Il mio cattivo ragazzo vuole giocare a fare il sire
con lei...".
Decisi che la novizia meritava maggiore attenzione da parte mia.
Appariva davvero magrissima, nella scialba veste informe, fragile,
troppo fragile persino per respirare...Eppure Angelus non smetteva
un attimo di divorarla con gli occhi e le camminava intorno, in
larghi, ipnotici, cerchi, come un qualche affamato animale
selvaggio, ma senza fretta di mangiare...
"Ha la vista", mi spiegò Darla sottovoce. "Un dono discutibile".
Ah,ecco...La vista. "E dunque sa quello che lui le farà".
"Già. Ed è anche pura come la più tersa mattina di primavera...",
brontolò Darla. "Due caratteristiche del genere, per Angelus,
equivalgono ad un drappo rosso davanti a un toro...".
Trattenni a stento un sorriso . Avevo quasi dimenticato la velenosa
ironia della mia vecchia amica. Quasi .
Una pallida mano scheletrica mi artigliò la giacca. La novizia era
strisciata fino a me ed ora mi contemplava rapita. "Ambra e
smeraldo...ambra e smeraldo...", cantilenò.
Compresi che si riferiva ai colori diversi dei miei occhi e mi
chinai a sorreggerla. Lei affondò dolorosamente le dita nei miei
capelli.
Che volto bizzarro, il suo... Triangolare, una sorta di schizzo
fatto velocemente e non corretto...Ma dietro quei lineamenti
spigolosi, emergeva a tratti il disegno completo di una bellezza
sconnessa e sinistra, pronta a rivelarsi.
"Ambra e smeraldo...", boccheggiò di nuovo, la voce non più di un
soffio di vento.
"L'ambra e lo smeraldo ridaranno le ali all'angelo... Le ali
rinasceranno e l'angelo soffrirà... Le ali spunteranno dalla carne e
la carne sanguinerà e il sangue scorrerà...Le ali usciranno dalla
carne, le piume madide di sangue...Le ali si dispiegheranno e il
grido dell'angelo si leverà su tutta la terra...Ambra e smeraldo...Ambra
e smeraldo ridaranno le ali all'angelo...".
Con un gemito, scivolò via dalle mie braccia e si raggomitolò a
terra, snocciolando frasi incomprensibili.
Attonita, restai in ginocchio, con quel vortice di parole nella
testa . Parole così simili alla strana creatura che le aveva
pronunciate, evanescenti come una brezza e nel contempo profonde
come ferite di coltello.
"Che ti succede ? Drusilla ti ha predetto cattiva sorte ?", domandò
Angelus.
Drusilla... Un nome da bambola.
Ma la voce di Angelus suonò troppo vicina.
Mi resi conto che era in piedi alla mia sinistra e mi tendeva una
mano. Non vedevo Darla.
"E' andata a preparare il nostro nuovo nido", mi spiegò lui e
continuò a porgermi la mano. "Guarda che puoi toccarla. Ti assicuro
che non l'ho immersa nell'acqua santa, di recente...".
Accettai riluttante e la sua stretta attraversò il mio corpo con
l'energia di un fulmine che divide in due un albero. Incendiandolo.
Una volta in piedi, indietreggiai subito.
Angelus rise e,al contrario, avanzò, calpestando un pezzo della
veste di Drusilla. "Chains...Non ti rammentavo tanto timida...Però è
pur vero che hai dimostrato una certa, fastidiosa, tendenza alla
fuga...Specie nei confronti del sottoscritto...".
Un muro bloccò il mio cammino a ritroso. "Tendenza alla fuga... O
fine
dell'interesse ?", ritorsi , simulando una freddezza fittizia.
E poco convincente, perchè lui non smise di ridere, scuotendo il
capo. "Ah, già...Il tuo scudo di semantica... Lo tiri fuori quando
sei in difficoltà...Di cosa hai paura, Chains ? Di perdere il
controllo ?". Ormai era a pochi centimetri da me. "Te l'ho già visto
fare. Ed è uno spettacolo".
Mi umettai le labbra, improvvisamente secche. "No, Angelus...Non mi
hai mai vista davvero senza controllo. E augurati di non essere nei
paraggi, se e quando dovesse capitarmi...".
Non lo stavo impressionando. Appoggiò le mani ai lati della mia
testa e mi annusò. "Hai addosso l'odore di molti amanti...".
"Non avrai pensato che mi sarei preservata per...". La sua bocca non
mi permise di proseguire.
Fu un bacio lungo. E cattivo. Sentii il sangue gocciolarmi dal
mento.
"...ma è ancora e soltanto uno, quello che desideri davvero",
concluse Angelus staccandosi e ripulendosi dal sangue con la lingua.
Accennò un inchino. "Che bello che tu sia tornata, Chains".
Sì, certe cose non cambiano.
§ 2 §
Mi rendo conto di quanto un'affermazione simile possa suonare
grottesca, però essere tecnicamente morti offre non pochi vantaggi
sul piano pratico. Per esempio, si può stare sott'acqua, nella vasca
da bagno, tutto il tempo che si desidera, senza il rischio di
affogare. Ed io l'ho sempre trovata una cosa estremamente
rigenerante : silenzio assoluto, niente più caos, soltanto liquida e
avvolgente pace...
Pace di cui, quella sera, sentivo un disperato, fisico bisogno...
Peccato che, quando riemersi dal mio placido oblìo, trovai ad
attendermi Darla, seduta sul bordo della vasca.
Annaspai stupefatta e una pioggia di schizzi investì le pareti e la
mia inopportuna ospite. Lei mandò alcuni gridolini, ridendo.
"Darla !! Per tutti i gironi dell'Inferno!! ", sbraitai. "La mia
unica fortuna è che non può prendermi un colpo !".
"Oh, quante storie...Dov'è finito il tuo senso dell'umorismo ? L'hai
perduto durante il viaggio ? ", mi rimproverò soavemente, cercando
di circuirmi con uno dei suoi tipici sorrisi da seduttrice esperta.
Fu allora che notai una traccia di sangue fresco a un angolo della
sua bocca. E anche l'ultimo residuo di calma interiore si dileguò.
"Darla...Dimmi che non hai ucciso il locandiere...".
Lei ci pensò su, poi spalancò gli occhi in un'espressione di puro
candore. "E se ti dicessi che invece è proprio quello che ho fatto ?
".
"Darla!!", sbottai colpendo d'istinto la superficie dell'acqua e una
nuova serie di schizzi volò dovunque. "Maledizione ! Io ci abito,
qui !! ".
"Giust'appunto! Perchè ? Perchè abiti in una locanda ? Perchè non
vieni...".
"Alla dependance con te, Angelus e la suorina mancata ? ", la
interruppi bruscamente, alzandomi in piedi. "No, grazie !! ".
Ma Darla non mi prestava più attenzione. Il suo sguardo si era fatto
torbido.
"Mi ero scordata di quanto tu sia bella, Chains...", sospirò
percorrendo la curva della mia schiena con la punta delle dita. "Il
tuo corpo...sempre sull'eterno punto di sbocciare, senza sbocciare
mai...".
Misi un piede fuori dalla vasca e le afferrai la gola, delicatamente
ma con fermezza. "Darla...Non abbiamo tempo. Dobbiamo andare ad
occuparci del cadavere del locandiere".
Mi fissò ancora per un istante, poi si risistemò il fiocco del
capellino con aria seccata. "La golosità, Chains... E' questo il mio
problema ".
§ 3 §
Senza dubbio. Darla era golosa. In modo peccaminoso e infantile,
come se ogni volta, anzichè uccidere, rubasse marmellata.
Quella notte, la caccia non riusciva a saziarla...Sembrava divorata
da una febbre ardente, dalla smania di muoversi, e fingeva
un'allegra spensieratezza che non si rispecchiava affatto nel
ribollire perpetuo dei suoi occhi.
Il suo ragazzo, il suo dolce e caro ragazzo... Le faceva sempre lo
stesso effetto. Tanto più adesso, che era impegnato con un'altra.
La lasciai dopo alcune ore, con la scusa di dovermi cercare un nuovo
alloggio. E ad essere sincera, non stavo mentendo. In effetti, non
fui consapevole della strada che il mio cavallo stava percorrendo,
fino a quando non arrivai a destinazione.
Davanti alla dependance, immersa nell'edera e nel buio, compresi
subito cosa fosse accaduto : la luce scarlatta dei ceri sottratti al
convento e l'odore del sangue verginale dominavano su tutto.
Drusilla giaceva bocconi sul letto, nuda, con vistosi lividi là dove
lui l'aveva tenuta stretta, e sul lenzuolo, tra le sue gambe,
spiccava una macchia purpurea. Sembrava terribilmente debole, gli
occhi appannati, distanti, le mani aggrappate tenacemente ai
brandelli di biancheria intima, nel patetico tentativo di coprirsi.
Angelus, con indosso solo i pantaloni, la rimirava, appoggiato a una
parete. "Continuava a dire che voleva essere pura per il Signore...Ho
dovuto spiegarle che il suo signore ora sono io ".
"E tu adori sporcare ciò che è puro...", mormorai.
"Per cosa è fatta la purezza se non per condurre alla corruzione ?
", replicò tranquillo.
E che io bruci all'Inferno, ancora riusciva a mantenere quella sua
paradossale aria innocente. Ma nei suoi occhi le tenebre si andavano
addensando : sapevo cosa significava... per entrambi...
La mia era stata una pessima idea.
Mi imponevo di considerarla tale, per resistere. Al fuoco. A lui.
Indietreggiai , ma me lo ritrovai a fianco. Non fu aggressivo, nè
violento. Mi prese la mano e se la portò alla bocca, sfregando
sensualmente le mie dita sulle sue labbra.
"La voglio. Voglio Drusilla". Mentre parlava, mi guidava piano verso
il letto. "Vedi, Chains, se voglio qualcosa, io lo ammetto. E me lo
prendo".
Sedette e con estrema naturalezza insinuò una mano tra le cosce
sottili di Drusilla, che subito si tese come una corda di violino.
Cercai di divincolarmi, senza troppa convinzione, irretita, avvinta,
e lui, con l'altro braccio, mi circondò i fianchi, attirandomi a sè.
"Un secolo, Chains. E' passato quasi un secolo e ricordo ancora quel
che ho provato stando dentro di te, tutta la tua potenza che si
muoveva sotto il mio corpo...Io non dimentico. Non dimentico mai".
Drusilla si inarcò , mugolando, ma Angelus non si fermò. "Siamo ciò
che siamo, Chains . Ci prendiamo quello che vogliamo. Sporchiamo ciò
che è puro".
Continuando a tenermi per i fianchi, divaricò le gambe di Drusilla e
si chinò rapido a morderle l' interno coscia. Lei tremò,stringendo
spasmodicamente le lenzuola, ed io, in preda ad una leggera
vertigine, cercai le spalle di Angelus con le mani .
Lo percepivo. Sentivo il flusso della vita abbandonare Drusilla, il
battito cardiaco che si affievoliva, l'anima ormai senz'ancora che
disperata si dibatteva in cerca di una via di fuga. Durò poco,
eppure potrei giurare che fu infinito.
Angelus si risollevò, il volto del demone, le zanne insanguinate. "Perchè
noi conosciamo la verità, Chains. Noi sappiamo che la verità è il
sangue. Non c'è altro".
Si praticò un taglio sul torace, proprio sotto il cuore. "La
purezza...E' la favola della buonanotte in cui si crogiolano gli
umani". Afferrò Drusilla e se la appoggiò al petto.
La vidi esitare e poi piantargli le unghie nella carne, la testa di
capelli corvini premuta contro di lui : succhiava con l'avidità
disordinata di un bambino che ha appena scoperto la mammella della
madre. Angelus ansimava, gli occhi fissi nei miei, il volto che
lentamente riassumeva sembianze umane, attraversato dalle onde del
piacere misterioso che solo un sire ha l'occasione di sperimentare.
E per una tenebrosa alchimia, la medesima estasi si propagava anche
a me. Lui me la stava regalando e non ero abbastanza lucida per
chiedermene o comprenderne la ragione.
"La coscienza, la misericordia, la rettitudine...", sussurrò Angelus
allontanando Drusilla con uno strattone. "Mezzucci...Sotterfugi dei
mortali per ammantare di buone intenzioni la loro natura di
peccatori incalliti...". Si alzò sovrastandomi e spingendomi verso
la porta. "Ma noi non ne abbiamo bisogno...". Cominciò ad armeggiare
con i nostri pantaloni. "Noi sappiamo quanto sia nero il cuore
umano...".
Ancora tremante, dopo la trasformazione, io riuscivo solo a pensare
che doveva fare in fretta. Più in fretta.
Lui mi sollevò , portandosi le mie gambe intorno alle anche. "Se mi
vuoi, prendimi, Chains" . E reggendosi allo stipite della porta, mi
penetrò con decisione. "Noi siamo ciò che siamo".
Tenni le mani sul suo viso, la fronte contro la sua e l'orgasmo ci
travolse entrambi, nello stesso momento, con una forza tale da
rasentare il dolore.
Sul letto, Drusilla , scomposta come una marionetta senza fili, ci
guardava. I suoi occhi si spensero poco a poco, poi l'anima si
liberò. E restarono il nulla più oscuro, un demone e la follia.
§ 4 §
Quel giovane garzone dalla pelle ambrata, bontà sua, non
collaborava.
"Non mi va di ucciderti ", protestai. "Se non gridi, bevo solo un pò
e ti lascio vivere, d'accordo ?".
Ma lui non smise di divincolarsi e lanciò una serie di brevi e
singhiozzate urla. Esasperata, gli misi le mani sulle tempie e
ruotai i polsi verso destra: il suo collo si spezzò con facilità, il
chiasso si placò all'istante.
E così imparavo a voler essere misericordiosa...
Il profumo di Darla mi colpì le narici ancora prima che uscissi dal
vicolo. Oh,no!! Non ancora... Non avevo diritto ad almeno qualche
giorno di tregua ?
Ma era troppo tardi. Con un completo verde e uno dei suoi vezzosi
cappellini alla moda, sbucò all'angolo della stradina e si appoggiò
languida al muro, sventolando con civetteria un fazzolettino
ricamato . "Eccoti qua !! Siamo stati alla locanda dove ti sei
trasferita, ma non c'eri...".
Mi venne un sospetto. " Darla... Non hai ucciso il locandiere, vero
?".
Sorrise, il sorriso di una gatta maliziosa. "No...Non l'ho ucciso...L'ha
fatto lei... ".
Alla sua sinistra, apparve Drusilla, con un lungo abito rosso scuro
che ne accentuava il nuovo, innaturale pallore e la straordinaria,
splendida imperfezione. Sembrava non sentirsi ancora sicura sulle
gambe, ma Angelus, vestito di nero, il panciotto ricamato in oro, la
seguiva da vicino, sostenendola per il gomito.
Formavano un quadretto di rara armonia. Provai un vago senso di
nausea.
" Non prendertela! ", esclamò Darla. "E' appena nata. Ha bisogno di
fare esperienza".
Angelus mi allungò un buffetto sulla guancia con la mano guantata di
pelle nera. "Bisogna avere pazienza con i bambini, Chains...".
Mi misurai con il suo sguardo indecente per qualche secondo più del
necessario, poi la vocina flebile e sussurrata di Drusilla reclamò
la mia attenzione.
"Ambra e smerlado...Bellissima...". Mi toccò con le sue bianche dita
affusolate e guardò implorante il suo sire. "La posso baciare ?".
Lui le sorrise con incredibile dolcezza. "Devi chiederlo a lei,
amore".
Le presi delicatamente il mento. "Certo che puoi".
Drusilla si illuminò come una bambina a cui venisse offerto un
vassoio di caramelle e mi abbracciò , posandomi piccoli e riverenti
baci sulla bocca e sulle palpebre.
Divertita, Darla prese sottobraccio Angelus e mi accarezzò una
spalla. "E' tanto affettuosa...".
Restando stretta a me, Drusilla si voltò a guardare i due che
riprendevano a passeggiare. I suoi grandi occhi pervinca indugiarono
sull'ampia schiena del suo sire.
"Lui è il nostro angelo ", mormorò. "Il nostro angelo del dolore e
del piacere...E quando il nostro angelo viene a noi, con lui vengono
anche tutte le stelle, vero ?".
Strusciò la fronte contro la mia. "Il nostro angelo ci offre le
stelle ".
La assecondai con tenerezza. "Sì, fra le altre cose...".
"Ambra e smeraldo, devi ricordare ", continuò lei con convinzione.
"Tu restituirai le ali al nostro angelo. Sì, io lo so.".
Di nuovo quelle strane parole, con un suono che non si accordava
alla semplice follia...
A qualche metro di distanza, Darla mi chiamò, insistente. "Coraggio,
Chains! La notte è giovane ! ".
Angelus si limitò ad un cenno del capo, ma tutto il suo corpo era un
unico atto di sfida.
Drusilla corse avanti, strattonandomi.
E va bene, pensai. Dopotutto ho quattrocentocinquantasette anni.
Posso farcela.
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