§ La donna in catene §

Scritto da: Franca (dreamhunter72@libero.it e frankab@tin.it)
Spoiler: i flashback di "Dear boy", dalla seconda stagione di ATS
Pairing : Angelus/Chains, Angelus/Dru, con accenni a Angelus/Darla e Darla/Chains
Rating: NC17
Timeline: 1860
Summary: Chains fa ritorno in Europa dopo una lunghissima assenza, ma la sua passione per Angelus non si è spenta...
Disclaimer: i fatti e i personaggi tratti da ATS appartengono a Whedon, Greenwalt, la WB, la Fox, la ME, la Fox,ecc. Li uso senza il loro permesso, ma non a scopo di lucro.
Chains è un mio personaggio.

 


§ CAPITOLO QUARTO - 1860 §
§ OCCHI COME FRECCE §


§ Ho fatto molte cose orribili, quando sono diventato un vampiro.
Drusilla è stata la peggiore §
Angel - Lie to me



§ 1 §

Londra, Inghilterra

E' proprio vero che certe cose non cambiano .

Ero stata lontana dall'Europa per ottantanove anni e vi avevo fatto ritorno da meno di un mese, ma ancora prima di scendere dalla nave, la leggenda era giunta a me in tutta la sua potenza evocatrice.

Il Flagello. La Morte tenebrosa dal viso d' angelo e la sua bionda, lasciva compagna. Angelus e Darla .

Se ne parlava ovunque, con un misto di orrore e soggezione. Quei due si erano dati un gran da fare, in mia assenza. In verità, non sapevo se esserne contrariata o sollevata.

E comunque era il caso di finirla alla svelta. Inutile rimandare.

Giunta a Londra, mi bastò seguire le tracce del loro passaggio, tutt'altro che discreto, disseminato di facce impaurite e case abbandonate , fino a un convento nella campagna circostante. O meglio , ciò che ne restava : desolante silenzio, corpi lasciati in pose molto poco cristiane, l'aroma appiccicoso del terrore che gravitava lungo i corridoi come una cappa pestilenziale. Persino i ceri rossi accesi dai fedeli avevano assunto la sfumatura macabra del sangue versato.

Li ritrovai in una stanza oscura e polverosa, rischiarata da un rosone in vetro colorato, ancora ansimanti per quello che doveva essere stato un amplesso piuttosto passionale. Per di più consumato letteralmente sulle ginocchia di una novizia dai capelli neri, che, rannicchiata sul pavimento, osservava stordita quei due demoni rilassati sopra di lei, non sapendo se ridere o piangere. E così piangeva e rideva, balbettando sommessamente, senza soluzione di continuità.

Una scena singolare.

Mi schiarii la voce. "Ragazzi...Un pò di decoro !! Così finirete per traviare una promessa sposa del Signore...".

Sobbalzarono. Darla mi guardò per un lungo istante carico di sorpresa,
bellissima, accaldata, gloriosamente in disordine, poi scattò in piedi, il vestito non allacciato che minacciava di scivolarle di dosso.

"Razza di maledetta sgualdrina !!", esclamò. "Ce ne hai messo di tempo, per tornare !!". E mi saltò al collo, rischiando di farmi perdere l'equilibrio. Aveva l'odore di Angelus dappertutto.

Lui si rialzò con deliberata lentezza, appoggiando ostentatamente le mani aperte sul corpicino tremante delle ragazza in lacrime. Il jilet turchese che portava sulla camicia bianca gli donava in modo particolare : era ancora lo stesso angelo dell'inferno che ricordavo, con gli occhi sempre troppo pieni di sottintesi.

Beh, era stato penosamente semplice...Pochi secondi per capire l'ovvio. Rassegnata, mi lasciai abbracciare da Darla.

Lei si voltò raggiante verso Angelus. "Non ci crederai ! Questa è...".

"No. Voglio indovinare...", la interruppe lui, avvicinandosi pericolosamente e cingendo le spalle di entrambe. "La famigerata Chains...".

Inarcai un sopracciglio. "Diamine, che intuito !".

Darla ci studiò con interesse. "Oh, ma che cosa squisita...Fate già scintille!! ". Baciò velocemente tutti e due. "Diventerete amici ! ".

Dal suo angolino di buio, la novizia scoppiò in una risata isterica.

Darla la ignorò e fece un passo indietro, osservandomi da capo a piedi. "Sempre vestita come un uomo, eh ?
Velluto, organza, seta, oro e cuoio ... Sei quasi abbagliante !!". Tirò Angelus per una manica. "Non è abbagliante ?".

Lui mi percorse e mi valutò con un'unica, inesorabile, occhiata. "Un incendio".

Strinsi i pugni. Forza, Chains. Hai quattrocentocinquantasette anni. Puoi farcela.

Mi raddrizzai e incrociai le braccia. "Direi che siete in forma anche voi , ma avremo altre occasioni per scambiarci complimenti. Vi suggerirei di andarvene al più presto da qui. Per ora là fuori sono tutti paralizzati dal terrore, ma con la luce del giorno non tarderanno a trasformarsi in una folla inferocita in cerca di giustizia ".

Angelus sembrò annoiato dall'argomento e mi girò le spalle, Darla invece rabbrividì. "Detesto le folle, inferocite o meno...".

La presi da parte. "Ho scoperto che, nonostante tutto questo tempo, uno dei miei rifugi londinesi esiste ancora: ricordi la villa in rovina a sud della città ?".

Lei annuì. "Oh,sì...Con quella deliziosa dependance per la servitù...".

"Esattamente. La villa è crollata, ma la dependance è in buono stato ed è meravigliosamente protetta da un muro naturale di edera: è vostra, se la desiderate".

"Non sei cambiata. Al solito, pratica e ingegnosa", mi canzonò Darla . "E capiti a proposito : ci serviva proprio un posticino tranquillo dove portare quel mucchietto d'ossa laggiù...". Agitò una mano con condiscendenza. "Il mio cattivo ragazzo vuole giocare a fare il sire con lei...".

Decisi che la novizia meritava maggiore attenzione da parte mia.

Appariva davvero magrissima, nella scialba veste informe, fragile, troppo fragile persino per respirare...Eppure Angelus non smetteva un attimo di divorarla con gli occhi e le camminava intorno, in larghi, ipnotici, cerchi, come un qualche affamato animale selvaggio, ma senza fretta di mangiare...

"Ha la vista", mi spiegò Darla sottovoce. "Un dono discutibile".

Ah,ecco...La vista. "E dunque sa quello che lui le farà".

"Già. Ed è anche pura come la più tersa mattina di primavera...", brontolò Darla. "Due caratteristiche del genere, per Angelus, equivalgono ad un drappo rosso davanti a un toro...".

Trattenni a stento un sorriso . Avevo quasi dimenticato la velenosa ironia della mia vecchia amica. Quasi .

Una pallida mano scheletrica mi artigliò la giacca. La novizia era strisciata fino a me ed ora mi contemplava rapita. "Ambra e smeraldo...ambra e smeraldo...", cantilenò.

Compresi che si riferiva ai colori diversi dei miei occhi e mi chinai a sorreggerla. Lei affondò dolorosamente le dita nei miei capelli.

Che volto bizzarro, il suo... Triangolare, una sorta di schizzo fatto velocemente e non corretto...Ma dietro quei lineamenti spigolosi, emergeva a tratti il disegno completo di una bellezza sconnessa e sinistra, pronta a rivelarsi.

"Ambra e smeraldo...", boccheggiò di nuovo, la voce non più di un soffio di vento.
"L'ambra e lo smeraldo ridaranno le ali all'angelo... Le ali rinasceranno e l'angelo soffrirà... Le ali spunteranno dalla carne e la carne sanguinerà e il sangue scorrerà...Le ali usciranno dalla carne, le piume madide di sangue...Le ali si dispiegheranno e il grido dell'angelo si leverà su tutta la terra...Ambra e smeraldo...Ambra e smeraldo ridaranno le ali all'angelo...".

Con un gemito, scivolò via dalle mie braccia e si raggomitolò a terra, snocciolando frasi incomprensibili.

Attonita, restai in ginocchio, con quel vortice di parole nella testa . Parole così simili alla strana creatura che le aveva pronunciate, evanescenti come una brezza e nel contempo profonde come ferite di coltello.

"Che ti succede ? Drusilla ti ha predetto cattiva sorte ?", domandò Angelus.

Drusilla... Un nome da bambola.

Ma la voce di Angelus suonò troppo vicina.

Mi resi conto che era in piedi alla mia sinistra e mi tendeva una mano. Non vedevo Darla.

"E' andata a preparare il nostro nuovo nido", mi spiegò lui e continuò a porgermi la mano. "Guarda che puoi toccarla. Ti assicuro che non l'ho immersa nell'acqua santa, di recente...".

Accettai riluttante e la sua stretta attraversò il mio corpo con l'energia di un fulmine che divide in due un albero. Incendiandolo. Una volta in piedi, indietreggiai subito.

Angelus rise e,al contrario, avanzò, calpestando un pezzo della veste di Drusilla. "Chains...Non ti rammentavo tanto timida...Però è pur vero che hai dimostrato una certa, fastidiosa, tendenza alla fuga...Specie nei confronti del sottoscritto...".

Un muro bloccò il mio cammino a ritroso. "Tendenza alla fuga... O fine
dell'interesse ?", ritorsi , simulando una freddezza fittizia.

E poco convincente, perchè lui non smise di ridere, scuotendo il capo. "Ah, già...Il tuo scudo di semantica... Lo tiri fuori quando sei in difficoltà...Di cosa hai paura, Chains ? Di perdere il controllo ?". Ormai era a pochi centimetri da me. "Te l'ho già visto fare. Ed è uno spettacolo".

Mi umettai le labbra, improvvisamente secche. "No, Angelus...Non mi hai mai vista davvero senza controllo. E augurati di non essere nei paraggi, se e quando dovesse capitarmi...".

Non lo stavo impressionando. Appoggiò le mani ai lati della mia testa e mi annusò. "Hai addosso l'odore di molti amanti...".

"Non avrai pensato che mi sarei preservata per...". La sua bocca non mi permise di proseguire.

Fu un bacio lungo. E cattivo. Sentii il sangue gocciolarmi dal mento.

"...ma è ancora e soltanto uno, quello che desideri davvero", concluse Angelus staccandosi e ripulendosi dal sangue con la lingua. Accennò un inchino. "Che bello che tu sia tornata, Chains".

Sì, certe cose non cambiano.


§ 2 §

Mi rendo conto di quanto un'affermazione simile possa suonare grottesca, però essere tecnicamente morti offre non pochi vantaggi sul piano pratico. Per esempio, si può stare sott'acqua, nella vasca da bagno, tutto il tempo che si desidera, senza il rischio di affogare. Ed io l'ho sempre trovata una cosa estremamente rigenerante : silenzio assoluto, niente più caos, soltanto liquida e avvolgente pace...

Pace di cui, quella sera, sentivo un disperato, fisico bisogno...

Peccato che, quando riemersi dal mio placido oblìo, trovai ad attendermi Darla, seduta sul bordo della vasca.

Annaspai stupefatta e una pioggia di schizzi investì le pareti e la mia inopportuna ospite. Lei mandò alcuni gridolini, ridendo.

"Darla !! Per tutti i gironi dell'Inferno!! ", sbraitai. "La mia unica fortuna è che non può prendermi un colpo !".

"Oh, quante storie...Dov'è finito il tuo senso dell'umorismo ? L'hai perduto durante il viaggio ? ", mi rimproverò soavemente, cercando di circuirmi con uno dei suoi tipici sorrisi da seduttrice esperta.

Fu allora che notai una traccia di sangue fresco a un angolo della sua bocca. E anche l'ultimo residuo di calma interiore si dileguò. "Darla...Dimmi che non hai ucciso il locandiere...".

Lei ci pensò su, poi spalancò gli occhi in un'espressione di puro candore. "E se ti dicessi che invece è proprio quello che ho fatto ? ".

"Darla!!", sbottai colpendo d'istinto la superficie dell'acqua e una nuova serie di schizzi volò dovunque. "Maledizione ! Io ci abito, qui !! ".

"Giust'appunto! Perchè ? Perchè abiti in una locanda ? Perchè non vieni...".

"Alla dependance con te, Angelus e la suorina mancata ? ", la interruppi bruscamente, alzandomi in piedi. "No, grazie !! ".

Ma Darla non mi prestava più attenzione. Il suo sguardo si era fatto torbido.

"Mi ero scordata di quanto tu sia bella, Chains...", sospirò percorrendo la curva della mia schiena con la punta delle dita. "Il tuo corpo...sempre sull'eterno punto di sbocciare, senza sbocciare mai...".

Misi un piede fuori dalla vasca e le afferrai la gola, delicatamente ma con fermezza. "Darla...Non abbiamo tempo. Dobbiamo andare ad occuparci del cadavere del locandiere".

Mi fissò ancora per un istante, poi si risistemò il fiocco del capellino con aria seccata. "La golosità, Chains... E' questo il mio problema ".


§ 3 §

Senza dubbio. Darla era golosa. In modo peccaminoso e infantile, come se ogni volta, anzichè uccidere, rubasse marmellata.

Quella notte, la caccia non riusciva a saziarla...Sembrava divorata da una febbre ardente, dalla smania di muoversi, e fingeva un'allegra spensieratezza che non si rispecchiava affatto nel ribollire perpetuo dei suoi occhi.

Il suo ragazzo, il suo dolce e caro ragazzo... Le faceva sempre lo stesso effetto. Tanto più adesso, che era impegnato con un'altra.

La lasciai dopo alcune ore, con la scusa di dovermi cercare un nuovo alloggio. E ad essere sincera, non stavo mentendo. In effetti, non fui consapevole della strada che il mio cavallo stava percorrendo, fino a quando non arrivai a destinazione.

Davanti alla dependance, immersa nell'edera e nel buio, compresi subito cosa fosse accaduto : la luce scarlatta dei ceri sottratti al convento e l'odore del sangue verginale dominavano su tutto.

Drusilla giaceva bocconi sul letto, nuda, con vistosi lividi là dove lui l'aveva tenuta stretta, e sul lenzuolo, tra le sue gambe, spiccava una macchia purpurea. Sembrava terribilmente debole, gli occhi appannati, distanti, le mani aggrappate tenacemente ai brandelli di biancheria intima, nel patetico tentativo di coprirsi.

Angelus, con indosso solo i pantaloni, la rimirava, appoggiato a una parete. "Continuava a dire che voleva essere pura per il Signore...Ho dovuto spiegarle che il suo signore ora sono io ".

"E tu adori sporcare ciò che è puro...", mormorai.

"Per cosa è fatta la purezza se non per condurre alla corruzione ? ", replicò tranquillo.

E che io bruci all'Inferno, ancora riusciva a mantenere quella sua paradossale aria innocente. Ma nei suoi occhi le tenebre si andavano addensando : sapevo cosa significava... per entrambi...

La mia era stata una pessima idea.

Mi imponevo di considerarla tale, per resistere. Al fuoco. A lui.

Indietreggiai , ma me lo ritrovai a fianco. Non fu aggressivo, nè violento. Mi prese la mano e se la portò alla bocca, sfregando sensualmente le mie dita sulle sue labbra.

"La voglio. Voglio Drusilla". Mentre parlava, mi guidava piano verso il letto. "Vedi, Chains, se voglio qualcosa, io lo ammetto. E me lo prendo".

Sedette e con estrema naturalezza insinuò una mano tra le cosce sottili di Drusilla, che subito si tese come una corda di violino.

Cercai di divincolarmi, senza troppa convinzione, irretita, avvinta, e lui, con l'altro braccio, mi circondò i fianchi, attirandomi a sè. "Un secolo, Chains. E' passato quasi un secolo e ricordo ancora quel che ho provato stando dentro di te, tutta la tua potenza che si muoveva sotto il mio corpo...Io non dimentico. Non dimentico mai".

Drusilla si inarcò , mugolando, ma Angelus non si fermò. "Siamo ciò che siamo, Chains . Ci prendiamo quello che vogliamo. Sporchiamo ciò che è puro".

Continuando a tenermi per i fianchi, divaricò le gambe di Drusilla e si chinò rapido a morderle l' interno coscia. Lei tremò,stringendo spasmodicamente le lenzuola, ed io, in preda ad una leggera vertigine, cercai le spalle di Angelus con le mani .

Lo percepivo. Sentivo il flusso della vita abbandonare Drusilla, il battito cardiaco che si affievoliva, l'anima ormai senz'ancora che disperata si dibatteva in cerca di una via di fuga. Durò poco, eppure potrei giurare che fu infinito.

Angelus si risollevò, il volto del demone, le zanne insanguinate. "Perchè noi conosciamo la verità, Chains. Noi sappiamo che la verità è il sangue. Non c'è altro".

Si praticò un taglio sul torace, proprio sotto il cuore. "La purezza...E' la favola della buonanotte in cui si crogiolano gli umani". Afferrò Drusilla e se la appoggiò al petto.

La vidi esitare e poi piantargli le unghie nella carne, la testa di capelli corvini premuta contro di lui : succhiava con l'avidità disordinata di un bambino che ha appena scoperto la mammella della madre. Angelus ansimava, gli occhi fissi nei miei, il volto che lentamente riassumeva sembianze umane, attraversato dalle onde del piacere misterioso che solo un sire ha l'occasione di sperimentare.

E per una tenebrosa alchimia, la medesima estasi si propagava anche a me. Lui me la stava regalando e non ero abbastanza lucida per chiedermene o comprenderne la ragione.

"La coscienza, la misericordia, la rettitudine...", sussurrò Angelus allontanando Drusilla con uno strattone. "Mezzucci...Sotterfugi dei mortali per ammantare di buone intenzioni la loro natura di peccatori incalliti...". Si alzò sovrastandomi e spingendomi verso la porta. "Ma noi non ne abbiamo bisogno...". Cominciò ad armeggiare con i nostri pantaloni. "Noi sappiamo quanto sia nero il cuore umano...".

Ancora tremante, dopo la trasformazione, io riuscivo solo a pensare che doveva fare in fretta. Più in fretta.

Lui mi sollevò , portandosi le mie gambe intorno alle anche. "Se mi vuoi, prendimi, Chains" . E reggendosi allo stipite della porta, mi penetrò con decisione. "Noi siamo ciò che siamo".

Tenni le mani sul suo viso, la fronte contro la sua e l'orgasmo ci travolse entrambi, nello stesso momento, con una forza tale da rasentare il dolore.

Sul letto, Drusilla , scomposta come una marionetta senza fili, ci guardava. I suoi occhi si spensero poco a poco, poi l'anima si liberò. E restarono il nulla più oscuro, un demone e la follia.



§ 4 §

Quel giovane garzone dalla pelle ambrata, bontà sua, non collaborava.

"Non mi va di ucciderti ", protestai. "Se non gridi, bevo solo un pò e ti lascio vivere, d'accordo ?".

Ma lui non smise di divincolarsi e lanciò una serie di brevi e singhiozzate urla. Esasperata, gli misi le mani sulle tempie e ruotai i polsi verso destra: il suo collo si spezzò con facilità, il chiasso si placò all'istante.

E così imparavo a voler essere misericordiosa...

Il profumo di Darla mi colpì le narici ancora prima che uscissi dal vicolo. Oh,no!! Non ancora... Non avevo diritto ad almeno qualche giorno di tregua ?

Ma era troppo tardi. Con un completo verde e uno dei suoi vezzosi cappellini alla moda, sbucò all'angolo della stradina e si appoggiò languida al muro, sventolando con civetteria un fazzolettino ricamato . "Eccoti qua !! Siamo stati alla locanda dove ti sei trasferita, ma non c'eri...".

Mi venne un sospetto. " Darla... Non hai ucciso il locandiere, vero ?".

Sorrise, il sorriso di una gatta maliziosa. "No...Non l'ho ucciso...L'ha fatto lei... ".

Alla sua sinistra, apparve Drusilla, con un lungo abito rosso scuro che ne accentuava il nuovo, innaturale pallore e la straordinaria, splendida imperfezione. Sembrava non sentirsi ancora sicura sulle gambe, ma Angelus, vestito di nero, il panciotto ricamato in oro, la seguiva da vicino, sostenendola per il gomito.

Formavano un quadretto di rara armonia. Provai un vago senso di nausea.

" Non prendertela! ", esclamò Darla. "E' appena nata. Ha bisogno di fare esperienza".

Angelus mi allungò un buffetto sulla guancia con la mano guantata di pelle nera. "Bisogna avere pazienza con i bambini, Chains...".

Mi misurai con il suo sguardo indecente per qualche secondo più del necessario, poi la vocina flebile e sussurrata di Drusilla reclamò la mia attenzione.

"Ambra e smerlado...Bellissima...". Mi toccò con le sue bianche dita affusolate e guardò implorante il suo sire. "La posso baciare ?".

Lui le sorrise con incredibile dolcezza. "Devi chiederlo a lei, amore".

Le presi delicatamente il mento. "Certo che puoi".

Drusilla si illuminò come una bambina a cui venisse offerto un vassoio di caramelle e mi abbracciò , posandomi piccoli e riverenti baci sulla bocca e sulle palpebre.

Divertita, Darla prese sottobraccio Angelus e mi accarezzò una spalla. "E' tanto affettuosa...".

Restando stretta a me, Drusilla si voltò a guardare i due che riprendevano a passeggiare. I suoi grandi occhi pervinca indugiarono sull'ampia schiena del suo sire.

"Lui è il nostro angelo ", mormorò. "Il nostro angelo del dolore e del piacere...E quando il nostro angelo viene a noi, con lui vengono anche tutte le stelle, vero ?".
Strusciò la fronte contro la mia. "Il nostro angelo ci offre le stelle ".

La assecondai con tenerezza. "Sì, fra le altre cose...".

"Ambra e smeraldo, devi ricordare ", continuò lei con convinzione. "Tu restituirai le ali al nostro angelo. Sì, io lo so.".

Di nuovo quelle strane parole, con un suono che non si accordava alla semplice follia...

A qualche metro di distanza, Darla mi chiamò, insistente. "Coraggio, Chains! La notte è giovane ! ".

Angelus si limitò ad un cenno del capo, ma tutto il suo corpo era un unico atto di sfida.

Drusilla corse avanti, strattonandomi.

E va bene, pensai. Dopotutto ho quattrocentocinquantasette anni.

Posso farcela.