The chosen one

Author: Carmilla.
Summary: E se provassimo un po’ a rimescolare le carte?
Rating: Non ho ancora deciso, ma comunque…NC-17 tanto per andare sull’ultra-sicuro.
Timeline: Accenni alla 1° stagione e fino a School Hard, poi AU. Molto AU
Pairings: Ma Spuffy ovviamente, come da richiesta giuntami! Solo che, vi ho già avvisato, attente a cose desiderate…potreste ottenerlo.
Spoilers: un po’ di tutto, qua e là
Disclaimer: Appartiene tutto a Joss Whedon, alla Mutant Enemy, alla Fox.
Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright
Nota: La Vostra Affezionata è stata chiamata ad un’ardua impresa. Scrivere, nel vastissimo Spuffy-World, l’ennesima storia Spuffy. E non sia mai che io non sia la “fic-mercenaria” di cui si vocifera in giro! Non so ancora se il tutto avrà un seguito..dipenderà ovviamente dai vostri commenti e reazioni.
Feedback: Ceeerto che si!! Tanti, buoni, brutti, cattivi, perfidi..insomma “In bene o in male purchè se ne parli!”


Capitolo 1

“Io non rompo incantesimi. Io ne faccio.”
M. Stuart, La Grotta di cristallo.


Welcome to the jungle

-DRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNN!!!-

La sveglia è un chiodo piantato nel cervello.
E’ già da un po’ che è a Sunnydale, un vero buco rispetto alla metropoli nella quale viveva prima, ma la nostalgia è ancora molto forte.
Ma quel periodo della sua vita è chiuso. Kaputt. Definitivamente andato come una certa palestra che……
Pietra sopra. Basta pensieri negativi.
In corsa in bagno a sciacquarsi il viso, sistemarsi un po’, rovistare in una confusione di vestiti gettati qui e là alla ricerca dell’abbinamento giusto, ha sempre un’immagine da mantenere, no?
Una ritoccatina ai capelli (ha fatto proprio bene a schiarirli) e via giù per le scale.
Da sotto infatti provengono mugugni e borbottii che stanno salendo di tono.
-E’ mai possibile che tu sia SEMPRE in ritardo?- Un silenzio foriero di tempesta.
-SBRIGATI!!- Si è giunti all’urlo, la pazienza ormai un lontano ricordo.- Arriverai di nuovo tardi a scuola e il Preside, per quanto comprensivo, lo dovrà segnalare sulla tua scheda!-
Il Preside, già.
Bel campione di gentilezza e buon cuore.
Dopo un’ora di bla bla “noi non giudichiamo…”, bla bla “il passato è passato”, bla bla bla “la fiducia nei ragazzi è il nostro motto”, va a chiudere il colloquio su questa nota:
“Ma…si ricordi. NOI la terremo d’occhio”.
Comprensivo.
Si, come no.
Un vero Figlio dei Fiori.
La scuola in fondo non è male, pensa, mentre si siede nella vecchia SUV, cimelio di un passato nel quale aveva una famiglia completa. Una madre ed un padre. INSIEME.
Ha anche fatto nuove amicizie.
Oddio, nulla a che vedere con il gruppo che frequentava nel suo vecchio liceo, dove le ragazze erano tutte Miss Qualcosa ed i ragazzi degli esemplari di prima categoria ma questi due sono…a posto.
Buffi, forse un po’ sfigati, ma…simpatici. E con loro non ha bisogno di mentire. Nè di fingere. Perché SANNO.
In realtà, la sua sarebbe la tipica vita adolescenziale, sempre in bilico tra alti e bassi, se non fosse per un PICCOLISSIMO particolare che comprende menzogne, ronde nei cimiteri, lavatrici ad ore improbabili di panni sporchi di sangue e, ovviamente, paletti di legno disseminati nei luoghi più impensabili della sua stanza.
E, dulcis in fundo, il suo nuovo Osservatore.
Un tipo strano, con quel buffo accento. Un vero topo di biblioteca però….anche lui simpatico in fondo.
Bè, Chi vivrà, vedrà.
Anche se, sorride tra sé, ma non è un sorriso che arriva fino agli occhi, a sentire le voci che circolano, la sua aspettativa di vita non è tra le più lunghe. Quasi quanto quella di un vampiro in giro per il Sunset Boulevard a mezzogiorno.

Una frenata alquanto brusca davanti al cancello della scuola.
-Cerca di non far tardi.- Il tono è ancora burbero, il breve tragitto non è servito a granché.
-Va bene. Ciao.-
Avere sedici anni è già un mezzo disastro ma essere adolescente con genitori separati è… toccare il fondo.
Ed iniziare a scavare.
Dovrebbe aprirsi un po’ di più, riflette seriamente, mentre vede la macchina ripartire con un scatto. Sa, SENTE che si sta creando un divario difficilmente colmabile. Fatto di silenzi, di reticenze, di bugie. Ed è colpa SUA.
Ma il suo Osservatore glielo ha ripetuto più di una volta, anche la notte precedente, mentre si trovavano al cimitero.
- La rivelazione della tua identità metterebbe te e chiunque ti stia vicino in gravissimo pericolo.-
-Lo so. E’ per questo che non porto addosso il distintivo: “Li ammazzo tutti. Chiedetemi come”.-
L’ironia serve a mascherare il dolore e a rendere tollerabile uno stile di vita altrimenti….insostenibile.
Bè pensa, raddrizzando le spalle ed incamminandosi verso il portone, mi poteva andare peggio.
Superman, Batman, l’Uomo Ragno, Wonder Woman.
Quei costumi, quelle tutine….brrrrr.

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Mentre si sta recando in classe, vede i suoi due nuovi amici circondati da un gruppetto di giocatori di football.
Bulletti di liceo.
La razza peggiore.
Senza pensarci due volte con un spintone si intromette. Gli scimmioni hanno intenzione di fare “frittatine di Nerd” e di spalmarle vicino agli armadietti.
Idioti.
-Fatti da parte…scricciolo.- A parlare così è uno dei più grossi del branco, che però smette subito di sogghignare.
E’ il suo sorriso così calmo a squietarli leggermente o forse qualcosa nei suoi occhi, ma improvvisamente decidono di lasciar andare quei perdenti. Per oggi.
In un attimo si ritrovano solo in tre.
-Grazie dell’aiuto. Sei un vero angelo custode.- E’ il ragazzo bruno a parlare, la camicia ancora fuori dai pantaloni, i capelli spettinati da quell’ inutile Incontro Ravvicinato del Quarto Tipo.
-Un angelo?- Un sorriso caloroso, del tutto diverso da quel mostrare i denti di qualche istante prima. -Non credo proprio.- Una lievissima fitta al cuore nel ricordare il SUO Angelo. Sempre troppo lontano.
-Ehi.- E’ la ragazza a parlare ora. -Che fai stasera? Se sopravviviamo al compito di storia naturalmente.-
-Fatemi pensare…..-, finge di rimuginare, -allora, il programma prevede: allenamento con Osservatore a seguito, ronda, Wrestling con vampiri e poi ovviamente…-
-Il Bronze!- Esclamano all’unisono tutti e tre, scoppiando a ridere.
-Ok ragazzi, ci vediamo alla quarta ora in biblioteca.- Li saluta, mentre la campanella provoca un fuggi-fuggi generale dai corridoi.

Un profondo sospiro davanti ad una porta chiusa.
Avanti. Puoi farcela.
Affronti vampiri e demoni ogni notte.
Combatti il Male con la M maiuscola.
Cosa vuoi che sia la GEOMETRIA?
Ma la mano che abbassa la maniglia trema ugualmente.

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Accidenti alla moda.
Per quanto adori i suoi nuovi jeans, sono così stretti da bloccare la circolazione.
Nonché il suo sport prediletto “lo scivolamento notturno dal davanzale”.
Bè forse lo stilista non li ha creati APPOSITAMENTE per queste situazioni.
Un salto ed.. oplà è già per strada, direzione…cimitero.
Come si dice, prima il dovere poi il piacere.
Si sente bene. Si sente FORTE. Dubbi, incertezze, svaniscono ogni volta che esce di notte. Che abbraccia l’oscurità. E’ un senso di completezza, di LIBERTA’ che alla luce del giorno svanisce.
Anche la sua camminata è diversa.
Più morbida ed elastica. Simile a quella di un gatto. O di una pantera.
La ronda è breve. Ed insoddisfacente. Non c’è un’anima in giro. LETTERALMENTE.
Si incammina verso il Bronze. Sembra una serata come le altre ma… ha il presentimento che qualcosa stia arrivando.
O qualcuno.

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Luci soffuse. Corpi in movimento.
Il desiderio sempre più forte di lasciarsi andare.
Non ha cacciato.
Però può sempre BALLARE.
E, per quanto giovane ed… innocente, SA di ballare molto bene. Sente numerosi sguardi, maschili e femminili, scivolare sul suo corpo come una sensuale carezza. Sguardi invidiosi. Eccitati. Scandalizzati. Che riesce a vedere benissimo nonstante gli occhi chiusi.
E una voce, chiaramente distinguibile fra la musica.
-Puoi dirmi dov’è il telefono? C’è un tipo qui fuori che sta cercando di mordere una ragazza.-
Un attimo. Per poi ritornare bruscamente con i piedi per terra. A Sunnydale, Bocca dell’Inferno, L.A.
Maledizione.
E sentire dentro una rabbia forte. Fredda.
E correre fuori nel vicolo sul retro del locale, dove c’è effettivamente un vampiro che sta tentando di mordere una ragazza.
E lottare con il dannato succhiasangue, l’adrenalina che conferisce ai suoi gesti un’eleganza ed una misura mai avute prima.
Che lasciano a bocca aperta i suoi amici, giunti a dare una mano, mentre vedono depositarsi per terra un mucchietto di cenere.
In quel momento sente un lento, ironico, insultante battere di mani. E una figura uscire allo scoperto.
-Bel lavoro….Dolcezza.-
-Chi sei?-
-Lo scoprirai sabato.-
-E cosa succede sabato?-
-Ti ucciderò.-
I due predatori, i due killer si sfidano con lo sguardo. Tutto il resto è dimenticato. Occhi azzurri contro occhi verdi. Si scambiano promesse di dolore. Di morte. E forse anche di qualcos’altro.
La loro “danza” è appena iniziata. Ma promette di essere spettacolare. Ed entrambi ne sono acutamente consapevoli.
Un brivido di anticipazione, quasi di aspettativa. Seguito subito da una stanchezza mortale.
Non finirà mai?
Sarà sempre così?
Sedici anni…. Ho solo sedici anni. Perché DEVE essere tutto così difficile?
Ma è solo un attimo. Un breve istante di debolezza.

C’è una MISSIONE da compiere.
Niente scuse. Niente rimpianti.
Perché lui, William Shelby, detto Spike, è il PRESCELTO.
LUI è IL CACCIATORE.

Capitolo 2

“Tutto ciò che ami ti sarà portato via.”
Rampa di uscita- Area di Servizio Walton-Nebraska


Virgin state of mind

Sta camminando a pieni nudi lungo un sentiero.
In lontananza riesce a scorgere le luci di Cristal Laughts, il cottage dei nonni dove passava ogni anno le vacanze quando viveva in Inghilterra. Sa che, girandosi, vedrebbe il lago e sullo sfondo il profilo di Comet Hill, dove si rifugiava quando i suoi cominciavano ad urlare.
Ma non si volta.
C’è QUALCOSA dietro di lui.
Respira profondamente mentre l’aria fresca della notte lo accarezza. Abbassando gli occhi si accorge di indossare solo un paio di jeans. Ma non è questo che lo colpisce.
Ha con sé una spada.
Bellissima e terribile. Così pesante che a malapena riesce a reggerla con entrambe le mani e nel contempo a camminare.
Inoltre, cosa non trascurabile, ad ogni dannato, faticoso passo, il tessuto dei jeans si tende su un’erezione di dolorosa intensità.
Esiste niente, si domanda, di tanto involontariamente comico quanto un uomo sessualmente eccitato?
Certo, deficiente, è MOOLTO più comico un ADOLESCENTE sessualmente eccitato con trincia-polli gigante a seguito.
Improvvisamente si ferma. Le ombre dietro di lui si sono addensate.
La “cosa” alle sue spalle ride.
Una risata bassa ed impudente che può appartenere soltanto ad una donna.
-Chi sei?-, ma la domanda non è quella GIUSTA, Spike lo sente. Ci riprova.- Cosa devo fare con QUESTA?-
-Che vuoi sapere Dolcezza?- Domanda la Voce.
-Vuoi DAVVERO sapere?- Continuando a ridere. Di lui.
-Vuoi sapere o vuoi SENTIRE?
Non riesce a vedere la mano che si allunga da dietro per afferrarlo dentro i pantaloni ma sa com’è: bianca, sottile, dalle unghie dipinte di rosa.
Lo stringe aumentando la pressione piano piano, spostandola da un dito all’altro.
Spike non riesce a parlare, emette solo un gemito profondo mentre la pesantissima spada gli balla tra le braccia.
Sente i muscoli risuonare come corde di chitarra. E’ al limite.
-Vuoi sapere chi sono Dolcezza?- Il tono sempre più insinuante. –Chi è questa Bambina Cattiva?-
Ride ancora e la risata e la sua mano gli vanno alla testa.
-Fallo, Dannazione! FALLO ADESSO!- ringhia.
Lei ride di nuovo e strizza dov’è più sensibile.- Stai fermo, Cucciolo, ora STA FERMO e non lasciarla cadere se non vuoi che te lo strap…-
L’orgasmo è così violento che Spike teme che ne sarà squarciato. La sua testa scatta all’indietro e il ragazzo grida, grida, un urlo così nero da far male….

…. e di sveglia di scatto, in un bagno di sudore, il petto che si alza e si abbassa pesantemente, il letto un campo di battaglia.
E’ stato solo un sogno. Un maledetto sogno. O incubo. O quello che è, si dice William il Teenager.
Raccontatela amico, gli sussurra Spike il Cacciatore. L’Osservatore ti ha DETTO che gli allenamenti ti avrebbero portato anche dei sogni. Premonitori. Profetici.
Ma piantala, ribatte il Piccolo William. E’soltanto uno…. sfogo ormonale. E’ l’età.
PIANTALA TU, sbotta Spike. Se credi veramente che questo sia il classico sogno bagnato del tipico adolescente medio bè… meriti certamente di finire in un cimitero. E NON a fare la ronda.
Non è così, non è COSI’, insiste Willie-il Grillo Parlante. Devi aver mangiato troppo chili e poi visto in TV qualcosa che…
Si certo..lo spunto l’ho preso da Disney Channel, chiude Spike e riduce l’altra voce al silenzio.
Dovrà raccontarlo al suo Osservatore, pensa.
Bè ..forse omettendo qualche PICCOLO particolare se non vuole procurargli un infarto anzitempo, sogghigna.
Si trascina fuori dal letto, le membra pesanti come se avesse corso una maratona.
Guardandosi nell’impietosa luce del neon del bagno, mentre fuori già albeggia, gli sembra persino di avere QUELLA faccia.
Quella del giorno dopo, quando il sesso della notte precedente è stato della varietà da sballo.
Interessante osservazione, Dottor Spike, considerato il fatto che lei è più VERGINE di una monaca di clausura. Le sue sensazioni a questo punto sono solo… cartucce a salve.
E a questo proposito….
Se c’erano stati giochi pirotecnici, e poteva GIURARE di sì, dov’era la…polvere bruciata?
Probabilmente in quel groviglio di lenzuola che ti ostini a chiamare letto, gli sussurra la sua vocina interiore.
Nulla di irreparabile, comunque. Ormai è un MAGO con le lavatrici.
Mentre si veste e si osserva allo specchio, il suo sguardo si indurisce.
Ha preso una decisione. Ed il sogno c’entra ben poco.
Basta fare il Bravo Bambino, tutto Casa & Cimiteri.
San Spike,Vergine e Martire, necessita di qualche piccolo….aggiustamento.
Sul martire non pensa di poter fare granché, quanto al vergine…avrebbe dovuto rimediare.
Ed al più presto.

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-Devi far colazione.-
-Non ho fame.-
-Se continui a non mangiare, presto scomparirai dentro a quello spolverino che ti piace tanto.-
-Hai ragione….Mammina.-
-Smettila William, così non faciliti nulla.-
-NON William, Rupert.- Lo interrompe, brusco.- Io preferisco Spike.-
-Ed IO preferirei che mi chiamassi Papà.-
-E tu che ti lamenti sempre che non abbiamo nulla in comune.- Un sorriso che è un insulto.
-Spike…,- sbuffa l’uomo più anziano, esasperato,- come diavolo devo fare con te?- Rupert Shelby si siede pesantemente su una sedia della cucina vicino a quel suo strano figliolo che è in piedi, a rovistare nella credenza.
-Ti prego…parlami.- Il suo tono assume una sfumatura quasi…supplichevole.- Sembrava che le cose andassero bene. Che Sunnydale ti piacesse. Ed anche la scuola. Pensavo.., - la voce si abbassa , ..che qui avremmo potuto ricominciare da capo.-
Silenzio.
-Se ti mi permettessi di capire, di ENTRARE nel tuo mondo…- Allunga timidamente un mano verso il ragazzo immobile, ancora di spalle.
-Avevi anche ricominciato a suonare la chitarra e a comporre canzoni. Non lo avevi più fatto da quando tua madre…-
-Smettila.- Secco come una frustata.- LEI, lasciala fuori da tutto questo.- Si volta di scatto, gli occhi chiari che lampeggiano pericolosamente.
-Tu vuoi un DIALOGO?!! Proprio TU mi vieni a parlare di SINCERITA’?- Fissa il padre con qualcosa di simile al…disprezzo.
-E dimmi…Papà, visto che siamo così sinceri, perché quando ti presenti ad eventuali compratori nella tua galleria, con il tuo bel doppiopetto di tweed, ometti di dire che lavoro facevi in Inghilterra…..Ripper?-
-Non chiamarmi così!- E’ il turno di Rupert di fulminare con lo sguardo.
-Te ne vergogni, giusto?- Un sussurro sottile, che taglia.
-Non puoi capire Spike…-
-Cosa non posso capire? Che non sarebbe appropriato, CONVENIENTE che tu li salutassi con un semplice. “Salve gente, sono Rupert Shelby detto The Ripper perché avevo la migliore…macelleria del West End di Londra, da qui il macabro ma affettuoso nomigliolo.”?- Oramai doveva andare fino in fondo, le parole gli bruciavano dentro come fiele.
-E perché, già che ci sei, non aggiungi pure: “Sapete, dopo che mia moglie mi ha lasciato, ho deciso di mollare tutto, casa, negozio attività, famiglia, per trascinare me e mio figlio il quasi-teppista incendia-palestre William in questo simpatico e borghese inferno che è la ridente Sunnyhell, senza perarltro CHIEDERGLIELO ovviamente!-
Rupert è pietrificato.
Non immaginava che le cose fossero arrivate a questo punto con quel suo intelligente, difficile figlio, sempre più estraneo. Sempre più ALIENO.
-Non credevo che tu odiassi..-deglutisce,- …che tu MI odiassi tanto.-
Odio.
Papà non capisci davvero nulla.
-Ok. Finiamola qui. Devo andare.- Spike prende lo zaino dalla sedia.
-Vuoi che ti accompagni?- E’ una misera offerta di pace ma deve almeno tentare.
-Ho voglia di camminare.-
Messaggio ricevuto.
-Spike stasera rientrerò tardi. Sai un potenziale compratore…-
-Mi arrangerò non preoccuparti.- Spike si chiede come chiudere la conversazione senza ulteriori danni.- Ehm…fa buoni affari.-
-Si certo. Allora….ci vediamo dopo.- Quando sente la serratura della porta scattare, Rupert Shelby si affloscia pesantemente sulla sedia, massaggiandosi lentamente le tempie. Questi dannati mal di testa….
Nella mente un unico pensiero.
-Dio Mio, William, COSA ti ho fatto?

Capitolo 3

E sei come le voci
della terra-l’urto
della secchia nel pozzo,
la canzone del fuoco,
il tonfo di una mela;
le parole rassegnate
e cupe sulle soglie.
il grido del bimbo-le cose
che non passano mai.
Tu non muti. E sei buia.

C.Pavese


Suicide Blonde

-Ti dico che era CISSY!!!-
-Ed io ti dico di NO!-
-Guarda che io ero più vicina.-
-Non vuol dire nulla Darla.-
-Angel, ti ODIO quando mi parli con quel tono di superiorità.-
-Darla, ragiona…..Cissy La Vampira? E le sue vittime come dovrebbero morire? Dal RIDERE?- Il ragazzo si girò verso il bibliotecario, intento a scartabellare il Dizionario dei Vampiri dalla A alla Z, edizione aggiornata con i…Nuovi Nati. –Signor Nest, glielo dica anche lei.-
-Effettivamente Darla..devi aver udito male.-
-E sentiamo Flagello..- non riesce a darsi per vinta,- cosa ha detto quel bestione prima che Spike lo polverizzasse?-
-Prima di tutto, non chiamarmi Flagello.- Angel le fa gli occhiacci, con il solo risultato di farla ridere. - E poi ha detto: “ Duffy, dammi una mano!”-
-Duffy…estremamente originale ed insolito.- commenta il bibliotecario, mentre Darla si morde le guance in modo sospetto.
-Allora è tutto risolto.-, esclama Spike entrando in biblioteca, – Se la trova su quelle Pagine Gialle che sta scartabellando, scoprirà che il cognome è Duck, Duffy Duck e che il suo defunto compare era probabilmente Mickey Mouse!- Con un unico movimento ruota una delle sedie e vi si siede a cavalcioni. – E comunque il nome è BUFFY.-
-Ne sei sicuro Spike?- Perché vedi, io e Darla non eravamo ..ehm impegnati e ….-
Un solo sguardo.
-Ok, sei sicuro.-
-Buffy, Buffy… non trovo alcun riscontro. Non è un nome molto ortodosso.- Nest non ha neppure sollevato la testa, immerso nella lettura.
-Forse è una RIFORMISTA.- Spike è mordace.
- O forse è un soprannome-, interviene Darla, - come Spike, Flagello e..- uno sguardo di sottecchi al bibliotecario, -….Maestro.-
- Francamente trovo alquanto discutibile questa mania giovanile di attibuire nomignoli alle persone. Il mio nome completo è Heinrich Joseph Nest e mi sembra più che sufficiente. E poi, perché Maestro?-
-Su, Signor Nest, non se la prenda.- Angel lo guarda con espressione innocente. - E’un segno d’affetto nei suoi confronti.-
-Sarà…- L’Osservatore appare poco convinto.
Poveraccio, pensa Spike. Tutto il tempo ad ammuffire fra i libri, quell’orribile accento tedesco, ed in aggiunta una bruttissima forma di psoriasi che lo fa assomigliare a Boris Karloff ne ‘La Mummia’.
Con il trucco.
Ma oggi non ha tempo per i convenevoli da salotto.
-Osservatore, francamente me ne infischio se è citata o no in quella specie di Who’s Who vampirico.-
-Sono giovane ma non STUPIDO.-
-E’ antica.-
-E potente.-
E nei miei sogni mi ha fatto un lavoretto con la mano.
DA FARMI MORIRE.
Ma questo lo tiene per sé.
-Insomma, un po’ d’ottimismo.- Darla cerca di alleggerire l’atmosfera.- Spike, in fondo hai sconfitto anche Cordelia La Regina dei Dannati, soprannominata da me La Vampira-
Parrucchiera. Questa Buffy o Fuffy non potrà essere peggio, giusto?-
-Sbagliato.- Gli occhi di tutti, ad esclusione di Spike, che si irrigidisce, si voltano verso la figura femminile che è comparsa come dal nulla in biblioteca.
-Buffy non è meglio né peggio. E’…differente.- La giovane donna, vestita di nero, si avvicina al tavolo.
-Signor Nest. Ragazzi.- Un sorriso di saluto da parte di Angel e dell’Osservatore e una smorfia sul volto di Darla.
-Ciao…Spike.-
-Dru.- Il tono è impersonale, accompagnato solo da un lieve cenno del capo da parte del ragazzo. Che evita lo sguardo della bella vampira dai capelli neri.
Il suo Angelo Protettore.
La sua Guida.
Il suo fottuto, disperato, impossibile Primo Amore.
-Ehi Miss Rebus spiegati meglio.- Darla squadra con malcelata ostilità la nuova venuta.-La conosci?-
Senza rispondere Dru si avvicina all’Osservatore.- Non sta cercando sotto il nome giusto. Provi sotto la lettera E.-
-Elisabeth Summers detta la Sanguinaria.- Legge adagio, il bibliotecario, ed il tono funereo non suggerisce sviluppi positivi.- Hai ragione Spike, è in giro da un bel po’ ed ha compiuto gesta…- sollevando gli occhi e fissando gli altri sembra ripensarci,-… bè, diciamo solo che si è macchiata di orribili crimini tra cui l’assassinio di due Prescelti.-
-Buffy è diversa da qualsiasi altro vampiro in cui vi siate imbattuti.- Dru parla al plurale, ma fissa una testa ossigenata leggermente inchinata in avanti, in apparenza del tutto disinteressata alla conversazione.- E la sua Ossessione sono i Cacciatori.-
-Grandioso.- Il ragazzo ha finalmente rialzato il volto, con atteggiamento sarcastico.- Qualche altra buona notizia?-
Spike….-, Dru lo fissa con i suoi occhi violetti, sempre così calmi ed impenetrabili,-…ora come ora non ce la puoi fare contro di lei. Non sei ancora pronto.-
-Vuol dire che dovrò fare un corso accelerato dal momento che mi ha detto che mi ucciderà sabato, cioè..ops domani.-
-Perché proprio sabato poi?- Salta su Darla.- Qualche scadenza contrattuale?-
-Sabato è la notte di San Vigio.-Interviene Nest.- Per i non-morti è un giorno…speciale.-
Dru non commenta. Si limita a fissare Spike.
Il suo Protetto.
La sua Missione. Rapidamente trasformatasi in qualcos’altro.
Ricorda ancora il loro primo bacio. Pieno di passione ed ingenuità nella stanza di lui.
Al piacere si mescola il rimorso.
E’ stato un grosso, enorme sbaglio. Soprattutto da parte di LEI.
E’ più grande di lui (MOLTO più grande le sussurra una vocina maligna), più esperta eppure….. Eppure.
Semplicemente, ma quando mai le cose sono semplici con lui, pensa, si è lasciata soggiogare, sottomettere da quell’intossicante combinazione di innocenza e sensualità che lo rendono così unico.
Spike, il SUO William, parla alla sua ANIMA.
Ma purtroppo parla benissimo anche al suo DEMONE.
E la sua REDENZIONE non è così totale da non farle apprezzare la perfetta ironia, il paradosso vivente che lui rappresenta , senza esserne neppure consapevole.
Un Cacciatore adolescente con Cuore di Tenebra.
-Allore Signor Nest, cosa facciamo?- Spike la sta ignorando volutamente.
-Ehm..mentre io contatto il Consiglio e continuo a fare ricerche tu…,- il povero Osservatore non sa che pesci pigliare,- tu dovresti allenarti, William. La palestra è chiusa per ristrutturazioni ma il preside mi ha affidato le chiavi.- Una pausa mentre si aggiusta gli occhiali.
- Se tu mi prometti di non abusare della responsabilità di una tale concessione e di essere discreto, io potrei prendere in considerazione l’idea di un prestito temporaneo…-
Spike lo guarda spazientito. –Quanto la fa lunga, Osservatore.- Si rivolge ai suoi amici che sono rimansti imbambolati a fissare il bibliotecario.- La traduzione è: Spike te le do se prometti di non fare casini. Ok. Tanto che vuole che faccia? Che incendi la palestra?-
Lo guardò sardonico.- Già fatto. Ed io non concedo mai BIS.-
Si avvia. Sulla porta, senza voltarsi.
-Ehi Dru….ti va di sgranchirti un po’?-

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Attacco.
Parata.
Attacco.
Parata.
Si stanno allenando con i bastoni.
Dopo quello che NON c’è stato tra loro, per comune, tacito accordo evitano il corpo a corpo. Troppe incognite.
Sebbene anche QUESTO allenamento comporti rischi collaterali pensa Dru mentre, per la seconda volta, il bastone di Spike la colpisce duramente sul…fondoschiena.
E non che lei non si stia impegnando. Anzi.
-Avanti Dru…- Spike la provoca, spostando il peso da una gamba all’altra con la grazia innata di un ballerino. O di un boxeur.- Siamo piuttosto fiacchi oggi? Fatto le ore piccole?- Il tono è astioso.
-Spike sputa il rospo. Ho capito benissimo che ce l’hai con me. Anche se francamente non comprendo il perché.-
-Vediamo…- Con una serie di finte la incalza, costringendola ad arretrare in posizione di difesa. -Torniamoa 24 ore fa. Tu mi hai chiesto: “Vai al Bronze?” e io ti ho risposto “Forse.”- Un affondo sulla sinistra.- E tu non ti sei fatta vedere.-
-Ma se neanche eri sicuro di andarci!!- Dru schiva con un agile balzo.
-Andiamo non insultare la mia intelligenza. Hai dato appuntamenti per due secoli ed ancora non conosci il linguaggio degli adolescenti? Ho sedici anni ed una dannata COTTA per te, ci sarei venuto anche in barella al Bronze, solo che non volevo essere così… trasparente davanti ad Angel e Darla!- Il bastone si ferma a pochi centrimetri dal suo volto.
E’ il turno di Dru di essere infuriata. –Ah, DAVVERO?!-
Ed è LEI ad attaccare ora, i capelli neri che le danzano intorno al viso, una luce determinata negli occhi viola.- Comunque non mi sembravi MOLTO affranto visto come…conducevi le danze!-
Spike, con un elegante movimento le blocca l’asta con una mano spingendola di lato ed avvicinandosi.
-Allora ERI al Bronze.- Un mormorio basso, quasi il ronfare di un gatto.
Si fronteggiano ora, vicini.
Troppo vicini.
-Giusto il tempo di assistere alla tua…performance sulla pista.- La voglia di ferirlo.- A quanto pare non hai perso la voglia di dare spettacolo!-
Una stilettata dove fa più male.
Per entrambi è vivido il ricordo di QUELLA sera.
Dru ricorda con rabbia e gelosa possessività. Spike con vergogna.
Il ballo di Spike. Con Darla. La sua amica. Darla che ha un debole per lui. Darla che piace ad Angel. Un momento torrido e sensuale, come le parole sussurrate all’orecchio delle ragazza:
“Darla, ti ho mai ringraziato per avermi salvato la vita?”
E vedere la confusione mista ad eccitazione sul volto di lei. Una fantasia proibita che si avvera. “Noo…”
E lui, il bastardo, che la sfiora soltanto, invadendo il suo spazio, puntandola con lenti movimenti .
Senza pensare alle conseguenze di ciò che sta facendo. Solo per SENTIRE. Per provare di essere ancora vivo, l’esperienza della sua MORTE ancora impressa nel cervello.
E il gusto oscuro di farlo perché lo PUO’ fare. Provocarla. Portarla al limite.
“Vuoi che lo faccia adesso?”
Ed in quel momento incrociare lo sguardo di Dru. Imperscrutabile.
E quello ferito di Angel. Fin troppo leggibile.
E sentirsi completamente SBAGLIATO.
Mentre il silenzio sempre più pesante scende tra di loro, Dru è costretta ad ammette a se stessa una cosa.
Il suo ragazzo sta CRESCENDO.
E non solo nel combattimento.
I progressi li misura dalle proprie reazioni, perché se la goffaggine e la timidezza iniziale di lui l’avevano da principio intenerita e divertita, lo sguardo del ragazzo su di lei ora le procura un piacere un po’ ..torbido. Si sforza, SINCERAMENTE, di vederlo come una Missione, di trattarlo come un semplice Protetto ma sa che è una battaglia persa in partenza.
Si è accorta di infondere nei suoi gesti nei suoi sguardi una certa malizia. Da un po’ di tempo ogni parola tra di loro non è che una mordente provocazione. Non tra Maestra ed Allievo. Ma tra Uomo e Donna. E non c’è più nulla di INNOCENTE in questo.
-Non è l’unico motivo della tua rabbia vero Spike? La vampira si allontana di scatto, facendo roteare il bastone.
-Dimmi di questa Buffy. E non rifilarmi la versione censurata per Ragazzi & Osservatore di prima.-
Testardo. Questa è una delle qualità che, ora come ora, apprezza di meno in lui. E percettivo. Maledizione.
-E’ forte. E determinata. Ed ha un’ego stratosferico.- Lo apostrofa sarcastica. -Sai almeno cosa vuol dire “ego”?-
- “Abbasso Tutti, Viva Me”.- Spike sbuffa. –Ora dimmi qualcosa che non SO.-
-Saperlo non ti aiuterà.- -Uhmm e da quando in qua sei TU l’ago della MIA bilancia? Ti ricordo che fra noi due il Cacciatore-supereroe sono io.-
Dru è indecisa. Poi…
-Sul libro dell’Osservatore è menzionata come Elisabeth Summers. Il nome è ESATTO. Ma non è COMPLETO.-
Lo sguardo di Spike non abbandona il suo volto.
-Il suo nome è Elisabeth Borden Summers. Ma nei libri di storia, quelli che tu NON studi, è citata come Lizzie Borden.-
E’ riuscita finalmente nella non facile impresa di scioccarlo.
-QUELLA Lizzie Borden?- Spike è rimasto a bocca aperta nel tentativo di assimilare l’informazione.
-Si.- Non sa che reazione aspettarsi, ma lui la stupisce. Ancora una volta.
Ride. Ed intona,con una bella voce da basso profondo, una breve strofetta:
“Lizzie Borden una scure afferrò
e quaranta colpi alla madre sferrò,
e quando suo padre la colse sul fatto,
al misero ne inferse ben quarantaquattro”.
-Bene, bene, bene. Una celebre, storica psicopatica ora immortale. –
-Vedo che ne sai abbastanza.-
-Dru, tesoro, sono inglese, non ricordi? E NOI ci tenamo ai nostri miti. Shakespeare, Enrico VIII, Jack lo Squartatore e…. Lizzie Borden. Dannazione, ci hanno fatto pure un FILM sulla sua storia!-
-Non commettere l’errore di sottovalutarla solo perché conosci il suo passato. Lei è imprevedibile.- Dru è seria.
-L’unica cosa di cui sono certo è che diventare vampira non avrà aggiunto nulla alla sua affascinante personalità.-
-Spike.. per questa volta potresti evitare il confronto. Nessuno ti biasimerebbe. IO no ti biasimerei per averlo fatto.-Dru gli si è nuovamente avvicinata e gli ha preso una mano.- Hai bisogno di tempo. Per capire. Per COMPRENDERE.-
Lo vuole spaventare perché lo vede troppo distaccato, proteso verso qualcosa.
-Domani potresti morire.- Il tono è definitivo.
Spike è tentato.
Eccome se è tentato.
Lasciarsi tutto alle spalle. In un’unica dannata occasione. Che il mondo vada avanti senza di lui. Una breve pausa-caffè dal Male è chiedere troppo?.
Ma qualcosa lo spinge.
E non è l’attaccamento al dovere.
E neppure la sua natura di Cacciatore.
E’ una pulsione profonda. E un sogno buio da portare alla luce.
-E dimmi Dru cosa ci sarebbe di differente dalle altre volte?- Si infila lo spolverino e si avvia verso l’uscita.-
-Sono un liceale.La mia vita dura SEMPRE una settimana.-
-Ed io muoio ogni week-end.-

Capitolo 4

“Hitler è vivo e lavora a Disneyland!”
Carmilla, mentre rifila infuriata un calcetto a
un Pippo-figurante ad Eurodisney-Luglio 2000

Carnival

In un vecchio edifico abbandonato all’altro capo della città.
-Willow.-
-Si, Capo.-
-E’ tutto pronto per stanotte?-
-Gli uomini si sono posizionati come tu hai ordinato.-
-Brava ragazza. Ho sempre sostenuto che per fare le cose bene è necessario un tocco femminile.-
Buffy guarda con approvazione la sua luogotenente. Intelligente, nonché molto decorativa.
-Ti sei meritata un premio. Hai un paio d’ore libere prima del nostro Murder-Party a sorpresa.- Le accarezza una guancia.-Vai a fare uno spuntino. So per esperienza che si lavora male a stomaco vuoto.-
Mentre la vampira dai capelli rossi si accomiata, Buffy sospira teatralmente e ritorna a riflettere sul suo GRANDE PROBLEMA.
Quasi insolubile.
-Allora che ne dici?- esclama, sventolando due completini in pelle davanti ad un ragazzo legato ad una sedia ed imbavagliato, che la fissa con aria terrorizzata. –Metto quello rosa o quello rosso?-
Un mugolio in risposta.
-Lo so, lo so, è così DIFFICILE scegliere. Vedi, il rosa è il mio colore preferito ma il rosso, bè fa più “feroce non-morto” se capisci che intendo, ed inoltre quelle terribili ed antiestetiche macchie di sangue sono meno visibili tono su tono, non credi?- Mentre si picchietta pensosamente l’unghia sui canini affilati, si avvicina al ragazzo che riesce ad emettere solo lievi squittii di terrore.
-Come hai detto? Hai ragione..-, esclama raggiante,-..vada per il rosso.- Lo guarda con ammirazione.
-Sai che sei SPRECATO come commesso in questo buco di provincia? Dovresti lavorare da Macy’s a New York, sono SECOLI che mi servo da loro.- Si accosta alla sedia e lo costringe a sollevare lo sguardo.
-Visto che mi hai saputo consigliare così bene ti meriti una ricompensa.-
Uno schiocco sordo e il giovane si affloscia senza vita.
-Visto? Ti ho risparmiato una vita di frustrazioni lavorative.-
-Ragazziii..-, chiama, - c’è da fare un po’di… pulizia.- Mentre due vampiri entrano nella stanza, getta un’ultima, distratta occhiata al corpo.
-Poverino. Un’altra fashion-victim!-

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Dopo che i suoi scagnozzi sono usciti, mentre sta finendo di prepararsi, Buffy prende il telecomando che Willow le ha portato e preme “play”.
Eccolo.
Il Baby-Cacciatore.
Così assurdamente anacronistico con quei capelli e lo spolverino di pelle nera.
Questi giovani d’oggi, non sanno più cosa sia il buon gusto, sospira lei.
Anche se… effettivamente…lo stile gli si adatta.
Gli occhi della vampira, quasi affamati, non abbandonano neanche per un istante la figura sottile del ragazzo e ne studiano i movimenti mentre è impegnato nel combattimento.
Non male.
Proprio niente male.
Un po’ di rozzezza e di ingenuità, (quella finta, suvvia!) ma il cucciolo ha… potenzialità.
Oh oh, mentre la telecamera zooma su un “particolare” primo piano dell’anatomia del Cacciatore.
Devo ricordarmi di dare a Willow una gratifica.
Il ragazzo ha GROSSE potenzialità.
Mmmmm, la cosa si fa più interessante, pensa, anche se non deve perdere di vista il suo scopo principale. E a questo proposito….
-Colomba, dove sei?-, gorgheggia, uscendo dalla stanza.
Percepisce un lieve fruscio ed una risatina provenire dal piano di sopra.
Sorride indulgente. Il suo tesoro vuole GIOCARE.
Il suo udito ipersviluppato la conduce in una delle ultime stanze del piano superiore.
-Vieni amore, fatti vedere dalla tua Buffy!-
-Presa!- Un’alta ombra la abbraccia da dietro, mormorando parole quasi intelleggibili:- La mia Principessa, la mia Principessa di Coppe mi guarirà, vero? Mi darà la medicina.-
-Puoi scommetterci, Baby.- Buffy si gira e si solleva sulle punte, quasi aggrappandosi al collo del suo Amore.- Stanotte berrai sangue di Cacciatore e con l’aiuto del Rituale e della Spada di Sholon tornerai forte come prima.-
-No..no..-, cantilena l’altra figura sciogliendosi dall’abbraccio,- ..le stelle dicono altro. Ed anche Mister Spanky. Me l’ha sussurrato in un orecchio. La mia Principesssa ha incontrato il Cacciatore Nero e ne è attratta.- Una lieve carezza sul volto della vampira. –Sai di CENERE ora. Cenere e sogni oscuri.-
Negli occhi di lei, alla menzione del sogno, passa un lampo, subito velato dalle lunghe ciglia.
-Riley, tesoro, cosa stai dicendo? Io ti AMO, tu sei il mio Re e nessuno stupido bamboccio potrà mai separarci.- Il tono si fa più morbido e comprensivo.
-Sei solo stanco, amore. Devi riposarti.- Gentilmente lo conduce fino al letto e ve lo adagia, in una profusione di Big Jim a cui il vampiro ha bruciato gli occhi o tagliato la testa.
-Ora dormi. Quando ti sveglierai , troverai il tuo regalo ad attenderti.-
Riley chiude gli occhi, una smorfia infantile sul suo viso, i capelli color sabbia spettinati.
Buffy si risolleva pensierosa.
Deve essere uno di “quei” giorni, pensa, mentre con tenerezza insospettata gli scosta una ciocca dalla fronte.
Sta peggiorando. E’ sempre più debole.
E sempre più pazzo, insinua una vocina irrispettosa dentro di sé.
Irrispettosa ed INGIUSTA. Perché la follia di Riley, Buffy lo sa bene, è proporzionale alle sue visioni.
Oscure ma dannatamente azzeccate.
Lui legge nelle stelle e riceve messaggi dai suoi bambolotti. E TU sei un CAPO e, come tale, dovresti ispirare rispetto assoluto.
Si, come no.
Questi pensieri sono sempre più presenti nelle sua testa da un po’ di tempo. E LEI di solito preferisce agire più che pensare.
Gli altri vampiri la considerano quanto meno un’… originale.
Una outsider. Lo legge chiaramente sulle loro facce quando si riuniscono. Seguaci e non.
Sente i bisbigli, le occhiate di derisione
Legata da secoli ad un vampiro pazzo e debole. Imperfetto.
Imbecilli. Pensano che la follia sia una malattia contagiosa.
Ed ogni volta deve polverizzare i più audaci.
Ma decennio dopo decennio la cosa risulta sempre più…stancante.
Di qui la decisione di darci un taglio netto. E quindi ecco il rituale e quella dannata spada che l’ha fatta correre su e giù per l’Europa, fino a Praga. Ma finalmente è tutto pronto. La pergamena, l’arma e la vittima “speciale”.
Il Cacciatore Nero. Bah. Chissà perché Riley l’ha chiamato così, poi.
Con quei capelli e quegli occhi azzurri così chiari, così..LUMINOSI…Stop.
E da quando in qua riesce a ricordare ESATTAMENTE il colore degli occhi di un bamboccio?
Di un Cacciatore, per di più. Del primo che ha ucciso rammenta a malapena che fosse un orientale.
Non una grande perdita comunque.
Il secondo, bè quello era stata una cosa diversa. Alto, di pelle scura e forte. Molto forte.
Avrebbe BALLATO con lui tutta la notte. Ma ahimè, anche i migliori cadono.
Eppure, pensa, mentre socchiude delicatamente la porta e fa cenno a due dei suoi vampiri di vegliare sul sonno inquieto del suo Compagno, anche della sua seconda Uccisione rammenta soprattutto le sensazioni provate.
L’euforia.
Il senso di potere.
L’orgoglio.
Ma i volti, i corpi, quelli no. Per lei sono semplicemente il Numero 1 ed il Numero 2.
Questo qui invece l’ha… incuriosita.
Un Cacciatore con famiglia e amici. Osceno. Il Consiglio deve aver perso colpi. Tutto quel tweed deve averli trasformati in spaventapasseri.
Spike. “Chiodo”.Un soprannome, ovviamente, ma molto appropriato quasi quanto il suo, sogghigna fra sé. Chissà qual è il suo vero nome.
E a cosa ti serve saperlo, Buffy, per mandargli una corona di fiori per il suo imminente funerale?
Da stasera sarà solo il Numero 3. Ma questo non vuole dire che prima non ci si possa divertire un po’.
E magari, se lui si dimostrerà all’altezza, BALLERA’ con lui.
Una lievissima fitta di colpa nei confronti del suo Re, subito soffocata.
LEI è Buffy La Sanguinaria e può fare tutto.
E francamente si è un po’ stufata delle vocine di Riley, dei suoi bambolotti e soprattutto delle sue…. camice di notte bianche, di pizzo sangallo.
Piccoli effetti collaterali della malattia del suo Amore, si dice.
Sarà, ma per una volta vorrebbe smettere di fare l’UOMO.
Ah Cacciatore, sospira.
TUTTO, purchè tu mi dia un GUSTO nuovo.

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-Fammi provare, Spike.-
-No- -Solo un tiro, dai.-
-Ehi, dannato Baccello-Alieno, chi sei e cosa ne hai fatto del mio migliore amico? Per la Sacra Trinità Hendrix/ Pistols/Ramones ti ordino di uscire da questo corpo!!-
-Forse l’esorcismo ti riuscirebbe meglio se, con le due bottiglie di birra, formassi una croce e non una X !-
Seduti sul pavimento della stanza di Spike fra montagne di fumetti e di riviste d’auto d’epoca, loro segreta passione, i due ragazzi si guardano e scoppiano a ridere.
-Ehi Irlandese, questo ti sembra un tipico pomeriggio fra teenager?-
Angel fa finta di pensarci su.- Credo proprio di sì. Ci manca solo qualche rutto, commenti insulsi sull’ultima partita di football e ovviamente quintali di doppi sensi sulle ragazze che conosciamo, che non conosciamo e che VORREMMO CONOSCERE.-
-A questo proposito…-, Spike fissa l’altro negli occhi,- con Darla come va?-
-Nulla di nuovo, amico. Sospetto fortemente che ogni volta che mi guarda non veda l’Angel di ora ma il bambino di sette anni con le orecchie a sventola e l’apparecchio ai denti che le infila un ranocchio nel colletto del grembiule.- Scrolla il capo.- Non posso competere con tale visione.-
-Puoi. E devi. E’ solo questione di tempo, ne sono sicuro.- William gli dedica uno dei rari, rarissimi sorrisi bonari, né ironici né sarcastici che sono un po’ il suo marchio di fabbrica. Da restarne abbagliati, pensa fuggevolmente il ragazzo bruno.
-E tu, come eri da bambino?-
Il sorriso dell’altro si spegne lentamente.
-Molto timido. Solitario. Mi piaceva leggere. No..-, vedendo lo sguardo stupito di Angel,- ..non la roba stupida che ci costringono a mandar giù a scuola. Mia madre adorava i poeti romantici, Tennyson, Keats, Byron e spesso me li leggeva in salotto.- Lo sguardo, verso il muro, è in realtà rivolto al passato. –Sai, nella mia vecchia casa, quella a Londra, avevamo un bel camino in arenaria e uno scomodissimo divano che mia madre si ostinava a chiamare “longeuse”, una parola che io non sapevo pronunciare e le dicevo allora “Mamma, Long Gils” e lei rideva, e mi prendeva in braccio, e mi leggeva di eroi, principi e cavalieri per ore.-
E’ un sorriso diverso ora quello sul suo viso, una ferita aperta sul volto.- Sai amico, più che i baci e le carezze sono quei momenti che mi ricordano più LEI.- La testa appoggiata al muro, Spike aspira lentamente la sigaretta mentre il fumo sale verso l’alto.
-Cosa è successo fra i tuoi?- Angel in altre occasioni non si azzarderebbe mai a fare questa domanda. Il suo amico inglese di solito indossa una corazza impenetrabile che, per qualche misterioso motivo, oggi ha lasciato cadere. E lui crede di aver intuito il perché. O meglio, il PER-CHI.
-Cosa è successo…- Spike ripete lentamente le parole.- Ti dirò, Angel, non lo so.-
-Si amavano, di questo ne sono certo.-
-Poi, non so come o perché, TUTTO è cambiato. O forse, semplicemente, hanno smesso di volersi bene.-
-E hanno smesso di voler bene a ME. Era troppo doloroso per loro. La prova vivente di qualcosa che non c’era più.-
-Ed allora le cose sono precipitate. Mia madre è andata via e mio padre..bè l’hai conosciuto…è diventato così.-
-Non hai mai pensato di dirglielo? Della tua Missione, intendo?-
Spike lo guarda e Angel è sicuro di non aver mai visto occhi così cupi e tormentati in un essere umano.
-Credi che non ci abbia mai pensato? Perdio, talvolta sembra che la mia bocca voglia aprirsi da sola e devo serrare le mascelle sempre più forte, fino a farmi male. Di notte in camera, provo e riprovo e mi immagino persino la scena: “Papà siediti, devo dirti una cosa. Sono omosessuale.” E poi: “Scherzavo. Non sono gay. Però sono un Cacciatore di Vampiri. Un thè?”-
-Ma non è neppure questo a trattenermi.- Sul suo viso si alternano rapidamente varie emozioni, rabbia, dolore, rimpianto.
-Sai quando sono stato più vicino a vuotare il sacco? La prima notte che sono andato a caccia in Inghilterra. La mia Prima Uccisione. E sai cosa ha fatto il Grande Spike, l’Impavido Cacciatore, dopo aver polverizzato il suo primo vampiro?-
-Te lo dico io. Ha vomitato l’anima mentre piangeva per un tizio già morto. Per un MOSTRO.- -Bell’esempio di coraggio, eh?- Feroce verso quel sé stesso così giovane e ingenuo.
-E sono corso a casa, mollando il mio Osservatore nel cimitero. Mio padre era all’ingresso. Ad aspettare ME con i vestiti sporchi e strappati e l’odore di vomito.-
Un attimo, e la scena nella sua mente è così vivida da farlo sussultare.
“Papà devo parlarti.”
“No William. Ora salirai in camera tua a cambiarti. Questo tuo…. atteggiamento ribelle è un’offesa a me ed a tua madre.
Avrai intuito che non è un momento facile per noi e, in tutta sincerità, non ho né il tempo né la voglia di stare dietro ai tuoi PATETICI tentativi di attirare l’attenzione”
Il silenzio, lungo una vita.
“Ora vai. E CRESCI.”
-E tu cosa hai fatto?- Angel lo fissa, affascinato.
-Sono salito per le scale. E SONO CRESCIUTO.- Secco. E definitivo.
-Bah.- E’ il ritorno al presente. –Credo che sia un degno epitaffio per l’avventurosa giovinezza di William Shelby, narrata in pillole.- Si riscuote dai penosi ricordi che lo avevano assalito.
-E tu Angel? Quali incofessabili segreti nascondi sotto quel tuo cappotto nero che fa tanto dark?- Una risata stentata che riesce piuttosto male. Seguita da un penoso balbettio.-Segreti? Io avere seg..segreti? Quali segreti?…-
-Ok, ok, non ti volevo mettere in imbarazzo, amico.- Spike è distratto alla ricerca di quel maledetto accendino che si nasconde dappertutto.
-Spike?-
-Uh?- Mentre continua a cercare.
-Ho un segreto. E neanche tanto PICCOLO.-
-Di quale imperdonabile colpa ti sei macchiato? Non hai fatto i compiti? Sei arrivato in ritardo a lezione?- il Cacciatore ora è chinato a guardare sotto il letto,- Angel, bambino cattivo, non mi dire che HAI COPIATO!-
Spike si risolleva borbottando, –ma dove diavolo l’avrò messo…-.
-Aspetta.-
–Che c’è or…- Spike si volta spazientito a guardare il suo amico e… le parole gli muoiono in gola. Negli occhi scuri di Angel il nero della pupilla ha invaso l’intera cornea. William sente i peli delle braccia rizzarsi per l’elettricità che sembra crepitare intorno al corpo dell’altro, sempre nella medesima posizione, rilassato e con la schiena appoggiata al letto.
-Ecco quello che cercavi.-
L’accendino. Si, lo vede.
Sta fluttuando verso di lui a mezzo metro dal pavimento. E quando tende la mano, il dannato aggeggio vi si posa sopra dolcemente. Come un cagnolino.
Un lungo silenzio poi la voce del Cacciatore, non molto salda, a dir la verità.
-Adesso la battuta sugli ultracorpi non mi fa più molto RIDERE.-
-Tranquillo Spike.- La voce è quella di Angel ma è più profonda, quasi cavernosa. Ed è chiaramente percettibile una nota ironica.
E divertita.
-Se avessi voluto VERAMENTE farti del male ti avrei fatto ritornare i capelli al loro colore naturale.-
-Ah, ah.- Spike si avvicina cautamente alla sedia della scrivania e vi si siede lentamente.
-Da quanto tempo sei un mago, Angel?-
-Tsk, tsk,- l’altro fa cenno di no con il dito,- Maliardo, Spike, o Stregone. Mago è così VOLGARE. Fra noi non si usa.-
-Fra NOI chi?-
-Suvvia,- il ragazzo bruno ride,- pensi che io passi tutto il mio tempo in Rete per guardare siti porno?- Ci medita su un attimo.- In realtà io faccio anche QUELLO..,- una strizzatina d’occhio,- ma non solo. Sai…- riprende dopo un momento, - …la comunità stregonesca in Internet è molto vasta. Io ne sono membro da poco, ma non sono l’ultimo ARRIVATO, se capisci cosa intendo dire.-
-Ho visto.- Spike fatica ad assimilare l’informazione.
Angel, il SUO Angel, così sincero, così onesto, così dannatamente PURO…uno Stregone.
E non un Mago Copperfield dei miei stivali. Glielo urla il suo radar interno.
-Amico, PERCHE’?-
-E perché no?- Il tono di Angel è disarmante, mentre lo guarda con candore esagerato.- Ok, lo ammetto, in parte l’ho fatto a causa tua, Spike. Conoscerti e scoprire la dimensione demoniaca di Sunnydale, bè è stato uno shock per me più che per Darla. E per quanto io le voglia bene, la nostra comune amica non brilla esattamente per profondità di pensiero, ne convieni? Io invece….-, un sorriso sottile,- così diligente, così studioso…Credevi DAVVERO che mi sarei potuto fermare dinanzi al mantra di Nest: “Ragazzi, è così perché è così” oppure al “tutto questo è MISTERO e deve rimanere tale”?-
Angel distoglie lo sguardo giocherellando con il polsino della camicia, e poi sorride a Spike ma è un sorriso FREDDO.
-La conoscenza è POTERE, non lo sai?- E poi, amico, da un po’ di tempo, precisamente dalla tua MORTE, mi sentivo come …impotente.-
-Tu lottavi, tu cacciavi, tu salvavi il mondo.-
E noi? Nest leggeva, io facevo ricerche al computer e Darla…portava ciambelle.
Mi sentivo come in quel telefilm horror per teenager.
Solo che IO non sono tagliato per fare la comparsa.
Voglio i titoli di testa.
Voglio essere…CO-PROTAGONISTA.-
Spike è senza parole.
-Angel questa roba è PERICOLOSA…-
-Oh, si che lo è. Ma anche TU hai le tue zone d’ombra, giusto Cacciatore? Il Paladino del Bene-Jeckill ogni tanto lascia il posto all’Hyde-“Fanculo il Mondo”.-
-Credi che non abbia CAPITO?-
-Tu vuoi rivedere quella vampira. Buffy.-
-E la LOTTA è all’ultimo posto delle tue priorità.-
Williamo non si è mai sentito così esposto. Così VULNERABILE. –Leggi anche nel pensiero?-
-Non ne ho avuto bisogno, amico. Quando vi siete incrociati avete fatto SCINTILLE.- La voce di Angel è pacata, quasi discorsiva. Ma sempre con quella nota metallica che a Spike non piace per nulla.
Ora, pensa William. Ci abbiamo girato intorno abbastanza.
O si o no. O bianco o nero.
Siamo ad un bivio. E la decisione, è chiaro, Angel l’ha lasciata a me.
Grandioso.
Chi c’è davanti a me ora? Il mio amico o il Baccello-Alieno con magici superpoteri?
Ha importanza?, domanda una voce più adulta, più forte, nel suo cervello.
Forse no. D’altro canto Spike è maledettamente sicuro che nella sua stanza stia avvenendo qualcosa che condizionerà di molto il suo futuro. E forse anche quello di altre persone.
Non solo un’amicizia da salvare piuttosto un …PATTO da stringere.
E guai a chi si metterà in mezzo.
Il ragzzo biondo si passa una mano fra i capelli arruffandoseli e sorridendo apertamente al suo amico. Senza reticenze. Lasciandosi i dubbi alle spalle.
-Ehi Irlandese dov’è finito il tempo in cui la mia unica preoccupazione era firmare l’annuario scolastico in maniera originale?-
I due si fissano per un lungo istante. Sanno che è un nuovo inizio. Di una amicizia DIFFERENTE. Un legame fra adulti.
-Pensa ai lati positivi Spike, uno schiocco delle dita ed oplà il tuo accendino comparirebbe. Niente più cacce al tesoro fra i tuoi calzini…bleah.- Una smorfia disgustata.
-Come no. - Una pausa.-Angel...-
-Si?-
-Riguardo a Buffy…mi sento un povero idiota. Era così evidente?-
-Non per gli altri, ma io ti conosco abbastanza.-
-Sai amico, l’ho sognata ieri notte. E lei mi rendeva MOOLTO felice, mi capisci?- Un sorriso di derisione rivolto a sé stesso.- Altro che Spike il Cacciatore. Forse dovrei farmi chiamare “Sporny The Vampire Slayer”. Sarebbe più adatto.-
Gli occhi di Angel ora sono tornati normali e scrutano con calda simpatia il volto dell’altro in cui si legge attrazione e allo stesso tempo disgusto.
-Spike, alla luce della nostra recente conversazione, di certo non devi spiegare a ME il fascino del lato oscuro. E in realtà non penso che tu ti debba GIUSTIFICARE di nulla. Se c’è una cosa che ho imparato frequentandoti è che voi Cacciatori vivete sempre in bilico tra luce e ombra.
Un equilibrio sottile come un filo di seta.
Penso che quello che provi sia…. NATURALE. Un po’ morboso, ma naturale.
Anche se io personalmente preferirei qualcuno con battito cardiaco. Ma, come si dice, i gusti sono gusti.-
-Mai dire mai, Irlandese. Forse un giorno anche tu….-E Spike si ritrova a ridere come uno scemo.
E’ tutto così assurdo.
E’ nella sua cameretta a confidarsi con il suo migliore amico che potrebbe diventare un problema maledettamente più SERIO di vampiri, demoni o… Buffy.
Ma che lo capisce come nessun’altro e che riesce ancora a ridere di questo pazzo, folle mondo.
-Confessione per confessione Spike, sai qual è il mio nome in Rete? Darth Angel. Come quello di Star Wars ma senza elmetto che mi scompiglia i capelli!-
-Bè adesso sono sicuro che non sei ancora totalmente posseduto dalla magia.- Un lampo sadico.
-Eh?-
-Se hai scelto un nick così imbecille c’è ancora speranza per il Mondo!- Spike sorride amabilmente mentre l’amico gli fa un gestaccio. –E’ ora che mi faccia una doccia e vada a massacrare qualcuno. Vieni con me?-
-Sicuro. E’ giovedì ed in televisione non c’è nulla a parte le repliche di Dallas.-
-Le puntate con quella nana-sexy..Lucy?- Gli occhi del cacciatore brillano lascivamente.
-Cribbio Spike tu ti ecciti vedendo LUCY?-
-Amico, ho sedici anni, io mi eccito anche guardando il pavimento!-
Spike sta aprendo la porta quando Angel con una mano la richiude.
-Un’ultima cosa, Spike. Riguardo a quella sera al Bronze…. con Darla.-
-Lo so, sono stato uno stupido bastardo e credimi amico, quando ho visto il tuo sguardo avrei voluto sprofondare sottoterra.- E’ arrossito nel ricordare, ma ,ora che l’ha detto, si sente molto meglio.
-Scuse accettate.- Angel si abbassa leggermente verso l’altro.
-Comunque, per inciso, quella sera io non ero geloso SOLO di Darla.-
I due si fissano, Angel con un mezzo sorriso, Spike a bocca aperta.
Mentre la mano del ragazzo bruno sposta delicatamente un imbambolato Cacciatore dalla porta per uscire, quest’ultimo, dopo qualche istante, si riscuote bruscamente e si avvia per le scale.
Nella testa una frase detta poco prima.
Mai dire mai, Irlandese.
MAI dire MAI.

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Mentre stanno scendendo a pianterreno squilla il telefono.
-Casa Shelby. Qui parla Spike, il sogno proibito di milioni di fanciulle innocenti.-
-Spike…- E’ l’Osservatore, fa cenno ad Angel che mima OK, per poi dirigersi in cucina.
-Mi dica Signor Nest, novità?-
-Effettivamente si. Potresti venire subito in biblioteca per favore?-
-Non c’è problema, anche Angel è qui. Passiamo a prendere Willow e saremo da lei…-
-William.- La voce è secca, l’accento tedesco molto più marcato del solito. –Preferirei che tu venissi qui da solo. E’ importante.-
-Va bene Signor Nest. A tra poco.-
Accidenti, pensa, dev’esserci un’altra Apocalisse in arrivo. Non mi ha neppure rimproverato per come ho risposto al telefono.
Si affaccia in cucina.
-Angel devo andare in biblioteca. Cose private tra Cacciatore e Osservatore.-, conclude, roteando gli occhi.
-Ok. Io faccio un salto a casa e mi collego per vedere se alcuni miei…colleghi possono esserti d’aiuto.-
-Grazie amico. A dopo.-

Nel frattempo, in biblioteca.
-Non c’è ALTRO modo? Cioè, ho appena finito di parlare con il Consiglio e sono stati alquanto ehm..chiari, però…-
-Non esiste alternativa.-
-E’ che conosco il mio Protetto e sono sicuro che non capirà che è per il suo bene.- Una pausa.- Inoltre, potrebbe opporre RESISTENZA.-
-Per questo ci sarò anch’io, Osservatore.- La voce dell’interlocutore è secca.- La situazione è molto complessa Signor Nest. Se Buffy riesce a mettere le mani su Spike, l’equilibrio che governa questo mondo potrebbe cambiare.-
-E non possiamo permettere che a decidere del destino dell’intero Universo sia il libero arbitrio di un sedicenne.-
-Ma..almeno…- il bibliotecario espone le sue obiezioni timidamente,-.. si è sicuri che la profezia sia stata tradotta correttamente?-
Un sospiro esasperato dall’altra parte.
-E’ come tutte le profezie….allusiva e contorta nel linguaggio.
Ma una cosa è chiara.
La posta in gioco è troppo alta per pensare alle necessità di un…. singolo.-
Ed allora…che Iddio abbia pietà di noi.-, mormora l’Osservatore mentre appoggia una mano tremante su un cofanetto di legno e ne sfiora delicatamente il coperchio.-

E non sa se pregare per la riuscita o l’insuccesso.

Capitolo 5

“Questo posto disumano crea mostri umani.”
S. King, Shining


It’s my life. Don’t you forget.

-Allora, Maestro, cosa c’è di così urgente? Una profezia che predice DI NUOVO la mia morte? Una Seconda Apocalisse? Michael Jackson Presidente?-
Il ragazzo si avvicina all’uomo seduto alla scrivania sempre impeccabilmente ordinata, sulla quale è poggiata una tazza di caffè (cosa insolita) e un mazzo di carte da gioco (cosa MOLTO insolita).
Oggi dimostra tutta la sua età, pensa Spike, osservandolo. Anche se, a ben pensarci, non SA esattamente quanti anni abbia. Improvvisamente sente uno slancio di affetto per questo suo Osservatore sempre così serio, riservato e…preoccupato.
Per LUI. Per LORO.
Le cose cambieranno, si ripromette.
Lo farò ubriacare e cantare “Living in America” di James Brown in uno di quei locali-karaoke.
Sorride tra sé, pregustando la scena.
L’altro non ricambia il sorriso.
-Spike, ti prego, siediti e sforzati di essere molto APERTO a quanto di dirò.-
-Ora sono VERAMENTE terrorizzato.- Si siede scompostamente su una sedia di fronte.
-Ho ricevuto una comunicazione dal Consiglio degli Osservatori. La situazione qui a Sunnydale li preoccupa. Molto.-
-Nulla di nuovo allora…- Non ha una somma simpatia per quei manichini d’oltreoceano. E sente che la cosa è RECIPROCA.
-William.- L’Osservatore stringe le labbra.- Voglio che tu mi ascolti attentamente, CAPISCI? Questa sarà la lezione più importante della tua vita. E’ nel tuo INTERESSE che tu la recepisca senza commentare.-
Il mezzo sorriso del Cacciatore è scomparso, risucchiato dall’urgenza nel tono dell’altro.
-Ok. Giochiamo secondo le sue regole.-
Un sospiro profondo.
-Spike, fino ad un anno fa tu neppure concepivi l’esistenza di vampiri, demoni o mostri se non nei fumetti e nei film. Ora devi AMPLIARE le tue cognizioni. Pensare in termini GENERALI.-
Si interrompe, per cercare le parole adatte.
-Ci sono, fra gli uomini, coloro che pensano che ogni cosa avvenga secondo un disegno e vi sono coloro che pensano che tutto ciò che accade sia la conseguenza di circostanze…casuali.
Tu sei un Prescelto e, come tale, potresti dirmi che sono i primi ad aver colpito nel segno.
Ed avresti ragione a dirlo.
In un certo senso.
Ma la vita è più di questo.
La Vita è un miscuglio di casualità e finalità con percentuali che variano caso per caso.-
Il bibliotecario sbuffa frustrato vedendo la confusione sul volto del ragazzo.
E’ tutto troppo astratto per lui.
Con un gesto improvviso sparge disordinatamente le carte da gioco sul tavolo.
-Spike, l’Umanità è come un mazzo infinito di carte soggette a quattro costanti immutabili: Vita, Morte, Intento e Caso.-
Ora viene la parte più difficile.
-La tua…morte ad opera della Regina dei Vampiri era stata predetta, ricordi? Era un avvenimento legato all’Intento. Rientrava nell’equilibrio tra Ordine e Disordine che regge questo e, forse, altri Universi.
Ma la tua Resurrezione…quella è stata un colpo di coda del Caso.-
-Che vuol dire?- E’ completamente concentrato.
-Voglio dire che ci sono vite, molto poche per la verità, la cui definizione non è del tutto chiara.-
Nest fruga tra le carte e solleva il Jolly.
–In alcune antiche pergamene custodite dal Consiglio, sono chiamati Agenti. Sono..speciali.
Come Buffy.- Non legge nessuna sorpresa sul volto del suo pupillo.
- Gli Agenti servono indifferentemente Bene e Male. Vita e Morte. Umano o…-
-…Vampiro.-, finisce il ragazzo. Non capisce tutto, non ancora, ma sente l’OMBRA della comprensione, come l’ombra di una nuvola che transita lentamente al di sopra di un prato.
-Allora.. riassumiamo.-
Ci è arrivato finalmente.
E la cosa non gli piace per nulla.
-La mia Resurrezione non era….. preventivata, giusto? La mia Morte invece era normale amministrazione per il Consiglio.
Bye Bye Spike, Hello New Slayer.
Poi l’..intoppo. E ai piani alti QUESTO ha fatto inceppare qualcosa ed ha mutato il posticino che avevo nell’Universo. Ed ora il Consiglio, VOI, temete che più che un Jolly io sia diventato un maledetto JOKER.-
-Sbagli. Tu sei qualcosa di diverso.- Nella mano del bibliotecario un’altra carta.
Spike prova una sensazione strana, quasi di deja-vù. Sa già qual’ è.
L’Osservatore l’appoggia sul tavolo, fra loro due.
E’ priva di simboli.
-Io sono la Carta Neutra.- Una semplice constatazione.
-L’UNICO.- Conferma l’altro.
-Cosa posso dire? Che ONORE.- Ma il tono contrasta con le parole.- Sono doppiamente speciale quindi: Cacciatore e…..Imprecisato.-
Imprecisato.
Nest batte le palpebre rapidamente, per la sorpresa. E, non per la prima volta, pensa che il Consiglio abbia liquidato questo ragazzo con …. frettolosità. Ma oramai le cose sono andate troppo avanti.
-Spike, WILLIAM, alla luce di quanto ti ho detto capirai che se tu ed un Agente del Caso, in questo caso Buffy, ehm ….interagiste..-
-Il Consiglio, Il Papa, Dio, il Diavolo o il Grande Burattinaio Sconosciuto non potrebbero sapere come va a finire, GIUSTO?!
Come si dice, “Ogni scommessa è sospesa”.
Time-out per TUTTI. Si va avanti a braccio.-
- E questo non deve accadere. MAI.- Nest appare svuotato.
-E come pensate di impedirlo, Osservatore? Una bacchettata sulle mani, ed io e La Sanguinaria a letto senza cena?- Si è alzato in piedi e cammina a lunghe falcate avanti ed indietro per la stanza senza però abbandonare lo sguardo dell’altro.
-Il Consiglio ha riflettuto molto, ci credi davvero Heinrich?, e non potendo ehm…influenzare Buffy ha preferito adottare un’altra soluzione.-
Il bibliotecario si toglie gli occhiali. Gli occhi sono pieni di rammarico ma determinati.
-Non sai QUANTO mi dispiace di doverti fare questo William…- Mentre parla allunga una mano verso una scatola di legno appoggiata al bancone e ne estrae un’oggetto sottile.
Una siringa.
La punta d’acciaio scintilla minacciosamente alla luce della lampada.
Ora Spike ricorda dove ha già visto QUELLO sguardo.
E’ lo stesso del veterinario londinese da cui avevano portato il suo cane, Spot, investito da una macchina pirata.
Lui aveva solo nove anni, ma rammenta perfettamente quell’uomo, forse persino un uomo BUONO, che nei mesi successivi sarebbe diventato il Baubau nei suoi peggiori incubi, mentre spiega ai suoi genitori che deve procedere ad abbattere il cucciolo “per evitargli ulteriori sofferenze”. Per il suo BENE.
Lo stesso sguardo.
Una pietà che uccide.
E la paura lo gela fin nel profondo.
-Osservatore, che c’è là dentro?-
L’altro non risponde direttamente. –Fra qualche tempo Spike, avresti dovuto sostenere una …prova alla quale il Consiglio sottopone tutti i Prescelti. Questa sostanza inibisce i poteri di un Cacciatore temporaneamente.- Il coperchio del cofanetto è richiuso con un colpo secco.
- Nel tuo caso sarà per sempre.-
-Sta scherzando.- Piatto.
-E’ l’unico modo non capisci?!!- Ora sta gridando. Per la prima volta da quando lo conosce.-Se tu non sarai più un Cacciatore, Buffy non avrà più la necessità di cercarti, di battersi con te perché verrà attivato immediatamente un altro Cacciatore!- La voce scende fino ad un sussurro. -William non devi temere. Durante la fase di transizione io ed il Consiglio ti proteggeremo e….-
E’ interrotto da una risata. Secca e dura. Che non appartiene al ragazzo che conosce. Che CONOSCEVA.
-Questa è fantastica, Osservatore.
Questa è FOTTUTAMENTE fantastica.
E a questo punto io dovrei ringraziare LEI ed il Consiglio per la splendida seconda opportunità e avviarmi lieto verso il mio nuovo destino forgiato da VOI, Piccoli Dei di Seconda Mano?
E magari porgerle spontaneamente il braccio e dirle “Vecchio Mio, non si preoccupi, farà male più a lei che a me”?!-
Si è allontanato di scatto, per l’improvviso desiderio di sbriciolare la faccia che ha di fronte.
-Andiamo…tutte le sue belle parole, le carte, il Caos, l’Intento nascondono una semplice verità.-
Affonda il suo sguardo in quello dell’altro come una lama di ghiaccio.
-Non avete più il controllo della situazione.
E questo vi terrorizza.
Niente più stupidi, sporchi giochetti per il Consiglio.
E quanto a LEI, piccolo, pavido Messagero….- Scrolla la testa.
Di colpo il bibliotecario scopre quanto può ferire un sorriso. E una semplice frase sussurrata.
-Ed io che pensavo che mio padre fosse il peggio.-

E Nest capisce di averlo perso.
Per sempre.

-William, da un certo punto di vista, posso trovare comprensibili le tue…. recriminazioni ma qui, purtroppo, sulla Grande Bilancia ci sei da un lato tu e dall’altro l’Intero Universo. La discussione è inutile.-
-Giusto, Nest.- Il “Signore” dimenticato, o meglio, relegato tra le cose inutili, ormai. – E’ l’unica cosa maledettamente esatta che le ho sentito dire nell’ultimo quarto d’ora.-
L’atteggiamento del ragazzo adesso è di aperta ostilità. E di disprezzo.
-Così, per curiosità, chi avrebbe dovuto aiutarla a ficcarmi quell’ago in vena? L’Incredibile Hulk?- -No. Io.-
Un attimo prima di sentire una presa d’acciaio immobilizzante intorno alla gola percepisce il delicato profumo di lavanda di Dru.
E la sua voce all’orecchio. –Mi dispiace, amore…-
Per poi perdere i sensi.

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Entra in casa e con un calcio tenta di chiudere la porta d’ingresso senza peraltro riuscirvi, le mani occupate da due grossi sacchetti della spesa.
Maledizione.
La chiuderà dopo.
E’ esausto. Si dirige in cucina con passo stanco.
E’ stata una giornata INFERNALE. Prima la discussione con suo figlio, poi quell’imbecille di Snyder, il suo principale, con le sue “raccomandazioni” e per tutto il tempo la costante sensazione di un martello pneumatico che gli trapana il cervello e che ora sembra, miracolosamente, svanito.
Deve proprio andare a farsi dare un’occhiata dal medico. O al massimo da quel simpatico farmacista, Clem, non ricorda più il cognome, che l’ha fatto ridere dicendogli “un tempo ero Clem-per-gli-amici, ma adesso che sono più vecchio, per gli amici sono Clem” e che gestisce il Rite Aid ,in centro.
Mentre appoggia i sacchetti sul ripiano della cucina, vede qualcosa sotto il tavolo.
E’ un quaderno dalla copertina rigida. Deve essere di William.
Lo apre e scorre, senza leggere per carità, la calligrafia elegante e sottile del figlio, quasi ottocentesca. Lo sta per riporre quando dalle pagine scivola fuori un rettangolino.
Un’istantanea.
La guarda, mentre si siede al tavolo. Si ricorda quando è stata scattata.
William ha otto, no, nove anni e sono al Cottage dei genitori di Jenny, a Cristal Laughs. Nella foto lui e sua moglie sono in piedi, abbracciati, e in basso Spot, il loro cucciolo di labrador, sta leccando la faccia del bambino che ride estasiato.
Credeva fosse andata persa nel trasloco. Ed invece…
Un fiotto di tenerezza addolcisce il suo sguardo.
Non tutto è perduto, si dice, se LUI l’ha conservata così gelosamente.
C’è ancora speranza per ME.
Per NOI.
L’aneurisma lo coglie così, seduto, mentre passa delicatamente la mano sull’immagine del figlio. Il suo ultimo pensiero, prima di morire, è per il gelato che ha comprato.

Si scioglierà.

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-Signor Shelby? Signore? Siamo Darla ed Angel. Possiamo entrare?-
La porta è semplicemente accostata e vedono luci in casa.
-Forse è nel retro.- Suggerisce Darla. -Oppure a farsi una doccia ed ha dimenticato di chiudere.-
-Ok, Darla entriamo, ma se ce lo chiede..-, un lampo monellesco nello sguardo, -….è tutta COLPA TUA!-
-Sei sempre il solito fifone.- Lo punzecchia lei. E lo precede, dirigendosi verso la cucina, mentre lui si attarda a chiudere la porta. Ci sono guai in arrivo. E lasciare una porta aperta non gli sembra una buona IDEA.
E’ ancora all’ingresso quando sente l’urlo della ragazza.

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Passi e voci. Due. Una calma, di una calma artificiale, l’altra tesa ed agitata.
-Per quanto tempo lo dovremo ancora tenere legato?- E’ quella maschile e nervosa a parlare.
-La sostanza è già entrata in circolo. Solo qualche minuto ancora, Osservatore, per impedire che, una volta ripresosi, tenti di far del male a noi.
E che, nel tentarlo, si faccia male LUI.-
Solleva lentamente le palpebre, si sente così debole, così debole… Non appena la sua vista è nuovamente a fuoco vede Dru e l’Osservatore seduti al tavolo.
Non hanno un’aria vittoriosa, per la verità. Ma a Spike non importa.
Non importa più nulla.
-E’ cosciente.- La voce di Dru si fa più vicina.
-Ma ha ancora gli occhi chiusi.- Questo è Nest.
Si, li ha chiusi.
Non riesce neppure a provare odio.
Lo hanno privato di qualcosa.
E non solo dei suoi poteri di Cacciatore.
- Potete anche slegarmi. Non vi farò nulla.- Il tono completamente inespressivo.
-Spike…-
Ora ha solo un modo per colpirli. Con le parole. Se le sente urlare dentro, gridare per uscire come un fiotto acido e corrodere tutto.
Ma è troppo stanco anche per quello.
-Spike…- Volge il capo, ostinato.
Non vuole vederla. Non vuole sentirla.
Vuole solo rannicchiarsi in un luogo buio e caldo. E dormire. Fino alla fine del mondo.

Improvvisamente sente Dru tendersi.
-Sta arrivando qualcuno.- E la vede ritirarsi nell’ombra.
Darla entra in biblioteca sconvolta. Senza neppure accorgersi di Spike. E tantomeno di Dru.- Oh Signor Nest, Signor Nest è successa una cosa terribile…- Piange, a scatti, e batte i denti per la tensione.
-Darla calmati.-
Lei continua a respirare pesantemente, le lacrime che le scendono copiose lungo la faccia.
-Dobbiamo trovare Spike, Signor Nest, Angel sta arrivando, è rimasto indietro con l’ambulanza. Miodiomiodiomiodio….-E’ una litania senza fine.
-Darla!-
La ragazza sussulta.
-Cosa è successo?-
-Il Signor Shelby..- la voce le trema di nuovo, - oh Signor Nest, il padre di Spike è….-
Morto.
-Mio padre è morto.-Il viso del ragazzo è una maschera di gesso.
Darla lo sente e senza neppure VEDERLO corre verso di lui e gli getta le braccia al collo.
-Spike non c’era più niente da fare. Il medico ha detto che è stato un aneurisma. Angel ci ha provato, te lo GIURO, gli ha fatto persino la respirazione mentre io telefonavo al Pronto Soccorso, ma era troppo tardi. E’ stato istantaneo, ci hanno detto.- Le parole inframezzate dalle lacrime, Darla geme confusamente sul petto del ragazzo che ha nascosto il volto nell’incavo del collo di lei, il corpo attraversato da lunghi brividi, mentre le altre due figure nella stanza sono impietrite.
Nel silenzio si odono soltanto i singhiozzi di Darla. Che si spengono lentamente.
Dopo un’eternità.
Lei solleva lo sguardo e finalmente si accorge delle corde. Del perché Spike non ha ricambiato il suo abbraccio.
-Spike perché sei legato?- Ma il ragazzo non risponde, la testa bassa.
Si volge verso il bibliotecario, impaziente.- Signor Nest e TU…- esclama indurendo lo sguardo quando scorge la vampira bruna, mentre continua a trafficare con le corde, impacciata,- …cosa aspettate a darmi una mano? Non vedete che è leg…-
Poi la consapevolezza.
-CHE SUCCEDE QUI?-
-Nulla che ti riguardi, Darla.- E’ Nest a parlare ma la ragazza è rivolta verso Dru e non lo degna neppure di un’occhiata.
-Che gli avete fatto? Che gli HAI FATTO?- Al bibliotecario ricorda una leonessa che difende i suoi cuccioli. La piccola Darla… chi l’avrebbe mai detto.
Ed è sempre lui a parlare. A tentare di negare la realtà.
-Sei sconvolta. Lo siamo tutti. Ora prova a calmar…-
-Gli hai fatto male.- Lo dice piattamente. Come una bambina alla quale una compagna ha rovinato il suo giocattolo preferito. Ma il suo sguardo brilla di una luce terribile.
-Solo TU potevi ferirlo così.- Con una mano indica il suo amico, simile ad un fantoccio di pezza Con gli occhi vuoti.
Come biglie di vetro.
Che fanno male solo a guardarli.
E la paura ed il dolore si trasformano in furore.
-Cosa credete? Che io sia stupida? Una semplice oca bionda il cui unico compito è rifornire di ciambelle i Salvatori dell’Universo? Ah la Nostra Vampira con Anima…,-tutta la gelosia ed il risentimento covato verso QUELLA si focalizzano nella sua voce,- …se LUI mi avesse guardato una sola volta nel modo in cui guardava TE, io…. sarei stata la ragazza più felice della terra. Ed invece tu, con le tue arie da “vorrei ma non possiamo”, ti prendevi solo gioco di lui.-
Nella sua condanna definitiva include anche l’Osservatore, ora.
Il trucco sbavato le ingrandisce pateticamente lo sguardo e, stranamente, nello stesso tempo lo rende più adulto.
-Voi GIOCATE con noi.- Stringe i pugni, le braccia rigide lungo i fianchi.
-E come bambole, quando ci rompiamo, ci buttate VIA.-
-Questa volta andrà diversamente, Darla.-
-Angel.-
E’ entrato e, appoggiato alla parete, fissa la scena con sguardo impenetrabile.
-Angel tu che sei più…- “intelligente”, Nest si rimangia la parola in tempo,-…più MATURO di Darla devi spiegarle…-
-No.-
Dru vede il corpo di Spike contrarsi. Nella sua apatia, ha riconosciuto il tono dell’amico.
-Basta spiegazioni, Osservatore.- Una pausa.- Spike.-
Come tirata da fili invisibili la testa del ragazzo biondo si solleva di scatto. Ed il suo sguardo incrocia quello dell’altro.
-Cosa vuoi che faccia?- La domanda è quasi banale, ma sia Nest che Dru percepiscono qualcosa di gelido. L’acciaio sotto il velluto.
Gli occhi color pece dello stregone fissano l’amico per assicurarsi che abbia compreso bene.
Cosa vuoi che faccia?
Li posso ferire.
Li posso SCHIACCIARE se vuoi. Come scarafaggi.
Oppure posso far in modo che VOGLIANO morire.
Per me è la stessa cosa, sai.
Io sono con te, amico.
Tu DECIDI chi vive e chi muore.
Cosa vuoi che faccia?
-Angel, sciogli le corde.-
-Angel non ti immisch..- Nest si ritrova a levitare in aria e senza voce. No, senza BOCCA, realizza terrorizzato, perché al posto dell’apertura sotto il naso ora trova solo pelle liscia.
Intatta.
Lo sguardo cieco e scuro del ragzzo bruno si sposta lentamente sulla vampira, mentre le corde che legano l’ex- Cacciatore si arrotolano come serpenti inoffensivi sul pavimento.
Il ragazzo si massaggia i polsi pe riattivare la circolazione.
-Mi hanno iniettato qualcosa, Angel.-
-Mi hanno tolto i miei poteri.-
La richiesta è chiarissima.
Angel sorride e si avvicina con passo calmo e sicuro all’amico, ancora seduto.
Dru si slancia contro il ragazzo bruno ma si trova improvvisamente scaraventata da una mano invisibile contro una libreria. L’urto è violento.
Ed è LEI stavolta a perdere i sensi.
-Angel?- Una vocina tremante.- Che succede? Sembri..diverso.-
-Shhh. Darla. Non ti preoccupare, piccola, andrà tutto bene.-, replica lui con dolcezza.
Ora è davanti al suo amico e scruta il suo viso provato.
-Lo vedo.-, mormora.
E non parla all’altro, piuttosto a se stesso. –Lo vedo e posso rimediare. Fermo…immobile…-
Si china lentamente , più vicino, sempre più vicino.
Per un momento la sua faccia si ferma a meno di cinque centimetri da quella dell’altro.
Darla lo vede sollevare una mano, a dita aperte, come per invitare qualcuno ad attendere…un momento solo…poi le labbra di Angel si schiacciano su quelle di Spike, costringendolo ad aprirle.
Per un instante Darla scorge un occhio del biondo, colmo di un’espressione che somiglia allo stupore. Poi la testa bruna si sposta e la ragazza non vede più niente.
Ode però un sibilo sommesso come se Angel stia inalando aria dal profondo dei polmoni di Spike. E quel bacio, così profondo ed intimo, che sembra non finire mai, e che fino a qualche minuto prima l’avrebbe sconvolta e disgustata, le sembra così GIUSTO.
E dolce.
A un tratto Spike inarca la schiena ed apre e chiude le dita in una serie di spasmi.
E Darla vede Angel staccarsi di scatto, voltarsi e sputare per terra un liquido verde dal sapore nauseabondo.
E Spike rilassarsi dolcemente sulla sedia.
-Fra un po’starà bene, Darla. Ed anche io.- Il ragazzo barcolla leggermente, un’espressione sfinita. -Angel.- La voce della ragazza è piccola piccola. Quasi infantile.- Cosa è successo?-
-Riabbiamo il Nostro Cacciatore, Darla.-
-Ed il Nostro Amico.-
-E non saremo più pupazzi nelle mani di NESSUNO.- La stringe dolcemente a sé ed entrambi si avvicinano a Spike.
-TE LO GIURO.-

---------

-Signor Nest, si svegli.- Degli schiaffetti leggeri sul viso. Il bibliotecario apre gli occhi e si porta di scatto una mano al viso.
Si la bocca c’è ancora. Deve essere stato solo un brutto incubo. Solleva lo sguardo ed il volto di Dru riempie il suo campo visivo.
Si accorge solo ora, con profondo imbarazzo, che ha la testa appoggiata sul grembo della vampira, che lo aiuta ad alzarsi. Sono nel magazzino della biblioteca. Rinchiusi.
-Come…- ma la vampira gli fa cenno di tacere e di guardare fuori.
E Nest, sistemandosi gli occhiali, osserva una scena singolare.
Tre ragazzi profondamente addormentati. Spike ancora sulla sedia alla quale lo avevano legato e ai lati Darla e Angel. Che riposano sul grembo del Cacciatore .
E per la prima volta, da moltissimi anni, l’Osservatore sente l’impellente desiderio di piangere.
Per quella impossibile Trinità.
Forgiata dal dolore.
I due contemplano in rispettoso silenzio quell’immagine.
E li vedono, sempre in silenzio, svegliarsi quasi contemporaneamente.
E cercarsi gli uni con gli altri, institivamente, poveri Pollicini spersi in un Bosco Nero.
E stringersi la mano, quasi timorosi di perdere quel contatto.
Per poi alzarsi ed uscire dalla stanza. Senza degnare di un solo sguardo i due prigionieri.
-Li abbiamo sottovalutati Osservatore.- Dru fissa ancora la porta dalla quale sono usciti.
Nest ancora intontito per il colpo, non replica.
-Ha ragione Spike e, per quanto mi costi ammetterlo, anche Darla.- La voce è asciutta.
-Il Consiglio li usa, li scaglia come armi contro il Male e quando sono rotti o…avariati li sostituisce.-
-Non è v..-
-Ma io sono molto peggio di VOI.- Lo blocca.
-Io sapevo tutto questo.
Avevo una scelta.
E ho scelto di NON SAPERE.
Perché non tolleravo che avesse un tale POTERE su di me.
Lei l’ha DELUSO.
Ma io l’ho TRADITO.
Ed ora non mi rimane più nulla.-

-------

In palestra intanto Spike mette al corrente dei nuovi sviluppi i suoi amici.
Ma prima chiudere il dolore per la morte di suo padre in un posto segreto in fondo al cuore, sente di dover dire qualcosa.
-Spike..-sta dicendo Angel, sinceramente addolorato,- non ho potuto far nulla per tuo padre. In NESSUN SENSO.- Spike capisce che l’amico ha tentato BEN ALTRO oltre alla respirazione. Ma che quello andava troppo in là anche per i suoi poteri.- Era semplicemente… il suo momento.-
-Lo so, Irlandese. Ma grazie per averci provato.-
Si volta verso la ragazza. –Grazie anche a te Darla. DAVVERO.-Lei tira su con il naso, contenta.
-Cosa farai adesso? Con Buffy intendo.-
-Non lo so, Darla. Sinceramente non lo so.-
-Un suggerimento?- La nuova voce femminile è piena di ironia e ferocia. Una Buffy in pieno splendore.
-Facciamo FESTA!-

Capitolo 6

“Forse non lo sai, ma pure questo è amore.”
R. Vecchioni
Mad about you

-Ragazzi, questo posto è un MORTORIO. Fatevelo dire da chi se ne intende.-
Buffy, seguita da Willow e da una trentina di accoliti, invade la palestra. Un cenno distratto della mano e i suoi uomini bloccano le uscite di sicurezza.
Un’ampia, spaziosa, trappola per topi, pensa Darla che si stringe istintivamente ai due ragazzi, guardandosi attorno.
Il suo oroscopo oggi le aveva profetizzato “incontri interessanti e un invito a cena”.
L’incontro c’è stato in effetti e forse, a breve, anche la cena.
Con LORO sul menù principale.
Se sopravvive, deve ricordarsi di disdire l’abbonamento a quel giornale.
-Ehi Cacciatore!-, la vampira bionda squadra famelica Spike, - Non ti hanno mai detto che “Punk is Dead”? Nessun problema, tanto a breve lo sarai anche TU!-
-Toh, la Regina delle Tinture fatte in casa.- Spike raddrizza le spalle ed assume un atteggiamento strafottente.
La maschera è di nuovo al suo posto.
C’è una battaglia da combattere.
E un RUOLO da mantenere.
Piangerà per suo padre e per i cocci della sua vita dopo.
Se ci sarà un DOPO.
-Tesoro, mi dispiace dirtelo, ma ti si vede la RICRESCITA.-
-Ehi!- Buffy è punta sul vivo.- Guarda che io sono una bionda NATURALE!-
-Certo.- Impassibile. –COME ME.- Sottolinea, perfido.
Ed è a quel punto che le cose precipitano.
Quella specie di malattia che sua madre chiama “la Regina Ridarella” la colpisce di nuovo.
Non ce la fa proprio a trattenersi.
Darla sbotta a ridere.
Di cuore.
Pe reazione al dolore. Per paura. Forse perché non si può SEMPRE piangere.
E finisce per contagiare Angel. E Spike.
E tutti e tre non riescono più a fermarsi. E’ più forte di loro.
Cercando di riprendere fiato, la ragazza tenta di spiegarsi:- E’ che ho, ahahah, immaginato, iiihih, voi due…-, ed indica la vampira ed il Cacciatore,- seduti sotto il casco del parrucchiere, a scambiarvi consigli sui rispettivi look!-
Le orecchie sensibili di Buffy captano uno… sbuffo irrispettoso alla sua destra, proprio dove si trova Willow, ma quando si volta non trova che un volto impassibile.
Lei ODIA essere presa in giro anche se quell’immagine….ma ora ci sono cose più importanti.
Ad esempio…
-Bambolina, punto primo, ti toglierò con le unghie quel dannato sorriso dalla faccia e, punto secondo, smettila di stargli così APPICCICATA!- Le ringhia contro, con più di una punta di gelosia nella voce.
Oh oh.., si dice Angel, ripresosi dall’attacco di riso. Miss Uccido-Devasto-Distruggo sta marcando il territorio.
La ‘cosa’ non è a SENSO UNICO dunque.
Mentre osserva i due che si studiano attentamente non può fare a meno di percepire la corrente che passa fra di loro.
Se sia di odio, passione o altro non è chiaro.
Ma è fortissima.
E si riverbera, come un onda, su tutti i presenti, vivi e morti.
Li rende impazienti di combattere. Frenetici.
Ed eccitati.
Anche Angel non ne è immune. Lo capisce dal pulsare rapido e violento del suo stesso sangue.
Buffy sente che i suoi uomini sono giunti al limite.
Ed anche lei lo è. Ma qualcosa la trattiene. Non è arrivata a 130 anni senza avere sviluppato un suo personale radar interno. Che ora le sta inviando dei segnali fortissimi.
Non tutto E’ quello che SEMBRA.
Eppure davanti a lei ci sono solo tre ragazzi. Tre bambini, quasi. E disarmati per di più. Che uno di loro sia il Cacciatore, bè non le sembra un motivo VALIDO per il senso d’allarme, di pericolo che il suo istinto le sta urlando.
Forse ha capito.
SonoTROPPO calmi.
Soprattutto il Cacciatore ed il suo amichetto, un bel bocconcino anche lui in verità, diverso dall’altro come il giorno dalla notte.
E Buffy ha improvvisamente un moto di simpatia per la biondina. Le sembra l’unica NORMALE lì in mezzo.
La ucciderà velocemente, pensa, in uno slancio di generosità.
-Allora?- Il tono deluso di chi non ha ricevuto doppia razione di dolce a fine pasto.- Mi avevi PROMESSO scintille ed invece…dov’è la tua ARMA, Cucciolo? Le MIE..-, si guarda le unghie affilate come rasoi,-..le porto sempre con me.-
Il biondo piega leggermente la testa di lato, guardandola ironicamente.-Abbiamo DAVVERO bisogno di armi per QUESTO?-
-Io adoro le …ARMI. Vi rendono così..virili.- conclude la vampira con un sorriso lascivo.
-Angel.- Spike ha deciso. Il minuetto è finito. Ora incominciano le danze.
-Si?-
-Hai… recuperato?-
Un sorriso sottile, che attira l’attenzione di Willow. –Quanto basta, Spike.- Tra le dita del ragazzo bruno si formano piccole scintille di elettricità, crepitanti.
-Devi solo proteggere te, Darla e i…due in biblioteca. Pensi di riuscirci?- Ora anche l’attenzione di Buffy si è distolta dalla figura del Cacciatore, incuriosita suo malgrado dall’energia che sembra raccogliersi intorno al corpo dell’altro umano e che si concentra nel buio innaturale del suo sguardo. -Nulla di più facile, amico.- Una pausa.- Sei sicuro di non volermi in un ruolo, uhm, diciamo più ATTIVO?-
-Naaaah, Irlandese. Per ora basto io.-
-Cucciolo, mi piace il tuo senso dell’umorismo. Sul serio.- Lei è pronta. E al diavolo magie e conseguenze.- Spero di riuscire a conservarlo, assieme a qualche pezzo del tuo corpo come souvenir di questo buco di città.-

-Buffy….-
Lei si blocca.
L’ha chiamata per nome. E sulle sue labbra ha un suono….diverso. Ammaliante quanto il profumo del suo sangue di Cacciatore che scorre veloce sotto la pelle.
Le regala un sorriso assassino.
-Tu e la tua amica..-, con gesto indica Willow l’unica, come Buffy, a non aver ancora mutato volto,-…DOPO. Ora..-, con una falcata le è di fronte e le stringe dolcemente il polso,-goditi lo spettacolo.- - E’ in TUO ONORE.-
E posa le sue labbra sul dorso della mano. Delicatamente.
Marchiandola.
E veloce come un lampo si getta fra i suoi uomini.
Li ATTACCA.
Tra le mani, nessun paletto.

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Non è un combattimento.
E’ un MASSACRO.
Sistematico.
Selvaggio.
Splendido.
Ogni colpo di lui mirato a spezzare, non ad uccidere.
Ed il demone dentro di lei GODE per la violenza squisita che le sta offrendo. Per una tale furia che non ricorda di aver mai incontrato.
E’ la più sensuale danza di accoppiamento che abbia mai visto.
Che siano i suoi uomini a rimetterci non ha importanza. Non più.
Un pesante sudario di sangue cala su di loro. Trapuntato dalle urla e dai gemiti dei vampiri.
Lui no.
Non parla.
Non urla.
Piange. Lunghe lacrime d’argento sul viso completamente impassibile. Mentre le sue mani ed il suo corpo impartiscono alla folla inferocita e terrorizzata la lezione più importante della loro non-vita.
Non può essere umano, pensa Buffy.
Anche se lei lo PERCEPISCE come tale.
Lo attaccano in quattro. Contemporaneamente. Ce la stanno mettendo tutta.
Ma non è sufficiente.
Con un movimento degno di un acrobata circense Spike salta, aggrappandosi agli anelli che pendono dal soffitto. Con le gambe aggancia il corpo di uno dei vampiri all’altezza della vita.
Crac.
Con la spina dorsale spezzata, non è più un problema.
Un attimo e se lo ritrovano nuovamente di fronte.
Non piange più ora.
Sta sorridendo.
E fa ancora più paura.
Il luccichio di una lama nella mano di uno dei suoi elementi migliori.
Uno schiocco e il braccio che regge il pugnale, contorto in maniera innaturale, è rivolto verso il vampiro.
Una breve pressione ed appare uno “smile” di sangue e pelle sul collo del non-morto.
Niente urla.
Niente corde vocali.
Alcuni cercano di scappare. Come conigli.
Con la coda dell’occhio Buffy vede Willow punirli. SEVERAMENTE.
Nessuna sorpresa.
Se c’è una cosa che entrambe detestano è la vigliaccheria.
Non si abbandona la partita prima della fine.
E la fine sta arrivando.
Il silenzio. Interrotto solo da occasionali gemiti e qualche lamento del suo ex-esercito.
Inservibile ormai.
Buffy lo guarda. I segni della battaglia, della CARNEFICINA, sono appena visibili sul suo volto.
E’ tutto coperto di sangue.
Non il suo.
Ed ansima lievemente, come dopo una breve corsa.
-Piaciuto lo show?- Le sussurra.
Affetta un tono noncurante ma non è sicura che le riesca molto bene. -Avrei preferito più sangue e meno POLVERE comunque…. sono doverosamente impressionata. E dimmi Popeye,ora che mi hai dimostrato di aver mangiato molti spinaci, cosa pensi di fare?-
Gradualmente il suo autocontrollo sta ritornando, allontanando l’oscura malia che l’ha invasa poco prima.
-Guarda che quelli erano solo l’antipasto.-
Gli si avvicina lentamente.
-Io sono la portata principale e tu…TI STROZZERAI.-
Nello sguardo del Cacciatore passa un lampo.
Possibile?
E’ possibile che LEI non abbia ancora capito?
-Buffy tu mi VUOI?-
La vampira è spiazzata. La sorpresa la rende aggressiva.
-Ti SOPRAVVALUTI, Cucciolo. Da TE voglio il sangue e la vita. E non necessariamente in quest’ordine.-
-Dovresti rallegrarti allora.-
-Spike..non COSI’- Angel si muove in avanti ma la vampira dai capelli rossi gli sbarra il passo con un ringhio d’avvertimento.
-Spike…-anche Darla, seppure confusamente, ha compreso.
Ma lui è distante. Il suo sguardo affonda in quello verde della vampira bionda.
Vede gli occhi di lei velarsi per un attimo e poi…
Ecco.
Ha CAPITO.
Possiamo chiudere questa splendida festa di morte in BELLEZZA.
E lentamente, molto lentamente, solleva le braccia, i palmi aperti, rivolti verso l’alto.
E rimane immobile, OFFRENDOSI a lei.
-Oggi sarà il TUO GIORNO SPECIALE.-
Prima che i pochi vampiri non completamente fuori uso gli si avventino contro per immobilizzarlo e trascinarlo via, si volge a guardare Angel.
-Ehi Irlandese, anche stavolta ti tocca fare le pulizie dopo-party.- E’ un ADDIO.
-Contaci.- E’ un ARRIVEDERCI.

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L’ultima ad uscire è Willow.
Che scruta i due umani con curiosità. Li ha osservati, prima.
Mentre a loro volta seguivano paralizzati lo svolgersi del combattimento.
Anzi no.
La ragazzina aveva affondato il viso contro il petto dell’amico.
Per lei era TROPPO.
Per lui…NO.
Giovane e decisamente potente come stregone.
Ed è il SUO sguardo che incrocia.
E una voce morbida come il velluto si insinua nel suo cervello mentre lo vede stirare le labbra divertito.
-Vieni pure a trovarmi. Quando VUOI. Faremo una partita a scacchi. Io sono un buon giocatore, CREDIMI.-
Mentre chiude la porta vede materializzarsi dal nulla decine di paletti. E una serie di sibili.
I lamenti sono cessati.
Efficiente, pensa lei.
DIABOLICAMENTE efficiente.

Capitolo 7
Nota:Nel mio AU il Sire di Buffy è Riley.


“Mi hai fatto MALE!”
“Lo SO, Tesoro. E’ per questo che la chiamano la Guerra dei Sessi!”
M. Douglas -La Guerra dei Roses.


Teenage dirtbag

Lo hanno incatenato al muro.
E, in tre lo usano come punching-ball, dandosi il cambio.
Per ORE.
Sotto il volto della caccia gli sembra persino di riconoscerli. Il sospetto si tramuta in certezza quando sente uno di loro dire all’altro, a Warren, di darsi una calmata.
Sorpresa, sorpresa, sono i tre bestioni della squadra di football del suo liceo, il cui sport preferito era tormentare Darla e Angel.
Andrew, Warren e Jack… no, non Jack, Jonathan.
Che bella fine.
Non una gran perdita per l’Umanità comunque, e certamente non un grande acquisto per Vamp-World.
Ad ogni modo si stanno applicando diligentemente al loro compito. Ma senza fargli realmente male. Non TROPPO almeno.
Nei brevi momenti di lucidità, tra un’ondata e l’altra di dolore, il Cacciatore osserva i suoi aguzzini. Sono…frustrati.
Scommetterebbe la sua paghetta settimanale, TUTTA, che hanno ricevuto ordini precisi del tipo : “Divertitevi un po,’ ma non SCIUPATEMELO in maniera permanente.”
E c’è anche un’altra cosa.
Hanno paura.
Di LUI.
Quello meno stupido, Andrew, bè lui… c’era.
Negli occhi, impressa indelebilmente, la sua “impresa” in palestra.
Lui e Jonathan evitano di avvicinarglisi troppo.
E i colpi diventano meno precisi.
Se non fosse così improbabile, Spike giurerebbe persino di cogliere un certo riluttante RISPETTO in quei due.
O forse è semplicemente la sofferenza ad annebbiargli il cervello, boccheggia, mentre il terzo gorilla,Warren, con un sorriso sadico gli sferra un pugno fortissimo.
Il Re dei Bastardi da vivo e da morto, pensa Spike, mentre sputa da un lato sangue e un dente.
Quello che gli faceva male da un po’.
Almeno ha risparmiato sul dentista.
All’improvviso i colpi cessano.
Non ha neanche bisogno di sollevare gli occhi per sapere che è entrata LEI.
-Ehi, Riccioli d’Oro, che ne dici di togliermi questi braccialetti? Mi sto annoiando a furia di picchiare Qui, Quo e Qua con lo sguardo!-
-Sto morendo, DI NUOVO, dal ridere.- Lo fissa.
-Lasciateci soli.-
-Ma capo..- Warren si è fatto più audace.
-SOLI. Ho detto.-
Rapidamente la sala si svuota.
Lo squadra lentamente dal basso verso l’altro.
E’…indispettita.
Anche legato, incatenato ad un muro e ferito è ancora così trionfalmente VIVO ai suoi occhi.
E sicuro di sé.
E ammettilo, dannazione, Buffy, bello.
Da farla rimescolare dentro.
Un secolo e passa di non-vita ed ancora tenta di autoingannarsi.
A chi vuole darla a bere. Il suo modo di fare, è proprio questo che la attira.
Lo vuole così.
Anzi, lo VUOLE e basta.
-Gradito il comitato di benvenuto?- La sua bocca si muove da sola mentre, per la prima volta forse, valuta con occhio distaccato, quasi clinico, chi gli è di fronte.
Non è ancora maturato completamente. Possiede il fascino elusivo dell’adolescenza e nello sguardo e nel corpo si palesano delle promesse…sconvolgenti.
Una forza prodigiosa, antica, nascosta sotto una pelle liscia che conserva ancora tracce dell’infanzia.
La questione è un’altra, adesso.
Ne è CONSAPEVOLE?
Piccolo Mio, conosci il potere che hai su di me?
Si e no, è la risposta più sincera che può darsi.
Frutto della sua ‘esperienza’ secolare nonché del buon vecchio intuito femminile.
C’è da credere che lui voglia morire con una smorfia ironica incollata sulla faccia.
-Avrei preferito i palloncini, le trombette e una torta di panna e cioccolato…-
Il sorriso è scomparso.
Così dev’essere, pensa soddisfatta, mentre vede le pupille azzurre insondabili del Cacciatore dilatarsi al suo tocco lieve sul viso, lungo alla mascella fino alla bocca di lui, il labbro inferiore spaccato e gonfio per la disubbidienza di Warren.
Il desiderio si risveglia nel corpo del ragazzo come un animale dopo il lungo sonno invernale.
Gli istinti caldi, precisi, affilati.
Inconsapevolmente Spike protende il bacino verso la vampira, alla ricerca di un contatto più intimo, più profondo.
-Buffy….-
E la richiesta è così pressante che lei è tentata di abbandonarsi.
Qui e subito.
E al diavolo il rituale, Riley e il resto.
Ma a suo modo, un modo contorto, lei è FEDELE.
A CHI o a COSA non le è chiaro.
E lascia ricadere la mano spostandosi di due passi indietro, mentre il Cacciatore, frustrato, strattona le catene nel vano tentativo di raggiungerla.
-Eh no. Non FUNZIONA così.- Cerca di riprendersi, la voglia di assaggiare quella carne insolente è quasi irresistibile.-
Il fuoco in lei non si è attenuato.
Tutt’altro.
-Vigliacca.- La sta sfidando ad avvicinarsi di nuovo.- E bugiarda. Tu lo vuoi quanto me. Fatti avanti allora. E PRENDITELO!-
Sfacciato e sicuro di sé. Il galletto vuole alzare la cresta.
E’ necessario dargli una lezione.
E lei sa essere un’ottima MAESTRA in queste cose.
-Hai molto da imparare, Cucciolo.- Sferzante. –Warren!- Chiama, ed il vampiro compare sulla soglia. -Entra e chiudi la porta.-
Poi…-Lo hai riconosciuto, Cacciatore? Era uno dei tuoi compagni.- domanda leziosamente, -Ottima scelta, non CREDI?- Gira intorno al nuovo arrivato fissandolo negli occhi, quasi ipnotizzandolo.
-Warren, tu mi sei fedele?-
-Certo Capo.- E’ la prima volta che Buffy lo degna di più di uno sguardo distratto, ma lui non coglie la stranezza. E’ un gran bel pezzo di vampira e lui, bè lui da vivo era il migliore, il quaterback del liceo, rispettato e temuto da quel branco di nullità, circondato da un mucchi di gallinelle desiderose solo di farlo FELICE.
Anche questa non è poi così diversa, conclude, mentre un sorriso lascivo gli si allarga sulla faccia.
-E’ così… macho, non trovi Spike? Buffy accarezza sensualmente il petto del vampiro ma ora affonda il suo sguardo in quello del Cacciatore incatenato.- Mmmmm, così… prestante.-
-Lascia stare quello stupido bestione. SUBITO.- A denti stretti.
-Forse non ti sei mai fermato a considerare che quello che voglio è uno STALLONE? Un bell’ammasso RESISTENTE di muscoli e tendini….-
Un mormorio tentatore. –Che ne dici Warren? Vuoi che ti cavalchi fino a farti piegare le gambe e farti schizzare gli occhi dalle orbite? Sai, ho dei muscoli che non ti sei mai sognato. Potrei spremerti fino a farti esplodere come champagne caldo, e tu mi supplicheresti di farti ancora del male. Ti va?-
-Smettila, se no…- Il corpo del ragazzo è un arco teso, in procinto di spezzarsi.
-Se no COSA? Chi mi impedirà di farlo? TU?!!- Una risata insultante, alla quale si unisce quella del bovino che allunga una mano e le strizza pesantemente un seno.
A quella vista il desiderio e la frustrazione si trasformano in un grumo incandescente di rabbia che annulla qualsiasi razionalità.
La ODIA.
William smette di pensare.
E Spike incomincia a SENTIRE.
Vediamo di che pasta sei fatto Cucciolo, pensa lei, e il rumore della zip di Warren riecheggia nel locale semivuoto.
Un istante.
Buffy, inginocchiata di fronte al vampiro, ode la parete lacerarsi con uno strappo secco e un tornado abbattersi su di lei.
Su di LORO.
Lo schiaffo è talmente forte da riempirle gli occhi di lacrime e farla volare dall’altra parte della stanza.
Si è TRATTENUTO, ad ogni modo.
Il suo pugno l’avrebbe SPEZZATA.
Per LUI, Spike non ha tali riguardi.
Buffy ride, tenendosi la guancia, mentre vede il Cacciatore martellare l’altro, la cui faccia non ha più nulla di umano.
E neppure di demoniaco, se è per questo.
Si solleva, barcollando lievemente, ed esce dalla stanza accompagnata dalle suppliche del vampiro e da sinistri scricchiolii.
Sfilandosi il top in pelle lungo il corridoio pensa che, in fin dei conti, non era poi così RESISTENTE.
Non fu lunga per Warren ma, fino alla fine, urlò abbastanza.

L’ho fatto IO?
Si guarda le mani, le nocche escoriate e piene di sangue e di qualcosa che non vuole neppure IMMAGINARE.
Non solo l’hai fatto Cacciatore ma ti è anche PIACIUTO, gli sussurra una voce interna.
Cosa sono diventato?
Cosa mi ha fatto diventare LEI?
Gesù, io combatto per il BENE. E non dovrei sentirmi così…
Appagato?
Eccitato?
INCREDIBILMENTE SODDISFATTO?
Niente lacrime di coccodrillo, Ragazzo. La voce brutale ed onesta che gli riecheggia nel cervello, assume le cadenze di quella di suo padre. Se vuoi VIVERE e non semplicemente SOPRAVVIVERE devi accettare anche questo.
Nessun Sacro Compito. Nessuna Missione del Cazzo. E’ la tua NATURA.
Sono SBAGLIATO? E’ William a chiedere, forse per l’ultima volta.
Naaaaaa. Sei solo UMANO. Pensi di riuscire a conviverci? La Voce-Papà è diretta.
Imparerò.

Willie il Teenager e Spike il Cacciatore Nero, adesso, sono una cosa sola.
Finiti i convenevoli? La Daddy-Voice è feroce ora. Perché vorrei ricordarti che hai un conto in sospeso con la Sanguinaria.
Non si fanno aspettare le SIGNORE.
Non c’è nessuna fretta ormai, pensa, mentre recupera il suo spolverino accanto al mucchio informe che è, ERA, l’Atleta dell’Anno della Sunnydale High.
Avanza lentamente, seguendo la traccia dei vestiti disseminati lungo il corridoio fino ad una stanza. Le mutandine sono appoggiate alla maniglia.
Lei è dentro ad attenderlo.
Completamente nuda. E con indosso il volto della caccia.
-Basta giocare. Vieni.- E gli tende la mano.
Con un ruggito di trionfo chiude la porta con un calcio e va a ritirare il suo PREMIO.

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-Andrew, Jonathan che DIAVOLO succede?- I due vampiri sono seduti su un divano sgangherato e guardano uno stupido talk-show.- Dov’è Warren?-
Si sta spazientendo.
Rumori provenienti dal piano superiore. Colpi talmente forti da far scricchiolare le pareti del vecchio edificio.
-Warren è ANDATO. Puff.- E’ Andrew a risponderle, distogliendo gli occhi dal televisore.- E’ stato il Cacciatore. Ed è dentro con LEI da tre ore ormai.-, aggiunge, con una mimica molto espressiva.
-Non sapevamo che fare, Willow.- Jonathan la guarda in cerca di approvazione. -Il Capo ci ha ordinato di non entrare però ecco…-, deglutisce, - se lei avesse bisogno di una MANO?!-
Gli altri due si scambiano uno sguardo rassegnato ed alzano gli occhi al cielo in una muta comunicazione.
“Era così anche da vivo?”
“No. Era PEGGIO. Il demone gli deve aver regalato un po’ di cervello.”
-Tranquillo Jonathan.- La vampira gli sorride, feroce.- A quanto pare, c’è il Cacciatore a darle una mano…ed anche QUALCOS’ALTRO!-
Se non fosse impossibile, Willow giurerebbe di vederlo arrossire.
-Ah….EHI!….Oh…CAPITO.-
-Andrew?-
-Si?-
-Dì agli altri..-, uno sguardo incredulo del vampiro,-si.. insomma, a chi è scampato al massacro che il secondo piano è off-limits per TUTTI, a tempo indeterminato, se non vogliono trovarsi un paletto nel cuore. E questa volta non sarebbe il Cacciatore il PROBLEMA, capito?-
Il ragazzo annuisce e ritorna a seguire le storie di Oprah in Tv.
Nell’uscire mentre le vibrazioni si fanno più forti e frequenti e un pezzo di intonaco si stacca dal soffitto, Willow si volta.
-TRE ORE, hai detto?!-

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E’ riuscita a districarsi dalle braccia di lui e ad alzarsi.
Il suo..nemico, amante, cosa?, dorme profondamente su un fianco, la mano irrequieta dalle unghie laccate di nero e con i due pesanti anelli d’argento, alla ricerca della pelle e del seno di lei, il morbino cuscino sulla quale si era adagiata.
Istintivamente, con l’innocenza di un neonato.
Bè, forse il paragone arriva un po’ in RITARDO.
Lui ha bruciato tutte le fasi intermedie ed è molto vicino alla LAUREA, sogghigna fra sé.
Senza far rumore, fra le macerie di quella che fino a poco prima era la sua camera da letto, ritrova in un angolo una vestaglia di velluto nero e la avvolge intorno al suo corpo nudo prima di uscire.
Lontano da quella figura immobile nel suo letto.
Così’ CALDA.
Così VIVA.
Perdio, lui l’ha PROSCIUGATA.
Non ha un solo muscolo che non sia dolorante.
Bè qualche MUSCOLO più degli altri, pensa divertita…quando realizza una cosa.
Cristo, non si è tolto gli anelli neppure quando….
Ecco perché è così indolenzita LI’.
E poi dicono di noi demoni che siamo PERVERSI. Non conoscono bene gli adolescenti.
Ricorda vagamente di averglielo CHIESTO, tra un gemito e l’altro.
-Dove hai imparato QUESTO, Cucciolo? Di certo non sui libri.-
Ansima, mentre la testa di lui fa capolino tra le sue cosce e le scruta il volto rovesciato all’indietro, gli occhi socchiusi, divertito.
-Sanguinaria, devi AGGIORNARTI.
Sono figlio della tv via cavo e nipote di Discovery Channel.-
QUESTO, come lo chiami tu, lo abbiamo come materia obbligatoria a scuola.
Si chiama BIOLOGIA.
Ed io… prendo sempre una bella A.-, per poi rituffarsi sensualmente fra le gambe di lei a completare il lavoro iniziato.
Cattiva Buffy, Cattiva, mentre una sensazione di calore le si diffonde nel bassoventre. Non devi indugiare su queste piccolezze.
Piccolezze?
Non c’è nulla di PICCOLO in lui. Fa solo che se ne accorgano le stupide oche di questa cittadina e proveranno a mangiarselo. Vivo.
“GIA’ FATTO, Ragazze”. Con feroce possessività. “Siete arrivate in ritardo.”
L’immagine di Riley spazza via ogni traccia di divertimento dal volto della vampira.
L’ho tradito. Per la prima volta in 130 anni.
E non con il primo vampiro o demone-fungo di passaggio.
Con un Cacciatore.
Sedicenne.
Il suo mal di testa sta peggiorando
Dannazione, diventerà la prima vampira-dipendente da Valium.
Il problema, Buffy, è che sai BENISSIMO cosa devi fare.
E’ solo che non ti va di farlo.
Per nulla.

E’ rientrata.
Spike dorme ancora.
E’ solo quando la punta gelida della spada gli sfiora il petto che apre gli occhi.

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-Bel giocattolo.-
La lama percorre il corpo del Cacciatore con lentezza estenuante, sempre più in basso.
-Stai sbagliando direzione, Dolcezza.- Ironico. -La giugulare è qui.- Si indica il punto sotto il collo. Rilassato.
-Zitto. Smettila di far andare quella dannata lingua.-
-Non era questa la canzone che cantavi tre, no, QUATTRO orgasmi fa, però.-
-Forse ho deciso di dare UN TAGLIO a questa storia. Le cose cambiano, SAI. Non sempre si può avere quello che si vuole.-
Il lenzuolo è andato. E’ completamente nudo ed esposto allo sguardo indecifrabile della vampira.
-Uhm. “Non si può avere quello che si vuole”.- La imita, in falsetto. Per poi fulminarla con gli occhi.- Detto da te, Sanguinaria, il cui motto è “LO VUOI? PRENDILO! “è quasi…blasfemo.-
Secco e duro.
- Buffy, cosa è cambiato?-
-Cosa vuoi farmi dire Spike?-
Che è stato fantastico? GRANDIOSO?
A quale scopo, poi? Per lusingare il tuo orgoglio di maschietto? Notizia del giorno, fra tre minuti sarai un cadavere e non potrai vantartene in giro con gli amici!- Gli occhi di lei scintillano mentre la spada oscilla minacciosamente.
-Sai quanta fatica mi è costata questa spada? E ottenere il rituale?Ho dovuto persino mettere piede in una BIBLIOTECA!- Una smorfia di genuino terrore al ricordo.
-Ed ora dovrei gettare tutto al vento perché Spikey-Bogart ha deciso che questo non è più NIGHTMARE bensì un maledetto CASABLANCA!-
-E VAI con le paroline dolci, ed il romanticismo sospiroso e blabla…-
La rabbia è una potente alleata.
-Dimmi solo una cosa Buffy.- La interrompe.
-Dimmi che lo ami.
-Dimmi che ami quello per cui stai facendo tutto questo.-

Diglielo, Buffy. E’ semplice. Che tu ami Riley e che lui è tutta la tua stramaledetta non-vita.
D’altronde è la verità, no?
NO?
Con un gesto violento scaglia la spada lontano, la collera minaccia di soffocarla.
-Che ne sai TU? Non hai neanche cominciato a VIVERE. Sei solo un moccioso con il latte sulle labbra che gioca a fare il supereroe.
Io sono MORTA per Riley.
Vivo con lui da 130 anni. Ci sono fra noi legami che non puoi immaginare.
Neppure CONCEPIRE.
E vieni a domandare a me se lo AMO??!!-

-Si, Maledizione!-
Le blocca i polsi scaraventandola sul letto e bloccandola con il suo corpo.
-Te lo chiede il moccioso che ha combattuto PER TE.
Che ha ucciso PER TE.
Che si è DATO a te. Completamente. Volontariamente.
E che stai tentando di liquidare con un paio di banali frasette e con un atteggiamento di superiorità, da Vampira che Conosce il Mondo.- Aumenta la stretta, infuriato.
-Il piccolo Spike non può CAPIRE, è ovvio, però va bene per giocare alla riedizione di Vera La Pornoinfermiera, giusto?
-Bè, Miss Esperienza, il Cucciolo qui presente non ti ha chiesto PIETA’.
E neppure la VITA.
Ti chiedo solo di dirmi che lo ami.
Me lo DEVI.-
-PERCHE’?- Lei urla.
Un sussurro. -Perché voglio un buon motivo per MORIRE.-
Un silenzio lunghissimo e lei che ha smesso di lottare.
-Non lo so.-
-Non lo so più.-

Poi…

-Spike?-
-Si?-
-Qual è il tuo vero NOME?-

E’ l’inizio.

Capitolo 8
Epilogo

“Andiamo Kit. Fammi il nome di una, una soltanto per cui abbia funzionato.”
“Ho trovato. Quella Gran-Culo di Cenerentola!”
Beverly D’Angelo-Pretty Woman

Wait. They don’t love like I love you.

Qual è il momento in cui tutto è cambiato?

Se lo chiedono entrambi, ciascuno perso nei propri pensieri.
Quando lui le ha sussurrato, arrossendo, “William Archibald” aggiungendo, “se lo dici in giro ti uccido”, facendola ridere a crepapelle?
Oppure quando lei gli ha accarezzato dolcemente i profondi graffi sulla schiena, il SUO marchio, e gli ha chiesto, carina, aristocratica: “Ti ho fatto TANTO male?”

In realtà entrambi lo sanno.
Il momento ESATTO.

-William, ti fidi di me?-
E’ sopra di lui, nella mano un paio di lucenti manette, nell’altra una sciarpa di seta bianca.
La guarda per un lungo istante.
-MAI.- Un soffio.
E le porge i polsi, chiudendo gli occhi.

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Muovendosi silenziosamente Willow sale le scale.
Non crede che ci possano essere problemi, ma non è assolutamente sicura.
In realtà non è sicura nemmeno del PERCHE’ si stia preoccupando.
O del suo… rapporto con Buffy.
Troppo indipendente.
Troppo fuori dagli schemi.
Non per la prima volta pensa che la vampira bionda stia camminando su un filo sottile.
Attira il rispetto dei suoi uomini, questo si, ma non la devozione.
Ma a Willow piace.
Non è simpatia e neppure affetto, parola bandita dalla loro natura, ma entrambe..si APPREZZANO reciprocamente.
E soprattutto da quando si è unita alla Sanguinaria, non si è mai annoiata.
Ed ora il colpo di scena.
Lo sviluppo inatteso.
La sua “liason” con il Cacciatore.
Bel ragazzo ma non il suo tipo.
Non come l’ALTRO.
Lo Stregone.
Sorride tra sé. Sunnydale sta rivelandosi piena di sorprese. E di possibilità.
Immersa in questi pensieri, per poco non si lascia sfuggire l’ombra pallida che sta entrando nella stanza di Buffy.

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Così questo è l’altro MODO.
Spike è sorpreso.
Prima era stato bè…normale.
Si erano slanciati l’uno contro l’altro come animali.
Forza di Cacciatore contro forza di Vampiro.
Ed era stato fantastico non doversi trattenere per timore di farle del male.
Questo…è differente.
Non migliore.
Né peggiore.
Solo…diverso.

Forse, pensa, adesso potrà CHIEDERE.

-Buffy..- piano, se dorme non la vuole svegliare, ma lei ha già gli occhi spalancati.

-Cosa hai provato quando hai ucciso i tuoi?-

Cosa hai provato?

Cosa hai provato?

La vampira si irrigidisce.
-Liberazione.- Feroce.

-E sollievo.- Implacabile.
Nessun rimorso, in attesa della replica di lui. Che non arriva.

Arriva qualcos’altro.

-Sai , anch’io ho UCCISO mio padre.
Con i miei silenzi ed il mio stupido, arrogante, atteggiamento di superiorità.
Vedi, a me piaceva essere speciale. Ci provavo gusto nel pensare “Povero Papà, che non SA. Che non può capire.” E glielo avrei detto un giorno.
Con rabbia ed orgoglio, glielo avrei sbattuto in faccia come un’arma.
Lui è morto, però.
Non lo potrò più fare.-

Lei asciuga le sue lacrime e lo accoglie nel suo freddo abbraccio.

---------

Basta non parlarne, le diceva papà.
Lizzie non capì né notò lo sguardo deciso di suo padre, quel pomeriggio piovoso di settembre.
Lo stesso sguardo che Ginny aveva raccolto, per conservarlo dentro il proprio.
E stava lì, inchiodato ostinatamente nella sua memoria: le iridi azzurre di suo padre si fecero liquide di sangue prima di ricordarlo.
Alla pioggia seguì il vento, gelido e feroce, e la neve, silenziosa e segreta.
Con il profumo dei fiori appena colti nacque Henry.
Lizzie aveva visto sua sorella Ginny ingrassare e il bambino nascere senza alcuna spiegazione, come il sorgere del sole.
Nessuno si chiedeva il perché.
Lizzie continuò la vita di sempre e il bambino si unì a lei, senza far rumore, con i suoi grandi occhi ciechi.
Nessuno si chiese perché fosse cieco, così doveva essere.
Basta non parlarne, disse di nuovo il padre, il giorno in cui Henry compì sei anni.
La loro madre non parlava più da tempo.
Forse da quando era morto John, l’unico figlio maschio, in guerra.
O da quando era nato Henry, con le iridi azzurre così SIMILI a quelle del nonno.
Solo le sue mani, grassocce e piene di anelli, così svelte nell’amministrare punizioni, parlavano per lei.
E le due figlie del Reverendo Patrick Borden mantennero la promessa.
Non ne parlarono mai, neppure fra di loro.
Anche se Lizzie si sentì la gola lacerata dell’impulso di gridare, dalle sue labbra non uscì neanche un gemito quando vide il corpicino galleggiare a testa in giù nello stagno, dietro casa.
Neppure quando, tre giorni dopo, Ginny, la sua dolce sorellina, la bambina di 20 anni che celava il suo mongolismo dietro ad un sorriso, si tagliò i polsi.

Lizzie fece semplicemente quello che andava fatto.

Con la scure dell’uomo di fatica.

La loro madre aveva allevato due figlie che potevano star zitte, questo sì, ma che non sapevano MENTIRE.

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Spike la sente agitarsi nel sonno e, dolcemente, le stringe una mano.

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Nel dormiveglia le sembra di riconoscere il motivetto.
Appartiene alla sua infanzia.
Con quel ritornello così… feroce.
Ecco.
E’ la storia dei Tre Topolini Ciechi e della Crudele Fattrice che taglia loro il codino.
Quanto la odiava.
Buffy e Spike spalancano gli occhi nello stesso momento.
Riley torreggia su di loro, la spada di Shalon nelle mani.

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-Riley….-
-Shhhhhh. Mister Spanky aveva ragione. La mia Principessa di Coppe ha trovato un nuovo Re. Senti i Cani Neri che ululano alla luna?-
Lentamente distoglie lo sguardo da Buffy per posarlo sul ragazzo biondo, dalla pelle così bianca e tenera…
I due si fissano.
Trapassando la barriera dalla singolare giovinezza dell’uno e dalla folle debolezza dell’altro.
Un duello senza esclusioni di colpi. Per LEI.
Buffy conosce bene la forza ipnotica dello sguardo del suo Sire.
L’oscura capacità di insinuarsi nel profondo del nemico e di renderlo debole.
Impotente.
Nessuno a mai riuscito a sottrarvisi.
-Provaci amico.- Spike incrocia le braccia dietro la testa, noncurante.
E lei, per la prima volta in 130 anni, scorge un lampo di…insicurezza negli occhi del suo secolare Compagno.
-Devi solo provarci e diventerai STORIA.- Ma intanto, stranamente, il Cacciatore non muove un muscolo.
-Riley….-non riesce più a chiamarlo Amore. Non davanti a LUI.
-Possiamo trovare una soluzione.- Ed è lei la prima a stupirsi delle parole che le sono uscite dalla bocca.
-Ho studiato il rituale e non è necessario ucciderlo, sai.- Parla velocemente, quasi a scatti.- Io potrei BERE da lui e poi TU berresti da ME. Guariresti.- Sente il corpo caldo accanto a lei irrigidirsi e si fa forza per guardarlo.

-Lo faresti per LUI, Cacciatore?-

Silenzio.

-Lo farei per TE, Buffy.-

-Noooooo…- l’altro vampiro ride e lacrima allo stesso tempo, scuotendo la testa, -…non può ESSERE. Senza di te..-
- Lui non vivrebbe.-, conclude Spike.-E lo sappiamo bene tutti e tre.-
- Non chiedetemi di scegliere.- Sussurra lei.
Non posso e NON VOGLIO!- Quanto di più vicino alla disperazione per un demone senz’anima.
-Puoi e DEVI, Buffy.- Con voce gentile, senza nessuna sfida o tracotanza.
-La mia Principessa non sceglierà.- Riley con un solo gesto solleva la spada. –Lo farò IO per lei.-
Senza pensare, si slancia per proteggerlo con il suo corpo, mentre sente la lama fendere l’aria.

Poi il nulla.

Un sottile velo di polvere le ricade sul volto e sulle lenzuola del letto.

-Spero di aver fatto IO la scelta giusta.-

Willow è in piedi, nel punto in cui era Riley, con un paletto e un’espressione indecifrabile sul viso.

-Will…- E’ la prima volta che Buffy la chiama così.
La vampira rossa abbassa lentamente la mano.
-Non avresti mai avuto il coraggio di eliminarlo. E LUI..-, un cenno con la testa al Cacciatore, che osserva le due donne in silenzio,- …si sarebbe fatto uccidere pur di non alzare un dito su Riley. Per TE, ovviamente.-

-Umani….-, scrolla il capo avviandosi verso la porta,- ..non li capirò MAI.-

-Se ti servo, sono di sotto a guardare la Ruota della Fortuna con Andrew e Jonathan. Questa sera non ho voglia di uscire.-

-Willow.-

Si ferma.

-Un giorno ti dirò GRAZIE.-

Una lieve scrollata di spalle.

-Ed un giorno, forse, io lo ACCETTERO’.-

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L’andare a scuola era…. inconcepibile.
Una follia.
Quando aveva visto Angel, con il suo sorriso da bravo ragazzo attenderla sulla soglia di casa, salutando sua madre, come se nulla fosse, Darla aveva pensato di essere impazzita.
O di aver avuto l’incubo più realistico della sua vita.
Una volta usciti, lui le aveva parlato del funerale del padre di Spike.
Delle cose da fare.
E di quelle da NON DIRE, se qualcuno avesse fatto loro domande.
Molti studenti non erano rientrati nelle loro case stanotte.
Molti.
E lei aveva realizzato che era ACCADUTO.
-Angel…-, gli si era aggrappata, -…Spike è…-
-Vivo, Darla.- Le stringe la mano gelida.- Lo so. LO SENTO.
E sono sicuro che tornerà da noi. Prima o poi.-
-Lo sai che io non sono molto sveglia, Angel, e che quindi quello che è successo in palestra, bè, non ho CAPITO tutto.- Deglutisce.- Tu pensi che quella…che Buffy…- Non sa come dirlo.
-Darla..-, le accarezza lievemente il viso, in un gesto così adulto da turbarla, per un attimo, - Ieri molte cose sono cambiate. Ed anche Spike lo è.
Nessuno può capire chi o cosa sia.
Non lo sa neanche lui.
Però noi siamo suoi amici, giusto? – Lei annuisce enfaticamente, lo sguardo perso in quello nero liquido di lui.
-E quindi, piccola, non ci viene richiesto di CAPIRE.
Solo di ESSERCI.-
Riprendono a camminare lentamente mentre lei continua ad aggrapparsi alla manica del cappotto. Non al braccio. Chissà perché.
-E noi ci SAREMO, vero Angel?-

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Il silenzio era durato una vita.

-Vattene.-
-No.-
-VATTENE. ORA.-
-E perché?- La provoca, beffardo.- Devi correre in chiesa per accendere un cero e dire una preghiera per il tuo ex-Grande Amore?-
In un istante gli è addosso, le zanne sguainate vicino alla gola.
-Non commettere l’errore di sottovalutarmi, Cucciolo. MAI.-
-Guarda, che tu lo voglia o no Sanguinaria, siamo in DUE in questa storia.- Deciso.
-Ed allora? Pensi che, per questo, io ti dovrei dire, dopo aver visto il mio pluricentenario Compagno andare in polvere: “In fin dei conti, domani è un altro giorno” e aggiungere, sbattendo le ciglia “Caro sono stata una sciocchina, ma mi piaci, ti voglio bene, ti…”- Si blocca.

-Com’è DURO per te, Buffy, pronunciare la parola Amore.- La sua voce graffia.

-Ti scorticherebbe le labbra.-

-Oh sentitelo il Signore dei Proverbi.- Sbuffa, spazientita.
-E’ stato SESSO, Cacciatore.- Gli picchietta furiosamente il dito contro il petto.
-Il fatto che probabilmente un tuo sorriso e uno sguardo dei tuoi occhioni azzurri siano sufficienti a far allargare le gambe a delle insulse bambocce non ti autorizza a pensare che con ME basti così poco!
IO sono di serie A, amico.
Non c’è NESSUNA, umana o no, al mio livello.-
La tensione è al massimo.
Lo UCCIDO, pensa lei, come è vero che mi chiamo La Sanguin…

La furia c’è ancora, ma, non sa come, il picchiettio si è trasformato in una esplorazione del torace del ragazzo.

Anche lui è alterato adesso.
La afferra alla base della nuca, con una presa d’acciaio.
- E allora tu smettila di sbattermi in faccia la tua “esperienza”, Buffy. E di trattarmi come un soprammobile da mettere dove vuoi.- La costringe a fissarlo negli occhi.
-E, visto che siamo in argomento Dolcezza, se provi a ritentare il giochetto di prima con qualcun’altro, ricordati che farò a pezzi il Povero Bastardo, chiunque sia.
E dopo toccherà a TE.
E ancora.
E ANCORA.-
La IMPALETTO, pensa lui, come è vero che sono il Cacciat…

La mano di lui, dal collo di lei scivola sui capelli, accarezzandoli.

Lo sguardo della vampira fa scintille, mentre con un balzo si risolleva in piedi, imitata dal ragazzo. -Ed io strapperò gli occhi a chiunque oserà solo guardarti.
E poi te li farò MANGIARE!- conclude, leccandosi le labbra imbronciate.

-Perfetto.- La guarda impassibile.

-Ora che abbiamo chiarito come NON siamo interessati l’uno all’altro…-, Spike la ghermisce all’improvviso e la fa volteggiare per la stanza, ridendo, -…che ne diresti di un secondo round?-, esclama, guardando allusivamente il letto. –PRIMA, l’abbiamo mancato.-
-Buon per il letto.-, commenta lei, allacciandogli le gambe intorno alla vita e strofinandosi contro di lui.
-Sai, pensavo che ci volesse più tempo per voi umani per…ricarburare.-
-Sono un adolescente Sanguinaria, non ricordi? La nostra…polveriera è sempre carica!-

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Al Cacciatore sembra che lei abbia mormorato “ah, Dolci Sedici Anni” ma non ne è sicuro.
Non se la prende però, mentre si morde le labbra per non gemere.
La buona educazione innanzittutto, gli hanno sempre ripetuto.

E una VERA SIGNORA, pensa, non parla con la bocca piena.

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Il liceo sembra normale.
Caotico, colorato forse solo…. un po’ meno rumoroso.
Tante assenze INGIUSTIFICATE.
Entrando vedono passare Mister Marin, il coach di football che sbraita all’indirizzo di alcuni suoi atleti: – Se quei TRE non si presentano all’allenamento pomeridiano, li sbatto fuori a calci dalla squadra e poi li mando a pulire i cessi dello stadio nel dopo-partita!!-
Scorgono anche il Preside marciare verso il suo ufficio, più corrucciato del solito, tallonato da Wilkins, il custode. Dietro la porta chiusa, i due ragazzi colgono brandelli della conversazione.
-…in palestra,…..porta aperta,….una montagna di POLVERE,…stupido scherzo,…maggiore disciplina,…Nest,…biblioteca chiusa oggi…-

Angel scambia un lungo sguardo con Darla ed entrambi si mordono la lingua per non scoppiare in una risata isterica.

Si sente OSSERVATA.
E, a differenza dei suoi sogni adolescenziali, questo non la rende felice.
Per nulla.
Aprendo l’armadietto con un sospiro di sollievo, Darla tuffa la testa all’interno per evitare gli sguardi che l’hanno accompagnata, LI hanno accompagnati, lungo il corridoio.
Stanno circolando alcune voci.
Su di lei.
Su di loro.
Il tam-tam del Sunnydale High è in piena attività, pensa. Peggio della CIA.
Il racconto non è completo, non potrebbe esserlo, ma sufficiente a far convogliare occhiate inquisitrici, apertamente ostili o blandamente divertite su quella strana, insignificante coppia formata dal Secchione Moro e dalla Nullità Bionda.
Siamo stati TOCCATI dal Male, riflette, tirando fuori due quaderni.
E qualcosa ci è rimasto addosso.
Lo sportellino viene chiuso di scatto, lasciandole a malapena il tempo di ritirare la mano.
Voltandosi incrocia lo sguardo del Suo Incubo Peggiore da quando frequenta il liceo.
Ah NO.
Dopo i vampiri, Dio, non LEI.
-Cappuccetto Biondo, si dice in giro che abbiate fatto i monelli in palestra, ieri!-
Marcie Ross, la Reginetta della scuola, sfolgorante in top e jeans bianchi così aderenti e sexy da convertire anche Elton John all’eterosessualità, la squadra con aria di sufficienza, circondata dal solito corteo di cheerleaders ridacchianti.
-Dai, racconta tutto a zia Marcie..- la incalza l’altra, -…cosa avete combinato? Dopo essere stati nel campo-giochi dell'asilo, con secchiello e paletta avete tentato di fare un castello di sabbia in palestra? Discoli…discoli…- Un coretto di risatine servili sottolinea le parole.
Ora ci vorrebbe Spike, pensa Darla mentre chiude gli occhi per tentare di sfuggire a quel gioco al massacro.

-Ross…- La voce profonda di Angel rimbomba nel corridoio, dove quasi tutti gli altri studenti si sono fermati per assistere alla scena.
-Cosa c’è, Fallito?- Sempre altezzosa e sicura di sé, anche se il tono del ragazzo le ha spedito un guizzo lungo la schiena.
Una smorfia crudele taglia il viso di lui.
-Di cosa ti preoccupi?
Dell’agibilità del locale?
O che qualcuno possa aver danneggiato qualcosa?-
Le si avvicina, abbassando il tono che, per contro, risalta di più nel silenzio ora assoluto.
-Non ti preoccupare…Marcie.
SEI SEMPRE TU L’ATTREZZO PIU’ USATO DELLA PALESTRA.-
Mentre lei smette di sorridere, da vari gruppetti si levano risatine.
Non ridono più CON lei.
Ma PER lei.
- Come osi, brutto….- come una furia, il braccio sollevato e pronto a colpire.
Le afferra il polso, bloccandola.
Darla che è la più vicina, vede Angel chinarsi verso Marcie e sussurrarle qualcosa nell’orecchio.
E la maschera di perfezione della ragazza sgretolarsi rapidamente, lasciandola nuda.
Indifesa.
Di fronte a tutti.
-Allora? Cos’è questo assembramento? Sgomberare, forza, la campanella della prima ora è suonata da un pezzo.- L’insegnante di matematica è come un ciclone.
Un breve tramestio e si ritrovano soli.
Lui chiude il suo armadietto, dopo ever preso alcuni libri, e si avvia in classe senza voltarsi.
-Ci vediamo dopo, Darla.-
-Vvva.. bbene.- balbetta lei, gli occhi fissi sulla sua schiena.

E le sembra di VEDERLO per la prima volta.

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Si sta rivestendo.
O almeno tenta di farlo mentre lei ridacchia, sdraiata sul letto.
La t-shirt è inservibile e la camicia…ridotta a brandelli.
-Buffy vuoi liberarti di me facendomi arrestare per atti osceni in luogo pubblico? Per non dire che quella era la mia camicia PREFERITA!-
-Mmmm adesso che mi ci fai pensare, non è un’idea malvagia!- esclama lei con un sorrisetto malizioso, mentre lui saltella su un piede con indosso solo i jeans, alla ricerca del secondo anfibio volato chissà dove.
Allungandosi, la vampira recupera la dannata scarpa sotto un mucchietto di vestiti.
-Se ti metti un berretto da motociclista e un paio di baffetti potresti passare per uno dei Village People, lo sai? –
-Mooolto spiritosa, Sanguinaria. Il peso dei capelli non ti impedisce di pensare, TALVOLTA.-
-Non dimenticarlo, Mister.-

Si sorridono.

Poi la realtà li investe con la forza di un tir.

Altro che vecchia coppia.

Nemici naturali.

Cacciatore e Vampiro.

Gesù.

Le dà la schiena, seduto su un lato del letto. La vampira è all’altro lato.
-Cosa facciamo ora?-
-Assolutamente nulla, Cacciatore.- Tocca a lei CHIUDERE, no?
-E’ stato bello finché è durato..- Sarcastica. – Ora, per non sciupare l’effetto, la Cattiva di Turno, l’unica fra noi due ad avere la PATENTE d’altro canto, si allontanerà sul suo Cavallo Ferrato nel Tramonto, ehm facciamo DOPO il tramonto, alla ricerca di un altro luogo da Distruggere & Devastare mentre il Giovane Eroe Liceale si ricomprerà una camicia e continuerà a ..vivere.
-Tutto come prima, William. O quasi.- Beffarda.
-Non lo ACCETTO.- Ostinato, testardo e..adorabile.
-Tesoro..-, il sarcasmo è più accentuato ora, -vorresti con me una relazione alla luce del giorno? Ti ricordo che il sole mi fa male alla pelle.
E, Dannazione, a me piace CACCIARE.
E MORDERE.
E dopo un po’ incominceresti ad avere da ridire sul mio look, il mio taglio, le mie zanne e i miei gusti musicali!-
Silenzio dall’altra parte.

-D’altro canto potresti venire TU nel mio mondo.
Che ne dici?
Un giretto nel Dark Side of the Moon?
E, prendilo come un complimento Ragazzo, tu ci SGUAZZERESTI.-

Non le risponde subito.

Ci ha pensato.
In realtà non ha fatto altro nelle ultime ore. Strisciante come un serpente, il pensiero si è nutrito delle sue paure per il futuro, della sue insicurezza, delle montagne russe emotive che ha assaporato.
Potrei avere ogni cosa.
Potrei avere LEI.
Per SEMPRE.

-No, grazie.-
E fu tutto.

-Quindi…. bye bye, Baby.- Non è sorpresa.

-Ti amo, Buffy.- Serio.
-Anch’io, Cucciolo.- Ironica. -Non chiamarmi tu. TI CHIAMERO’IO.-

Ed esce dalla stanza e dalla sua vita.

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Con un balzo che nelle intenzioni dovrebbe essere felino, ma che assomiglia più che altro al saltello di un orso ubriaco, Darla scivola dietro alla scrivania dell’aula di informatica.
Nella pausa pranzo la Calendar, precisa come un orologio, si dedica ad una specie di meditazione yoga nel cortile della scuola, e rimane immobile per almeno mezz’ora.
Sempre.
Sbuffando ed imprecando la ragazza bionda si china sotto il mobile.
Eccolo là il dischetto maledetto, incastrato tra la scrivania ed il muro.
Fantastico.
E’ troppo pesante per lei, senza considerare il fatto che i rumori potrebbero attirare qualcuno.
Rifletti, Darla, rifletti….
Mentre è ancora accovacciata alla ricerca di qualcosa di lungo e sottile da usare come uncino sente la porta dell’aula aprirsi e richiudersi.
Lo stesso rumore, di nuovo, seguito dallo scatto del blocca-porta.
Silenzio, poi…
-Come diavolo hai fatto a saperlo?- La voce di Marcie Ross, completamente diversa da prima.
-Chi può dirlo, Ross….- La cadenza lenta e ironica è quella di Angel. –Forse non hai coperto bene le tue tracce…o forse qualcuno dei tuoi “amici” ha parlato….chissà.-
Sporgendosi cautamente Darla vede le due figure al centro della stanza, in piedi una di fronte all’altra, la ragazza bruna vibrante d’ira repressa, il suo amico rilassato e quasi…divertito.
-Che farai? Mi denuncerai al Preside?-
-Marcie…Marcie…- La guarda con insultante pietà. -Non siamo più all’asilo. Questi mezzucci li lascio volentieri alle oche e ai pupazzi di cui ti circondi.- Il sarcasmo conferisce ad ogni parola la forza di una martellata.
-Quanto a me…-, si osserva distrattamente le unghie,-…da te voglio solo un piccolo favore.-
-Quale?-
La sovrasta ora, costringendola a sollevare la testa per guardarlo in faccia.
-Da questo preciso istante tu e la tua BANDA lascerete in pace me e Darla.
Niente più scherzetti.
Niente più giochini.
Nessuna…interferenza nella nostra vita.
Come se non esistessimo.
Non ti dovrebbe risultare così difficile.
Basta che concentri le poche energie del tuo cervello su quello che conosci meglio.
TE STESSA.-
Con una sorta di affascinato terrore Darla osserva le mille espressioni passare sul volto di quella che, fino a qualche momento prima, considerava una specie di teen-divinità.
Bella. Ricca. Popolare. Desiderata.
Spazzata via dalla sottile crudeltà del suo migliore amico.
Un secchione.
Un perdente.
Uno SCONOSCIUTO.
Ma Miss Popolarità non si può arrendere. Non si è mai fatta mettere in un angolo da NESSUNO, figurarsi da questo….questo….
C’è ancora una carta da giocare.
Sfoderando quell’espressione sexy ed imbronciata che ha posto ai suoi piedi persino alcuni ragazzi dell’Università, lei allunga un dito e con l’unghia laccata gli sfiora i bottoni della camicia grigio-scuro .- E se io avessi in mente un altro tipo di accordo?- Gli domanda, maliziosa.
Pregusta già la resa totale di quel bamboccio.

La BAMBINA non vuole proprio capire, pensa Angel.
A mali estremi….

-Di che tipo di accordo stiamo parlando?-
Un maligno sorriso di trionfo da parte di lei. –Sei tu quello intelligente, a quanto dicono. Sii CREATIVO.-
In un attimo le grandi mani di Angel si agganciano ai passanti dei jeans stretti, strettissimi di lei e poi…la sollevano a mezz’aria, come un fuscello.
Marcie boccheggia, mentre il tessuto del pantalone le penetra nell’inguine, dolorosamente.
Sempre tenendola per i jeans, Angel la porta un poco più in alto all’altezza dei suoi occhi.
Due chiazze rosse sul viso di lei rovesciato leggermente all’indietro e le mani della ragazza che gli artigliano dolorosamente le spalle per farlo….smettere?
O no?
La bocca di lui ad un millimentro da quella di lei semi-aperta.
-Fidati Ross, tu non vuoi realmente sapere quanto posso essere CREATIVO.
In ogni campo.-
La tiene così fino a che non sente il corpo della ragazza scosso da un lungo, lunghissimo brivido e la presa sulle sue spalle allentarsi.
La lascia cadere senza tanti complimenti e con calma si siede accanto ad uno dei computer, con un sorrisetto, mentre lei è ancora ansante e scarmigliata, il viso che sta lentamente tornando al colore normale.
-Oggi Ross, hai ricevuto la tua prima e, spero per te, ultima lezioncina.
Lascia. Perdere. Me. E. Darla. -
-Che ci trovi in QUELLA?- Con il fiato corto e… qualcosa nella voce.

Gelosa?
Di me?
Darla è sconvolta..

Lui è stanco. Ed annoiato.
-Darla è mia amica. Ops… dimenticavo.
Tu non SAI cos’è un’amica.
Nessun problema.
La parola-chiave, nel tuo caso, è MIA.
E se non vuoi che la tua inutile, squallida, dorata vita liceale si trasformi in un incubo, Ross, non provare a toccare ciò che è MIO.-
La fissa, ed è lei la prima ad abbassare lo sguardo.
-Perfetto. Vedo che ci siamo…accordati.
Ah Marcie…-, la richiama mentre lei sta aprendo la porta per uscire,-….se fossi in te farei una sosta al bagno prima di tornare a casa.
A quanto so, le macchie sui tessuti chiari, una volta asciugate, non vanno più via.
E sarebbe un vero peccato per i tuoi bei pantaloni, non TROVI?-
Seguendo la direzione del suo sguardo, con orrore la ragazza si accorge della macchia che si sta allargando in corrispondenza del cavallo dei suoi jeans.
-Sei il Re dei Bastardi!- Gli occhi brillanti per le lacrime di stizza.

-Si, tesoro.- Con un’espressione..demoniaca.

-E’ stato bello anche per me.-

-Puoi uscire ora.-
Lui è seduto di fronte ad uno dei terminali, la luce dello schermo proietta ombre inquietanti sul suo viso.
Anche lei si SENTE, no, E’ diversa. Ancora piuttosto pallida, sul viso tirato i segni del pomeriggio di ieri e della giornata irreale di oggi.
Quando il mondo che conosceva si è rovesciato.
-Cosa c’è, Darla?- Il tono calmo e comprensivo del ragazzo agisce come un balsamo sui nervi ancora scossi di lei.
Dimenticherà, pensa Angel.
Con il tempo ed un PICCOLO AIUTO, se necessario.
Lei non vuole parlare di quello che ha visto.
Non è ancora PRONTA.
Si guarda attorno nervosamente, nella stanza ora deserta, a parte loro due.
-Angel ma…. vuoi rimanere qui da solo?! Se il Preside ti becca ad usare il computer senza l’autorizzazione della Professoressa Calendar ti …ti…-
-Mi metterà una nota?- Sarcastico, ma con dolcezza.
-Questa eventualità mi terrà sveglio la notte, piccola- Si porta una mano sul cuore in gesto fintamente apprensivo mentre le sorride.
-Tu che ci fai qui, ad ogni modo?-
-Angel, ricordi quella ricerca sui demoni Kromtor che hai fatto su Internet per il Signor Nest?- Darla parla tutto d’un fiato.- Mi avevi detto di cancellare tutto dal pc ed io l’avevo fatto ma per precauzione ho copiato tutto su un dischetto che scivolato dietro la scrivania. Nell’intervallo quella ragazzina con le trecce e l’apparecchio ai denti, Harmony, mi ha detto che sarebbe venuta la polizia a fare domande per i ragazzi scomparsi…e..e…-
-Hai pensato di fare Darla-Lupin e far sparire le tracce. Una vera CRIMINALE.-
-Non è il caso di riderci su…la scrivania è troppo pesante, e tu sei qui a rigirarti i pollici, e a breve la Calendar potrebbe rientrare, e….-
-Shhhhh.- Lei si blocca.
-Una cosa alla volta.-
Un sottile bagliore scaturisce dall’indice di lui ed avvolge completamente il mobile donandogli una singolare luminescenza. Si solleva silenziosamente e rimane così, cristallizato nello spazio.
-Prendilo, Darla.- Il tono è profondo e quasi ipnotico.
Come in trance la ragazza bionda raccoglie il dischetto, la pesante scrivania che levita sulla sua testa e che successivamente si riabbassa con delicatezza.
Il suono delle gambe che toccano terra è attutito, ovattato.
-Visto? Non era poi così difficile.- Nella voce di lui vibra l’eco del potere appena usato.
– E per quanto riguarda il mio stare qui… Joyce Calendar mi conosce bene.
Molto bene.
Diciamo che sta prendendo…. ripetizioni da me. E NON di Informatica.-, conclude con una nota metallica nella voce che lei associa istintivamente alla versione 2.0 del suo migliore amico.
Quello con gli occhi strani.
Quello che la terrorizza e la rassicura al tempo stesso.
Quello da cui è enormemente incuriosita e forse un po’..attratta.
Il SUO Angelo Nero.

Ed anche in questo caso la parola-chiave è SUO.

Avviandosi verso l’uscita, la mano sulla maniglia.
-Angel, guarda che LEI non ci lascerà in pace.-
-Pensi che non mi abbia creduto riguardo alle conseguenze della sua….ostinazione?- Lievemente stupito.
Lo fissa, con un mezzo sorriso sul volto.

-Penso che non veda l’ora che tu la PUNISCA di nuovo.-

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Alcune ore dopo, a casa di Spike.
Colpi.
Insistenti.
-Amico, chiunque tu sia, oggi è una giornata NO, se mai c’è stata, quindi….- Getta lo zaino con qualche ricambio d’abiti in un angolo e spalanca la porta d’ingresso di scatto, irritato.
E si pietrifica.
-Bè, non mi fai entrare?- Lei ticchetta le unghie contro lo stipite e sfugge il suo sguardo.
Silenzio.
-Dannazione Spike, mi sono sbagliata d’accordo? Sono donna, sono psicopatica-doc, sono una vampira di 130 anni che pretendevi?
COERENZA?
Non ho nessuna intenzione di CAMBIARE questo sia chiaro!
Al limite, dico AL LIMITE, potrei spassarmela nei bassifondi.
E in fondo tre, quattro bevutine al giorno…,- sguardo di lui,- ok, ok, una, due bevute che vuoi che siano?
Che sei?
Il Santo Protettore dei Criminali?
Ragazzo, hai L’AUREOLA un po’ appannata, fattelo dire.
E poi non è detto che DURI, sai.
Io mi stanco facilmente.
Vuoi rispondermi, maledizione? Toc, toc, c’è nessuno in casa? Che sei diventato, uno zombie? Impossibile, ho spezzato il collo all’ultimo stregone della Santeria un mese fa per un posto-auto quindi…-
Le poggia un dito sulle labbra azzittendola.
-Lo sai cosa voglio, Buffy.
Non ci girare intorno.
Vediamo come te la cavi adesso.-

Un sospiro profondo e gli porge il pacchetto che aveva nascosto dietro la schiena.
La fissa, sorpreso, per poi scartarlo.
E’ IDENTICA alla sua.
Solleva lo sguardo e la coglie mentre si mordicchia nervosamente le unghie.

-Sei una M, giusto?-

-Entra.- Gli ridono gli occhi.
-La taglia l’hai azzeccata..- commenta mentre chiude la porta,- ma il colore…brrrr.-.
-Sei incontentabile.-
-LO SO.-

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Il campanello trilla a lungo, riscuotendo il ragazzo bruno dalla sua concentrazione.
Lasciando il computer a lavorare da solo, i tasti che si muovono rapidamente, scende le scale. I suoi resteranno fuori per tutto il week-end e la cosa non gli dispiace.
Affatto.
Deve essere Darla, pensa.
In un lampo richiama alla mente l’immagine di lei così bionda, così luminosa, così leale…
Se fossi il buon vecchio Angel la metterei sul primo aereo in partenza per l’Antartide.
Sarà MIELE per demoni &Co.
Ma riflette, saltando gli ultimi tre scalini con un balzo, il Nuovo Angel non è così altruista.
Ho bisogno di lei e della sua luce, realizza.
E forse voglio essere io a SPORCARLA un po’.
Apre la porta e si ritrova a fissare zanne lunghe e occhi gialli pieni di malizia.
-BUH!-
-Ciao…Buffy, giusto?- Serafico.
-Spike, con LUI non c’è divertimento..-si lagna la vampira. .- Andiamo dall’altra, la bambolina bionda..scommetto che LEI se la farà sotto dalla paura!-

Il Cacciatore esce allo scoperto.
I due ragazzi si fissano a lungo.
-Angel..-
-Spike…-
-In partenza?- Ha visto un’auto vicino al vialetto.
-Come vedi.- Una pausa.-Dru?-
-Scomparsa.-
-Nest?-
-In preda ai rimorsi.-
-Ah.-
Silenzio.
-Ma siete sempre così, voi due?- Buffy li scruta ironica.
-No. Di solito siamo laconici.- risponde Spike, con un luccichio malizioso nello sguardo, per poi abbracciare l’amico.
-Entrate.-
-Fantastico.-, esclama la vampira, -Erano SECOLI che non entravo in una casa senza ucciderne il proprietario.-
-Lieto che la novità ti piaccia.-, risponde il padrone di casa, facendo strada. –Cosa posso offrirvi? Ho thè, caffè, 0 positivo….- All’occhiata interrogativa del Cacciatore risponde con un sogghigno.
-Tu non VUOI sapere, Spike, credimi.-
-Spikey…mentre voi maschietti vi salutate io mi vedrò Passion in tv. Non fate troppo schiamazzo altrimenti vi mordo entrambi!- Li guarda con aria fintamente minacciosa.
-Potrebbe risultare… interessante Sanguinaria, ma aspettiamo di consolidare la nostra storia!- Ribatte lui, malizioso.
-Bambini…bambini…- agita un ditino, avviandosi in soggiorno.
Rimasti soli, i due ragazzi si siedono. Angel offre una birra all’amico e la sorseggiano tranquillamente.
-Hai deciso di andartene, dunque.-
-Irlandese, non devo dirtelo io cosa accadrà se resto. Il Consiglio, Nest, e poi domande, domande, domande…
Non fa per me.
Semplicemente diventerò una statistica in più dell’Ufficio Persone Scomparse.-
-Tua madre potrebbe cercarti.-
-E in tal caso, le darai questa- una sottile busta bianca è sul tavolo.
-Quanto al resto, io e Buffy non ci conosciamo.
E le premesse non sono delle migliori.
Ma voglio vedere come va a finire.
Lo voglio DAVVERO, Angel.-
-IDEM, Cucciolo.- La vampira è sulla porta. –Ora però diamoci un taglio se non vuoi che la tua ragazza si trasformi in un mucchietto di cenere all’alba!-
Angel li accompagna all’ingresso.
-Ehi Irlandese, dai uno sguardo alla baracca mentre sono in ferie!-
-Contaci.-
-Angel..-
-Si?-
-Un’ultima cortesia…-
-Quello che vuoi, amico.-
Sincerandosi che Buffy sia abbastanza lontana, Spike si apre lo spolverino e mostra all’amico il regalo di lei.
-Ti prego, Angel, ti prego…gialla, viola, rossa..qualunque altro colore ma non ROSA CONFETTO!-

Avviando l’auto, Buffy scorge l’amico di Spike che sghignazza senza ritegno.

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Un toc-toc lieve e discreto.
-Spike, cosa ti serve adesso?- esclama, spalancando la porta.
Lei indossa un vestito lungo di un verde muschio cangiante come i suoi occhi. Occhi AFFAMATI. -Mi avevi promesso una partita, Stregone.-
Un lento sorriso gli stira le labbra.
-Accomodati…-
-Willow.-
-Willow.- Pronuncia morbidamente il suo nome.
-Io sono Angel.- Le volta le spalle ed entra, seguito da lei.
-CASUALMENTE ho dell’ottimo sangue fresco in frigo….-

La porta si chiude da sola.

Fine.