Solo tu |
Disclaumer: i personaggi citati non mi appartengono e non vengono usati a scopo di lucro. L’autrice scrive per puro piacere personale (e per la gloria ^_^) e non intende violare alcun copyright |
Summary: il futuro di una relazione potrebbe naufragare per una grande differenza d’eta? |
Pairing:Spike-Fred |
Timeline. Nel futuro, tra molti, molti anni… |
Raiting:per tutti |
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Solo tu |
Gli sguardi. Già era quello a infastidirla tanto! Gli sguardi erano sempre stati un problema per lei. Quelli di ammirazione la imbarazzavano quando era una ragazzina. Quelli che sottointendevano un giudizio la intimidivano. C’era una vasta gamma di sguardi che lei aveva imparato da subito a riconoscere e catalogare: scettico, ironico, indisponente, cattivo, pettegolo, derisorio… Bè, naturalmente aveva ricevuto anche sguardi piacevolmente carezzevoli… sguardi innamorati, sognanti, teneri, passionali… una miriade di sguardi che lei sapeva incasellare alla perfezione… tutti sguardi che non l’avevano mai sorpresa, nemmeno per un minuto! Oh, e poi naturalmente c’erano gli sguardi di Spike… Quelli si che la sorprendevano… Spike aveva quel modo particolare di guardare… quel suo inclinare leggermente la testa di lato e sorridere con gli angoli della bocca, un sorrisetto da monello, ricco di sottointesi, come se fosse sempre pronto a rivelarti chissà quali segreti se tu fossi stata abbastanza paziente da fermarti ad ascoltarlo. O dolce, altre volte. Gli sguardi di Spike sono sempre stati gli unici che non le hanno mai dato fastidio. Incapaci di giudicare, o di farla sentire poco attraente, poco sveglia, o semplicemente poco desiderabile. Gli sguardi di Spike l’hanno sempre amata come il resto del corpo di lui. E Fred, davvero, stava bene accarezzata da quegli sguardi. Anche adesso, che la situazione si faceva sempre più pesante da sostenere in pubblico, quando rimanevano da soli, lui continuava a guardarla con la stessa intensità e gli stessi occhi innamorati di venti anni prima. Il problema erano le altre donne. Lui era bellissimo, con quel suo gusto particolare e quel suo riuscire ad adeguarsi alle mode, pur mantenendo sempre un che di selvaggio, quell’aria stropicciata da ribelle irredento… E le altre donne potevano sentirlo arrivare, entrare in un ambiente chiuso e catturare tutto lo spazio, nonostante la figura sottile di fasci di muscoli ben disegnati… in questo aveva preso dal suo sire… E le altre donne lo fissavano. Sfacciatamente, divorandoselo con gli occhi. Morendo di curiosità e spettegolando tra loro pur di sapere quale meravigliosa stratosferica compagna sarebbe comparsa al suo fianco… E poi, puntualmente, arrivava lei. E Fred si sentiva così inadeguata, e così imbarazzata. Tanto che avrebbe voluto correre via ogni singola volta. Non che non fosse alla loro altezza… Fred era una bella donna. Si sentiva, una bella donna. Le sciocche ritrosie dovute alla timidezza e all’inesperienza erano scomparse col tempo e con Spike. Ma Fred adesso era una donna matura. Troppo matura. Mentre Spike continuava ad avere lo stesso aspetto di ragazzo impenitente. Una donna matura che vicino a quel suo tanto apparentemente più giovane compagno, si sentiva tremendamente fuori luogo. Inconcepibile per lei impersonare lo strano vecchio clichè della donna col fidanzatino giovincello… E così anche stavolta, quando lui cavallerescamente le porse una singola rosa rossa e si chinò a baciarla sulla bocca, mentre attendevano la maschera che li avrebbe condotti al loro palco, Fred si sentì incredibilmente giovane. E subito dopo incredibilmente vecchia. Sorrise, mascherando la tensione, e Spike si chinò verso il suo orecchio, massaggiandolo discretamente con la lingua. Per fare in modo che qualsiasi pensiero razionale abbandonasse la testa di lei. "ti interessa davvero cosa pensano?" soffiò alla fine, mordicchiandole la base del collo, soddisfatto di avere su di lei lo stesso identico effetto che aveva avuto la prima volta. Lei scosse la testa, convinta. I cattivi pensieri lontani di nuovo, almeno per quella sera… Spike poteva capire cosa subiva Fred in quei momenti, ma per lui era davvero inconcepibile che lei non si rendesse conto dell’invidia che la circondava. Era vero, le altre donne la invidiavano. Ma non, come pensava lei, perché aveva al suo fianco un nuovo splendente toy-boy da cui farsi scopare. La invidiavano perché Fred era una donna bellissima, fiera, capace di incedere con passo sicuro in una sala gremita in attesa di una sua conferenza con lo stesso fascino con cui sapeva incedere nella loro camera da letto per andare verso Spike coperta solo di qualche velo… "Tu sai qual è la verità…" sussurrò lui non appena si sedettero nel palco del teatro. "Fred tu sai chi sono io e quanto ti amo." E a Fred venne voglia di piangere per quelle parole così vere. Sorrise nel modo più dolce e luminoso che Spike conosceva. Il sorriso alla Fred, quello a cui lui era irrimediabilmente abituato. "ti amo" gli disse. "ma loro…" e lui la baciò mentre le prime note della Tosca si sentivano in sottofondo. La Tosca, come la loro prima volta a teatro. Appropriato per il loro ennesimo anniversario… "loro non esistono!" le disse staccandosi dalle sue labbra e permettendole di vedere il palcoscenico, le prese una mano calda tra le sue, rassicurandola ancora. "esisti solo tu" Esisti solo tu…
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