Angeli
Egli darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutti i tuoi passi.
(*Sal 90,11*)
Angel entrò in casa. Era buio, ma naturalmente non ebbe bisogno
di accendere la luce per dirigersi senza far rumore verso la sua
stanza. Dovette fermarsi, però, sulla porta.
"Dove credi di andare?"
Il vampiro si voltò e abbozzò un sorriso triste: "Ciao Silvia."
"Ciao Silvia?!?! È tutto quello che hai da dire?"
La ragazza si alzò, strofinandosi gli occhi. Si era addormentata
sul divano, davanti alla televisione, aspettando inutilmente il
ritorno del vampiro, ed ora era furiosa: "Vieni qui immediatamente e
spiegami dove sei stato!"
"Calmati, per favore, non è il caso di arrabbiarsi..."
"Non è il caso? Tu sparisci per un giorno intero senza farmi
sapere niente, facendomi morire di paura, e io naturalmente non mi
dovrei arrabbiare!!"
"Scusa, quante volte l'hai fatto anche tu?"
"MA IO NON MI INCENERISCO SE RESTO FUORI DI GIORNO!!" gridò lei:
"Insomma, si può sapere dove sei stato tutto questo tempo?"
"Sono stato... a casa di Buffy."
"A casa di Buffy?!" Silvia rimase in silenzio, con sguardo torvo,
poi aggiunse piano, scuotendo il capo: "Avrei dovuto
immaginarmelo..."
"Aspetta, lasciami spiegare..."
"Certo che ti lascerò spiegare, tesoro! Sono tutta orecchi!" e si
sedette di nuovo sul divano, gli occhi che mandavano scintille fissi
sul vampiro.
"Il Maestro ha chiamato i Tre per uccidere Buffy", cominciò lui,
appoggiandosi al televisore, di fronte a lei: "Io l'ho aiutata, e
sono stato ferito. Poi..."
"Sei ferito?" chiese Silvia allarmata.
"Non è niente, non preoccuparti. Però i Tre erano lo stesso
troppo forti, e siamo scappati a casa di Buffy."
"Quindi non li avete uccisi..."
"No. Ma hanno fallito. E la punizione per l'insuccesso è la
morte. Ci penserà il Maestro ad eliminarli."
"Mmh, bene, tre idioti in meno sulla Terra. Ora spiegami perché
non hai subito salutato la cacciatrice e non te ne sei venuto via
prima dell'alba."
"Te l'ho detto: ero ferito, e lei... ha insistito per curarmi..."
"Bene, dopo aver giocato al malato e all'infermiera, non potevi
dirle 'ciao'?"
Angel sospirò ancora una volta. Anni addietro, aveva detto a
Silvia, scherzando, che con lei stava bene perché lo faceva sentire
più umano. Infatti quando era con lei sospirava sempre.
Non era il caso però di fare battute in quel momento, la ragazza
era davvero arrabbiata. Angel le raccontò brevemente - non senza
sospirare altre due o tre volte per i commenti e le espressioni di
lei - di come Buffy l'avesse presentato a sua madre spacciandolo per
uno studente universitario, e poi l'avesse invitato a restare,
impensierita per i Tre.
"Oh, ma che romantico!", esclamò lei sarcastica e spazientita:
"Avete dormito insieme, ok, ma..."
"Abbiamo dormito *nella stessa stanza*, io per terra e lei nel
suo letto. Non *insieme*", precisò Angel.
"Va bene, avete dormito 'nella stessa stanza'", disse Silvia,
mimando con le dita delle virgolette nell'aria: "E poi?"
"Poi... niente. Sono rimasto nascosto lì per tutto il giorno.
Quando lei è tornata, si è arrabbiata perché credeva che avessi
letto il suo diario..."
"E tu l'hai fatto?"
"No!" Angel sembrava quasi scandalizzato.
"Va bene. Dopo cos'è accaduto?"
"Dopo..." il vampiro era a disagio. Evitava di guardarla negli
occhi "Dopo ci siamo baciati", disse tutto d'un fiato.
Gli occhi di Silvia rischiavano seriamente di uscire dalle orbite
per quanto erano spalancati.
"Tu... l'hai baciata?"
"Sì" Angel stava ancora fissando il pavimento. Lo irritava quella
situazione. Sapeva che ultimamente non stava agendo in maniera del
tutto razionale, ma Silvia si comportava quasi come una mamma col
figlio adolescente.
Di solito era lui a fare la parte del genitore.
Sapeva però che stavolta lei aveva ragione. Un vampiro e una
cacciatrice. Assolutamente inconcepibile.
"Non ci posso credere!" esclamò Silvia alzandosi in piedi: "Ma
cos'hai in quella testa? Io... io... e tutte le ramanzine e le
raccomandazioni che fai sempre tu a me?"
"Adesso non esagerare. Ho sbagliato, hai ragione, però non puoi
paragonare la tua... situazione, con la mia!" la guardava negli
occhi, ora.
"Sì, sì, va bene. Ma non stiamo parlando di me adesso, non
cambiare discorso! Stavolta l'irresponsabile sei stato tu!" e gli
puntò un dito sul petto, mentre lui tornava a distogliere lo
sguardo.
Silvia sospirò. Poi gli prese il volto tra le mani e lo costrinse
a guardarla in faccia: "Angel, dimmi la verità: ne sei davvero
innamorato?"
Lui non rispose subito. Lasciò passare alcuni istanti di
silenzio, poi ammise: "Sì."
Silvia lo lasciò andare, e sospirò di nuovo: "Angel, lo sai, io
ho sempre sperato che tu ti innamorassi di qualcuna, che ti
rendesse... quasi felice. Ma... una cacciatrice! Quando scoprirà chi
sei, non..."
"Lo sa."
"Come?" Silvia davvero pensava di aver capito male: "Lo sa?!?!"
Angel annuì.
"Com... Gliel'hai detto? E.. come l'ha presa?"
"No, non gliel'ho detto. Dopo.. il bacio, io... non so perché, ma
ho mutato il volto."
"Oh mio Dio! E lei?"
"Ha... gridato. E io sono scappato dalla finestra."
"O mamma mia! Ora... penserà che l'hai ingannata! Ti vorrà
uccidere! Dobbiamo... ci penserò io, proverò... a spiegarle tutto,
e..."
"No. Non ti preoccupare. Me la vedrò io. Non vorrei mettere nei
guai anche te.."
"Nei guai? Ma che dici? Non sarà un problema, io..."
"No, Silvia, per favore. Lascia che ci pensi io."
Angel si diresse a casa di Buffy, deciso a parlarle. Alzò una
mano per bussare alla porta, ma poi ci ripensò e fece per andarsene,
quando udì Joyce gridare. Corse sul retro ed entrò.
"Lasciala andare", gridò, quando vide Darla mordere il collo
della madre di Buffy.
"Ne ho bevuto solo un po', c'è ancora tanto sangue. Non hai
voglia di qualcosa di caldo dopo tutto questo tempo? Dai, Angel. Dì
solo 'sì'!", e la vampira gli gettò il corpo privo di sensi.
Angel sentiva l'odore del sangue, vedeva il segno del morso sul
collo della donna. Su una cosa Darla aveva ragione: era davvero
tanto tempo che non beveva sangue umano. Senza rendersene conto, la
sua faccia mutò in quella del suo demone.
"Bentornato a casa!" lo schernì la vampira, e immediatamente
scappò via, proprio mentre Buffy rientrava a casa.
Giles camminava in fretta lungo il corridoio dell'ospedale, alla
ricerca della camera della madre di Buffy. Si sentiva molto in
ansia. Non avrebbe dovuto permettere alla cacciatrice di frequentare
qualcuno di cui non sapeva niente. Ma... un vampiro! Chi avrebbe
potuto immaginarlo? E poi lui non era suo padre, non poteva dirle
come scegliere gli amici.
Però si sentiva in parte responsabile per quello che era accaduto
a Joyce.
Finalmente trovò la stanza, ed entrò. La donna stava parlando con
Buffy di quello che era accaduto: "...il dottore dice che sembra una
forchetta da barbecue. Ma noi non abbiamo una forchetta da barbecue!
Lei è un dottore?", disse poi rivolta a Giles, che era rimasto
sulla porta.
"Oh, no mamma, questo è il signor Giles", spiegò Buffy.
"Oh, il bibliotecario della tua scuola! Ma che ci fa qui?",
chiese stupita.
"I-io ero solo venuto a portarle i miei saluti, e ad augurarle
una pronta guarigione."
"Ragazzi, il personale scolastico si preoccupa davvero degli
studenti, in questa città!"
"Ora riposati, però", le disse Buffy, e uscì dalla stanza,
insieme a Giles, Xander e Willow. Si sentiva in colpa. Sua madre
sarebbe potuta morire... si era comportata in modo così stupido...
I suoi amici cercarono di consolarla, ma lei sapeva che c'era
solo una cosa da fare: trovare Angel e ucciderlo.
Giles la mise in guardia: "Non è un vampiro come gli altri. Ti
conosce. Ha affrontate i Tre. Credo ci vorrà più di un paletto."
"Penso anch'io", rispose Buffy risoluta, e corse via, diretta in
biblioteca, a rifornirsi d'armi. Poi sarebbe andata al Bronze. Aveva
sempre incontrato Angel lì vicino.
Il vampiro intanto era solo in casa. Silvia era uscita, e non
sapeva dove fosse andata. Probabilmente a parlare con Buffy. Si
sarebbe dovuto affidare a lei da subito. Lui era stato solo capace
di peggiorare la situazione. Ma gli era sembrato giusto chiarirsi
con Buffy faccia a faccia, le doveva una spiegazione. E poi era
riuscito a salvare sua madre. Questo era l'importante. Sentì bussare
alla porta. Chi poteva essere? Silvia? Buffy, venuta ad ucciderlo?
<Ma non sa dove abito...>, pensò, mentre apriva la porta.
"Ciao Angel."
"Darla... Lasciami solo" fece per chiudere la porta, la vampira
tentò di bloccarlo, ma la parete invisibile glielo impedì.
"Dannazione!", esclamò "Ma come è possibile?"
Angel tenne la porta socchiusa: "Anche Silvia abita qui. Lei è
viva, perciò tu non puoi entrare senza invito."
"Ancora quella puttanella? Quando ti libererai di lei?" senza
ascoltarla, Angel stava di nuovo per chiuderla fuori, ma Darla gli
gridò: "Allora non mi resta che trovarla e ucciderla!"
Il vampiro riaprì immediatamente la porta, e lei fece un passo
indietro, allontanandosi abbastanza da costringere Angel ad uscire
per fermarla: "Certo, se tu mi invitassi a entrare, non ne avrei
bisogno..." disse con voce suadente. Poi si voltò, ma il vampiro la
afferrò per le spalle, e la costrinse a girarsi di nuovo: "Non
provare a toccarla. Sta lontano da Silvia. E da Buffy."
"Oh, ti preoccupi anche della cacciatrice adesso. Ti sta
cercando, proprio ora, lo sai? Vuole ucciderti."
"Vattene!"
"Cosa credi? Pensi che lei potrà capire? Che vedrà la tua
faccia... la tua vera faccia... e ti bacerà? Per cento anni non hai
avuto un momento di pace perché non hai accettato chi sei. Invece è
solo questo che devi fare. Accettarlo.
Non lasciare che lei ti uccida. E non dare ascolto alla tua
amichetta mezzo sangue. Non puoi fingere di essere umano. Uccidi!
Nutriti! Vivi!"
"D'accordo!", e così dicendo Angel la scaraventò contro il muro.
"Cosa vuoi?", gli chiese lei arrabbiata.
"Voglio farla finita."
"Va bene", il tono della vampira era ora provocante: "Mi hai
fatto male", sorrise: "Anche questo va bene."
Silvia arrivò di corsa nella hall dell'ospedale. Non appena notò
Xander e Willow si diresse verso di loro.
"Ciao ragazzi!", li apostrofò.
"Silvia! Ciao! Che ci fai qui?" la salutò Willow.
"Ero andata da Buffy, e non c'era nessuno. Una vicina mi ha detto
che era venuta un'ambulanza, così sono corsa qui. Cos'è successo?"
"Ehm... la mamma di Buffy è... caduta, e si è ferita... al
collo..."
"Al collo?", chiese Silvia preoccupata.
"Sì, ma non è niente di grave. Ora sta bene."
"Meno male!" la ragazza era visibilmente sollevata. Mentre
parlavano, Giles uscì precipitosamente dalla stanza di Joyce,
dirigendosi verso i ragazzi.
<Avrei preferito fossero da soli>, pensò, notando Silvia. La
riconobbe: era una studentessa del Sunnydale High. La conosceva
perché era un'assidua frequentatrice della biblioteca, anzi, in
realtà praticamente l'unica frequentatrice, a parte Buffy, Willow e
Xander. Qualche volta aveva anche intrattenuto con lei piacevoli
conversazioni sulla letteratura. La ragazza mostrava notevole
cultura e interesse verso l'argomento. Spesso però avevano dovuto
inventare mille scuse per allontanarla, quando la sua presenza era
stata inopportuna. Come in quel momento.
"Abbiamo un problema", esordì. I ragazzi intuirono di cosa poteva
trattarsi: "Lei si riferisce al... *solito* problema?", chiese
Xander.
"Esatto. Pare che Angel non... fosse da solo..." Giles cercava di
spiegarsi a Willow e Xander, senza far insospettire la loro amica:
"La signora Summers mi ha appena detto che c'era anche un'amica di
Buffy, che io però non conosco. Una certa Darla... voi..."
"Darla!" esclamò Silvia spaventata.
"La conosci?" chiese il bibliotecario.
"Purtroppo sì. Ora si spiega tutto. È stata sicuramente lei a
mordere Joyce."
"Cos...? A fare cosa?" Xander era sbalordito.
"Oh, lo so che avete pensato fosse stato Angel, ma ci sono un
sacco di cose che non sapete di lui... è una storia lunga. Non c'è
tempo, ora, però. Dobbiamo sbrigarci."
Al Bronze Buffy aveva trovato Angel. Stavano combattendo già da
un po'. Ma nessuno dei due aveva la meglio. Sembrava che non
facessero sul serio.
Buffy scoccò una freccia dalla balestra che aveva con sé, e mancò
il bersaglio.
"Un po' alto", commentò il vampiro.
"Perché?", gli chiese lei: "Perché non mi hai attaccata quando ne
avevi l'occasione? Era uno scherzo? Farmi innamorare di te e poi...
ho ucciso molti vampiri, ma non ne avevo mai odiato uno prima
d'ora."
"È meglio, no? Rende tutto più semplice."
"Ti ho invitato ad entrare in casa mia, e tu hai attaccato la mia
famiglia!"
"E perché no? Ho ucciso la mia. Ho ucciso i loro amici... e i
figli dei loro amici... Per più di cento anni ho offerto una morte
orribile a chiunque incontravo. E l'ho fatto col canto nel cuore."
"Cos'è cambiato?"
Angel le spiegò della maledizione, dell'anima, del modo in cui
cercava di scontare il male che aveva fatto.
Buffy sembrò credergli. Gettò la balestra e gli si avvicinò.
Nascosta nell'ombra, Darla si rese conto che Angel non avrebbe
ucciso la cacciatrice. Si decise allora ad uscire allo scoperto.
Giles, Silvia, Willow e Xander erano finalmente arrivati al
Bronze. Sentirono dei colpi d'arma da fuoco provenire dall'interno
del locale, e si precipitarono dentro. Darla, con due pistole in
mano, sembrava divertirsi un mondo a sparare alla cacciatrice, che
si era nascosta dietro un tavolo da biliardo. Silvia notò Angel a
terra, sanguinante. Probabilmente Darla gli aveva sparato.
Non appena li vide arrivare, la vampira indirizzò il fuoco verso
di loro. I quattro si gettarono a terra.
"Che bella serata!", esclamò: "Ucciderò una cacciatrice, e mi
libererò della fastidiosissima dampyr. E Angelus sarà di nuovo mio!"
"Dobbiamo cercare di distrarla", suggerì Xander mentre si
nascondevano dietro il bancone.
"Buffy, non è stato Angel ad attaccare tua madre, è stata Darla!"
le gridò Willow.
La vampira sparò nella direzione da cui proveniva la voce.
Intanto Silvia corse accovacciata lungo il bancone, e sperando
che il rumore degli spari coprisse il suo spostamento, si portò
dietro la vampira, che era tornata a concentrare la sua attenzione
sulla cacciatrice. Cercò di sorprenderla alle spalle, ma la sua
mossa non era passata inosservata. Darla se l'aspettava, si girò di
scatto e le sparò con entrambe le pistole. La ragazza non riuscì a
schivare le pallottole, e una la colpì ad una spalla.
"Non aspettarti che mi avvicini!", le disse la vampira: "Con
tutto quel sangue potrei farmi solo male! È questo il bello delle
pistole: puoi uccidere da lontano, senza problemi", e così dicendo
le puntò contro l'arma e premette il grilletto. Ma Buffy fu più
veloce, le fu addosso e la fece sparare in aria. La cacciatrice
riuscì a toglierle almeno una pistola, e le due cominciarono uno
scontro in cui Darla era decisamente in vantaggio.
Nel frattempo Silvia lentamente si avvicinò alla balestra che
Buffy aveva lasciato a terra. La spalla le faceva male, e perdeva
molto sangue. Riuscì a prendere l'arma, ma non ce la faceva a
tenerla con il braccio destro.
Giles si alzò in piedi e armeggiando col quadro di controllo
delle luci, accese le stroboscopiche. Darla si volse a guardarlo,
smettendo di sparare, e Buffy ne approfittò per allontanarla da sé
con un calcio, facendole perdere anche la seconda pistola. La
vampira si rialzò in piedi, al centro del locale. Silvia colse
l'occasione, e scoccò una freccia, tenendo l'arco con la sinistra.
Colpì la vampira allo stomaco, e lei si mise a ridere: "Beccata, ma
non al cuore! Non preoccuparti mi occuperò subito di te. Ma prima
devo uccidere la cacciatrice."
Di nuovo fu addosso a Buffy, ancora più arrabbiata, mostrando
finalmente il volto da demone. La bloccò a terra e avvicinò la bocca
al suo collo.
Prima che potesse morderla, però, sentì qualcosa trapassarle il
cuore. Ebbe appena il tempo di voltarsi verso chi l'aveva colpita, e
le sembrò che un'altra freccia la trafiggesse: era stato lui ad
impalettarla.
"Angel...?", mormorò, e divenne polvere.
Il vampiro rimase a guardare le sue ceneri, poi alzò gli occhi
verso Buffy.
Silvia sospirò, e si lasciò cadere esausta a terra, sempre
tenendosi la spalla ferita con la mano.
Intanto Giles, Willow e Xander erano usciti dal loro
nascondiglio.
Buffy si alzò dal pavimento, e si diresse fuori. Angel si
avvicinò a Silvia: "Stai bene?", le chiese. Anche Giles si era
avvicinato alla ragazza, e provava a tamponarle la ferita con un
fazzoletto. Angel glielo prese di mano, e mentre Silvia protestava
che non era grave, lo legò intorno alla sua spalla, stringendo molto
forte il nodo.
"Ahi", sfuggì alla ragazza.
"Scusa, ma hai già perso molto sangue. Meglio che ti porti a
casa."
Giles non protestò, sebbene ritenesse più prudente accompagnarla
in ospedale. Non sembrava una ferita tanto grave, però. Silvia si
stava già rialzando, aiutata da Angel, e si reggeva bene in piedi.
Eppure, c'era tanto di quel sangue...
Uscirono tutti dal locale senza parlare.
La sera dopo, al Bronze, Buffy, Willow e Xander seduti attorno ad
un tavolo, ripensavano a ciò che era accaduto la notte precedente.
"Hey, guardate, c'è Giles!", esclamò ad un tratto Willow.
Buffy e Xander si voltarono e guardare, e un'espressione di
stupore apparve sui loro volti.
"Ma che fa?", chiese Buffy: "Sta... cercando di rimorchiare?"
In effetti l'osservatore stava parlando con una ragazza. Le fece
un cenno nella loro direzione, e lei annuì, poi insieme si diressero
verso di loro.
"Ma è Silvia!", esclamò Xander.
"Ciao ragazzi!" li salutò lei, lievemente imbarazzata.
"Ciao! Ti... sei rimessa in fretta...", osservò Buffy: "Ieri
sembravi conciata piuttosto male."
"No, non era una ferita profonda. Guarisco in fretta" disse
sorridendo, e muovendo il braccio per mostrare che non le faceva
male: "Solo che... perdo molto sangue, perciò sembra tutto più grave
di quanto non è". Lanciò una sguardo a Giles, che annuì. Lei
sospirò, e si sedette al tavolo con loro: "Giles mi stava dicendo
che forse... vi dovrei una spiegazione..."
Nessuno le rispose, così la ragazza si schiarì la voce e cominciò
a raccontare: "Mai sentito parlare di dampyr?"
Xander e Willow, fecero segno di no con la testa, e si voltarono
verso Buffy. Ma anche la cacciatrice scosse il capo, e si voltò a
sua volta verso il suo osservatore.
"Ne ho sentito parlare", disse lui: "Un dampyr è un figlio di un
vampiro e di un essere umano. Ma molti al Consiglio sostengono che
siano solo una fantasia."
"Il Consiglio crede solo quello che vuole credere. I dampyr
esistono. *Io* sono una dampyr."
"E... chi è un vampiro, tuo padre o tua madre?", chiese Xander,
guadagnandosi una gomitata da parte di Willow.
"Credevo che i vampiri non potessero avere figli", disse Giles,
ignorando il commento del ragazzo.
"Sì, in effetti è così. Per la precisione mio padre - si tratta
di mio padre, Xander, se ti interessa tanto saperlo - mio padre non
è proprio un vampiro, ma un Maestro della Notte."
La rivelazione lasciò ammutoliti gli ascoltatori, finché Willow
osò chiedere: "Cioè?"
"Non sapete cos'è un Maestro della Notte?", Silvia era a dir poco
sbalordita:"Giles? Nemmeno tu?" chiese all'osservatore.
"Anche dei Maestri della Notte si dice siano solo favole",
rispose lui, un po' imbarazzato.
Silvia sbuffò spazientita: "Bè, vi posso assicurare che
esistono!"
"Anche quello che chiamano 'il Maestro' è uno di loro?", chiese
la cacciatrice.
"No. È solo un presuntuoso. Però, vi ripeto, i Maestri della
Notte esistono. Probabilmente il Consiglio preferisce ignorarli,
perché ne ha paura."
"Sono così potenti?", chiese ancora Buffy, cercando di nascondere
la sua preoccupazione.
"No", le rispose Silvia, calmandosi: "Solo... più potenti dei
vampiri normali. E non si sa molto di loro. Neanch'io ne so quasi
niente. Forse per questo fanno paura.
I Maestri della Notte sono vampiri che non hanno un sire. Per
quel che ne so esistono da sempre, dicono che siano i primi vampiri,
nati dall'unione tra demoni e umani. Non ne esistono molti. Forse
qualche decina. Ma è difficile distinguerli da un vampiro comune.
Non che importi molto: per ucciderli basta comunque un paletto nel
cuore. Però possono avere figli dagli esseri umani. E questi possono
diventare dampyr."
"Diventare? Vuoi dire che non lo sei dalla nascita?", chiese
Willow incuriosita.
"No. Non proprio, almeno. Io... non lo sapevo, finché mio padre
non è venuto a cercarmi. Un dampyr può anche vivere come un essere
umano per tutta la vita. Se però beve il sangue di un vampiro,
diventa dampyr."
"Non diventa un vampiro? I dampyr non muoiono?", chiese Xander.
"Non basta bere il sangue di un vampiro per diventare come lui",
spiegò Giles: "Bisogna stare tra la vita e la morte. Credo che se un
dampyr venga morso prima di bere il sangue, diventi anche lui un
vampiro", e si volse verso Silvia con sguardo interrogativo.
"Sì, è esatto", confermò lei: "Ma è difficile che ciò accada,
perché il sangue di dampyr è letale per i vampiri."
"Davvero? Quindi se un vampiro ti morde, muore?", Willow era
sempre più curiosa.
"No, non proprio. Fa male, come un acido. Se viene a contatto col
loro cuore, allora si polverizzano come con un paletto. Ma
dovrebbero berne tanto, per morire, immagino. Non lo so di preciso,
però, non mi è mai successo."
"Nessuno ti ha mai morsa?"
"Nessuno a cui il mio sangue facesse male."
"Che vuoi dire?", stavolta era stato Giles a parlare,
interessatissimo alle spiegazioni della ragazza: "Esistono vampiri
immuni al sangue di dampyr?"
"Non di un dampyr in generale, ma di uno con lo stesso sangue.
Per esempio mio padre potrebbe mordermi tranquillamente."
"Come mai non si conoscono i dampyr? Perché il Consiglio li
ignora?", chiese Buffy, aggrottando le sopracciglia. Silvia la
guardò in silenzio, dette un'occhiata a Giles, ma vide che
l'osservatore non aveva intenzione di intervenire. O forse neanche
lui sapeva rispondere a quella domanda.
"In realtà di preciso non lo so. Ma posso immaginarlo. Vedete, di
solito i dampyr vivono come i vampiri. Si cibano di sangue umano,
uccidono la gente..."
"Scusa, scusa... aspetta un attimo..." la interruppe Xander: "Tu
ti... nutri di sangue?"
Silvia sorrise e scosse la testa: "No. Mangio normalmente. Però
potrei sopravvivere anche solo bevendo sangue. E la maggior parte
dei dampyr preferisce vivere così. Per la verità, per quanto ne so,
io sono l'unica dampyr vivente che uccide i vampiri e non le
persone."
I ragazzi erano rimasti colpiti dal racconto di Silvia. Era
calato un certo imbarazzo, e i tre cercavano di evitare di guardarla
negli occhi. Giles invece era sempre più interessato: "Quindi
secondo te il Consiglio non si preoccupa dei dampyr perché sono come
i vampiri..."
"Può darsi. Ma dovrebbe occuparsene, secondo me. Perché i dampyr
sono comunque più forti degli esseri umani, e vivono più a lungo.
Certo, sono, appunto, 'vivi', e quindi più facili da uccidere, però
possono andare tranquillamente in giro sotto il sole, e questo è un
vantaggio da non sottovalutare. Il vero motivo per cui il Consiglio
*finge* di ignorarli, secondo me però è un altro. Ma..." si
interruppe, e tutti si voltarono in direzione del suo sguardo. Era
arrivato Angel.
Buffy si alzò e si diresse verso di lui.
Silvia rimase a guardarli, mentre Xander invece si girava
volutamente dall'altra parte, mormorando un "Non mi importa niente
di quello che succede!". E per convincere gli altri e se stesso che
era vero, tornò ad interessarsi a Silvia: "Hai detto che i dampyr
vivono più a lungo degli esseri umani, vero?"
"Sì. Quando un dampyr viene... come posso dire.. 'attivato',
rimane per molti anni con l'aspetto che aveva allora. Poi arrivato
ad una certa età, comincia ad invecchiare. Io avevo 18 anni quando
sono diventata dampyr."
"E.. ora quanti anni hai?"
La ragazza sorrise: "È buffo, ma.. non me lo ricordo! Ho smesso
di contarli. Però, facendo un calcolo, sono nata nel '62, quindi..."
"Hai 34 anni!", esclamò Willow, sempre in gamba con la
matematica: "Non sei proprio vecchia, quindi... Però in effetti
sembri una della nostra età!"
"Per la verità..." spiegò la dampyr un po' titubante: "Intendevo
1862"
"Oh" fu l'unico commento della rossa.
Nel frattempo Silvia non aveva perso di vista Buffy ed Angel.
Aveva cercato di capire cosa si stavano dicendo, ma col frastuono
del locale era impossibile sentirli, anche per le sue orecchie più
sviluppate. Tuttavia dalle loro espressioni poteva intuire quasi
tutto.
"Scusami, Silvia", insistette Xander, che tentava di non pensare
a cosa stavano facendo Buffy ed Angel: "Se tu sapevi che Buffy era
la cacciatrice, perché non ti sei presentata subito per quello che
eri?"
Silvia si voltò a guardarlo, negli occhi un misto di divertimento
e irritazione: "Guardate le vostre facce, le vostre espressioni, e
capirete. Non mi è mai piaciuto fare il fenomeno da baraccone. O
l'animale raro da studiare", l'ultima frase la disse rivolta a Giles.
"E non mi piace neanche essere considerata un 'mezzo mostro', cosa
che spesso accade. Quasi sempre, per la verità."
"M-mi dispiace che ti abbiamo dato quest'impressione!", tentò di
scusarsi Willow.
"Davvero, per noi non cambia niente, è tutto come prima! Sei
comunque nostra amica!", confermò Xander, ed entrambi guardarono
Giles.
"Oh... s-sì, certo. La mia era solo... curiosità, ma non ho
intenzione di studiarti come.. un animale raro, come hai detto tu."
Ma Silvia non li ascoltava. Stava di nuovo guardando Buffy ed
Angel, che si stavano baciando.
Quando i due si separarono, la cacciatrice si girò e si allontanò
subito dal vampiro, che rimase a fissarla, col segno visibile di una
bruciatura a forma di croce sul petto. Seguendo Buffy con lo
sguardo, incontrò gli occhi di Silvia.
"Bè, spero vi sia tutto chiaro adesso. Se avete altri dubbi o
curiosità chiedete pure. Ciao!", disse sbrigativamente la ragazza.
Raggiunse Angel, e insieme uscirono dal locale. |