Chi poco pensa,
molto erra. (Leonardo da Vinci)
Sunnydale, 1997
La vita scorreva tranquilla per gli abitanti della piccola
cittadina californiana. Nessuno infatti era a conoscenza del
pericolo che incombeva costantemente sulla città e sul mondo.
Nessuno aveva mai saputo del Maestro, del Consacrato, e della
Bocca dell'Inferno che si era quasi aperta, sotto la biblioteca del
Liceo. Nessuno aveva saputo del rischio corso, e nessuno lo avrebbe
mai saputo.
Era ormai finita l'estate, per la gioia di Willow che non vedeva
l'ora di tornare a scuola, e per la gioia di Xander che non vedeva
Buffy da tre mesi. Ricominciarono quindi tutti a condurre una vita
più o meno normale.
Silvia e Buffy avevano iniziato ad allenarsi insieme, e Giles
aveva accettato la cosa di buon grado perché questo gli evitava non
pochi lividi e fratture.
I problemi alla cacciatrice però non mancavano, perché oltre a un
tentativo di riportare in vita (si fa per dire) il Maestro da parte
di alcuni suoi seguaci, ci si era messo anche il preside Snyder, che
minacciava di cacciarla da scuola. Come 'ultima possibilità' il
magnanimo capo d'istituto aveva concesso a lei e a Sheila, l'altra
candidata all'espulsione, di preparare l'incontro tra genitori e
insegnanti previsto per il successivo giovedì. Sheila non sembrava
molto interessata alla cosa, mentre Buffy era molto preoccupata e
sperava di fare tutto nel migliore dei modi.
Se ne lamentò coi suoi amici: "Non è giusto! Sono l'unica
cacciatrice che è dovuta andare al Liceo!"
"Ti capisco: anche a me Snyder non dà tregua", le disse Silvia:
"Vuole conoscere la mia 'famiglia'!"
"E allora? Qual è il problema?", le chiese Willow: "Non puoi far
venire Angel?"
La ragazza la guardò un po' di sbieco, e non rispose.
"Su, non è poi così male!", intervenne Xander:"Sono sicuro che
sarà una bella serata, e piacerà a tutti i genitori! Se niente di
grave accadrà fino ad allora, sarà un successo!"
"Ma sei pazzo?", urlò Buffy: "Perché l'hai detto? Adesso accadrà
qualcosa di grave!"
"Che vuoi dire?" il ragazzo si era un tantino spaventato per la
reazione della cacciatrice: "Perché dovrebbe accadere?"
"Perché qualche scemo ha detto: 'Se niente di grave di grave
accadrà.'", rincarò Willow.
"È la peggiore delle iettature!", esclamò preoccupata anche
Silvia.
"Ma a che stavi pensando?", aggiunse Willow: "Sempre ammesso che
tu sappia pensare!"
"Non ci bastava già l'orribile presentimento che ho da un paio di
giorni!", continuò Silvia: "Dovevi anche metterti a portare
sfortuna!"
Le tre ragazze se ne andarono seccate, lasciando solo il povero
Xander, che si strinse al petto la borsa, dicendo senza troppa
convinzione: "Non siate così pessimiste! Può darsi che stavolta sia
diverso!"
"Ciao Silvia! Bentornata!"
"Ciao Angel. Cos'hai?"
"Io? Niente!", il vampiro cercava di trattenere una risata.
"Niente? E perché mi saluti... così? Mi dici 'bentornata', come
se fossi andata chissà dove... sono stata solo a scuola."
"Sì, ecco, appunto... è... arrivata della posta, oggi."
"Posta? Davvero? ... Per me?", la ragazza era stupita, e anche un
po' emozionata: chi mai poteva scriverle?
"Non proprio. È più per me, direi. È arrivava la convocazione per
l'incontro genitori-insegnanti per giovedì"
"Ooho!" Silvia era visibilmente imbarazzata, e anche un po'
delusa. Non sapeva cosa dire. Angel cercava disperatamente di
rimanere serio, ma la cosa lo divertiva troppo: "Vuoi... vuoi che
venga anch'io?"
"Cosa?"
"Bè, sì, non posso fare tuo padre, ma potrei essere credibile
come fratello, no?"
"Oh, andiamo Angel... non essere sciocco..."
"Perché, scusa? Non è quello che c'è scritto sui tuoi documenti?
Che vivi con tuo fratello?"
"Sì, in effetti l'ho fatto proprio per questo, per poterti
presentare come mio fratello, se si fosse reso necessario. Ma... mi
sento già così idiota, a volte, con questa storia del Liceo..."
mentre parlava Silvia evitava di guardare Angel, e sembrava
totalmente assorta dal portachiavi che aveva in mano e che stava
tormentando da quando lui aveva nominato l'incontro
genitori-insegnanti.
"Perché?" le chiese lui gentilmente: "Te l'ho detto, Sy, io non
ci trovo niente di male. Vuoi avere una vita il più possibile
normale... Non vedo perché tu non possa diplomarti."
"Sarà come dici tu, eppure io mi sento un po' insensata. Ho quasi
centoquarant'anni e cerco di comportarmi come un'adolescente.
Però... il fatto è che... Insomma, sento che sto invecchiando."
"Te lo ripeto: secondo me è un desiderio più che legittimo il
tuo". All'improvviso il vampiro divenne serio: "Vuoi ricominciare la
tua vita da dove l'avevi interrotta, più o meno. Vuoi vivere la vita
che per colpa mia..."
"E ti pareva se non tiravi fuori la tua responsabilità!" lo
interruppe Silvia: "Lo vuoi capire o no che tu non ne hai colpa? La
colpa è solo di mio padre! Se non ci fossi stato tu, avrebbe trovato
qualcun altro. E poi, tecnicamente, non eri neanche tu...
Oh, basta! Mi sono stufata di ripetere sempre le stesse cose!!"
disse stizzita. Poi, più calma, aggiunse guardando in basso: "Se
proprio ci tieni... - mi sento così stupida! - se ti va di venire,
giovedì, a 'fare' mio fratello..."
"Ci vengo con piacere", le disse lui, e le sorrise.
Silvia sospirò: "Bè... grazie."
"Senti, tanto per sapere... cosa devo aspettarmi? Sei un'alunna
modello o ci saranno lamentele?"
"Angel, ti prego! La situazione è già abbastanza ridicola così!
Ma almeno Snyder non mi perseguiterà più per conoscere 'la mia
famiglia'!"
Il vampiro rise: "Farei qualunque cosa per darti un fastidio in
meno... sorellina."
Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco, nonché la prima cosa che si
trovò sottomano, poi si diresse in camera sua.
"Dove vai adesso?" le chiese Angel, temendo di averla offesa
davvero.
"A fare i compiti", disse lei risentita, ma con una sfumatura di
divertimento nella voce, sbattendosi la porta alle spalle, mentre il
vampiro non poteva fare a meno di ridere ancora. Non che l'idea lo
allettasse poi tanto: fingersi suo fratello maggiore, andare a
scuola a parlare coi professori... rabbrividiva al solo pensiero! Ma
era contento che Silvia stesse cercando di "rifarsi una vita".
Qualsiasi cosa dicesse lei, Angel si sentiva in colpa per
avergliela rovinata.
La ridente "valle assolata" in cui vivevano i nostri eroi,
accoglieva anche di notte i visitatori con un grosso cartello
giallo, su cui era scritto "Benvenuti a Sunnydale".
All'improvviso il cartello venne sfondato da un'auto nera. Ne
uscì un vampiro dai capelli ossigenati, che accendendosi una
sigaretta, commentò: "Casa dolce casa!"
Era mercoledì, la vigilia del fatidico incontro. Alla Sunnydale
High School Buffy stava lavorando alacremente per non deludere il
preside Snyder. Sheila, invece, non si era fatta vedere. Mentre
Xander, Willow e Silvia aiutavano a scrivere lo striscione,
arrivarono Giles e la Calendar con una notizia non proprio
confortante.
"La signorina Calendar divertendosi con... ehm... lavorando col
computer ha scoperto... insomma, secondo i suoi calcoli sabato è la
notte di San Vigio."
"San Vigio!", esclamò Silvia: "Ecco allora cos'era il brutto
presentimento che avevo!"
"Lasciatemi indovinare...", disse Buffy: "Non è il patrono dei
droghieri."
"Lui promosse una crociata di vampiri", spiegò Giles:
"Attraversarono Edessa, Harran, e puntarono a est. Non lasciarono
molto dietro di loro."
"Bene, se sopravviverò all'incontro di domani sera, vedrò cosa
potrò fare per sabato"
"La prendi un po' sottogamba, non credi?", la rimproverò Giles.
"Oh andiamo! Ci sono io!", intervenne Silvia: "E c'è anche Angel!
Per una volta Buffy può fare la studentessa e la figlia e
dimenticare per un po' di essere la prescelta!"
"Anche noi le daremo una mano!" disse Willow con entusiasmo.
"Io appuntirò i paletti", confermò Xander.
"E io collaborerò con le ricerche!", insistette la ragazza.
"E mentre appuntirò", aggiunse Xander: "fischietterò motivetti
sbarazzini"
"Il vostro aiuto verrà molto apprezzato", disse serio Giles: "Ma
quando sarà battaglia, Buffy combatterà da sola, in fondo è lei la
cacciatrice."
In quel mentre arrivò il preside Snyder e Giles dovette
correggersi per non far capire di cosa stava parlando: "Ehm...
cacciate via dalle vostre menti le illusione della... televisione.
Avete capito? È tutto chiaro, ragazzi?
Possiamo andare." disse poi rivolto alla Calendar, e si allontanò
con lei.
Il preside naturalmente si arrabbiò di non trovare Sheila, e
ingiunse ai tre "clandestini" di non provare a dare una mano alle
due possibili future ex studentesse.
"Signorina Corrigan?", disse poi rivolto a Silvia: "Anche lei non
ha molto da bearsi. Solo perché è straniera non creda di poter avere
un trattamento speciale."
"Non l'ho mai voluto, signore."
"Bene, me lo auguro. Avrò il piacere di parlare con qualcuno
della sua famiglia domani sera?"
"S-sì...", rispose la ragazza esitante: "Dovrebbe venire...
mio... fratello."
"Non mi interessa il grado di parentela. Se è lui che ha la sua
tutela legale, per me va bene."
Il preside si allontanò, lasciando Silvia a sospirare sconsolata:
"Ma guarda tu se devo farmi sgridare da uno che ha meno della metà
dei miei anni!"
"Davvero verrà Angel?" chiese Xander un po' contrariato,
prevenendo Buffy che stava per chiedere la stessa cosa, anche se per
motivi diversi.
"Sì... lasciamo perdere, mi sento già abbastanza idiota."
La sera, al Bronze, Willow e Buffy tentavano di studiare
francese, ma Xander le invitò a ballare. La cacciatrice aveva
talmente poca voglia di studiare da poter competere con l'autrice di
questa storia, perciò accettò subito, mollando i libri. Mentre
ballavano, non si accorsero che qualcuno li stava osservando. Era il
vampiro giunto in città la notte precedente. Fissava i tre amici che
si divertivano, *soffermandosi attratto, per qualche momento, sulla
rossa,* per poi dedicare tutta la sua attenzione alla cacciatrice.
Si avvicinò al bancone, e gridando, in modo da farsi sentire anche
da lei, chiese al barista dove poteva trovare un telefono: "Devo
chiamare la polizia! Un omaccione qui fuori sta tentando di mordere
una ragazza!"
Buffy corse a compiere il suo dovere, e, grazie anche al
tempestivo intervento di Xander che le tirò un paletto, in quattro e
quattr'otto riuscì a salvare la ragazza e ad uccidere il vampiro che
l'aveva aggredita. Prima di essere trafitto, però, quello si era
voltato a chiedere l'aiuto di qualcuno nascosto nell'ombra. Lo
sconosciuto non era altri che il misterioso vampiro, che venne fuori
applaudendo alla cacciatrice: "Ottimo lavoro, dolcezza", le disse.
"E tu chi sei?", gli chiese Buffy.
"Avrai modo di scoprirlo sabato."
"Che succederà sabato?"
"Io ti ucciderò", e detto questo si allontanò.
L'incontro con questo nuovo nemico aveva spaventato un po' la
cacciatrice, che ne aveva subito parlato col suo osservatore. La sua
maggiore preoccupazione, però, era fare bella figura all'incontro
genitori-insegnanti.
Giles iniziò subito a fare ricerche, basandosi sul nome con cui
il vampiro ucciso da Buffy aveva chiamato lo sconosciuto: Spike.
"Non è un nome molto ortodosso", disse: "Deve averne avuto un
altro nel suo passato" ipotizzò.
A confermare la loro preoccupazione per la notte si San Vigio,
Angel spiegò quanto Spike fosse pericoloso: "Se inizia una cosa non
è solito fermarsi finché tutto sulla sua strada non è morte."
Prima però che gli potessero chiedere qualcosa di più preciso, il
vampiro scomparve silenzioso come sempre.
Il momento tanto temuto da Buffy si avvicinava sempre di più, e
mentre i suoi amici le davano una mano in biblioteca appuntendo
paletti, e Giles cercava qualcosa di più su Spike, assistito dalla
Calendar, la cacciatrice tagliava la verdura e si occupava del
punch.
Arrivò anche Silvia a offrire il suo aiuto: "Vi prego, fatemi
fare qualcosa, qualsiasi cosa! Non ce la faccio più a stare di là!"
"La situazione è così grave?", le chiese Xander: "La madre di
Buffy ha parlato con Snyder?"
"Oh, no, Willow le sta facendo fare il giro della scuola e finora
è riuscita ad evitare il preside! Quello che mi preoccupa è Angel.
Snyder l'ha odiato a prima vista, lui si è impappinato quando gli ha
chiesto che lavoro facesse, e comunque hanno scambiato solo poche
parole. Dopo tutto quello che mi ha fatto passare perché voleva
conoscerlo, nemmeno gli parla... ma la cosa peggiore è che ho visto
un paio di madri divorziate fargli gli occhi dolci!"
"A Snyder?!?", chiese Cordelia quasi disgustata.
"No! Ad Angel!"
"Oh, allora è comprensibile!", esclamò la ragazza: "Bè, e perché
non vai a salvarlo?"
"È con Buffy adesso", rispose.
"Eccolo!", esclamò all'improvviso Giles, interrompendo il dialogo
delle ragazze.
"Eccolo chi?", chiese Jenny.
"Il nostro amico Spike!", spiegò l'osservatore. Silvia sobbalzò a
quel nome, e rimase ammutolita aspettando che Giles continuasse.
"Era noto come William il Sanguinario. Guadagnò il suo soprannome
perché si divertiva ad inchiodare le sue vittime. Davvero carino!"
"Perché state facendo ricerche su di lui?", chiese Silvia, e si
rese conto di aver parlato con un tono piuttosto allarmato, perché
tutti si erano girati a guardarla impauriti.
"È qui a Sunnydale", le spiegò Giles: "Sembra che sarà lui a...
capeggiare l'attacco di San Vigio. Angel non te l'ha detto?"
"No", Silvia non nascondeva la sua preoccupazione
"Lo conosci anche tu?", le chiese Xander: "È davvero così
pericoloso?"
"Qui dice che non ha nemmeno 200 anni, quindi è più giovane di
Angel. Almeno una buona notizia", comunicò Giles tenendo in mano il
libro che aveva trovato.
"Sì", confermò Silvia: "Ma ci sono anche notizie meno buone sul
suo conto. Spike ha affrontato due cacciatrici negli ultimi cento
anni. Le ha uccise tutte e due."
L'incontro era quasi finito. I genitori stavano andando via.
All'improvviso con un rumore fragoroso una vetrata venne
sfondata, e apparve Spike seguito da una decina di vampiri:
"Che vuoi che ti dica?", esordì rivolto alla cacciatrice: "Non
potevo aspettare!"
Buffy gli lanciò contro una sedia, e portò via la madre.
Guidò i pochi docenti e genitori rimasti in un luogo sicuro,
mentre Spike dava ordini ai suoi di non far scappare la ragazza.
Willow e Cordelia fuggirono, e riuscirono a nascondersi in uno
sgabuzzino.
Giles e Jenny rimasero barricati in biblioteca. Xander, che era
andato a vedere come se la stava cavando Buffy, si ritrovò a doversi
nascondere dietro una fila di armadietti.
Frattanto i vampiri avevano perso di vista la cacciatrice,
causando l'ira di Spike.
Nella sala professori, dove Buffy aveva portato la madre e gli
altri adulti, c'era molta tensione. La cacciatrice però non poteva
rimanere con le mani in mano, e decise di andare in biblioteca
passando all'interno del soffitto.
Sbucò davanti a Giles proprio mentre l'osservatore stava per
uscire ad affrontare i vampiri. La cacciatrice si rifornì di armi, e
andò all'attacco, mentre Giles si sarebbe occupato di portare in
salvo i genitori.
Xander intanto, dal suo nascondiglio sentiva che intorno a lui
non c'era molto movimento. Ma gli sembrava comunque che qualcuno
stesse camminando senza far rumore nella sua direzione. Afferrò
l'estintore che si trovava sulla parete accanto a lui, e uscì
gridando pronto ad abbattersi sul vampiro, che però lo fermò
disarmandolo con facilità.
"Xander! Ma cosa volevi fare?"
"Angel! Sei tu. I-io... credevo fosse un vampiro... cioè, un
altro vampiro.."
"Allora è vero, sono qui! Stavo andando via quando ho visto un
po' di facce strane intorno alla scuola, e mi sono preoccupato. Dove
sono?"
"Un po' dappertutto, credo. E sono parecchi. E c'è anche quel
tipo, Spike."
"Oggi è giovedì, San Vigio è solo sabato... Però, in effetti, è
tipico di Spike essere così impaziente."
Mentre parlavano, i due si dirigevano verso quello che
supponevano essere il centro dell'azione.
"Hai un piano?", chiese Xander.
Per tutta risposta il vampiro lo afferrò stringendogli un braccio
intorno al collo. "Grande piano!", commentò il ragazzo con voce
soffocata. Angel si diresse con fare indifferente verso l'entrata.
Spike si voltò a guardarlo, e un'espressione di stupore si
dipinse sul suo volto:
"Angelus!"
"Spike!"
"Che io sia dannato!"
I due vampiri si abbracciarono come vecchi amici.
"Ti avevo insegnato come si presidia un campo", disse Angel
scuotendo il capo: "Dovevi lasciare qualcuno fuori."
"L'ho detto, ma sono circondato da idioti! E a te come va?"
"Benino."
"La conosci questa cacciatrice?"
"È carina! Ma non è molto furba! Pensa che le ho dato a bere che
sono pentito del mio stato, così non ce l'ho tra i piedi quando mi
nutro!"
Risero entrambi.
"Sembra incredibile... La gente va ancora matta per la roba di
Anne Rice! Che mondo..."
"Sapevo che mentivi! Sei uno squallido cialtrone!" intervenne
Xander, ed Angel aumentò la stretta.
"Un morsetto prima di ucciderlo?", propose offrendo a Spike il
collo di Xander.
Nel frattempo Buffy cercava di portare fuori sua madre e gli
altri genitori.
Spike ed Angel continuavano la loro conversazione.
"Non abbiamo avuto tue notizie per degli anni!" commentò Spike.
"Non sono un tipo di compagnia."
"No, non lo sei mai stato. Dimmi: perché hai paura della
cacciatrice?"
"Paura?"
"Sì. Un tempo l'avresti eliminata in un batter d'occhio. Guardati
adesso", il vampiro biondo apparve un po' dubbioso: "Questa storia
del pentimento è solo una scusa, vero?"
"L'ho vista uccidere il Maestro..."
"Mhm... sei sicuro che non ci sia dell'altro?"
"Che intendi?"
"Sai, non è la prima volta che sento parlare della tua
redenzione. Figurati che una fonte molto attendibile mi ha detto che
tu ora hai... un'anima!"
Angel non se l'aspettava, non credeva che Spike sapesse. Prima di
poter replicare, però, il vampiro lo colpì con un pugno.
"Credevi di potermi prendere in giro? Tu eri il mio sire! Eri il
mio Yoda!"
"Le cose cambiano..."
"Non noi! Non i demoni! Non posso crederci! Tu una specie di zio
Tom?", poi, rivolto ai suoi vampiri: "Forza ragazzi, avanti,
mettiamo fine e questa farsa!"
Si precipitarono tutti su Xander ed Angel, che fuggirono fuori.
Spike però si bloccò all'improvviso e rimase fermo, mentre gli altri
correvano: "Fi, fai, fo, fam. Sento che presto farò gnam gnam...",
canticchiò voltandosi lentamente.
"Ciao Spike", lo salutò Silvia, le mani sui fianchi, lo sguardo
irritato.
"Che bella sorpresa! Pensavo di essere venuto solo ad uccidere
una cacciatrice, e invece guarda chi ti incontro! Che fortuna!"
"Io non la chiamerei proprio fortuna... Non saresti dovuto
venire."
"Lo so... ma mi stavo talmente annoiando... Se avessi saputo che
c'eri anche tu, sarei venuto anche prima!" mentre il vampiro parlava
era tornato a mostrare il suo volto umano, e si avvicinava alla
ragazza, che invece rimaneva immobile.
"Davvero una piacevole sorpresa...", continuò lui.
"Dipende dai punti di vista", e senza aspettare alcun commento,
la ragazza lo attaccò, prendendolo di sorpresa.
Spike cadde a terra, ma si rialzò subito e le tirò un pugno. Sul
suo volto era riapparso il demone. Lei lo schivò, e provò di nuovo a
colpirlo a sua volta, ma il vampiro stavolta parò i suoi pugni, e la
fece cadere. Silvia provò a colpirgli le gambe, ma Spike la evitò
saltando.
All'esterno dell'edificio Angel fronteggiava i vampiri, mentre
Xander cercava di non morire. Erano davvero tanti, però.
<Dopotutto Spike non è stato così imprudente: ha lasciato davvero
qualcuno di guardia>, pensò il vampiro.
Per fortuna arrivò la cacciatrice a dar loro una mano.
Dentro la scuola, Silvia e Spike continuavano la loro danza.
<Erano anni che non mi divertivo così>, pensava il vampiro.
Avrebbe voluto fare qualche battuta in proposito, ma lei non gli
dava tregua.
Ancora colpi schivati e parati, poi un pugno di lei andò a segno.
Ma Spike continuava a divertirsi un mondo.
La sbatté a terra, lei si rialzò velocemente, schivò ancora, e lo
colpì allo stomaco. Lui le afferrò il braccio spingendola contro un
muro. Poi cercò di colpirla, ma lei si spostò appena in tempo e il
pugno si Spike sfondò la parete. Lei lo colpì alla schiena con un
calcio.
"Accidenti che male!", esclamò il vampiro, e tirò fuori la mano
dal muro, portandosi dietro un pezzo della trave di legno, con cui
la colpì mandandola a terra: "Ma io te ne farò di più!"
Avanzò minaccioso, ma prima che potesse avvicinarsi a lei, la
cacciatrice sopraggiunta in quel momento, lo stese con un calcio.
Spike volò qualche metro più in là, e commentò irritato: "Femmine!".
Poi scappò via dalla finestra in frantumi.
Buffy porse a Silvia una mano per aiutarla ad alzarsi.
"Grazie"
"Stai bene?"
"Sì, non preoccuparti. Bè, io vado a casa, ci vediamo, eh?"
La cacciatrice rimase un tantino stupita dalla reazione
dell'amica: quel vampiro stava per ucciderla, e la cosa non sembrava
averla scossa minimamente. Ma non si soffermò molto a pensare,
perché corse ad assicurarsi che sua madre stesse bene.
Nel rifugio dei vampiri, Spike, annoiato dal sacro moccioso,
l'aveva fatto incenerire dal sole, ed era andato poi ad abbracciare
la sua bella. Drusilla però era inquieta. L'esito dello scontro con
la cacciatrice l'aveva impensierita.
"Spike, ti ha fatto molto male?"
"Ce l'avevo fatta, bambina. Ma... Una cacciatrice con famiglia e
amici... questo non potevo certo prevederlo."
"La ucciderai. E quel giorno festeggeremo."
"Sì, una grande festa..."
"Amore, promettimelo, promettimi che la ucciderai presto!"
"Non preoccuparti, mia dolcezza. Non fallirò la prossima volta."
"Non è solo questo che mi tormenta... sento qualcun altro...
qualcuno che vuole portarti via da me..."
"Via da te? Impossibile, amore."
"Tu mi stai nascondendo qualcosa Spike, lo so..."
"Che dici, principessa?"
"Non mentirmi... non puoi... ma io sono fiduciosa... lo so che mi
ami, e che tornerai sempre da me..."
I due vampiri si allontanarono abbracciati dalla gabbia dove
fumavano ancora le ceneri del Consacrato.
<Non ti ho mentito, tesoro: davvero nessuno mi porterà via da te.
Perché se anche io lo volessi, è lei che non vuole me.>
Passato il pericolo a scuola, Angel aveva cercato Silvia, ma non
l'aveva scovata da nessuna parte. Si era allora diretto a casa,
sperando di trovarla già lì. Era preoccupato, aveva bisogno di
parlarle.
Appena entrato, si accorse con sollievo che la ragazza era in
camera sua. Si avvicinò alla porta e bussò leggermente.
Dall'interno, dopo alcuni secondi, giunse un "Entra" che non
prometteva niente di buono. Il vampiro sospirò, ed entrò chiudendosi
la porta alle spalle.
Silvia era seduta sul letto, con le gambe piegate e le braccia
attorno alle ginocchia. Alzò su di lui uno sguardo tra
l'interrogativo e il furioso. Aspettava che fosse lui a parlare.
"Scusami. Te l'avrei dovuto dire."
"Sì, avresti dovuto."
"L'avrei fatto, credimi, prima di sabato."
"Non è vero." aveva parlato con voce bassa e ferma, senza nessuna
inflessione. Angel si sarebbe aspettato di trovarla arrabbiata.
Invece sembrava solo... triste.
"Mi dispiace. Hai ragione. Non volevo dirtelo. Speravo che...
insomma... speravo di poterti evitare di incontrarlo."
"Perché?"
"Perché temevo che sarebbe stato difficile per te. E vedendo come
sei sconvolta, nonostante siano passati tutti questi anni... avevo
ragione."
La ragazza non rispose. Angel continuò: "Tu... credevi che fosse
morto, no? Non l'hai più visto da... da quando? Dal '52, se non
sbaglio. Pensavo l'avessi dimenticato, e continuare a crederlo
scomparso ti avrebbe evitato una sofferenza in più."
"L'ho incontrato l'ultima volta a New York cinque anni fa."
Il vampiro era stupito: "Cinque anni fa? E cos'è successo?"
"Niente."
"Silvia!"
"Niente, Angel, davvero!" esclamò lei con rabbia. Poi, più calma,
aggiunse: "Proprio niente. Nel senso che lui non ha cercato di
uccidere me, e io non ho cercato di uccidere lui."
"Vedi allora che avevo ragione a preoccuparmi?"
Silvia sospirò.
"Sei stata tu a dirgli che ho un'anima?"
Lei annuì: "Sì... molto tempo fa. Ma non mi aveva creduto."
"E perché non mi hai mai detto niente?"
"Scusami, lo so che tu hai sempre ragione. Avrei dovuto dirtelo.
E l'avrei fatto. Prima di sabato!" rispose lei sarcastica.
"Va bene. Forse ho sbagliato anch'io. Ma sono ancora convinto che
faresti meglio a non incontrarlo più. Potresti andartene via da
Sunnydale per un po'..."
"Poi quando l'hai ucciso mi chiami?"
"Silvia, per favore, sto parlando sul serio! Sono solo
preoccupato per te."
La ragazza continuò a tacere, e fissò lo sguardo davanti a sé.
Anche Angel rimase zitto per un po', finché fu lei a rompere il
silenzio: "È difficile uccidere qualcuno che non vuole uccidere te."
"E tu come fai a essere sicura che non voglia ucciderti?"
"Ti prego, Angel, lo so cosa pensi. Ma ha avuto tante di quelle
occasioni per uccidermi, e non l'ha mai fatto, e..."
"E sentiamo: per quale motivo, secondo te, non l'ha fatto?" la
interruppe all'improvviso il vampiro.
Lei non rispose, ma abbassò lo sguardo. Angel alzò gli occhi al
cielo esasperato: "Non è possibile!", gridò: "Lo vuoi capire che ti
sbagli? Spike non ti ama!"
"Angel, tu non sai... non..."
"Lo so benissimo, invece: sono un vampiro anch'io!"
Silvia chiuse gli occhi, stringendoli forte, come per evitare di
piangere. Angel si calmò. Le si avvicinò e si sedette sul letto
accanto a lei. Con dolcezza le posò una mano sulla schiena:
"Mi dispiace Silvia. Lo sai quanto mi dispiace. Ma è così.
Capisco che è difficile per te, ma devi comprendere... E poi... di
sicuro ci sarà anche Drusilla con lui."
La ragazza si voltò a guardarlo. Gli occhi erano lucidi, ma
quando parlò non c'era ombra di lacrime nella sua voce: "Spike ama
Drusilla, è vero. Ma lei è il suo sire. Come Darla per te". Angel
stava per dire qualcosa, ma Silvia lo fermò con un gesto della mano
e aggiunse subito: "Sì, lo so, è diverso. Spike, è diverso. Lui non
ha un'anima. È cattivo. Deve essere ucciso. Lo so. Sono d'accordo.
Solo... non aspettarti che sia io a farlo."
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