Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se
guadagnerà il mondo intero,
e poi perderà la propria anima?
(Mt 16,26)
PRIMA PARTE
Qual è il mio ruolo?
Sunnydale, inverno 1998
<Spike è morto. Spike è morto, Spike è morto.
Spike... è... morto...
Non c'è più. Non esiste più>
Tante volte l'aveva desiderato. Tante volte aveva sperato che
qualcuno le togliesse il peso di doverlo uccidere, perché lei non lo
poteva fare.
Sapeva che era giusto così, ma ugualmente non riusciva a darsi
pace.
Erano passati dei giorni, e Silvia si era un po' ripresa. Dopo
essere stata per molte ore seduta sul suo letto incapace di
piangere, di muoversi, di fare qualsiasi cosa, si era riscossa. Si
era preoccupata di Angel, che era conciato male, per le torture e il
rito, che l'aveva prosciugato. Aveva cercato di apparire serena,
almeno per tranquillizzare il vampiro, che, tanto per cambiare, si
sentiva in colpa. Non le nascondeva che la morte di Spike era un
bene, per lui, ma non poteva vederla soffrire.
"Senti, Angel, ma se un giorno per strada cado e mi rompo una
tibia, ti sentirai in colpa anche per quello?"
Scherzava, sorrideva, ma dentro si sentiva morire.
Continuava a ripetersi: <Sapevi che prima o poi sarebbe accaduto,
e che anzi avresti dovuto farlo tu anni fa!>
Ma niente le recava sollievo.
E i suoi amici non le davano certo una mano. Si sentiva
ostracizzata, quasi volessero punirla, perché amava un vampiro, che
per di più aveva cercato di ucciderli, e soffriva per la sua morte.
Solo Giles non aveva mutato atteggiamento nei suoi confronti.
Forse perché era troppo inglese per permettersi di essere scortese.
Comunque non la trattava come una malata di mente.
E poi, naturalmente, Angel le era sempre vicino.
Non era la prima volta che credeva che Spike fosse morto, già in
passato era accaduto, e anche allora si era sentita perduta, e
svuotata.
Ma non era mai stata così male.
Forse perché stavolta l'aveva visto con i suoi occhi soccombere
sotto l'enorme organo, dopo averle salvato la vita.
*****
Non appena erano arrivati nella chiesa, si erano trovati davanti
diversi vampiri, e i due superstiti dell'ordine di Taraka, Patrice e
l'uomo verme. Xander e Cordelia prepararono il loro piano per
eliminare quest'ultimo, mentre le due cacciatrici affrontavano gli
altri, e Giles e Willow davano una mano, .
Silvia si era subito precipitata da Angel, ma Spike le si era
parato davanti: "Dove credi di andare?"
Cominciarono a combattere come non facevano da molto tempo. Le
volte precedenti si erano solo scambiati carezze, a confronto. Era
un rabbia reciproca che li aveva portati all'esasperazione a
renderli così accaniti nella lotta. Silvia non poteva credere che
Spike avesse davvero cercato di uccidere Angel solo perché Drusilla
riacquistasse le forze. Spike non poteva credere che Silvia tenesse
più a Angel che a lui, che fosse pronta ad impalettarlo, anche, solo
per salvare l'altro vampiro.
Volevano scaricarsi l'un l'altro la colpa della loro sofferenza.
Silvia era in difficoltà, ma non poté verificare se Spike
l'avrebbe uccisa sul serio, stavolta, perché giunse in suo soccorso
Kendra, che affrontò il vampiro.
"Che diavolo succede?!"
"È il tuo girono fortunato!", lo derise Silvia.
Kendra lo colpì ancora: "Due cacciatrici!"
Silvia corse verso l'altare, sfilò il pugnale che teneva legata
Drusilla al suo sire. La vampira si accasciò a terra, ma lei non se
ne curò, preoccupata solo di Angel.
Sopraggiunse Spike, che aiutò Drusilla ad alzarsi. La vampira
sembrava ancora debole, e lui non capiva se il rito avesse
funzionato.
"Andiamo via, amore!", gli disse lei.
Il vampiro lanciò un'ultima occhiata a Silvia, che era totalmente
presa da Angel: "Sì, andiamo"
Mentre Drusilla andava verso l'uscita, Spike prese una torcia dal
muro e diede fuoco ad un mucchio di pesanti stoffe ammucchiate lì
accanto.
Accorse anche Buffy da Angel, e Silvia li lasciò per andare a
fermare Spike. La cacciatrice però non stette con le mani in mano,
e, afferrando un incensiere, lo roteò per poi lanciarlo in direzione
di Drusilla, mandandola a sbattere pesantemente alla base di un
vecchio organo. Spike, che aveva quasi raggiunto il suo sire, non
poté soccorrerla, perché Silvia gli sferrò un pugno in faccia. Il
vampiro era furioso: "Cosa vuoi ancora da me? Si può sapere?"
"Vediamo... Ucciderti? Farti soffrire come tu hai fatto con me?
Farti provare quello che ho provato io? Scegli, sono tanti i motivi
per cui ti odio!"
Si accorsero entrambi troppo tardi che l'organo stava per cadere.
Alzarono atterriti lo sguardo, solo per vedere l'enorme mole
abbattersi su di loro. Spike ebbe appena il tempo di spingerla
indietro con violenza, prima di essere schiacciato dall'organo. La
ragazza cadde ferendosi alla testa. Willow la aiutò ad alzarsi, e
lei si lasciò portare via senza protestare, mentre la chiesa intera
stava crollando, a causa dell'incendio.
*****
Non aveva neanche potuto dirgli addio.
Se n'era andata, lasciandolo morire sotto le macerie.
Si erano combattuti, l'ultima cosa che gli aveva detto era che lo
odiava, e lui le aveva salvato la vita.
E ora non c'era più.
L'unica lieve speranza, che non aveva il coraggio di rivelare a
nessuno, era che Spike era uscito "vivo", per così dire, da
situazioni anche peggiori.
E che lei non l'aveva visto andare in cenere.
Forse era sopravvissuto.
Forse.
SECONDA PARTE
Festeggiamenti
Nella vecchia fabbrica Drusilla stava preparandosi a dare un
ricevimento coi fiocchi. Accanto a lei c'era Spike, col volto
sfigurato, seduto su una sedia a rotelle. Arrivò Dalton con una
cassa: "Ho portato il tuo pacco", annunciò, rivolto a Spike.
"Mettilo sul tavolo, vicino agli altri regali". Il vampiro
obbedì.
"Sei proprio convinta, piccola? Non volevi dare la festa a
Vienna?" Spike non era entusiasta come la vampira per quei
preparativi.
"Gli inviti sono già stati mandati!", disse lei.
"Però io ne ho abbastanza di questo posto. Niente va mai come
dovrebbe andare"
"I miei ricevimenti sono sempre perfetti. Ti ricordi la Spagna?
Mh? La Spagna... I tori!", cercava di convincerlo con moine e
carezze.
"Me lo ricordo, dolcezza. Ma Sunnydale è maledetta per noi, per
colpa di Angel e della cacciatrice..."
"Solo per colpa loro? Ne sei sicuro?" chiese la vampira a voce
bassissima.
"Come?"
"Ho preparato dei bei giochi per tutti! Lo vedrai...". Si
allontanò, alle prese con l'allestimento del party, e con dei fiori
che non le piacevano. Spike rimase a guardarla andar via.
Drusilla. Il suo sire.
Bella come la luna, fulgida come il sole, e terribile come un
esercito schierato a battaglia.
Sorrise. Come mai gli era venuta in mente proprio una citazione
dalle Sacre Scritture? Reminescenze della sua vita mortale...
Ma Drusilla era proprio così, ed era proprio per questo che la
amava. Per più di cento anni lei l'aveva trascinato verso nuovi
abissi: <Sono stato fortunato anche solo a sfiorare una così mera
bellezza...>
Perché allora non era felice con lei? Perché non si sentiva mai
veramente appagato? La risposta Spike la sapeva, solo che cercava di
evitarla. Ed era tutta nella sensazione di gioia profonda,
insaziabile e spietata che provava solo quando era con Silvia. La
risposta era nella paura che aveva provato in quella vecchia chiesa
vedendo l'organo cadere su di lei. La risposta era nell'istinto che
l'aveva spinto a cercare di salvare lei, invece che sé stesso,
finendo schiacciato dal pesante strumento. E ora lo inchiodava ad
una sedia a rotelle.
Ma a tutto questo Spike evitava di pensare, o meglio, faceva
finta. I suoi pensieri erano solo per Drusilla. Il suo sire.
Splendida e crudele.
<...l'essenza della mia salvezza>
Non poteva abbandonarla, aveva bisogno di lui.
E lui aveva bisogno di sentirsi necessario.
Già, ma ora le cose erano un po' cambiate. Diciamo pure che la
situazione si era capovolta: lui infermo, Drusilla piena di vita e
di forza. Ed era stata lei a salvarlo
*****
Della chiesa ormai non rimanevano che macerie. Spike giaceva
privo di sensi, ferito in maniera piuttosto grave. Drusilla gli si
avvicinò: "Cattivo Spike! Mi hai lasciata lì per affrontare la
cacciatrice. E poi, invece di venirtene via con me, hai pensato a
salvare la tua stupida ragazzina! Ti ho visto, sai?
E guarda come ti sei ridotto! Io vengo per ultima, per te? Non
devi fare così, Spike, rischi di farmi arrabbiare! IO sono la tua
principessa. Soltanto IO!
Ma ho ancora bisogno di te, amore. Non ti lascerò qui. Presto
sarai di nuovo forte. Come me".
*****
Drusilla l'aveva tratto in salvo, mentre Silvia l'aveva
abbandonato. Non si era neanche degnata di vedere se fosse andato in
cenere o no. E dopo che lui le aveva salvato la vita.
<Spero che ti sentirai sollevata, adesso... Il tuo angioletto è
sano e salvo! Spero davvero che tu ti stia godendo questi ultimi
momenti di felicità, perché ho intenzione di rovinarti la vita il
più possibile, amore mio!>
21 gennaio
"Diciassette anni si compiono una volta sola!"
Così aveva detto Giles. Nonostante il pericolo incombente (ma
quando mai a Sunnydale qualcosa non incombe?) e i sogni premonitori
di Buffy, la festa a sorpresa non era stata annullata.
Peccato che la vera sorpresa fu un'altra: scoprire che qualcuno
stava tentando di "ricomporre" il Giudice, un terribile demone che
non era possibile sconfiggere con nessun'arma forgiata.
Fortunatamente un braccio del mostro era finito in mano a Buffy.
Siccome non poteva essere distrutto, doveva essere portato il più
lontano possibile, per evitare che potesse essere ricongiunto col
resto del corpo. Angel, spronato dalla Calendar, era pronto a
partire. Lui e Buffy, però, vennero attaccati al porto da dei
vampiri che si ripresero la cassa col pezzo mancante.
Erano uomini di Spike. Questo confermava i sospetti della
cacciatrice, che ultimamente aveva sognato Drusilla.
"Sono vivi, Angel. Spike e Drusilla. Sono loro che hanno il
Giudice! Dobbiamo dirlo agli altri!"
"Non ne siamo sicuri. Questi vampiri potrebbero anche agire di
propria iniziativa. Però non è da escludere..."
"Tu credi.. come la prenderà Silvia?"
"Non lo so. Era distrutta, ma sembra essersi ripresa. Forse... è
meglio non dirle niente, per ora. Non ne siamo ancora certi. E poi
tu hai sognato solo Drusilla. Forse si è salvata solo lei"
Dopo un veloce "chiamo mamma", la scooby gang al completo
studiava e faceva ricerche su come distruggere il Giudice, nel caso
non fossero riusciti ad evitare di farlo ricomporre.
Precauzione utilissima, visto che nel frattempo, alla vecchia
fabbrica, la festa di Drusilla era in pieno svolgimento, e il
demone-puzzle era stato risvegliato, e aveva dato prova dei suoi
poteri incenerendo il povero Dalton.
Spike se ne stava in disparte. Non gli interessava molto delle
esibizioni del Giudice. Voleva solo chiudere i conti al più presto,
e andare via da quella odiosissima città.
In biblioteca, Buffy, stanchissima, si era addormentata sui libri
che stava consultando. Ebbe un altro dei suoi sogni premonitori,
stavolta molto utile: "So dove nascondono il Giudice!"
"Benissimo", le disse Giles: "Tuttavia hai bisogno di un piano...
Lo so che sei preoccupata, ma non essere impulsiva.."
"Ce l'ho già un piano! Angel ed io andiamo alla vecchia fabbrica,
vedremo fino a che punto hanno ricomposto il Giudice. Voi
controllate in ogni posto dove potrebbero essere le casse: dogane,
aeroporti, eccetera. Impediamo che le riuniscano nello stesso
posto!"
"Sì, in effetti mi sembra un buon piano"
"Volete che venga con voi?", chiese Silvia.
"No. Meglio di no", disse subito Angel: "Non preoccuparti. È
meglio che dai una mano a loro"
"Va bene, come vuoi. È già tardi, non manca molto all'alba. Ci
vediamo a casa dopo il sorgere del sole, ok? Fate attenzione"
22 gennaio
La mattina dopo, in biblioteca, c'era una certa apprensione.
Delle casse non c'era traccia, perciò erano ormai tutti giunti alla
conclusione che il Giudice doveva essere stato attivato. E Buffy ed
Angel non si erano più visti.
All'improvviso Silvia cadde a terra, come svenuta. Un terribile
dolore nel petto, insieme ad un violento brivido lungo la schiena,
le avevano fatto quasi perdere i sensi.
"È successo qualcosa...", disse, gli occhi spalancati fissi
davanti a sé, mentre la aiutavano a rialzarsi: "È successo
qualcosa... ad Angel..."
"Dobbiamo andare alla fabbrica! È là che si nascondono...",
propose subito Xander.
"E a fare cosa?", obiettò Cordelia: "A parte tremare e morire?"
Xander era pronto con una delle sue battute, ma Giles lo
prevenne: "Cordelia non ha torto. Se Buffy ed Angel si sono fatti
male, noi non avremo certo migliori probabilità"
"Ma che dite?", esclamò Willow: "Xander ha ragione! Noi andremo a
salvare Buffy!"
"Andiamo", disse Silvia risoluta. La sensazione di poco prima non
era ancora svanita. Sentiva qualcosa di terribile. Aveva paura anche
solo a pensare a cosa potesse essere.
Mentre i tre erano decisi a partire al salvataggio, arrivò Buffy.
"Dov'è Angel?", le chiese subito Silvia.
"Non si è fatto vivo con voi?"
"No"
"Io... non so dove sia..."
"Vado a cercarlo" Silvia fece per uscire.
Xander tentò di fermarla: "Aspetta, dobbiamo..."
"Voi pensate al Giudice, tornerò al più presto. È successo
qualcosa... Devo trovarlo!"
"Silvia!", stavolta era stata Buffy a bloccarla: "Drusilla è
viva"
La ragazza rimase sconcertata: "Sei... sicura?"
"L'abbiamo vista. È lei che ha riunito il Giudice"
"E... Spike?"
"Lui non l'abbiamo visto"
"Ok, le priorità ora sono fermare il Giudice e trovare Angel. Al
resto penseremo dopo".
Corse fuori senza una meta precisa. Cercò di farsi guidare dal
suo istinto, ma era confusa. Continuava a pensare a Spike. Se
Drusilla era viva, poteva esserlo anche lui. Ma se non era con lei a
festeggiare il Giudice, forse voleva dire che non si era salvato.
Tentò di scacciare quei pensieri dalla testa, e di concentrarsi su
Angel.
Lo cercò in tutti i posti possibili, scese perfino nelle fogne,
andò a picchiare Willy, ma niente. Era sparito.
Tornò a scuola quando era ormai buio. Trovò Willow e Xander in
corridoio, che stavano... litigando? Possibile? Non lo facevano mai!
Come potevano mettersi a litigare in un momento come quello?! E di
cosa, poi? Perché Xander e Cordelia stavano insieme!
"Andiamo ragazzi! C'è il Giudice, vi ricordate? La fine del
mondo? E non sono riuscita a trovare Angel da nessuna parte!"
"Sì, hai ragione", le disse Willow, calmandosi.
Improvvisamente mancò la corrente. I ragazzi si guardarono
intorno. Poi la voce di Angel li fece voltare: "Willow! Xander! ...
Silvia!". La ragazza rabbrividì sentendo pronunciare il suo nome.
Gli altri due ragazzi si avvicinarono al vampiro.
"Angel!"
"Grazie a Dio stai bene!"
"Che è successo alla luce?", chiese il vampiro.
"Non lo so. Senti, Angel, forse ho un'idea per fermare il
Giudice, potremmo..."
"Lascia perdere adesso. Devo mostrarvi una cosa. Xander, va a
chiamare gli altri"
Parlavano tranquillamente. Ma Silvia sentiva chiaramente che
c'era qualcosa di diverso.
Xander si allontanò
"Senti, Willow, vieni qui", disse il vampiro. La ragazza ignara
si avvicinò.
"Willow! Allontanati da lui!" Jenny Calendar arrivò con una croce
in mano.
"Ma che sta dicendo?", Willow era un po' titubante.
Silvia era rimasta tutto il tempo ferma a scrutare il vampiro.
Era buio. Non poteva scorgere il suo volto. Avrebbe potuto
tranquillamente trasformare il viso, per poter vedere senza luce, ma
non si decideva a farlo. Inspiegabilmente, irrazionalmente, aveva
paura. Quando però vide l'amica avvicinarsi al vampiro, e sentì le
parole della signorina Calendar, si riscosse, e si decise a
guardarlo negli occhi.
E non ebbe più dubbi.
Scattò in avanti prima che il vampiro potesse avventarsi su
Willow, e lo colpì.
"Angelus...", disse piano.
"Il mio nome è Angel, tesoro, non ricordi?"
"Tu non sei più Angel"
"Sbagliato! *Ora* sono Angel, finalmente!"
Afferrò la ragazza alla gola, in una morsa d'acciaio. Lei non
tentò neanche di difendersi.
"È da un po' che non ti assaggio... solo un goccetto, non ti
spaventare... Sono venuto a portare un messaggio, a te e alla
cacciatrice"
"Allora dimmelo di persona!", il vampiro si voltò: era appena
entrata Buffy.
"Bè, non posso, perché non è composto di parole: comporta il
ritrovamento dei corpi di tutti i tuoi cari amici! Tranne lei,
naturalmente!", e accarezzò la guancia di Silvia, che aveva iniziato
a piangere sommessamente.
"Per te ho in serbo un trattamento speciale...", le sussurrò in
un orecchio.
Xander prese la croce della Calendar, e lentamente si avvicinò,
sbattendola poi all'improvviso in faccia al vampiro. Angelus si
ritrasse spaventato e lasciò andare la ragazza, che cadde in
ginocchio. Si avvicinò a Buffy, le stampò un bacio sulla bocca, e
andò via indisturbato.
Silvia continuava a piangere.
Angel non c'era più. Era tornato Angelus. L'unico vampiro di cui
avesse veramente paura. Non osava immaginare cosa avrebbe potuto
fare ora, non voleva neanche pensarci. Tremendo, terrificante,
Angelus. Lei l'aveva incontrato. Due volte. E di entrambe serbava un
ricordo doloroso e terribile. Sperò per un attimo che stavolta se la
sarebbe presa con Buffy, e avrebbe lasciato stare lei. Scacciò
subito il pensiero. Non solo era crudele ed egoista desiderare una
cosa del genere, ma anche del tutto inutile: Angelus ce l'aveva con
lei probabilmente più che con chiunque altro. Non l'avrebbe mai
lasciata in pace. E poi se conosceva bene il vampiro, quando ce
l'aveva con qualcuno, prendeva di mira coloro a cui voleva bene, il
che per lei e Buffy equivaleva più o meno alle stesse persone.
Quel pensiero la riportò lentamente alla realtà, e si accorse che
i suoi amici le erano intorno, preoccupati. Le parlavano già da un
po', ma lei non li aveva sentiti. Che stavano dicendo? Parlavano
tutti assieme...
"Che vuol dire che è tornato Angelus?" ...Xander...
"Ha perso l'anima? Ma... come?" ...Giles...
"C'è un modo per riportarlo indietro? Ti prego, dimmi se c'è..."
...Buffy...
"Ti senti bene? Silvia! E lasciatela stare! Fatele spazio!" ...Willow...
"Calma... per favore... uno alla volta..." riuscì finalmente a
dire la ragazza.
Gli altri si zittirono subito. Silvia si alzò in piedi sorretta
da Xander e Giles.
"Sto... sto bene", disse, ma subito dopo tornò a piangere, e si
passò il dorso della mano sugli occhi: "No, non è vero, non sto
bene! È terribile! Non c'è cosa peggiore che ci potesse capitare!"
"Su, calmati, respira... troveremo un modo per affrontare anche
questo...", cercò di rincuorarla Giles.
"No! Lei non lo sa! Voi non lo conoscete! È Angelus! Non potete
neanche immaginare!"
La signorina Calendar era rimasta in disparte, pensierosa. Era
tentata di rivelare tutto. Ma di che utilità poteva essere? Nessuno
sembrava avere notato il fatto che lei si era accorta - sapeva -
prima degli altri che c'era qualcosa che non andava in Angel.
Intanto Silvia si era un po' calmata. Gli altri erano spaventati:
non l'avevano mai vista così sconvolta. Soprattutto, non era mai
stata così impaurita.
"Vuoi restare a dormire da me, stanotte?", le propose Buffy.
"No, grazie. A che servirebbe? Ci avrebbe solo entrambe nello
stesso posto. Tanto ha l'invito anche ad entrare in casa tua..."
L'invito! Quasi tutti loro avevano invitato Angel ad entrare in
casa. E ora Angelus aveva libero accesso alle loro non più sicure
dimore.
"Esiste un incantesimo... - io non lo conosco, ma so che c'è -
per annullare l'invito concesso ad un vampiro. Credo che sia la
prima cosa da fare..." Silvia era tornata in sé, anche se aveva
ancora gli occhi rossi e la voce un po' roca: "Scusate, mi sono
lasciata andare un po' troppo... ma non ho esagerato: Angelus è
davvero pericoloso. Dobbiamo stare attenti...". L'ultima frase
l'aveva pronunciata con un filo di voce. Stava per rimettersi a
piangere.
La cosa che la straziava di più, però, non era la paura di
Angelus. Era aver perso Angel.
<Prima Spike. Ora lui. Sono sempre più sola...>
Si guardò intorno portando lo sguardo sui suoi amici, e
rabbrividì al pensiero che forse il prossimo a mancare sarebbe stato
uno di loro. Sperò che potesse toccare a lei. <Anche perché se
Angelus mi prende, morire è la cosa migliore che mi può capitare! Ma
non credo lui sarà così generoso>.
TERZA PARTE
Fasi
Notte tra il 12 e il 13 febbraio
Angelus stava tenendo fede alla sua promessa. Aveva incontrato
per caso Theresa, una liceale, compagna della cacciatrice, e l'aveva
vampirizzata. Un altro messaggio per la sua dolce Buffy.
Con Silvia non si era ancora fatto vivo. Aveva provato ad entrare
in casa, ma si era trovato respinto dal muro invisibile. Non viveva
più lì, perciò aveva bisogno dell'invito per entrare. La cosa lo
irritò moltissimo, ma non se ne preoccupò: presto sarebbe stato San
Valentino, e aveva in mente un bel regalino da fare alla dampyr...
Appresa la notizia della morte di Theresa, Buffy e i suoi
pensavano fosse opera del lupo mannaro che si aggirava da poco a
Sunnydale. Era ormai l'ultima notte per poterlo beccare, e dovevano
anche vedersela con uno spietato cacciatore che Buffy e Giles
avevano incontrato la notte precedente. Questi voleva uccidere il
licantropo, per venderne la pelle, e il fatto che l'animale per 28
giorni al mese fosse un essere umano, non sembrava impensierirlo.
Mentre Buffy, Silvia e Giles si preparavano a dare la caccia
all'uomo-bestia, Willow irruppe in biblioteca con la notizia che il
lupo mannaro era Oz. Armati di un fucile a tranquillanti, corsero a
salvare l'amico dal sanguinario cacciatore.
Lo trovarono nel parco, e Silvia riuscì con un calcio a fermare
il bracconiere poco prima che sparasse. La cacciatrice lottò col
licantropo, ed ebbe la peggio. Per fortuna Willow impugnò la pistola
coi sonniferi, e sparò a Oz.
Il cacciatore, a terra, cercava il suo fucile, ma Silvia lo
afferrò per prima, e glielo puntò contro.
"Cain! Avrei dovuto capire che eri tu, quando mi hanno parlato di
un idiota senza scrupoli..."
"Dampyr... Ne è passato di tempo... Non ce l'avrai mica ancora
con me?"
"Non lo so... Aiutami a ricordare: perché non ti ho ucciso
l'ultima volta che ci siamo incontrati?"
L'uomo era visibilmente spaventato. Stava disperatamente cercando
la cosa giusta da dire: "Perché te l'ha impedito il tuo amico
vampiro..."
"Pessimo argomento in questo periodo!". Silvia sparò un colpo nel
terreno tra le gambe del cacciatore, che gridò e indietreggiò
impaurito. Si rialzò inciampando un paio di volte e scappò via.
"Lo conoscevi?", chiese Buffy.
"È una storia lunga...", gettò il fucile e si voltò per
andarsene.
"Silvia, aspetta..." la chiamò Buffy.
"Scusatemi ragazzi... Will, non preoccuparti, Oz starà benissimo
domani. Ci vediamo!"
Si allontanò velocemente, e si diresse verso casa.
Voleva fare qualcosa, ma non sapeva cosa. Non poteva restare
così, ad aspettare... aspettare che Angelus uccidesse qualcuno di
loro.
Ricordava bene quando aveva incontrato Cain la prima volta, una
decina d'anni prima. A quel tempo lui si era intestardito coi dampyr.
Un solo litro di sangue poteva valere qualche centinaio di dollari.
Lei si era fatta catturare come una principiante. Era stato Angel a
salvarla. E le aveva impedito di uccidere Cain, convincendola a non
trattarlo come lui aveva trattato lei.
Era stata un'altra delle decine, centinaia di volte in cui Angel
l'aveva aiutata. C'era sempre per lei.
E ora, invece, che era lui ad avere bisogno, Silvia non sapeva
cosa fare. O meglio: sapeva che non c'era niente che potesse fare.
Si illudeva, ogni tanto, che forse avrebbero potuto trovare la
maledizione degli zingari, o un qualche altro incantesimo per ridare
l'anima ad Angel.
Ma ora si sentiva totalmente sfiduciata, e disperata. Senza
accorgersene, aveva iniziato a piangere.
13 febbraio
Poco prima dell'alba
Angelus e Drusilla si apprestavano a lasciare la vecchia
fabbrica, per andare a stare in una magione poco fuori città.
"Vedrai, piccola, ti incanterà. È una bella villa, con un bel
giardino, e dei gelsomini"
"Mi piacciono i gelsomini. Sbocciano di notte. Come noi... Sarà
il nostro regno delle fate!"
"Sì dolcezza. Non uno squallore come questo posto!"
Drusilla si fermò, e si guardò intorno: "Mi mancherà, però. Sono
stata felice qui..."
"Felice? Ma, tesoro... io davvero non ti capisco... Non riesco ad
immaginare come potesse piacerti stare con Spike! L'hai addirittura
tirato fuori dalle macerie della chiesa...", scosse la testa con
disapprovazione: "E soprattutto, se mi hai detto che sapevi dei suoi
tradimenti, perché non l'hai ucciso tanto tempo fa?"
"Stavo aspettando te, per farlo", rispose Drusilla, ridendo: "Ora
che sei qui possiamo liberarci di lui"
"Adesso sbrighiamoci", disse Angelus: "Dobbiamo arrivare prima
che sorga il sole...
Sempre che tu non preferisca restare e goderti lo spettacolo...",
aggiunse indicando l'interno dell'edificio.
"Oh, no! Non voglio!", esclamò Drusilla. Angelus rise, e uscirono
insieme.
Quando le passarono accanto, Silvia trattenne il respiro e rimase
immobile, nascosta nell'ombra. Le aveva insegnato Angel come
rendersi invisibile anche ai sensi più sviluppati dei vampiri.
Temeva però che con lui non avrebbe funzionato. Per un attimo, poi,
aveva creduto davvero che Drusilla si fosse accorta di lei. Invece
se n'erano andati entrambi senza notarla.
Quando era arrivata a casa, dopo l'incontro con Cain, si era
buttata sulla cioccolata, l'unico sollievo quando era depressa.
Ma la situazione era peggiore: più che depressa, si sentiva
totalmente disperata. Alla fine aveva preso una decisone. Si era
asciugata le lacrime, e si era incamminata decisa verso la fabbrica.
Quella notte sarebbe finito tutto, in un modo o nell'altro. Innanzi
tutto avrebbe impalettato Drusilla, e questo le avrebbe di certo
dato non poca soddisfazione.
Poi avrebbe ucciso Angelus.
O sarebbe morta.
Una delle due.
Era entrata silenziosamente, sperando di sorprenderli.
Aveva sentito delle voci che venivano verso di lei, e si era
nascosta in attesa.
Non aveva ascoltato bene le ultime parole che i due vampiri si
erano scambiati, dopo che aveva capito di cosa stavano parlando.
Aveva anche abbandonato tutti i suoi propositi di vendetta. Una
frase solo le pulsava fortemente in testa, al ritmo del suo battito
che accelerava sempre più. Lo sentiva forte alle tempie, e nelle
orecchie, come un ronzio. E continuava a ripetersi: <Spike è vivo.
Spike è vivo, Spike è vivo. Spike... è... vivo...>
Quando finalmente i due vampiri furono usciti, corse a più non
posso in direzione del rumore che sentiva. Avvicinandosi, si accorse
che qualcuno stava dicendo qualcosa. Si fermò di botto quando sentì
distintamente: "Sangue infernale!"
Era lui. Era Spike.
Non c'erano più dubbi.
Era vivo.
Si avvicinò col cuore in gola, e rimase ad osservarlo nascosta.
Era su una sedia a rotelle. Quindi non era uscito del tutto indenne
dal crollo della chiesa. Ma era vivo!
Non per molto, comunque. Era incatenato ad un enorme trave, con
pesanti catene che bloccavano sia lui che la sedia. Era
immobilizzato. Di fronte, un'ampia finestra rivolta ad est. Quando
presto sarebbe sorto il sole, di lui non sarebbe rimasta che cenere.
Silvia resistette a stento alla tentazione che aveva di correre
tra le sue braccia, abbracciarlo, baciarlo... ERA VIVO!
Cercò di farsi forza ricordandosi che poco tempo prima aveva
quasi ucciso Angel.
<E mi ha salvato la vita!>
Inutile, non poteva farci niente.
<Cerca almeno di non apparire eccessivamente felice!>, si disse,
uscendo allo scoperto.
Il vampiro strattonava con violenza le catene, e imprecava ancora
più violentemente.
"Spike!", lo chiamò.
Lui si girò a guardarla, e smise di tirare e di imprecare.
"Tò, guarda chi c'è! Sei venuta a goderti lo spettacolo?"
<Spettacolo... Sì, davvero, vederti è uno spettacolo...>
Gli si avvicinò il più lentamente possibile, lottando per non
mettersi a correre.
<Cerca qualcosa da dirgli... qualche battuta... Non cedere
subito! Non fargli vedere che stai per metterti a piangere dalla
gioia, perché lui è vivo... Non... Al diavolo! È già tanto che non
gli sono saltata subito addosso!>
"Credevo fossi morto"
"Invece no. Ma siccome mi dispiace deluderti, presto lo sarò
davvero, tesoro"
Silvia infilò una mano nella tasca della giacca, e ne tirò fuori
un sottile pezzo di ferro. Tempo addietro, un 'esperto scassinatore'
le aveva insegnato che era meglio portare sempre con sé i 'ferri del
mestiere': "Non si sa mai"
Cominciò ad armeggiare con uno dei grossi lucchetti che tenevano
ferme le catene.
"Mi hai salvato la vita, nella chiesa"
"Oh, ti senti in debito? Non darti pena, non ce n'è bisogno"
"Non mi do pena. Se non fosse stato per te ci sarei finita
anch'io sotto l'organo. Volevo solo ringraziarti. E scusarmi, per
essermene andata via subito..."
"Oh, allora è per il senso di colpa che sei qui... Ti ho detto
che non importa, non..."
Con uno schianto secco il lucchetto si aprì.
"E io ti ho detto che non mi preoccupo affatto. Solo, non mi
dispiacerebbe fare un piccolo scherzetto ad Angelus..."
"Però, sei brava..." disse Spike indicando il lucchetto: "Dove
hai imparato a fare la scassinatrice?"
"Idiota! Me l'hai insegnato tu!"
<È solo una... tregua. Sì, una specie. Per fermare Angelus.
Una... collaborazione dovuta a cause di forza maggiore. Niente di
più. Assolutamente, niente di più>.
È questo quello che pensavano sia Silvia che Spike, dopo che lei
l'aveva portato a casa sua. Gli aveva ceduto il suo letto,
immaginando che Spike avrebbe preferito arrostire al sole, piuttosto
che dormire in quello di Angel. E lei si era trasferita nella stanza
dell'altro vampiro.
In realtà sarebbe voluta rimanere accanto a lui, addormentarsi
tra le sue braccia <Dormire! Solo dormire!>. Ma dopo neanche cinque
minuti avevano subito iniziato a litigare. Per Angel. Silvia era
ancora arrabbiata con Spike perché aveva cercato di ucciderlo.
"Ehi, non c'era niente di personale. Lui è il sire di Drusilla, e
mi serviva il suo sangue per il rito"
"Rito utilissimo, visto che appena si è rimessa in forze ha
cercato di farti fuori!"
"Solo perché il tuo amico non sa controllare gli ormoni... Senza
Angelus Drusilla non mi avrebbe mai lasciato!"
Era vero. L'aveva sentito dire dalla stessa vampira, poco prima.
Ma quello che le faceva più male era che questo significava che
Spike sarebbe rimasto volentieri con lei.
<Il legame di un childe col suo sire è più forte di quanto si
possa immaginare...>
L'aveva visto più volte. Angel e Darla. Spike e Drusilla.
...Angelus.
Doveva trovare qualcosa da dire, non poteva permettere a Drusilla
di averla vinta, neanche a distanza: "Questo non significa niente"
<Mhm, brava, argomentazione valida e chiarificante!>
"Significa che sei nei guai, stai soffrendo, e una volta tanto
non è colpa mia! Prenditela con la tua preziosissima cacciatrice e
il suo preziosissimo amore, che ora ha perso la sua preziosissima
anima"
Silvia non rispose. Odiava quando non poteva avere l'ultima
parola.
La discussione si era conclusa con qualche scambio di improperi,
e con Spike che le aveva urlato, mentre lei usciva sbattendo la
porta: "Guarda che la cosa ha enormemente seccato anche me! Se c'è
qualcuno che odio più di Angel, quello è proprio Angelus!"
Silvia si morse un labbro, per evitare di replicare. Non avrebbe
voluto litigare, ma come sempre, quando era con Spike, non riusciva
a trattenersi.
L'ultima frase del vampiro, però, l'aveva colpita. Nessuno, a
parte lei, né Buffy, né Drusilla, né Darla, né lo stesso Angel,
vedeva questa differenza. Solo Spike aveva parlato di Angel e
Angelus come due persone diverse.
<Ma questo non cambia nulla. Li odia tutti e due! Solo, mi
chiedo: perché? Per via di Drusilla? Oppure... per me?>
QUARTA PARTE
San Valentino
14 febbraio
In biblioteca, Giles stava spiegando a Buffy che aveva letto
qualcosa sulle precedenti 'abitudini' di Angel, e aveva saputo che
era solito compiere crimini orribili il giorno di San Valentino. Non
aveva notizie specifiche, ma le suggerì di stare molto attenta.
"Ho chiesto a Silvia se poteva darmi qualche... particolare
utile. Mi è sembrata un po' restia a parlare. Ha detto di non sapere
molto, perché Angel non le parlava del passato."
"Ma se non sbaglio lei l'ha conosciuto anche prima che
riacquistasse l'anima"
"Sì. Le ho chiesto infatti cosa poteva dirmi almeno in base alla
sua esperienza, ma non me ne ha voluto parlare. Ha detto che di San
Valentino non sa niente, e che tuttavia forse sapeva dove poter
trovare qualche risposta. Non ha voluto dire niente di più"
Buffy, non molto tranquillizzata dopo il colloquio col suo
osservatore, si affrettò a tornare in classe.
Giles, con gesto meccanico, tirò fuori un fazzoletto e cominciò a
pulirsi gli occhiali. Non le aveva rivelato la cosa più importante
che gli aveva detto Silvia: "Non capisco perché Angelus non ha
ancora cercato di uccidermi. Credevo che ce l'avesse con me, perché
gli sono sopravvissuta più di una volta. E non capisco perché non
prova ad uccidere Buffy. Ha in mente qualcosa, temo"
Quella sera, la cacciatrice trovò davanti alla porta sul retro
una scatola di rose rosse, con un bigliettino. C'era scritto
soltanto: "Presto"
Anche Silvia trovò un insolito regalo sulla soglia di casa: un
cofanetto di legno, ornato da delicate intarsiature floreali. Lo
aprì, e rimase sorpresa del suo contenuto. Si strinse nelle spalle,
e tornò dentro.
15 febbraio
Dopo aver ricevuto le rose, la cacciatrice era ancora più
preoccupata. Ma non era l'unica ad aver avuto un San Valentino poco
piacevole: Xander era stato lasciato da Cordelia. Ferito, irritato e
umiliato, pensò di ricorrere alla magia, e chiese a Amy di fare un
incantesimo a Cordelia, perché si innamorasse di nuovo di lui. In
cambio il ragazzo non avrebbe rivelato le scorrettezze della strega
che usava la magia per prendere buoni voti a scuola.
Amy non era molto brava, però, e infatti presto Xander si accorse
che Cordelia non aveva per niente cambiato atteggiamento nei suo
confronti.
In compenso, pareva che ogni altra ragazza della scuola fosse
cotta di lui.
Era ormai sera. Silvia non si decideva a tornare a casa. Aveva
promesso a Giles di informarsi sui 'propositi' di Angelus, ma non
aveva il coraggio di parlarne con Spike. Finivano sempre col
litigare ogni volta che nominava Angel o Angelus.
Però anche lei era preoccupata: aveva ricevuto quel regalo
davvero singolare...
Che strana situazione! In un certo senso, era il primo San
Valentino che passava con Spike. E aveva fatto di tutto per sembrare
indifferente alla cosa. Anche Spike sembrava non avervi fatto caso.
<Chissà se, in altre circostanze, mi avresti fatto un regalo...>
Mentre fantasticava come una ragazzina, a poco a poco si accorse
che in fondo non le importava poi molto se Spike le faceva regali o
no. Non le importava molto neanche di Spike. Né di Angelus.
All'improvviso le sembrava che non le importasse più di niente,
tranne che di un'unica persona, su cui sentiva concentrato tutto il
suo essere: Alexander Harris. La cosa la stupiva, ma non c'erano
dubbi: era innamorata di Xander!
<Devo trovarlo! Subito! Non posso stare ancora lontano da lui!>
Corse in direzione della scuola, sperando di trovarlo lì. Una strana
sensazione, però, la fece fermare all'improvviso: <Un incantesimo!>.
Lo sentiva chiaramente, un potere soprannaturale, che modificava la
sua volontà. Ma non poteva farci niente. Amava Xander.
Si mise di nuovo a correre a più non posso.
Nel frattempo la situazione si stava facendo davvero pericolosa.
Le ragazze, Willow in testa, erano decise a prendersi Xander, oppure
ucciderlo. E ce l'avevano anche con Cordelia. I due si rifugiarono
in casa di Buffy, e dopo essere sfuggiti anche alle avances di Joyce,
si chiusero nella camera della cacciatrice
"Bene... la folla ancora non ci ha trovati. Dovremmo essere al
sicuro, qui"
"Teoricamente!"
Xander aveva appena finito di parlare, che Angelus era sbucato
dalla finestra, e l'aveva afferrato, tirandolo fuori.
Lo scaraventò giù dal tetto, e prima che il ragazzo potesse
rialzarsi, lo afferrò per i capelli: "Perfetto. Volevo fare qualcosa
di speciale per Buffy, *a* Buffy, ma questo è molto meglio!"
Il vampiro stava per ucciderlo, ma venne atterrato prontamente da
qualcuno. Xander, felice, si voltò per ringraziare la sua
salvatrice: "Buffy, come..."
Invece si trovò davanti Drusilla. Neanche la vampira era immune
all'incantesimo. Per poter stare con Xander, però, voleva renderlo
immortale. Ancora una volta, appena in tempo, il ragazzo venne
salvato, stavolta da Silvia.
"Giù le mani!", esclamò rivolta alla rivale: "Ma non sai trovarti
un ragazzo tuo? Devi sempre prenderti i miei?"
Cordelia intanto era corsa a vedere come stava Xander, ed era
piuttosto spaventata dalla presenza dei due vampiri.
Angelus aveva intuito che probabilmente c'era di mezzo un
incantesimo, ma la cosa non lo distolse da uno dei suoi passatempi
preferiti: far soffrire un po' Silvia. Si avvicinò lentamente alla
ragazza, che era ferma tra Xander e Drusilla. In un altro momento
sarebbe stata molto più spaventata. Per fortuna il pensiero di
Xander in pericolo le impediva di avere troppa paura per sé.
"Ehi, piccola, hai ricevuto il mio regalo di San Valentino?"
"Ti riferisci a quella stupida scatola?"
"No, al suo contenuto"
"Dentro non c'era niente, solo polvere"
"Cenere, per la precisione. Non indovini? Diglielo tu, Dru!"
La vampira era totalmente assorbita da Xander, ma non si fece
mancare l'occasione di infierire su Silvia: "Era il tuo adorato
Spike. Non era mica morto sotto l'organo, sai? L'ho salvato io! E
poi l'abbiamo fatto arrostire al sole"
"Non è vero! Non ci credo!"
Angelus rise: "Mi dispiace! Avrei voluto tanto farti assistere,
ma Drusilla aveva così fretta..."
"Ora basta scherzare!", disse seria la vampira: "Lascia Xander, è
mio!" e si avventò su Silvia, che però era preparata e la mandò di
nuovo a terra. Si preannunciava una bella lotta, e Angelus si stava
già sfregando le mani, quando furono raggiunti dalla folla di donne
rabbiose che volevano Xander.
Silvia, cogliendo la palla al balzo, gridò indicando Drusilla:
"Quella ha cercato di portarsi a letto Xander!"
L'orda inferocita si fiondò sulla vampira, e Silvia commentò con
un sospiro: "Mi sembra di essere tornata ai bei tempi di Praga!"
Purtroppo, però, non tutte le donne erano cadute nel tranello,
per molte l'obiettivo primario rimaneva sempre avere o, in caso
contrario, uccidere il ragazzo dei loro sogni. Silvia si tirò via
l'oggetto del desiderio, insieme a Cordelia, e corsero tutti e tre a
nascondersi in cantina. Mentre lei barricava la porta, Xander
tentava di spiegare a Cordelia che era tutto dovuto ad un
incantesimo che lui aveva fatto fare per lei: "Tu dovevi esserne la
vittima, invece, a quanto pare, sei l'unica immune!"
"Aspetta, anche su Silvia sembra non aver fatto effetto! O
almeno, non ha cercato di saltarti addosso come tutte le altre!"
Si voltarono a guardare la ragazza che stava cercando
qualcos'altro da mettere davanti alla porta, che sembrava cedere
sotto i colpi delle ninfomani. Si accorse degli sguardi puntati su
di lei, e spiegò, irritata: "No, non sono immune!"
"Quindi..."
"Ho una certa età e una discreta esperienza in incantesimi, e so
riconoscere istinti che non sono miei, e resistere. Ma se tu la
smettessi di essere così sexy, mi daresti una mano!"
Xander avrebbe voluto esaudirla, sennonché la porta venne
sfondata. Silvia si parò subito davanti al ragazzo, per proteggerlo
fino alla morte, ma per fortuna non dovette rischiare così tanto:
improvvisamente, così come era iniziato, l'incantesimo finì. Giles
ed Amy, in biblioteca, finalmente avevano trovato la formula per
annullarlo.
Le donne, disorientate, si guardavano l'un l'altra, posando a
terra smarrite le armi che avevano impugnato.
"Ragazzi!", esclamò Cordelia: "È stata la migliore caccia al topo
a cui io abbia partecipato!"
Sembrarono cascarci tutte, e si diressero fuori. I tre assediati
tirarono un sospiro di sollievo.
"Silvia... grazie per avermi salvato la vita, prima"
"Figurati! Quando si tratta di picchiare Drusilla, non mi tiro
mai indietro"
"Mi dispiace per il tuo... per Spike", le disse Cordelia. Voleva
essere gentile, ma si rese conto che forse avrebbe fatto meglio a
stare zitta.
Silvia si rabbuiò in volto: "Voi lo sapevate che non era morto
nell'incendio?", chiese.
"No", risposero entrambi.
"Quando abbiamo sconfitto il Giudice, al centro commerciale,
c'erano solo Angelus e Drusilla", aggiunse Xander.
"Tu credi che dicessero la verità?", chiese Cordelia.
"Sì, credo di sì", disse Silvia. Poi salutò i due e si diresse a
casa. Si sentiva un po' in colpa a non dire tutta la verità, ma...
come poteva?
Però tutto sommato era stata una serata divertente. Vedere
Drusilla infatuata di Xander, e tutte le ragazze impazzite per
lui... e Angelus che scappava! Poi era stata brava con lui: se l'era
bevuta. Credeva davvero che Spike fosse morto. Ora bisognava solo
trovare il modo di sfruttare la cosa...
Entrò in casa. Spike era come al solito sul suo letto, di umore
nero. Si ricordò di quello che aveva promesso a Giles. Sospirò, non
era certo il momento più adatto per parlare degli hobby di Angelus,
ma anche lei voleva sapere: "Senti, Spike... tu conosci Angelus
meglio di me..." non sapeva come chiederglielo: "Ecco, io... Buffy
si chiedeva come mai ancora non ha provato ad ucciderla"
Spike sorrise beffardo: "Non vede l'ora, la cacciatrice? Che c'è,
si sente trascurata?"
"Spike, per favore..."
"E cosa ne so, io, di cosa passa per la testa a quel bastardo?".
Rivolse gli occhi al cielo e imprecò all'espressione implorante
della ragazza: "Forse ha intenzione di farla impazzire, come ha
fatto con Drusilla", ipotizzò.
Silvia parve valutare l'informazione, poi chiese a voce bassa:
"E.. io?"
"Immagino la stessa cosa. Lo sai, ad Angelus non basta uccidere,
ogni omicidio deve avere una coreografia particolare. È un tipo
pignolo, cura molto i dettagli..."
"D'accordo, d'accordo, non c'è bisogno di scendere in
particolari!" lo fermò Silvia, gesticolando con entrambe le mani,
come per scacciare le immagini che le stavano salendo alla mente.
Cercò qualcosa da dire di più consolante: "Avevo ragione, la
cenere nel cofanetto eri tu! Ho fatto bene a impalettare quell'idiota
di... come hai detto che si chiamava?"
"Eustace"
"Sì, lui... e lasciare le sue ceneri sulla sedia a rotelle.
Angelus non ha sospettato niente"
"Sì, grandissimo piano. Però ora io sono totalmente
immobilizzato!"
"Ti troverò un'altra sedia, non ti preoccupare!", disse lei in
tono annoiato, sedendosi sul letto.
"Sì certo. Me l'hai già detto. Come hai detto che vuoi uccidere
Angelus. Ma chissà perché fatico a credere che tu ci stia provando
davvero!"
"Infatti non è quello che ho detto. L'accordo era: fermare
ANGELUS, e riportare ANGEL!"
"Lo sai che a me non me ne frega niente di Angelus né tanto meno
di Angel!"
Ecco che litigavano di nuovo. Non riuscivano a stare lontani, ma
di sicuro non potevano neanche vivere insieme.
"I patti sono questi, se non ti stanno bene puoi anche
andartene... Oh, aspetta: no, non puoi!" disse in tono di scherno
indicando le sue gambe.
Lui emise un suono molto simile ad un ringhio, ma il suo volto
era rimasto umano.
Che poteva dirle? Era vero, non poteva muoversi. Dipendeva da
lei. Aveva bisogno di lei. Come sempre.
"È solo questione di tempo, lo sai. Sono un vampiro, guarisco da
qualunque ferita. Non resterò immobilizzato per sempre. Poi
final..." non gli permise di finire la frase. Veloce,
inaspettatamente, lo baciò. Un bacio dolce, leggero, breve. Spike
non chiuse neanche gli occhi, tanto erano sgranati per la sorpresa.
Silvia sorrise, quasi timidamente. Lui era totalmente sbalordito.
Poi lei lo baciò di nuovo, stavolta a lungo, e salì a cavalcioni su
di lui. Spike la abbracciò, la mano dietro la nuca, un braccio
intono alla vita, stringendola forte, come se non la volesse più
lasciare andar via.
<Perché lo sto facendo?>, si chiese lei: <Perché voglio farlo
davvero? O solo per tenerlo buono, per convincerlo a restare?
E quale delle due cose dovrebbe preoccuparmi di più?>
Ma non smise di baciarlo, né lo fermò quando lui cominciò a
spogliarla, anzi, si adoperò per rendergli tutto più facile, visto
che non poteva muovere le gambe.
Spike si svegliò con una sensazione che non provava da parecchio
tempo: il dolce peso di un corpo caldo sopra il suo. Era accaduto
spesso che lei si addormentasse sdraiata sopra di lui. Quando non la
abbandonava prima che si svegliasse. O lei non scappava via per
qualche motivo. Come ad Halloween. Si era svegliato, e lei se n'era
andata. Ovviamente. Finito l'incantesimo, era finito anche tutto il
resto.
<Non hai provato neanche a svegliarmi, a chiedermi se sapevo. Non
te ne importava niente, vero? Eppure per te ho rinunciato ad
uccidere la cacciatrice! Ho dovuto ancora una volta litigare con
Drusilla! Per te, solo per poter stare con te, anche se per poche
ore. Ma è stata una delle notti più belle della mia vita. Eri mia.
Totalmente e solamente mia. Breve ma piacevole illusione. Peccato
per quell'unico inconveniente: non eri davvero tu. Non era vero
niente, quella notte.
Anche il segno del mio morso è sparito, l'ho cercato ma non c'è>
Ora però era tutto reale. E stavolta era stata lei a morderlo.
Chissà se si rendeva conto del significato dei suoi morsi...
chissà se capiva che valeva anche per lei...
Non aveva scuse, stavolta. Non c'era stato nessun incantesimo
spezzato, nessun timore, nessuna violenza. E lei si era addormentata
tranquilla tra le sue braccia.
La sentì muoversi. Si stava svegliando. Infatti Silvia aprì gli
occhi, e gli sorrise. Senza dire niente, si accomodò meglio,
appoggiando il viso sul cuscino, accanto al suo. Spike abbassò
leggermente la testa, posando la fronte su quella di lei. Entrambi
chiusero gli occhi, volendo assaporare ogni istante di quell'illusione.
Perché tutti e due si rendevano conto che anche quella, in un
certo senso, era un'illusione.
<Tu non puoi amarmi, lo so, piccola. So anche che non mi hai
dimenticato. Ma non puoi amarmi. Se diventassi una vampira, allora
potresti amarmi. Come ad Halloween. Ma allora non saresti più tu. E
probabilmente sarei io a non amare te>
<Mi ami, Spike? Davvero? Ma un vampiro può amare, senza un'anima?
Puoi amarmi come voglio io? Rinunceresti alla tua vita.. non-vita,
per me?
E io, posso amarti? Non che non posso! Eppure è così. Se tu non
fossi un vampiro, allora potrei amarti senza problemi! Ma se tu non
fossi quello che sei, probabilmente non ti amerei.
È orribile, mi odio per questo, ma è così: ti amo proprio perché
sei un vampiro>
Alla fine Spike si decise a rompere il silenzio: "Mi hai morso.
Non vale se tu puoi e io no!"
"Come se fosse la prima volta... e poi anche tu mi hai morsa, ad
Halloween"
<Allora c'hai pensato anche tu...>
"Che c'entra... Non era il tuo sangue. Prima o poi riuscirò a
morderti davvero..."
"Accomodati!", disse lei piegando la testa di lato e spostandosi
indietro i capelli, per permettergli di morderla: "Tanto lo sai che
fa più male a te che a me!"
"Non provocarmi, piccola..."
"Non ti sto provocando. Dico sul serio. Hai sentito il mio
sangue, quanto fa male... immaginati cosa può essere berlo! Come un
bel bicchiere di acqua santa!"
"No, non credo. L'acqua non è così dolce..."
Lei era rimasta nella stessa posizione, sempre 'offrendogli' il
collo. Lui la addentò delicatamente, senza trasformarsi. Poi prese a
baciarla, salendo piano sul viso, fino ad incontrare la sua bocca.
"Spike...", sussurrò lei: "Dimmi la verità... te ne andrai,
vero?"
Lui non rispose.
"Quando potrai camminare, quando avremo... risolto, in un modo o
nell'altro, con Angelus... tu mi abbandonerai, è così?"
<Perché me lo chiedi? Perché vuoi rovinare tutto? Perché devi
sempre pensare al dannato futuro?>
"Piccola, lo sai che io non vorrei mai lasciarti. Ma tu vuoi che
io diventi la brutta copia del tuo amico 'animato', e ti ho già
spiegato che questo non accadrà mai"
"Io non voglio affatto che diventi come Angel. Ma capisci che no
posso stare con uno che vuole uccidere i miei amici!"
<Scusami, non volevo litigare. Ma non potevo fare a meno di
chiederlo. Vorrei soltanto... soffrire il meno possibile>
"Allora chiudiamo il discorso qui", disse lui.
Tornarono a baciarsi, ma entrambi avevano ancora mille domande, e
risposte che conoscevano ma non volevano accettare. E dubbi, e
speranze che non osavano svelare.
<Lo ammetto: l'avevo sperato davvero, stavolta. Ma tu sei
testarda, come sempre. Anche a te piace uccidere, non puoi
negarlo... solo che tu uccidi quelli come me. C'è poi tutta questa
differenza? Anche gli uomini sanno essere molto cattivi, anche con
la loro specialissima anima. E tu? Non ti rendi conto di quanto mi
fai soffrire?
Cosa farò dopo, mi hai chiesto. Bella domanda. Non posso neanche
tornare da Dru. Mi odia anche lei adesso. Maledetto Angelus, è tutta
colpa sua! Mi dispiace, piccola, ma farò di tutto perché muoia. A
costo di tradirti. O di rinunciare ad uccidere la mia terza
cacciatrice>
<Ti sto chiedendo davvero così tanto? Dici di amarmi, però non
sei disposto a cambiare per me! Del resto neanch'io posso farlo. Ma
per me è diverso... io sto dalla parte del giusto, no? Sto con i
buoni... Perché allora ho tutti questi dubbi? Forse Angel ha
ragione, tu tiri fuori la mia parte demoniaca.
Vorrei potermi lasciare andare, Spike, lo vorrei davvero tanto.
Ma non durerebbe.
Siamo destinati a stare lontani, amore mio> |