Che cosa
sarà capace di fare quest'animo inflessibile,
implacabile sotto i morsi del dolore?
(Euripide, Medea)
PRIMA PARTE
Ho occhi solo per te
La passione alberga in tutti noi, sopita, in agguato
e sebbene indesiderata e inaspettata, si ecciterà,
spalancherà le mascelle e griderà.
Sunnydale, aprile 1998
Silvia era appena andata via dalla biblioteca. Di solito si
sentiva quasi in dovere di accompagnare ogni notte Buffy a casa,
sebbene nell'eventualità di un incontro con Angelus, la cacciatrice
se la sarebbe cavata sicuramente meglio di lei. Quella volta, però,
c'erano gli altri con lei, e Silvia aveva pensato che poteva
lasciarla. Aveva voglia di tornare a casa. Era stata davvero una
brutta esperienza per Buffy, ma Silvia non si sentiva in vena di
fare la consolatrice.
La situazione stava sempre più precipitando. Angelus aveva ucciso
Jenny Calendar, e come suo solito aveva ricamato intorno
all'omicidio uno scenario perfetto e atroce per il povero Giles.
L'osservatore, distrutto, aveva anche tentato di farsi giustizia da
solo, e aveva dato fuoco alla vecchia fabbrica. Non sapeva che
Angelus aveva lasciato quel posto già da molto.
<Perché proprio lei?>, continuava a chiedersi Silvia <Perché
Angelus ha ucciso la signorina Calendar? Forse aveva trovato il modo
di tradurre la maledizione? O qualche altro incantesimo per ridare
l'anima a un vampiro?> Non poteva fare a meno di sperarlo, ma non
avevano trovato nulla. Avevano cercato dappertutto, Willow aveva
setacciato tutto l'hard disk della professoressa, ma niente.
Poi ci si mettevano anche i fantasmi, a complicare le cose! A
Silvia facevano una pena immensa entrambi. Ripensò al dialogo di
qualche ora prima, quando si interrogavano sulla ragione che
tratteneva il fantasma di James nel Liceo di Sunnydale.
*****
"Vuole essere perdonato", era l'opinione di Buffy.
"Sì, può essere questo", convenne Giles: "Ma quando James si
impossessa delle persone, queste ripetono esattamente quello che è
successo quella notte, quindi si trova a vivere in una specie di
purgatorio. È condannato ad uccidere la Newman ancora, e ancora, e
ancora, e... e il perdono è impossibile."
"Bene, non se lo merita!". Buffy aveva parlato con durezza. Il
suo osservatore cercò di farla ragionare: "Il perdono è un atto
dettato dalla compassione, Buffy. Non si concede in base al merito,
ma perché se ne ha bisogno"
*****
Saggio Giles! Aveva proprio ragione. Poi anche Buffy l'aveva
capito. Si era immedesimata. Per fortuna era finita anche quella.
Ma Silvia non era per niente contenta.
Aprì la porta ed entrò silenziosamente. Spike era addormentato
sul divano. Decise di non svegliarlo, tanto non aveva niente di
nuovo da raccontargli. Si diresse in bagno, si spogliò ed entrò
nella doccia.
Spike si svegliò col rumore dell'acqua. Era tornata. E non lo
aveva svegliato, probabilmente perché non voleva parlargli. Lui
invece aveva qualcosa da dirle: si alzò in piedi, e si diresse verso
il bagno, togliendosi la maglietta.
Silvia stava lasciando che l'acqua calda le lavasse via
l'orribile sensazione che quella giornata le aveva lasciato. E
ancora non sapeva come salvare Angel. Il viso alzato, rivolto verso
il getto d'acqua, gli occhi chiusi. Non si accorse di Spike finché
lui non aprì lo sportello della doccia. Rimase a fissarlo stupita:
il vampiro era lì, davanti a lei, IN PIEDI!
"Spike! Da quando puoi camminare?"
Lui non le rispose, le sorrise soltanto col suo fare ammiccante,
entrò nella doccia, anche se indossava ancora i pantaloni, e
cominciò a baciarla. Lei era troppo shockata per reagire in
qualsiasi modo, evitava di pensare a cosa sarebbe accaduto ora che
Spike poteva camminare, e si limitò ad assecondarlo. Lui la sollevò
da terra e lei gli si avvinghiò, con le braccia dietro la nuca, e le
gambe incrociate dietro la schiena, mentre lui continuando a
baciarla scendeva sempre più giù. Si fermò per un attimo, e
delicatamente le girò la catenina, spostando il pendente a forma di
croce dietro le spalle, evitando di toccarlo. Poi ricominciò a
baciarla, sul collo, sul petto, soffermandosi sulla piccola
cicatrice che aveva sotto il seno sinistro. Chissà perché le sue
cicatrici lo avevano sempre eccitato tanto. Forse perché non potendo
bere il suo sangue erano la cosa più vicina ad una ferita che lui
potesse toccare.
Lei gli infilò una mano tra i capelli bagnati. Era così strano il
suo corpo sotto l'acqua quasi bollente. La sua pelle sembrava calda.
Non più quella di un vampiro. Non avrebbe mai voluto smettere di
accarezzarlo, e di lasciarsi accarezzare.
Le sfuggì un gemito quando lui la spinse contro la parete,
premendo su di lei col suo corpo, senza smettere di baciarla
dappertutto. Poi la lasciò scendere a terra, ansante.
"Io... dovrei... lavarmi i capelli..." mormorò Silvia. Non sapeva
neanche lei perché l'aveva detto. Spike intanto aveva ripreso a
baciarle il collo: "Fai pure" le sussurrò vicino all'orecchio. Lei
gli posò le mani sulle spalle, come a volerlo allontanare. Lui le
afferrò i polsi, senza farle male, ma con fermezza, e la tenne ferma
con le mani appoggiate alla parete, senza smettere mai di baciare il
suo corpo, ancora, e ancora.
Poi, contraddicendo quanto aveva appena detto, chiuse il
rubinetto, la prese in braccio e si diresse verso la sua camera.
Lei non ebbe il coraggio di obbiettare - dovevo lavarmi i
capelli, ho detto ... stiamo bagnando il pavimento... allagheremo il
letto... -. Spike la sdraiò sulle coperte e si mise a solleticarle
un'altra cicatrice, quella proprio sotto l'ombelico.
Ogni volta che in quegli anni le aveva scoperto sul corpo un
nuovo segno, le aveva sempre chiesto spiegazioni su come l'aveva
avuto. Un dampyr si riprende dalle ferite meglio e più velocemente
di un essere umano, ma queste non si cicatrizzano facilmente, perché
più un dampyr sanguina, più danni può fare ad un vampiro. Per questo
bastava una ferita un po' più profonda per lasciare sul corpo di
Silvia una traccia indelebile.
Spike ne era ossessionato. Le conosceva tutte, avrebbe potuto
disegnare il suo corpo a memoria. Per la verità l'aveva anche fatto,
qualche volta, stracciando subito dopo il foglio per paura che
Drusilla potesse trovarlo. Con le dita e con la bocca passò in
rassegna tutte le cicatrici, soffermandosi su quelle che lo
infastidivano di più: quella dietro l'orecchio sinistro, segno
dell'unico vampiro che l'aveva morsa, piacere che a lui era negato,
e poi quella sulla pancia, sotto l'ombelico. Di questa non avevano
mai parlato. Lui però sapeva chi gliel'aveva fatta. Sapeva tutto di
quella notte. Questo pensiero lo mandava in bestia. Scacciò subito
quell'idea dalla mente quando lei lo attirò a sé, forse intuendo
cosa gli passava per la testa, e cominciò a sbottonargli i
pantaloni. Spike, baciandola ancora, le sussurrò sulle labbra: "Ti
amo."
Lei sembrò irrigidirsi: "Smettila... ti prego, Spike...
smettila", ma continuò a baciarlo.
Fecero l'amore come se fosse stata l'ultima volta, e
probabilmente lo era. O almeno questo pensava Silvia, mentre esausta
tra le sue braccia si sforzava di non cedere al sonno. Ora che Spike
poteva camminare, non dipendeva più da lei. Ora poteva cacciare, non
avrebbe più accettato di bere sangue animale, lo sapeva. Angel
l'aveva avvertita di stare attenta, e aveva avuto ragione. Ora il
distacco sarebbe stato molto più doloroso. Lo guardò mentre era
profondamente addormentato, il viso sereno, l'espressione
innocente... sembrava impossibile che potesse essere un assassino.
Poi si addormentò anche lei.
Quando si svegliò, Spike non c'era più.
SECONDA PARTE
Speranze...
[La passione] detta legge a tutti noi, ci guida.
La passione ci governa e noi obbediamo.
Che altro ci resta?
~ Ci sono momenti nella vita che determinano il corso di
un'intera esistenza. A volte durano una frazione di secondo. A
volte, no. ~
Il mattino dopo
Nella biblioteca del Sunnydale High si era riunita la scooby gang
al completo. Buffy e Willow avevano un importante comunicazione da
fare.
"Che stai dicendo?"
"La maledizione. È questa"
La cacciatrice porse a Giles il foglio che lei e Willow avevano
stampato.
"La signorina Calendar cercava di tradurre il rito dei morti
viventi", spiegò la rossa: "Per restituire l'anima ad Angel"
"Diceva che era impossibile", disse Giles prendendo il foglio
dalla mano di Buffy.
"Almeno ci ha provato. E sembra proprio che funzionasse", rispose
la cacciatrice.
"Così l'ha uccisa, prima che potesse dircelo", intervenne Xander,
seduto con Cordelia accanto al tavolo: "Che signore, eh?"
"Ed è una cosa buona, giusto?", chiese Cordelia. Giles, che prima
aveva ignorato il commento di Xander, si voltò invece alle parole
della ragazza. Di fronte al suo sguardo interrogativo, Cordelia
continuò: "Voglio dire: possiamo maledirlo di nuovo, no?"
"Bè... sì è questo il punto", rispose l'osservatore: "Il rituale
richiede una grande conoscenza della magia nera che io... non
possiedo"
"Bè, potrei leggere i suoi file", esclamò Willow tutto d'un
fiato. Poi, un po' più calma: "Sì, e... e.. fare ricerche sulla
magia nera. Anche se non sarà facile io... io comunque credo di
potercela fare!"
Giles scosse lentamente la testa: "Senti, Willow... mettere in
atto certi incantesimi così potenti può aprire porte che poi sarebbe
difficile richiudere"
Silvia, appoggiata in un angolo a uno scaffale della libreria,
non aveva ancora detto niente. Fissava il pavimento, con le braccia
incrociate sul petto. Aveva paura. Paura di sperare invano.
"Io non voglio correre dei rischi", insisteva Willow: "Non su
tutta la linea. Ma sono la persona più adatta a farlo"
"Salve!", esclamò Xander, alzandosi in piedi: "Per chi si fosse
appena sintonizzato: questa è una gabbia di matti! Così questo
incantesimo ripristinerebbe l'umanità di Angel? Bè, ecco
un'interessante domanda: a chi importa?"
A quelle parole Silvia alzò di scatto la testa, fissando Xander
con lo sguardo accigliato, ma continuando a tacere.
"A me importa", disse Buffy.
"Sarebbe giusto?", chiese lui.
"Curare Angel è stato l'ultimo desiderio espresso da Jenny...
Cerchiamo di non perdere l'obiettività, Xander", lo ammonì Giles.
"Io sono un tipo obiettivo, e Angel è un killer"
"Xander!", esclamò Willow, stupita dalle parole troppo dure
dell'amico.
"Non è così semplice!" cercò di difendersi Buffy.
"Cosa? Gli hai perdonato tutto? Non credo alle mie orecchie!!",
esclamò per tutta risposta lui: "Per una volta sola cercate di
venirmi incontro anche se mi rendo conto che per voi è imbarazzante,
per cui, vengo subito al punto: il punto è che Angel deve morire!"
Avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma prima che potesse farlo si
trovò a volare per la biblioteca. Tutti rimasero ammutoliti per la
sorpresa, nessuno si mosse, tranne Silvia, che dopo averlo colpito,
gli si era fatta subito addosso, afferrandolo per la camicia e
tirandolo su: "Che cosa ne sai tu di Angel? Come puoi decidere
quello che è giusto? Sei solo un ragazzino geloso e presuntuoso!" lo
spinse di nuovo verso la libreria, mentre lui la guardava
spaventato. Riavutisi dallo shock, gli altri si avvicinarono ai due,
e Buffy e Giles cercarono di allontanare l'infuriatissima Silvia dal
povero e malconcio Xander: "Calmati...", le disse l'osservatore:
"Non c'è bisogno di fare così!".
Silvia si strattonò dai due. Lanciò uno sguardo torvo a tutti i
presenti, che ancora la guardavano con tanto d'occhi, mentre
Cordelia preoccupata si assicurava che Xander non si fosse fatto
male.
Ma anche se si era calmata, Silvia era ancora arrabbiata. A voce
più bassa che poté si rivolse irritata a tutti gli altri: "Forse per
voi Angel sarà l'ultimo arrivato, quello di cui servirsi nei casi di
pericolo, ma che considerare amico è un'assurdità che non vi è mai
neanche sfiorato la mente, vero? Continuate a parlare di.. di quello
che è adesso come se fosse ancora lui, mentre non capite che Angelus
e Angel sono due persone diverse! Voi non lo conoscete!!", di nuovo
il suo autocontrollo era andato a farsi benedire, e dalla sua voce
si capiva che di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere: "Voi non
sapete di come lui da 100 sta soffrendo per delitti che non ha
commesso, sta scontando la pena di qualcun altro!". Di nuovo tornò a
calmarsi, passandosi una mano sugli occhi per scacciare quelle
lacrime che suo malgrado le erano sfuggite. Nessuno fiatava. Silvia
riprese a parlare, stavolta a voce molto bassa: "Per me Angel è
tutto. È tutta la mia famiglia. È l'unico che mi sia stato sempre
accanto. È tutto ciò che mi è rimasto. Se c'è una possibilità di
salvarlo, io non ci rinuncerò. Se non mi volete aiutare, lo farò da
sola! Anch'io ho una certa esperienza con la magia nera!! Non mi
piace usarla, ma ne sono capace."
Willow le si avvicinò, posandole una mano sulla spalla. Silvia
sussultò e si girò a guardare l'amica con gli occhi gonfi di
lacrime. "Cerca di calmarti...", le disse lei: "Qualche cosa
faremo".
Angelus mostrava a Drusilla il blocco di pietra che racchiudeva
Acathla, spiegandole la sua storia. Fuori, nel giardino, Spike li
spiava: <Una grossa roccia! Devo dirlo ai miei amici! Loro non hanno
rocce così grandi!>
Ma il racconto che l'odiato sire aveva appena fatto non era per
niente divertente.
"Mio tesoro!" aveva concluso Angelus raggiante, rivolto a
Drusilla: "Noi metteremo fine alla storia dell'umanità!"
<Sì, bravo. E poi cosa mangiamo? Idiota megalomane!>
Angelus si preparò al rito, recitando varie formule, con cui
spiegava perché era lui l'unico meritevole di risvegliare il demone,
con somma noia di Spike. Poi afferrò la spada che trafiggeva il
cuore di Acathla... e non accadde niente.
"A quanto pare non eri degno!", lo canzonò Spike sottovoce. Poi
si allontanò, indeciso sul da farsi. Non sapeva se Angelus sarebbe
riuscito subito a scoprire cos'è che non aveva funzionato, ma
immaginava comunque ci non ci avrebbe messo molto a capire cosa
doveva fare. I mezzi non gli mancavano. Doveva continuare a tenerlo
d'occhio.
*****
Manhattan, 1996
Un giovane uomo barcollava tra i bidoni di un vicolo buio e non
troppo raccomandabile. Ma non sembrava ubriaco. Pareva proprio non
riuscisse a reggersi in piedi. Vide un topo che sgattaiolava poco
lontano. Gli si avvicinò, cercando di catturarlo, ma fallì
miseramente, cadendo a terra, tra i rifiuti.
"Sei davvero disgustoso. Puzzi in modo insopportabile!"
Il giovane alzò lo sguardo verso l'uomo che l'aveva interpellato.
Quello continuò: "È l'odore della morte che ti aleggia intorno... E
il tuo aspetto mi dice... 'svitato senzatetto'"
Era un tipo piuttosto strano. Non molto alto, vestito in modo
singolare: aveva un cappello scuro, una camicia verde pisello con un
papillon leopardato. Sopra indossava una giacca di pelle viola.
Indipendentemente dal suo aspetto bizzarro, il ragazzo non aveva
voglia di starlo ad ascoltare: "Fuori dai piedi!"
"Che mi faresti? Mi morderesti? Orrore! Un vampiro!". Il tono
dello sconosciuto era certamente irrisorio. Il giovane lo guardava
stupito.
"Ma non mi morderai, malgrado la tua povera, torturata anima. È
così triste! Un vampiro con un'anima! Molto toccante!", continuava a
prenderlo in giro. Ma aveva ottenuto la sua attenzione. E suscitato
il suo interesse.
"Chi sei?", chiese il vampiro.
Una voce di donna, poco lontano, li interruppe: "Cantastorie!
Cantastorie, dove diavolo sei?"
Entrambi si voltarono verso l'uscita del vicolo, da cui
provenivano quelle parole.
"Sono qui, dolcezza. Te l'ho trovato!", rispose l'uomo, che
evidentemente era il Cantastorie.
Subito sbucò la proprietaria della voce, che appena vide il
vampiro, corse ad abbracciarlo.
"Angel! Finalmente! È incredibile: per tutto questo tempo abbiamo
vissuto nella stessa città, e non siamo riusciti a trovarci!"
"Silvia...", mormorò lui, con voce malferma: "Credevo... che
fossi morta... o.. peggio..."
"Perché tu sei un idiota, un cretino, un deficiente!"
"Se stai cercando di farlo sentire meglio, non credo che questo
sia il modo migliore!", le disse il Cantastorie. Ma le non ci badò:
"Lo sapevo! Ero sicura che ne avresti sofferto più di me, che ti
saresti sentito in colpa!". Intanto continuavano ad abbracciarsi,
con le lacrime agli occhi.
"Ma ERA colpa mia! Non sono riuscito a salvarti!"
"Per così poco...", scherzò lei.
"Ti avevano catturata per portarti da tuo padre, e io non sono
riuscito a fermarli... Ero certo che avrebbero tentato di
convincerti, e temevo che ci sarebbero riusciti..."
"Oh, sì, mio padre ha ottimi argomenti di discussione... Ma non
sono mai arrivata da lui. Non sono arrivata neanche in Europa! Te
l'ho detto, mio fratello Daryl non è così in gamba come vuol fare
credere... E tu per 6 anni ti sei tormentato - inutilmente - per
me... mi dispiace! Io ti ho cercato disperatamente!"
"Come hai fatto a trovarmi?"
"Ho incontrato questo tizio", disse indicando col pollice il
Cantastorie: "Mi ha detto che sapeva dov'eri. Non ho ancora capito
cosa vuole però", e così dicendo si voltò a guardarlo. Quello
sorrise: "Facciamo due passi?"
I tre si incamminarono per le fredde vie di Manhattan. Silvia
attaccata al braccio di Angel, come per assicurarsi di non perderlo
di nuovo. Il Cantastorie si fermò a compare un hot dog.
"Volete sapere cosa voglio? Bè, io voglio sapere cosa *voi*
volete!"
"Io.. non ti comprendo...", mormorò Angel.
"Nessuno mi comprende, è la mia maledizione. Sono il Cantastorie.
Comunque, ormai è tardi"
"Tu non sei un vampiro"
"Un demone. Tecnicamente, come ho già spiegato alla tua amica.
Sì, voglio dire: non sono cattivo! Non tutti i demoni si dedicano a
devastare la vita degli altri!"
"Vuoi dire che anch'io ho una scelta?"
"Voglio dire che puoi diventare un topo di fogna ancora più
infimo di quello che sei adesso, oppure puoi diventare qualcuno. Una
persona. Nel novero degli esseri umani."
"Ehi!", intervenne Silvia: "Io sono anni che cerco di
convincerti, e non mi hai mai voluto dar retta, adesso arriva questo
qui, e tu subito gli credi?"
"È che io so spiegare meglio le cose dolcezza", rispose il
demone: "È il mio mestiere!".
"Ma se prima hai detto che nessuno ti capisce!"
"Appunto."
Silvia stava per replicare, ma il demone si rivolse di nuovo ad
Angel: "Il tuo problema è che hai sempre avuto paura che la parte
demoniaca prendesse il sopravvento. Anche con Silvia. Quando non sei
riuscito a salvarla dal fratellastro, hai dato per scontato che
l'avrebbero portata dalla loro parte, annullando la sua umanità. Non
credi che in alcun casi si possa ottenere una vittoria sul male?"
"Ancora non ci hai detto che cosa vuoi da noi!", fece notare
Silvia.
"Voglio solo mostrarvi una cosa". Fissò il vampiro negli occhi:
"Ora mi devi seguire. Prima osserva, e poi mi dirai quello che vuoi
fare."
"Dove?"
Los Angeles, 1996
Davanti all'entrata dell'Hemery High School, una macchina dai
vetri oscurati accostò al marciapiede, e si fermò. Era l'ultima ora,
i ragazzi uscivano diretti a casa. Un finestrino dell'auto si
abbassò lentamente. Bene attento a non farsi toccare dai raggi del
sole, Angel osservava una ragazza. Stava scendendo le scale,
chiacchierando futilmente con tre amiche. Dopo averle salutate, si
tolse la giacca e si sedette sui gradini a finire il suo lecca
lecca. Un uomo le si avvicinò: "Buffy Summers?"
"Sì? Salve! Che c'è?"
"Io dovrei parlare con te."
"Per quel piccolo furto da Bullocks? Guardi che l'avrei pagato
quel rossetto, lo giuro!"
"Non c'è molto tempo. Devi venire con me. Ti attende il tuo
destino."
"Io non ho un destino! Sono senza destino, davvero!"
"Sì, ce l'hai. Tu sei la prescelta. Solo tu puoi fermarli."
"Chi?"
"I vampiri."
In un cimitero poco distante, Angel osservava la cacciatrice di
fronte al suo primo vampiro. Era in difficoltà, ma riuscì a
liberarsi, e a recuperare il suo paletto. Il vampiro le fu presto di
nuovo addosso. Lei lo spinse a terra, e lo infilzò nello stomaco:
"Oh no! Non era il cuore!". Provò di nuovo. Centro. Polvere.
La ragazzina rimase a fissare quello che rimaneva del suo primo
vampiro, con gli occhi stralunati. Tornò a casa, ed Angel la seguì,
rimanendo a guardare la madre che la sgridava per aver fatto tardi.
Nel condotto fognario, lì vicino, lo aspettavano Silvia e il
Cantastorie.
<Vorrei sapere perché dobbiamo sempre nasconderci nelle fogne! Io
respiro, a differenza di Angel, la sento la puzza>
Il Cantastorie ruppe il teso silenzio: "Tempi duri per la
cacciatrice. È una bambina, e la vita è piena di lati amari!",
disse.
"Già, poverina, le si sarà spezzata un'unghia nel combattimento,
e le si è un po' sgualcita la gonna. Una tragedia!"
"Che c'è, la cacciatrice non ti piace?"
"La cacciatrice? Io ho visto solo una ragazzina poco matura e
molto oca!"
"Non sarai mica gelosa?"
"Gelosa? Credimi, sei proprio fuori strada!", disse Silvia
ridendo. Poi però si fece subito seria, e un'ombra di tristezza
attraversò il suo viso: "Non ce l'ho con lei. Però circa 85 anni fa
ho deciso che non avrei più avuto niente a che fare con le
cacciatrici. E sono preoccupata per Angel, temo che..." fu
interrotta dall'arrivo del vampiro, che si rivolse al Cantastorie:
"Voglio aiutarla. Voglio... voglio diventare un uomo."
A quelle parole Silvia sorrise contenta, ma non poté dire niente
perché il demone la precedette: "Ma datti un'occhiata! ...e lei è la
più carina delle cacciatrici. Non sarà facile... Più vivi in questo
mondo, più ti rendi conto di quanto invece ne sei omesso. Non è
facile per lei," e indicò Silvia: "che è mezza umana, sarà ancora
più difficile per te, che di umano hai solo l'anima."
"Bè, insegnaci tu, allora!" gli disse Silvia, con tono
leggermente ironico.
Il demone fece finta di valutare la proposta, poi acconsentì:
"Affare fatto!"
"Ma non voglio vestirmi come te", disse Angel.
<Non posso crederci! Ha fatto una battuta!> pensò Silvia felice.
Distratta da quest'evento, si perse l'ultima frase del Cantastorie,
anche lui stupito dell'umorismo di Angel: "Cielo, che essere
importuno! Sei fortunato che abbiamo bisogno di te dalla nostra
parte!"
*****
Buffy, Willow, Xander e Silvia seguivano attenti le lezioni,
cercando di non pensare ad Acathla, Angelus e tutto ciò che
minacciava il mondo. La cosa non era molto semplice, perché il fatto
che fosse arrivata anche Kendra, se da una parte li tranquillizzava
(due cacciatrici sono indubbiamente una garanzia), dall'altra li
preoccupava ancora di più: se la ragazza era venuta di corsa a
Sunnydale, significava che la situazione era veramente grave.
Stavano tutti più o meno pensando alle stesse cose, quando
irruppe in classe una donna avvolta in una coperta. Era una vampira,
e si rivolse subito alla cacciatrice: "Stasera. Al tramonto. Al
cimitero. Devi affrontarlo". Intanto il sole l'aveva raggiunta, e
stava andando a fuoco. I ragazzi, spaventati, si erano tutti alzati
in piedi e fatti indietro. Solo Buffy e Silvia erano rimaste sedute
ai loro posti. La vampira continuò: "Affrontalo, o molti moriranno!
Stanotte! È giunta la sua ora!". Le fiamme la avvolsero, e divenne
cenere.
Più tardi, in biblioteca, la scooby gang stava ragionando sul da
farsi.
"Ha detto che moriranno in molti, devo andare!", disse Buffy
risoluta.
"Io verrò con te!", si offrì Kendra.
"No. Resta qui, non si sa mai", disse Silvia: "Andrò io con Buffy."
"Scusate! Lo so che non mi ascoltate mai!", si intromise Xander:
"Ma non sarebbe meglio che voi due, che siete le più
sentimentalmente coinvolte, restaste qui?"
"Io vado, su questo non si discute", disse Silvia decisa: "Tu,
Buffy?"
"Sì, vengo anch'io. Il messaggio era per me. Se andasse Kendra,
ad Angel non importerebbe, mentre io e Silvia potremmo tenerlo
occupato, così non potrà pensare al suo rituale apocalittico, non
credete?". Fece una pausa, fermandosi accanto a Willow, poi le
chiese: "Will, tu che ne dici?"
"Non so, dovrei ricontrollare...", rispose la strega un po'
titubante.
"Abbiamo poco tempo. Se funziona, deve funzionare adesso", disse
Silvia avvicinandosi.
"Bene!" Willow cercò di apparire sicura di sé: "Mi serve solo una
mezz'oretta, poi sarò pronta!"
"Perciò dovrete tenere Angel fuori dai piedi, non lasciatelo
avvicinare", concluse Giles: "Se il rito funzionerà... bè, lo
sapete. State attente."
Le due ragazze uscirono, dirette al cimitero. Non si scambiarono
una parola durante il tragitto. Quando arrivarono a destinazione, fu
Buffy la prima a parlare: "Attenta!", gridò. Prontamente avvertita,
Silvia schivò il colpo di un vampiro, e si voltò: tre degli 'uomini'
di Angel erano venuti ad accoglierle.
"Che codardo!", esclamò Buffy: "Aveva detto che voleva scontrarsi
con me!"
Silvia e Buffy erano pronte a combattere, ma i tre vampiri invece
fuggirono via. Le ragazze si lanciarono all'inseguimento. Uno dei
tre si staccò dagli altri e cambiò direzione. "Tu segui quello!",
disse la cacciatrice all'amica. Le due si divisero.
Ben presto Silvia raggiunse il vampiro e veloce lo impalettò.
Fece per correre da Buffy, ma si ritrovò di fronte Angelus.
"Ciao piccola! Non pensavo saresti venuta anche tu!"
"Sì che lo pensavi, altrimenti non avresti detto ai tuoi uomini
di separarci!"
Il vampiro rise: "E brava! L'hai capito allora! Ma se sei così
intelligente, perché ti sei fatta fregare?"
"Che devo dirti? Amo l'avventura, lo sai!"
"Già, certo, mi ricordo... Sempre a cacciarti nei guai... Mi
manca un po' la tua follia sai? Eravamo forti, insieme. Devo dirti
una cosa... dopo che Acathla avrà fatto il suo dovere, penso che tu
sarai l'unica cosa umana che mi mancherà. Oh, aspetta... Tu non sei
umana!"
"Con l'anima o senza, non hai mai avuto un gran senso
dell'umorismo. Smettila di fare l'idiota. Battiamoci."
"Non sono venuto per battermi."
"Ah no?"
"Vorrei che tu la smettessi di rinnegare la tua parte demoniaca.
Se ti unissi a me, non avremmo rivali. Il mondo sarebbe nostro."
"Mondo? Quale mondo? Ti ricordo che stai per mandare tutti
all'inferno!"
"Potrei ripensarci, se mi darai una possibilità. Che ne dici?",
poi, senza aspettare la risposta di Silvia, esclamò divertito:
"D'accordo, battiamoci!"
Nel frattempo, la cacciatrice, inseguiva i due vampiri. Li aveva
appena raggiunti, quando si accorse di essere circondata: ce n'erano
almeno altri tre, e forse qualcun altro nascosto dietro qualche
lapide.
<Ci vorrà più tempo del previsto... Speriamo che Silvia non
incontri Angel. Sbrigati, Will!>
Angelus sbatté Silvia a terra. La ragazza si rialzò prontamente,
e lo colpì. Schivava, incassava, rispondeva. E lui rideva. Le fermò
il braccio destro, con cui lei stava per colpirlo, e glielo spinse
dietro la schiena, costringendola a voltarsi. Silvia sentì il rumore
delle sue ossa che si rompevano, e il dolore intenso e violento. Non
poté fare a meno di gridare. Angelus la strinse a sé,
immobilizzandola.
"Ci sei cascata ancora una volta!", la derise: "Credevo che dopo
tutti questi anni avessi imparato... mi sembravi migliorata nella
lotta. Invece ti sei fatta spezzare il braccio!"
Silvia cercava di divincolarsi, ma Angelus la teneva ferma, con
una mano le stringeva il braccio ancora sano, mentre con l'altra la
reggeva per la vita. La teneva in modo da poterle parlare
all'orecchio: "Fammi ricordare... qual è la mano con cui suoni il
violoncello? Per tutti quegli anni mi hai costretto ad ascoltare i
tuoi massacranti esercizi... È la sinistra, se non sbaglio...", così
dicendo le afferrò l'indice, piegandolo in maniera innaturale.
Silvia gridò.
"Fa male, vero? Non più che ascoltarti suonare, però. Credimi,
sei totalmente incapace, non è una gran perdita."
Presto le spezzò anche le altre dita, mentre la ragazza non
riusciva a reagire. Si accasciò a terra, non si reggeva in piedi, ma
Angelus non la lasciò andare: "Ti arrendi così facilmente? Mi sono
proprio sbagliato sul tuo conto, allora!"
D'improvviso Silvia si raddrizzò di scatto, colpendo forte con la
testa il mento di Angelus. Il vampiro mollò la presa, e Silvia cadde
in avanti. Sbatté la faccia a terra, non riuscendo a reggersi con le
mani. Cercò di rialzarsi e correre via, ma Angelus la afferrò di
nuovo: "Bene! Hai deciso di darmela qualche soddisfazione, allora!"
In quel momento arrivò Buffy trafelata. Non appena la vide,
Angelus rise di gusto: "Ciao amore!", la salutò. Poi strinse un
braccio intorno alla gola di Silvia, impedendole di respirare. Buffy
gli si gettò contro, ma lui la mise in guardia: "Attenta! Se ti
avvicini, le spezzo subito il collo!"
La cacciatrice cercava di pensare velocemente a qualcosa da fare,
mentre Silvia diventava sempre più debole tra le braccia del
vampiro. Angelus le avvicinò la bocca all'orecchio: "Sei proprio un
ottimo Absirto, tesoro. La tua sorellina ti sarà molto grata". Mollò
all'improvviso la presa, Silvia cadde in ginocchio, toccandosi il
collo e respirando affannosamente, lui la colpì alla nuca, facendola
cadere svenuta. Buffy fu costretta a lasciar scappare Angel per
soccorrere l'amica. La portò al più presto in ospedale.
Silvia era sdraiata su un lettino, ancora priva di sensi, mentre
un medico interrogava Buffy sull'accaduto: "Cos'è successo?"
"È stata aggredita... Credo che abbia parecchie ossa rotte. Oh,
si sta riprendendo!"
Silvia infatti aprì lentamente gli occhi, provò a muoversi, ma
urlò di dolore.
"Buffy.."
"Sono qui!"
Il dottore cercava di visitarla, ma la ragazza non gli badava: "Buffy..
Cosa ha detto Angelus? L'ultima cosa... era importante, ma non
ricordo!"
"Parlerete dopo, di questo. Ora deve fare le lastre, e deve
rispondere ad alcune domande sulla sua aggressione... deve fare una
denuncia..."
Silvia non lo ascoltava, tentò di andarsene, e il medico faticò a
trattenerla, ma le ossa rotte le facevano molto male, e si arrese.
"La prego... solo due parole..." supplicò Buffy. Poi rivolta a
Silvia: "Perché dici che è importante? Ha detto qualcosa su una
sorella, ma neanch'io ricordo.."
'Fortunatamente' arrivò un caso grave, e il medico dovette
lasciarle per occuparsene. A Sunnydale gli ospedali facevano sempre
il 'tutto esaurito'.
Le due ragazze rimaste finalmente sole, si lambiccavano il
cervello per ricordarsi.
"Ha detto anche un nome, qualcosa di assurdo... ha detto che eri
tu!", disse Buffy.
"Sì, poco prima di svenire, l'ho sentito... Com'erano la parole
precise? 'La tua sorellina ti sarà molto grata... tu sei un
ottimo...'
Ma certo!", esclamò all'improvviso: "Medea e Absirto!". Il buio
seguito al colpo di Angelus cominciava a diradarsi. Cercò di
ricordare qualcos'altro, ma la testa le faceva malissimo, non
riusciva a pensare, e la confusione dell'ospedale non la aiutava.
"Chi sono Medea e.. Ab.. coso?", chiese Buffy.
"Medea è... la protagonista di una tragedia greca. Euripide, se
non sbaglio. Absirto era suo fratello. Angelus ha detto che la sua
Medea non era lì... Forse si riferiva a Drusilla. Medea era un po'
fuori di testa..."
"Ma cosa c'entri tu con Drusilla? Che significa?"
"Immagino che Angelus volesse dirci qualcosa... Allora, vediamo
di ricordare tutta la storia... Medea tradì il padre scappando per
mare con l'uomo di cui era innamorata, Giàsone, e mentre il padre li
inseguiva, per rallentarlo, uccise il fratello e lo tagliò a pezzi,
che gettò in mare a uno a uno, costringendo così il padre a fermarsi
più volte per raccoglierli, e a rallentare quindi il suo
inseguimento."
"Mio Dio! È orribile!"
"Se io sono Absirto, e Drusilla è Medea... non capisco... non
capisco...". Il dolore alla testa aumentava, non riusciva a
ragionare. D'un tratto Buffy esclamò: "Voleva rallentare me!"
Silvia la guardò stupita: "Oh mio Dio! Certo! Ecco perché non mi
ha uccisa, perché tu ti fermassi ad occuparti di me! Ti voleva
lontano da..."
"La biblioteca! Sono tutti lì!"
Buffy corse subito via, e Silvia non poté seguirla, fermata da
due infermieri. E poi cosa poteva fare? Solo essere di nuovo di
peso.
<...un ottimo Absirto...>
Fu costretta a farsi portare nella sala dei raggi X.
~ Anche se si è consci dell'ineluttabilità del fato, ci si può
trovare impreparati.
Nessuno chiede che la propria vita cambi, non davvero. Ma
succede. ~
Buffy corse più veloce che poté a scuola, ma giunse troppo tardi.
Appena entrò in biblioteca, vide disteso a terra il corpo senza vita
di Kendra.
~ Allora cosa siamo noi? Senza speranza? Burattini? No. I momenti
cruciali arriveranno. Non potrete fare niente per questo. È quello
che farete dopo che conta. È allora che ciò che noi siamo ci
apparirà chiaro.
Capite cosa intendo. ~
TERZA PARTE
...infrante
La passione è la fonte dei momenti migliori,
la gioia di un amore, la lucidità dell'odio e l'estasi del
dolore.
La passione può ferire profondamente.
Silvia aspettava che l'ingessassero. Le lastre avevano
evidenziato fratture multiple a tutte e cinque le dita della mano
sinistra, e il braccio destro fratturato all'altezza del gomito.
<Potevo dirglielo anch'io! C'ero quando Angelus mi ha spezzato le
ossa!>
Aveva le braccia immobilizzate, e questo la faceva sentire ancora
più inutile. Mentre aspettava le sembrò riconoscere qualcuno: "Xander!",
chiamò.
Il ragazzo, sorpreso, la raggiunse: "Silvia! Che ci fai qui?"
"Sto aspettando che mi 'aggiustino' il braccio. Ho qualche osso
rotto. Tu stai bene?"
"Sì, io sì."
"Dove sono gli altri? Cos'è successo?"
"Mentre facevamo l'incantesimo, dei vampiri ci hanno attaccati.
Cordelia è scappata, Willow è rimasta schiacciata da una libreria.
Non ha ripreso i sensi. Ancora non mi hanno fatto sapere come sta.
Buffy dov'è?"
"È corsa in biblioteca, appena abbiamo capito che era una
trappola. Evidentemente tropo tardi... È tutta colpa mia! Buffy ha
perso tempo per salvare me... Ed era proprio quello che Angelus
voleva...". Sconsolata, appoggiò la fronte sul palmo della mano,
attenta a non muovere le dita. Poi alzò lo sguardo versò l'amico:
"Non mi hai detto di Giles e Kendra..."
"Giles non l'ho più visto dopo l'arrivo dei vampiri. Kendra...".
Non ebbe il coraggio di continuare, ma Silvia capì comunque cos'era
successo. Non disse niente, solo, silenziose, alcune lacrime le
bagnarono il viso.
<È tutta colpa mia...>, pensò: <Ho insistito tanto perché
facessimo l'incantesimo, ho insistito per andare con Buffy... e ho
fatto solo il gioco di Angelus. Se non fossi stata così stupida,
forse ora Kendra sarebbe ancora viva...>
Si asciugò le lacrime, poi si rivolse a Xander: "Mi dispiace di
averti colpito, ieri, in biblioteca. Scusami. Ero fuori di me."
"Non fa niente, non mi sono fatto male. Stai sicuramente peggio
tu."
Silvia sorrise tristemente: "Sì, in effetti, ho conosciuto tempi
migliori... Ma davvero tu non puoi capire cosa sto passando, cosa
significhi Angel per me..."
"Non ci posso credere! Willow è ferita, non sappiamo cosa è
successo a Giles, e Kendra è morta, tutto per colpa di Angel, e tu
ancora pensi a lui!"
"Angelus, Xander, Angelus! Questo qui non è Angel! Riesci a
capirlo?"
"Sei tu che non capisci..."
Vennero interrotti dall'arrivo di un medico: "Signor Harris?"
"Sì, sono io."
"Mi dispiace, ma non abbiamo buone notizie sulla sua amica. La
signorina Rosenberg ha subito un trauma cranico. Ora è in coma.
Potrebbe svegliarsi in qualsiasi momento, ma... più passa il tempo,
più la sua situazione potrebbe complicarsi."
Dopo aver trovato il corpo di Kendra, Buffy era stata fermata
dalla polizia e accusata dell'omicidio. Era riuscita a scappare, e
finalmente era arrivata all'ospedale. Non tardò a trovare Xander,
Silvia e Cordelia al capezzale di Willow.
"Non avrei mai dovuto permetterle di provare l'incantesimo...",
disse sconsolata la cacciatrice. Nessuno le rispose.
"Voi come state?", chiese poi.
"Bene... bene...", le rispose Silvia tristemente. Poi mostrò a
Buffy la mano sinistra, con le dita fasciate a delle stecche per
tenerle ferme: "La mano me l'hanno sistemata. Sto aspettando ancora
per il braccio. Continuano ad arrivare casi gravi, e mi fanno
aspettare."
"Anche noi siamo bene", disse Xander.
"Io ho corso", disse Cordelia sottovoce: "Penso di aver percorso
almeno tre isolati prima di capire che nessuno mi stava seguendo.
Non è stato molto coraggioso."
"Era la cosa giusta da fare", la rassicurò Buffy. Poi le chiese:
"Giles era con te?"
"No, non l'ho visto", rispose la ragazza.
"Non è in ospedale?"
"No", rispose Xander.
"Devo andare a cercarlo!", disse la cacciatrice.
"Vengo con te!", propose Silvia.
"Non puoi andare!", le disse Xander: "Hai un braccio rotto!"
"Devi restare e farti curare", aggiunse Buffy: "Non preoccuparti,
mi occuperò io di tutto."
Silvia non insistette, stavolta, si limitò ad accompagnare
Cordelia a prendere un caffè. Mentre aspettavano vicino alla
macchietta, Xander le raggiunse con la notizia che Willow si era
svegliata. Silvia ebbe appena il tempo di salutare l'amica, che la
chiamarono per l'ingessatura.
Buffy aveva cercato Giles a casa, ma non l'aveva trovato. In
compenso aveva incontrato uno strano demone, il Cantastorie. Non era
riuscita a capire se voleva davvero aiutarla o solo confonderle le
idee, così l'aveva piantato nell'appartamento di Giles, e si era
diretta a casa. Era quasi arrivata, quando le passò a fianco una
macchina della polizia.
*"Ti amo."
"Smettila... ti prego, Spike... smettila."*
<Se non mi avessi risposto così, magari sarei rimasto. Non lo so,
non avevo ancora deciso. Ma tu mi hai convinto ad andarmene. Cosa ti
costavano due semplici parole? Bastava anche che dicessi "Anch'io".
Non pretendo tanto>
Spike prese una decisione. Terribile, per lui, ma non vedeva
altra scelta. Non poteva restare nascosto nella fabbrica e restare a
guardare come sarebbe finita. Perché lo sapeva già: avrebbe vinto
Angelus. Doveva trovare la cacciatrice, e allearsi con lei. La sola
idea lo disgustava. Ma insieme sarebbero riusciti ad uccidere
Angelus. E lui si sarebbe ripreso Drusilla. Era sicuro che senza
l'altro vampiro di mezzo, la sua regina l'avrebbe perdonato, e
sarebbero tornati insieme, felici come prima. E avrebbe detto per
sempre addio a Silvia.
Era vicino alla casa dell'odiata nemica, quando sentì gridare:
"Ferma dove sei!". Si avvicinò, e vide un agente che le puntava una
pistola contro.
<Fantastico! Si è anche fatta beccare dalla polizia!>
"Metti le mani sulla testa, subito!"
<Che fa, obbedisce anche?> Spike decise di intervenire, e con
facilità stese il poliziotto. La cacciatrice lo guardava stupita.
"Ciao bellezza!", la salutò lui sorridendo.
"Spike! Ma tu non muori mai?"
"Una volta mi è bastata". Fece qualche passo nella sua direzione,
ma lei non lo lasciò avvicinare: subito lo colpì due volte in
faccia. Lui l'afferrò per le spalle, e lei gli assestò un pugno
nello stomaco.
"Ouch! Aspetta un secondo!", la spinse via, e lei tirò fuori un
paletto.
"Hei! Bandiera bianca, mi arrendo!", disse lui alzando le mani.
"Lasciami chiarire questo punto: noi siamo nemici mortali. Non
abbiamo tregue!"
"Se vuoi provare a sedurmi, passeremo bei momenti, ma se vuoi
fermare Angelus, dobbiamo allearci. Ti è chiara la differenza?"
Buffy impugnava ancora il paletto: "Di cosa stai parlando?"
"Sto parlando del tuo ex, piccola. Sto parlando di mettergli una
pietra sopra in tutti i sensi."
"E io secondo te dovrei cadere in una trappola così banale?"
"Ha il tuo osservatore. Proprio ora, probabilmente, lo sta
torturando."
"Che cosa vuoi?"
"Te l'ho detto: voglio fermare Angelus. Voglio salvare il mondo."
"Okay. Hai dimenticato di essere un vampiro?"
"Ci piace spararle grosse", Spike si frugò nelle tasche in cerca
di qualcosa: "I vampiri lo fanno. 'Distruggerò il mondo!'", dette
un'occhiata all'agente svenuto: "Discorsi da spacconi, che si fanno
tra amici, davanti ad un boccale di sangue", si avvicinò all'auto
della polizia, e si sedette sul cofano: "La verità è: io amo questo
mondo". Prese un pacchetto di sigarette dalla tasca dell'uomo privo
di sensi: "Ci sono... le corse dei cani, il Manchester United... E
ci sono le persone. Miliardi di persone, che vanno in giro come
Happy Meal su due gambe". Si accese una sigaretta: "Mi piace tutto
questo", aspirò una boccata: "Ma poi si presenta un qualche
visionario, con una vera..", altra tirata: "..passione per la
distruzione. Angelus, nel nostro caso. E allora, addio Piccadilly.
Tanti saluti Lester Square. Sai cosa voglio dire?"
Buffy annuì, seccata: "Okay, ho capito! Non vai d'accordo con
Angel! Perché sei venuto da me?"
"Voglio che le cose tornino come prima. Prima che lui
ricomparisse."
"Sei patetico!"
Spike le sferrò un pugno, e lei glielo restituì, più arrabbiata
che mai: "Stanotte ho perso un'amica!"
"Guarda che io non ero con quei vandali!", tentò di giustificarsi
Spike, ma la cacciatrice non lo lasciò finire: "Potevo perderne
altri! Il pianeta può essere risucchiato all'inferno e tu vuoi il
mio aiuto perché non hai abbastanza palle per affrontare il tuo
sire?!? Io me ne frego dei tuoi complessi di inferiorità!"
Spike aspirò una boccata di fumo, poi le rispose, calmo: "Non è
il mio sire. E non posso combattere lui e Dru da solo. E neanche tu
puoi."
Buffy lo picchiò ancora. Spike si toccò il mento: sanguinava.
"Ti odio!", gli urlò lei.
"E sono tutto quello che ti rimane!"
Il poliziotto disteso sul cofano cominciò a svegliarsi. Buffy
pensò che fosse il caso di sbrigarsi: "D'accordo, parla."
"Prima elimino questo tizio."
La cacciatrice lo guardò in modo significativo, schiarendosi
rumorosamente la voce.
"E va bene!", esclamò Spike, lasciandolo andare.
"Entriamo in casa", propose lei, e il vampiro annuì.
Sul vialetto incontrarono Joyce, appena scesa dalla macchina: "Buffy!"
La madre della cacciatrice era preoccupatissima. La polizia era
stata lì, la stavano cercando. Buffy cercò di sorvolare sulla
questione, ma Joyce insisteva, con voce quasi isterica. Spike era
stupito e irritato dalle futili domande della donna. Poi capì: "Tua
madre non lo sa?"
"Non so cosa?", chiese lei preoccupata.
Buffy tentò di spiegarsi: "Che sono in un... gruppo.. un gruppo
rock, con Spike, qui". Lanciò un'occhiata al vampiro, che si
affrettò a confermare: "Sì, suona il triangolo."
"La batteria!", corresse Buffy.
"La batteria, sì. È un demonio con le bacchette in mano!"
"Mhm..", fece Joyce, poco convinta: "E tu che cosa fai?"
"Bè, io canto."
"Scusate", intervenne Buffy, cercando di porre fine
all'inopportuna conversazione: "Perché non entriamo in casa e ne
parliamo con calma?"
Stavano per farlo, ma vennero attaccati da un vampiro. Con
l'aiuto di Spike, la cacciatrice lo polverizzò facilmente, davanti
agli occhi esterrefatti di sua madre: "Buffy, cosa sta succedendo?"
La ragazza restò a guardare sua madre per un momento, scambiò
un'occhiata con Spike, e capì che non poteva più mentire. Si
avvicinò a Joyce, sperando di essere capita: "Mamma... io sono un'ammazzavampiri."
Fatto accomodare Spike in salotto, Buffy era corsa a rispondere
al telefono. Con sua grande gioia, era Willow.
"Sto bene, Buffy, davvero!", tentò di rassicurarla l'inferma: "Mi
dispiace di non poter aiutare Angel", aggiunse poi.
"Non ti preoccupare. Ho la certezza che non tornerà mai come
prima. Mi rende tutto più facile. Lo sai? Ora ho un alleato. Non ci
crederai mai! A proposito, dovrei parlare con Silvia."
"Silvia? Non è qui. Aspetta, chiedi a Xander". Willow passò la
cornetta all'amico: "Ciao Buffy. Silvia sta aspettando che il gesso
si asciughi, fra un po' vado a vedere quanto le manca". Il ragazzo
si allontanò un po' per parlare con più tranquillità: "Hai saputo
cosa è successo a Giles?"
"Sì. L'ha preso Angel."
"Credi che... sia ancora vivo?"
"Penso di sì. Vorrei che fosse qui a consigliarmi."
"Cos'hai intenzione di fare?"
"All'alba, muoverò battaglia."
Chiusa la comunicazione, Buffy tornò in salotto, togliendo
dall'imbarazzo sia Spike che sua madre.
"Willow sta meglio?", chiese subito Joyce.
"Ora sta bene", rispose Buffy. Poi rivolta al vampiro: "Adesso
parla: che vuoi in cambio?"
"Semplice. Io ti aiuto ad uccidere Angelus, e tu lasci stare me e
Drusilla."
"Drusilla? Ha cercato di ucciderti, se la fa con un altro, e tu
ancora la rivuoi?! Oltretutto sei anche incostante: credevo che tu
amassi Silvia."
"Ci sono tante cose che non sai cacciatrice. Lascia stare, è
troppo complicato per il tuo piccolo cervellino."
"Bè, una cosa la so: Drusilla non può rientrare nei patti."
"Senza di lei nessun accordo."
"Ha ucciso Kendra!"
"Dru ha ucciso una cacciatrice? Non lo sapevo!", Spike era
sorpreso: "Hey, buon per lei!". Si accorse che Buffy non condivideva
la sua ilarità, e si fece di nuovo serio: "Non dal tuo punto di
vista, suppongo."
"Non posso credere di averti invitato in casa mia..."
"Allora non hai ucciso tu quella ragazza?", si intromise Joyce,
alquanto sollevata.
"Certo che no!"
"E si è disintegrata come quello là fuori?"
"Era una cacciatrice, mamma!"
"Come te?"
Spike infastidito dalle domande di Joyce, prese Buffy da parte:
"Ascolta, non ti offro alternative, punto e basta. Io e Drusilla,
contro Angel", il suo tono suonava eccessivamente determinato, quasi
non fosse del tutto sincero. Sembrava volesse convincere se stesso
prima che la cacciatrice.
Joyce si inserì nel discorso ancora una volta: "Tesoro, sei
sicura di essere una cacciatrice?", ma Buffy la ignorò.
"Lasceremo il Paese. Non sentirai più parlare di noi", stava
dicendo Spike. Il vampiro lanciò un'occhiata seccata alla madre di
Buffy che girava in maniera apprensiva intorno a loro: "È un patto
di sangue", concluse.
"Bene, andiamo alla magione. E prega che Giles stia bene", si
avviarono entrambi verso l'uscita, ma Joyce richiamò la figlia: "Non
potevi rifiutarti di essere una cacciatrice?"
"Mamma!", esclamò lei spazientita. Poi si rivolse di nuovo a
Spike: "Dovrai essere pronto a intervenire al momento giusto. E
ricordati: se Giles muore, muore Drusilla."
"Angelus muore in ogni caso, giusto?"
Joyce, ignorando i loro discorsi, si era versata da bere. Pensava
a sua figlia cacciatrice, e non riusciva a farsene una ragione: "Non
sarà perché ti è mancata una figura paterna?"
"È il mio destino, mamma: sono la cacciatrice, accettalo", cercò
di convincerla, un po' sbrigativamente, Buffy. Ma Joyce pareva non
ascoltarla: "Ora che sappiamo che sei innocente, non è meglio
chiamare la polizia?"
"La polizia non può combattere i demoni! *Io* devo farlo!"
"Fare cosa, Buffy? Cosa sta succedendo?"
"Bevi il tuo drink e sta zitta!"
Le parole e il tono della figlia ferirono Joyce, che si infuriò:
"Non parlarmi in questo modo!", esclamò, gettando il bicchiere a
terra: "Mi butti addosso una cosa del genere, e speri faccia finta
di niente?!?"
Spike continuava ad osservare le due donne, piuttosto seccato,
senza nascondere minimamente la sua impazienza.
"Scusami, mamma, ma non ho tempo per discutere!", tagliò corto
Buffy.
"Sono stanca di sentire 'non ho tempo' oppure 'non puoi capire'!
Sono tua madre, e tu devi trovare il tempo di spiegarmi!"
"Te l'ho già spiegato. Io sono una cacciatrice."
"Ah, bè, e io non riesco ad accettarlo! D'ora in poi sarà
finita!"
"No, non è finita! Non finirà, non finirà mai! Credi che l'abbia
voluto io?!?"
Intanto Spike era già uscito, e aspettava la cacciatrice a
braccia conserte, con evidente nervosismo. Si schiarì la voce per
richiamare l'attenzione. Buffy gli lanciò uno sguardo di traverso,
poi si rivolse di nuovo alla madre: "Devo andare. Devo salvare il
mondo. Di nuovo!"
"No!", rispose quella: "Non ti lascerò uscire da questa casa!"
"Non puoi fermarmi!"
"Se esci da quella porta, non sognarti di tornare più qui!"
Buffy esitò qualche secondo sulla soglia, poi uscì senza dire una
parola.
In un altro momento Spike si sarebbe divertito a stuzzicare la
cacciatrice sul 'commovente' addio di sua madre, che l'aveva
praticamente cacciata di casa. Ma non adesso. Non aveva proprio
voglia di scherzare.
Dopo aver chiarito gli ultimi punti dell'accordo, si separarono,
Buffy andò a cercare il Cantastorie, per chiedergli come fermare
Acathla, Spike a precederla alla magione.
All'ultimo momento il vampiro non ce la fece più a resistere, si
voltò di scatto e gridò a Buffy che era già lontana: "Dov'è Silvia?"
La cacciatrice si girò a sua volta: "Cosa te ne importa?"
"Abbiamo fatto una tregua, ricordi? Rispondi!"
"È in ospedale."
Spike esitò un attimo, prima di chiedere: "Come... cosa le è
successo?"
Buffy restò per qualche momento soprapensiero, come indecisa se
dirgli o no la verità. Poi decise che aveva bisogno del suo aiuto:
"Ha qualche osso rotto, ma sta bene. Angel le ha spezzato un braccio
e non so quante dita...", non riuscì a trattenersi e aggiunse:
"Tutto per permettere alla tua Drusilla di uccidere Kendra."
Spike strinse i pugni e guardò Buffy con odio: "Sbrigati
cacciatrice!" e corse via.
<Angelus, pagherai anche questo.>
All'ospedale Willow si lasciava coccolare da Oz, quando Xander
irruppe trafelato nella stanza: "Silvia è sparita!"
"Cosa?!?", esclamò Cordelia.
"Le hanno ingessato il braccio, e poi si è volatilizzata."
"Che cosa vorrà fare?", si chiese Cordelia.
"L'ho sempre detto io che quella ragazza è troppo testarda!",
commentò Xander.
"Vuole solo aiutare Buffy", disse Oz.
"È vero", convenne Cordelia: "Anche io vorrei aiutarla, ma...
senza morire."
"Non vedo come", commentò Xander.
"Voglio riprovarci!", disse Willow con enfasi.
"A fare cosa?", le chiese Oz.
"La maledizione!", spiegò lei: "Non l'abbiamo terminata. Così
potremo rendere l'anima ad Angel."
Tutti cercarono di dissuaderla, ma lei fu irremovibile: "Non
accetto discussioni! Visto l'espressione risoluta?", si indicò il
viso: "L'avete già vista, sapete cosa significa! Dobbiamo rendere
l'anima ad Angel prima che abbia il tempo di destare Acathla!"
Willow non permise obiezioni, e spedì Oz e Cordelia a prendere
tutto l'occorrente in biblioteca, mentre disse a Xander di avvertire
Buffy, e, se riusciva a trovarla, anche Silvia, del loro tentativo.
La luce del sole cominciava a colorare il cielo di rosa, quando
Buffy, con la spada portata da Kendra avvolta nella giacca si
dirigeva alla magione. Incontrò Xander per strada, venuto a darle
una mano.
"Tu non devo batterti", gli disse però lei: "Prendi Giles e
dattela a gambe, hai capito? Non posso proteggerti, sarò occupata a
fare una strage", e così dicendo gettò via la giacca che copriva la
sua unica arma.
"Questa spada ti dona!", le disse Xander.
"Grazie! È un regalo per Angel!"
"A proposito! Willow mi ha detto di dirti...". Xander esitò.
"Dirmi cosa?"
"Fallo fuori!"
Nella magione, Angelus cominciò a recitare la formula per
risvegliare il demone.
Al Sunnydale Hospital, Willow, aiutata da Cordelia e Oz, iniziò
l'incantesimo dei morti viventi.
Angelus si tagliò una mano, e si preparò a sfoderare la spada.
Venne interrotto dall'arrivo della cacciatrice: "Ciao amore!", lo
apostrofò.
"Non ho tempo per te!", le disse lui seccato.
"Non ti resta più molto tempo."
"La stai facendo troppo tragica, non credi? Cammini sul filo del
rasoio. Credi davvero di poterci affrontare tutti da sola?"
"No, non lo credo."
Spike uscì dal suo nascondiglio, e colpì con violenza Angelus con
una sbarra di ferrò. Buffy si occupò degli altri vampiri, mentre
Spike continuava a picchiare Angelus con odio: "Fa male, vero?"
Drusilla, sconvolta, non credeva ai suoi occhi. Si avventò su
Spike, allontanandolo da Angelus.
"Non voglio farti male, piccola", le disse lui. Drusilla lo
afferrò per il collo, sbattendolo al muro, e Spike le diede un
pugno: "Ma se mi costringi..."
Xander portò fuori Giles, che si reggeva a stento i piedi, ancora
confuso dopo le torture e l'ipnosi.
Buffy aveva ancora da uccidere qualche vampiro, mentre Spike
combatteva con Drusilla.
Con un gran mal di testa, Angelus riprese conoscenza. Subito
impugnò la spada conficcata nel cuore di Acathla, con la mano ancora
sporca del suo sangue. Finalmente il demone era stato destato.
Buffy, impalettato l'ultimo vampiro, afferrò la spada e si
preparò a duellare con Angel. I noiosi allenamenti fatti con Giles
finalmente le tornavano utili.
Con un ultimo pugno, Spike stese il suo sire. Poi si voltò a
guardare Buffy e Angelus che combattevano.
<Se continua così, non lo ucciderà mai!>, pensò, vedendo che la
cacciatrice stentava a prevalere sull'avversario. Pensò che forse
era il caso di aiutarla. Ma fu colpito alla testa da qualcosa di
duro. Il colpo fu tanto forte da farlo cadere in ginocchio.
Tenendosi con una mano la testa dolorante, si voltò per vedere chi
l'aveva aggredito: "Silvia!"
"Ciao amore!"
"Con cosa diavolo mi hai colpito?"
Lei mostrò il braccio destro, vistosamente ingessato. Spike
rimaneva a terra, sembrava non avere nessuna voglia di combattere
con lei, il che era insolito: "Guarda che stavolta siamo dalla
stessa parte", le disse: "Ho fatto un accordo con Buffy."
"Oh, sì, certo, come no? Infatti ti ho colpito perché io invece
voglio aiutare Angelus a distruggere il mondo!"
Lei lo colpì ancora, coi pugni e con le parole. Gli sputò addosso
tutto l'astio covato in quei giorni, da quando l'aveva abbandonata.
"Dico sul serio!", cercava di convincerla lui: "Lo so che sembra
assurdo, ma ci siamo alleati per..."
Le parole gli si bloccarono in gola. Drusilla aveva preso di
sorpresa Silvia, e l'aveva colpita con forza, mandandola a sbattere
ad una parete, tramortita. Subito Spike afferrò la vampira per il
collo: "Scusa, piccola, ma non mi lasci altra scelta!", disse. Non
la lasciò andare finché non perse i sensi. Poi la sollevò, e la
portò via. Dette un'occhiata all'esterno, e vide nel giardino Buffy
a terra, disarmata, e Angelus andarle incontro con la spada.
"Mio Dio! La ucciderà!". Fece spallucce, e si diresse alla sua
macchina. Posò Drusilla sul sedile di destra, e si sedette al
volante. Ma non mise in moto. Maledicendosi infinite volte, tornò
indietro. Se Angelus avesse ucciso la cacciatrice, che ne sarebbe
stato di Silvia?
Rimase nascosto a guardare. Non sapeva come, ma Buffy aveva di
nuovo una spada in mano, e pareva stesse vincendo.
Lentamente, e dolorosamente, Silvia aprì gli occhi, e si tirò su
a sedere. Vide Angelus in difficoltà, e Buffy fermamente
intenzionata ad ucciderlo. Sapeva che era la cosa giusta. Sapeva che
anche Angel avrebbe voluto così, piuttosto che fare ancora del male.
Ma nonostante questo, alcune lacrime di sconforto le sgorgarono
subito dagli occhi, e lei non si preoccupò di fermarle.
Spike rimase lì a guardarla piangere, disperata. Una parte di lui
avrebbe voluto correre ad abbracciarla, consolarla. Non poteva
vederla soffrire così. Ma in quel momento la odiava, perché piangeva
e si disperava per Angel, che lui detestava, e alla cui fine aveva
felicemente contribuito. Aveva avuto la sua piccola illusione,
mentre era immobilizzato sulla sedia a rotelle. Ma la realtà era
diversa. Si ricordò di Drusilla svenuta in macchina. Il suo sire.
Bellissima, e crudele, come sempre. Come lui. Senza più Angelus,
forse avrebbe potuto riconquistarla. Convincerla che amava solo lei.
Dru poteva anche essere una veggente, ma si era sempre fidata di lui
senza dubitare. O forse in realtà sapeva tutto, ma non le importava?
Tanto sapeva che alla fine lui sarebbe stato solo suo, per sempre.
Si diresse alla macchina e mise in moto, sfondando la saracinesca di
legno che chiudeva il garage. Mentre guidava, con un braccio
avvicinò a sé la vampira ancora svenuta. Sì, le cose sarebbero
andate meglio, senza più Angel. E senza Silvia.
Intanto, sempre più agguerrita, la cacciatrice aveva obbligato
Angelus ad indietreggiare, finché si era ritrovato con le spalle
alla statua del demone. Lo costrinse in ginocchio, poi sollevò la
spada, pronta a colpire.
"Asa sa fie! Asa sa fie! Acum!"
Willow, posseduta dall'incantesimo, recitava le ultime parole: "Acum!"
Gli occhi del vampiro brillarono di una luce dorata. Buffy rimase
ferma con la spada sollevata, guardandolo.
"Buffy...", mormorò lui, con le lacrime agli occhi: "Cos'è
successo? ... Dove siamo?"
La cacciatrice abbassò la spada. Non poteva crederci. Angel...
era di nuovo lui...
Anche Silvia non ci mise molto a capire: Angel aveva di nuovo la
sua anima!
Le lacrime continuarono copiose a bagnarle il viso, ma stavolta
erano lacrime di sollievo. Lo sentiva, percepiva chiaramente la
presenza dell'anima del vampiro. Non sapeva come, ma Angel era di
nuovo con lei. Cioè, con Buffy, per la precisione. Piangevano
entrambi, si scambiavano smancerie, ma per la prima volta a Silvia
la cosa fece un immenso piacere. Si alzò con fatica in piedi, voleva
abbracciare anche lei il ritrovato Angel. Attese con calma, però,
perché i due si stavano baciando. Era talmente felice, che sarebbe
rimasta a guardarli per ore. Dalla sua posizione, vedeva Angel quasi
di spalle, e Buffy in viso. Non notò però l'espressione preoccupata
della cacciatrice. Pensava che ormai fosse tutto finito. Si era
dimenticata di Acathla. Buffy, invece, aveva visto la bocca della
statua spalancarsi, e fuoriuscirne un piccolo vortice, che si andava
sempre più ingrandendo.
"Ti amo", disse tra le lacrime.
"Ti amo", le rispose Angel.
"Chiudi gli occhi."
Il vampiro obbedì. Buffy lo baciò ancora una volta. Poi lo
trafisse con la spada.
Silvia sentì il suo cuore fermarsi, e restò immobile, e
istupidita. Poi si ricordò di Acathla. Ma non sapeva delle parole
del Cantastorie. Non poteva capire cosa stava succedendo. Il vortice
si ingrandì sempre più, avvolse Angel, che gridò un'ultima volta: "Buffy!",
poi venne risucchiato. Il vortice scomparve, e la statua chiuse la
bocca. La cacciatrice scoppiò a piangere, e corse via.
Silvia rimase ferma per alcuni secondi, poi si avvicinò alla
statua, cadendo in ginocchio. Distrutta. Troppo affranta per
mettersi a gridare. Disperata. "Perché?", mormorò: "Perché mi hai
lasciato Angel? Perché anche tu?"
Nel giardino della Sunnydale High School, Oz, accompagnato da
Cordelia, spingeva la sedia a rotelle di Willow. Raggiunsero Xander
e Giles, che venivano dalla direzione opposta.
"Willow, non ti vedo in grande forma!", disse l'osservatore.
"Senti chi parla!", disse la ragazza. Infatti Giles aveva un
vistoso taglio sulla fronte e l'indice della mano destra fasciato.
"Che si sa?", chiese Cordelia.
"Neanche voi le avete viste?", domandò Xander.
"No", rispose Willow.
"Almeno sappiamo che il mondo non finirà", commento Oz:
"Controlliamo?"
"Siamo tornati alla magione", disse Giles: "Era vuota, e Acathla
era... inattivo."
"L'incantesimo ha funzionato", disse sicura Willow: "Ho sentito
una forza che mi attraversava."
"E poi il globo ha luccicato in modo strano", confermò Cordelia.
"Forse Buffy non ha fatto in tempo. L'avrà ucciso prima della
fine del rito", ipotizzò Xander.
"Allora vorrà restare sola", aggiunse Oz.
"O forse Angel si è salvato, e vorranno stare soli insieme",
esclamò speranzosa Willow.
"Può darsi", commentò Giles, non troppo convinto.
"E allora Silvia che fine ha fatto?", chiese Oz.
"Può darsi sia sparita con Spike!", disse Cordelia. Gli altri la
guardarono dubbiosi.
"Ne è innamorata, no? Lui ha aiutato Buffy, magari se ne sono
andati insieme!"
"Bè, anche questa è una possibilità", le concesse Xander.
"In ogni caso, vedrete che prima o poi arriveranno", continuò la
ragazza cercando di usare un tono convincente: "La scuola non è
ancora finita!"
"Sì, vedrete che arriveranno", concluse Willow, con espressione
triste, a dispetto delle parole ottimiste.
In silenzio, si diressero chi in classe, chi in biblioteca. Da
dietro un albero, Buffy li osservava. Quando li vide andar via, si
allontanò anche lei, diretta alla stazione degli autobus. Sul
pullman, seduta vicino al finestrino, guardava la sua immagine
riflessa nel vetro, mentre il mezzo superava il cartello "State
lasciando Sunnydale. Tornate presto".
Sull'aereo in partenza per New York, un giovane insegnante al suo
primo volo stava tentando di attaccare discorso con la vicina di
posto, ma la ragazza lo ignorava. Guardava fuori dal finestrino, ma
non vedeva niente. La mente di Silvia era totalmente occupata dalla
disperazione: ancora una volta tutta la sua vita era stata rovinata.
<Prima Spike. Poi Angel. Poi ho ritrovato Spike, per perderlo di
nuovo. Credevo di aver ritrovato almeno Angel, ma ho perduto di
nuovo tutti e due...>
Avrebbe voluto desiderare vendetta. Ma non sapeva neanche contro
chi. Voleva solo allontanarsi. E sperava di non rivedere mai più
Spike.
Se potessimo vivere senza, conosceremmo certamente la pace,
ma saremmo esseri vuoti, stanza vuote, buie ed inutili.
Senza passione saremmo come morti.
(Angelus) |