True colors 12 Mordi e fuggi |
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Autore: Phoebes Spoiler: prime tre stagioni di BtVS, con riferimenti specifici a "Gingerbread (Le streghe di Sunnydale)", puntata numero 11 della 3ª stagione. Pairing: nessuna in particolare. Rating: PG, tanto per stare tranquilla; AU. Timeline: terza stagione di BtVS per il presente, 1989 per i flashback. Summary: la gente di Sunnydale è stata coinvolta in un’autentica caccia alle streghe, e questo ricorda a Silvia un episodio di alcuni anni prima… Disclaimer: i
personaggi (tranne Silvia) purtroppo non mi appartengono, ma appartengono
a Joss Whedon, David Greenwolt la Warner Brothers, la Mutant Enemy
Production, la UPN e la Fox. Feedback: sì sì sì, sempre graditissimo! Scrivete pure per qualsiasi cosa: complimenti, insulti, chiarimenti. Il mio indirizzo è: phoebes79it@yahoo.it.Distribuzione: il sito www.naufragio.too.it e chiunque voglia, però chiedetemelo!Data creazione: 22 dicembre 2004 Note: Come al
solito, do per scontato che la puntata è già conosciuta, per cui c’è solo
un piccolo accenno agli avvenimenti.
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Ringrazio tantissimo Franca per avermi trovato la data di Praga! Non riuscivo veramente ad andare avanti, senza! mordi e fuggi
Scelgo i miei amici per la loro bellezza,
12 gennaio 1999 Willow sistemava meticolosamente le erbe, a mano a mano che Silvia gliele passava, nel braciere poggiato a terra, ai piedi del letto, in camera sua. "Tua madre non ha niente in contrario, Will?" chiese Buffy, che le osservava lavorare: "Ti permette di fare questo dentro casa?" "Lei non lo sa." le rispose la rossa, allusiva, finendo di sistemare gli ingredienti. "È tornata quella di prima?" chiese Silvia passandole un libro. "Più o meno." rispose lei alzando lievemente le spalle. Poi aggiunse, rivolta a Buffy: "Adesso ha una memoria selettiva, come tua madre." "Ha dimenticato tutto?" chiese la cacciatrice. "No. Si ricorda la parte in cui le ho detto che sono fidanzata con un musicista." Le tre ragazze si sorrisero. "Be’, mi sembra una buona cosa, no?" commentò la dampyr. Willow annuì: "Sì, credo… È un modo per dimostrarmi che si interessa a me. E così Oz viene a cena qui la settimana prossima!" "Sarai nervosa, immagino." "Sì, un po’." "Io ricordo ancora quando presentai il mio ragazzo alla mia famiglia!" con gli occhi fissi nel vuoto e lo sguardo sognante, Silvia rimase con delle foglie di erica in mano, dimentica di Willow che le tendeva la mano per prenderle: "Io ero talmente emozionata! E anche spaventatissima! E avevo ragione, perché fu una tragedia! Mio nonno lo detestava ancora prima di vederlo! Ma la situazione era piuttosto complicata, perché…" si accorse d’un tratto che le due ragazze la fissavano perplesse. "Scusate…" disse imbarazzata, tornando al presente: "Ultimamente sono molto incline ai ricordi…" passò l’erica a Willow senza guardarla in faccia: "…e se comincio a ricordare, mi appassiono subito…" "No, non ti devi scusare!" esclamò Buffy, per salvarla dal suo imbarazzo. "Già," convenne Willow: "noi eravamo solo un po’ stupite perché…" "Sì, perchè…" tentò di venirle in aiuto l’altra: "Insomma," si decise infine: "tu non vuoi mai dirci nulla del tuo passato, che ci sembrava strano ti fossi messa a parlarne così, di punto in bianco!" Willow annuì: "Sì, è vero." disse con calore: "Ma se hai voglia di raccontare, racconta, a noi fa piacere!" Silvia sorrise, ancora a disagio: "Vi ringrazio. Ma, in effetti, non mi piace parlare della mia vita, soprattutto di quella così lontana, quando ero ancora… umana." Seguì un imbarazzato silenzio, finché Buffy si schiarì la voce, ed esclamò: "Riproviamo l’incantesimo?" Le altre annuirono. "Questa volta credo che la miscela di erbe sia giusta." aggiunse Willow, sistemandosi di fronte al braciere. Buffy accese un fiammifero, e lo posò al centro del contenitore. Mentre le varie essenze magiche bruciavano, spandendo il loro fumo profumato per la stanza, Willow pronunciò la formula dell’incantesimo: "Diana. Ecate. Ti autorizzo ad andartene. Dea delle creature grandi e piccole, ti chiedo di ritirarti." e un attimo dopo, tutte e tre sospirarono di frustrazione: niente, anche questa volta. Amy era ancora un topo. "Le compriamo una ruota per correre, che dite?" chiese Buffy, mentre mettevano a posto braciere, libro e ingredienti. "Povera Amy!" commentò Silvia: "In un momento di panico ha creduto che trasformarsi in topo fosse l’unica soluzione, e non ha pensato alle conseguenze!" Willow rabbrividì: "Oh, sì! Se ne fossi stata capace, l’avrei fatto anch’io! Non credo di aver avuto mai tanta paura in vita mia!" "A chi lo dici!" le fece eco Buffy. "E detto da una che rischia la vita ogni notte…" commentò Silvia ironicamente. Poi si fece seria: "Mi dispiace di essere stata ancora una volta assente quando avevate bisogno di me." disse: "Ma non mi ero proprio accorta che la situazione era diventata così grave!" "Non ti preoccupare, non è colpa tua." le rispose Buffy facendo un gesto noncurante con la mano: "Anche noi non ce ne eravamo rese conto per nulla!" "In effetti" aggiunse Willow: "È successo tutto così in fretta…" Le due ragazze si scambiarono uno sguardo partecipe, al ricordo di quello che avevano passato. "Posso capire come vi sentite." commentò l’altra: "Anche a me una volta è successo di essere vittima di una specie di caccia alle streghe." "Sei stata anche tu legata ad un palo da tua madre, che poi ha appiccato il fuoco alla legna sotto i tuoi piedi?" le chiese Willow, ancora molto turbata dal ricordo. "Ehm, no, in effetti no. Però mi hanno impalettata." "Impalettata?!" esclamarono all’unisono Willow e Buffy. Silvia annuì: "Sì, me la sono vista veramente brutta quella volta." di nuovo lo sguardo fisso nel nulla, dimentica del tempo presente: "Ho avuto proprio una sfortuna pazzesca, me ne sono successe una dietro l’altra! Tutto è cominciato quando…" si interruppe all’improvviso, rendendosi conto di quanto stava accadendo: "Scusate, ci stavo cascando una altra volta! Ero di nuovo partita a razzo a raccontare!" "Ti ripeto, non ti devi scusare!" la rassicurò Buffy. "E poi… sembra davvero una storia interessante!" aggiunse Willow, incoraggiante. Buffy annuì:"Però, se non ti va di parlarne…" "Bè, no, questo non è un episodio che mi pesa ricordare. È piuttosto recente, e poi sono ancora qui a poterne parlare, quindi è finito bene. Ve lo racconto, se volete, ma non è così interessante come sembra. Ci sono di mezzo Darla e Drusilla e…" "Davvero?" esclamò la cacciatrice, non riuscendo a trattenersi: "Anche solo per questo, allora, merita di essere ascoltato!" Le due ragazze si sedettero sul bordo del letto, in attesa. Silvia, in piedi davanti a loro, si appoggiò alla scrivania e sorrise: "D’accordo, se volete, vi racconto com’è andata. Ma vi ripeto, non è così avvincente come sembra…
Praga, 1989 Un altro pugno nello stomaco, stavolta più forte. Per parecchi secondi Silvia fu incapace di respirare. Poi riuscì a buttare l’aria fuori, e cominciò ad ansimare. Risollevò un poco la testa, giusto in tempo per accogliere un altro pugno, stavolta in fronte. La violenza del colpo le fece sbattere la testa al muro dietro di sé: "[Questa volta una bella commozione cerebrale non me la leva nessuno!]" "Allora? Ti sei decisa a parlare? O devo essere un po’ più persuasiva?" Silvia non rispose, respirando affannosamente, ancora alla ricerca d’aria. Darla sorrise compiaciuta. Nei suoi occhi Silvia poteva chiaramente scorgere odio e divertimento. "[Non smetterai, neanche se parlo, lo sappiamo entrambe…]" pensò la dampyr. Avrebbe voluto dirglielo in faccia, ma ancora non aveva abbastanza fiato. Doveva ammettere che la vampira stava facendo un lavoro coi fiocchi. Già il modo in cui l’aveva colta di sorpresa e atterrata con facilità era ammirevole: Silvia ancora non si capacitava di essere stata sconfitta con tanta rapidità. Ed ora, dopo averla portata nel suo covo, e incatenata ad una parete, Darla si divertiva un mondo con lei. Era brava a infliggere dolore. Ed era molto attenta a non ferirla mai esternamene. Probabilmente aveva già ematomi dappertutto, diverse costole rotte, e presto, come aveva ipotizzato, anche una commozione cerebrale. Ma neanche un graffio. Darla sapeva bene quanto il suo sangue fosse pericoloso. Aveva appena ripreso fiato, e stava per dire qualcosa, quando la vampira le afferrò violentemente il braccio destro piegandolo in maniera innaturale. Silvia non riuscì a resistere, e gridò per il dolore: gliel’aveva spezzato. "Peccato che tu abbia solo quattro arti…" commentò la vampira: "Però dopo averti rotto braccia e gambe, potrei passare alle dita, che ne dici?" Silvia aprì la bocca per parlare, ma Darla le colpì il braccio fratturato, e la ragazza urlò di nuovo. "Come farai a farti dire dov’è Angelus, se non le dai il tempo di parlare?"
"Era per questo? Darla ti aveva catturata per farsi dire dov’era Angel?" chiese Buffy. "Penso che soprattutto volesse divertirsi a vedermi soffrire. Darla ce l’ha sempre avuta con me. Credo perché era convinta che fosse per colpa mia se Angel non la voleva più." Buffy si sentì arrossire. Anche lei aveva spesso avuto pensieri simili. Sebbene faticasse ad ammetterlo persino con se stessa, spesso si era sentita ferocemente gelosa di Silvia. Tra la ragazza e il vampiro c’era un legame che lei neanche si sognava. E si conoscevano da tanto di quel tempo! E, soprattutto, lei poteva stare tranquillamente con Angel, senza preoccuparsi dell’anima. E, a quanto pareva, anche Darla era stata di quel parere. Che ci fosse qualcosa di vero, allora? Angel non aveva bisogno di nessun’altra donna, perché aveva Silvia? La dampyr scosse la testa, come a rispondere al pensiero di Buffy, e la cacciatrice si riscosse bruscamente dalle sue riflessioni. Ma si accorse con sollievo che Silvia stava solo continuando il suo racconto: "Ma comunque immagino che volesse davvero sapere da me dov’era Angel." "E tu gliel’hai detto?" chiese Willow. "Certo che no!" rispose Silvia con enfasi: "Non che temessi davvero per lui. Darla non voleva certo ucciderlo. Voleva che tornasse con lei, e io sapevo che questo non sarebbe mai successo. Ma era una questione di principio: non avrei mai dato loro la soddisfazione di vedermi piegata!" "Loro?" chiese ancora Willow: "Darla non era da sola?" "No, c’era anche Dru, ve l’avevo detto. Solo che lei era rimasta tutto il tempo in disparte, in un angolo, con una bambola in braccio, a guardare. Quella fu la prima cosa che disse da quando ero arrivata lì…
"Come farai a farti dire dov’è Angelus, se non le dai il tempo di parlare?" Darla si voltò irritata: "Dru, non devi insegnarmi tu come si tortura una persona! Specie considerando il fatto che hai così paura da non osare neanche avvicinarti!" Drusilla cominciò a piagnucolare: "Lei è cattiva! Avevo detto di non portarla qui!" non parlava a Darla, si rivolgeva alla sua bambola: "Uccidila subito, ho detto! Ma la nonna vuole giocare, e rivuole il suo angelo…" "Oh, smettila! Come se a te non interessasse! Ti ho permesso di restare solo perché pensavo mi saresti stata utile, invece te ne stai lì a giocare con le bambole… Tornatene da Spike, è l’unico che riesce a sopportarti!" "Ohooh, la nonna è invidiosa… perché io ho ancora il mio cavaliere! Spike mi ama… Spike vuole solo me…"
"E dov’era Spike?" la interruppe Willow: "Credevo che lui e Drusilla non si separassero mai!" "Non ne ho idea." rispose Silvia, grata in cuor suo a Willow dell’interruzione. Il racconto stava diventando troppo personale. Silvia aveva infatti evitato di specificare che le ultime parole Drusilla le aveva pronunciate per lei, non per Darla, né per la bambola: l’aveva guardata negli occhi con aria di trionfo. Perché anche Silvia si era chiesta dove fosse Spike, mentre Darla la picchiava. E soprattutto, si era chiesta cosa sarebbe successo se il vampiro fosse arrivato e le avesse trovate lì. L’avrebbe salvata? A costo di scontrarsi con Dru? Il dubbio, per tutti quegli anni, era rimato insoluto. Spike non era mai arrivato. "Era anche lui lì a Praga, ma dove fosse in quel momento proprio non lo so." Silvia sperò di aver dato alle sue parole il tono più indifferente possibile. Le due ragazze non commentarono in alcun modo, e lei sospirò di sollievo dentro di sé, e continuò il racconto: "Approfittai del momento di distrazione di Darla per escogitare un modo per uscire di lì ancora viva." Per spiegare bene la situazione, Silvia cominciò a gesticolare animatamente, mimando la sua posizione e i suoi gesti di prigioniera: "Osservai le catene e notai che quella che mi bloccava il braccio sinistro — quello ancora sano — era attaccata al muro con un chiodo piantato nel punto d’incontro di tre mattoni, e a furia di muoverlo, il buco si era allargato. Pensai che forse strattonandolo un po’ di più avrei potuto liberare il braccio. Ma come fare con l’altro? Intanto il breve litigio tra le due vampire era finito, e Darla era tornata a posare la sua attenzione su di me. Brevemente cercai di architettare un piano. Per fortuna lei, invece di colpirmi subito di nuovo, fece qualche battuta, che…" si fermò per qualche secondo, fingendo di sforzare la memoria: "…ora non ricordo… ["Be’, su questo a Dru devo proprio dare ragione… Spike la ama. Non ti vuole più. Chissà poi se ti ha mai voluta…!"] …e io ne feci una a lei, che la fece veramente incazzare…" si grattò nervosamente una tempia: "qualcosa su Angel, credo… ["E cosa vuoi che me importi di Spike? Io ho Angelus. Lui mi ama. Vuole solo me…!"]" Silvia si schiarì la voce: "Insomma, il succo del discorso è che Darla perse il controllo, e mi colpì…
Un pugno fortissimo, in piena faccia. Silvia sentì il sangue riempirle la bocca. E anche il naso, si rese conto qualche secondo dopo, sanguinava. "[Perfetto.]" "Bene, stai sanguinando. Non c’è più motivo di fare attenzione, quindi, ora." Darla sparì per alcuni secondi dalla visuale di Silvia, che si sentiva la testa scoppiare. Voleva approfittarne per tentare di liberarsi, ma si accorse che Drusilla la fissava intensamente. Darla tornò con un’ascia in mano: "Voglio proprio vedere quanta voglia avrai di ridere, dopo che ti avrò staccato tutt’e due le gambe!" Così dicendo si avvicinò alla prigioniera con aria minacciosa, ma questa teneva la testa abbassata: "Non dirmi che sei svenuta! Non è divertente se sei priva di sensi." e le afferrò i capelli con la mano libera, mentre Drusilla la ammoniva: "Attenta! Non fidarti di lei…" Senza neanche ascoltarla, l’altra vampira sollevò la testa di Silvia per guardarla in faccia: "Che c’è, non hai più niente da dire, ora?" la apostrofò fissandola da vicino. Per tutta risposta, Silvia le sputò in faccia il sangue che le riempiva la bocca. La vampira si allontanò di scatto, gridando di dolore, e per la sorpresa lasciò cadere a terra l’ascia.
"Non è stato certo un modo elegante per risolvere la situazione, ma là per là è stata l’unica idea che mi è venuta. Ve l’avevo detto che non era un granché come storia!" "Invece è emozionantissima!" esclamò Willow: "Voglio dire.. sei stata geniale! Hai sfruttato la debolezza di Darla a tuo vantaggio… sarà stato anche poco elegante, ma era un piano ingegnosissimo!" "E poi quando devi salvarti la vita non puoi andare tanto per il sottile." aggiunse Buffy. "Vi ringrazio per la comprensione, ma in realtà non era un piano così efficiente. Darla era fuori combattimento, ma solo per un po’, poi sarebbe tornata più incazzata che mai. E comunque, c’era sempre Dru…
"Te l’avevo detto di stare attenta…" disse Drusilla con tono di scherno, per nulla impressionata. Darla corse in bagno lanciando tutti gli insulti e le minacce che le venivano in mente all’indirizzo della dampyr, che intanto se la rideva di gusto, mentre il sangue le colava ancora dalla bocca e dal naso. Provò a tirare la catena col braccio sinistro, ma il buco del chiodo non era ancora sufficientemente allargato. Mentre Darla continuava a gridare dal bagno, Drusilla si alzò in piedi. "[Bene, ho perso.]" pensò Silvia vedendola: "[Ma almeno ho sfigurato Darla per un bel po’!]" Inaspettatamente, però, la vampira, invece di andare da lei, si diresse in bagno per aiutare l’altra, ancora dolorante. Silvia non aspettò un secondo di più, e strattonò la catena con quanta forza aveva. Il chiodo cedette. Lo afferrò al volo, ed infilò la punta nella serratura del bracciale che le fermava il polso destro. Lo forzò con facilità. Sgusciò fuori dalla stanza prima che le sue carceriere si accorgessero che si era liberata, e per fortuna la sua fuga fu coperta dalle grida di Darla. Corse via reggendosi il braccio ferito. Non era ancora molto lontana quando le due vampire si accorsero della sua fuga. Cercò di correre più veloce, ma non riusciva a respirare bene. Girando un angolo, si sentì venir meno, vacillò, e si appoggiò al muro per non cadere. Si accorse che un uomo la stava fissando da una finestra. Certo doveva essere uno spettacolo insolito, con una catena attaccata al braccio, e tutto quel sangue sulla faccia. Riprese a correre come meglio poteva, ma non conosceva quella parte della città. Girò qualche angolo a caso, sperando di incappare in una strada conosciuta. Ad un certo punto sentì un forte brusio. Doveva essere vicina ad una piazza, o una via principale. Si fermò per un secondo. Avrebbe voluto togliersi anche l’altra catena, ma il braccio rotto le faceva troppo male. Tentò di pulirsi il viso meglio che poté, ma non aveva specchi, né tempo da perdere: le due vampire erano vicine, le sentiva. Arrotolò la catena intorno al braccio cercando di renderla meno visibile possibile, poi si diresse verso il rumore che sentiva, tentando di darsi un contegno. Sbucò nella piazza del Municipio. Quindi era a Staré Mĕsto, la Città Vecchia. "[Naturalmente!]" pensò con sarcasmo: "[Sono dalla parte sbagliata del fiume!]" Lei e Angel, infatti, avevano preso in affitto una stanza a Malà Strana, il quartiere dalla parte opposta della Moldava. Ma se non altro ora sapeva dov’era, e sapeva come raggiungere un ponte, e arrivare sana e salva a casa. E in mezzo alla folla le sarebbe stato più facile far perdere le proprie tracce, se riusciva a passare abbastanza inosservata. Purtroppo per lei, aveva fatto male i suoi conti: non aveva capito che tipo di folla era radunata in Staromĕstské nàmĕstì.
"Come?" chiesero quasi in coro Buffy e Willow. "Staromĕstské nàmĕstì." ripeté Silvia: "Significa "Piazza della Città Vecchia". È la più famosa di Praga. Potrei parlarvi per ore della storia e dei monumenti di questa piazza! Ma così andrei un po’ fuori tema…" "No, infatti… ehm.. continua il tuo racconto!" la esortò Buffy. "Ok, ok, non vi preoccupate, non inizierò una lezione di arte! Torniamo alla mia storia… dov’ero rimasta?" "Alla folla radunata in quella piazza." le rispose Willow: "Che ci faceva lì tutta quella gente? A quanto ho capito non erano tutti lì solo per passeggiare…." "No, infatti. Conoscete Drusilla e Spike. Non si possono certo definire persone discrete. Da quando erano arrivati in città, avevano fatto i loro comodi, e probabilmente con l’arrivo di Darla avevano decisamente esagerato. Troppi omicidi in poco tempo, e troppo palesi perché la gente non cominciasse a sospettare. Specie gente così superstiziosa e legata all’occulto. E per mia somma sfortuna, proprio quella notte i praghesi avevano deciso di liberarsi dalla calamità che aveva colpito la loro città, stanare quindi gli assassini, i vampiri, ed eliminarli." "Ma tu che c’entravi, scusa?" le chiese Willow: "Eri una vittima anche tu!" "Lo so, ma loro non lo sapevano. E mentre stavano delineando una strategia per trovare i demoni, sbuco io, con i vestiti sporchi di sangue… è stato facile per loro credermi una vampira…
"È lei! È una di loro!" Silvia si guardò brevemente intorno… sì, ce l’avevano proprio con lei. Ci mancava anche questa! Esitò per alcuni secondi, valutando la possibilità di dire loro la verità, che era solo una vittima, e due pericolose vampire la stavano inseguendo. E furono tutti secondi di troppo. "Guardate! Si è appena nutrita!" gridò un giovane avanzando verso di lei, armato di torcia. Il grosso della folla era radunato più lontano, accanto al monumento a Jan Hus, e stava discutendo animatamente, ma alle parole del giovane era calato il silenzio, e tutti si erano voltati. Come fare a convincere quella gente che era sangue suo quello che le sporcava la bocca? "È sicuramente uno dei mostri che stavamo cercando!" gridò una donna piuttosto robusta, avvicinandosi in fretta, ben presto imitata dai compagni. Quella gente aveva ormai deciso, e si faceva avanti ostile verso di lei, armata di croci, asce, torce, e paletti: "[Però… sanno proprio il fatto loro, questi qui!]" Silvia tese l’orecchio verso il vicolo dietro di lei: Darla e Drusilla l’avevano quasi raggiunta. Bene, almeno non sarebbe stata linciata da sola. Attese ancora qualche secondo, indietreggiando leggermente verso la torre del Municipio, in direzione del fiume, mentre loro avanzavano minacciosi, poi si voltò di scatto e corse via. Ma fece in tempo solo a fare pochi passi che le furono addosso. Il ragazzo con la torcia l’afferrò per il braccio rotto, e lei gridò, e non riuscì a divincolarsi. Altri due la afferrarono per le spalle, tenendola ferma, mentre il ragazzo le avvicinava la fiamma al viso, e un altro da dietro l’afferrava per la vita, stringendole un braccio sulle costole doloranti. Silvia si trovò immobilizzata, e impotente. Vide la donna robusta di prima brandire un paletto. "[Oh, Dio, è proprio così che finirà, quindi?]" pensò: "[Impalettata, come un vampiro? Non è giusto!]" Ebbe un moto di stizza, e tentò di spostarsi di scatto dalla traiettoria del paletto, scalciando per liberarsi e resistendo al dolore lancinante al braccio e al torace. Il suo movimento riuscì almeno ad evitare che la donna la colpisse al cuore. Sentì però il paletto affondarle nella carne, sotto il seno sinistro. In quel momento Darla e Drusilla sbucarono dal vicolo.
"Erano incazzatissime, e avevano tutte e due su il volto della caccia, Darla anche mezzo ustionato. Quando arrivarono, ci fu il panico generale. Io mi liberai dai miei assalitori, e quelli non si preoccuparono più di tanto di me, dopo l’entrata in scena di quelle due furie. Solo che a loro due non importava un fico secco della folla imbestialita. Loro volevano me. E stavolta di correre proprio non se ne parlava…
…era già un miracolo che riuscisse a reggersi in piedi. Si teneva la mano sinistra sulla ferita, tentando di arginare la perdita di sangue. Ma era davvero troppo debole. Riuscì a girare intorno alla Torre, scomparendo alla vista della gente nella piazza, ma all’improvviso tutto intorno a lei divenne nero, e si sentì cadere senza poter fare nulla. Prima di perdere del tutto i sensi, avvertì un paio di bracca che la sorreggevano, e la sollevavano.
"Il resto, è storia. Bè, più o meno… Darla e Drusilla avevano decisamente sottovalutato la forza di un nutrito gruppo di persone assetate di giustizia. O vendetta, se preferite. La folla assalì Dru, e Spike la salvò a stento. Da quel momento lei rimase menomata fisicamente. Vi ricordate, no?, l’incantesimo che fece Spike per ridarle la forza?" "Sì, certo che mi ricordo!" esclamò Buffy: "E ora che ci penso, ricordo anche l’episodio di Praga, me l’aveva raccontato Giles." "E Darla?" chiese Willow. Silvia si strinse nelle spalle:"Non lo so. Per questo dicevo che il resto è "più o meno" storia. Di lei non si sa nulla. Immagino che sia riuscita a fuggire, magari proprio a scapito di Dru." "E tu?" chiese Buffy: "Come hai fatto a scappare quando ti hanno ripresa?" "Oh, ma non mi hanno ripresa! Era Angel, che mia ha afferrata quando sono svenuta. Mi stava cercando già da un po’. Mi ha portata via prima che potessero notarci. Darla e Drusilla non si sono minimamente accorte della sua presenza. Mi ha portata a casa, mi ha fasciato la ferita, steccato il braccio, e poi mi ha…" Silvia si bloccò di colpo, imbarazzata. Stavolta non poteva cavarsela con un "non mi ricordo", la sua interruzione forzata era stata troppo evidente! Willow e Buffy si scambiarono uno sguardo stupito e curioso. Cos’era che Silvia non aveva voglia di dire loro? "Be’, ecco…" continuava intanto la dampyr, nervosa: "[Avrei dovuto concludere prima, ora ormai ho iniziato il discorso, non posso uscirne in nessun modo!]" Si schiarì la voce: "Non pensate che… non è affatto una cosa normale per noi… io… ero davvero conciata male, avevo perso tutto quel sangue, capite… Angel per salvarmi… non aveva altra scelta, vista la situazione…" "Oh, insomma, ti decidi?!?" sbottò Buffy, che da quando era entrato in scena Angel aveva prestato, se possibile, ancora più attenzione al racconto. La dampyr sospirò, e guardandosi la punta delle scarpe, disse tutto d’un fiato: "Angel mi ha fatto bere il suo sangue." "Oh." commentò Willow, dopo qualche attimo di silenzio. Buffy non disse niente. Sempre molto imbarazzata, Silvia tentò di spiegarsi: "So che non vi parlo molto di me, di cosa significa essere una dampyr. Però ricordo che la prima volta che ne parlammo vi spiegai che la maggior parte dei dampyr vive nutrendosi di sangue, anche se io non lo faccio. E il sangue dei vampiri è molto più.. forte. Sapete come si rimargina facilmente una ferita per un vampiro. È merito del sangue. Così alcune volte… pochissime, vi assicuro… Angel ha.. fatto questo per me." "Ma…" Willow era titubante, ma anche molto curiosa: "non c’era pericolo che diventassi anche tu una vampira?" "No." rispose Silvia decisa: "Non sono arrivata mai a quel punto. Ero grave, ma non in fin di vita, ancora. Quella volta a Praga probabilmente anche una normale trasfusone di sangue avrebbe potuto salvarmi. Certo, poi sarei guarita più lentamente, ma comunque mi sarei salvata. Solo che non c’era proprio la possibilità di andare in ospedale, con tutto quello che era successo, e così…" "Capisco." Willow deglutì. Anche se era ormai abituata a convivere con i demoni (diamine, il suo ragazzo era un licantropo!), ogni tanto scopriva che c’erano ancora cose che riuscivano ad inorridirla un tantino. E questa cosa del sangue era una di quelle. Buffy non aveva ancora detto nulla. Anche lei era rimasta molto turbata, ma per motivi diversi, anzi, praticamente opposti. Willow, ancora imbarazzata dalla confessione dell’amica, si guardava in giro nella stanza alla ricerca di qualcosa da dire per cambiare argomento, quando l’occhio le cadde sull’orologio: "Oddio! Già le sei e mezza!" esclamò: "Mia madre sta per tornare!" Aveva deciso di farsi trovare a studiare, *da sola*, per tranquillizzare la sua improvvisamente apprensiva genitrice, così le altre due se ne andarono, sollevate entrambe, anche se non lo davano a vedere. A Silvia non piaceva parlare di sé proprio per l’evidente (e diffidente) imbarazzo che seguiva puntualmente dichiarazioni di questo tipo, ed era seccata con sé stessa per non essere riuscita a concludere il racconto di Praga evitando quel piccolo particolare. Per cui non si stupì né si offese quando Buffy rifiutò il suo invito a fare un pezzo di strada insieme, con la scusa di una commissione per sua madre. In realtà la cacciatrice aveva solo voglia di riflettere un po’. Non riusciva a smettere di pensare a quello che le aveva raccontato Silvia. Il legame di sangue tra i vampiri era una cosa che l’aveva incuriosita da sempre. E molte volte si era chiesta cosa avrebbe provato ad essere morsa da Angel. Aveva fatto quel sogno, non molto tempo prima… lei e Angel che facevano l’amore, e dopo lui la mordeva. Certo non ci si poteva fidare dei sogni, però… ricordava bene che non era stato spiacevole. Per nulla. Niente a che vedere col morso del maestro. Quello di Angel non era stato un morso da assassino, ma da amante. Un morso di… possesso. Ma era sempre un sogno, ricordò Buffy a sé stessa, per di più voluto dal Primo Male. Era meglio dimenticarsene e non pensarci più. Però, come le rodeva il pensiero che ora Silvia sarebbe tornata a casa da *lui*. Vivevano insieme, di nuovo. Chissà perché questa cosa in passato non le aveva dato così fastidio, mentre ora la sola idea le riusciva insopportabile. Probabilmente perché prima lei ed Angel, nonostante i problemi, erano una coppia. Ora invece non si vedevano quasi mai. Mentre lei addirittura ci viveva insieme! Sapeva benissimo di essere una stupida a farsi tutti questi problemi. Tra la ragazza e il vampiro c’era un legame forte e profondo, ma era una cosa del tutto diversa da quello che Angel provava per lei. E poi Silvia era innamorata di Spike, quindi poteva stare tranquilla, giusto? Però, lui non c’era… lei probabilmente si sentiva molto sola… chissà forse… un vampiro vale l’altro… "Oddio!" esclamò Buffy ad alta voce: "Ma che vado a pensare?" scosse la testa sconsolata: "[Sono solo mie fantasie, lo so. So benissimo che Angel mi ama, e soffre quanto me per questa separazione.]" Eppure avrebbe dato chissà cosa per sapere cosa stessero facendo Silvia ed Angel in quel momento!
"Bello." "Ti piace?" "È bellissimo." "Il tuo tono smentisce un po’ l’entusiasmo delle tue parole." Angel alzandosi posò tavolozza e pennello e andò a lavarsi le mani, lasciando Silvia a contemplare la sua ultima opera pittorica, quasi terminata. "È uno splendido disegno, Angel, non c’è che dire. Sei bravissimo, ma questo già lo sapevo. Non sono un’esperta d’arte, ma è un disegno veramente bello: le sfumature, i colori, l’espressione… Sembra vero!" "Però?" chiese il vampiro uscendo dal bagno, il tono un tantino contrariato. "Però, tesoro.. e che palle!!! Cambia soggetto, ogni tanto!" esclamò lei indicando con un ampio gesto della mano tutti i precedenti lavori di Angel sparsi nella stanza: raffiguravano tutti Buffy.
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