Orario di visita


Scritto da: Maria
Spoiler per: La terza serie di "Buffy" e la prima e la seconda di "Angel".
Pairing: nessuno.
Rating: Angst, Pov di Faith
Timeline: durante la seconda stagione di Angel.
Summary: in prigione, Faith si prepara alla sua visita settimanale...
Disclaimer: i personaggi delle serie "Angel" e "Buffy, the vampire Slayer", appartengono a Joss Whedon, la WB, ME e la Fox, l'autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
"Ad Anna, la mia dolcissima musa ,la mia meravigliosa amica, la cosa più bella che mi sia capitata da un periodo troppo lungo di tempo.
E a Sabrina, una delle persone più forti che abbia mai conosciuto. Il mondo sarebbe molto, molto più brutto se non ci fossi tu. "

 

Orario di visita


Faith sbatté gli occhi una volta e si prese le guance fra le dita, pizzicandole fino a che non furono rosse.
Poi sbuffò, lasciandole andare.
Idiota.
Cosa aveva pensato di poter risolvere...
Una fogna restava sempre una fogna, anche con le guance colorate...
Guardò la sua immagine nello specchio, poi fece una smorfia esagerata e allontanatasi di un passo sollevò la gamba, mimando il gesto di colpirlo con un calcio, e fermandosi all'ultimo momento.
Così vicina che se si fosse mossa anche solo di un pollice lo avrebbe mandato in mille pezzi.
Si, brava.
Così avrebbero fatto passare mesi prima di dargliene un 'altro, senza parlare della soddisfazione che avrebbe dato alla direttrice!
Quella donna le ricordava il preside Snyder... aspettava solo che lei facesse una mossa falsa per gettarla di nuovo in isolamento.
Non vedeva l'ora.
Ed era stato così dal giorno che era entrata in prigione.
Faith non sapeva perché ce l'avesse tanto con lei, ma pensava fosse a causa della sua apparente sicurezza, del fatto che non dimostrasse nei suoi confronti ne timore né umiltà.
L'adorabile signora credeva di essere investita della missione di recuperare le ragazze perdute che finivano in quel posto... era quasi isterica nella sua fame di redenzione.
Redenzione... non aveva neanche idea di ciò che voleva dire redenzione.
E neanche lei, del resto...
Cercare qualcosa, nella maggior parte del casi, significava non avere la minima idea di cosa fosse...
Sospirò, lasciando andare la gamba.
Certo che era proprio brutta.
Sembrava uno spaventapasseri.
E, del resto, che importava?
Angel non l'aveva mai guardata.
Non in quel senso.
Persino quando aveva finto di essere Angelus per salvare Buffy e i suoi amici, persino quando l'aveva baciata con falsa passione, o quando l'aveva stretta sotto la pioggia e l'aveva difesa contro la donna che amava.
Persino allora, in realtà, non l'aveva mai vista.
Non aveva mai visto Faith... aveva visto solo il tormento della sua anima.
La sua oscurità, e la luce che, tenue, scintillava ancora fra le tenebre del suo cuore... così minuscola da essere invisibile agli occhi della stessa Faith.
Angel non l'aveva mai vista...
Eppure, lui era la persona che meglio la conosceva la mondo.
E l'unico a cui importasse qualcosa di lei.
Non c'era un 'anima su quella terra che si sarebbe rattristata se le fosse accaduto qualcosa.
Non c'era un cuore che avrebbe versato una lacrima se lei fosse stata uccisa.
Così come non c'era nessuno, mai, che venisse a trovarla.
Solo Angel.
Sempre Angel.
Ogni settimana.
Dalla prima che aveva trascorso in qual luogo.
Senza mai saltarne una.
A volte veniva a trovarla con il volto ricoperto di lividi, altre non riusciva neanche a stare diritto per il dolore, e lei capiva subito che doveva essere ferito molto molto gravemente.
Perché Angel era forte, eccezionalmente forte, anche per un vampiro.
A volte sembrava così malridotto che Faith aveva voglia di chiedergli perché non se ne fosse rimasto a casa.
Ma non lo faceva mai.
Aveva paura.
Paura che la prendesse in parola.
Paura che non venisse.
Ed era la sua paura più grande, da quando era rinchiusa in quel posto che le levavano il respiro.
La paura di entrare in quella grande stanza con la parete a vetri... e non trovarlo... e cominciare a temere che gli fosse accaduto qualcosa... o che si fosse scordato di lei...
Poi arrivava il giorno di visita, lei attraversava quella porta, e lui era lì.
Sempre.
Con l'espressione sollevata e un po' i imbarazzo che le mostrava ogni volta, come se anche lui avesse avuto paura di non vederla entrare.
E allora Faith si dava dell'idiota, e si diceva che niente al mondo avrebbe potuto tenerlo lontano da lì, che niente al mondo avrebbe potuto fargli sul serio del male.. tranne Buffy Summers, naturalmente...
Certe volte le sembrava quasi di vivere per quelle brevi visite.
Di andare avanti giorno dopo giorno, solo per loro.
Solo per poter vedere il sollievo e l'orgoglio di Angel quando gli diceva che tutto andava bene, noioso ma tranquillo.. che non aveva ucciso nessuno...
Angel credeva il lei.
Credeva che potesse farcela.
Che potesse venire fuori dal baratro in cui, un p per caso e un po' per colpa era caduta.
E anche in questo, lui era l'unico...
L'unico al mondo che avesse fiducia in lei, e non credesse che l'unica speranza per Faith fosse sparire in una cella di cui qualcuno avesse gettato via le chiavi.
Buffy, Wesley, tutta la gente a cui aveva fatto del male o che semplicemente aveva conosciuto... nessuno di loro pensava che valesse la pena di perdere tempo con lei.
Era cattiva,... e non sarebbe mai cambiata.
Li capiva... a volte... quando non desiderava ancora saltargli addosso e strappare loro il cuore dal petto... quando non sognava di sventrarli a coltellate...
Erano i momenti più duri.
Quelli in cui credeva di non farcela.
E cercava ancora un colpevole per ciò che era.
E lo cercava nel caso, e nella vita, e negli altri, e in se stessa.
E anche lei pensava che non sarebbe mai cambiata.
Ma poi entrava in quella stanza, e lui l'aspettava, oltre il vetro.
E Faith gli diceva che tutto andava bene.
Ed era vero.
Tutto andava bene... perché Angel era lì... e i suoi occhi le dicevano che credeva in lei.
Che lei poteva veramente cambiare.
Ci aveva sempre creduto... ci aveva creduto anche a Sunnydale, e a volte Faith si ritrovava a pensare a cosa sarebbe accaduto se Wesley, quel giorno, non l'avesse presa... se no l'avesse portata via da lui...
Scosse i pensieri, e con essi i lunghi capelli scuri.
Sbuffando all'immagine impietosa che o specchio le ridava.
Aveva sempre voluto essere bella...
Per piacere... per non essere sola... per sedurre... per usare la sua avvenenza...
Lo aveva sempre voluto,,, ma non lo aveva mai desiderato...
Mai come allora...
E mai, come allora, aveva saputo che era inutile.
Perché era la bellezza della sua anima che importava a Angel... era per quella che avrebbe dato la sua vita...
Per lei... per lei...
Un sorriso salì alle labbra di Faith, come sempre, quando ci pensava.
Ed era un sorriso allegro, puro, quasi estasiato.
Avrebbe dato la sua vita per lei... in tutta la sua esistenza Faith non aveva amai avuto neanche un decimo di quello...
E la rendeva felice.
Anche i qual posto, anche con la prospettiva di non lasciare mai più quella prigione.
Però... oggettivamente non era poi tanto male, quando sorrideva.
Piegò la testa di lato, tendendo le labbra, mimando un sorriso, e poi un altro, e poi un altro ancora.
Strappò una manciata di carta igienica e si levò il rossetto. E le sembrò di essere più leggera, addirittura più carina.
Si scompigliò i capelli e fece un giro si se stessa, lasciando che i suoi occhi afferrassero frazioni di alberi, e fiori, e spiagge, e mari azzurri, e tramonti, frammenti mischiati a doppia velocità delle cartoline incollate alle pareti.
Angel gliene aveva portate a decine in questi mesi, e lei le adorava tutte.
Ci aveva praticamente tappezzato ogni angolo di uro, e ora c'era tutto il mondo in quella stanza.
Tutti i posti che forse non avrebbe mai visto.
"Ehi, Faith, giochi a girotondo oggi?"
Lei tornò a fissare lo specchio, facendo una linguaccia a se stessa, lieta di non averlo rotto, e poi sorrise, strizzando l'occhio alla giovane secondino di colore ferma sulla porta.
"Sono solo un po' pazza, V, come sempre!"
Lei scosse il capo, aprendo pazientemente la cella.
"Forza, che più stai qui e meno stai di là!"
Faith non se lo face ripetere, e si affrettò ad uscire, precedendola lungo il corridoio, il cuore che le batteva leggermente più forte di quanto non volesse.
Sorridere... si, doveva sorridere...
Angel non doveva sapere.
Poteva dirgli tutto.
Poteva confidargli quanto fossero oscure, talvolta, le sue notti.
E quanta paura avesse di cadere, di tornare indietro.
Poteva dirgli quanto si sentisse debole alle volte, spaesata, e assolutamente non all'altezza di ciò che lui avrebbe voluto per lei.
Poteva raccontargli quanto si sentisse divisa, e stanca.
E sapere che le sue parole trovavano un 'eco forte, precisa, struggente nel cuore di lui.
Poteva confidargli più di quanto avesse mai detto a nessuno.
Poteva aprirgli il suo cuore.
Ma una cosa Angel non doveva sapere...
Non doveva sapere che lo amava.
Anche se non lo aveva voluto.
Anche se non aveva nemmeno capito come fosse accaduto.
Faith lo amava.
E poteva passare delle ore a dirsi che era solo perché lui era l'unica persona ad averle dato una seconda possibilità... e una terza, e una quarta...
Era l'unica persona che aveva creduto in lei fino in fondo, sbattendo la testa contro un muro di cemento pur di continuare a farlo.
Che era perché le sue erano state le uniche braccia pronte ad accoglierla, e le uniche orecchia pronte ad ascoltarla, anche dopo che lei aveva tentato di trasformarlo in ciò che più odiava al mondo.
Che era perché l'aveva afferrata per la gola e l'aveva tirata fuori dal baratro.
E ora era l'unico volto amico che vedeva, l'unica voce amica che ascoltava... il suo contatto con la vita... proprio lui, che la vita l'aveva lasciata più di due secoli prima.
Perché Angel era tutto ciò che Faith aveva.
Poteva pensare e pensare, e cercare una ragione, e restava il fatto che lo amava.
Per la prima volta nella sua giovane vita amava un uomo.
Dopo averne usati tanti, dopo averne buttati tanti.
E quell'unico non avrebbe mai dovuto sapere.
Mai.
Non perché era un vampiro, o perché sarebbe stato impossibile, o perché Faith avesse paura che le dicesse di no ancora una volta.
No... non per Faith.
Per lui.
Perché lo avrebbe turbato.
Perché avrebbe sparso un 'ombra bei suoi occhi scuri quando veniva a trovarla...
Perché gli avrebbe fatto del male.
No.
Angel non avrebbe mai dovuto sapere che Faith lo amava... e forse, un giorno, quando lei fosse uscita di là, avrebbero potuto essere amici.
E lui le avrebbe insegnato, forse, a non temere il molto.
Come le aveva insegnato ad amare.
Non sarebbe stato più complicato.
Vide la porta davanti a se, e il cuore, per un attimo, le si fermò nel petto.
Poi la passo...
E lui era lì.
Seduto dall'altra parte del vetro, con gli occhi rivolti verso Faith, come se avesse saputo che stava arrivando, le labbra allungate i un leggero sorriso.
Faith lo guardò.
Camminò piano,,, più piano che poteva per guardarlo più a lungo, mentre al cuore le saliva un calore che non voleva si riflettesse sul suo volto.
Era così vicino... tanto che avrebbe potuto toccarlo se non ci fosse stato quel vetro... e sarebbe bastato un solo pugni per mandare in mille pezzi quella barriera che odiava...
"Ciao," Gli sorrise, appoggiando il telefono all'orecchio." Sembri un po' stando..."
Angel accentuò il sorriso, inclinandosi leggermente verso di lei.
"Non dormo troppo bene" mormorò." Faccio strani sogni... ma nulla di grave.
E tu, come stai?"
Faith si incantò per un attimo a guardare i suoi occhi e dovette sforzarsi per reprimere un sospiro.
Non poteva.
Non sarebbe stato da Faith.
E lui non doveva sapere.
Inarcò le sopracciglia, assumendo un' espressione casuale.
" Five by five." Rispose, scuotendo le spalle.


Fine