Invisibile |
Scritto da: Ariane |
Tradotto da: **AnneLiz-Alexandra** |
Spoiler per: tutta la 6^ Season e la 7^ fino a "First Date". |
Pairing: B/Wood, B/S |
Rating: AU / R |
Summary: Fa male. |
Disclaimer: I personaggi di BTVS e ATS appartengono a Joss Whedon e alla Mutant Enemy. |
Distribuzione: Per la distribuzione di questa fan-fiction rivolgetevi per favore alla sottoscritta o a Ariane. Grazie! |
Invisibile - Invisibile |
Non riesce a credere che faccia male così tanto. Fissando gli stivali strascicati e i jeans logori, emette un lungo sospiro. Non sarebbe dovuto venire. Perché mai si era anche solo offerto volontario, domanda a se stesso, e poi immediatamente si ferma. Certo, sa perché è qui. Questo è il momento che aveva temuto fin da quando lei lo aveva disprezzato. Mi sta uccidendo. Forse si stava preparando per questa notte fin da quell' orribile giorno. Non erano più amici, non sarebbero mai stati niente l'uno per altra eccetto un doloroso ricordo di fallimenti e peccati passati. Le aveva detto che non importava, che non sognava più le classiche staccionate. E amore. La parola rimaneva sospesa e taciuta tra di loro, mentre tentavano di discutere casualmente dell'appuntamento di lei. In quanti modi un uomo può mentire a se stesso? Quanta comprensione e controllo ci si aspettava quando guardavi la speranza scivolarti via, giorno per giorno? Insopportabile. Si era offerto volontario di trovarla stanotte, non solo per un po' di preoccupazione per Xander, ma perché doveva vederlo da sé. Deve rinfacciare la realtà che non c'è niente, niente che può fare ora per vincere il suo amore. Ed ora eccolo, tutto tracciato davanti a lui bello e ordinato nel ristorante illuminato da una luce pallida. Lei è così bella stanotte. Ha lasciato di nuovo crescere i capelli, e sono tutti scintillanti e raggianti, e ricadono morbidi sulla schiena. Ricadono disordinati sulla sua schiena morbida e forte. Mentalmente si dà uno schiaffo. Stanotte è la notte in cui la dimenticherai. Lasciala andare. Risate e frammenti di conversazione si propagano dal ristorante, e lui riconosce la voce di lei - leggera, ardente, sgorgante come da una fonte. E' felice, pensa lui tristemente. Si avvicina di più alla piccola finestra e guarda la scena svolgersi davanti a lui. Fa male. E lui non sa se girarsi o nascondersi per correre via dalla sua felicità. Lei lo ha lasciato per sempre, si è dimenticata di lui. È sollevata, nota lui, di non essere in sua presenza. E' stato un peso per lei, ammette a se stesso. Rinfaccia la realtà della sua bieca preoccupazione, e del suo efficiente prendersi cura delle cose, tutto dato piuttosto freddamente e in qualche modo impazientemente. Lui è un problema. Qualcosa da affrontare, mettere a posto, risolvere. La sua anima, un dono che lei non ha mai voluto. Lui è invisibile per lei ora. E dunque, sentendo che niente importa più veramente, e che lui è solo il piccolo messaggero, semplicemente si avvia all'interno per interrompere la tenera scena tra la Cacciatrice e il suo nuovo ragazzo. Ragazzo, pensa con disgusto. Quell'uomo deve avere dieci anni più di lei. Perché non si trova qualcuno della sua stessa età? E poi ricorda che lui, lui stesso, ha più di cent'anni, dunque questo cosa lo rende? Un folle. Uno dei camerieri tenta di impedirgli di entrare nell'elegante sala da pranzo, ma Spike lo sorpassa e si dirige dritto al tavolo dove la donna che lui ama è corteggiata da un altro uomo. Nota l'abbigliamento costoso del Preside Wood, e la forma curata elegantemente. E, più atroce di tutti, la fiducia e il calore, entrambi troppo evidenti, mentre Wood si piega sul tavolo e dà da mangiare a Buffy un altro morso di qualche fantastico dolce. "Penso che sia la cosa migliore che abbia mai avuto in bocca," dice entusiasta a Wood. "Lo trovo molto difficile da credere," replica lui, sorridendo al commento suggestivo. Spike si schiarisce la voce. Non hanno neanche notato che era rimasto lì durante il loro scambio seduttivo. Lui è invisibile per loro. Wood abbassa la voce e le chiede, "Allora, signorina Buffy Summers, cosa vuole nella sua vita?" Non riescono a vederlo accanto al loro tavolo? E' un fantasma? "Hmmm, andrebbe bene un altro po' di roba dolce. O forse, forse." Lei assume un'espressione rapita, e una piccola smorfia attraversa il suo volto. Spike fa un veloce passo indietro, e Buffy gira la testa al suo improvviso movimento. "Spike." Sembra irritata. "Cosa vuoi?" Niente. Non voglio niente. Non più. Mai più. "Niente," risponde lui con voce strangolata. "Uh. Buffy, faresti meglio a chiamare a casa." Girando sui tacchi, scappa fuori dal ristorante e nel vicolo oscuro. Al diavolo Xander. Gli Scoobies possono risolvere da soli i loro casini. Trova confortante l'oscurità. Non vuole giocare più a quel gioco. Stanco. Si ferma all'angolo della strada e prende a calci una lattina di birra accartocciata giacente nel canale di scolo. Vola in mezzo alla strada e finisce al cordone opposto del marciapiede con un'eco metallica e vuota. Il suono delle campane, pensa. Qualcuno sta morendo. Qualcuno non resisterà fino alla prossima alba. Fa male. * * * * * Trascorsero molti giorni prima che lei si rendesse conto davvero che Spike non sarebbe tornato. Robin era stato così utile con le Potenziali, ed era un sollievo riavere nella sua vita un vero uomo. Rievocava i momenti di confusione quando Spike era tornato con un'anima per lei. La sua triste esibizione di galanteria e dolore nella chiesa. Tutto quello sforzo e quella energia andati sprecati per lei. Cosa diavolo aveva pensato di fare? Voleva essere il suo uomo. La amava. Pensava che lei potesse ricambiare il suo amore. Il pensiero che forse lui non 'pensava' più incrociò la sua mente. Che forse lui non 'era' più. Scomparso. Più che scomparso. Polvere. Per alcune strane ragioni, che lei non riusciva a capire, divenne parzialmente ossessionata nel provare a scoprire cosa gli era successo. Svanito completamente dalla faccia della Terra. Scomparso. Invisibile. * * * * * La sua ossessione durò per sette anni dopo la gloriosa sconfitta del Primo Male e la chiusura finale della Bocca dell'Inferno. Durò giusto fino alla settimana prima del suo matrimonio con Robin Wood, quando si disse di smetterla. Perché doveva importarle ora? Una notte prese il mucchio di appunti ed estratti di giornale, pieni di false indicazioni e numeri di telefono sconnessi, che teneva nascosti nel retro del ripostiglio, e li bruciò tutti. Non importava più veramente, giusto? Ad ogni modo, pensò, mentre contemplava il mucchio di polvere, è lui quello che se ne è andato senza una parola. Dopo tutto quello che aveva fatto per lui. Ingrato, stupido, testardo vampiro. Un completo spreco di tempo. Tutti quegli anni. Il giorno del suo matrimonio albeggiò in modo caldo e luminoso. La temperatura era già altissima. Mentre attraversava la navata verso l'altare e verso lo sposo che la stava attendendo ardentemente, si sentì debole e inciampò. Qualcuno allungò una mano per prenderla mentre cadeva. Una mano stranamente familiare. Una mano forte, confortante e fredda nel calore sferzante. Si ritrovò a fissare un paio di occhi blu scuro. I suoi occhi. * * * * * Più tardi, in una piccola stanza di motel a centinaia di miglia da Sunnydale, nuda ed esausta, geme per il piacere mentre lui preme il ghiaccio freddo contro il suo collo. Si raggomitola contro il suo petto e alza il capo per guardarlo, studiando il suo viso. Memorizzandone ogni linea, ogni fossetta delle guance, ogni curva della fronte. E i suoi occhi. Languidi nel calore, pieni di felicità. Mozzafiato. Vampiro testardo, tenero, così bello da far male. Aveva sempre saputo cosa lei volesse. Sempre. E ora lei ha l'eternità per dargli quello che merita. -fin-
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