8 Little Words

Scritto da: Jen
Tradotto da: **AnneLiz-Alexandra**
Spoiler per: "Chosen", "Seeing Red", e in generale tutta la 6^ e la 7^  Season.
Pairing: B/S
Rating: PG
Timeline: All'interno dell'episodio "Chosen", dopo che Buffy dà a Spike l'amuleto.
Summary: La scena mancante nel seminterrato da "Chosen".
Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt, la  WB, ME, UPN e la Fox. L'autrice scrive senza alcun scopo di lucro e non  intende violare alcun copyright.
Feedback: Assolutamente!
Note dell'Autrice: Non potevo lasciare che Spike morisse credendosi non amato, così questa è la storia che spiega come Spike, pur dicendo 'No, non  mi ami, ma grazie per dirlo' sappia di essere amato. La speranza è  veramente  una fonte inesauribile.
Distribuzione: per la distribuzione di questa fanfic rivolgetevi per  favore all'autrice o alla sottoscritta!

    8 Piccole Parole

 Si fissarono per un momento in silenzio.

 

"Cosa stai pensando?" chiese Spike.

 

"Oh, sai," rispose Buffy, attraversando la stanza verso di lui. "Un grande  e spaventoso cattivo, grandi vampiri spaventosi, magia grande e spaventosa. Il solito. Tu?"

 

"Sto pensando che non ho niente che si abbini con questo gioiellino."  Spike indicò l'amuleto.

 

"Stavo giusto dicendo la stessa cosa a--. Ahh, lascia perdere," fece ammenda lei frettolosamente mentre lui stringeva gli occhi.

 

"Stavi scambiando dei consigli di moda con l'Idiota?" Lui non riuscì a resistere.

 

Ma doveva davvero star zitto. "Pensavo che avessimo chiuso con questa storia," replicò lei, mani sui fianchi in una posa di disapprovazione.

 

"Sì, è così." Lui sospirò. "Scusa. Le vecchie abitudini sono dure a morire e roba del genere." Prese un momento per studiare il viso di lei, vide la stanchezza nei suoi occhi. "Perché non tenti di dormire un po'?"

 

"Posso restare qui? Voglio stare con te." Buffy si avvicinò di un altro passo a lui.

 

"Abbracciarti tutta la notte mentre della musica New Age risuona in sottofondo? Posso pensare a cose peggiori." Fece una pausa e le toccò una guancia con gentilezza.  "Ripensandoci. In realtà non riesco a pensare a qualcosa di meglio."

 

Buffy pose una mano sulla sua, piegò il capo verso la sua mano, e chiuse gli occhi. "Avevo un'idea leggermente diversa."

 

Spike prese un passo indietro, spaventato, e lei aprì gli occhi. "Spike?  Stai bene?"

 

"Non credo sarebbe una buona idea, piccola," mormorò piano.

 

"Non vuoi stare con me?" chiese lei.

 

Lui si limitò a fissarla. Quella donna era completamente impazzita? Come poteva pensare che lui non la volesse?

 

"Così vuoi stare con me," Buffy completò per lui. Lui studiò la caricatura di Angel nell'altro lato della stanza. Una buona somiglianza, sì, pensò distrattamente. Qualsiasi cosa per non guardarla.

 

"Spike, guardami."

 

Quando lui non volse il capo a guardarla, lei gli alzò il mento e lo costrinse a girarsi. "Guardami. E' una cosa buona. Concedere a te stesso  di  stare con me, voglio dire."

 

Oh, Dio. Non *quelle* parole. Lui aveva detto quasi la stessa cosa una  vita  fa, al piano di sopra, quando aveva. Spike si sentì nauseato.

 

Buffy corrugò la fronte guardando le emozioni contrastanti sul viso di  lui. Poi inspirò nervosamente. Anche lei stava ricordando.  Spike si lasciò cadere in ginocchio davanti a lei. "Mi dispiace," disse  con voce rotta.

 

"Shhh," bisbigliò Buffy, cadendo in ginocchio accanto a lui. Lo prese tra  le braccia e poggiò la testa di lui sulla sua spalla. "Dispiace anche a me."

 

Lui si staccò da lei. "Quello *non* è stato colpa tua," Spike dichiarò a  voce alta. "Non voglio che tu te ne senta responsabile."

 

"E lo stesso vale per te," replicò lei con calore. "Le persone che eravamo  allora, non esistono più. Questo non scusa ciò che è successo, o non lo mette a posto, ma significa che possiamo smettere di litigare a  proposito."

 

La sua presa su di lui si strinse. "Hai detto che ami che io continui a tentare? Io amo che *tu* continui a tentare." Spike spalancò gli occhi, e inclinò la testa di lato mentre la guardava. "Te ne sei andato perché  pensavi di essere qualcuno di cui non mi fidavo? Beh, mi fido dell'uomo

Che sei diventato." La sua voce si ammorbidì. "Capisci? Mi fido di te."

 

"Non ho il diritto di chiedere il tuo perdono." Cominciò Spike, ma Buffy  lo interruppe.

 

"Ce l'hai già," terminò. Gli prese il viso tra le mani e ripetette  gentilmente, "Hai già il mio perdono." Studiò i suoi occhi e, soddisfatta  di  quello che vide, disse, "E adesso ti bacerò, se non è un problema."

 

"Sì, è a posto," replicò lui piano, ed ogni suo nervo esplose mentre lei  si piegò e premette le labbra alle sue. A posto? Maledettamente perfetto.

 

Sembrava. diverso. Ogni tocco, ogni sguardo, ogni sospiro. Non erano gli  atleti o i contorsionisti dell'anno precedente, ma per la prima volta, non erano soli. Ed era bello.

 

      ***

 

"Io ti amo," mormorò Buffy un po' più tardi, rimboccandosi addosso la coperta e baciandogli il collo.

 

Eccole, le 3 piccole parole che lui aveva aspettato di ascoltare per  sempre.  Quella ragazza, quella che conosceva il futuro, aveva sentenziato che  gliel'avrebbe detto prima o poi. La maggior parte del tempo che aveva vissuto  nel seminterrato della scuola era ancora avvolto in una nebbia di mistero, ma  questo lo ricordava chiaramente. Non aveva di certo accennato al fatto che

     

Buffy gliel'avrebbe detto in prospettiva de L'Apocalisse, L maiuscola, A  maiuscola, rifletté Spike dispiaciuto. Dava una svolta leggermente diversa alle cose. Tendeva a far pensare che la prossimità della morte potesse essere il fattore motivante.

 

E lui non aveva bisogno di quelle parole. Stava bene anche senza. Diceva sul serio, a proposito di non voler niente da lei. Lei era abbastanza.

 

Così le accarezzò i capelli e replicò con gentilezza. "No, non mi ami."

 

"Uhm, è qualche nuovo modo astuto per dirmi che mi ami? Perché, guarda,  una vecchia cosa come 'Anch'io ti amo' mi va benissimo," disse Buffy, appoggiando il mento sulle sue mani, poste al centro del suo petto. "E la  prossima volta, potresti almeno dire grazie o qualcosa del genere. E' solo per educazione."

 

Il guizzo di un sorriso attraversò le labbra di lui allora, e poi sospirò.  "Buffy, non devi--." Aspetta un secondo, aveva appena detto "la *prossima*  volta"?

 

Lei non gli diede la possibilità di contemplare le conseguenze di quel  pensiero. "So che non devo dirlo," affermò con decisione. "Non lo dico per obbligo. Lo dico perché ti amo," Fece una pausa. "Lo so, concetto  radicale,  huh? Non sono neanche sicura di quando sia successo. Ma è successo."

 

Spike cercò nei suoi occhi, e un'espressione di meraviglia attraversò il suo  viso.

 

"Non sono molto brava con le parole," continuò lei esitante. "Ma è  importante per me provare a spiegartelo, e tu meriti di sapere."

 

Lui annuì, incoraggiandola, spaventato che le parole potessero rompere l'incantesimo.

 

"Credo che la parte del mio cuore in grado di amare abbia smesso di funzionare quando Angel è andato via. Era troppo difficile sentirsi così vulnerabili, aprirsi con qualcuno per essere ferita a quel modo." Si fermò per un momento, indecisa su come continuare. Poi andò avanti. "E' per questo che mi arrabbiavo sempre quando dicevi di amarmi. Nonostante tutto, nonostante tutte le volte che ti rifiutavo, eri sempre capace di  rimetterti in gioco e correre il rischio e pagarne le conseguenze. Io avevo smesso di  farlo molto tempo fa.

Ho detto a Angel che sei nel mio cuore," disse, "ma non è del tutto vero.  La verità è," lo guardò fermamente, "sei tu la ragione per cui ha ripreso  a funzionare. Posso non aver smesso di scoprire chi sono, ma almeno questo  mucchietto di pasta per biscotti è di nuovo capace di amare, ed è grazie a te."

 

Spike sollevò il sopracciglio con la cicatrice.

 

"Uhh, non ti conviene saperlo." Buffy arrossì nervosamente. "Dio, questo non è davvero il mio forte."

 

"E' poesia," la rassicurò lui gentilmente. Quando lei sembrò scettica, lui aggiunse, "Non ho detto che era *buona* poesia, ma a me sembrava  perfetta."

 

"Bene," rise Buffy.

 

"Mhm, mi chiedo se questo sia solo tutta una parte della parcella da campione," meditò Spike. Dopo aver notato lo sguardo di confusione di Buffy,  terminò, "Lo sai, la cosa dei fans, le colombelle che mi si buttano ai piedi - o su altre parti del mio abbigliamento e anatomia." I suoi occhi stavano scintillando.

 

Buffy arricciò il naso e girò gli occhi. "Molto pallone gonfiato?" stuzzicò.

 

"Oh, tu sai di amarmi," ritorse lui per gioco.

 

"Non perché sei un campione," rispose lei semplicemente. "Perché sei il  mio campione."

 

Spike chiuse gli occhi e sospirò. Perdono ed amore, fanno molto, molto  bene all'anima.

 

Avvertì le labbra di lei sulle proprie mentre lei bisbigliava, "Ti amo."

 

"No, non mi ami. Ma grazie per dirlo." Replicò lui, sorridendo.

 

"Oh, meraviglioso. Questa diventerà una *prerogativa*?" Buffy ci pensò per un momento. "Ooo, può diventare la nostra prerogativa." Lo guardò,  sorridendo. "Vedi. Abbiamo una prerogativa."

 

"Sì, Buffy, abbiamo una prerogativa." Mentre lei si accoccolava accanto a lui, la sua guancia appoggiata alla sua spalla, lui le baciò il capo. "Ora chiudi quella tua bocca meravigliosa e dormi un po'. Domani sarà un grande giorno."

 

Lui era amato. Sarebbe stato un buon giorno.

 

      FINE