"Buffy!" Riley
disse deliziato dopo aver aperto la porta. "Ehm. entra."
Ridusse velocemente l'entusiasmo nel suo tono quando realizzò
com'era strano sembrare sorpreso ad una visita della propria
ragazza.
"Hey", Buffy
camminò nervosamente nella stanza, strofinandosi le mani.
Riley immaginava fosse
un'abitudine che aveva acquisito da Xander.
"Allora, perché sei qui?" Riley si
prese a schiaffi mentalmente. "Uhm, non è che non dovresti venire
a visitarmi, o che questo non sia normale, o che."
balbettò
velocemente.
"No, è ok,"
Buffy disse gentilmente, guardandolo
con occhi colpevoli. "Non vengo più tanto quanto
dovrei, e."
"Hey, hai altre cose a cui pensare",
Riley saltò velocemente in suo aiuto
"Cacciare, e beh, cacciare." Notò
improvvisamente che lei era rimasta un
po' a disagio nel centro della stanza. "Per favore, siediti." Le
fece segno
verso
il letto.
La ragazza si sedette sobbalzando e prese a giocare con il tessuto
del suo copriletto quando lui le sedette accanto.
"Così." lui cominciò, provando a
rompere l'orribile silenzio tra di loro.
"Così." Buffy concordò.
"Sì."
"Giusto."
"Allora."
"Riley, dobbiamo parlare", lei terminò
improvvisamente quello che sarebbe
potuto essere un circolo senza fine di 'così' e 'sì'.
"Parlare?" Riley chiese. "Di cosa?
Beh, non è che non dobbiamo parlare,
ma. di cosa?" Ripetette.
La ragazza sospirò e rivolse lo sguardo al cielo. "Non so di cosa
esattamente. E' solo che io."
"Sì?"
"Io. ho la sensazione che ci stiamo
allontanando recentemente. Come se non fossimo
vicini come prima, come se non parlassimo. Così, penso che
abbiamo
bisogno
di parlare." Terminò il discorso in tono rassicurante.
"Perché parlare è un buon modo di comunicare."
Riley scherzò leggermente.
"Esatto." Lei gli rivolse un piccolo sorriso.
"Allora, di cosa dovremmo parlare?"
"Non ne sono veramente sicura," si
morse leggermente le labbra. "In realtà avevo pensato solo fino
alla parte 'abbiamo bisogno di parlare'".
"Beh." lui iniziò, piegandosi indietro
sui gomiti. "Perché non della novità
nella caccia?"
Lei grugnì. "Non voglio neanche pensare a quello!"
"Dracula?" Riley
suggerì. "Sei stata morsa, e."
"Ugh!" lei esclamò, mettendosi le mani
nei capelli. "Puoi smetterla? E' stata un'ipnosi. Io non volevo
essere morsa! E inoltre, è tutta parte
del mio lavoro, e.
e. Oops,
scusa." Lei realizzò che la sua
reazione era stata
esagerata
e gli diede un dolce sorriso.
"Va bene," Riley
alzò le mani per difendersi. "Hai un po' di riluttanza nel parlare
dell'argomento Dracula quindi arretro
prontamente."
"Scusa," Buffy
fece ammenda velocemente. "Dovremmo veramente parlare.
Se vuoi parlarne." Il modo in cui
lasciò la frase in sospeso indicava
che, nonostante quello che diceva, questo non era il momento per
parlarne.
"No, veramente. E' ok." La rassicurò.
"Capisco che ci sono alcune cose riguardo una
Cacciatrice che mi dirai solo quando
ti sentirai pronta a venirne a termini."
Buffy
gli rivolse un dolce sorriso e si chinò per baciarlo leggermente
sulla labbra. Condivisero
un breve e casto bacio prima che
entrambi si tirassero indietro, quasi come se avessero
deciso insieme telepaticamente, per
ritornare
all'argomento alla mano.
"Allora." Buffy iniziò nuovamente il
circolo vizioso.
"Spike,"
Riley esclamò brutalmente.
Buffy
sobbalzò dalla comoda posizione sul cuscino di
Riley al suo sbotto improvviso. Si
guardò intorno nella stanza, aspettandosi quasi di vedere il
vampiro ossigenato. "Uh? Spike?" Disse
quando non riuscì a trovare nessuna ragione logica
per cui Riley
stesse menzionando il suo nome.
"Non 'Cosa sta facendo
Spike qui?' ma 'Vuoi parlare di
Spike?'" Riley
chiarì.
La ragazza ricadde all'indietro. "Cosa
c'è da dire?" Scrollò le spalle. "Spike
è, beh. Spike."
"E' un vampiro."
"Sì." Duh, lei pensò poi.
"E' un vampiro, e tu non lo hai ucciso."
"A causa del chip nella sua testa." Buffy
concordò. "Non riesco prooprio a
capire dove ci porterà questa conversazione."
"Non durerà per sempre, lo sai." Il
ragazzo sospirò, fissando il soffitto.
"Uh?" Lei si sollevò su un gomito per guardarlo.
"Il chip." Lui chiarì ancora una volta. "Dovrebbero durare solo
per vent'
anni, o circa. E' stato il meglio che i nostri scienziati
abbiano potuto fare. In più, metti in conto che gli Ostili non
dovrebbero scappare. Sarebbero finiti molto prima che il chip
smettesse di funzionare."
"Così il chip di Spike andrà fuori uso
quando avrò quarant'anni?"
Buffy disse, divertita. "Qualcosa mi
dice che se riuscirò ad arrivare a quell'età,
sarò più che capace di affrontare uno Spike
senza chip."
"E cosa succede se non ci riesci?"
Riley sussurrò le parole piano come se
questo servisse a non farle avverare.
"Allora sarà il problema di qualcun altro,"
lei replicò ragionevolmente. "Ci sarà un'altra
Cacciatrice, e conoscendolo, andrà
dritto da lei e si farà prendere a calci nel sedere."
"Tu speri, che si faccia prendere a calci."
Buffy
girò gli occhi. "E' Spike. Farsi
prendere a calci nel sedere è quello che sa fare meglio."
Riley
si volse a guardarla abbastanza intensamente. "Non è quello che ho
sentito," si accigliò lievemente. "Xander
mi ha detto che ha già ucciso due Cacciatrici.
E che ha quasi ucciso te in molte occasioni."
La ragazza sospirò. "Suppongo. Guarda, perché stiamo parlando di
questo?"
"Perché voglio sapere perché non lo finisci,"
Riley continuò, leggermente
esasperato. "Presto o tardi il chip andrà a farsi friggere, e
Spike inizierà ad uccidere e a colpire
innocenti. E' inevitabile. Allora perché non
prevenirlo? Perché non polverizzarlo ora che
puoi?"
"Perché è praticamente senza alcuna
difesa," Buffy alzò le mani in aria
esasperata. "Non posso solo andare e
impalettarlo a sangue freddo, e scusa il gioco di parole.
Sarebbe sbagliato, e. ingiusto. Voglio
dire, lui diciamo, si fida di me. Non
posso ucciderlo tutto all'improvviso."
"Sì, puoi!" Il ragazzo insistette. "E' quello che fai. Sei la
Cacciatrice. Questo significa che
uccidi tutti i vampiri, non importa quanto
siano 'senza difesa'. Anche con
il chip, probabilmente Spike
potrebbe impegnarti in un combattimento
molto più dei novellini che polverizzi. Dov'è
la differenza?"
"Perché lui è
Spike!" Buffy esclamò.
"Lo so," la voce di
Riley si calmò un po'. "Lo so, ma non
ci arrivo. Non vedo cosa c'è tra di voi
che ti impedisce di ucciderlo."
"Io voglio ucciderlo!" Buffy
insistette. "E. e smettila! Stai ricominciando di nuovo con la
cosa
ragazzo-geloso-inutilmente-dei-vampiri! Non c'è
niente tra me e Spike!"
"Lo so, mi dispiace,"
Riley si scusò velocemente. "So che
non c'è niente tra di voi.
Ma c'è qualcosa, e sento che è troppo
distante da me, sai? Come se ci fosse questa parte di te che
è completamente impossibile da capire
per
me,
e se potessi vedere cosa c'è tra voi tutto sarebbe perfettamente
al suo posto." Si fermò per un secondo. "Quello che dico non ha
alcun senso, vero?"
Ridacchiò nervosamente.
Lei rimase in silenzio per un minuto. "No, ha perfettamente
senso." Rispose finalmente.
"Se non vuoi parlarne."
"No, va bene,"
Buffy affermò. "E' solo che non so cosa dire."
"Che ne dici di provare a spiegare
cos'è Spike per te?"
"Incredibilmente irritante." Lei scherzò.
Riley
rise. "Non posso che concordare."
"Definitivamente." Anche lei rise.
E poi dopo un minuto, "Era il mio
nemico mortale. La mia sfida più grande. Voglio dire, ho
combattuto demoni molto più potenti, e
ho evitato numerose apocalissi, e ho anche dovuto affrontare
un'altra Cacciatrice. Così,
Spike non sembra veramente così
spaventoso dopotutto, ma ancora."
Riley
fissò attentamente il suo viso mentre provava a spiegare.
"Era. diverso quando combattevo
Spike. Era più naturale in qualche
modo. Cose se fossimo nati per combatterci, come se questo fosse
il nostro scopo sulla Terra: combattere l'altro."
Buffy lasciò la frase in sospeso, e
aveva nella voce un tono quasi di rimpianto?.
"Dimmi che non stai dicendo che preferiresti che lui ti stesse
ancora terrorizzando?" Riley esclamò
incredulo.
"No!" Buffy fece una pausa. "Sì." Poi,
più riluttante, continuò, "Non lo so!" Grugnì
per la frustrazione. "E' come. lui era
il mio nemico mortale, e io ero la sua. E se qualcosa doveva
sconfiggerlo, beh, dovevo essere io, non
qualche
casuale esperimento del governo!"
"Allora sei arrabbiata per il chip?"
"Sì, sono arrabbiata!" Diede uno schiaffo al materasso per dare
enfasi alle sue parole. "Il che è assolutamente ridicolo perché
lui avrebbe solo provato ad uccidermi ancora, e probabilmente
avrebbe fatto del male ai miei amici, ma. dannazione! Era la mia
sfida! Era la nostra sfida! Non avevi il diritto di privarcene!"
Riley
la fissò ad occhi spalancati.
"Mi dispiace,"
Buffy si portò lentamente una mano alla bocca. "Questo è
stato veramente ingiusto da parte mia. Non lo sapevi. Certo, non
lo sapevi. E anche se lo avessi saputo.
Non posso aspettarmi veramente che tu capisca."
"Ma io voglio capire," lui insistette.
"Voglio capirlo. Voglio capire te."
La ragazza gli rivolse un dolce sorriso. "Lo so."
"Che cos'è per te lui ora?"
Riley richiese.
Buffy
sospirò e si lasciò ricadere sul materasso. "Questo è.
molto più difficile da rispondere."
"Prova? Per favore?"
"Ci sto provando," lei mise un braccio
a coprirle il volto e cominciò. "Immagino di aver sempre, diciamo,
pensato che se fossi diventata un
vampiro sarei stata come Spike. Siamo
come poli opposti, ma qualche volta ci sono
questi
piccoli momenti che mi fanno pensare che, in profondità, siamo gli
stessi."
"Uh?" La risposta che Riley le diede
era l'unica possibile, anche una persona più eloquente.
Buffy
sospirò e riprovò. "Hai presente quei cartoni
animati dove una persona ha un angioletto su una spalla e
un diavoletto sull'altra, e ognuno prova a dire alla persona cosa
fare, e litigano tutto il tempo, ma in realtà è solo
una
metafora perché sono la stessa persona, nonostante litighino
sempre e si odino?"
"Così, tu sei un angioletto dei cartoni, e
Spike è un diavoletto?" Il ragazzo non poteva che sorridere
all'analogia.
"Sì, è così. Ho la sensazione che lui mi
conosca. mi capisca. Prima
quando io e Angel
stavamo insieme," ignorò intenzionalmente la tensione di
Riley al solo nominare
Angel e tirò avanti, "lui sapeva
proprio cosa provavo per Angel. Tutti
gli altri, inclusi me e Angel,
stavamo facendo finta che le cose
andassero per il meglio e come erano sempre andate, e poi
Spike irrompe nel quadro e ci dà
questo solenne discorso su quanto io e Angel
eravamo innamorati per essere solo amici. E appena l'ha detto, ho
realizzato che aveva ragione. Era
quello che stavo pensando anch'io, ma avevo troppa paura di
ammetterlo anche a me stessa. Quel giorno fu come se mi avesse
conosciuto meglio di me stessa. E immagino di provare anch'io lo
stesso per lui."
"In che senso?"
"Quando abbiamo formato un'alleanza per
battere Angelus. E quando è venuto da me in cerca
di aiuto perché stava morendo di fame a
causa del chip.
Potevo quasi vedere all'interno della sua testa. Sapevo proprio
che potevo fidarmi di lui perché lo conoscevo. E'.
difficile da spiegare."
"No, stai facendo un ottimo lavoro,"
Riley scosse la testa. "Penso di
capire quello che stai dicendo. Intendo, voi siete diversi, ma
siete uguali. Entrambi vi buttate nella
mischia senza prima pensare, e seguite ciecamente
il
cuore, e siete attivi e impazienti e imprevedibili, e nessuno dei
due si tira mai indietro da una sfida, ed entrambi amate litigare,
e. ehm, senza offesa."
Lei rise. "Nessuna offesa. Va tutto
bene. Siamo entrambi cocciuti, e testardi come muli, e qualsiasi
altra metafora con animali a cui puoi
pensare."
Anche
Riley sghignazzò. "Peccato che tu sia
la buona e non possa irritarlo con le tue visioni introspettive
come fa lui."
"Posso farlo e lo faccio." Buffy
ridacchiò. "Pensi che gli faccia piacere che gli si ricordi
costantemente che ora è solo il 'vorrei-essere-il-Grande-Cattivo'?
O che è castrato, domato, senza
identità, e completamente frustrato? O che non è mai stato
veramente cattivo a causa del suo amore per Drusilla e che la sola
ragione per la quale correva dietro le
Cacciatrici era provare al mondo che poteva essere
veramente un vampiro."
Lasciò la frase in sospeso, un'espressione quasi rapita in viso.
"Buffy?"
"Mhm?"
"Buffy!"
"Uh?" La ragazza uscì dal suo stato ipnotico.
"Sei qui tra noi?" Riley scherzò.
"Sì, credo. Questa è un'altra cosa che ci caratterizza. Io ero la
Cacciatrice che amava, e lui il
vampiro che amava, e questo ci ha dato, diciamo, un vantaggio,
perché ci ha dato qualcosa per cui
combattere, e poi combattevamo l'uno contro l'altro ed eravamo
quasi legati a doppio nodo. Eravamo troppo simili perché uno dei
due potesse prevalere sull'altro. Eravamo la sfida dell'altro.
Eravamo. pari."
"Buffy." Il tono di
Riley era
estremamente serio ora. "Voglio che tu mi dica la verità, e
intendo la verità onesta e completa, anche se pensi che mi ferirà."
"Ok, adesso mi stai veramente
spaventando." Lei provò ad alleggerire
la conversazione nonostante l'intensità del suo sguardo.
"Voglio che tu mi dica cosa provi per Spike,
veramente e completamente." Il ragazzo
lottò per non rompere il contatto con gli occhi. "Voglio sapere."
La ragazza deglutì e incontrò i suoi occhi. "Non-non
sono innamorata di lui o qualcosa del genere, se è quello che stai
chiedendo." Decise di iniziare dalla
parte più facile. "Non ho definitivamente alcun sentimento per lui
in
quel
senso. E non è neanche un amico. Ma."
"Ma?" C'era ancora molta serietà.
Buffy
si coprì il viso con una mano. "Oh Dio, qualsiasi cosa tu faccia,
non dire mai a nessuno che ho detto questo."
"Non lo farò." La rassicurò.
"Non lo odio." Lei bisbigliò.
"Okaaay."
"Non è che non voglia," lei chiarì
velocemente. "E' più come se non possa odiarlo. Ci provo,
veramente, ma in qualche modo lui è parte di me. Penso di aver
bisogno di lui, diciamo, o almeno ho
bisogno di sapere che c'è qualcuno come lui lì fuori. E' come se."
Si guardò intorno, cercando con lo sguardo l'ispirazione che le
mancava e- forse sfortunatamente- i suoi occhi caddero su un
sandwich mezzo mangiato sulla scrivania di
Riley. "E' come quei batteri che hai nello stomaco. Sai che
ci sono e pensi, 'Ewww,
che schifo! Non voglio alcun batterio in me!' ma hai bisogno di
loro nonostante non vorresti."
Riley
stava riuscendo a stento a contenere le sue risate. "Spike
è come i batteri dello stomaco?"
"Già, Spike è come i batteri dello
stomaco," Buffy
dichiarò orgogliosamente tra le proprie risatine.
"Posso utilizzare questa frase fuori dal
suo contesto?" Il ragazzo scherzò.
"Certo. beh, non con
Spike. Conoscendolo, probabilmente
interpreterebbe subito cosa intendevo."
La sua voce ritornò gentile. "E' bravo a farlo."
"Chiaro," Riley
le sorrise. "Non dirlo a Spike."
La ragazza sembrò quasi tirare un sospiro di
sollievo allora.
"Posso farti una domanda più ficcanaso?"
Riley stava cominciando a pensare di star spingendosi
troppo in là. "Una del tipo
ho-studiato-psicologia-per-troppo-a-lungo?"
Decise di alleggerire un po' le cose prima di sganciare la sua
bomba.
"Uh- oh, ora sono nei guai,"
Buffy sorrise.
"Se sei a disagio, non devi rispondere.
Non voglio davvero farti alcuna pressione."
"Se sarò a disagio, te lo dirò.
quando finalmente riuscirai a fare la
tua domanda." Lei lo prese in giro.
"Eccola che va." Riley serrò gli
occhi. "Cosa pensa il tuo subconscio di
Spike?" Aprì un occhio nervosamente
per provare a misurare la sua reazione.
"Vuoi sapere dei miei sogni." La ragazza rispose pensosamente.
"Sì." Lui concordò. "So che è veramente ficcanaso, ma."
"E' ok. Penso di poter rispondere."
Gli diede un sorriso un po' tirato. Devo
essere capace di farlo, aggiunse nella sua mente. Se non
riesco a fidarmi di lui, non funzionerà mai
tra di noi. "Io. sogno di lui.
E io." La sua faccia
diventò
di un rosso luminoso, e la ragazza girò nervosamente lo sguardo
verso un punto vacuo sulla parete.
"Hai sogni sessuali riguardo lui?" Riley
premette.
"Sì." La sua risposta non era che un
leggero bisbiglio.
"Hey, Buffy,
è tutto a posto,"
Riley la rassicurò. "Spike è
una creatura molto sessuale. Sarebbe normalissimo che la tua mente
collegasse le due cose."
"Ugh!" La ragazza esclamò. "Non voglio
assolutamente sentire le parole 'Spike'
e 'sessuale' nella stessa frase!"
"E vedi, la tua mente conscia è propriamente disgustata dall'idea."
Riley riuscì a rivolgerle un piccolo
sorriso.
"A te va bene questo, diciamo,"
Buffy si volse improvvisamente verso
di lui. "Voglio dire, ho appena ammesso di avere sogni e fantasie
riguardo un altro
ragazzo,
e tu non sei impazzito o niente."
"E' perfettamente naturale. Lo so. Inoltre, forse anch'io ho fatto
dei sogni riguardo altre persone." Lui
aggiunse.
"Veramente?" Buffy domandò. "Chi?"
"Ehm. ok,
così forse non ho avuto quei sogni." Riley
replicò impacciato. "Ma ciò non significa che non potrei averli."
"Sogni di me?" Buffy chiese.
"Beh, sì."
"Questo è così. dolce," la sua mano
destra si mosse per accarezzargli la guancia. "Anch'io
sogno di te, sai. Molto. E più di
Spike." Ok,
così quest'
ultima parte era una bugia, ma. la maggior parte è stata
onesta, giusto?
Lui baciò leggermente il palmo della sua mano. "Mi sembra un po'
ridicolo sognare," la tirò nel suo
abbraccio. "quando siamo entrambi qui."
Buffy
ridacchiò leggermente prima di baciarlo piano. Non passò molto
prima che la passione dei loro baci li consumasse.
***
Per una volta Riley era rimasto
sveglio dopo che Buffy si era
addormentata. Mentre guardava la forma addormentata della donna
che amava, non poteva
evitare
di provare un po' di amarezza per la conversazione che avevano
avuto prima. Certo, avevano parlato. Ed era la prima volta in
molto, molto tempo
che
lei era stata completamente aperta con lui, aveva l'impressione.
Ma ancora.
"In profondità siamo gli stessi."
"Lui mi conosce. mi capisce. Sapeva
proprio cosa provavo."
"Potevo quasi vedere all'interno della sua testa. Sapevo
proprio che potevo fidarmi di lui perché lo conoscevo."
"Eravamo troppo simili perché uno dei due potesse prevalere
sull'altro. Eravamo la sfida dell'altro. Eravamo. pari."
"Penso di aver bisogno di lui, diciamo, o almeno ho bisogno di
sapere che c' è qualcuno come lui lì fuori."
"Conoscendolo, probabilmente interpreterebbe subito cosa
intendevo. E' bravo a farlo."
Era tutto quello che lui avrebbe sempre voluto avere con
Buffy. Lui voleva essere quello che la
conosceva, quello che la capiva. Lui voleva essere quello di cui
lei aveva bisogno. Lui voleva interpretarla. Lui voleva
essere
il
suo pari. Perché per quanto Buffy ci
avesse messo a descrivere quelle
caratteristiche, Riley poteva
riassumerle tutte in una sola parola. Infatti
per lui era l'esatta definizione del termine:
Anima gemella.
FINE |