Capitolo 1
Parlavano in bisbigli, come se il suo super udito non le permettesse
di
ascoltare ogni cosa che dicevano. Lodavano la sua forza e la sua
fermezza,
la sua abilità di mettere da parte il dolore e continuare a
combattere per
il bene. Combattere per il bene? Parlavano come se lei avesse una
scelta in
merito. Era una Cacciatrice. Era suo dovere continuare a combattere
finché
non poteva più farlo. Ma era stanca. Stanca del combattimento e
dello
spargimento di sangue. Stanca di immergere i suoi amici e dire addio
alle
persone che amava. Aveva ventun'anni, e vissuto un migliaio di vite.
Sapeva che erano spaventati, e lo erano giustamente. Lei stessa lo
era. Non
aveva paura di morire. No, quello era la sua ricompensa per questa
guerra,
per questi sacrifici. Quello che la spaventava di più, una paura che
non
aveva mai permesso a sé stessa di abbracciare era. perdere lui.
Durante la lotta con lo Uber Vamp, si era aspettata di vedere un
lampo di
biondo e nero. Non Giles. Non Willow. Non Xander. Si aspettava che
Spike le
fosse alle spalle, per proteggere i suoi punti deboli, e quando
realizzò che
era completamente sola, voleva piangere. Dove sei, Spike? Bisbigliò
all'
oscurità, desiderando che la sua voce arrivasse fino a lui.
Se chiudeva gli occhi, poteva vederlo forzare le catene, provando a
convincerla che il cambiamento che vedeva in lui era solo apparente.
Ma
tutto quello che vedeva erano i capelli biondi e i vestiti neri,
qualcosa da
cui era finita per dipendere, qualcosa che era una costante. Anche
quando se
ne era andato, c'era speranza nel retro della sua mente, sommersa
dal dolore
del suo attacco e la colpa del suo tradimento a lui. Eccetto che lo
spolverino nero era nel suo guardaroba, riparato dai duri sguardi
dei demoni
e da quelli dei suoi amici. E i capelli biondi erano nascosti da
qualche
parte sotto la città, tinti di rosso dal sangue che macchiava il
motore nel
seminterrato della scuola.
Scosse la testa, dolorosamente. Voleva urlare per l'orrore alla
vista del
suo sangue, sceso a ruscelli sulla struttura di legno, ma non
poteva. Ma
almeno ora, sola nella sua stanza, il suo corpo distrutto e
sanguinante,
poteva piangere. Piangere per la sua perdita, la perdita di lui, la
loro
perdita. Voleva disperatamente che lui fosse lì a consolarla, e che
lei
potesse consolare lui. Voleva fermarsi per un momento e arrendersi a
tutte
le paure e i dubbi riguardo questa battaglia finale. Ed essere per
lui, come
lui era stato per lei, un'amica.
Provava a dire a se stessa che non aveva bisogno di lui, ma era una
bugia.
Aveva un bisogno disperato di ciò che lui poteva darle.
Il suo amore.
La sua forza.
La sua lealtà.
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Lei crede in me.
Il mantra si ripeteva ancora e ancora nella sua testa. Buffy credeva
in lui.
Dopo tutto quello che si erano fatti l'un altro, dopo quello che lui
aveva
fatto a lei, lei credeva in lui. Quelle quattro piccole parole
significavano
per lui più di quanto potesse immaginare. Aveva trovato qualcosa in
lui che
le aveva fatto perdonare le sue trasgressioni. Per lei doveva essere
forte,
e non arrendersi. Il Primo non poteva fargli male. La sua anima era
forte,
più forte ora grazie alla sua ragazza dorata.
Il suo corpo era distrutto, debole, a pezzi. Pensava che si sarebbe
subito
intorpidito dal dolore, ma attraversava il suo corpo come rasoi
dalla punta
affilata, urtando nella sua testa. Voleva disperatamente cedere,
lasciare
che la sua mente dormisse, ma continuava a vederla davanti a lui.
Era
piccola, ma potente, un paradosso vivente. Non importava quante
volte fosse
stata portata in basso, lei vinceva sempre. Come la fenice, era
rinata più
forte, più mortale della volta precedente. E lei crede in me.
Non avrebbe concesso loro la soddisfazione di rompere il suo
spirito. Era la
sua sola arma. E il Primo lo aveva capito. Nei momenti in cui il
Turok li
lasciava soli, lo stomaco di Spike si stringeva per la paura. Quella
cosa
stava pedinando Buffy? Adombrando i suoi movimenti, imparando le sue
debolezze? E in quei momenti, desiderava ardentemente che il suo
corpo si
muovesse, si alzasse dal pavimento, e andasse da lei. Ma non poteva,
e il
Primo sapeva che la sua incapacità nell'aiutare era ciò che lo
spaventava
realmente. La sua incapacità a proteggere quella che amava.
"Hai rischiato tutto per essere un uomo migliore. E puoi esserlo. Lo
sei."
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Era passata una settimana e ancora nessun segno di Spike. Abbiamo
combattuto
molte battaglie con il Turok-Han. Fortunatamente, non abbiamo perso
nessuno,
ma siamo stanchi e abbattuti. Gli altri dormono mentre cammino di
stanza in
stanza, troppo spaventata per chiudere gli occhi. Troppo preoccuata
che, se
lo faccio, mi sveglierò e ci sarà qualcuno che manca.
Lui se ne è già andato.
Ho sentito Dawn parlare con una delle Potenziali del ballo di fine
anno.
Ricordo il mio con la tristezza che accompagna sempre qualsiasi
memoria di
Angel. Così innamorata di lui, e pronta a morire per ciò. Se ne è
andato per
darmi dei sogni, e io volevo disperatamente vivere quei sogni.
Tu puoi. Una voce ha bisbigliato.
La morte è il tuo dono. Ha detto la Prima Cacciatrice. La morte è il
tuo
dono. Pensavo che la morte fosse il mio dono al mondo. Muoio. Il
mondo si
salva, fine della storia. Mi domando se dirà la stessa cosa, nel
caso
richiedessi un'altra sua apparizione. In queste settimane, ho
pensato spesso
a lei. Anche lei aveva combattuto questo Primo Male in vita? Era
stato
questo il suo dono?
La morte è il mio dono. La morte era la mia ricompensa per questa
vita, per
questi sacrifici, giusto? Possibilmente cosa potrebbe essere
regalato
morendo?
Non è la stessa cosa, Buffy.
Mi giro e sorrido a Mamma. Mi massaggia le spalle, premendo i
muscoli,
rigidi e dolenti dal sovraccarico.
Perché morire non è uguale alla morte, Mamma? Perché sento quelle
parole
ancora e ancora nella mia testa? Ho fatto ciò che ci si aspettava da
me. Ho
sacrificato la mia vita, così che Dawn, così che il mondo, potessero
vivere.
Ma ancora, non è abbastanza.
Joyce ha attorcigliato le dita intorno ad una ciocca di capelli di
Buffy,
accarezzandolo. Non hai accettato il tuo dono. Ti è stato dato, e
non lo hai
accettato. Lo hai buttato via, e ora c'è bisogno che tu sconfigga
questo
Male. Accetta il tuo dono, e accetta la tua vita.
Sento rumori nel soggiorno, e corro giù alle scale, pronta a
combattere
qualsiasi demone avesse irrotto nella mia casa.
Poi rallento. E' Clem.
"Ci-ao, Buffy." Dice, con i denti appuntiti e un buon cuore. La sua
amicizia è data e si prende facilmente, e io sento che sto per
piangere. Era
un amico di Spike, e Spike non è qui per vederlo. E il mio cuore
desidera
ardentemente l'uomo che io.
"So dov'è." Dice Clem, e sta dicendo di più, ma tutto quello che
riesco a
sentire è il rimbombare nella mia testa mentre il cuore pompa sangue
furiosamente attraverso le mie vene.
Ritorno alla realtà, e Giles mi sta tenendo tra le sue braccia. Mi
sta
fissando con occhi preoccupati, e gli altri miei sorveglianti sono
in
circolo attorno a noi, e le loro facce rispecchiano tutte la stessa
espressione di paura. Dawn si fa avanti, mi avvolge nelle sue
braccia.
"Ero così preoccupata."
Rido e le dico che mi dispiace. Ed è così, ma sono anche imbarazzata
per la
ragione del mio crollo. Spike. Mi alzo velocemente cercando con gli
occhi
nella stanza il demone dalle orecchie flosce.
"Dov'è?" La speranza nel mio cuore sta minacciando di causare un
altro
blackout, ma io mi spingo avanti nonostante la stanchezza e la
debolezza.
"Dove?"
"Vicino a dove Spike ha trovato quel rubino o qualsiasi cosa fosse
che gli
permise di uscire sotto i raggi del sole. Ci sono delle caverne che
conducono alla spiaggia."
Faccio qualcosa che non ho mai fatto. Abbraccio Clem, che è più che
sorpreso. Giuro che sta arrossendo, ma non mi importa. Mi ha dato
speranza,
e per questo, gli sono grata. Quando mi tiro indietro, tutti mi
stanno
fissando, ma anche questo non mi importa. Posso portare Spike a
casa. Posso.
cosa? Posso chiudere gli occhi e sapere che tutto andrà bene.
Capitolo 2
Lei verrà per me.
So che verrà per me. Devo restare forte per lei. Devo resistere,
anche se il
mio demone vuole cedere, arrendersi, tornare a casa nell'oscurità.
Non
posso. Non lo farò. Lei crede in me, e questo mi terrà forte.
"Sei una cosa cattiva, sporca e sudicia. Lei non capirà mai
l'oscurità. Hai
provato a fargliela abbracciare, ma alla fine, si è rifiutata."
Mi sta parlando, deridendo, ricordando tutte le persone, il sangue,
la
carneficina.
"Non era molto meglio quando non ti importava? So che era così. Può
esserlo
di nuovo." Sento il suo tocco vagare sul mio petto, e mi sento
sudicio.
Ma non ha alcun potere su di me. Non tocca la mia anima.
"Stai pensando a me? Dovrei dirti cosa le ha fatto il Turok-Han?
Parlarti
del sangue, del dolore. Dovrei ricordarti perché non ti vedrà mai
come
qualcosa eccetto un assassino? Penso che lo farò."
Lei verrà per me. Buffy verrà per me.
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Verrò per te, Spike. Devi solo tenere duro.
Ogni giorno arrivano più Potenziali, e mi viene da chiedermi come
sanno chi
è una Cacciatrice e chi no? Perché sto venendo a conoscenza solo ora
di
queste donne? Non donne, ragazze. Giovani ragazze che sono sole e
spaventate, in un posto strano con gente strana.
Non capiscono cosa significa essere la Cacciatrice. Non capiscono la
responsabilità, il potere. Tutto quello che vedono è una ragazza con
la
forza, e nient'altro. Il mondo è così bianco e nero per loro. E ciò
è perché
il mio annuncio che dobbiamo recuperare Spike è salutato da
espressioni
spaesate, e da una domanda che sto cominciando ad odiare: perché.
Perché stiamo seguendo un vampiro? Perché stiamo rischiando il collo
per
lui? Perché ti importa anche, Buffy?
Perché? Perché? Perché?
Perché lui ha salvato il mondo in cui state vivendo proprio in
questo
momento. Perché se stiamo per sopravvivere a questa minaccia, avremo
bisogno
di lui. Perché se sopravvivrò per vedere il mio prossimo compleanno,
voglio
che lui sia al mio fianco. Perché ho bisogno di lui. chiaro e
semplice.
Ma non posso dirlo perché le cose sono troppo complicate, e mai
chiare e
semplici.
Come dovrei spiegar loro la mia complicata relazione con Spike,
quando ho
trascorso la parte migliore di un anno a negare che anche solo
esistesse?
Complicato e relazione. Queste due parole sembrano camminare per
mano nella
mia vita amorosa. Non posso avere un ragazzo normale. Devo avere un
vampiro.
Non posso avere un vampiro qualsiasi, ma uno con l'anima. Ma Spike
non aveva
l'anima quando era il mio ragazzo.
Sì, l'ho detto. Riesco a sentire il sorriso di Mamma. Le è sempre
piaciuto
di più Spike che Angel. Non ha conosciuto bene Riley, ma sono sicura
che
provasse un po' d'affetto per lui. Immagino. Okay, totalmente fuori
dell'
argomento. Dov'ero?
Guardo attraverso le persiane. Niente eccetto la notte. Beh, dico
portala
avanti. Buffy sta avendo un'epifania.
Spike era il mio ragazzo ed è proprio sexy. Vedi? Posso dirlo ad
alta voce
nella mia testa, e potrei dirlo, se dovessi, a Dawn, Xander e Giles.
Forse,
anche a Spike, se pensassi che questo non lo ferirebbe come un
pugnale allo
stomaco.
Lo scorso anno, volevo sentire. Quest'anno, Spike sente troppo, e
sta
uccidendo la sua mente.
La sua bellissima, deformata, intelligente mente estremamente
sensibile.
Ha sopravvissuto ad Angelus, ad una folla a Praga, all'Iniziativa, e
a
Glory. Solo per essere portato in basso da me.
Dannato te, Spike. Non avrebbe dovuto finire così. Avremmo dovuto
combattere
fino alla morte. Certo, io stavo desiderando la tua, e tu la mia, ma
questo
è tutto cambiato. Non riesco a ricordare l'ultima volta che ti ho
odiato.
Sono contenta di questo errore di memoria.
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Mi ricordo.
Ricordo la prima volta che ho lasciato me stesso amare veramente
Buffy. E'
stata la prima volta che non era doloroso o nauseante amarla. E'
stato
quella notte sul portico, quando il suo mondo si stava sgretolando,
e io ero
il suo appiglio alla vita. Quella è stata la prima volta, che l'ho
amata.
La donna, la bambina, la figlia, la sorella.
Quella è stata la prima volta, che ho sentito che potevamo essere
più di
quello che il mondo si aspettava da noi. Potevo confortarla, ed
essere
confortato da lei.
"Stai pensando a lei, di nuovo."
Era un'accusa. Un ghigno dalle labbra di uno nuovo. Non l'ho mai
vista
prima, e quasi desidero sia Buffy. Nonostante ciò, non è lei. Ha la
sua
faccia. I suoi capelli. I suoi occhi nocciola che mi danno forza,
anche se
mi sta provocando dolore. Penso sia per questo che non appare troppo
spesso
nella forma di Buffy. Il Primo sa che sono più forte quando lei è
intorno a
me. Non mi vuole forte. Mi vuole debole. E mi domando. sono debole?
E' per
questo che ha scelto me? Perché sono così importante?
"Lei ti ha usato, e tu la ami ancora. Ma noi sappiamo che non puoi
amare,
vero Spike?"
Questo non è vero. Io amo Buffy. Lei è la ragione per cui ho riavuto
la mia
anima. Volevo essere.
"L'uomo che meritava. Beh, lei meritava qualcuno un po' meno
infangato di
te."
Chiudo gli occhi, perché non voglio vedere il sorriso di derisione
sulla sua
faccia.
"Puoi chiudere gli occhi. Puoi scappare nel tuo piccolo mondo, ma
nel Mio
mondo, lei non ti ama ancora. Tu sei ancora un mostro. Sei ancora un
assassino. Sei Mio."
"Al diavolo! Tu non puoi toccarmi. Non puoi distruggermi."
"Io non posso, ma lui sì."
Tengo gli occhi chiusi, sapendo che se li aprissi, se vedessi quella
cosa
avvicinarsi a me, il dolore sarebbe solo peggiore.
Dolce oscurità, ti invoco. Prendimi.
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Sonno.
Riposo.
Parole che non hanno più nessun significato per me. Come posso
dormire
sapendo cosa c'è là fuori? Sapendo che ogni momento che prendo per
riposare
gli occhi, significa meno tempo per scoprire un modo per salvare
Spike.
Significa anche sognare. E i sogni non sono miei amici, il più delle
volte.
Le Potenziali mi stanno dando sui nervi, e mi domando se ero così
irritante
quando sono stata chiamata all'inizio. Se lo ero, devo a Giles un
grande
grazie e un rifornimento senza fine di Advil.
Vogliono sapere qual è il piano per tenerle vive. Questo è facile.
Stare
lontani dal Turok. Ma non è possibile. Sono sorpresa anzi che il
Primo non
ce lo abbia mandato in casa. Sono anzi più sorpresa che la polizia
non ci
sia stata mandata in casa. Finestre sbarrate da assi. Persone che
vengono
costantemente a tutte le ore, andandosene raramente.
Non ho privacy, eccetto nella mia camera, e sono sorpresa di quanto
voglio
stare nel seminterrato. Sono l'eroina. Non dovrei essere nella
torre,
aspettando il mio salvataggio?
Adesso questo è un pensiero divertente, e ne comincio a ridacchiare.
Angel
voleva proteggermi da tutto e qualsiasi cosa. Anche Riley, ma ad un
grado
minore, più umano. E Spike? Spike non mi vedeva come bisognosa di
qualcosa,
eccetto amore e supporto. E devo veramente smettere di pensare a lui
al
passato. Non risolve niente, eccetto scuotermi proprio al centro, e
ho
bisogno del mio spirito al momento.
Angel mi ha lasciata per il mio bene. Riley se ne è andato perché
non potevo
essere la persona che aveva bisogno che fossi. Spike se né andato
perché l'
ho portato alla pazzia. Quella doveva essere stata la fine della
storia,
della nostra storia, ma no, lui va e prende un'anima.
Sto ancora provando a venire a termini col fatto che Spike abbia
un'anima.
Dovrei proteggere l'innocente, ma ancora una volta ho fallito con la
persona
che aveva bisogno di più del mio aiuto.
"Non hai fallito con lui, Buffy."
"Mamma."
Mi siedo al tavolo nella sala da pranzo. Mamma si siede di fronte a
me.
"Non ho fallito con lui? L'ho lasciato in quel seminterrato per
settimane.
Sapevo che qualcosa lo stava seguendo, e non ho fatto niente. Aveva
bisogno
di me, e io gli ho girato le spalle perché era più facile piuttosto
che
affrontare i nostri problemi."
La morte è il mio dono.
Se lui è il mio dono, qualcuno deve riportarglielo. Non merito quel
tipo di
amore e devozione. Pensa di non essere abbastanza per me. Quando mai
sono
stata abbastanza per lui?
"Sì, avevate problemi, Buffy. Nessuno di voi due è perfetto. Questo
rende la
vostra relazione speciale. Avevi problemi, e ci stai lavorando, ma
ora devi
lasciare perdere."
"Continui a dirlo, ma non è abbastanza che io ammetta che voglio
riportarlo
a casa."
Mi sta venendo un altro mal di testa. Sto usando troppo il cervello,
ovviamente. Mi massaggio la testa, trasalendo mentre le mie dita
sfiorano le
cicatrici guarite.
"Non posso preoccuparmi dei miei problemi ora. Il tempo di Buffy per
guarire
è finito. Ora, è una lotta per la sopravvivenza. Forse. forse,
quand'è a
casa, e abbiamo chiuso con questa battaglia, potremo parlare.
Parlare
veramente."
Joyce si allunga da un lato all'altro del tavolo, prendendo tra le
sue la
mano di Buffy.
"Mia bella bambina, non riesci ancora a capire. La tua forza non
giace solo
nelle tue mani, ma anche nel tuo cuore."
"Non posso lasciare che il cuore regoli le mie azioni."
"Troppo tardi. Lo fa sempre. Se non fosse così, non saresti così
determinata
a trovarlo, a salvarlo. Chiudi fuori il tuo cuore, e pensi che ti
indebolisca. Questa è colpa di Angelus, ma è il tuo cuore a darti
forza."
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Darle quello che merita.
Ho preso quest'anima per te, Buffy. L'ho fatto perché avevi bisogno
di un
uomo che potesse amarti come dovresti essere amata. Ho proprio
dimenticato
di non essere un uomo.
Non lo sono mai stato.
Se potessi, ti darei quell'uomo, anche se fosse quell'idiota, Angel.
Spiacente, non posso darti Riley. Non ti meritava veramente. Voleva
cambiarti, farti a pezzi, modellarti nella moglie di un contadino di
patate.
Non ha penetrato la bellezza che eri tu. Ha visto solo quello che
voleva
vedere.
Immagino di averlo fatto anch'io. Pensavo che avessi bisogno di un
mostro
nel tuo uomo per bilanciare l'anima. Avevo torto. Ho sempre torto.
"Sì, è così. Avevi torto nel credere che potesse mai amarti. Io ti
amavo. Il
mio malvagio, pessimo Spike. Il mio povero distrutto William. Eri
mio, ed io
ero tua. Potremmo essere di nuovo insieme. Chiudi gli occhi e guarda
la
verità delle mie parole."
"Va all'inferno, Stronza!"
"Oh, tutte le fiamme mi lambiscono le gambe. Caldo e tonificante.
Polveri
strangolate e soffocate. Il sangue scorre denso e noi vi ci
bagniamo."
Polveri. Tu sei coperto in lei.
Buffy. Sono coperto in te.
Capitolo 3
Sollievo. Dolce Sollievo.
E' morto, ed io sono viva. Loro sono vivi.
Un ostacolo in meno tra me e Spike.
Prendi un profondo respiro. Dai a Willow e Xander i loro ordini di
marcia.
Le Potenziali mi stanno guardando con qualcosa simile ad adorazione
negli
occhi, e devo nascondere il mio sorriso. Pensano che io sia così
brillante,
ma non lo sono. Stavo incanalando Spike. Stavo pensando cosa avrebbe
detto o
fatto per riportarmi nel combattimento.
"Qui finisce la lezione."
Le parole di Spike. La lezione di Spike per me riguardo la morte e
le
Cacciatrici. In quel momento, pensavo stesse provando a spaventarmi.
Lo
stava facendo. Stava provando ad instillare dentro di me il
desiderio di
vivere. Vivere il dolore della morte, della delusione. L'ho odiato
per
questo. Per essere capace di leggere me e quelle Cacciatrici così
bene, per
aver avuto il "suo buon giorno" non una volta, bensì due.
Volevo morire di nuovo lo scorso anno, e solo il suo amore, solo il
suo
sacrificio mi ha tenuta ancorata a questo mondo, quando mi sarei
arresa.
Sarebbe stato così facile arrendersi stanotte, ma non lascerò che il
suo
sacrificio sia nuovamente vano.
Sarebbe stato così orgoglioso di me stanotte. Diavolo, cosa sto
dicendo?
Sarebbe stata una sua idea. Potrei sentirlo al tavolo nel mio
orecchio, che
bisbiglia parole di saggezza.
'Sei la Cacciatrice o no, Buffy? Devi mostrar loro chi sei. Non puoi
fargli
dimenticare cosa sei. Tu sei la Cacciatrice.'
Ho mostrato loro Spike. Ho mostrato loro il mio coraggio, e ora sto
venendo
per te. Provami il tuo coraggio, e tieni duro. Ci sono quasi.
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Il silenzio è dorato, dicono.
E' una bugia. Il silenzio è terrificante quando non hai la vista.
Quando non
riesci a vedere cosa sta succedendo intorno a te, cosa sta
succedendo a te,
a quelli che ami.
Quella cosa è stata mandata a seguire Buffy, Dawn. Dawnie. La sua
Briciola,
la sua amica.
Non più. Ho ucciso quella relazione quando ho attaccato Buffy.
Cattivo. Questo sono.
Voglio dormire. Voglio chiudere gli occhi. Chiudere gli occhi e
trovare la
mia pace.
Buffy. Buffy, piccola, ho bisogno di te. Ho bisogno di te.
Non so quanto a lungo potrò ancora resistere.
Sono così stanco. Stanco di combattere questa battaglia. Stanco di
provocarti dolore. Di essere il tuo dolore.
Sarebbe così facile se il Primo mi uccidesse. Non dovrei più
preoccuparmi di
poter ferire te o Dawn. Saresti libera, proprio come me.
La mia anima protesta. Il mio demone mi dice di smetterla. Ma sono
così
stanco, Buffy. Mi sento così debole. Ho fallito con te.
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Lui è vivo.
E' vivo, e sento che le mie ginocchia si stanno trasformando in
gelatina.
Voglio cadergli ai piedi e piangere, ma non posso. Devo portarlo a
casa.
Casa.
Casa mia.
Casa nostra.
Dove appartiene.
Al sicuro con me.
Ho paura di toccarlo. Paura che il mio tocco lo farà a pezzi, lo
frantumerà.
Paura che il Primo stia soltanto giocando di nuovo con la mia mente,
e che
questo non sia il mio Spike.
Il mio Spike? Quando è successo? Quando è diventato mio? E' stata la
notte
in cui ci siamo alleati per combattere Angelus? E' stato quel giorno
del
Ringraziamento così tanto tempo fa quando è venuto da me chiedendomi
aiuto?
O è stata la notte che era ai piedi delle mie scale e mi ha detto
che lo
trattavo come un uomo?
Afferro più strettamente il coltello, troppo spaventata per fare la
prima
mossa. Troppo spaventata che quest'uomo davanti a me si dissolverà
con un
tocco, ed io sarò distrutta.
Perché è mio, e lo rivoglio. E muoverò l'inferno o l'acqua alta per
riprenderlo.
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Sento lo sguardo del Primo su di me.
Sono così stanco. Così stanco di combattere. Voglio solo riposare.
Apro gli occhi e la vedo. Ma non è la mia Buffy. Non la mia ragazza.
Il
Primo mi sta ingannando.
Non sta parlando. Non mi sta deridendo. Forse, è finita. Forse, è
stanco dei
giochi.
La tua fermata. Addio vampiro.
Dio, le cose che mi piacerebbe riprendere, aggiustare tutto con
Buffy, con
Dawn.
Ho fallito con loro Joyce. Tutte quelle promesse che ti ho fatto. Mi
dispiace di non aver potuto tenerle al sicuro.
Sta venendo più vicino. Sento lo spostamento d'aria, e mi
immobilizzo per il
colpo che so sta per venire.
Se questa è la fine, non darò a quella stronza la soddisfazione di
vedermi
piangere. Buffy vorrebbe che io morissi combattendo.
"Non puoi toccarmi."
A quale gioco sta giocando? Devo star sognando.
Non può essere.
Calda. Solida. Buffy.
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"Sei venuta."
Sta piangendo. Piangendo per me, a causa mia. Non posso irrompere
ora in
singhiozzi. Ci sarà tempo per questo più tardi, quando sarà al
sicuro. Per
ora, gli offro il mio tutto. Provo a mostrargli con gli occhi ciò
che la mia
bocca non dirà.
Mi sta guardando con lo stesso sguardo di amore e meraviglia che
aveva la
notte della resurrezione. E una volta di nuovo, ne sono umiliata.
Ricordo l'ultima volta che mi ha toccato. Ho indietreggiato. Ora,
non riesco
a smettere di sentirmi come se il mio mondo si fosse raddrizzato. La
mia
asse è stata ripristinata. Mi sta toccando. È intero e reale, ed è
con me.
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Battiti cardiaci. Molti. Il loro sangue che pompa velocemente e
duramente.
Mi stordisce e confonde, ma Buffy non lascerà che si avvicinino a
me. Non
lascerà che mi affollino. Non l'imbranato, né Dawn, o Giles.
Il suo braccio si stringe intorno alla mia vita, quasi
possessivamente,
mentre attraversiamo la porta principale e saliamo le scale. Mi sto
attaccando a stento, e sto mettendo più del mio peso sulla sua
piccola
figura.
Sapere che sono tornata con lei mi svuota di tutta la forza, e
inciampo nel
letto.
"Posso riposare sul pavimento." La mia voce suona secca e asciutta,
anche
per le mie orecchie sensibili.
Buffy non alza la testa per guardarmi, mi preme solo indietro sul
letto con
una mano gentile. "Ma dormirai nel mio letto."
Non protesto, perché non voglio spezzare l'incantesimo sotto cui
siamo
apparentemente. Ad essere onesti, non voglio svegliarmi se questo è
un
sogno. E' il miglior dannato sogno che ho avuto da molto tempo.
"Grazie, Buffy."
Lei alza lo sguardo allora, e ci sono delle lacrime nei suoi occhi.
Mi
avvicino e le tocco la guancia. Lascia continuare la carezza ed è
improvvisamente tutto troppo da affrontare. La fragile presa che
avevo sulla
mia anima ora è rotta, ed io piango.
Piango per Buffy. Piango per me stesso. Piango perché sono a casa.
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Spike è addormentato. Non voglio lasciarlo, neanche per un momento.
Devo
prendere delle bende e dell'acqua pulita. E' tutto nel bagno, ma non
oso
ancora allontanarmi così da lui.
Posso sentirli all'esterno della porta, ma sanno che faranno meglio
a non
entrare. Non posso affrontare le loro domande e le loro
preoccupazioni. Da
ora in avanti, mi preoccuperò soltanto di Spike.
Urla nel sonno, torturato ancora dal Primo. Mi piacerebbe che fosse
corporale così potrei schiacciarlo al pavimento. Saltarci sopra
finché sente
ogni taglio, ogni livido. Devo mordermi l'interno della guancia per
non
urlare. Non voglio svegliarlo.
Sono in piedi accanto al letto, e i miei occhi vagano sul suo
pallido corpo
ferito. Fa delle smorfie nel sonno. Mi avvicino per toccarlo, per
accarezzargli la fronte, e lui si calma. Quasi come se la mia
vicinanza sia
abbastanza per calmare la sua anima.
"Sei al sicuro, Spike. Sono qui."
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Ha bisogno di sangue.
Giles sta aspettando fuori della porta.Ha in mano una tazza di
sangue
riscaldato in mano. Non dice niente mentre me la porge. Sa che non
c'è
niente che può dirmi. Niente per cambiare quello che è successo.
Sono grata
alla sua fiducia.
Vedo Willow, Xander a Dawn ai piedi delle scale. Sui loro volti sono
evidenti emozioni diverse. Non provo più il bisogno di spiegare cosa
c'è tra
me e Spike. Dovranno fidarsi di me. Spike dovrà imparare di nuovo a
fidarsi
di me.
"Lui è uno di noi." Dico e mi giro da loro. Spero che sia abbastanza
come
spiegazione, perché questo è tutto quello che otterranno. Spike avrà
la
spiegazione completa un giorno. Un giorno, quando tutto sarà semi
normale, e
la situazione non sembrerà disperata.
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Mi lascio cadere nella sedia per guardarlo, ma è troppo scomoda.
Così mi
siedo sul pavimento, accanto al letto. Sotto di lui.
"Sei stanca, Buffy. Dovresti veramente riposarti un po'."
Joyce avvolse le braccia intorno a Buffy, tenendola stretta.
"Va bene lasciarti andare, Buffy. Lui è a casa. Puoi riposarti."
Buffy appoggiò la testa contro il letto, sentendo la tensione
radunarsi
dentro lo stomaco.
"E' a casa. E' al sicuro. Siete insieme, così lasciati andare.
Lascia andare
tutto, Buffy."
"Dove andremo da qui?"
Joyce sorrise, aggiustando una ciocca di capelli di Buffy dietro
l'orecchio.
"Cosa hai bisogno che lui sia? Amico, amante, compagno, muscolo.
Tocca a te,
Buffy, decidere. Non aver paura della tua decisione. Sii ferma. Il
Primo si
attaccherà a qualsiasi indecisione, qualsiasi debolezza, e la userà
contro
di te."
Buffy tremò al pensiero di Spike nelle grinfie del Primo.
"Sono spaventata, Mammina. E' duro guardarli andare via." Disse,
strofinando
la testa contro le dita aggrovigliate nei suoi capelli.
"L'amore non se ne va mai, Buffy. Il vero amore resta con te. Ti
rinforza
quando sei sola. Ti conforta quando sei ferita. Ti dà speranza
quando non ce
n'è."
Buffy sentì l'aria muoversi intorno all'orecchio, e si svegliò, gli
occhi
spalancati e disorientati. Si girò per controllare Spike e scoprì
che erano
le dita di lui a stringere i suoi capelli.
"Possiamo riposarci, Buffy? Possiamo?"
Buffy chiuse gli occhi, fiduciosa che per ora, erano al sicuro.
Girando la
testa di lato, dando a Spike più accesso ai suoi capelli, alla sua
forza, al
suo cuore, Buffy si sentì finalmente in pace.
"Sì, Spike. Possiamo riposare."
La Fine.
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