Room with a vu

Episoio 1.05

Traduzione di Halbarad esclusiva per i siti e Due Uomini e una Gatta. Per qualunque altro uso, contattatemi!

Angel- Episodio 5 - Camera con vista -
Ufficio di Angel di notte. Cordelia tiene in mano un sacco dell’immondizia strappato.
Cordy: “Ne ho abbastanza di questi sacchi dell’immondizia da quattro soldi! Perdono e si strappano e alla fine costano di più!” Fa cadere il sacco di fronte a Doyle che annuisce.
Doyle: “Ti credo!”
Cordy: “Sì, è stata una grande audizione! Continuavo a parlare di cose che perdono. Come hanno fatto a non scegliermi?”
Doyle: “Non sanno cosa si sono persi.”
Suona il telefono.
Cordy: “Hanno dato la parte a una bionda che si è presentata in una tutina aderente di pelle. Si suppone che sia una casalinga. (Il telefono continua a squillare) Aveva un aspetto ridicolo. Sembrava Catwoman che porta fuori la cat-spazzatura.”
Doyle: “Hai intenzione di rispondere al telefono?”
Angel: “Bella domanda.”
Cordy: “Ah, sì, giusto. (Si attiva la segreteria telefonica) Oh, l’ha presa la segreteria.”
La segreteria telefonica con la voce di Cordy: “Angel Investigations. Aiutiamo chi è senza speranza. Se è il tuo caso, lascia un messaggio. (Beep)”
Aura lascia un messaggio: “Hey Cordy, sono Aura. Volevo solo sentirti, sai (Angel guarda in alto e si allontana) vedere come stai. Oh, non hai idea di quello che sta succedendo a Sunnydale!”
Cordy si raddrizza sulla sua scrivania e non fa segno di alzare la cornetta.
Doyle: “Non le vuoi parlare?”
Cordy: “No, non ancora. Mi chiederà solo dove vivo e come va la recitazione, e non sono pronta per la parata del dolore. Lo farò quando le cose andranno meglio.”
Doyle: “Beh, io non so se posso aiutarti con la recitazione, ma riguardo all’appartamento …”
Cordy: “Cosa?”
Doyle: “Beh, se vuoi, non so, stare fuori casa una notte, magari chiamami.”
Cordy: “Beh, sono successe cose più strane. No, aspetta, veramente no. (Si alza, prende la giacca e la borsa e si dirige verso la porta) Ci vediamo domani. (Grida) Ciao Angel, me ne vado.”

La scena passa a Angel seduto alla scrivania che legge un vecchio libro. Doyle entra, si siede e mette i piedi sul tavolo. Angel fissa i suoi piedi e poi guarda Doyle ma non dice niente.
Doyle: “E’ proprio speciale, vero? E’ come lottare con una tigre solo per imparare a conoscerla meglio. (Angel continua a leggere) Dimmi qualcosa.”
Angel: “Che cosa?”
Doyle: “Su Cordelia.”
Angel: “Beh, io … io so che non sa battere a macchina o catalogare le cartelle. Fino ad oggi avevo qualche speranza riguardo al telefono.”
Doyle: “Chi è Aura?”
Angel: “Penso che … penso che sia una del gruppo di Cordelia. La gente le chiamava le Cordettes. Un gruppo di ragazze di buona famiglia. Erano le più importanti della scuola, decidevano chi era in, chi era popolare. Era come la polizia segreta sovietica con una passione per le scarpe.”
Doyle: “E lei era la più ricca di tutte? Perchè da come parla sembra che abbia avuto dei servi fatti d’oro massiccio o cose del genere.”
Angel: “Più o meno. Finchè i suoi parenti non hanno perso tutto. Dalle stelle alle stalle.”
Doyle: “Una brutta caduta.”
Angel: “Sì, ma lei sta bene.”
La scena passa a Cordy che apre la porta del suo appartamento. La chiave si incastra e quando finalmente riesce a liberarla lei si graffia il braccio.
Cordy: “Ai! Dannazione!”
Accende la luce. Questa lampeggia prima di accendersi. Va al lavandino per prendere un bicchiere d’acqua. L’acqua è marrone ruggine ed esce spruzzando dal rubinetto, macchiando tutta la sua maglietta bianca.
Cordy: “Sì, bene, certo.”
Va a sedersi sul divano e accende la TV. C’è un enorme scarafaggio sullo schermo.
Cordy prende il telefono con un grugnito e fa un numero: “Pronto? Sono Cordelia Chase, dell’appartamento 4B. (Ci sono ora 3 scarafaggi che strisciano sullo schermo della TV) Pensavo che avesse chiamato la disinfestazione per oggi? … Beh, se fossero venuti non pensa che ci sarebbero … (mette giù il piede e spiaccica un altro scarafaggio, guarda giù, il tappeto è ricoperto di scarafaggi morti) Ah, oh Dio! Ah!”
Cordy butta giù il telefono e prende l’agenda: “Doyle, Doyle …”
Trova il suo numero e lo compone.

La scena si sposta all’appartamento di Doyle. Il telefono sta suonando mentre lui entra. Si affretta ad accendere la luce. C’è un demone dalla pelle marrone con aculei lungo il mento e lungo la testa. “Ciao, Doyle.”

Sigla.

Doyle: “Penso che tu sia nel posto sbagliato.”
Demone: “Mi devi dei soldi.”
Doyle: “E’ sempre per i soldi. E la famiglia? E gli amici e tutte quelle cose che sono senza prezzo, come dicono nella pubblicità di quella carta di credito? (Il demone lo guarda) Oh, sì, va bene. Sei un demone determinato. Lo capisco. I tuoi soldi sono proprio qui.”
Doyle va verso una cassettiera e apre il primo cassetto. Il demone gli chiude la mano nel cassetto.
Demon: “Non sei così stupido da tenerci una pistola lì, vero?”
Doyle: “Chi, io? Assolutamente no, amico! Guarda!”
Doyle tira fuori il cassetto e lo sbatte sulla faccia del demone, poi scappa via fuori dalla porta.

La scena si sposta all’appartamento di Angel. L’inno alla gioia di Beethoven sta suonando sul giradischi e si sente il rumore della doccia. Qualcuno bussa alla porta. Angel esce dal bagno tutto bagnato, si avvolge un asciugamano intorno ai fianchi e va ad aprire. Cordelia entra mettendo un paio di valigie nelle mani di Angel e lo supera entrando nell’appartamento.
Cordy: “Oh, Dio, Angel! E’ terribile! Oh signore. (Si gira intorno e solleva le mani) Non guardarmi neanche! Sono un tale disastro. Sono uno schifo. (Accenna alla porta aperta) Prendimi l’altra valigia sul pianerottolo.”
Angel dà un’occhiata alla porta, e poi a lei, ancora curvo sotto il peso delle sue valigie: “Cos’è successo?”
Cordy: “Il mio appartamento. E’ come il barrio … o i progetti, o che altro, e io ci vivo! Sono la ragazza dei progetti!”
Angel fa quasi cadere una valigia: “Cosa? Non so niente di questo.”
Cordy: “Ascoltami. Ho cercato di chiamare Doyle. Sono scesa così in basso. E non mi ha risposto. Quindi eccomi qui. Non che tu sia l’ultima spiaggia. E’ solo che non ho un altro posto dove andare. (Va a sedersi mentre Angel posa una della sue valigie) Scarafaggi. Vivi, morti. Con tutte quelle gambette e quelle orribili antenne.”
Angel: “Antenne?”
Cordy: “Oh mio dio! Chissà quanti si sono nascosti in quella valigia! (Angel guarda la valigia che ha ancora in mano). Anche l’acqua è tutta marrone e spruzza, ed è fredda! Muoio dalla voglia di una doccia. (Angel mette giù l’altra valigia e si tiene stretto l’asciugamano con entrambe le mani) Puzzo veramente! Annusami. Non puzzo mai. Non pensavo di poter puzzare. Dovrò stare qui finchè non trovo un posto decente, non importa quanto tempo ci vorrà, e quando l’avrò trovato sarai sicuramente il benvenuto. Hey, puoi mettere le mie cose sul divano, o lasciarmi il letto. Qualunque cosa ti faccia sentire meglio. E poi la mia valigia è ancora sul pianerottolo. (Raccoglie una delle sue valigie) La doccia è di là, vero? Hai della spuma per capelli? Ovviamente sì.”
Cordelia sparisce in bagno mentre Angel rimane lì e si gratta la testa.

La scena passa al mattino seguente. Doyle apre la porta dell’ufficio. Mentre guarda l’orologio (sono le 10) si vede un livido sul dorso della sua mano destra.
La scena passa a Cordelia seduta al tavolo con addosso un accappatoio bianco, sta cercando di vedere il suo riflesso in un vaso di metallo. Si sta pettinando i capelli bagnati con le dita.
Doyle esce dall’ascensore: “Angel, ci sei?”
Cordy: “Hey, Doyle. (Angel entra in cucina con indosso i boxer e un accappatoio aperto) Non hai mai la sensazione di non lavarti abbastanza? Come quando succede qualcosa e non riuscirai mai a sentirti pulito?”
Doyle la fissa: “Cosa?”
Angel arriva dietro di lui, alza un braccio per indicare Cordy: “C’è del burro di arachidi sul letto.”
Cordy: “Davvero? (Angel la guarda) Non penso proprio. (Angel le mostra la mano) Controllerò.”
Doyle: “No, no, no, no, no. Angel, amico, come hai potuto?”
Angel: “Potuto cosa?”
Doyle: “Amico, sai che sono pazzo di lei, e la stavo quasi conquistando. Ma no, il bel vampiro tenebroso si deve mettere in mezzo, tutto parole gentili e fronte sporgente. (Angel si tasta la fronte aggrottando le sopracciglia.) Che ne dici di lasciare qualche avanzo per gli amici più scialbi che non diventano cattivi quando si danno da fare?”
Angel: “Cordelia ha dormito qui perchè ci sono problemi a casa sua. Io sono rimasto sul sofà.”
Doyle guarda il sofà: “Oh. (Angel solleva le sopracciglia). Allora va bene, suppongo.”
Cordy ritorna dalla camera da letto, vestita: “Angel, in qualche momento della storia recente tu hai fatto finire del burro di arachidi sul tuo letto, ed è disgustoso. Penso che dovrai cambiare le lenzuola.”
Angel: “Io non mangio.”
Cordy: “Beh, allora non voglio neanche sapere come ci sia finito.”
Angel va furtivo verso la camera da letto. Cordy si siede al tavolo e inizia a spazzolarsi i capelli.
Doyle: “Hey, Cordy, stai benissimo, comunque.”
Cordy: “Mi devo fidare. Questo qui non ha neanche uno specchio. Neanche lo uccidesse non vedersi riflesso.”
Doyle ride poi chiede: “Ascolta, mi chiedevo se qualcuno ha telefonato di recente… Magari chiedendo di me o chiedendo il mio indirizzo.”
Cordy: “Oh, sì. Ieri ha chiamato tuo cugino, con uno di quei nomi tipici delle tue parti di Inghilterra.”
Doyle: “Le mie parti di Inghilterra?”
Cordy: “Connor, o Fergus … ti ha trovato?”
Doyle sospira: “Sì, mi ha trovato, senza problemi. Ma sai, un piccolo … avvertimento sarebbe stato carino, per darmi la possibilità di riordinare casa, capisci?”
Cordy lo fissa: “Caspita, ho solo aiutato questo tipo per farti un favore. (Doyle la guarda e lei si alza) Forse la prossima volta non lo farò.”
Doyle: “Beh, non devi neanche alzare la cornetta. Hai lasciato lì ad aspettare la tua amica Aura.”
Cordy: “OK, ecco la mia idea: perchè non mi fai una lista di persone con cui sei troppo figo per parlare?”
Angel rientra: “Che sta succedendo?”
Doyle: “Niente, solo …”
Angel: “Hai un livido sulla mano.”
Doyle lo guarda: “Ho giocato a badminton.”
Angel raccoglie un asciugamano da una sedia: “E come mai c’è un asciugamano bagnato sulla mia sedia di pelle?”
Cordy gli fa un gran sorriso falso. Angel lo lascia ricadere sulla sedia con un sospiro e lascia la stanza.

Piu’ tardi, Doyle vede Cordelia tagliare il pavimento in vinile di Angel: “Cosa stai facendo?”
Cordy: “Io … io volevo solo vedere se aveva i pavimenti di legno qua sotto, sai? Potrei metterci un po’.”
Doyle osserva alcuni trofei sulla mensola dietro di lui: “Beh, che cose si scoprono! Non avevo idea che Angel fosse stato Reginetta del Ballo d’Inverno.”
Cordy: “Quelli sono miei. (Mugugna mentre continua a lavorare sul pavimento.) E’ proprio duro!”
Doyle guarda il diploma di Cordy: “Hey, il tuo diploma delle superiori è tutto bruciacchiato.”
Cordy: “Sì, è stata una cerimonia difficile. (Si alza.) Sì, eccola lì. Tutta la mia vita prima che venissi qui. Cinque trofei con la laccatura un po’ consumata.”
Doyle: “E’ un bene che tu riesca a guardare indietro. Io non mi guardo mai indietro.”
Cordy: “Guardare cosa?”
Angel scende dalle scale, vestito: “Doyle, sei lì sotto? Oh, eccoti. C’è un grosso tizio su che ti vuole vedere. Gli ho detto che saresti salito subito.”
Doyle: “Oh, è fantastico.”
Angel annuisce e risale le scale. Doyle scappa dalla porta sul retro.
La scena passa a Doyle che esce da un’altra porta. Angel è lì che lo aspetta.
Doyle: “Sai che non è carino tendere trappole alle persone!”
Angel: “Hai intenzione di dirmi che sta succedendo?”
La scena passa a Angel e Doyle che parlano nell’ufficio.
Angel: “Non sai nemmeno per chi lavora questo demone.”
Doyle: “Va bene, guarda, funziona così: ho dei debiti con certe persone, altre persone hanno dei debiti con me. Io faccio un favore a qualcuno e il debito si annulla. E’ un sistema di controlli e bilanciamenti.”
Angel: “E alcuni dei tuoi controlli non sono stati bilanciati.”
Doyle: “Beh, si sistemerà. Ci vuole solo un po’ di diplomazia – il genere di cose in cui tu sei molto bravo, veramente. Dico, non è che ti andrebbe di parlarci?”
Angel con un sospiro: “Abbiamo tutti dei problemi. E’ una questione di priorità. E al momento io ne ho uno più grande del tuo.”
Doyle: “Più grande di un demone Kailiff?”
Angel: “Decisamente. Stavo pensando che se tu mi aiutassi con il mio, io potrei aiutarti con il tuo.”
Doyle: “Non so, amico. Qual è il tuo problema esattamente? Perchè sai, le questioni da vampiri sono …”
Cordy si schiarisce la voce: “Ciao! (Sorride e saluta con la mano.) Mi chiedevo solo se avessi della colla per linoleum, perchè ha iniziato ad arricciarsi tutto.”
Angel: “Arrivo tra un momento.”
Cordy si gira per andarsene: “OK.”
Angel a Doyle: “Trovale un appartamento e io mi occuperò del tuo demone.”

La scena passa a un uomo che mostra un appartamento a Cordy e Doyle.
Doyle: “Sai, vorrei solo solo che mi permettessi di chiamare il mio amico.”
Cordy con in mano un giornale: “Non voglio prendere un appartamento tramite ‘un tuo amico’. Probabilmente giudica il valore dell’immobile da quanto dista dalla fermata dell’autobus.”
Doyle: si guarda intorno: “Beh, non può andare peggio di così, no?”
Cordy: “Non puoi giudicare dall’ingresso.”
L’appartamento è piccolo e completamente ammuffito.
Doyle: “Hey, hai ragione. Sai cosa sento qui? Del potenziale.”
Cordy: “Il prossimo sarà meglio.”

La scena passa a un tizio ben vestito che li accompagna giù dalle scale. Sposta una tenda per mostrargli un bagno e un lavandino.
Uomo: “E’ tipo una comunità, capito? Condividiamo tutte le manutenzioni e le faccende di casa.”
Cordy a Doyle: “Oh, non ho fatto abbastanza i miei bisogni in pubblico, ultimamente.”
Uomo: “Oh, noi non crediamo nelle barriere. E’ la prima regola della Grande Guida. Ah, puoi venire agli incontri se vuoi. Ogni mattina alle 5.”
Cordy: “Okay, è giusto un tantino presto per me.”
Uomo: “Oh, sarai sveglia. I Canti iniziano alle 4.”

La scena passa a Cordy in sulla soglia di un bell’appartamento. C’è un omone con una grossa pancia accanto a lei.
Uomo: “Allora, tu sei una tipa single – vivrai qui da sola? Perchè io sto proprio in fondo al corridoio e potrai dormire tranquilla sapendo che sono l’unico altro essere umano ad avere una chiave di quella porta. (Le sorride e tira le chiavi in aria). Pensaci mentre ti guardi intorno, okay?”
Cordy guarda Doyle e fa un gran sospiro: “Okay, giusto per curiosità, hai detto che conosci un tizio?”
Doyle: “Finalmente. Cos’avete tu e Angel? Dovete fare tutto nel modo più difficile.”

La scena passa a Angel che si aggira nell’appartamento di Doyle. Il demone Kailiff gli mette un braccio intorno al collo da dietro.

La scena passa a una signora in tailleur che fa entrare Cordy e Doyle in un appartamento ammobiliato.
Cordy: “Oh caspita. Hai mai visto qualcosa di così bello?”
Doyle guarda le spalle di Cordy: “No, niente.”
Cordy si guarda intorno: “E’ perfetto. Davvero, davvero, è semplicemente – perfetto. (Guarda nella stanza da letto.) Qui è meraviglioso. (Alla signora.) Cosa c’è che non va in questa casa?”
Signora: “Non c’è niente che non va. Il proprietario precedente ha interrotto il contratto la settimana scorsa. Non so neanche come avete fatto a venirne a conoscenza. (Cordy sorride a Doyle.) E’ un vero affare, e i mobili sono inclusi nel prezzo. Pensa che la prenderà?”
Cordy: “Io – una volta avevo queste cose. Io – ero …”
Signora: “Penso che sia il suo giorno fortunato.”
Cordy: “Una volta avevo anche quelli.”
Doyle: “La prenderà.”
Lady: “Vado a preparare il contratto.”
Cordy indica una parete: “Prima chiami qualcuno per buttare giù quel muro.”
Doyle: “Credevo avessi detto che era perfetto.”
Cordy: “Sì, e parte della sua perfezione è che ci sia un piccolo dettaglio che posso sistemare.”
Doyle: “Sarà per questo che mi trovi così affascinante.”
Cordy ride: “Oh caspita, adoro il mio appartamento. Il tuo amico ha trovato il posto perfetto. (Abbraccia Doyle.) Adoro anche il tuo amico!”
Doyle: “Sì, beh, è stata una giornata proficua, credo. Io mi occupo del tuo problema; Angel si occupa del mio. Nel complesso le cose vanno abbastanza liscie.”
Cordy gli afferra il braccio e lo trascina fuori: “Sì! E io mi posso trasferire subito.”
Mentre escono la sagoma di un volto sporge dalla parete che Cordy vuole abbattere.

La scena passa al demone Kailiff che lancia Angel contro un muro nell’appartamento di Doyle. Angel si gira, afferra il demone e lo sbatte contro il muro.
Angel con volto da vampiro: “Il mio nome è Angel, e il tuo?”
Il demone grugnisce e Angel gli sbatte nuovamente la faccia contro il muro.
Demone: “Griff.”
Angel: “Iniziamo bene. Per chi lavori?”
Griff: “Non mi ha dato il biglietto da visita. (Angel lo getta a terra.) Non so il suo nome, mi fa solo avere gli ordini.”
Angel: “Puoi portargli un messaggio?”
Griff: “Sì.”
Angel con il volto umano tira su il demone.
Griff: “Mi lasci andare?”
Angel: “No, ti lascio alzare. Ti hanno mandato per prendere dei soldi a Doyle?”
Griff: “All’inizio. Ma non ho visto nessu soldo. Per cui ora Doyle è morto. Un messaggio per gli altri.”
Angel: “E il tuo boss non riceverà mai i suoi soldi. Un messaggio un po’ costoso se ci aggiungi il tuo stipendio.”
Griff: “Le mie tariffe sono molto vantaggiose.”
Angel: “Posso fare in modo che Doyle ti paghi. Hai la mia garanzia.”
Griff: “Ho visto quello che ho visto, vero? Tu sei un vampiro. Come mai aiuti un piccolo demone mezzosangue?”
Angel: “E’ una buona offerta. Dovresti accettarla. Diversamente mi farai venir voglia di combattere ancora. Se sei fortunato durerai 10 minuti. Se sei molto fortunato sverrai negli ultimi 5.”
Griff: “ Se Doyle paga, è al sicuro.”
Angel: “Grazie. E’ stato bello incontrarti.”

La scena passa a Cordy che dorme nel suo nuovo appartamento. La radio sul suo comodino si accende e passa a 1400 AM.
Radio: “Ferisci sempre quelli che ami, quelli che non dovresti ferire per niente.”
Alcuni dei cassetti nel comò si aprono e si chiudono.
Una voce sussurra: “Cosa pensi di fare qui? Non saresti mai dovuta venire.”
Un cassetto si chiude sbattendo e Cordy si sveglia.

La scena passa all’appartamento di Angel: “Devo pagare? Amico, avrei dovuto occuparmene personalmente. Voglio dire, non ho i soldi. E non si può cavar sangue da una rapa.”
Angel: “Possono cavare il sangue da te. C’è una taglia sulla tua testa, Doyle, non gli interessavano più i soldi.”
Doyle dopo un istante: “Grazie amico, probabilmente mi hai salvato la vita.”
Angel: “Posso chiederti una cosa? Perchè vivi così?”
Doyle: “ Perchè non dovrei vivere così? Voglio dire, cosa c’è di sbagliato? (Angel lo guarda e Doyle sospira.) Sì, beh, forse, è il genere di vita che ti impedisce di sognare troppo. Mi sembra che tu lo possa capire.”
Angel: “Sì.”
Doyle: “Già.”
Angel: “E’ solo che non capisco perchè sia importante per te. Questo tipo di vita, diciamo che mi ha scelto. Tu non ci sei costretto. Cos’è successo?”
Doyle: “Non preoccuparti, OK? E le cose non sono tutte tristi a Doyle City. Voglio dire, ci sono dei lati positivi, come Cordelia. Cioè, adora quel posto, amico. Mi sarà grata per molto, molto tempo.”

La scena passa a Cordelia seduta sul letto, terrorizzata. Spegne la radio e cerca di accendere la lampada accanto al suo letto. Non funziona. Fa per prendere il bicchiere d’acqua che c’è sul comodino e questa comincia a bollire. Il suo letto inizia a levitare.
Cordy: “Sapevo che era troppo bello per essere vero. Lo sapevo! Sono di Sunnydale, non mi spaventi sai! Non mi spaventi. Non mi spaventi. Nemmeno un po’.”
La scena passa al mattino. Cordelia è ancora seduta sul tuo letto che levita, ondeggia avanti e indietro abbracciando un cuscino. Improvvisamente il letto cade a terra.
La scena passa a Cordy, vestita, che si guarda allo specchio.
Cordy: “Mattino luminoso e splendente. Non c’è niente che non va qui.”
Mentre lei guarda altrove lo spettro grigio di una vecchia signora compare sullo specchio accanto al suo riflesso ma Cordy non lo nota.
Cordy entra nel soggiorno e allontana una sedia dal muro. La sedia torna al suo posto. Cordy la tira più forte e la sedia va a sbattere contro il muro, una delle gambe si rompe. Cordy si allontana dalla sedia e la corda della tenda le si avvolge intorno al braccio. Lei salta via con un urlo.
Cordy: “Sai una cosa? Ho capito. Sei un fantasma. Sei morto. Complimenti! Ora vai oltre! Vedi una luce là? Vai verso di essa, ok? (il vento inizia a lanciare pezzi di carta in faccia a Cordy) Uh, vento freddo, che paura! Cosa farai adesso? Mi farai morire di freddo? Che altre armi hai?”
Qualcuno bussa alla porta e Cordy sussulta.
Angel da fuori: “Cordelia, ci sei? (Cordy fissa la porta) Cordelia!”
Cordy va ad aprire la porta esitando. Doyle e Angel sono lì fuori.
Angel ha in mano un vaso con un piccolo cactus: “Cactus – regalo di benvenuto.”
Cordy: “Oh, ciao, grazie.”
Doyle cerca di entrare e Cordy lo ferma.
Cordy: “Guarda, sto ancora cercando di sistemare tutto proprio come mi piace. Magari fra un giorno o due, okay?”
Doyle la spinge di lato: “Il posto ha un aspetto favoloso. Ti preoccupi troppo. (Vede la sedia rotta.) Non so cos’avessi contro quella sedia, comunque.”
Cordy guarda Angel ancora fuori dalla porta: “Oh, giusto, non puoi entrare. (Angel entra) Aspetta! E la regola?”
Angel: “Hai detto che quando avresti avuto una casa sarei stato invitato.”
Cordy: “Cosa? Non avevo neanche una casa allora. Queste regole sono un casino. (Vede Doyle che tira la corda della tenda) Oh mio dio, non toccarla!”
Doyle chiude le tende: “Le sto solo chiudendo, così il nostro capo non andrà in fiamme, se per te va bene?”
Cordy: “Sì, penso di sì.”
Angel si guarda intorno: “E’ carino. Ci fai fare un tour?”
Cordy indica diverse direzione: “Uh, ehm, lì c’è la cucina, il soggiorno, quel muro lo voglio abbattere. E questo è più o meno tutto. Oh, e grazie per il cactus.”
Un paio di forbici volano nell’aria verso la schiena di Angel e Cordy le afferra prima che qualcuno se ne accorga.
Angel: “Non posso credere che tu possa permetterti questo.”
Cordy mette il cactus su un tavolino e apre il cassetto per metterci le forbici. Improvvisamente la parte superiore di questo assume la forma di un volto per un momento. Cordy chiude il cassetto sbattendolo.
Cordy a Angel e Doyle: “Scommetto che voi due vorrete mangiare. C’è un bel locale lungo la strada. (Uno dei trofei sulla mensola dietro ai ragazzi vola verso il collo di Doyle e Angel lo afferra). Quel coso continua a cadere da stamattina. Credo che ... che la mensola sia storta.”
Doyle: “Quel coso puntava al mio collo!”
Angel guardandosi intorno: “Cosa sta succedendo?”
Cordy: “Okay, avete ragione. Non è la mensola. E’ un trofeo molto, molto cattivo.”
C’è un suono e la parola “muori” compare sul muro dietro Cordy come se il sangue trasudasse dall’interno.
Doyle: “Santo cielo.”
Angel a Cordy: “Vieni.”
Cordy: “Non voglio rinunciare a questo appartamento.”
Angel: “E’ infestato.”
Cordy: “Ha l’affitto basso!”
Doyle: “Cordy, c’è scritto ‘muori’!”
Cordy: “Hey, magari non è finito. Magari dice ‘dieta’. [gioco di parole intraducibile] E’ amichevole. Forse un po’ severo. (A Angel) Non lo lascerò. E’ perfetto e bellissimo. E’ il posto giusto per me. Ne ho bisogno!”
Angel cercando di portarla fuori: “Non hai bisogno di questo. E’ solo una casa. Tu sei più di questo.”
Cordy: “Come? Come è possibile che io sia più di questo?”
Doyle: “Lo possiamo ripulire. Beh, possiamo provare, no? Mettere il fantasma a riposare?”
Cordy ad Angel: “Possiamo?”
Angel: “Possiamo provare. Ma adesso ce ne dobbiamo andare. Ci penseremo in ufficio.”
Cordy: “Okay. (Mentre i ragazzi cercano di spingerla fuori dalla porta lei si gira e grida nell’appartamento) Ascolta bene, Casper, non hai vinto niente qui! Morirò prima di rinunciare all’appartamento, capito? Morirò!”
Angel e Doyle la portano fuori e la porta si chiude.
Voce amichevole della vecchia signora: “Va bene cara, se pensi che sia la soluzione migliore.”

La scena passa all’ufficio di Angel.
Doyle al computer: “Ci sono un sacco di cose qui sull’edificio. Appalti per la costruzione, ispezioni cittadine.”
Angel: “Inquilini. Abbiamo bisogno di gente che abbia vissuto là.”
Cordy mentre versa del caffè: “E che sia morta là. Questi sono gli ingredienti per i fantasmi, giusto?”
Doyle: “Sì, sì. Non è facile, sai?”
Angel va accanto a Cordy: “Sai, quello non è proprio un posto dove vivere.”
Cordy: “No, è di più, è bellissimo, e se lo perdessi sarebbe ...”
Angel: “Cosa?”
Cordy: “Sarebbe un’ulteriore punizione.”
Angel: “Punizione. (Cordy annuisce) Per cosa?”
Cordy: “Non lo so. Per quello che ero? Per tutto quello che ho detto quand’ero al liceo solo perchè nessuno mi diceva niente? E poi è tutto finito, e ho dovuto pagare. Oh, ma questo appartamento, potrei tornare ad essere io. Fine della punizione, bentornata alla tua vita! Cioè, non posso essere stata così cattiva da non meritarmi un posto come quello! E’ proprio come te!”
Angel: “Stai cercando la redenzione.”
Cordy con aria confusa: “Volevo dire perchè tu una volta avevi quel maniero.”
Doyle: “Hey, ho trovato qualcosa! Signore e signori, abbiamo un morto. (Angel e Cordy vanno verso di lui) La prima persona che abbia mai vissuto nella tua casa: la signora Maude Pearson.”
Angel: “Come l’hai trovato?”
Doyle: “Il nome inciso sull’ingresso dell’edificio: Pearson Arms. Ho controllato gli annunci mortuari per il nome Pearson e sono stato fortunato. Pare che Maude Pearson abbia costruito la casa e ci abbia anche portato un’unità. E nel 1946 è morta per attacco di cuore nel soggiorno di Cordelia, all’età di 57 anni.”
Cordy: “Ecco! E’ lei!”
Angel: “Non so, non è una morte violenta. Voglio dire, di solito i fantasmi ...”
Cordy: “E’ lei, ne sono sicura. Quel posto puzza di vecchietta, come ... violette e crema per le mani.”
Doyle: “No, hanno trovato il corpo solo tre giorni dopo. Quindi penso che alla fine non fossero violette lì.”
Cordy: “Questo è facile. Fantasma di vecchietta, probabilmente ancora in giro perchè pensa di aver lasciato il ferro da stiro acceso. Troviamo un bell’incantesimo di purificazione e facciamo questa cosa!”
Angel: “Beh, questo non è un incantesimo facile. Voglio dire, bacche di biancospino e polmonaria e bile. Ci serve la bile. Non so se riusciremo a trovare tutto.”
Doyle: “Io posso. Conosco questo tipo nel quartiere coreano, fa questi incantesimi tutti i giorni. Posso chiedere la roba a lui.”
Cordy: “Oh, cavoli, un altro dei tipi di Doyle. Dimmi, è lo stesso tipo che mi ha aiutata a trovare il mio appartamento deliziosamente infestato?”
Angel: “Doyle, vai! Trova quello che ci serve. (Doyle se ne va. A Cordy) cercherò di trovare altre informazioni. Forse Kate può aiutarci. Tu aspetta qui.”
Cordy con un sospiro: “Il fantasma di una vecchietta. Come mai Patrick Swayze non è mai morto quando serve?”

Più tardi, il telefono squilla nell’ufficio di Angel.
La segreteria telefonica con la voce di Cordy: “ Angel Investigations. Aiutiamo chi è senza speranza. Se è il tuo caso, lascia un messaggio. (Beep)”
La voce di Angel: “Cordelia, sei lì? Guarda, penso che possiamo concludere questa storia.”
Cordy prende la cornetta: “Sono qui. Era ora che chiamassi. Hai trovato qualcosa?”
Angel: “Vieni all’appartamento e vedremo cosa fare.”
Cordy: “Okay.”
Attacca il telefono e esce.

La scena passa a Cordelia che apre la porta del suo appartamento. Si guarda intorno nella stanza scura e vuota.
La voce di Angel: “Cordelia, sono nella camera da letto.”
Cordy entra nella camera da letto: “Angel?”
Si gira intorno e sobbalza alla vista dello spettro di Maude Pearson.
Maude con la voce di Angel: “Hai ricevuto la mia chiamata.”
Cordelia scappa fuori dalla stanza. La porta dell’appartamento non si apre. Il fantasma la fà volare all’indietro. Mentre si rialza Maude è lì davanti a lei.
Maude con la sua voce: “Poverina. Non sei proprio adatta a stare qui, vero? Peggio per te che non hai lasciato stare mio figlio.”
Cordy: “Tuo ... tuo figlio?”

La scena pasa alla stazione di polizia.
Kate mentre beve una tazza di caffè davanti al computer: “Vorrei poterti essere d’aiuto.”
Angel mentre cammina: “Va bene così. Anche sapere quello che non è successo è d’aiuto. Sai, eliminare le possibilità.”
Kate: “Adesso parli come un detective.”
Angel: “Io sono un detective.”
Kate: “Beh, vedi, i detective di solito hanno un curriculum e una licenza e un cognome. Le star e il papa, queste sono le persone da nome unico.”
Angel: “Mi hai scoperto, sono un papa.”
Kate ride, poi si alza mentre un tizio arriva e le porge una cartella.
Tizio: “Ecco qua.”
Kate guarda la cartella: “Davis, sei meraviglioso! Grazie. (il tizio si allontana e lei si siede di nuovo). Diamoci un’occhiata.”
Angel: “Caspita, non credevo aveste dei dati così vecchi.”
Kate:” Neanche io. Vediamo. Maude Pearson. C’è stata un’indagine sulla sua morte. Okay, questo tipo, il detective Randall, pensava che la morte fosse sospetta. I medici l’hanno definito attacco di cuore, ma sembra che ci fossero dei problemi con il figlio. Era ... Dennis Pearson. Viveva con lei. Litigavano parecchio.”
Angel: “Per cosa?”
Kate: “Per una ragazza. La sua fidanzata. A sua madre non piaceva. E Dennis scappa di casa con lei il giorno in cui sua madre è morta ... che coincidenza. I poliziotti non l’hanno mai preso.”
Angel: “Omicidio non vendicato.”
Kate: “Sembrerebbe di sì.”
Angel: “Non ci sono state altre morti nell’edificio da allora.”
Kate: “Hai visto, ho controllato. Nessun omicidio, neanche chiamate per litigi domestici.”
Angel: “Non omicidi – suicidi. (Kate lo fissa) C’è un tipo di ... un tipo di killer che lo fa.”
Kate: “Lo fa sembrare un suicidio. (Dopo un momento ritorna al computer e inizia a scrivere). Sai che ci sono sempre dei segni.”
Angel si sporge sulla sua spalla e indica lo schermo: “Lì.”
Kate: “Margo Dressner ... 1959 ... e Jenny Kim, 1965 ... Natalie Davis cinque anni fa. Tutte nello stesso appartamento. Questo non ha senso.”
Angel: “Devo fare una telefonata.”

La scena passa a Angel che telefona nella cabina nell’ingresso.
La scena passa all’ufficio di Angel. Il telefono suona mentre Doyle sta entrando con in mano una scatola.
Doyle risponde: “Ah ... Angel Investigations. Speriamo che sia senza speranza. No, aspetti, volevo dire ...”
Angel: “Sono io. Passami Cordelia.”
Doyle: “Non è qui. Aspetta un secondo, c’è un messaggio.”
Preme il tasto sulla segreteria: “(Voce di Angel) Cordelia, sei lì? Guarda, penso che possiamo concludere questa storia. (Voce di Cordelia) Sono qui. Era ora che chiamassi. Hai trovato qualcosa? (Voce di Angel) Vieni all’appartamento e vedremo cosa fare.”
Angel: “Quello non sono io.”

La scena passa a Cordelia di fronte a Maude nel suo appartamento.
Cordy: “Con chiunque tu creda di parlare, non sono io. Io mi chiamo Cordelia.”
Maude: “Oh, quello è il nome di una squallida passeggiatrice di provincia che vuol sembrare meglio di quel che è. Non sei abbastanza per il mio figliolo. Questa non sarà mai casa tua.”
Cordy: “Questa è casa mia. I miei amici verranno qui.”
Maude: “Tu non hai nessun amico. Perchè dovresti interessare a qualcuno? Non interessi a nessuno. Tu non ti meriti di vivere qui. Non ti meriti niente.”

La scena passa a Angel e Doyle in macchina lungo la strada.
Angel: “Avevi ragione riguardo al fantasma. E' la vecchia signora Pearson. Ma non è morta di attacco cardiaco: suo figlio l’ha uccisa.”
Doyle: “Una vittima di omicidio?”
Angel: “Esatto. Piena d’ira e confusione. E’ per questo che ha ucciso tante persone, non potrà riposare finchè non sarà scoperta la verità.”
Doyle: “Una fantasma piuttosto forte. (Controlla le cose nella scatola di cartone sul sedile posteriore) Bile, avremmo dovuto prendere più bile.”

La scena passa all’appartamento di Cordy.
Cordy: “Me ne vado, per favore.”
Maude: “Oh, non penso proprio. (Un candelabro si infrange sul pavimento dietro a Cordy) Sei inutile. (Spinge indietro Cordy) Non sei mai stata gentile. (Un cavo esce dal punto in cui c’era il candelabro e si arrotola attorno al collo di Cordy) Non sei mai stata intelligente. Sei una sfruttatrice. (Il cavo rientra nel soffitto portando Cordy con sè) Non sei niente. Tutti sarebbero felici se tu morissi.”
Cordy, cercando di liberarsi dal cavo che la strozza: “No.”
Maude: “Oh, avanti. Se a qualcuno importasse di te, saresti qui? La gente ti ha permesso di finire qui perchè erano felici di vederti fallire.”
Cordy perde i sensi e Maude sparisce. La porta si spalanca e Angel e Doyle entrano di corsa. Angel la solleva e Doyle le toglie il cavo dal collo. Angel la stende sul sofa e lei inizia a tossire.
Cordy respirando affannosamente: “I mobili e il muro e il sangue, è lei che lo fa, è lei che provoca tutto questo. Tornerà. E’ più forte di noi. Mi conosce.”
Angel: “La possiamo fermare.”
Cordy piangendo: “No, no, non possiamo fermarla.”
Angel: “Ha preso contatto con te, giusto? Pensa che tu sia qualcuno, qualcuno che incolpa per il suo omicidio. Cordelia, rispondimi.”
Cordy: “Io .. io ... io sto portando via suo figlio. Pensa che stia portando via suo figlio.”
Angel: “Va bene. Suo figlio è quello che l’ha uccisa. Va bene, tu hai un ruolo nella sua follia, questo ti da potere. Tu sei l’unica che la può fermare. (A Doyle) Inizia il cerchio, io troverò l’incantesimo.”
Cordy continua a piangere mentre Doyle forma un cerchio con la roba che era nella scatola. Carta e altri oggetti volano in giro mentre Angel sfoglia un vecchio libro.
Angel: “Porta alla luce la verità. Lascia che il malvagio venga rivelato cosicchè un’anima possa trovare il suo posto per l’eternità.”
Doyle, mentre oggetti piu’ grossi iniziano a volare: “Eccola che arriva. Sa cosa stiamo facendo.”
Angel: “Abbiamo bisogno di Cordelia adesso.”
Doyle: “Cordy, alzati!”
Angel: “Adduce veritatum in lucem. Accipitat laura suam requiatam reposcant anima suum regnum. Cordelia, entra nel cerchio e colpiscilo al centro.”
Cordy singhiozzando: “Cosa?”
Angel la afferra per una spalla: “Dannazione. Sai cosa significa? Il fantasma è in contatto con te, ti ha dato questo.”
Maude sussurra a Cordy: “A loro non importa di te. Vogliono che tu fallisca. Sanno che sei una piccola puttanella volgare.”
Angel passa il libro a Doyle senza distogliere lo sguardo da Cordy: “Doyle, recita.”
Doyle prende il libro: “Oh, amico, latino. Una di quelle lingue morte che avrei sempre voluto imparare.”
Angel a Doyle: “V suona come W, pronuncia ogni vocale separatamente.”
Maude sta ancora sussurrando a Cordy.
Angel afferra Cordy e la scuote: “Tu sai cosa devi fare. Tu puoi fermare tutto questo. Fallo!”
Cordy lo spinge via piangendo: “Non posso.”
Angel: “Guardati. Le permetterai di farti questo? (La afferra di nuovo) Dannazione. Sei Cordelia Chase. Hai intenzione di stare lì come una mammoletta? Alza le chiappe e sii forte!”
Cordy singhiozza: “Non posso, non posso!”
Angel: “Sei la persona più fastidiosa che io abbia mai visto. Muoviti adesso!”
Cordy continua a piangere.
Angel si guarda intorno: “Non funzionerà.”
Doyle interrompe la recitazione: “E qui le cose si fanno insidiose.”
Angel, mentre gli oggetti continuano a infrangersi contro le pareti: “Dobbiamo farla uscire di qui. Non è sicuro. Subito (Lui e Doyle afferrano Cordy e la trascinano alla porta) Andiamo.”
La porta si apre e ci sono un uomo e due demoni Kailiff che puntano delle pistole verso di loro.
Griff: “Nessuno si muova.”
I tre entrano nell’appartamento.
L’uomo, notando il disordine: “Cosa sta succedendo?”
Angel: “Hai detto che l’avresti lasciato pagare.”
Griff: “Ho mentito.”
Maude appare dietro i tre sicari: “Basta persone!”
Uomo: “Cos’è questo?”
Griff senza togliere gli occhi da Angel: “Ignorala. E’ solo un fantasma.”
Maude da dietro a Cordy: “Fuori!”
Ci sono oggetti che volano ovunque. Doyle toglie di mezzo Cordy mentre l’uomo spara a Maude. Il proiettile la attraversa e rompe il muro che circonda il camino.
Maude: “L’hai rotto!”
Angel inizia a combattere con Griff mentre l’uomo si gira e scappa. L’altro demone tira su Doyle e lo minaccia con la pistola.
Doyle: “Guarda, pagherò. Veramente! Ho 5 dollari nel mio portafogli proprio qui.”
Maude: “Questa è casa mia!”
Il cassetto della cucina si apre e i coltelli da macellaio iniziano a girare. Angel dà un pugno a Griff e lo manda a terra, si rialza e vede i coltelli.
Angel: “Coltelli!”
Doyle si abbassa e i coltelli si conficcano sull’altro demone. Cordy è rannicchiata contro un muro. Griff si rialza e getta Angel sul sofà. Cordy vola all’indietro nella camera da letto. La porta si chiude sbattendo dietro di lei. Doyle salta sulla schiena di Griff.

La scena passa alla camera da letto.
Cordy che piange: “Me ne andrò. Mi dispiace che tuo figlio ti abbia uccisa. Puoi tenerti l’appartamento. Fammi solo andare via.”
Maude: “E’ troppo tardi per questo.”
Cordy: “No.”
Maude: “Sai cosa succede adesso. I tuoi amici sono sporchi. Hanno rovinato la mia bella casa.”
La scena passa a Angel che pesta Griff.
La scena passa alla camera da letto.
Maude: “Sapevo che avresti portato guai, fin dall’inizio. (Cordy si accascia sul pavimento e singhiozza) Sono stupita che mio figlio non abbia sentito su di te la puzza di povertà e fallimento. Ma io l’ho sentita.”
Cordy: “Mi dispiace.”
Maude: “Fai bene a dispiacerti, stupida piccola stronza.”
Cordy smette di piangere e lentamente alza lo sguardo su Maude: “Sono una stronza.”
Maude: “Togli le lenzuola, preparati un cappio. Avanti. Presto sarà tutto finito.”
Cordy lentamente si alza e guarda Maude negli occhi: “Io non sono una frignona come la piccola Piangi-Buffy. Sono la ragazza più cattiva nella storia di Sunnydale. Non accetto storie da nessuno.”
Maude: “Tu adesso ti preparerai un cappio e te lo metterai al collo.”
Cordy: “Stai indietro, Polygrip. Pensi di essere cattiva? Facendo la perfida fantasmina? Prendendo in giro la povera patetica Cordy? Beh, preparati a portare fuori di qui il tuo rugoso evanescente sedere, perchè signora, la stronza è tornata.”
La scena passa a Angel e Griff che combattono.
La scena torna alla stanza da letto.
Maude: “Pensi che io possa accettare questo da un avanzo come te?”
Cordy: “Ti dirò cosa penso. Penso che tu ora farai i tuoi bagagli fantasmatici e uscirai dalla mia diavolo di casa!”
C’è un lampo e Maude viene spinta all’indietro attraverso il muro.
La scena passa a Angel che lascia cadere Griff per l’ultima volta. Tutta la roba che volava per aria improvvisamente cade giù. Nella calma che ne segue, Cordy esce dalla stanza da letto.
Doyle: “Cos’è successo? Ce l’hai fatta!”
Cordy: “Sì, beh, mi ha fatta incavolare.”
Angel: “O forse hai trovato il suo centro.”
Cordy guarda in alto e i suoi occhi diventano bianchi.
Doyle: “Cordy! Cosa c’è che non va?”
Cordy raccoglie una lampada con il piedistallo di metallo e inizia a demolire il muro che aveva sempre voluto buttare giù.
Angel: “Cordelia!”
Cordy continua a colpirlo e alla fine riesce a fare un buco che rivela uno scheletro legato con delle corde. Maude urla.
Flashback al passato. Maude sta murando vivo suo figlio Dennis con mattoni e cazzuola. La radio trasmette “ferisci sempre quelli che ami”.
Maude: “Guarda cosa mi fai fare, Dennis.”
Dennis: “Mamma, smettila.”
Maude: “E adesso come farai ad andartene, eh? Come farai a sposare quella passeggiatrice adesso? Non sei niente senza di me.”
Dennis: “Mamma, non fare questo. Ti prego. E’ pazzesco.”
La scena passa a Maude che finisce di stuccare la parete.
Dennis con voce soffocata: “Oh, dio, mamma, non riesco a respirare. Per favore. Mamma, fammi uscire. Per favore, mamma. Farò il bravo. Lo prometto. Non me ne andrò. Mamma, per favore fammi uscire. Non riesco a respirare. Fammi uscire!”
Maude appende un quadro sulla parete: “Questo fa male sia a te che a me. Addio, Dennis.”
Maude fa un respiro soffocato e collassa per un attacco cardiaco.

La scena torna al fantasma di Maude che fissa lo scheletro di suo figlio. Una luce bianca emana dallo scheletro.
Doyle: “Dennis, suppongo, e probabilmente non è molto contento di sua madre.”
Maude: “Dennis, l’ho fatto per il tuo bene. L’ho dovuto fare. Ti avrebbe fatto fare una vita miserabile. Mi dispiace! (la luce bianca si unisce e va verso sua madre) Ti prego! Ti prego!”
C’e’ una grande folata di vento e la luce bianca cancella lo spettro di Maude.
Cordy: “Sapevo che non mi piaceva quella parete!”

La scena passa all’appartamento di Doyle. Angel lo sta osservando mentre aggiunge un lucchetto alla sua porta.
Doyle: “Ecco. Ora sono al sicuro.”
Angel: “Vivrai così?”
Doyle: “Non credo che aggiungere un lucchetto avrà un grande effetto sul mio stile di vita.”
Angel: “Sai cosa intendo.”
Doyle: “Sì, ci potrebbero essere ... incomprensioni. Questo genere di cose.”
Angel: “Sai che ti aiuterò.”
Doyle: “E te ne sono grato.”
Angel: “Ma presto o tardi me la dovrai raccontare.”
Doyle: “Cosa?”
Angel: “La storia della tua vita.”
Doyle sospira: “Ed è una bella storia. Piena di avventure licenziose e belle damigelle di bassa morale ...”
Angel: “Doyle.”
Doyle: “Lo farò. Solo ... dammi tempo. (Sospira) Il passato non ti lascia andare, vero?”
Angel: “No, non ti lascia mai.”

La scena passa a Cordy accovacciata sul sofà nel suo nuovo appartamento.
Cordy al telefono: “Dio, Aura. Non posso credere di essermi persa le tue telefonate! E’ quell’incompetente ragazza in ufficio. Ma le cose vanno alla grande. Beh, il mio nuovo appartamento tanto per cominciare. La gente famosa mi sta praticamente addosso. Sì, ho un coinquilino, ma è simpatico. Non lo vedo mai. (La sua lattina di birra dietetica scivola lontano da lei sul tavolino e lei mette una mano sulla cornetta) Hey, hey, fantasma Dennis, rimettila a posto (La lattina torna a posto. Ad Aura) Tutto sommato qui va tutto benissimo. (La TV si accende e Cordy mette nuovamente una mano sulla cornetta) Dennis, quando sono al telefono, è il momento di fare silenzio. (La TV si spegne) Grazie. (Ad Aura) Scusa. Allora, dove eravamo? Dimmi cosa indossa la gente a Sunnydale. No! Beh, non ha mai avuto buon gusto. (Ride) E’ così cattiva.”

FINE