Ufficio di Angel di notte. Cordelia tiene in mano un sacco dell’immondizia
strappato.
Cordy: “Ne ho abbastanza di questi sacchi dell’immondizia da quattro
soldi! Perdono e si strappano e alla fine costano di più!” Fa cadere il
sacco di fronte a Doyle che annuisce.
Doyle: “Ti credo!”
Cordy: “Sì, è stata una grande audizione! Continuavo a parlare di cose che
perdono. Come hanno fatto a non scegliermi?”
Doyle: “Non sanno cosa si sono persi.”
Suona il telefono.
Cordy: “Hanno dato la parte a una bionda che si è presentata in una tutina
aderente di pelle. Si suppone che sia una casalinga. (Il telefono continua
a squillare) Aveva un aspetto ridicolo. Sembrava Catwoman che porta fuori
la cat-spazzatura.”
Doyle: “Hai intenzione di rispondere al telefono?”
Angel: “Bella domanda.”
Cordy: “Ah, sì, giusto. (Si attiva la segreteria telefonica) Oh, l’ha
presa la segreteria.”
La segreteria telefonica con la voce di Cordy: “Angel Investigations.
Aiutiamo chi è senza speranza. Se è il tuo caso, lascia un messaggio. (Beep)”
Aura lascia un messaggio: “Hey Cordy, sono Aura. Volevo solo sentirti, sai
(Angel guarda in alto e si allontana) vedere come stai. Oh, non hai idea
di quello che sta succedendo a Sunnydale!”
Cordy si raddrizza sulla sua scrivania e non fa segno di alzare la
cornetta.
Doyle: “Non le vuoi parlare?”
Cordy: “No, non ancora. Mi chiederà solo dove vivo e come va la
recitazione, e non sono pronta per la parata del dolore. Lo farò quando le
cose andranno meglio.”
Doyle: “Beh, io non so se posso aiutarti con la recitazione, ma riguardo
all’appartamento …”
Cordy: “Cosa?”
Doyle: “Beh, se vuoi, non so, stare fuori casa una notte, magari
chiamami.”
Cordy: “Beh, sono successe cose più strane. No, aspetta, veramente no. (Si
alza, prende la giacca e la borsa e si dirige verso la porta) Ci vediamo
domani. (Grida) Ciao Angel, me ne vado.”La scena passa a Angel seduto
alla scrivania che legge un vecchio libro. Doyle entra, si siede e mette i
piedi sul tavolo. Angel fissa i suoi piedi e poi guarda Doyle ma non dice
niente.
Doyle: “E’ proprio speciale, vero? E’ come lottare con una tigre solo per
imparare a conoscerla meglio. (Angel continua a leggere) Dimmi qualcosa.”
Angel: “Che cosa?”
Doyle: “Su Cordelia.”
Angel: “Beh, io … io so che non sa battere a macchina o catalogare le
cartelle. Fino ad oggi avevo qualche speranza riguardo al telefono.”
Doyle: “Chi è Aura?”
Angel: “Penso che … penso che sia una del gruppo di Cordelia. La gente le
chiamava le Cordettes. Un gruppo di ragazze di buona famiglia. Erano le
più importanti della scuola, decidevano chi era in, chi era popolare. Era
come la polizia segreta sovietica con una passione per le scarpe.”
Doyle: “E lei era la più ricca di tutte? Perchè da come parla sembra che
abbia avuto dei servi fatti d’oro massiccio o cose del genere.”
Angel: “Più o meno. Finchè i suoi parenti non hanno perso tutto. Dalle
stelle alle stalle.”
Doyle: “Una brutta caduta.”
Angel: “Sì, ma lei sta bene.”
La scena passa a Cordy che apre la porta del suo appartamento. La chiave
si incastra e quando finalmente riesce a liberarla lei si graffia il
braccio.
Cordy: “Ai! Dannazione!”
Accende la luce. Questa lampeggia prima di accendersi. Va al lavandino per
prendere un bicchiere d’acqua. L’acqua è marrone ruggine ed esce
spruzzando dal rubinetto, macchiando tutta la sua maglietta bianca.
Cordy: “Sì, bene, certo.”
Va a sedersi sul divano e accende la TV. C’è un enorme scarafaggio sullo
schermo.
Cordy prende il telefono con un grugnito e fa un numero: “Pronto? Sono
Cordelia Chase, dell’appartamento 4B. (Ci sono ora 3 scarafaggi che
strisciano sullo schermo della TV) Pensavo che avesse chiamato la
disinfestazione per oggi? … Beh, se fossero venuti non pensa che ci
sarebbero … (mette giù il piede e spiaccica un altro scarafaggio, guarda
giù, il tappeto è ricoperto di scarafaggi morti) Ah, oh Dio! Ah!”
Cordy butta giù il telefono e prende l’agenda: “Doyle, Doyle …”
Trova il suo numero e lo compone.
La scena si sposta all’appartamento di Doyle. Il telefono sta suonando
mentre lui entra. Si affretta ad accendere la luce. C’è un demone dalla
pelle marrone con aculei lungo il mento e lungo la testa. “Ciao, Doyle.”
Sigla.
Doyle: “Penso che tu sia nel posto sbagliato.”
Demone: “Mi devi dei soldi.”
Doyle: “E’ sempre per i soldi. E la famiglia? E gli amici e tutte quelle
cose che sono senza prezzo, come dicono nella pubblicità di quella carta
di credito? (Il demone lo guarda) Oh, sì, va bene. Sei un demone
determinato. Lo capisco. I tuoi soldi sono proprio qui.”
Doyle va verso una cassettiera e apre il primo cassetto. Il demone gli
chiude la mano nel cassetto.
Demon: “Non sei così stupido da tenerci una pistola lì, vero?”
Doyle: “Chi, io? Assolutamente no, amico! Guarda!”
Doyle tira fuori il cassetto e lo sbatte sulla faccia del demone, poi
scappa via fuori dalla porta.
La scena si sposta all’appartamento di Angel. L’inno alla gioia di
Beethoven sta suonando sul giradischi e si sente il rumore della doccia.
Qualcuno bussa alla porta. Angel esce dal bagno tutto bagnato, si avvolge
un asciugamano intorno ai fianchi e va ad aprire. Cordelia entra mettendo
un paio di valigie nelle mani di Angel e lo supera entrando
nell’appartamento.
Cordy: “Oh, Dio, Angel! E’ terribile! Oh signore. (Si gira intorno e
solleva le mani) Non guardarmi neanche! Sono un tale disastro. Sono uno
schifo. (Accenna alla porta aperta) Prendimi l’altra valigia sul
pianerottolo.”
Angel dà un’occhiata alla porta, e poi a lei, ancora curvo sotto il peso
delle sue valigie: “Cos’è successo?”
Cordy: “Il mio appartamento. E’ come il barrio … o i progetti, o che
altro, e io ci vivo! Sono la ragazza dei progetti!”
Angel fa quasi cadere una valigia: “Cosa? Non so niente di questo.”
Cordy: “Ascoltami. Ho cercato di chiamare Doyle. Sono scesa così in basso.
E non mi ha risposto. Quindi eccomi qui. Non che tu sia l’ultima spiaggia.
E’ solo che non ho un altro posto dove andare. (Va a sedersi mentre Angel
posa una della sue valigie) Scarafaggi. Vivi, morti. Con tutte quelle
gambette e quelle orribili antenne.”
Angel: “Antenne?”
Cordy: “Oh mio dio! Chissà quanti si sono nascosti in quella valigia! (Angel
guarda la valigia che ha ancora in mano). Anche l’acqua è tutta marrone e
spruzza, ed è fredda! Muoio dalla voglia di una doccia. (Angel mette giù
l’altra valigia e si tiene stretto l’asciugamano con entrambe le mani)
Puzzo veramente! Annusami. Non puzzo mai. Non pensavo di poter puzzare.
Dovrò stare qui finchè non trovo un posto decente, non importa quanto
tempo ci vorrà, e quando l’avrò trovato sarai sicuramente il benvenuto.
Hey, puoi mettere le mie cose sul divano, o lasciarmi il letto. Qualunque
cosa ti faccia sentire meglio. E poi la mia valigia è ancora sul
pianerottolo. (Raccoglie una delle sue valigie) La doccia è di là, vero?
Hai della spuma per capelli? Ovviamente sì.”
Cordelia sparisce in bagno mentre Angel rimane lì e si gratta la testa.
La scena passa al mattino seguente. Doyle apre la porta dell’ufficio.
Mentre guarda l’orologio (sono le 10) si vede un livido sul dorso della
sua mano destra.
La scena passa a Cordelia seduta al tavolo con addosso un accappatoio
bianco, sta cercando di vedere il suo riflesso in un vaso di metallo. Si
sta pettinando i capelli bagnati con le dita.
Doyle esce dall’ascensore: “Angel, ci sei?”
Cordy: “Hey, Doyle. (Angel entra in cucina con indosso i boxer e un
accappatoio aperto) Non hai mai la sensazione di non lavarti abbastanza?
Come quando succede qualcosa e non riuscirai mai a sentirti pulito?”
Doyle la fissa: “Cosa?”
Angel arriva dietro di lui, alza un braccio per indicare Cordy: “C’è del
burro di arachidi sul letto.”
Cordy: “Davvero? (Angel la guarda) Non penso proprio. (Angel le mostra la
mano) Controllerò.”
Doyle: “No, no, no, no, no. Angel, amico, come hai potuto?”
Angel: “Potuto cosa?”
Doyle: “Amico, sai che sono pazzo di lei, e la stavo quasi conquistando.
Ma no, il bel vampiro tenebroso si deve mettere in mezzo, tutto parole
gentili e fronte sporgente. (Angel si tasta la fronte aggrottando le
sopracciglia.) Che ne dici di lasciare qualche avanzo per gli amici più
scialbi che non diventano cattivi quando si danno da fare?”
Angel: “Cordelia ha dormito qui perchè ci sono problemi a casa sua. Io
sono rimasto sul sofà.”
Doyle guarda il sofà: “Oh. (Angel solleva le sopracciglia). Allora va
bene, suppongo.”
Cordy ritorna dalla camera da letto, vestita: “Angel, in qualche momento
della storia recente tu hai fatto finire del burro di arachidi sul tuo
letto, ed è disgustoso. Penso che dovrai cambiare le lenzuola.”
Angel: “Io non mangio.”
Cordy: “Beh, allora non voglio neanche sapere come ci sia finito.”
Angel va furtivo verso la camera da letto. Cordy si siede al tavolo e
inizia a spazzolarsi i capelli.
Doyle: “Hey, Cordy, stai benissimo, comunque.”
Cordy: “Mi devo fidare. Questo qui non ha neanche uno specchio. Neanche lo
uccidesse non vedersi riflesso.”
Doyle ride poi chiede: “Ascolta, mi chiedevo se qualcuno ha telefonato di
recente… Magari chiedendo di me o chiedendo il mio indirizzo.”
Cordy: “Oh, sì. Ieri ha chiamato tuo cugino, con uno di quei nomi tipici
delle tue parti di Inghilterra.”
Doyle: “Le mie parti di Inghilterra?”
Cordy: “Connor, o Fergus … ti ha trovato?”
Doyle sospira: “Sì, mi ha trovato, senza problemi. Ma sai, un piccolo …
avvertimento sarebbe stato carino, per darmi la possibilità di riordinare
casa, capisci?”
Cordy lo fissa: “Caspita, ho solo aiutato questo tipo per farti un favore.
(Doyle la guarda e lei si alza) Forse la prossima volta non lo farò.”
Doyle: “Beh, non devi neanche alzare la cornetta. Hai lasciato lì ad
aspettare la tua amica Aura.”
Cordy: “OK, ecco la mia idea: perchè non mi fai una lista di persone con
cui sei troppo figo per parlare?”
Angel rientra: “Che sta succedendo?”
Doyle: “Niente, solo …”
Angel: “Hai un livido sulla mano.”
Doyle lo guarda: “Ho giocato a badminton.”
Angel raccoglie un asciugamano da una sedia: “E come mai c’è un
asciugamano bagnato sulla mia sedia di pelle?”
Cordy gli fa un gran sorriso falso. Angel lo lascia ricadere sulla sedia
con un sospiro e lascia la stanza.
Piu’ tardi, Doyle vede Cordelia tagliare il pavimento in vinile di
Angel: “Cosa stai facendo?”
Cordy: “Io … io volevo solo vedere se aveva i pavimenti di legno qua
sotto, sai? Potrei metterci un po’.”
Doyle osserva alcuni trofei sulla mensola dietro di lui: “Beh, che cose si
scoprono! Non avevo idea che Angel fosse stato Reginetta del Ballo
d’Inverno.”
Cordy: “Quelli sono miei. (Mugugna mentre continua a lavorare sul
pavimento.) E’ proprio duro!”
Doyle guarda il diploma di Cordy: “Hey, il tuo diploma delle superiori è
tutto bruciacchiato.”
Cordy: “Sì, è stata una cerimonia difficile. (Si alza.) Sì, eccola lì.
Tutta la mia vita prima che venissi qui. Cinque trofei con la laccatura un
po’ consumata.”
Doyle: “E’ un bene che tu riesca a guardare indietro. Io non mi guardo mai
indietro.”
Cordy: “Guardare cosa?”
Angel scende dalle scale, vestito: “Doyle, sei lì sotto? Oh, eccoti. C’è
un grosso tizio su che ti vuole vedere. Gli ho detto che saresti salito
subito.”
Doyle: “Oh, è fantastico.”
Angel annuisce e risale le scale. Doyle scappa dalla porta sul retro.
La scena passa a Doyle che esce da un’altra porta. Angel è lì che lo
aspetta.
Doyle: “Sai che non è carino tendere trappole alle persone!”
Angel: “Hai intenzione di dirmi che sta succedendo?”
La scena passa a Angel e Doyle che parlano nell’ufficio.
Angel: “Non sai nemmeno per chi lavora questo demone.”
Doyle: “Va bene, guarda, funziona così: ho dei debiti con certe persone,
altre persone hanno dei debiti con me. Io faccio un favore a qualcuno e il
debito si annulla. E’ un sistema di controlli e bilanciamenti.”
Angel: “E alcuni dei tuoi controlli non sono stati bilanciati.”
Doyle: “Beh, si sistemerà. Ci vuole solo un po’ di diplomazia – il genere
di cose in cui tu sei molto bravo, veramente. Dico, non è che ti andrebbe
di parlarci?”
Angel con un sospiro: “Abbiamo tutti dei problemi. E’ una questione di
priorità. E al momento io ne ho uno più grande del tuo.”
Doyle: “Più grande di un demone Kailiff?”
Angel: “Decisamente. Stavo pensando che se tu mi aiutassi con il mio, io
potrei aiutarti con il tuo.”
Doyle: “Non so, amico. Qual è il tuo problema esattamente? Perchè sai, le
questioni da vampiri sono …”
Cordy si schiarisce la voce: “Ciao! (Sorride e saluta con la mano.) Mi
chiedevo solo se avessi della colla per linoleum, perchè ha iniziato ad
arricciarsi tutto.”
Angel: “Arrivo tra un momento.”
Cordy si gira per andarsene: “OK.”
Angel a Doyle: “Trovale un appartamento e io mi occuperò del tuo demone.”
La scena passa a un uomo che mostra un appartamento a Cordy e Doyle.
Doyle: “Sai, vorrei solo solo che mi permettessi di chiamare il mio
amico.”
Cordy con in mano un giornale: “Non voglio prendere un appartamento
tramite ‘un tuo amico’. Probabilmente giudica il valore dell’immobile da
quanto dista dalla fermata dell’autobus.”
Doyle: si guarda intorno: “Beh, non può andare peggio di così, no?”
Cordy: “Non puoi giudicare dall’ingresso.”
L’appartamento è piccolo e completamente ammuffito.
Doyle: “Hey, hai ragione. Sai cosa sento qui? Del potenziale.”
Cordy: “Il prossimo sarà meglio.”
La scena passa a un tizio ben vestito che li accompagna giù dalle
scale. Sposta una tenda per mostrargli un bagno e un lavandino.
Uomo: “E’ tipo una comunità, capito? Condividiamo tutte le manutenzioni e
le faccende di casa.”
Cordy a Doyle: “Oh, non ho fatto abbastanza i miei bisogni in pubblico,
ultimamente.”
Uomo: “Oh, noi non crediamo nelle barriere. E’ la prima regola della
Grande Guida. Ah, puoi venire agli incontri se vuoi. Ogni mattina alle 5.”
Cordy: “Okay, è giusto un tantino presto per me.”
Uomo: “Oh, sarai sveglia. I Canti iniziano alle 4.”
La scena passa a Cordy in sulla soglia di un bell’appartamento. C’è un
omone con una grossa pancia accanto a lei.
Uomo: “Allora, tu sei una tipa single – vivrai qui da sola? Perchè io sto
proprio in fondo al corridoio e potrai dormire tranquilla sapendo che sono
l’unico altro essere umano ad avere una chiave di quella porta. (Le
sorride e tira le chiavi in aria). Pensaci mentre ti guardi intorno,
okay?”
Cordy guarda Doyle e fa un gran sospiro: “Okay, giusto per curiosità, hai
detto che conosci un tizio?”
Doyle: “Finalmente. Cos’avete tu e Angel? Dovete fare tutto nel modo più
difficile.”
La scena passa a Angel che si aggira nell’appartamento di Doyle. Il
demone Kailiff gli mette un braccio intorno al collo da dietro.
La scena passa a una signora in tailleur che fa entrare Cordy e Doyle
in un appartamento ammobiliato.
Cordy: “Oh caspita. Hai mai visto qualcosa di così bello?”
Doyle guarda le spalle di Cordy: “No, niente.”
Cordy si guarda intorno: “E’ perfetto. Davvero, davvero, è semplicemente –
perfetto. (Guarda nella stanza da letto.) Qui è meraviglioso. (Alla
signora.) Cosa c’è che non va in questa casa?”
Signora: “Non c’è niente che non va. Il proprietario precedente ha
interrotto il contratto la settimana scorsa. Non so neanche come avete
fatto a venirne a conoscenza. (Cordy sorride a Doyle.) E’ un vero affare,
e i mobili sono inclusi nel prezzo. Pensa che la prenderà?”
Cordy: “Io – una volta avevo queste cose. Io – ero …”
Signora: “Penso che sia il suo giorno fortunato.”
Cordy: “Una volta avevo anche quelli.”
Doyle: “La prenderà.”
Lady: “Vado a preparare il contratto.”
Cordy indica una parete: “Prima chiami qualcuno per buttare giù quel
muro.”
Doyle: “Credevo avessi detto che era perfetto.”
Cordy: “Sì, e parte della sua perfezione è che ci sia un piccolo dettaglio
che posso sistemare.”
Doyle: “Sarà per questo che mi trovi così affascinante.”
Cordy ride: “Oh caspita, adoro il mio appartamento. Il tuo amico ha
trovato il posto perfetto. (Abbraccia Doyle.) Adoro anche il tuo amico!”
Doyle: “Sì, beh, è stata una giornata proficua, credo. Io mi occupo del
tuo problema; Angel si occupa del mio. Nel complesso le cose vanno
abbastanza liscie.”
Cordy gli afferra il braccio e lo trascina fuori: “Sì! E io mi posso
trasferire subito.”
Mentre escono la sagoma di un volto sporge dalla parete che Cordy vuole
abbattere.
La scena passa al demone Kailiff che lancia Angel contro un muro
nell’appartamento di Doyle. Angel si gira, afferra il demone e lo sbatte
contro il muro.
Angel con volto da vampiro: “Il mio nome è Angel, e il tuo?”
Il demone grugnisce e Angel gli sbatte nuovamente la faccia contro il
muro.
Demone: “Griff.”
Angel: “Iniziamo bene. Per chi lavori?”
Griff: “Non mi ha dato il biglietto da visita. (Angel lo getta a terra.)
Non so il suo nome, mi fa solo avere gli ordini.”
Angel: “Puoi portargli un messaggio?”
Griff: “Sì.”
Angel con il volto umano tira su il demone.
Griff: “Mi lasci andare?”
Angel: “No, ti lascio alzare. Ti hanno mandato per prendere dei soldi a
Doyle?”
Griff: “All’inizio. Ma non ho visto nessu soldo. Per cui ora Doyle è
morto. Un messaggio per gli altri.”
Angel: “E il tuo boss non riceverà mai i suoi soldi. Un messaggio un po’
costoso se ci aggiungi il tuo stipendio.”
Griff: “Le mie tariffe sono molto vantaggiose.”
Angel: “Posso fare in modo che Doyle ti paghi. Hai la mia garanzia.”
Griff: “Ho visto quello che ho visto, vero? Tu sei un vampiro. Come mai
aiuti un piccolo demone mezzosangue?”
Angel: “E’ una buona offerta. Dovresti accettarla. Diversamente mi farai
venir voglia di combattere ancora. Se sei fortunato durerai 10 minuti. Se
sei molto fortunato sverrai negli ultimi 5.”
Griff: “ Se Doyle paga, è al sicuro.”
Angel: “Grazie. E’ stato bello incontrarti.”
La scena passa a Cordy che dorme nel suo nuovo appartamento. La radio
sul suo comodino si accende e passa a 1400 AM.
Radio: “Ferisci sempre quelli che ami, quelli che non dovresti ferire per
niente.”
Alcuni dei cassetti nel comò si aprono e si chiudono.
Una voce sussurra: “Cosa pensi di fare qui? Non saresti mai dovuta
venire.”
Un cassetto si chiude sbattendo e Cordy si sveglia.
La scena passa all’appartamento di Angel: “Devo pagare? Amico, avrei
dovuto occuparmene personalmente. Voglio dire, non ho i soldi. E non si
può cavar sangue da una rapa.”
Angel: “Possono cavare il sangue da te. C’è una taglia sulla tua testa,
Doyle, non gli interessavano più i soldi.”
Doyle dopo un istante: “Grazie amico, probabilmente mi hai salvato la
vita.”
Angel: “Posso chiederti una cosa? Perchè vivi così?”
Doyle: “ Perchè non dovrei vivere così? Voglio dire, cosa c’è di
sbagliato? (Angel lo guarda e Doyle sospira.) Sì, beh, forse, è il genere
di vita che ti impedisce di sognare troppo. Mi sembra che tu lo possa
capire.”
Angel: “Sì.”
Doyle: “Già.”
Angel: “E’ solo che non capisco perchè sia importante per te. Questo tipo
di vita, diciamo che mi ha scelto. Tu non ci sei costretto. Cos’è
successo?”
Doyle: “Non preoccuparti, OK? E le cose non sono tutte tristi a Doyle
City. Voglio dire, ci sono dei lati positivi, come Cordelia. Cioè, adora
quel posto, amico. Mi sarà grata per molto, molto tempo.”
La scena passa a Cordelia seduta sul letto, terrorizzata. Spegne la
radio e cerca di accendere la lampada accanto al suo letto. Non funziona.
Fa per prendere il bicchiere d’acqua che c’è sul comodino e questa
comincia a bollire. Il suo letto inizia a levitare.
Cordy: “Sapevo che era troppo bello per essere vero. Lo sapevo! Sono di
Sunnydale, non mi spaventi sai! Non mi spaventi. Non mi spaventi. Nemmeno
un po’.”
La scena passa al mattino. Cordelia è ancora seduta sul tuo letto che
levita, ondeggia avanti e indietro abbracciando un cuscino.
Improvvisamente il letto cade a terra.
La scena passa a Cordy, vestita, che si guarda allo specchio.
Cordy: “Mattino luminoso e splendente. Non c’è niente che non va qui.”
Mentre lei guarda altrove lo spettro grigio di una vecchia signora compare
sullo specchio accanto al suo riflesso ma Cordy non lo nota.
Cordy entra nel soggiorno e allontana una sedia dal muro. La sedia torna
al suo posto. Cordy la tira più forte e la sedia va a sbattere contro il
muro, una delle gambe si rompe. Cordy si allontana dalla sedia e la corda
della tenda le si avvolge intorno al braccio. Lei salta via con un urlo.
Cordy: “Sai una cosa? Ho capito. Sei un fantasma. Sei morto. Complimenti!
Ora vai oltre! Vedi una luce là? Vai verso di essa, ok? (il vento inizia a
lanciare pezzi di carta in faccia a Cordy) Uh, vento freddo, che paura!
Cosa farai adesso? Mi farai morire di freddo? Che altre armi hai?”
Qualcuno bussa alla porta e Cordy sussulta.
Angel da fuori: “Cordelia, ci sei? (Cordy fissa la porta) Cordelia!”
Cordy va ad aprire la porta esitando. Doyle e Angel sono lì fuori.
Angel ha in mano un vaso con un piccolo cactus: “Cactus – regalo di
benvenuto.”
Cordy: “Oh, ciao, grazie.”
Doyle cerca di entrare e Cordy lo ferma.
Cordy: “Guarda, sto ancora cercando di sistemare tutto proprio come mi
piace. Magari fra un giorno o due, okay?”
Doyle la spinge di lato: “Il posto ha un aspetto favoloso. Ti preoccupi
troppo. (Vede la sedia rotta.) Non so cos’avessi contro quella sedia,
comunque.”
Cordy guarda Angel ancora fuori dalla porta: “Oh, giusto, non puoi
entrare. (Angel entra) Aspetta! E la regola?”
Angel: “Hai detto che quando avresti avuto una casa sarei stato invitato.”
Cordy: “Cosa? Non avevo neanche una casa allora. Queste regole sono un
casino. (Vede Doyle che tira la corda della tenda) Oh mio dio, non
toccarla!”
Doyle chiude le tende: “Le sto solo chiudendo, così il nostro capo non
andrà in fiamme, se per te va bene?”
Cordy: “Sì, penso di sì.”
Angel si guarda intorno: “E’ carino. Ci fai fare un tour?”
Cordy indica diverse direzione: “Uh, ehm, lì c’è la cucina, il soggiorno,
quel muro lo voglio abbattere. E questo è più o meno tutto. Oh, e grazie
per il cactus.”
Un paio di forbici volano nell’aria verso la schiena di Angel e Cordy le
afferra prima che qualcuno se ne accorga.
Angel: “Non posso credere che tu possa permetterti questo.”
Cordy mette il cactus su un tavolino e apre il cassetto per metterci le
forbici. Improvvisamente la parte superiore di questo assume la forma di
un volto per un momento. Cordy chiude il cassetto sbattendolo.
Cordy a Angel e Doyle: “Scommetto che voi due vorrete mangiare. C’è un bel
locale lungo la strada. (Uno dei trofei sulla mensola dietro ai ragazzi
vola verso il collo di Doyle e Angel lo afferra). Quel coso continua a
cadere da stamattina. Credo che ... che la mensola sia storta.”
Doyle: “Quel coso puntava al mio collo!”
Angel guardandosi intorno: “Cosa sta succedendo?”
Cordy: “Okay, avete ragione. Non è la mensola. E’ un trofeo molto, molto
cattivo.”
C’è un suono e la parola “muori” compare sul muro dietro Cordy come se il
sangue trasudasse dall’interno.
Doyle: “Santo cielo.”
Angel a Cordy: “Vieni.”
Cordy: “Non voglio rinunciare a questo appartamento.”
Angel: “E’ infestato.”
Cordy: “Ha l’affitto basso!”
Doyle: “Cordy, c’è scritto ‘muori’!”
Cordy: “Hey, magari non è finito. Magari dice ‘dieta’. [gioco di parole
intraducibile] E’ amichevole. Forse un po’ severo. (A Angel) Non lo
lascerò. E’ perfetto e bellissimo. E’ il posto giusto per me. Ne ho
bisogno!”
Angel cercando di portarla fuori: “Non hai bisogno di questo. E’ solo una
casa. Tu sei più di questo.”
Cordy: “Come? Come è possibile che io sia più di questo?”
Doyle: “Lo possiamo ripulire. Beh, possiamo provare, no? Mettere il
fantasma a riposare?”
Cordy ad Angel: “Possiamo?”
Angel: “Possiamo provare. Ma adesso ce ne dobbiamo andare. Ci penseremo in
ufficio.”
Cordy: “Okay. (Mentre i ragazzi cercano di spingerla fuori dalla porta lei
si gira e grida nell’appartamento) Ascolta bene, Casper, non hai vinto
niente qui! Morirò prima di rinunciare all’appartamento, capito? Morirò!”
Angel e Doyle la portano fuori e la porta si chiude.
Voce amichevole della vecchia signora: “Va bene cara, se pensi che sia la
soluzione migliore.”
La scena passa all’ufficio di Angel.
Doyle al computer: “Ci sono un sacco di cose qui sull’edificio. Appalti
per la costruzione, ispezioni cittadine.”
Angel: “Inquilini. Abbiamo bisogno di gente che abbia vissuto là.”
Cordy mentre versa del caffè: “E che sia morta là. Questi sono gli
ingredienti per i fantasmi, giusto?”
Doyle: “Sì, sì. Non è facile, sai?”
Angel va accanto a Cordy: “Sai, quello non è proprio un posto dove
vivere.”
Cordy: “No, è di più, è bellissimo, e se lo perdessi sarebbe ...”
Angel: “Cosa?”
Cordy: “Sarebbe un’ulteriore punizione.”
Angel: “Punizione. (Cordy annuisce) Per cosa?”
Cordy: “Non lo so. Per quello che ero? Per tutto quello che ho detto
quand’ero al liceo solo perchè nessuno mi diceva niente? E poi è tutto
finito, e ho dovuto pagare. Oh, ma questo appartamento, potrei tornare ad
essere io. Fine della punizione, bentornata alla tua vita! Cioè, non posso
essere stata così cattiva da non meritarmi un posto come quello! E’
proprio come te!”
Angel: “Stai cercando la redenzione.”
Cordy con aria confusa: “Volevo dire perchè tu una volta avevi quel
maniero.”
Doyle: “Hey, ho trovato qualcosa! Signore e signori, abbiamo un morto. (Angel
e Cordy vanno verso di lui) La prima persona che abbia mai vissuto nella
tua casa: la signora Maude Pearson.”
Angel: “Come l’hai trovato?”
Doyle: “Il nome inciso sull’ingresso dell’edificio: Pearson Arms. Ho
controllato gli annunci mortuari per il nome Pearson e sono stato
fortunato. Pare che Maude Pearson abbia costruito la casa e ci abbia anche
portato un’unità. E nel 1946 è morta per attacco di cuore nel soggiorno di
Cordelia, all’età di 57 anni.”
Cordy: “Ecco! E’ lei!”
Angel: “Non so, non è una morte violenta. Voglio dire, di solito i
fantasmi ...”
Cordy: “E’ lei, ne sono sicura. Quel posto puzza di vecchietta, come ...
violette e crema per le mani.”
Doyle: “No, hanno trovato il corpo solo tre giorni dopo. Quindi penso che
alla fine non fossero violette lì.”
Cordy: “Questo è facile. Fantasma di vecchietta, probabilmente ancora in
giro perchè pensa di aver lasciato il ferro da stiro acceso. Troviamo un
bell’incantesimo di purificazione e facciamo questa cosa!”
Angel: “Beh, questo non è un incantesimo facile. Voglio dire, bacche di
biancospino e polmonaria e bile. Ci serve la bile. Non so se riusciremo a
trovare tutto.”
Doyle: “Io posso. Conosco questo tipo nel quartiere coreano, fa questi
incantesimi tutti i giorni. Posso chiedere la roba a lui.”
Cordy: “Oh, cavoli, un altro dei tipi di Doyle. Dimmi, è lo stesso tipo
che mi ha aiutata a trovare il mio appartamento deliziosamente infestato?”
Angel: “Doyle, vai! Trova quello che ci serve. (Doyle se ne va. A Cordy)
cercherò di trovare altre informazioni. Forse Kate può aiutarci. Tu
aspetta qui.”
Cordy con un sospiro: “Il fantasma di una vecchietta. Come mai Patrick
Swayze non è mai morto quando serve?”
Più tardi, il telefono squilla nell’ufficio di Angel.
La segreteria telefonica con la voce di Cordy: “ Angel Investigations.
Aiutiamo chi è senza speranza. Se è il tuo caso, lascia un messaggio. (Beep)”
La voce di Angel: “Cordelia, sei lì? Guarda, penso che possiamo concludere
questa storia.”
Cordy prende la cornetta: “Sono qui. Era ora che chiamassi. Hai trovato
qualcosa?”
Angel: “Vieni all’appartamento e vedremo cosa fare.”
Cordy: “Okay.”
Attacca il telefono e esce.
La scena passa a Cordelia che apre la porta del suo appartamento. Si
guarda intorno nella stanza scura e vuota.
La voce di Angel: “Cordelia, sono nella camera da letto.”
Cordy entra nella camera da letto: “Angel?”
Si gira intorno e sobbalza alla vista dello spettro di Maude Pearson.
Maude con la voce di Angel: “Hai ricevuto la mia chiamata.”
Cordelia scappa fuori dalla stanza. La porta dell’appartamento non si
apre. Il fantasma la fà volare all’indietro. Mentre si rialza Maude è lì
davanti a lei.
Maude con la sua voce: “Poverina. Non sei proprio adatta a stare qui,
vero? Peggio per te che non hai lasciato stare mio figlio.”
Cordy: “Tuo ... tuo figlio?”
La scena pasa alla stazione di polizia.
Kate mentre beve una tazza di caffè davanti al computer: “Vorrei poterti
essere d’aiuto.”
Angel mentre cammina: “Va bene così. Anche sapere quello che non è
successo è d’aiuto. Sai, eliminare le possibilità.”
Kate: “Adesso parli come un detective.”
Angel: “Io sono un detective.”
Kate: “Beh, vedi, i detective di solito hanno un curriculum e una licenza
e un cognome. Le star e il papa, queste sono le persone da nome unico.”
Angel: “Mi hai scoperto, sono un papa.”
Kate ride, poi si alza mentre un tizio arriva e le porge una cartella.
Tizio: “Ecco qua.”
Kate guarda la cartella: “Davis, sei meraviglioso! Grazie. (il tizio si
allontana e lei si siede di nuovo). Diamoci un’occhiata.”
Angel: “Caspita, non credevo aveste dei dati così vecchi.”
Kate:” Neanche io. Vediamo. Maude Pearson. C’è stata un’indagine sulla sua
morte. Okay, questo tipo, il detective Randall, pensava che la morte fosse
sospetta. I medici l’hanno definito attacco di cuore, ma sembra che ci
fossero dei problemi con il figlio. Era ... Dennis Pearson. Viveva con
lei. Litigavano parecchio.”
Angel: “Per cosa?”
Kate: “Per una ragazza. La sua fidanzata. A sua madre non piaceva. E
Dennis scappa di casa con lei il giorno in cui sua madre è morta ... che
coincidenza. I poliziotti non l’hanno mai preso.”
Angel: “Omicidio non vendicato.”
Kate: “Sembrerebbe di sì.”
Angel: “Non ci sono state altre morti nell’edificio da allora.”
Kate: “Hai visto, ho controllato. Nessun omicidio, neanche chiamate per
litigi domestici.”
Angel: “Non omicidi – suicidi. (Kate lo fissa) C’è un tipo di ... un tipo
di killer che lo fa.”
Kate: “Lo fa sembrare un suicidio. (Dopo un momento ritorna al computer e
inizia a scrivere). Sai che ci sono sempre dei segni.”
Angel si sporge sulla sua spalla e indica lo schermo: “Lì.”
Kate: “Margo Dressner ... 1959 ... e Jenny Kim, 1965 ... Natalie Davis
cinque anni fa. Tutte nello stesso appartamento. Questo non ha senso.”
Angel: “Devo fare una telefonata.”
La scena passa a Angel che telefona nella cabina nell’ingresso.
La scena passa all’ufficio di Angel. Il telefono suona mentre Doyle sta
entrando con in mano una scatola.
Doyle risponde: “Ah ... Angel Investigations. Speriamo che sia senza
speranza. No, aspetti, volevo dire ...”
Angel: “Sono io. Passami Cordelia.”
Doyle: “Non è qui. Aspetta un secondo, c’è un messaggio.”
Preme il tasto sulla segreteria: “(Voce di Angel) Cordelia, sei lì?
Guarda, penso che possiamo concludere questa storia. (Voce di Cordelia)
Sono qui. Era ora che chiamassi. Hai trovato qualcosa? (Voce di Angel)
Vieni all’appartamento e vedremo cosa fare.”
Angel: “Quello non sono io.”
La scena passa a Cordelia di fronte a Maude nel suo appartamento.
Cordy: “Con chiunque tu creda di parlare, non sono io. Io mi chiamo
Cordelia.”
Maude: “Oh, quello è il nome di una squallida passeggiatrice di provincia
che vuol sembrare meglio di quel che è. Non sei abbastanza per il mio
figliolo. Questa non sarà mai casa tua.”
Cordy: “Questa è casa mia. I miei amici verranno qui.”
Maude: “Tu non hai nessun amico. Perchè dovresti interessare a qualcuno?
Non interessi a nessuno. Tu non ti meriti di vivere qui. Non ti meriti
niente.”
La scena passa a Angel e Doyle in macchina lungo la strada.
Angel: “Avevi ragione riguardo al fantasma. E' la vecchia signora Pearson.
Ma non è morta di attacco cardiaco: suo figlio l’ha uccisa.”
Doyle: “Una vittima di omicidio?”
Angel: “Esatto. Piena d’ira e confusione. E’ per questo che ha ucciso
tante persone, non potrà riposare finchè non sarà scoperta la verità.”
Doyle: “Una fantasma piuttosto forte. (Controlla le cose nella scatola di
cartone sul sedile posteriore) Bile, avremmo dovuto prendere più bile.”
La scena passa all’appartamento di Cordy.
Cordy: “Me ne vado, per favore.”
Maude: “Oh, non penso proprio. (Un candelabro si infrange sul pavimento
dietro a Cordy) Sei inutile. (Spinge indietro Cordy) Non sei mai stata
gentile. (Un cavo esce dal punto in cui c’era il candelabro e si arrotola
attorno al collo di Cordy) Non sei mai stata intelligente. Sei una
sfruttatrice. (Il cavo rientra nel soffitto portando Cordy con sè) Non sei
niente. Tutti sarebbero felici se tu morissi.”
Cordy, cercando di liberarsi dal cavo che la strozza: “No.”
Maude: “Oh, avanti. Se a qualcuno importasse di te, saresti qui? La gente
ti ha permesso di finire qui perchè erano felici di vederti fallire.”
Cordy perde i sensi e Maude sparisce. La porta si spalanca e Angel e Doyle
entrano di corsa. Angel la solleva e Doyle le toglie il cavo dal collo.
Angel la stende sul sofa e lei inizia a tossire.
Cordy respirando affannosamente: “I mobili e il muro e il sangue, è lei
che lo fa, è lei che provoca tutto questo. Tornerà. E’ più forte di noi.
Mi conosce.”
Angel: “La possiamo fermare.”
Cordy piangendo: “No, no, non possiamo fermarla.”
Angel: “Ha preso contatto con te, giusto? Pensa che tu sia qualcuno,
qualcuno che incolpa per il suo omicidio. Cordelia, rispondimi.”
Cordy: “Io .. io ... io sto portando via suo figlio. Pensa che stia
portando via suo figlio.”
Angel: “Va bene. Suo figlio è quello che l’ha uccisa. Va bene, tu hai un
ruolo nella sua follia, questo ti da potere. Tu sei l’unica che la può
fermare. (A Doyle) Inizia il cerchio, io troverò l’incantesimo.”
Cordy continua a piangere mentre Doyle forma un cerchio con la roba che
era nella scatola. Carta e altri oggetti volano in giro mentre Angel
sfoglia un vecchio libro.
Angel: “Porta alla luce la verità. Lascia che il malvagio venga rivelato
cosicchè un’anima possa trovare il suo posto per l’eternità.”
Doyle, mentre oggetti piu’ grossi iniziano a volare: “Eccola che arriva.
Sa cosa stiamo facendo.”
Angel: “Abbiamo bisogno di Cordelia adesso.”
Doyle: “Cordy, alzati!”
Angel: “Adduce veritatum in lucem. Accipitat laura suam requiatam
reposcant anima suum regnum. Cordelia, entra nel cerchio e colpiscilo al
centro.”
Cordy singhiozzando: “Cosa?”
Angel la afferra per una spalla: “Dannazione. Sai cosa significa? Il
fantasma è in contatto con te, ti ha dato questo.”
Maude sussurra a Cordy: “A loro non importa di te. Vogliono che tu
fallisca. Sanno che sei una piccola puttanella volgare.”
Angel passa il libro a Doyle senza distogliere lo sguardo da Cordy:
“Doyle, recita.”
Doyle prende il libro: “Oh, amico, latino. Una di quelle lingue morte che
avrei sempre voluto imparare.”
Angel a Doyle: “V suona come W, pronuncia ogni vocale separatamente.”
Maude sta ancora sussurrando a Cordy.
Angel afferra Cordy e la scuote: “Tu sai cosa devi fare. Tu puoi fermare
tutto questo. Fallo!”
Cordy lo spinge via piangendo: “Non posso.”
Angel: “Guardati. Le permetterai di farti questo? (La afferra di nuovo)
Dannazione. Sei Cordelia Chase. Hai intenzione di stare lì come una
mammoletta? Alza le chiappe e sii forte!”
Cordy singhiozza: “Non posso, non posso!”
Angel: “Sei la persona più fastidiosa che io abbia mai visto. Muoviti
adesso!”
Cordy continua a piangere.
Angel si guarda intorno: “Non funzionerà.”
Doyle interrompe la recitazione: “E qui le cose si fanno insidiose.”
Angel, mentre gli oggetti continuano a infrangersi contro le pareti:
“Dobbiamo farla uscire di qui. Non è sicuro. Subito (Lui e Doyle afferrano
Cordy e la trascinano alla porta) Andiamo.”
La porta si apre e ci sono un uomo e due demoni Kailiff che puntano delle
pistole verso di loro.
Griff: “Nessuno si muova.”
I tre entrano nell’appartamento.
L’uomo, notando il disordine: “Cosa sta succedendo?”
Angel: “Hai detto che l’avresti lasciato pagare.”
Griff: “Ho mentito.”
Maude appare dietro i tre sicari: “Basta persone!”
Uomo: “Cos’è questo?”
Griff senza togliere gli occhi da Angel: “Ignorala. E’ solo un fantasma.”
Maude da dietro a Cordy: “Fuori!”
Ci sono oggetti che volano ovunque. Doyle toglie di mezzo Cordy mentre
l’uomo spara a Maude. Il proiettile la attraversa e rompe il muro che
circonda il camino.
Maude: “L’hai rotto!”
Angel inizia a combattere con Griff mentre l’uomo si gira e scappa.
L’altro demone tira su Doyle e lo minaccia con la pistola.
Doyle: “Guarda, pagherò. Veramente! Ho 5 dollari nel mio portafogli
proprio qui.”
Maude: “Questa è casa mia!”
Il cassetto della cucina si apre e i coltelli da macellaio iniziano a
girare. Angel dà un pugno a Griff e lo manda a terra, si rialza e vede i
coltelli.
Angel: “Coltelli!”
Doyle si abbassa e i coltelli si conficcano sull’altro demone. Cordy è
rannicchiata contro un muro. Griff si rialza e getta Angel sul sofà. Cordy
vola all’indietro nella camera da letto. La porta si chiude sbattendo
dietro di lei. Doyle salta sulla schiena di Griff.
La scena passa alla camera da letto.
Cordy che piange: “Me ne andrò. Mi dispiace che tuo figlio ti abbia
uccisa. Puoi tenerti l’appartamento. Fammi solo andare via.”
Maude: “E’ troppo tardi per questo.”
Cordy: “No.”
Maude: “Sai cosa succede adesso. I tuoi amici sono sporchi. Hanno rovinato
la mia bella casa.”
La scena passa a Angel che pesta Griff.
La scena passa alla camera da letto.
Maude: “Sapevo che avresti portato guai, fin dall’inizio. (Cordy si
accascia sul pavimento e singhiozza) Sono stupita che mio figlio non abbia
sentito su di te la puzza di povertà e fallimento. Ma io l’ho sentita.”
Cordy: “Mi dispiace.”
Maude: “Fai bene a dispiacerti, stupida piccola stronza.”
Cordy smette di piangere e lentamente alza lo sguardo su Maude: “Sono una
stronza.”
Maude: “Togli le lenzuola, preparati un cappio. Avanti. Presto sarà tutto
finito.”
Cordy lentamente si alza e guarda Maude negli occhi: “Io non sono una
frignona come la piccola Piangi-Buffy. Sono la ragazza più cattiva nella
storia di Sunnydale. Non accetto storie da nessuno.”
Maude: “Tu adesso ti preparerai un cappio e te lo metterai al collo.”
Cordy: “Stai indietro, Polygrip. Pensi di essere cattiva? Facendo la
perfida fantasmina? Prendendo in giro la povera patetica Cordy? Beh,
preparati a portare fuori di qui il tuo rugoso evanescente sedere, perchè
signora, la stronza è tornata.”
La scena passa a Angel e Griff che combattono.
La scena torna alla stanza da letto.
Maude: “Pensi che io possa accettare questo da un avanzo come te?”
Cordy: “Ti dirò cosa penso. Penso che tu ora farai i tuoi bagagli
fantasmatici e uscirai dalla mia diavolo di casa!”
C’è un lampo e Maude viene spinta all’indietro attraverso il muro.
La scena passa a Angel che lascia cadere Griff per l’ultima volta. Tutta
la roba che volava per aria improvvisamente cade giù. Nella calma che ne
segue, Cordy esce dalla stanza da letto.
Doyle: “Cos’è successo? Ce l’hai fatta!”
Cordy: “Sì, beh, mi ha fatta incavolare.”
Angel: “O forse hai trovato il suo centro.”
Cordy guarda in alto e i suoi occhi diventano bianchi.
Doyle: “Cordy! Cosa c’è che non va?”
Cordy raccoglie una lampada con il piedistallo di metallo e inizia a
demolire il muro che aveva sempre voluto buttare giù.
Angel: “Cordelia!”
Cordy continua a colpirlo e alla fine riesce a fare un buco che rivela uno
scheletro legato con delle corde. Maude urla.
Flashback al passato. Maude sta murando vivo suo figlio Dennis con mattoni
e cazzuola. La radio trasmette “ferisci sempre quelli che ami”.
Maude: “Guarda cosa mi fai fare, Dennis.”
Dennis: “Mamma, smettila.”
Maude: “E adesso come farai ad andartene, eh? Come farai a sposare quella
passeggiatrice adesso? Non sei niente senza di me.”
Dennis: “Mamma, non fare questo. Ti prego. E’ pazzesco.”
La scena passa a Maude che finisce di stuccare la parete.
Dennis con voce soffocata: “Oh, dio, mamma, non riesco a respirare. Per
favore. Mamma, fammi uscire. Per favore, mamma. Farò il bravo. Lo
prometto. Non me ne andrò. Mamma, per favore fammi uscire. Non riesco a
respirare. Fammi uscire!”
Maude appende un quadro sulla parete: “Questo fa male sia a te che a me.
Addio, Dennis.”
Maude fa un respiro soffocato e collassa per un attacco cardiaco.
La scena torna al fantasma di Maude che fissa lo scheletro di suo
figlio. Una luce bianca emana dallo scheletro.
Doyle: “Dennis, suppongo, e probabilmente non è molto contento di sua
madre.”
Maude: “Dennis, l’ho fatto per il tuo bene. L’ho dovuto fare. Ti avrebbe
fatto fare una vita miserabile. Mi dispiace! (la luce bianca si unisce e
va verso sua madre) Ti prego! Ti prego!”
C’e’ una grande folata di vento e la luce bianca cancella lo spettro di
Maude.
Cordy: “Sapevo che non mi piaceva quella parete!”
La scena passa all’appartamento di Doyle. Angel lo sta osservando
mentre aggiunge un lucchetto alla sua porta.
Doyle: “Ecco. Ora sono al sicuro.”
Angel: “Vivrai così?”
Doyle: “Non credo che aggiungere un lucchetto avrà un grande effetto sul
mio stile di vita.”
Angel: “Sai cosa intendo.”
Doyle: “Sì, ci potrebbero essere ... incomprensioni. Questo genere di
cose.”
Angel: “Sai che ti aiuterò.”
Doyle: “E te ne sono grato.”
Angel: “Ma presto o tardi me la dovrai raccontare.”
Doyle: “Cosa?”
Angel: “La storia della tua vita.”
Doyle sospira: “Ed è una bella storia. Piena di avventure licenziose e
belle damigelle di bassa morale ...”
Angel: “Doyle.”
Doyle: “Lo farò. Solo ... dammi tempo. (Sospira) Il passato non ti lascia
andare, vero?”
Angel: “No, non ti lascia mai.”
La scena passa a Cordy accovacciata sul sofà nel suo nuovo
appartamento.
Cordy al telefono: “Dio, Aura. Non posso credere di essermi persa le tue
telefonate! E’ quell’incompetente ragazza in ufficio. Ma le cose vanno
alla grande. Beh, il mio nuovo appartamento tanto per cominciare. La gente
famosa mi sta praticamente addosso. Sì, ho un coinquilino, ma è simpatico.
Non lo vedo mai. (La sua lattina di birra dietetica scivola lontano da lei
sul tavolino e lei mette una mano sulla cornetta) Hey, hey, fantasma
Dennis, rimettila a posto (La lattina torna a posto. Ad Aura) Tutto
sommato qui va tutto benissimo. (La TV si accende e Cordy mette nuovamente
una mano sulla cornetta) Dennis, quando sono al telefono, è il momento di
fare silenzio. (La TV si spegne) Grazie. (Ad Aura) Scusa. Allora, dove
eravamo? Dimmi cosa indossa la gente a Sunnydale. No! Beh, non ha mai
avuto buon gusto. (Ride) E’ così cattiva.”
FINE
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