La runione


Disclaimer: ovviamente non possiedo nulla, a parte Marianne, Manuela, Greg e Yeral. Qualunque cosa
riconosciate appartiene a Whedon e soci.
Timeline: 5° stagione di BTVS, 2° di ATS. Joyce è già morta, Angel si è ripreso dall’influenza di Darla,
ma non c’è stato nessun viaggio a Phylea. Glory è assente, dimenticatevi di lei.
Spoiler: ???
Rating: PG-13, direi.
Pairings: tra ricambiati e no… Angel/Buffy, Spike/Buffy, Faith/Angel, Spike/Drusilla, Kate/Angel,
Willow/Tara, Darla/Angelus. Forse accenni ad altri che dimentico al momento.
Dedica: a Maria più che a chiunque altro, per avermi tenuto per mano durante l’interminabile scrittura
di questa storia, sostenendomi con il suo affetto e la sua maggiore esperienza. E per essere
mia sorella, sempre e comunque con me. Grazie, sorellona, ti voglio un bene immenso.
Alla mia amica e omonima Ale, per il semplice fatto di esistere e farmi ridere. E per essersi
lasciata contagiare dalle mie infinite manie, anche se non questa.
Ad Andrea, che non leggerà mai questa storia, come non legge nessuna delle mie, ma che mi
ha paragonata a Faith e Drusilla, due dei miei personaggi preferiti.
A Franca e MargotJ, due delle mie autrici preferite, per creare continuamente nuovi sogni.
A tutti coloro che leggeranno la mia storia, ne siano o no soddisfatti. Mi avranno comunque
dato un po’ del loro tempo.
Nota: l’embrione di questa storia mi girava in testa da molto prima della puntata ‘Prodigal’ in ATS, e
ho deciso di fare finta di niente. Si può considerare un AU, direi.
Le frasi tra - …. - sono dialoghi telepatici.
 

La riunione


“Avanti, Buffy, smettila di fare quella faccia…Rivederlo non sarà la fine del mondo.”
“Ma non sarà neanche facile, e lo sapete benissimo. Quindi smettetela voi di tormentarmi, Willow! E poi ancora non capisco perché siate voluti venire anche voi.”
“Secondo te?” La voce più irritante che avesse mai sentito. Non sopportava quell’ironia che aveva sempre. Il proprietario della suddetta voce continuò, accendendosi una sigaretta: “Lo sai bene che la prudenza non è mai troppa, quando si tratta di voi due, cacciatrice. Insieme, siete peggio di una bomba a orologeria e nessuno di noi ha voglia di saltare in aria. Anche se Angelus potrebbe fare ben di peggio…”
Aveva a malapena finito che un pugno ben assestato lo prese dritto in faccia.
“Dacci un taglio, Spike! Se sei qui è solo per rompermi le scatole, e lo sai. Quindi piantala all’istante di atteggiarti a nobile paladino: è un ruolo che non ti si addice.” Lasciò perdere Spike e si rivolse a Willow. “Ma sei almeno sicura che sia proprio l’aiuto di Angel, quello che ci occorre?”
“Beh,” si intromise Xander “tu quanti vampiri conosci che abbiano l’anima, abbiano amato una cacciatrice, siano andati e tornati dall’Inferno e siano dalla parte delle forze del bene come dice quel testo? Ok, forse l’ultima affermazione è un po’ azzardata, ma le altre non lasciano molto spazio ai voli di fantasia, non credi? Ehi, lo sai come la penso su Angel, però pare non ci sia scelta. Che vuoi che ti dica? Sopporta.”
Prima che Buffy potesse replicare, e mandare Xander a quel paese, Willow intervenne: “Ok, ragazzi, siamo arrivati: l’Hyperion è quello. Non male, non vi pare?”
“Humpf, da quello c’era da aspettarselo…”
Suo malgrado, Buffy dovette dare ragione a Spike: quell’enorme albergo di inizio secolo era perfettamente consono ai gusti di Angel in fatto di abitazioni. Ricordava l’immenso palazzo in cui aveva abitato a Sunnydale, in cui avevano trascorso insieme tanti momenti, pervasi da quella struggente e malinconica dolcezza che li aveva sempre accompagnati lungo tutta la loro storia. Ricordava come, dopo che lui l’aveva lasciata, andandosene dalla città, aveva sempre accuratamente evitato di avvicinarsi a quel luogo, forse volendo convincersi di essersene dimenticata, forse per non essere costretta a ricordare…
O forse solo per cercare di eliminare il ricordo di Angel. Del loro amore.
Per non dover sentire il suo cuore accelerare, come impazzito.


“Bene, ci siamo. Voi che dite: sarà in casa?” chiese, per riuscire a smettere di pensare, e agire. Anche se questo significava avvicinare il momento di vederlo.
“Adesso ancora no, ma se gli dai un paio di minuti…” rispose Spike, accennando con la testa a una figura che si avvicinava all’entrata.
Angel.
Sempre uguale a sé stesso. Sempre vestito di scuro, con le mani in tasca, il passo ritmico e calmo che faceva ondeggiare il lungo cappotto che indossava. Sempre con quell’espressione pensosa e malinconica che gli aveva costantemente visto sul viso, che le provocava sempre una stretta al cuore.
Rimasero a guardarlo mentre camminava, indecisi se chiamarlo o meno, quando d’un tratto si fermò, voltandosi poi lentamente dietro di sé, anche se non si era udito alcun rumore.
Tuttavia, poco dopo, un ticchettio rapido di passi annunciò che era in arrivo qualcuno e improvvisamente, dal buio della notte, emerse una figura che lasciò tutti stupefatti.
Era una ragazza alta e snella, con una folta massa di lunghi capelli scuri sciolti nella brezza e dagli occhi ugualmente scuri, che risaltavano, profondi, in un viso pallido dagli zigomi pronunciati. Corpo e gambe perfetti, vestiti di una corta gonna in pelle nera, camicia in raso rosso scuro e di una giacca anch’essa corta, nera e in pelle come la gonna.
Si avvicinò correndo sulle sue lunghe gambe, i tacchi degli stivaletti che indossava che picchiettavano veloci.
Era verso Angel che si stava manifestamente dirigendo, con quel sorriso leggero sulle labbra, ed era lei che Angel stava altrettanto manifestamente aspettando, con un sorriso simile in volto.
Arrivata vicino a lui, la ragazza gli afferrò allegramente il braccio sinistro e, appoggiandogli la testa sulla spalla, lo fece voltare di nuovo verso l’entrata, ridendo di una risata così argentina e contagiosa da trasformare anche il sorriso indulgente di Angel in un’autentica, profonda risata che si unì alla sua, mentre sempre insieme varcavano la soglia dell’Hyperion.


Senza parole. Sbalorditi. Increduli.
Ecco com’erano.
Tutto potevano aspettarsi, demoni, vampiri e quant’altro, potevano concepire l’idea che Angel si rifiutasse di aiutarli, per quanto apparisse assai improbabile, potevano calcolare l’eventualità che fosse ferito o nei guai, certo.
Potevano pensare qualsiasi cosa.
Qualsiasi cosa tranne quella.
Angel e una ragazza….
Sembrava incredibile. Assurdo. Impossibile.
Eppure l’avevano visto coi loro occhi.
Istintivamente si voltarono tutti verso Buffy.
Vuota. Agghiacciata. Sconvolta al punto di non avere assolutamente nessuna espressione sul viso. Se avessero voluto paragonarla a qualcosa, l’unico oggetto che sarebbe venuto loro in mente sarebbe stato uno specchio infranto.
La videro deglutire. Riprendere lentamente un po’ di colore in volto.
“Andiamocene…” mormorò appena distintamente, prima di voltarsi e incamminarsi con una sicurezza che non poteva realmente avere.


Non era possibile. Non poteva essere vero. Non voleva che fosse vero.
Eppure non c’erano dubbi. Non potevano esserci dubbi.
L’aveva perso.
E si stupiva per quanto male le facesse quest’idea, visto che in fondo l’aveva perso già da tempo, da tanto tempo, e poi si dava della bugiarda, della stupida, dicendosi che non era vero, non lo era mai stato, che in qualche modo lui aveva sempre abitato le profondità più remote del suo cuore, quelle che solo lui era riuscito a spalancare, e lei aveva sempre saputo, no, creduto di sapere, che per lui era lo stesso, che nel suo cuore ci sarebbe sempre stato un posto solo per lei.
E invece….Che stupida era stata!
Che cosa pretendeva, maledizione? Prima o poi doveva succedere.
Angel era bello, dolce, forte…e indubbiamente affascinante: credeva che solo lei potesse accorgersene?
No, certo che no: ricordava come, a volte, quando uscivano insieme, le rare volte che vampiri e simili davano loro tregua, avesse notato gli sguardi di altre ragazze posarsi su di lui, evidentemente attirati dalla sua aria da bel tenebroso, ma ricordava anche che Angel non dava minimamente segno di accorgersene, come se tutte quelle ragazze non esistessero nemmeno.
Idiota! Credeva davvero che avrebbe pensato sempre a lei?
Dopo che era finita…Dopo che lei aveva trovato un altro, anche se poi si erano lasciati…Dopo che aveva evitato ogni contatto con lui…Dopo le parole che gli aveva detto, arrabbiata e ingiusta…
Sì, l’aveva creduto, in fondo.
Molto in fondo. Nel più profondo del suo cuore.
E adesso tutto era andato in pezzi.
E anche se sapeva che era giusto, che prima o poi sarebbe comunque accaduto, non poteva fare a meno di sentirsi distrutta.


“Hey, che fai? Scappi?” Spike. Spike, che aveva deciso di parlare per tutti.
“Non sono affari tuoi.” rispose, sapendo di mentire e neanche tanto bene.
“Lo sono eccome, visto che, disgraziatamente, abbiamo bisogno di quel tipo se vogliamo sopravvivere.” ribatté duramente il vampiro. “E questo lo sai anche tu, quindi i tuoi dolori mettili da parte. Che credevi, alla fine? Ti ha lasciata, non si è fatto frate! E non mi pare che tu abbia esattamente fatto voto di castità, no?”
“Spike, non credo che dovresti…cioè, Buffy, lo so che cosa provi, o almeno l’immagino, credo…però, ecco, in fondo voi due non state più…e, insomma, dopotutto…Lo so che sarà difficile ma…cerca di non pensarci, perlomeno adesso. Abbiamo bisogno del suo aiuto, non abbiamo scelta, lo capisci, vero? E, per quanto ti faccia soffrire, tu ti sei rifatta una vita, o ci hai provato: ne ha il diritto anche lui, non credi?” provò a intervenire Willow, come al solito cercando di smorzare i toni.
Tuttavia il suo intervento non migliorò l’umore di Buffy.
“Grazie, grazie mille! Come sempre il torto è mio, vero? E va bene, andiamo! Così possiamo dargli anche la nostra benedizione, visto come siamo tutti contenti per lui, povero piccolo!”
Passò in mezzo a loro come una scheggia, oltrepassando a grandi falcate lo spazio che la separava dall’entrata, e a loro non restò che seguirla.
Xander, rimasto indietro con Spike, ne approfittò per parlare un po’, evitando di esplodere: “Però! E bravo Angel! Noi ci preoccupiamo che sia nei guai e lo peschiamo in dolce compagnia…Comunque il ragazzo non ha cattivo gusto, quella tipa era uno schianto: meno male che non c’è Anya!”
“Altroché se era una favola!” confermò Spike di tutto cuore. “Due gambe che non finivano più! Ma che ci trova una così, in quello? Valle a capire, le donne…”
“Non avevo mai sentito ridere Angel, prima di oggi, credevo che neanche sapesse come si fa. Quella ragazza ha fatto un miracolo!”
Sarebbero andati avanti ancora per un pezzo se Buffy non avesse estratto dalla borsa uno dei soliti paletti per passarlo nella tasca della giacca.
“Hey, non vorrai mica impalettare Angel?? Sei ammattita?!”
“No, Will, non del tutto o non ancora. Ma voglio poter evitare scherzetti da parte della sua vampira, non si sa mai…”
“La sua cosa???” Xander spalancò gli occhi, mentre a Spike andava di traverso il fumo della sigaretta.
“Avete notato le sue gambe e non che è una vampira? Complimenti a tutti e due, specialmente a te, Spike: non riconosci neanche una collega?” sbuffò, prima di liquidarli definitivamente.
“Oh cavolo. Adesso sì che sono preoccupato!”
“Beh, non sei l’unico. A parte il fatto che non vorrei di nuovo avere a che fare con Angelus, specie dopo quello che gli ho combinato, non sarà facile tenere a bada la tua amica: è un bel po’ su di giri e non vorrei che facesse un’idiozia. Potrebbe costarci la testa.”
“Dici che Angel potrebbe…” Perfino Xander doveva riconoscere che era un’ipotesi azzardata.
“Ha fatto fuori Darla, no?” ribatté il vampiro. “E tra alti e bassi quei due erano stati insieme per oltre un secolo, mica tre anni. Chi ci dice che, se Buffy attaccherà la sua nuova ragazza, lui non le riservi lo stesso trattamento?”
“Non credo che Angel…”
“Oh, Angel magari no, lo ammetto…ma Angelus?” Spike fece una smorfia in risposta alla sua stessa domanda. “Io dico proprio di sì e poi, in ogni caso, ti ricordo che Darla l’ ha ammazzata Angel, non Angelus.”


Che razza di amici aveva?
Ok, passi per Spike che stava al mondo solo per essere il suo tormento personale, lui e le sue battute idiote, ma da Xander e Willow un po’ di appoggio se lo sarebbe aspettato, specie dalla seconda.
E invece no, anche su di loro si era sbagliata.
Così, eccoli lì che andavano a fare gli auguri a Angel e alla sua…non riusciva nemmeno a pensare ad un insulto abbastanza feroce e pesante per quella maledetta che si era presa Angel, il “suo” Angel, come lei aveva sempre continuato a considerarlo.
La odiava. E la odiava ancora di più perché, nonostante tutto, non riusciva ad odiare lui. E odiava anche sé stessa per quest’odio che non riusciva a provare. Che, si rendeva conto, non sarebbe mai riuscita a provare.


D’accordo, erano arrivati.
Davanti a loro c’era la porta dietro alla quale avrebbero trovato Angel.
Anzi, Angel e la sua ragazza.
Chissà che sarebbe successo.
Spike se lo chiedeva, non senza malignità.
A vederlo con un’altra, Buffy c’era rimasta di sasso e del resto anche lui stesso non se lo aspettava di sicuro di vedere Mister Tenebroso con una tizia che non fosse la cacciatrice, anche se a suo favore c’era il fatto che la tizia in questione era una vera fuoriclasse.
Strana, però, quella sensazione….come se non gli fosse del tutto estranea, come se gli ricordasse qualcuno…il che era assurdo: se avesse incontrato una bellezza simile non se ne sarebbe sicuramente dimenticato!
Intanto Buffy continuava a indugiare senza far niente, e con lei gli altri: non avevano per caso in mente di far giorno fermi come dei cretini davanti ad una porta chiusa?!
Come al solito sarebbe toccato a lui fare qualcosa.
Dopotutto era per quello che lo tenevano attorno: perché facesse quello che loro non avevano il fegato o lo stomaco di fare…
“Ok, vediamo di sbrigarci.” disse, e, prima che Buffy finisse di voltarsi verso di lui, bussò deciso alla porta di Angel.


Troppo tardi.
Ma perché Spike aveva bussato? Perché?
Lei non era ancora pronta. Non sapeva cosa fare, cosa dirgli…
Come reagire a quella ragazza…
Che cosa gli avrebbe detto? Che cosa lui le avrebbe detto?
Adesso che era davvero finita, che non era più suo…
E se l’avesse mandata via?…
E se fosse stata lei ad aprire? Cosa poteva dirle?
Sentì dei passi alla volta della porta.
Passi grevi e sicuri.
I passi di Angel.
Sempre più vicini.
Non c’era più tempo.
La porta si aprì.


“Cordelia, Wesley, non dovevate…Buffy? …Ti credevo a Sunnydale…come mai qui?”
Per un momento a Buffy sembrò di sprofondare nei suoi occhi scuri e sorpresi di vederla lì, alla sua porta. Dimenticò ogni cosa: quella ragazza, il perché erano lì…Esistevano solo il suo viso…la sua voce…L’autocontrollo che faticosamente era riuscita ad imporsi non poté impedire al suo cuore di accelerare di colpo, come ogni volta che lo vedeva o anche solo pensava.
“Possiamo…Possiamo entrare?” chiese, e immediatamente pensò a tutte le volte in cui lui le aveva rivolto la stessa domanda, con lo stesso tono sommesso e in imbarazzo, quasi intimidito, che aveva usato lei in quel momento.
Seppe di non essere stata l’unica a pensarci quando lui le rispose, accorgendosi solo allora degli altri: “Una volta ero io a fare questa domanda…” Sorrise, facendosi da parte. “Certo, entrate.”
Lentamente, a disagio, Willow con un sorriso tirato, Spike che non vedeva l’ora di fare qualche battuta delle sue e visibilmente deluso dell’indifferenza di Angel per la sua presenza accanto alla cacciatrice, Buffy con lo sguardo a terra, come peraltro il suo morale, lo seguirono in una grande stanza arredata in art déco con le pareti ricoperte di librerie stracolme di volumi.
“Però, ti sei sistemato bene, eh? Decisamente meglio della vecchia fabbrica.”
Angel fece un sorriso tirato. “O di una cripta. Non è un po’ antiquata, Spike?”
“E tu come lo sai…che io sto in una cripta? Mi spii? Credevo avessi di meglio da fare.”
“Infatti. Ma sono sempre disposto ad ascoltare chi ha qualcosa da dirmi. A proposito, come mai siete qui? C’è qualche problema?”
Le ultime parole erano rivolte a Buffy, ma lei non riuscì a rispondere: nello stesso istante in cui Angel finì di parlare, si sentì una voce chiara e calda provenire da dietro una porta che si stava aprendo.
“Che succede, Angel? Ci sono visite?”
Lei. Perfettamente calma e sicura di sé, appoggiata alla maniglia della porta che aveva richiuso alle proprie spalle. Il suo sguardo limpido e ironico scivolò su di loro, affatto turbato da quella intrusione improvvisa.
“Ma guarda…” continuò sorridendo. “La Bocca dell’Inferno è esplosa e noi non ce ne siamo accorti?”
“Credo di no .” le rispose Angel. “Non è il genere di evento che passa inosservato, non ti pare? Se non altro perché a quest’ora saremmo morti.”
Lei rise, scrollando i capelli come una puledra. “Perché, adesso cosa siamo, secondo te?”
Mentre parlava aveva attraversato la stanza, fino a raggiungere Angel e sedersi sulla scrivania accanto a lui, accavallando le gambe. Tutti quei movimenti erano stati compiuti con una grazia straordinaria, ma senza alcuna affettazione, naturalmente, quasi senza badarci, con la tranquillità che denota il possesso e la sicurezza.
A quella vista, Buffy sentì il sangue andarle alla testa e il gelo invaderle il resto del corpo: come si permetteva di comportarsi così? Come se tutto fosse suo, come se fosse in casa propria? Come osava ignorarli, come denunciava chiaramente la noncuranza implicita in ogni suo atteggiamento?
E perché Angel non le diceva niente? O meglio, perché aveva la sensazione che quei due comunicassero in ogni momento, ma ad un livello diverso e irraggiungibile? Perché le accadeva questo? Non era stato abbastanza il passato? Doveva ancora soffrire per lui?
Doveva andarsene. Doveva uscire di lì prima di esplodere.
O peggio, di scoppiare a piangere come una bambina.
Il suo viso si irrigidì, diventando una maschera di gesso: “Scusa. Non sapevamo avessi compagnia.Vuol dire che torneremo un’altra volta.”
“Sarebbe inutile, Buffy.” Come faceva, quella, a sapere il suo nome? “Probabilmente mi troveresti ancora qui.”
“Come, scusa?”
“Beh, sai com’è….io abito qui.”


Tombola!
La pupa era andata sul pesante….e a colpo sicuro, ci avrebbe scommesso. Che fosse vero o no, Buffy aveva ricevuto la botta in pieno, anzi: colpita e affondata.
Ricordò la conversazione avuta con lei a proposito di come avesse fatto fuori due sue predecessore e quello che le aveva detto sulla ricerca della morte da parte delle cacciatrici, di come fosse la sua voglia di vivere a permetterle di andare avanti….Fosse stato ancora William il Sanguinario, adesso avrebbe potuto far salire a tre il numero di cacciatrici mandate al Creatore con una facilità estrema, visto che, al momento, quella attuale non aveva voglia di vivere bastante nemmeno a farla respirare, dubitava persino che il suo cuore, ammesso che funzionasse ancora, riuscisse a mantenere il ritmo.
Certo che Angel era proprio un bastardo!
Come se non l’avesse già fatta soffrire abbastanza!
Doveva proprio darle il colpo di grazia con quella tizia?!
Eppure, più ci pensava e più si convinceva che quella signorina non la vedesse per la prima volta….persino il suo modo di fare, qualcuno glielo ricordava…
Il problema era: chi?


- Dici che ho esagerato? -
- Secondo te? Guarda che faccia…non mi stupisce, visto il tatto che hai usato. Se volevi divertirti, direi che hai abbondantemente passato il segno, non credi? –
- Ok, ok, calmati! Scusa, non sei contento? Vuol dire che è ancora innamorata di te, no? Dovrebbe farti piacere e invece ti incavoli! L’amore, puah! Ma come ti riduce, questa ragazzina? Vabbé che dopo quello che ho visto non dovrei più stupirmi di niente, perlomeno su questo, ma… -
- Ma si dà il caso che siano affari miei, chiaro? E adesso vediamo di rimediare a quello che hai combinato. -


Dopo la dichiarazione di quella ragazza, il silenzio era rimbombato nella stanza, senza che nessuno provasse nemmeno ad interromperlo. Niente di che meravigliarsi, considerato quello che avevano appena sentito.
Dal canto suo, Willow si sentiva un verme, e provava quasi la tentazione di trasformarcisi per l’eternità come la povera Amy-topo che non era mai riuscita a far tornare normale.
Povera Buffy…Poteva dire quanto voleva che quella con Angel era una storia chiusa, ma era evidente che non era affatto così, né lo sarebbe mai stato: lo aveva amato troppo, questo era il punto. Troppo per dimenticarlo definitivamente. Aveva sempre pensato che quel discorso fosse valido anche per Angel, forse ancora di più, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, conoscendolo.
E invece, a quel che sembrava, si era sbagliata.
Dio, quanto avrebbe voluto che Tara fosse lì con lei! Non aveva mai avuto tanto bisogno di lei, della sua forza, come in quel momento: Buffy stava male, e lei non sapeva che fare….
Istintivamente, volse lo sguardo da Buffy ad Angel: aveva visto, almeno, in che stato era la sua povera amica?? Probabilmente sì, a giudicare da come guardava la sua nuova fiamma.
Sembrava decisamente seccato, e fin lì andava bene.
Però non capiva perché, anche se non si erano detti nemmeno una parola, lei avesse la sensazione che stessero dialogando fra loro, senza che gli altri li sentissero. C’era qualcosa, nell’aria….
E non era la sola cosa strana.
Perché più guardava quella vampira e più aveva l’impressione di scorgere qualcosa di conosciuto, in lei? Quei lineamenti…soprattutto quegli occhi…dove li aveva già visti? A chi potevano essere ricondotti?
Mentalmente, staccò ogni dettaglio di quel volto dal contesto e, dopo qualche momento, la risposta le balzò davanti. E per quanto assurda e impossibile potesse sembrare, era l’unica che potesse dar loro qualche genere di spiegazione.


“Buffy, aspetta….lo so cosa pensi, ma…”
“No, Angel. Tu non sai che cosa penso, non puoi saperlo….” Un sussurro che solitamente sarebbe stato impossibile da udire, ma simile a un urlo nel silenzio glaciale della stanza. Il mormorio incredulo di chi ha appena sentito la propria condanna a morte. “E sai perché? Perché non lo so nemmeno io. Forse perché non sto pensando a niente…Perché non riesco a pensare a niente….” Stava lottando per ricacciare indietro le lacrime, che iniziavano a premere. “A parte, ovviamente, che non capisco perché non ci riesco…”
“Se accetti suggerimenti,” intervenne la vampira ancora sconosciuta con un sorriso smagliante. “ io un’idea ce l’avrei…Che ne dici di: gelosia a livelli fuori scala?”
Ingoiando di colpo tutte le lacrime che stava per liberare, Buffy si voltò di scatto verso di lei, gli occhi che mandavano lampi. “Tu stanne fuori! Casomai non l’avessi notato, questa è una conversazione privata, nella quale non sei inclusa! Quindi vedi di non impicciarti, se non vuoi che il tuo bel faccino si trasformi in un mucchietto di cenere, è chiaro?!” ringhiò minacciosa.
Onore al merito: bisognava ammettere che, chiunque fosse, la ragazza aveva del fegato, dal momento che non fece una piega. Si limitò ad alzare le spalle e a considerare, senza la minima emozione: “Veramente, sulla conversazione ‘privata’ ci sarebbe da ridire, visto il pubblico che avete e che non si perde una parola, a quanto credo…E per quanto riguarda il resto, certo, ci puoi provare, se ci tieni. Però non credo che sarà facile…”
“Adesso basta, Marianne!”
L’ordine era schioccato brusco in bocca ad Angel, cosa strana per uno che, come lui, si era sempre rivolto ad ogni ragazza, persino Faith, in modo pacato e sommesso. Doveva proprio esserci qualcosa di importante, fra loro, perché le parlasse in quella maniera. Intanto stava continuando: “Direi che per oggi ti sei divertita abbastanza. Vedi di piantarla, e subito: non ho voglia di discutere con degli amici solo per i tuoi giochetti.”
“Ok, ok, ho capito, messaggio ricevuto!” Con un salto scese dalla scrivania e si avvicinò a Buffy, tendendole la mano. “D’accordo, basta con gli scherzi, a quanto pare è ora che faccia la brava bambina.” Il sorriso adesso era aperto e calmo, innocente, senza alcuna traccia d’ironia o sarcasmo, come del resto la sua voce. “Che ne dici, sotterriamo l’ascia di guerra e ci sediamo a parlare da persone civili?”
“Tu non sei una persona. Sei una vampira. E l’unico metodo di conversazione con quelle come te è un paletto nel cuore, sono stata chiara?”
L’altra fece una smorfia, incrociando le mani dietro la schiena. “Chiarissima, piccola. Ma sfortunatamente è una minaccia che non mi fa alcuna paura.” Si rivolse nuovamente ad Angel, fermo al suo fianco: “Beh, non guardarmi così, io ci ho provato! E’ colpa mia se la tua ex, anziché parlare, vuole impalettarmi?”
La risposta le venne data con uno sguardo e un tono talmente affettuosi e indulgenti da smentirne le parole. “Confesso che in certi momenti sarei tentato di darle ragione…..Adesso, per esempio.”
La ragazza sgranò gli occhioni scuri. “Oh, ti prego, non dire queste cose….Così mi spezzi il cuore, fratellone!”
A quella parola Buffy si riscosse di colpo. “Come, scusa? Come… lo hai… chiamato?….”
Aveva un’espressione talmente buffa, un misto di incredulità, sorpresa e voglia di essere convinta, che quando Angel le rispose non riuscì a trattenere un sorriso. “Ti chiedo scusa a nome suo, visto che so che lei non lo farà mai. Mi dispiace per quello che ti ha detto: non voleva realmente ferirti, credimi.” Mentre parlava, aveva passato un braccio attorno alle spalle della ragazza, che gli stava vicina con l’aria di divertirsi un mondo.
“Lei…Lei ti ha chiamato….”
“Lo so. E aveva ragione a farlo. Buffy, ti presento Marianne, mia sorella minore.”


“Tua che cosa?!?”
“Lo sapevo, allora avevo ragione!” Con questa frase, Willow si guadagnò l’attenzione di tutti.
“Come sarebbe a dire che lo sapevi?” Buffy lanciò all’amica un’occhiata da incenerirla “Tu sapevi tutto e…”
La rossa si affrettò a mettere le mani avanti. “Nononono, calma, non fraintendere, io non ne sapevo niente, lo giuro, è solo che…”
“Che cosa, Will, sentiamo!”
“Ecco, è solo che Marianne – posso chiamarti così, vero? – mi sembrava vagamente familiare e così ho pensato a chi poteva somigliare delle persone che conosco e guardando i suoi occhi mi è venuto in mente che forse, visto che si assomigliano tanto, lei ed Angel potessero essere…sì, insomma, parenti. A quel che sembra, non avevo torto, vero?”
“Per tutti i diavoli!” esclamò Spike, strabiliato. “Ecco perché avevo la sensazione di averla vista da qualche parte! Ehi, aspetta un attimo! Ma siamo poi sicuri che sia davvero tua sorella? No, sai com’è, mi riesce difficile credere che un tale schianto possa essere tua parente. Non vedo molte affinità, tra voi.” concluse, scrutando gli interessati con aria sospettosa.
Angel e Marianne si scambiarono un sogghigno d’intesa, mentre Willow esclamava: “Altro che affinità! Più li guardo e più mi do dell’idiota per non averlo capito subito! Dai, ragazzi, guardateli bene, sono identici, come due gocce d’acqua! Per caso siete gemelli? No, Angel ha detto sorella minore…”
“Infatti, Willow. Io ho esattamente quattro anni meno di lui, anche se, una volta passati i duecentoquaranta, direi che non faccia molta differenza, non ti pare?” fece notare Marianne alzando le spalle.
“Io ancora non sono convinto!” sbottò Xander. “Chi ci dice che non sia tutta una balla? Anche perché io continuo a non vedere affatto tutta questa somiglianza che dici tu, Will.”
Nuova occhiata fra i due, e Marianne riprese la parola: “La cosa non mi stupisce, Xander. A quel che so, faticheresti a credere a qualsiasi cosa dicesse Angel, fosse anche che la terra gira intorno al sole. E in ogni caso, è normale che non abbiate notato alcuna somiglianza, tra noi: sono in pochi ad accorgersene.”
“Come sarebbe a dire? E’…è evidente, il colore dei capelli e degli occhi, il taglio stesso degli occhi, la forma della bocca, il naso dritto, gli zigomi pronunciati…” elencò Willow tutto d’un fiato, animandosi. “Certo, i tuoi lineamenti sono più fini e delicati, mentre quelli di Angel più marcati e decisi ma…accidenti, è impressionante! Si direbbe quasi di…”
“Di cosa, Willow? Avanti, dì pure quello che volevi dire, non preoccuparti di quanto assurdo possa sembrare. Credo che tu abbia colpito nel segno.” Stavolta l’incoraggiamento venne da Angel.
“Beh, ecco…” Willow esitava, incerta se continuare o meno: già avevano faticato ad accettare che quei due fossero fratelli, adesso l’avrebbero presa per matta. “Quel che intendevo è che questa somiglianza così forte fa un po’ impressione, perché…in un certo senso è come avere davanti due versioni della stessa persona, quella maschile e quella femminile, ma che in realtà queste due figure siano, appunto, un’unica persona, solo…”
“Raddoppiata, divisa, e uguali, opposte e complementari.” esclamarono contemporaneamente
Angel e Marianne.
“Ti dice niente questa definizione, strega?” domandò poi Angel.
“Raddoppiata, divisa…Aspetta,c’è qualcosa che…”
“Che ne diresti di: Gemelli di Azriel? Ti ricorda nulla?”
Qualunque cosa Willow volesse dire, fu bruscamente interrotta dall’urlo di Buffy: “Adesso basta!! Se non vi spiace, qui ci sono delle altre persone che gradirebbero capirci qualcosa, quindi vedete di parlare chiaro e non per enigmi! E tanto per parlar chiaro: Angel, perché non ci hai mai detto di avere una sorella?”
“Chissà come mai, ma ho la netta sensazione che questa frase, in originale, avesse un ‘mi’ anziché un ‘ci’: che strano, vero?” sorrise sardonica Marianne. “Comunque, io non ho niente da nascondere, anche se prima mi sono divertita a prenderti in giro, e nemmeno mio fratello, purtroppo per quei due maschi pettegoli che ti sei portata appresso. Come dicevo prima, possiamo sederci e parlarne da persone civili: visto che ora hai un’ottima spiegazione, tra l’altro piuttosto rassicurante, sulla mia presenza qui, spero che stavolta la risposta sarà diversa.”
I ragazzi si sedettero, ma era evidente la loro tensione, perfino da parte di Willow che continuava a rimuginare, mentre Spike cercava di darsi un tono girellando davanti ad una libreria e guardando i volumi che conteneva, cosa che, in condizioni normali, non avrebbe mai fatto.
“Ottimo. Qualcuno desidera qualcosa da bere?”
“Se non è avvelenato, un bourbon non mi dispiacerebbe.” borbottò Spike.
“Tranquillo, Spike,” rispose Angel “in questa casa l’ospitalità è sacra, anche nei confronti degli ospiti indesiderati come te.”
Come ebbe finito, Marianne volse la testa all’indietro, in direzione di un mobiletto: le ante si aprirono e una bottiglia ed un bicchiere ne uscirono, fluttuando verso di lei. Quando le arrivarono vicini prese in una mano il bicchiere e nell’altra la bottiglia, la guardò, e il tappo di questa cominciò a girare da sé fino a svitarsi completamente, alzandosi poi in aria, dove rimase sospeso mentre la vampira versava il liquore nel bicchiere, e tornando al suo posto non appena ebbe finito.
“Non ti ho chiesto come lo volevi, Spike. Spero che liscio vada bene.”


- Allora, che te ne pare? Direi che ho fatto colpo. –
- Vuoi dire che il tuo spettacolino lo ha fatto. A proposito, lo hai improvvisato o era premeditato? –
- Mi è sembrata un’idea simpatica per entrare in argomento, e piantala con l’ironia: se avessi voluto, avrei benissimo potuto continuare a tormentare la tua cara Buffy senza problemi e tu non ci avresti potuto fare niente, quindi mi devi un favore. Le ho impedito di cavarti gli occhi o, più probabilmente, di suicidarsi. A proposito, sei sicuro di non stare ancora con lei e non avermi detto niente? La sua reazione non mi sembrava esattamente da ex. –
- Smettila con queste stupidaggini e dai a Spike il suo bourbon: con un po’ di fortuna gli andrà di traverso. –
- Alla faccia dell’ospitalità sacra! Non sarai per caso geloso di lui? Ti prego, sarebbe troppo divertente! –
- Non sono affatto geloso, semplicemente non lo sopporto. Come è sempre stato reciprocamente. –
- Incompatibilità di carattere e gelosia da parte di entrambi, e complesso d’inferiorità, peraltro ampiamente giustificato, da parte sua: mi meraviglio che non vi siate ancora presi a pugni! –
- Meravigliati quanto ti pare ma finiscila di punzecchiarmi. Avremo abbastanza da spiegare tra poco per aver voglia di discutere anche fra noi. –
- Evviva la solidarietà di famiglia! Ok, fratello, iniziamo la sarabanda: ho idea che ci divertiremo. Almeno io, di sicuro. Per quel che ti riguarda…beh, auguri! -


“Che io sia…Cosa diavolo…”
“Telecinesi! E ad un livello piuttosto alto, anche!”
“Esattamente, Willow: telecinesi, niente di particolare. Un semplice trucchetto che piace molto a mia sorella. Non può fare a meno di mettersi in mostra.”
“Tanto prima o poi avremmo dovuto parlarne, quindi perché non fare un piccola dimostrazione? Ce l’avrebbero chiesta in ogni caso, più tardi, io l’ ho solo anticipata. Il tuo bourbon, Spike.” Così dicendo, il bicchiere si staccò dalla sua mano e fluttuò verso Spike, che lo afferrò con una certa cautela.
“Strano che, con la vita che fate, vi sorprendiate ancora per cose semplici come questa. E’ quasi tenero, direi.”
“Intenerisciti pure, non ho niente in contrario, ma intanto potreste gentilmente darci qualche spiegazione? Ad esempio da dove spunti fuori tu o perché Angel non ha mai detto una parola su di te?”
“Capisco che ti secchi che quello che una volta era il tuo ragazzo non ti abbia detto di avere una sorella ma, tralasciando che Angel non è certo una delle persone più loquaci al mondo, se non l’ ha fatto aveva un ottimo motivo: non sapeva di averla.”
“Cosa?? Angel non…sapeva di te?”
“Lo sapevo benissimo, invece, Marianne si è spiegata male: io sapevo di aver avuto una sorella, quello che ignoravo era di averla ancora. In parole povere, non sapevo che fosse ancora viva.”
“Già, e sono pronto a scommettere che avevi un ottimo motivo per crederla morta… vero, Angelus?”
A questo commento di Spike un’ombra passò sul viso di Angel, venandolo di una tristezza e di una disperazione ancora più marcate del solito. La sua espressione si incupì, gli occhi divennero ancora più profondi, pozze senza fondo ricolme di orrore e di vergogna.
Tuttavia prima che chiunque potesse aggiungere altro, Marianne intervenne: “Ottima deduzione, Spike Holmes… in effetti, dopo duecentoventi anni sarebbe anche logico pensare una cosa simile, non credi?” Il tono era sarcastico e sprezzante, duro. “Tuttavia presumo tu volessi intendere altro. In questo caso, non ci sono comunque problemi: sì, è stato mio fratello ad uccidermi, vale a dire a fare quello che, con ogni probabilità, avrei fatto io se le parti fossero state invertite. Potrei dire che questi sono affari tra me e lui, ma visto che volete delle spiegazioni….”
“Scusa, ma io non capisco ancora. Se Angel ti ha vampirizzata, perché non sapeva che tu fossi ancora…diciamo, in circolazione?” domandò Willow.
“Non ho detto che mi ha vampirizzata, solo che mi ha uccisa. E tutto sarebbe finito lì, in teoria, solo che, dopo di lui, è passata Darla a completare l’opera. Così eccomi qui.”
“Darla non mi ha mai raccontato di averlo fatto, e così io ho sempre pensato che Marianne fosse morta e basta.” concluse Angel.
“Il che spiega perché tu non sapessi di lei…” mormorò Buffy. Poi si rivolse alla ragazza, con uno sguardo carico di sfida e rimprovero: “Ma tu? Tu che scuse hai per non esserti presentata da lui? Tu sapevi che lui era vivo: perché non hai mai cercato di incontrarlo? E poi, dopo che ha riavuto l’anima, non hai pensato a quanto poteva star male al pensiero di averti uccisa? O forse non te ne fregava nulla? Già, in fondo cosa vuoi che importi a quelli come te delle sofferenze altrui…vi fanno solo piacere!”
“Ehi ehi ehi, stiamo calmi! Scusa, piccola, prova a metterti un po’ anche nei miei panni, oltre che in quelli di mio fratello, se non ti spiace. A parte che non so ancora perché diavolo Darla mi abbia trasformata, ma lasciamo perdere…a parte questo, per rispondere alla tua domanda, ti faccio notare che la reputazione di mio fratello, prima che gli venisse restituita l’anima, non era certo delle migliori, persino per i larghi standard vampireschi. Era chiamato La Piaga d’Europa, il compagno di Darla, la favorita del Maestro, e in quanto tale assai vicino a quelli che potevano essere chiamati i vertici del potere. Anche i vampiri più anziani, e il Maestro stesso, avevano un certo rispetto per lui, che oggettivamente era solo un novellino, parlando d’età, anche perché aveva fama, peraltro assolutamente vera, di non farsi il minimo scrupolo a far fuori i suoi stessi simili, qualora gli dessero fastidio. Questo il quadro prima della maledizione.”
“In altre parole, avevi paura di lui.” ghignò Spike.
Marianne rimase imperturbata da quell’insinuazione. “Non esattamente. Diciamo che non vedevo l’utilità di scatenare una rissa senza motivo. Avevo altro da fare, e tutta l’eternità davanti a me: c’era sempre tempo per giocarsi tutto in una partita che poteva finir male in ogni caso, sia che vincessi o meno. In un caso sarei morta definitivamente, nell’altro avrei perso un avversario interessante. No, non c’era bisogno di scontrarsi, come certamente sarebbe successo se ci fossimo incontrati, era più ragionevole vivere e lasciar vivere, e ascoltare quello che altri mi dicevano sul conto di Angel, o eventualmente assistere di persona, ma non certo in prima fila.”
“Ma nessuno ha mai pensato a un legame fra voi? Anche solo quelli a cui chiedevi informazioni…”
“Se l’ hanno fatto, non hanno certo pensato ad una parentela. Al massimo avranno creduto che fossi l’ennesima spasimante di Angel, o qualcuna che volesse saperne di più su quella che si sarebbe potuta definire una celebrità, fra di noi.”
“Ma la somiglianza…”
“Per favore! Non l’avete notata voi, vedendoci insieme, volete che la notassero dei cretini qualunque, senza rapporti con entrambi, che ci vedevano per poco e sempre separati? Non fatemi ridere!” sbuffò la vampira.
“Hai ragione. Vai avanti.”
“Bene, ho già spiegato perché non mi sono subito fatta vedere da Angel. Poi, come sapete, lui fu maledetto e quasi subito se ne perdettero le tracce, visto che era sparito. Il punto era che le notizie su questo fatto tutto erano tranne che chiare, e io sono piuttosto curiosa. Così, decisi di andare in Romania., per saperne di più. Solo che lì feci lo stesso errore suo: vale a dire, morsi il collo sbagliato, quello di un Kalderash. Incredibile a dirsi, la sua tribù colse il collegamento fra me ed Angel e mi riservò lo stesso trattamento che aveva usato con lui, il Rito dei Morti Viventi, la maledizione che restituisce l’anima ai vampiri.”
“Come hai detto? Vuoi dire che…anche tu…” Buffy era rimasta quasi tramortita da quell’ennesima rivelazione.
“Mi spiace per te, che di sicuro preferiresti avere un buon motivo per impalarmi, ma hai capito benissimo, cacciatrice: esattamente come mio fratello, ho anch’io la mia anima.” Sorrise ironica, dal bracciolo della poltrona di Angel. “Per quello che può valere.”


Pazzesco!
Per non dire assurdo e inconcepibile!
Dopo l’innamorarsi di una cacciatrice, e proprio di Buffy, come cacciatrice, questa era la cosa più folle che potesse pensare: prima Angel risultava avere una sorella, poi la sorella di cui sopra si rivelava non solo uno schianto, matta da legare, con un caratterino assai pepato e telecinetica, ma anche fortunata (se così si può dire) detentrice di un’anima.
Come se non ne fosse bastato già uno, in famiglia!
A suo credito bisognava dire che, sempre che quella dell’anima non fosse la balla del secolo, lei doveva averla presa molto meglio del fratello. Non sembrava proprio il tipo da battersi il petto gemendo sui suoi peccati e tantomeno il tipo che cerca di espiarli. Sembrava piuttosto che accettasse il passato nel bene e nel male e si concentrasse sul futuro: ottima idea, avrebbe dovuto suggerirle di dare un paio di lezioni a qualcuno di sua conoscenza, magari gli avrebbero fatto bene…e questo era un ottimo motivo per non suggerirle un accidente.
Ma porca miseria!
Doveva proprio essere sua sorella?!
Seeee…figurarsi se Angel si era messo con qualcuna!
Figurarsi se si era scordato di Buffy! Sarebbe stato troppo bello!
L’Angelo Caduto che si mette quella sua stradannatissima anima in pace, trova qualcuna con cui stare, si dimentica della cacciatrice ed esce una volta per tutte dalla sua vita e soprattutto dal suo cuore, in modo da dare a lui una possibilità……Ma per favore!!
Più scemo lui a credere a una simile idiozia!
E dire che, a centoventisei (o erano centoventisette? Beh, in fondo che importava?…) anni suonati, si presume di essere abbastanza grandi da non credere più alle favole!!
Meno male che, almeno, il bourbon che gli avevano dato era di prima qualità…….


Come, pure lei?
Ma cos’era, una tara di famiglia?
Tutti vampiri e con l’anima, a casa loro?
E questa era pure telecinetica o come cavolo si dicesse quel che aveva fatto!
Ma che razza di famiglia era?
Oddio, già il fatto che fosse una famiglia……
Non che la parte femminile di detta famiglia non fosse degna di nota, anzi, altro che nota, un’intera orchestra a dimenarsi, ci sarebbe voluta (calma, Xander, ricorda che: primo, è la sorella di Angel e qualcosa in comune con lui ce l’avrà anche, e secondo, la tua ragazza è un ex demone della vendetta che per oltre un millennio ha infierito su maschi colpevoli di aver rivolto le loro attenzioni altrove che dalle loro ragazze, ti immagini se si ricorda ancora qualcosa del mestiere? Nononono, controlla gli ormoni, niente pensieri, niente di niente, calma, Xander, calma!)…ma insomma, che Angel potesse averne una…beh, era un tantino scioccante!
E poi come faceva quella a dire tanto tranquilla: “Sì, mi ha ammazzata mio fratello.” e via dicendo? L’avessero fatta a lui, una cosa simile, non ci sarebbe certo passato sopra, anima o non anima si sarebbe vendicato, e di corsa! Maledizione, in fondo essere succhiati come un ghiacciolo non era mica poco!
E invece quella niente: se ne stava seduta tranquilla vicino al suo assassino ed era quasi saltata addosso a Spike quando lui aveva tirato fuori l’argomento…di sicuro aveva fatto capire bene cosa ne pensava di lui, mai sentita una voce così gelida.
Che volesse davvero così bene al fratello da passare sopra a tutto e difenderlo nonostante quello che era successo?
Forse anche Buffy l’avrebbe fatto, ma per lei il discorso era diverso: lei lo amava, il diavolo sapeva come, e l’amore certe idiozie le può far fare.
Ma che il puro e semplice affetto per un fratello potesse essere tanto forte da perdonargli di averti ammazzata…beh, questa gli giungeva del tutto nuova!
A conti fatti avrebbe fatto bene a dominare la sua antipatia per Angel, almeno in presenza di quella Marianne. Aveva il sospetto che l’adorabile sorellina non si sarebbe fatta molti scrupoli a fargli attraversare la stanza in volo con molta meno dolcezza di quanta non ne avesse usata col bicchiere di Spike.


Buffy continuava a studiare Marianne, lo sguardo freddo e all’erta: “Ok, hai un’anima. Supponiamo che io ti creda, il che è tutto da vedersi: perché neanche allora hai cercato di trovare Angel?”
“Per svariate buone ragioni, non ultima quella che il caro fratellino sembrava essersi volatilizzato. Il mondo è grande, e se un vampiro non vuole essere trovato non è facile farlo, specie se non ha alcun contatto coi suoi simili come Angel a quei tempi. E poi non sapevo se avrei fatto bene ad andare da lui.”
“Certo, molto meglio che continuasse a credere di aver ucciso la propria sorella, vero?”
“Buffy…” Come facesse Angel a mormorare qualcosa e a farla sentire nitida come se avesse parlato ad alta voce, nessuno l’aveva mai capito. “Tu non capisci: io ‘ho’ ucciso mia sorella. E, a causa di questo, lei è diventata a sua volta un’assassina. E’ colpa mia se è ciò che vedi.”
“Dacci un taglio, ok?” Lo scatto di Marianne fu rabbioso, esasperato “Te l’ ho detto mille volte, da quando ci siamo rivisti: smettila di considerarti colpevole di tutto! Mi hai uccisa, d’accordo, dov’è il problema? Non sarò certo io a salire sul pulpito per tenerti un sermoncino sul ‘non uccidere’! E comunque non eri davvero tu, e lo sai: in tutti gli anni in cui siamo cresciuti assieme avrò pure imparato a conoscerti e so per certo che ti saresti tagliato una mano piuttosto che torcermi un solo capello! E si dà il caso che non solo è stata Darla a vampirizzarmi, e quindi tu non c’entri un accidente, ma anche che non mi dispiace affatto che l’abbia fatto! Quello che mi manda in bestia davvero è quando ti ostini a caricarti di colpe che non hai, almeno nei miei confronti!”
Si rivolse a Buffy. “Ecco perché non sono andata da lui! Perché sapevo come l’avrebbe presa!!” Il bicchiere di Spike, ancora pieno a metà, volò verso di lei, che ne bevve una lunga sorsata prima di rimandarlo indietro. “Scusa, Spike, dovevo calmarmi. Come dicevo, Angel sembrava essere sparito e quando riappare, dopo decenni in cui si era ipotizzato addirittura che fosse morto, anche se io sapevo che non lo era per ragioni che vi spiegherò poi, lo fa con un bel botto, com’è nel suo stile: nientemeno che al fianco di una cacciatrice! Quasi non ci credevo nemmeno io! Ora, converrai con me che una love-story con una come te non è esattamente un buon biglietto da visita, tra di noi, e di sicuro non mi invitava a buttargli le braccia al collo. Tengo a precisare (l’orgoglio è una caratteristica di famiglia) che non avevo paura di te, l’ ho detto anche prima, ma volevo evitare casini a mio fratello, che sembrava averne più che a sufficienza. Non mi andava di metterlo nell’eventualità di schierarsi o con sua sorella o con la sua ragazza. Io non ho un carattere facile, proprio come te, e anche se ho un’anima la gestisco in maniera diversa da lui. Potremmo dire che, anche se la perdessi, non ci sarebbero gli sconvolgimenti che ci sono stati con Angel: la mia anima è senz’altro meno candida della sua.”
“Vuoi dire che…uccidi ancora?” chiese Willow, lanciando un’occhiata titubante a Buffy.
“Raramente e quando non posso farne a meno. Il mio terreno di caccia sono i delinquenti, spacciatori, sfruttatori, teppisti, avanzi di galera….gente di cui il mondo non sentirà la mancanza, se non in meglio. E’ un’operazione che mette d’accordo il mio demone e me e mi evita i conflitti interiori che ha Angel. Però di recente mi sono contenuta: mio fratello non condivide del tutto questo mio modo di fare, e io tutto sommato posso farne a meno. Per più di duecento anni ho fatto quello che volevo, non mi costa niente darmi una regolata. E poi Angel sa essere convincente, quando vuole.”


“Ammesso e non concesso che io creda a quello che hai detto, quando c’è stato questo commovente ricongiungimento, dopo secoli di lontananza?” chiese Buffy, non particolarmente toccata all’idea.
“Più o meno cinque o sei settimane fa. Prima ho avuto anch’io le mie grane, e ho dovuto riflettere per decidere se fosse il caso di rifarmi viva, se così si può dire. Poi, saputo che qui a Los Angeles la situazione stava riscaldandosi, ho pensato bene di venire a dare il mio contributo.”
“E tu in cinque o sei settimane non hai avuto neanche un minuto da spendere per darmi la lieta novella, Angel?” chiese di nuovo la ragazza.
“Los Angeles non è la Bocca dell’Inferno, ma questo non significa che qui non ci siano problemi. E se è per questo neanche tu ti sei precipitata a dirmi di aver arruolato Spike, no? Abbiamo deciso di vivere ciascuno la propria vita, quindi si può sapere perché te la prendi tanto?”
La domanda, stranamente diretta, era decisamente imbarazzante, oltre che appropriata, e Buffy non aveva la minima idea di cosa rispondere. Fortunatamente per lei, Willow si intromise: “Scusate, lo so che non c’entra niente con quello che stavate dicendo, ma non potreste prima spiegarci la questione dei Gemelli di Azriel? Ho letto qualcosa, al riguardo, ma è stato qualche tempo fa e le informazioni che ho trovato erano scarse e alcune addirittura contraddittorie. Non potremmo esaurire quest’argomento, anziché proseguire con le recriminazioni?”
“Sono d’accordo. Avanti, sorellina, a te la parola. Sei tu l’esperta, no?”
“No, affatto. Ne so quanto te, solo che ho meno problemi a tenere conferenze, ecco tutto. Allora, Willow, da dove vuoi che cominci?”
“Se ben ricordo, alla base di tutto c’è una leggenda…”
“Sì, quella in base alla quale il dio Azriel, avvertito che uno spirito maligno avrebbe ucciso i suoi due figli gemelli, destinati a grandi cose, decise di farli nascere ad anni di distanza l’uno dall’altro, ritardando l’incarnazione del secondo su questa terra. In parole semplici, vengono chiamati Gemelli di Azriel coppie di fratelli particolari, che, pur essendo nati in diversi momenti, erano destinati ad essere gemelli. Si riconoscono, salvo coincidenze piuttosto rare, perché sono nati lo stesso giorno, anche se in anni diversi. Nel nostro caso, io sono nata lo stesso mese di Angel, allo stesso giorno e alla stessa ora, addirittura al secondo…solo, a quattro anni esatti di distanza.”
“Però..aspetta un secondo. Se tu e Angel siete Gemelli di Azriel dovreste avere poteri particolari, giusto? Tu poco fa hai usato la telecinesi, ok, ma allora perché Angel non ha mai dimostrato di saper fare cose simili? Anche solo quando era Angelus….”
“Perché Angel non ha nessun potere, proprio come me.” rispose tranquillamente Marianne.
“Mi prendi in giro? Ho visto io stessa…”
“Calma, Willow, mia sorella adora le frasi ad effetto.” spiegò Angel. “Quello che vuol dire è che nessuno di noi due ha dei poteri, da solo. Quelli che abbiamo sono di entrambi, e li possiamo utilizzare solo quando siamo insieme. Sono più forti se stabiliamo un qualche contatto fisico tra noi, come tenerci per mano, ma è sufficiente che ci troviamo in un raggio di metri ragionevole, perché ci siano. Altrimenti non abbiamo nessun potere, come non ne avevo io quando ero a Sunnydale senza che ci fosse Marianne.”
“E oltre alla telecinesi quali facoltà avete?”
“Niente poteri magici in senso stretto. Telecinesi a parte, siamo telepatici tra di noi, anche se in senso piuttosto ampio, e pirocinetici, cosa alquanto utile soprattutto coi nostri simili. Dopo la trasformazione tutti questi poteri si sono intensificati.”
“Tempo!” Duplice esclamazione di Buffy e Xander “Ragazzi, scusate se c’intromettiamo, ma possiamo sperare di capire qualcosa anche noi? Grazie di cuore.”
“Ok, Buffy, cosa vuoi sapere?”
“Primo: cosa significa piro-quel-che-cavolo-hai-detto. Secondo: cosa vuol dire che siete telepatici ‘in senso piuttosto ampio’?”
“La pirocinesi è la capacità di dar fuoco a qualcosa solo col pensiero, mentre, per quel che ri…”
“..guarda la seconda domanda che hai fatto, il discorso è un po’ più complicato.” Quasi senza che se ne accorgessero, la parola era scivolata da Angel a Marianne con la più totale naturalezza, facendo terminare alla seconda la frase iniziata dal primo. Di fronte alle facce sbalordite dei loro ospiti, i due fratelli non poterono fare a meno di sorridere di un duplice sorriso obliquo, come se avessero visto espressioni simili molto più che un paio di volte.
“Avete appena avuto un esempio di quel che intendevamo.” sorrise Marianne. “Una cosa simile accade piuttosto spesso, insieme al fatto di parlare contemporaneamente, se non ci controlliamo. Questo avviene perché, più che comunicare tra di loro, le nostre menti sono una sola. Una sola, ma raddoppiata. Quindi, essendo uguali, possono accadere simili inconvenienti, oltre alla semplice trasmissione del pensiero.”
“Adesso capisco quello che dicevate prima..”
“Esatto, Will. Le nostre menti, e più in generale le nostre persone, sono una sola, ma anche due, e tra loro sono uguali, ma anche opposte e complementari. Un paradosso, ma fino a un certo punto. E questa condizione si traduce anche in una spiccata somiglianza, che però non tutti notano, visto che è raro che ci osservino entrambi con uguale attenzione.”
“Ed ecco perché avete i poteri solo quando siete assieme. Perché solo così siete completi, giusto?”
“Giusto. Ed ecco perché sapevo che Angel, a dispetto di quello che poteva dire certa gente, era vivo: perché, anche dalla parte opposta del globo, potevo sentire la sua presenza, diciamo così…se preferisci, avvertivo la sua esistenza, mi sentivo ancora completa, ecco.”
“E come mai Angel invece non ti ‘avvertiva’?”
“Perché era lui stesso a precludersi questa possibilità. Lui ‘sapeva’, o meglio, credeva di sapere, che io ero morta, e quindi ‘chiudeva’ la propria mente senza rendersene conto, impedendosi di sentire la mia presenza, anche quando, magari, ero a non troppa distanza da lui. In quel caso, avvertiva la presenza di un vampiro, nei dintorni, ma non poteva capire che ero io.”
“Posso farti una domanda?”
“Certo, tanto ormai una più o una meno…E comunque sapevo già che eri un tipo curioso, su certi argomenti.”
“Te lo ha…detto Angel?”
“Non esattamente, ma possiamo tornarci sopra in seguito. Cosa volevi sapere?”
“Beh, ecco…poco fa, prima di sapere che eri la sorella di Angel ma anche dopo, ho avuto la sensazione che steste parlando tra di voi, anche se non dicevate niente…stavate usando la telepatia?”
Marianne scoppiò a ridere. “Beccati! E va bene, confessiamo: sì, succede abbastanza spesso che parliamo così, tra di noi, anche in presenza di altre persone. Non è molto cortese, ma che ci vuoi fare?…Ci viene naturale. Tu lo hai avvertito per via dei tuoi poteri. Non puoi inserirti nelle nostre conversazioni, o sentire quello che ci diciamo, ma puoi capire che stiamo parlando tra noi. Del resto, ti avverto che avrai spesso sensazioni simili, visto che tra mio fratello e me c’è uno scambio di informazioni quasi costante: il vero problema, in questo, non è tanto aprire i cosiddetti ‘canali telepatici’ quanto chiuderli, altrimenti rischieremmo di fondere del tutto fra loro le rispettive menti, fino a creare un caos completo con conseguente rischio di ‘corto circuito’.”
“Cioè fatichereste a distinguere i rispettivi pensieri?” s’informò Willow, intrigata.
“Quello è un caso limite, ma…sì, anche quello.”
“Adesso puoi dirmi come fai a sapere che tipo sono io, i nostri nomi e tutto il resto se non te l’ ha detto tuo fratello?”
“E’ vero, lui non mi ha detto niente. Del resto, prova a pensarci: raccontare tutto quello che è accaduto a ciascuno di noi in oltre duecento anni sarebbe stato piuttosto lungo, non credi? Abbiamo preferito velocizzare la cosa col metodo che ti ho spiegato prima, aprendo quasi completamente i canali telepatici e fondendoci l’una nella memoria dell’altro. Ovviamente i fatti recenti sono i più chiari, mentre gli avvenimenti del passato tendono ad essere sbiaditi.”
“Alt! Vuoi dire che tu sai tutto quello che è successo ad Angel minuto per minuto?”
“Se è un modo indiretto per sapere se so cosa c’è stato tra di voi, Buffy, la risposta è: sì, ma a grandi linee, non certo nei dettagli. Mio fratello è un gentiluomo, cosa credi?” ghignò Marianne. “So quanto potrei sapere se me ne avesse parlato a voce, con l’unica differenza che in questo modo ho potuto sentire i suoi, e, ripeto, i ‘suoi’, sentimenti, le sue emozioni. Nient’altro, parola d’onore. Devi solo augurarti che io non decida di infrangere la barriera.”
“Che barriera?” chiese con circospezione la ragazza.
“La barriera che viene eretta automaticamente intorno ai propri ricordi più personali, quelli che non si vogliono condividere. In genere la rispettiamo, soprattutto Angel, ma non ti garantisco che un giorno o l’altro non tenti di infrangerla e dare un’occhiata.”
“E in quel caso?”
“In quel caso vedremo sarò più brava io a curiosare o Angel a difendere i suoi ricordi. Ma sta tranquilla, non credo che ci proverò tanto presto, anzi. Non ho istinti suicidi, e non voglio che mio fratello debba colpevolizzarsi per avermi ammazzata per la seconda volta, come succederebbe se ci provassi.”
“Non preoccuparti troppo se si colpevolizza, tesoro. Pare che non possa farne a meno, per un motivo o per l’altro. Ha l’anima più noiosa che abbia mai incontrato.”
Angel non sembrò affatto scosso dal commento. “Beh, Spike, forse hai ragione, magari un chip è più comodo. Comunque, anima noiosa o meno, non sono io quello a cui sta ridendo dietro tutta Los Angeles e non solo.”
Spike si strozzò con l’aria di cui non aveva bisogno. “Che vorresti dire?”
“Te lo spiego io, piccolo.” intervenne premurosa Marianne. “Mio fratello vuol dire che, quando si sono ammazzate due cacciatrici - unica cosa per la quale andavi quasi famoso tra i nostri simili, oltre al pessimo gusto in fatto di look, specie per quel che riguarda i capelli - e poi basta un chip nella testa, un simpatico giocattolino messo lì da un paio di umani, e un po’ di tempo con lei per diventare il suo cagnolino…beh, in un caso come questo il ridicolo è il meno che ci si può aspettare, non credi?”
“Non capisco a cosa ti riferisci.” rispose Spike con dignità tutta britannica.
“Spike…”
“Ah, adesso capisco! E’ il tuo fratellino ad avere queste idee, vero?” La dignità era durata poco. “Ma certo! Lui non può stare con la cacciatrice e così si inventa idiozie simili su chi invece è costretto a collaborare con lei! Vergogna! Non lo sai che la gelosia è una brutta cosa, Angel?”
“Certo che lo so, ma non è questo il caso. Come bugiardo non sei molto in forma, Spike. Comunque, permettimi un consiglio: se volevi che la cosa non fosse risaputa, avresti fatto meglio a non fare la tua dichiarazione davanti alla tua ex. A Drusilla non piace perdere.” Per quanto stranamente, visto il soggetto in discussione, Angel sembrava quasi divertito.
Spike, invece, era tutta un’altra storia. “Drusilla? Quella piccola..! Allora è lei a mettere in giro queste stupidaggini? Stavolta la…”
“Spike, Spike…Angel ha ragione, come bugiardo sei decisamente penoso, stasera..”
Al suono di quella voce profonda e nota, tutti si erano voltati verso l’ingresso. Ferma sulla soglia, con un braccio appoggiato allo stipite, c’era una loro vecchia conoscenza. Ma se la pelle candida era rimasta la stessa, i capelli e gli occhi neri erano decisamente cambiati, come il resto della persona, fino a renderla quasi irriconoscibile. I capelli erano sciolti e spettinati, arruffati dal vento, e gli occhi scintillavano non della luce malata della follia, ma di un’incontenibile allegria, a malapena repressa nel sorriso divertito che le illuminava il viso. Il resto di lei non era meno sorprendente, visto che era fasciato in un paio di pantaloni e in un giubbotto di pelle nera da motociclista, aperto a rivelare una camicia viola acceso. Stivaletti neri, guanti neri da motociclismo e casco sotto un braccio completavano il suo abbigliamento.
Spike era balzato in piedi, gli occhi fuori dalle orbite. “Drusilla??”


Il sorriso della vampira divenne ancora più ampio. “Come si dice nella vecchia Inghilterra…temo di sì, Spike. Come mai qui? Hai seguito la tua padroncina dal suo cucciolo favorito? Senza offesa, Angel.”
“Perché intanto non ci spieghi che ci fai tu, qui?”
“Semplice, Buffy, quest’albergo è grande, c’è spazio per tutti e in caso di bisogno è meglio essere vicini. Abito un paio di porte più in là.” Si era avvicinata a Angel e Marianne, che nel frattempo si erano anch’essi alzati, e li aveva salutati con un rapido abbraccio. “Chiedo scusa per non aver bussato, ma ho sentito delle voci conosciute e ho pensato di fare un’entrata a sorpresa. Che succede?”
“E’ quello che ci chiediamo anche noi, ma a dire la verità finora abbiamo dovuto dare spiegazioni, più che richiederne. Ti lascio immaginare il motivo.”
“Tu, Mari?”
“Indovinato. E adesso dovremo darne altre riguardo a te, credo.”
“Su questo ci puoi giurare! Che ti è successo, Drusilla? Cambiato look, oltre che bandiera?”
“Che vuoi che ti dica, Buffy…Vedersi restituire l’anima e, a seguito dello shock, anche la ragione, può fare quest’effetto. Per quel che riguarda il look, Marianne mi ha dato un paio di consigli.”
“Come sarebbe a dire l’anima?? Ma cos’è, un’epidemia? Una svendita? Sono rimasto io l’unico normale?” Spike era decisamente agitato all’idea.
“Tu normale? Sta’ tranquillo, non correresti un rischio simile neanche fra una ventina di secoli!” rise Drusilla sfilandosi il giubbotto.
“Molto divertente, specie detto da un’ex-pazza. Intanto perché non ci dici come l’ hai riottenuta, la tua preziosa anima?” Gli occhi di Spike erano praticamente laser azzurri decisi a perforare la donna che aveva amato per oltre un secolo.
“Perché, vorresti riaverla anche tu? Speri che così la cacciatrice possa considerarti qualcosa di più di un cagnolino?” Drusilla continuava ad esibire un sorriso apparentemente inamovibile.
“Ma non diciamo idiozie!” s’infiammò Spike. “Primo: io non sono innamorato di nessuno, nonostante quello che puoi andare a dire in giro. Secondo: non ci tengo proprio a riavere nessunissima anima. E perché dovrei volerla? Per diventare come Angel? Ah no, grazie tante!”
“Sì, come no…Comunque, anche se ti interessasse, non credo che potresti riaverla, visto a chi ti dovresti rivolgere.”
“Ah sì? A chi?” ringhiò Spike.
Drusilla, per tutta risposta, si limitò a inclinare la testa in direzione dei due fratelli, che, dal loro posto a cui erano ritornati, assistevano divertiti a quella scena. “A loro, Spike. A Marianne e, sfortunatamente per te, ad Angel.”


La bomba era scoppiata a puntino, e Drusilla gongolava.
Da quando era tornata in possesso della sua anima e della sua ragione, dopo un primo momento di shock, aveva un’incontenibile voglia di divertirsi, come non aveva mai fatto in vita o in morte.
E con Marianne come alleata le occasioni di farlo non mancavano di certo…chissà come si era presentata! Conoscendola, doveva averlo fatto a modo suo, anche lei facendo scoppiare una piccola bomba…doveva chiederglielo, dopo.
Al momento, però, era più interessante osservare la faccia di Spike.
Poveraccio…la sua anima ritrovata le faceva quasi provare pena per lui.
Era fuori di testa per Buffy, e si vergognava di questo come un ladro.
Sapeva di avere tante possibilità di essere ricambiato quante ne aveva di essere fatto santo, sapeva di essere ormai lo zimbello della loro specie, sapeva che Angel, bene o male, veniva invece rispettato e, a volte, magari anche temuto, in certi ambienti, sia per il suo passato che per la missione che si era assunto nel presente, e sapeva che Buffy, lo ammettesse o meno, non se l’era mai tolto dal cuore.
Lei conosceva bene Spike, e conosceva la sua rabbia per essere stato sempre considerato, per secoli, l’eterno secondo, rispetto ad Angelus.
Essere battuto nuovamente da Angel, tra l’altro addirittura senza gara, e stavolta in materia di cuore, doveva veramente mandarlo in bestia.
E, conoscendolo, doveva essere ancora più incavolato per la calma ostentata da Angel sull’argomento.
Non sarebbe certo stata lei a raccontargli della lite che avevano avuto due giorni prima lui e sua sorella proprio riguardo alla cotta di Spike, una lite da far tremare i muri che avevano temuto degenerasse in rissa di famiglia.
Marianne sapeva che la cosa disturbava alquanto il suo fratellone, da sempre piuttosto possessivo, riguardo a Buffy, e sapeva che Spike era l’ultimo che potesse essere tollerato come ragazzo della cacciatrice.
Angel, fedele a sé stesso, non diceva una parola su tutto ciò, trincerandosi dietro al fatto di averla lasciata da tempo e perciò lei era perfettamente libera di fare quel che voleva.
Ovviamente nessuno credeva a una sola parola di questo, figurarsi Marianne che conosceva il fratello come le sue tasche, che, essendo decisamente abile nei giochi telepatici, entrava e usciva dalla sua mente come fosse a casa propria, e che, esasperata da un atteggiamento del genere, aveva inopportunamente deciso di fargli sputare l’osso e ammettere ciò che sentiva, anche sbattendoglielo in faccia. Angel si era cocciutamente rifiutato di farlo e aveva invitato la sorella a badare ai fatti propri. Il conflitto era esploso davanti ad una platea trasecolata e Cordelia, appena recuperato abbastanza fiato per parlare, aveva sintetizzato ciò che tutti pensavano dicendo che a chiunque avesse nutrito dubbi sull’effettiva parentela di quei due sarebbe bastato vederli litigare a quel modo per mezzo minuto per giurare, pena la morte, che erano anche gemelli.
Tutto sommato, però, era Angel quello a cui si sentiva più vicina…certo, in un primo tempo l’aveva vagamente odiato per quello che le aveva fatto, ma poi il tormento della sua anima ritrovata, piangente e incredula per i delitti commessi, le aveva fatto capire la disperazione del suo sire per gli orrori commessi, di cui lei era la testimonianza “vivente”.
Così l’aveva perdonato, e aveva imparato a volergli bene, a fidarsi di lui, ad aiutarlo e farsi aiutare.
Marianne aveva fatto da intermediaria fra i due, nei primi tempi, diventando come una sorella per Drusilla, aiutandola a riconciliarsi con Angel.
Infine Drusilla aveva deciso di entrare nella squadra, venendo accettata più velocemente di quanto avesse osato sperare.
Angel le aveva tolto una famiglia, è vero, ma gliene aveva anche regalato un’altra, che l’amava forse più della prima, di sicuro in maniera più completa, nel bene e nel male. E lei non avrebbe permesso a nessuno di farli soffrire. Nemmeno Spike.


“Che c’è, Spike? Qualcosa non va?” Il ghigno di Marianne valeva più di mille parole.
- E’ in momenti come questi che sono lieta di esistere! Ricordami di fare a Dru un bel regalo, quando questa storia sarà finita! –
- Credo che di regali ne riceverà due, sorellina…-
“Loro?? Come sarebbe a dire loro? Da quando l’angioletto è diventato un mago? Come ha fatto a fare una cosa simile?”
“Se la pianti di fare l’isterico magari potremmo anche spiegare qualcosa…visto che stasera pare che non faremo altro. Allora, da dove vuoi che cominciamo?”
“Scusa, Angel, forse è meglio che spieghiate a me, non credi? In fondo la strega sono io…Non avevate detto di non avere poteri magici?”
“Certo, fatte salve le comuni caratteristiche dei vampiri, che comprendono anche un rapporto più o meno stretto, a seconda dei casi, con la spiritualità e la magia in genere. Anche senza poteri specifici siamo in grado di fare incantesimi o castare maledizioni, ma è raro che ce ne serviamo.”
“Come avete fatto ad ottenere il testo del rituale? Credevo che fosse una magia ormai ignota anche
agli stessi Kalderash, a parte…”
“A parte Jenny Calendar…” sospirò Angel. “Lo so, e credevo anch’io che fosse così, ma poi c’è stato uno scontro con Darla e i suoi, qualche tempo fa, e siamo riusciti a impadronirci di quel che avevano trafugato a una congrega di streghe Glenkai, vale a dire il testo della maledizione. La congrega ci ha permesso di trascriverlo e di utilizzarlo a titolo di ringraziamento, spiegandoci anche come eseguirlo.”
“Non credevo fosse possibile, per dei vampiri.”
“Per due vampiri comuni no, ma non per noi.” disse Marianne. “E non lo dico per vanità. Semplicemente per me e mio fratello è stato possibile in quanto entrambi dotati di anima, ma uno di noi da solo non ci sarebbe mai riuscito. Inoltre, perché in casi come questo il rito riesca, deve esserci un forte legame tra chi opera la maledizione e chi la subisce: Angel è il sire di Dru, e al tempo stesso il ponte che mi lega a lei. Aggiungete i nostri modesti poteri e vedrete che non è impossibile. Tuttavia non è stata neanche una passeggiata, quindi, caro Spike, credo proprio che in ogni caso dovrai accontentarti del tuo beneamato chip. Qualcun altro ha delle domande da fare? No? Benissimo, allora cominciamo noi. Partiamo da una domandina facile facile: perché siete venuti qui?”
Buffy squadrò ostile le due ragazze sedute accanto ad Angel, anzi, nel caso di Drusilla quasi ‘su’ Angel: doveva fidarsi di loro? Di Marianne ancora ancora, dopotutto era sua sorella, e sembrava volergli anche molto bene….ma Drusilla? Non che fosse gelosa di lei, questo mai (e facciamo finta che la prima volta che l’aveva vista parlare con Angel non avesse avuto voglia di strangolarla…), certo che no…il suo era solo un problema di fiducia, niente di personale…
“Dì un po’, Dru, che c’è fra voi due? Un ritorno di fiamma?”
Il sorriso di Drusilla divenne del tipo da mettere in dubbio il possesso di un’anima da parte sua. “Da quel che mi ricordo, Spike, direi che comunque ha più fiamma lui di te, perlomeno in certe occasioni…”
“E con questo che vorresti dire?!”
“Niente, Spike…assolutamente niente…” Drusilla sbatté le ciglia, la perfetta immagine dell’innocenza stupita.
- Ahi ahi…Drusilla sta giocando decisamente col fuoco, e non parlo solo dell’argomento…-
- Lo sa anche lei, fratellino, non temere…Non sarà di certo lei a scottarsi, per questo lo fa. Lascia che si diverta un po’ e non intrometterti, ne vedremo delle belle! –
“Tu stai insinuando qualcosa, invece…e se è quello che dico io farai bene a rimangiartelo, dolcezza, altrimenti io…”
- Tra tutti gli argomenti proprio quello doveva tirar fuori Dru? Neanche non lo conoscesse…-
- Lo conosce eccome, è proprio per questo che lo ha tirato fuori. E non dirmi che non te la stai godendo un mondo perché non me la bevo: altro regalo in vista per Dru? –
- Potrebbe anche essere, sai? -
“Che ti prende, Spike? Stanco di essere considerato un perenne perdente? Eppure dovresti esserci abituato, no? Dopotutto è sempre stato così…”
“Adesso è troppo, ne ho abbastanza!”
Spike si era alzato di scatto e si era avventato sulla sua ex, determinato a farle rimpiangere ogni singola parola, ma il suo slancio venne bruscamente arrestato da un potente calcio in pieno viso.
Drusilla aveva seguito il suo esempio, abbandonando il bracciolo della poltrona su cui era seduta, e a corollario di quel primo colpo piazzò una stupefacente serie di calci e pugni ben calibrati, tanto che dopo un veloce scontro fu Spike a rimanere a terra.
“E con questo direi che siamo pari per quel che è successo l’ultima volta che ci siamo visti! Tranquillo, non cercherò di ammazzarti…a differenza di te non sono scesa così in basso. Comunque lascia che ti spieghi un paio di cosucce. Primo: non c’è nessun ritorno di fiamma e non lo verrei certo a dire a te, anche se ci fosse, visto che tanto non sarebbero fatti tuoi. Secondo: Angel non è il mio amante, ma è in ogni caso un mio amico, ammesso che tu sappia cosa significa, del che ne dubito. E, cosa ancora più interessante, un sire degno di questo nome. Sai che significa, vero? Dal momento che non si sa mai quel che può succedere gli ho chiesto di darmi qualche lezioncina e, a quanto sembra, lui e Mari sono davvero degli ottimi allenatori, non credi?”
“Grazie, Drusilla, ma buona parte del merito è dell’allieva.”
“Vero, fratellone. E’ piena di talento, la nostra Dru.” confermò Marianne entusiasta. “Anzi, Spike, accetta un piccolo suggerimento: se vuoi ancora dare a Buffy un pegno del tuo amore, farai bene ad optare per qualcosa di meno impegnativo della pelle di Drusilla. Sai com’è…potresti essere anche tu a rimetterci la tua. E noi di chi rideremmo, allora?”


Drusilla, in tutta calma, era tornata a sedersi, lasciando che uno Spike confuso e umiliato facesse altrettanto, in mezzo allo stupore di buona parte degli astanti.
“Ok, se nessun altro ha in mente di azzuffarsi, potremmo tornare alla mia domanda? Molto gentili. Allora, che succede in quel di Sunnydale? Si avvicina un’altra Apocalisse?” s’informò Marianne con nonchalance.
“Non lo sappiamo con precisione, non ancora. Diciamo che c’è il rischio di un pericolo imminente e scartabellando fra vari libri Giles e Willow sono giunti alla conclusione che Angel sia collegato. Ecco perché siamo qui.”
“Forse non si tratta solo di Angel.” Willow sembrava pensierosa.
“Che significa, Will? Chi altro c’entra?”
“Ecco, non sono sicura…ma mi ricordo che non siamo riusciti a comprendere tutto il testo, è piuttosto oscuro…Però mi ricordo che, parlando della figura che abbiamo identificato come Angel, accennava anche al suo ‘riflesso rovesciato’ . Non siamo riusciti a capire a cosa si riferisse e abbiamo lasciato perdere: per quanto riguardava il rovesciamento avevamo pensato a Spike, visto che sono diametralmente opposti o quasi, ma questo non coincideva con l’idea del riflesso. Come ho detto, siamo passati oltre. Adesso però mi chiedo se questa combinazione di somiglianza e opposizione non faccia riferimento a Marianne. Alla fin fine avrebbe senso.”
“Non è da escludere che sia così. Ma che ruolo avremmo noi due? Contrasteremo il rischio o lo costituiremo?” chiese Angel.
“Da quel che abbiamo in mano pare che il tuo aiuto sia essenziale, per quel che concerne tua sorella ancora non si sa, è una figura ambigua, ammesso che poi si tratti di lei. Anya e Tara sono rimaste a Sunnydale con Giles per dargli una mano, le parti ancora prive di senso sono molte, abbiamo trovato uno ‘specchio dello specchio’ e un ‘contrario del riflesso’, chi ci capisce è bravo…In ogni caso, qualunque cosa debba accadere accadrà qui a Los Angeles, di questo siamo sicuri.”
“Perché proprio qui e non sulla Bocca dell’Inferno?”
“Magari si sono prenotati tardi ed era già riservata…”
“Xander…”
“Va bene, sto zitto…mai che si possa scherzare…”
“Sarebbe lungo da spiegare, Angel. E’ una questione di calcoli astrali e correnti di energie occulte, che sono piuttosto forti anche qui, come penso tu sappia. In ogni caso ne abbiamo l’assoluta certezza, ecco perché siamo venuti. Un amico di Giles ha un albergo e ci ospiterà finché questa storia non sarà finita, non sappiamo ancora quando.”
Silenzio. Nessuno aveva il coraggio di fare la domanda per cui erano venuti. Finalmente Spike si decise a chiedere, col suo solito tono strafottente: “Allora? Che pensate di fare tu e la tua sorellina? Ci date una mano o restate a giocare ai piccoli maghi?”
“Divertente, Spike, molto. Io vi aiuterò, è ovvio, per quel che riguarda Marianne chiedilo a lei.”
“A dire la verità avrei altri programmi, ma non è niente che non possa essere rimandato per un’Apocalisse o qualunque altro casino. Sempre che non sia io a provocare il rischio di cui parlate. C’è anche questa possibilità, non è vero?”
“Remota ma c’è, è vero. L’unica cosa che possiamo fare, per il momento, è restare in contatto e attendere notizie, poi si vedrà.”
“Vediamo di non esagerare, con il contatto, per un paio di persone…Afferrato il concetto?”
“Certo, Spike, abbiamo afferrato tutti…anche quello che c’è dietro i tuoi virtuosi timori…” Si affrettò a rassicurarlo Drusilla, con una voce da zucchero filato.
“Non so se l’ hai notato, caro ex-tesoro, ma tu non sei contemplata in questa missione.” le ringhiò contro Spike.
“Non so se l’ hai notato, caro ex-sanguinario, ma lei è contemplata nella nostra famiglia, ed è senz’altro un’ospite più gradita di te.” ribatté freddamente Marianne. “Anzi, visto che ormai è quasi l’alba e né io né mio fratello abbiamo voglia di ospitarti, come del resto Dru, che ne diresti di levare le tende?”


Finì che se ne andarono tutti, col morale più o meno alto, intenti a rimuginare su quel che avevano visto, detto e sentito, con l’accordo di farsi vivi l’indomani, o meglio qualche ora dopo, visto che, appunto, l’alba era vicina.
Quando infine riuscirono a liberarsi anche dell’ultimo degli ospiti improvvisi, Marianne e Drusilla si voltarono contemporaneamente a guardare Angel, con uno sguardo che, sebbene la dicesse lunga sui loro pensieri, lui si ostinò ad ignorare, per quanto possibile.
Come al solito, però, Marianne non era minimamente intenzionata a lasciar perdere: “Allora?”
“Allora cosa?”
“Oh, avanti! Piantala di fare lo gnorri, hai capito benissimo! La tua ex, nonché la ragazza che ami ancora, ci piomba in casa con tutto un codazzo di amici, fra cui il buon vecchio Spike, e tu vuoi farmi credere che la cosa non ti fa né caldo né freddo? Ma chi ci crede!”
“Ammettiamo pure che mi abbia fatto un qualche effetto non meglio precisato e che questi siano affari vostri, anche se non credo…e allora?”
“Come sarebbe a dire ‘allora’? Allora cosa pensi di fare?”
“Mi hai sentito, no? Aiutarla.”
“E basta?” chiese incredula.
“E basta.”
“Ma perché? Tu la ami, e non negarlo, che ti ami anche lei è evidente, visto prima che reazione ha avuto con me e poi come guardava Dru… e tu non farai niente??”
“Che dovrei fare?”
“Che domanda! Rimetterti con lei, è ovvio! Oddio, non che mi sia follemente simpatica...ma se stare senza di lei deve farti star tanto male, tornaci assieme e falla finita! Tanto lei non aspetta altro!”
“Lei aspetta una vita normale, con un ragazzo normale che possa darle cose normali.”
“Sì, certo…è proprio quello che vuole, basta vedere com’è finita con quel soldatino che hai preso a calci…E poi sai, ti dirò che non ce la vedo molto una cacciatrice a badare a un bebè aspettando che il maritino torni dall’ufficio…Sveglia! La tua Buffy non avrà una vita normale neanche fra un milione di anni! Non potrà mai averla! E allora tanto vale che non l’abbia assieme a te, piuttosto che col primo imbecille di passaggio, no?”
“No. Lei non avrà mai una vita completamente normale, ma proprio per questo ne merita una che lo sia il più possibile, una vita che io non posso darle, e tu lo sai, come lo sapeva sua madre.”
“Senza offesa per la buonanima della defunta signora Summers, ma direi che non aveva capito un accidente della figlia. Quanto credi che durerebbe una come lei con un bravo bamboccio americano? Già con quello che ha avuto è resistita così solo perché non aveva altre alternative…e, comunque, se non l’avesse mollata lui, prima o poi sarebbe stata lei a farlo, ci scommetto. A lei non gliene frega niente di una vita normale, lei vuole te, quando ti deciderai a capirlo? E poi cosa vuoi che siano un paio di rischi in più per due che sono a un soffio dalla morte un giorno sì e l’altro pure?”
“Stai dicendo un mare di idiozie. Io me ne vado a letto.”
“Angel…posso dire una cosa?”
“Servirebbe a qualcosa se ti dicessi di no, Drusilla?”
“Temo di no, mi spiace. Quel che volevo dirti è questo: io conosco bene sia te che Angelus, e ora che ho la mia anima posso ovviamente apprezzare la tua come merita. Ma c’è una cosa nella quale dovresti assomigliare ad Angelus, per il tuo bene: la fiducia in te stesso, specie quando si tratta di problemi di cuore, il che equivale a dire di Buffy. E poi, scusa, con chi la vorresti vedere? Con Spike, magari? Quello sì che sarebbe un ripiego, e dei più smaccati! Vuoi che passi la sua bella vita normale passando da un tappabuchi a un altro? O non sarebbe meglio che avesse un vita forse un po’ folle, ma col ragazzo che ama?”
“Sarebbe meglio che vivesse, e con me non potrebbe farlo. E con questo la discussione è chiusa.”
Si alzò e se ne andò, lasciando le due vampire a guardarsi preoccupate.


“Va bene, Dawn, ciao. Mi raccomando, non creare problemi, ok? E ringrazia ancora Tara da parte mia. Come?……Ah, sì…Ok, se proprio vuoi…no, non c’è problema. Sì, lo farò. Ci sentiamo. Torna a dormire, adesso. Tornerò il prima possibile, va bene?…Sì, non preoccuparti…Ok, ciao!”
Buffy mise giù il ricevitore e sbuffando si voltò verso Willow, con cui divideva la camera. “Uff! E anche questa è fatta! Perlomeno adesso siamo sicure che Dawn non ha dato fuoco alla casa e che Tara non ha evocato un qualche viscido mostro!”
Willow si concesse un mezzo sorriso prima di chiedere: “Che ti ha chiesto di fare Dawn che ti preoccupa tanto?”
“Cosa?”
“Avanti…Prima le hai detto di non preoccuparsi, che lo avresti fatto…e avevi l’aria di una che ha appena inghiottito una scatola di spilli! Che razza di promessa è riuscita a estorcerti?”
“La peggiore che potesse estorcermi…Tu sai che quando Angel era a Sunnydale Dawn non esisteva ancora. Ma tutti noi, inclusa lei, abbiamo precisi ricordi di quel periodo, no?”
“Certo, e credo di capire dove vuoi arrivare…Ricordo che Dawn ha sempre avuto un ottimo rapporto con Angel, che parlava spesso con lui e gli era molto affezionata, diceva che non la trattava da bambina e la sapeva capire…ricordo anche che in qualche occasione tu mi hai detto che a volte questo ti dava fastidio..”
“Sì, è vero…Quando Angel se n’è andato anche lei c’è rimasta molto male, anche se io non le sono stata granché di conforto, lo ammetto…Beh, tanto vale sputare il rospo: mi ha chiesto di dargli un bacio da parte sua.”
“Oh. E’ questo il problema?” Willow sembrava delusa.
“Perché, ti sembra poco?”
“No, certo che no . E’ solo che non penso sia tutto. Non credo che dare ad Angel un casto bacetto sulla guancia da parte della tua innocente sorellina minore possa preoccuparti tanto, nonostante tutto…ci deve essere sotto qualcos’altro. Avanti, fuori il rospo. Gelosia?”
“Gelosa io? E di chi? Di Drusilla?”
“E perché no? Non mi pare che tu l’abbia mai amata alla follia…” le ricordò la strega.
“Che c’entra, allora era cattiva.” Buffy scrollò le spalle.
“Sarà, ma stasera ti avrebbe fatto piacere che lo fosse ancora, così da avere una buona scusa per impalettarla. Comunque, perché ti preoccupi? Ha detto lei stessa che non c’è niente, fra loro due, credi che altrimenti non lo avrebbe spiattellato in faccia a Spike? A proposito, è diventata davvero in gamba, non ti pare? Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avremmo visto Spike messo a terra da Drusilla!”
“Già, hai ragione…Ma ti ripeto che non sono gelosa, tantomeno di Drusilla.”
“Si tratta di Marianne, allora.”
“Ma per favore! Credi che sospetti Angel di andare a letto con sua sorella?” sbuffò la cacciatrice, offesa da un’idea tanto ridicola.
“Che stupidaggine! Certo che no, è ovvio. Non intendevo gelosa in quel senso…” puntualizzò l’amica.
“E in quale senso, allora?”
“Gelosa del legame che hanno, un legame che non si potrà mai spezzare. Tu ti sei spesso lamentata di venire tagliata fuori dai pensieri di Angel coi suoi silenzi e sai che questo a Marianne non potrà mai accadere. Forse quello che ti dà più fastidio è semplicemente che esista una persona che conosce Angel meglio di te.” elaborò Willow.
“Qualcuna che ha vissuto con lui…che è cresciuta con lui…Chissà com’era Angel da piccolo? Doveva essere così carino…” sospirò Buffy sognante.
“E questo sarebbe un commento da ragazza che ha dimenticato il suo ex? Buffy…stasera sei stata a un passo dallo svenimento quando l’ hai visto con Marianne, sei quasi scoppiata a piangere prima di sapere chi era realmente la tua ipotetica rivale, l’ hai praticamente accusata di essere un mostro senza cuore che ha ballato sulle sofferenze del fratello, hai guardato Drusilla con una faccia giustificabile solo se fosse stata un esattore delle tasse….e dici che non sei gelosa?? Avanti, non vuoi dire la verità alla vecchia Willow?”
Buffy mise il broncio. “Non sono gelosa, sono solo…irritata che non mi abbia detto niente, tutto qui.”
“E come mai hai messo su un’espressione come se fossi in agonia, quando credevi che convivesse con una nuova ragazza? Ehi, niente bugie, con me…ti conosco troppo bene.”
“Anche se fossi gelosa cosa cambierebbe? Ormai le nostre vite viaggiano su binari separati e non possiamo tornare indietro…ognuno ha la sua missione a cui pensare e non possiamo permetterci di dimenticarla. Quando tutta questa storia sarà finita torneremo alle nostre vite. Vite separate, divise, senza più legami tra loro, distanti. Se mi lasciassi coinvolgere troppo sarebbe solo peggio…”
“Buffy..tu lo ami ancora, vero? Non lo hai mai dimenticato.”
“L’ ho amato molto, Willow. Ma lui se n’è andato. Non ha voluto restare con me, lottare per il nostro amore. Ha preferito andarsene, per farmi avere una…vita migliore.” Sorrise amara. “Qualunque cosa ci sia stata tra noi, lui ha deciso di chiuderla e non tornerà mai da me, lo so. Qualsiasi cosa succeda. Tanto vale non parlarne nemmeno. ‘Notte, Will.”
Buffy si accoccolò nel letto, spegnendo la lampada sul comodino. L’amica fece altrettanto, ma un secondo prima di addormentarsi si ritrovò a sorridere tristemente.
Si era resa conto che Buffy non aveva risposto alla sua domanda.


Stravaccato sul letto della sua stanza, con le imposte debitamente chiuse, Spike fumava inquieto.
Non aveva passato una buona serata.
Il dolore fisico, ovviamente, era svanito in fretta, ma quella nel suo orgoglio non era una ferita che potesse rimarginarsi tanto facilmente.
Drusilla l’aveva battuto.
Doveva ammettere che l’aveva colto di sorpresa, ma questo non bastava a giustificare che l’avesse messo a terra. E per di più di fronte a Buffy!
Un tempo non si sarebbe neanche azzardata a provarci.
Come non si sarebbe mai azzardata a parlargli in quel modo.
Che diavolo era successo alla Drusilla che conosceva?
Aveva visto che effetto aveva avuto la restituzione dell’anima su Angel, ma non era certo preparato a vedere cosa sarebbe stata capace di fare a Drusilla!
Spense la sigaretta, stizzito.
Ne aveva già abbastanza di essere a Los Angeles, se ci era andato era solo per stare con lei e, soprattutto, perché lei non stesse con Angel.
Fece un smorfia: era innamorato, non idiota.
Ed era sempre stato in grado di decifrare i sentimenti e i pensieri altrui, specie dopo la trasformazione, e quelli di Buffy non facevano eccezione, purtroppo.
Avrebbe dato tutto perché non fosse così. Perché gli fosse concesso di illudersi.
E invece gli toccava avere la lucida consapevolezza che, se per lui l’unica possibilità di avere la cacciatrice nel suo letto era quella di farle prendere una sbronza colossale, ad Angel sarebbe bastato sfiorarla per farle perdere la testa.
L’unica consolazione era che aveva l’altrettanto lucida consapevolezza che quell’imbecille non avrebbe mai colto nessuna occasione che gli si fosse presentata….e che poi se ne sarebbe rimasto lì a Los Angeles mentre lui se ne sarebbe andato insieme a lei…
Lei che non lo amava…lei che amava un altro…e che non lo poteva avere…
Aveva notato più volte il modificarsi del suo ritmo cardiaco, quella sera, la sua espressione fin troppo controllata che cercava di nascondere la sua confusione e i suoi timori, le sue lacrime sul punto di straripare….e l’odore del suo desiderio per quel maledetto che, se avesse perso l’anima, non ci avrebbe pensato due volte, prima di ammazzarla.
Passione, desiderio, amore…per Angel, solo per Angel. Niente e nessuno era mai riuscito a cambiarlo.
Perché invece non lo dimenticava? Angel non era l’unico a poterla rendere felice, anzi. Non l’aveva mai resa felice. L’aveva solo fatta soffrire.
E lei continuava ad amarlo.
Nessuno lo sapeva meglio di lui.
Lui che sarebbe stato anche disposto ad essere soltanto un altro tappabuchi, per lei, pur di averla.
Lui che meglio di tutti sapeva che nessuno, tranne Angel, avrebbe mai potuto averla.
Peccato che fosse ormai giorno, una bella bevuta sulle sue disgrazie ci sarebbe stata bene….


Marianne era preoccupata.
Preoccupata ma soprattutto irritata, e non si curava minimamente di tenere sotto controllo le sottili scariche che percorrevano i canali telepatici, probabilmente impedendo ad Angel di prendere sonno, a meno che non fosse riuscito a chiudere del tutto la sua mente.
Non le importava se c’era riuscito o meno.
Che passasse pure la notte, anzi, il mattino in bianco!
Forse poteva essere la volta buona che si decideva a ragionare.
Le sarebbe piaciuto dire che non capiva perché il fratello si comportasse così, ma non aveva neppure quella consolazione.
Angel si considerava un mostro, una creatura capace solo di fare del male, senza possibilità d’appello.
Pensava di essere un indegno, un miserabile, solo da disprezzare, da odiare.
Non credeva di meritare nulla.
Non credeva fosse possibile amarlo.
Ogni errore, ogni decisione sbagliata lo schiacciava sotto il peso della coscienza ritrovata.
Non si perdonava niente, e non immaginava che qualcuno potesse farlo.
Voleva che le persone a lui care fossero felici, e riteneva che potessero esserlo solo lontano da lui.
Non supponeva che la loro felicità dipendesse da lui.
Non credeva di poter far felice qualcuno.
Pensava di non essere capace di far niente di buono, solo distruggere.
“Maledetta carogna! Ringrazia di essere già morto, altrimenti provvederei io! Se mai dovessi finire anch’io all’inferno come ha fatto Angel, spera che non ti incontri o qualunque cosa tu abbia passato ti sembrerà niente, paragonata a quello che ti farò io! Scommetto che in questo momento stai ghignando, vero? Stai assistendo al tuo trionfo. Sono passati più di due secoli ma ancora riesci a fare del male. Ti diverti, eh? Ti diverti a vedere la sofferenza di Angel, di tuo figlio, vero papà? Lo immagino. Hai sempre detto che era una nullità, un buono a niente…gliel’ hai detto tanto spesso e tanto convinto da farlo diventare davvero così, allora. Sei riuscito a convincerlo davvero di non valere niente, col solo bel risultato di farlo soffrire ancora dopo due secoli! Col solo bel risultato che ora non riesce a perdonarsi niente di quel che ha fatto! Proprio come io non perdonerò mai te per quello che tu hai fatto: hai sempre sentito che Angel poteva essere più forte di te e hai dedicato la tua vita ad avvelenargli la sua! Mio fratello è una persona meravigliosa e non merita di soffrire tanto, se lo fa è solo perché tu lo hai convinto che sia giusto così! Tu e i Kalderash! Possiate marcire tutti all’inferno!”
L’irritazione che provava prima era diventata vero e proprio furore al calor bianco: se il suo defunto padre le fosse comparso davanti in quel momento, lo avrebbe incenerito prima ancora di chiedersi cosa ci facesse lì.
Se c’era una persona per la quale avrebbe fatto qualsiasi cosa, alla quale tenesse più che alla propria vita, quella era certamente suo fratello e non sopportava di vederlo soffrire a quel modo senza che lei potesse fare niente!
Che lui se lo cercasse era innegabile… chiunque altro, nella sua situazione, non avrebbe avuto nessun problema: ami una ragazza, lei ti ama…stacci assieme!
D’accordo, non avrebbero mai vinto un premio per la coppia più normale del mondo, ma non è che separati fossero meglio, semmai peggio.
Una coppia sballata era sempre meglio di due cuori infranti, anche se doveva ammettere che le interessava molto più quello di Angel che non quello della cacciatrice, anzi era probabile che se il fratello fosse riuscito a rifarsi una “vita” con un’altra ragazza a lei non sarebbe potuto importare di meno della sua ex, ma dai ricordi che aveva visto e dai sentimenti che aveva percepito sapeva con assoluta certezza che il fratello non avrebbe mai potuto amare nessun’altra come aveva amato lei.
Ed era abbastanza onesta da ammettere che il discorso era valido anche al contrario: non poteva leggere i pensieri di Buffy, ma non aveva neanche duecento anni per niente! E quella ragazza era così trasparente! Probabilmente Angel era l’unico a non essersi accorto che lei lo amava ancora.
Del resto non c’era di che stupirsi, vista l’autostima a zero che aveva per qualsiasi cosa assomigliasse ad una probabilità di essere amato.
Marianne sospettava che, se non avesse potuto leggere nella sua mente, avrebbe dubitato persino del suo affetto per lui.
Di una cosa però era sicura: Angel doveva scuotersi.
E se fosse servito a questo, ben venissero tutti i casini possibili e immaginabili.


Non erano esattamente due vampiri al massimo della forma quelli che si svegliarono qualche ora dopo, e nemmeno due fratelli traboccanti di affetto e solidarietà: uno era reduce da un sonno agitato e frammentato a causa delle scariche dell’amorevole sorellina, l’altra aveva passato ore d’inferno per colpa dell’inquietudine e confusione dell’adorabile fratellone.
Si può facilmente immaginare quale fosse l’atmosfera di quella casa al momento in cui Wesley, Cordelia e Gunn fecero il loro ingresso insieme a Drusilla, annunciando che aveva già provveduto lei ad informarli di tutto e guadagnandosi tutti una duplice occhiata torva che li indusse a chiedersi se non avrebbero fatto meglio a tenersi alla larga.
Drusilla, in quanto quella che poteva meglio sopportare un’eventuale sfuriata, si arrischiò a chiedere se ci fosse qualche problema.
“No, perché?”
“Perché in genere non vi guardate come se steste chiedendovi quale sarebbe il metodo migliore per far fuori l’altro, Angel.”
Seguì il tipico silenzio di chi ha la coscienza sporca.
- Non ha mica tutti i torti…-
- In effetti…forse stiamo esagerando…Neanche non avessimo mai litigato…-
- Appunto. Che si fa? –
- Direi di piantarla. In fondo ognuno aveva le sue ragioni. –
- Stai proponendo una riconciliazione? –
- Prima o poi dovremo pur farlo. Fra poco avremo altri problemi per continuare a fare i bambini. -
- Ok, affare fatto. Tornerai con Buffy? –
- Ripensandoci, è meglio continuare così. –
- Sei il solito testone!…Va bene, fa come ti pare…contento tu…Basta che non ti metti a fare il depresso quando se ne andrà. –
- E che tu la smetta di farmi la predica. –
- Questo mai! Facciamo finta di niente e mettiamoci una pietra sopra, ma da qui in poi si fa ognuno come vuole. Prendere o lasciare. -
- D’accordo. Si ricomincia. -
Gli altri avvertirono la fine delle ostilità e si permisero di respirare liberamente: chissà perché, ma non piaceva a nessuno che quei due fossero in rotta.
“Se voi potete di nuovo accettare l’esistenza dell’altro, io vorrei fare una domanda: ho capito male o davvero non si ha la minima idea di quel che è il problema questa volta?”
“Hai capito bene, Cordy, l’unica cosa che si sa, oltre che il botto ci sarà qui, è che il divo della situazione sarà Angel. Nient’altro.”
“E Buffy che c’entra, allora?”
“Beh, è pur sempre la cacciatrice. E’ il suo dovere. Ma a quanto sembra stavolta serve anche il mio caro fratellino.”
“Quindi dovranno lavorare insieme??” Cordelia appariva decisamente preoccupata all’idea.
“Esattamente, Cordy, proprio così…”
“Questa Buffy sarebbe quella con cui si è giocato l’anima?” interruppe Gunn. L’espressione di Angel gli fece dubitare di aver fatto una buona domanda.
“Sì, è lei.” Tutto un mondo era racchiuso in quelle tre parole, ma Gunn non se ne accorse.
“Ah. Tanto per sapere…come vanno le cose tra voi, al momento?”
“Siamo amici, Gunn. Amici e basta.”
“Sì, certo. Nessun problema a lavorarci insieme?”
“No. Nessun problema. Altre domande? Bene. Wes, ti spiace darmi una mano con qualche ricerca? Voglio cercare di saperne di più su questa storia.”
I due scomparvero per andare a tuffarsi in mezzo ai loro adorati libri e Gunn, intuendo di essere di troppo, se la filò con un pretesto qualunque. Rimaste sole e dopo un vivace dibattito, le tre ragazze giunsero alla conclusione che, qualunque cosa risultasse essere il nuovo pericolo, sarebbe stato ancora niente paragonato all’uragano Buffy, almeno per Angel.
Ad un tratto, però, Drusilla si piegò in avanti con un gemito e i suoi occhi sembrarono farsi vitrei e al contempo più profondi, il respiro di cui non aveva bisogno si tramutò in un rantolo di dolore e le altre non tardarono a capire che stava avendo una delle sue visioni, meno dolorose di quelle di Cordelia ma al tempo stesso più catastrofiche ed enigmatiche.
“Lo specchio…lo specchio riflette…ma il riflesso è un altro specchio…e a sua volta riflette uno specchio…ma è rovesciato, il riflesso è confuso…lo specchio dietro lo specchio…specchi opposti che si riflettono…e il riflesso non può riflettere altro che sé stesso…gli specchi non possono non riflettere nulla, si rompono…”
“Specchi, riflessi opposti a riflessi…è quello di cui parlava anche Willow ieri sera! Dru, Dru ascoltami: dimmi quello che vedi…Cosa significano quegli specchi? Da dove viene il pericolo?”
“Uno specchio senza riflesso e qualcuno che non vedo…ma c’è e sento il suo odio…è una grande onda nera che cresce e copre la luce…la luce non vuole spegnersi…lotterà…”
“Chi vince, Dru? Riesci a capire come finirà?”
“Lo specchio…si romperà…e il riflesso morirà….”


Dopo qualche tempo, Drusilla riemerse faticosamente dagli abissi del suo potere, con le idee alquanto confuse: prima, la follia le permetteva misteriosamente di ricordare e comprendere le visioni più oscure, ma da quando aveva recuperato la ragione faticava a ricordarle e solitamente a interpretarle. Quando Marianne e Cordelia le ripeterono quanto aveva detto in un primo momento le sembrò completamente privo di senso
“Avanti, Dru. Parla.”
“Come? Non lo so che voglia dire questa visione, non capisco. Ne hai parlato con tuo fratello?”
“Sì, ha detto che lui e Wesley avrebbero cercato qualcosa in proposito, ma non cambiare argomento. E non cercare di fregarmi! Tu hai qualche idea sul significato di quello che hai visto, vero? E non ti piace affatto. Tira fuori.”
“Io non…e va bene. Senti, non ne sono sicura, anzi spero proprio che non sia così e credo che non lo sarà… è solo che mi è venuta in mente quella definizione che ha riferito Willow ieri sera, quella che secondo lei indicherebbe te…”
“Il ‘riflesso rovesciato’…‘il riflesso morirà’…Dru, non avrai pensato…Oddio, la paranoia di Angel è contagiosa!” Marianne scoppiò a ridere di cuore. “Sta tranquilla, Dru. Hai parlato di non so quanti riflessi, nella tua visione, come fai a dire che si riferisce proprio a me? E in ogni caso ti assicuro che non ho la minima intenzione di rimetterci le penne, in questa storia, sono del parere che morire una volta è più che sufficiente. Inoltre, pensaci un po’: se andassi all’altro mondo chi lo terrebbe d’occhio, Angel?”
“Guarda che è stato per oltre due secoli senza di te, cara balia”
“E infatti, Cordy, hai visto in che razza di guai si è cacciato? E’ stato solo perché non c’ero io, cosa credi?”
Erano scoppiate a ridere fragorosamente, venendo interrotte solo dopo un po’ da un bussare alla porta.
Andarono a vedere, e si ritrovarono davanti Gunn.
“Ciao, rieccomi qua. E non sono solo: c’è anche una lettera, è per Angel. Chi gli scrive da un carcere?”
“Una lettera da un carcere? Fa’ vedere!” Marianne tese una mano con fare imperioso.
“Glielo dici tu a tuo fratello che hai aperto la sua posta?” mise le mani avanti Gunn.
“Capirai che paura! Ho fatto ben di peggio, anche a lui. Dai, dammela.”
Marianne diede un’occhiata alla busta, osservando che effettivamente veniva proprio da un carcere, quello femminile, trovando conferma alle proprie supposizioni. “Ok, Gunn, grazie di avercela portata. Puoi andare, ti richiamiamo noi in caso di bisogno. Ciao.”
“Mi raccomando non siate tanto ansiose di trattenermi…va bene ho capito, ciao.”
“Bene, adesso che si è tolto dai piedi vediamo questa lettera.”

_Ciao Angel
non so bene come iniziare, non ho mai scritto una lettera in vita mia, anche perché non avevo nessuno a cui scriverle, quindi non fare il professore, ok?
Qui va tutto come al solito, una noia tremenda, ma non preoccuparti, faccio la brava e non ho ucciso nessuno, dall’ ultima volta che ci siamo visti.
E ti assicuro che non ho intenzione di farlo adesso.
Ti ho scritto perché ho da darti una grande notizia.
Tienti forte: ESCO!!!
Hai capito bene. Esco, e per buona condotta!
Ma ci pensi? Io che esco per buona condotta!
Io che ho una buona condotta! A pensarci mi viene da ridere!
Chi l’ avrebbe mai detto?
Quando sono entrata qui dentro ero sicura che non sarei mai più uscita, che avrei passato tutto il resto della mia vita in questo posto e adesso…adesso potrò riprendere in mano la mia vita.
Andare in giro, fare ciò che voglio, vedere quello che voglio.
Ho tappezzato ogni angolo di muro con le cartoline che mi hai mandato e tutte le volte che le guardavo mi veniva una gran voglia di vedere quei posti dal vero. E adesso potrò farlo.
Potrò andare dovunque io voglia.
Devo essere onesta, non credevo che ce l’avrei mai fatta.
Non ce l’avrei mai fatta, senza di te.
Non ce l’avrei mai fatta, se tu non mi avessi detto di non mollare, se non mi avessi sostenuta, ascoltata, aiutata, se non mi avessi detto che potevo farcela.
Hai avuto fiducia in me anche quando io stessa non ne avevo ed è solo merito tuo se sono riuscita a cambiare, almeno un po’. Non sono ancora perfetta, ma nemmeno la pazza che hai conosciuto.
Ed è grazie a te che posso uscire.
Non sai quanto sia felice. Ma ho anche paura.
Non so se riuscirò ad essere all’ altezza delle tue speranze su di me.
Non so se riuscirò ad affrontare il mondo nel modo giusto.
Ho paura di ricadere indietro, come una drogata.
Mi aiuterai, non è vero?
Ne sono sicura, non sei uno che molla le cose a metà. E nemmeno io.
Ci riuscirò, voglio riuscirci.
A presto (non immagini come sia contenta di scriverlo!!)

Faith


P.S. In mezzo a tutto quanto non ti ho detto quando esco, la solita casinista! -_-
Mi liberano fra tre giorni, verso le nove di sera. Non ti disturbo se vengo da te, vero?
E’ da tanto che non faccio la rompiscatole che sono fuori allenamento, ma vedrò di
fare del mio meglio. °__- !!
Salutami tua sorella e prepara lei e Drusilla, e magari il resto della squadra, a
rivedermi, se pensi sia il caso, altrimenti avvertimi di stare alla larga. Non so come
la prenderanno gli altri…
Ci pensi? I ruoli si sono invertiti, sono io che vengo a trovare te.
Bella novità, vero?
Ancora ciao, ci vediamo fra tre giorni (^_^) !!

F.
_


La lettera portava la data di tre giorni prima.



“Va bene, manteniamo la calma. Faith esce, e questa è una buona notizia, almeno per me, visto anche il motivo per cui esce, e lo fa stasera alle nove.”
“Questa è già una notizia meno buona.” osservò Cordelia.
“Ti riferisci al pericolo sconosciuto?”
“Veramente pensavo piuttosto a Buffy, proprio come te, Mari.”
“Hai ragione, Cordy, da quanto ho visto direi che non la prenderà affatto bene.”
“Dì piuttosto che è probabile che ci farà fuori lei prima di qualunque cosa si avvicini.”
“E il fatto che Faith sia tanto affezionata al mio caro fratellino non migliorerà la situazione, vero?”
“No, direi proprio di no, casomai il contrario.”
“Perché, Mari? Tu pensi…”
“Non ne sono certa, Dru, ma sono andata un paio di volte con Angel a trovare Faith e, a meno che in quasi duecentocinquant’anni io non abbia imparato niente sul mio sesso, ci sono discrete possibilità che il fratellone abbia fatto colpo su un’altra cacciatrice.”
“Faith innamorata di Angel??? Oh santo cielo!!”
“Con Buffy in circolazione sarà divertente vedere come andrà a finire…”
“Calma, non ho detto di esserne sicura: Faith è un tipo chiuso e non si è certo sbottonata. E chiedere informazioni ad Angel sarebbe inutile, anche se fosse persa di lui non se ne accorgerebbe. Però da quel che ho visto delle varie visite di Angel al carcere direi che la possibilità c’è, e non troppo remota. Tenuto conto che lui è stato l’unico a starle vicino, a preoccuparsi per lei, a fidarsi di lei, non sarebbe poi tanto folle…”
“Vero, ma qualcosa mi dice che Buffy non la vedrà allo stesso modo…”
“Guardate il lato positivo.” intervenne Cordelia. “Potrebbe essere quello che ci vuole per sbloccare quei due e farli tornare insieme. In fin dei conti finché non stanno insieme in ‘tutti’ i sensi non ci sono problemi, no?”
“Secondo me quello è solo un problema nel problema. Il punto è un altro e lo sappiamo tutte.” sospirò Marianne esasperata. “Angel non pensa di poterle stare accanto, in modo da farle avere una vita migliore: è una solenne idiozia, ma lui ne è convinto e non cederà, non facilmente almeno.”
“A proposito, glielo diciamo di Faith?”
Le labbra di Marianne si stirarono in un sorriso malizioso. “Perché rovinargli la sorpresa? Stasera verranno tutti qui e passerà anche Faith: quale modo migliore di farli ritrovare?”
“Quale modo migliore di farli sgozzare l’un l’altro, vorrai dire!”
“Perché, Cordy, tu non sei curiosa di vedere come andrà a finire?”
“E poi Faith è pur sempre una cacciatrice, potrebbe esserci utile avere rinforzi in vista del pericolo, non credi?” ragionò Drusilla.
Di comune accordo, la lettera finì in un cassetto di cianfrusaglie e Marianne chiuse la mente su quel che riguardava gli eventi dell’ultima ora, mentre Cordelia si occupava di imporre a Gunn il silenzio sulla lettera spedita dal carcere.


Immaginate il Plaza Hotel: luminoso, arioso, pulito…
Ci siete?
Bene, ora immaginate il suo contrario: un sotterraneo buio, non precisamente impeccabile, tetro, con poche candele che si ostinano tenacemente a contrastare le ombre che strisciano lungo i muri…lo scenario ideale.
Almeno per certe faccende.
In un angolo, imponente nella sua cornice elaborata, svettava un grande specchio illuminato da due candelabri che esibivano come gemme le loro fiammelle tremolanti.
Davanti, apparentemente intenta a rimirarsi, stava ritta una donna bionda. Vestita di rosso, i capelli mossi e sciolti, sembrava anch’essa un fiamma, la sorella delle altre, o forse la madre. In effetti si stava preparando a far scoppiare un incendio di proporzioni spaventose. Un incendio che, nelle sue intenzioni, avrebbe travolto ogni cosa sul suo cammino. Specialmente alcune di sua conoscenza.
Un flebile rumore di passi interruppe le sue meditazioni e una giovane vampira avanzò con in mano un involto, senza dubbio assai fragile e prezioso.
“Ho il cristallo di Rendjor che avevi richiesto.”
Darla si staccò dallo specchio che non la rifletteva e si avvicinò a studiare l’oggetto che le veniva porto. Sembrò soddisfatta e lo posò su un tavolo lì accanto, su cui erano già disposti altri strumenti analoghi.
“Ottimo. Quand’è così l’unica cosa che ancora ci manca è il loro sangue. Ma anche per quello non dovremo attendere molto, non è vero?”
Un gigantesco demone Kuhdron si fece avanti, uscendo dalle tenebre in cui era rimasto nascosto: “Non ho mai fallito un incarico. Stasera avrai il loro sangue come hai ordinato.” affermò con sicurezza, fendendo l’aria con le lame che sporgevano dalle sue braccia.
Darla non parve eccessivamente colpita da quella dichiarazione.“Sarà meglio per te, mio caro. Adesso chiariamo un punto fondamentale: tu non puoi batterli. Forse separatamente potresti riuscirci, con molta fortuna, ma insieme non hai nessuna possibilità di sconfiggerli. Perciò niente sciocchezze. Tutto quello che devi fare è ferirli in modo da poter avere il loro sangue e portarmelo. Andrai insieme agli altri, ma ti mostrerai solo quando lo scontro sarà già iniziato, difficilmente useranno la pirocinesi a rischio di colpire i loro amici. Feriscili, prendi il loro sangue e portamelo, sono stata chiara?”
“Non temere, non ti deluderò.” rispose il demone prima di ritirarsi, imitando la vampira che se n’era già andata.
Darla tornò a fissare lo specchio alle sue spalle, perdendosi nel riflesso delle candele: “Molto bene. Non è saggio deludermi. E tu lo imparerai presto, Angel.”


“Insomma, non è possibile che, tra tutti quanti, non abbiano trovato niente! Centinaia di libri e scartoffie di ogni genere e ancora non sappiamo cosa dovremo combattere!”
“Lo so, lo so…ma decifrare un testo così antico ed ermetico non è facile, specie senza indicazioni.” Si difese Willow. “Adesso mi dici che ci facciamo in giro a quest’ora? Fra poco dobbiamo andare da Angel.”
“Va bene, ci andremo…per dirgli cosa poi non lo so. E’ solo che prima voglio fare due passi.”
“In un cimitero? Non sarebbe più appropriato dire che vuoi andare a caccia?”
“E anche se fosse? Dopotutto è il mio compito.” Adesso era Buffy ad essere sulla difensiva.
“Non prendermi in giro. E non nasconderti dietro il tuo ruolo. Ti sei dimenticata che faccio anch’io psicologia? Su, andiamo: chi identifichi nei vampiri che vuoi uccidere? Angel? Marianne? Drusilla? Spike? Il pericolo misterioso? La tua inquietudine?”
“Finirò con l’identificarci te, se continui di questo passo! Non identifico niente con nessuno, voglio solo far qualcosa. E poi devo tenermi in allenamento.”
“Serve uno sparring-partner, bimba? Sarebbe un piacere!”
Un ragazzo, o almeno qualcosa che ne aveva l’apparenza, era sbucato da dietro un albero e la fissava.
“Che c’è? Hai già cambiato idea?”
“Guarda che io parlavo di vampiri adulti, non di poppanti come te! Mi spiace, ho dimenticato a casa i sonaglini, quindi fuori dai piedi, pivello!”
“Vedrai quanto sono un pivello…”
“Che diavolo stai facendo, Greg?!”
La domanda risuonò come una fucilata nella quiete del camposanto. Chi l’aveva posta, con un tono di indiscussa autorità, si rivelò essere una ragazza dall’apparente età di ventiquattro - venticinque anni, di ceppo ispanico, evidentemente votata all’estetica punk, almeno a giudicare dai pantaloni mimetici, gli anfibi e la maglietta con gli strappi tenuti chiusi da spille da balia. Nei suoi capelli corvini spiccavano ciocche di vari colori e un anellino d’argento le bucava una narice. Dalle scintille che sprizzavano i suoi occhi era chiaro che fosse in collera.
“Ripeto la domanda, Greg: che – diavolo – stai – facendo?”
“Niente. Solo cenare e divertirmi. Anche se non in quest’ordine.”
La vampira rimase impassibile. “Simpatico. Sai chi è la ragazza che volevi includere in questo bel programmino?”
“Certo che lo so, sta lì il divertimento.”
“Ripeto, e comincio a stancarmi: sai chi è?”
“E’ la cacciatrice. Contenta?”
“Neanche un po’. Hai sbagliato risposta. Non me ne frega niente se è la cacciatrice, non è questo il problema. Quello che conta è che questa signorina è l’ex ragazza di Angel, ti è chiaro il concetto?”
“E allora? Motivo di più per farle la pelle.”
La ragazza scosse la testa, sospirando. “Lo sapevo, non hai capito niente…”
Con uno scatto fulmineo si era avventata su di lui, afferrandolo per la gola e sollevandolo in aria: “Apri bene le orecchie, razza di demente! Se hai intenzione di suicidarti sono solo fatti tuoi, ma visto che disgraziatamente fai parte del mio gruppo se fai un’idiozia è probabile che ci finisca di mezzo anch’io, perciò datti una regolata! Scherza pure su quello che ti pare, ma ti avverto che Angel non ha un gran senso dell’umorismo, specie su certi argomenti!”
“Hai paura di lui, Manuela?”
“L’avresti anche tu, se l’avessi visto all’opera come ho fatto io, sia quando era Angelus che negli ultimi tempi! Chi credi che abbia sterminato le coorti di Radu e Jargo due settimane fa? E’ stato lui, insieme a quella belva della sorella, e io non ho la minima intenzione di fare una fine come quella a causa della tua stupidità!”
“Non ho paura di lui, come non ne ho della cacciatrice.” digrignò fra i denti Greg.
“Lui è peggio di una cacciatrice: al massimo quella ti può solo ammazzare, lui è capace di farti rimpiangere che non l’abbia fatto. E io non ho per niente voglia di ritrovarmelo alle calcagna assetato di vendetta perché ho creato uno stupido come te, è chiaro?!” Sulle ultime parole, Greg si ritrovò scaraventato violentemente a qualche metro di distanza. “E adesso vedi di muoverti! Potrai giocare con la cacciatrice quando Darla avrà finito di giocare col suo angelo custode, se non sarà lei a lasciarci le penne…”
Solo quando i due scomparvero nella nebbia notturna Buffy e Willow recuperarono la parola.
“Però! A quanto sembra, Angel si è fatto una bella reputazione…”
“Già…Ho le allucinazioni o quella tipa ha parlato di Darla?”
“Sì, e non mi piace neanche un po’…e se fosse lei il pericolo in questione?”
“Non lo so…senti, andiamo subito da Angel, gli spieghiamo che è successo e vediamo se insieme riusciamo a capirci qualcosa, ok? E poi così potrai anche mantenere la promessa che hai fatto a Dawn.”
“Willow…”
“Buffy…”
La cacciatrice sospirò. “A proposito di promesse, posso farne un’altra? Ti prometto che manterrò quella sciocca promessa, ma solo dopo che sarà tutto finito. E che riusciamo a sopravvivere.”
“Andata! Basta solo che non cambi barricata per evitare di rispettarla…”


 

Parte 1

Parte 2

Parte 3