L'anello

Parte terza - Il futuro


Giles e Xander mi ritrovarono dopo parecchi minuti, avvertiti e guidati da Down, ma io non conobbi mai l'espressione dei loro volti quando mi scorsero, inginocchiata in terra, con il corpo senza vita di Angel fra le braccia, in quella strada buia, proprio come io avevo visto Liam sorreggere suo padre, due secoli prima.
Non seppi mai quale fu la loro reazione né quanto i loro occhi si riempirono di dolore.
Perché non li vidi.
Perché non vedevo nessuno.
E non sentivo nessuno.
Persa nel mio universo di dolore, nulla che provenisse dal mondo esterno riusciva a toccarmi.
Angel era morto.
Il mondo intero non esisteva più.
Quando Giles provò a togliermelo dalle braccia gridai, e lo colpii, graffiandolo, stringendo a me quel volto che amavo come se ne andasse della mia stessa vita.
O come se in questo modo potessi riportarlo indietro.
Avevo già perso Angel tante volte...
Ma quello era un altro Angel... era forte, e aveva dato anche a me un po' della sua forza...
Questo... questo era un ragazzo....
Ed era così allegro, così pieno di vita... aveva amato la luce, e il sole...
Era la mia gioia.
La mia speranza di una vita felice.
Accanto a me, Xander lo esaminava in silenzio, quasi senza osare toccarlo, scostando appena i lembi del suo lungo cappotto.
- Non vedo altre ferite... - Mormorò.- solo i morsi sul collo...-
- Lo hanno dissanguato fino a ucciderlo...- Annuì Giles cupo.- Gli serviva energia per il Maestro e lui... lui ne aveva molta...-
Lentamente, sollevai gli occhi, mentre qualcosa di quelle parole mi penetrava nel cervello.
Non le frasi, solo un .. senso... un campanello nella mia mente distrutta.
Tornai a fissare Angel... il suo volto pallido, le mie mani coperte di sangue... le fila orrende di fori su entrambi i lato della gola...
Ansimai, mentre il cervello quasi mi faceva male nel rimettersi in moto.
E tornai a quella strada di Galway.
Ai palazzi scuri, all'aria calda, a Darla... alla notte in cui erano nati Angelus... e Angel...
- Reggilo!- Ordinai a Xander. Con un tono così perentorio che lui sgranò gli occhi, ma obbedì immediatamente, sedendo accanto a me e prendendo dalle mie braccia il corpo esanime di Angel.- Portalo a casa tua, non lasciare che lo prendano... E aspettami... io arrivo subito!-
- Buffy!- Mi gridò dietro Giles.- Aspetta! Dove stai andando?!-
Ma era troppo tardi.
Io ero già corsa via, strappandomi il velo dalla testa e lasciandolo lì, in terra, accanto alla mano protesa di Angel e ai nostri anelli finiti nel fango.
Di nuovo, corsi nella notte.
Senza più cuore, senza cervello, con l'unica consapevolezza che non volevo perderlo.
E che avrei fatto qualsiasi cosa per averlo di nuovo con me.
Come un cerchio che si chiudeva, come era accaduto il giorno in cui ero tornata e la mia vita era mutata per sempre, bussai forsennatamente alla porta di Giles, così forse che ondeggiò sui cardini e le mie mani si spellarono e di ferirono a forza di battere.
Chiamando disperatamente.
Quando Ana mi aprì era già spaventata dalle mie grida, me non appena l'afferrai per le spalle mi guardò con gli occhi sbarrati, trattenendo il fiato, come se temesse per la sua vita.
Così doveva aver guardato Angelus...
Prima che lui la uccidesse.
E ora io ero venuta a chiederle di risvegliarlo ancora.
- Dammi la formula per rendere l'anima a un vampiro!- Gridai, squotendola dalle braccia.
Lei era più alta, e più robusta di me.
Ma io ero la Cacciatrice. Ed ero fuori di testa.
E piena di paura.
- Dimmi... dimmi che ce l'hai!- L'investii, senza riuscire a fermarmi.- Dimmi che non è andata persa! Dimmi che l'hai tradotta come ha fatto Jenny!-
Lei mi guardò senza capire.
- Buffy...- Mormorò.- io non so di cosa parli... chi... chi è Jenny?-
Io la lasciai andare, mentre le forze mi abbandonavano di colpo.
Di nuovo... lo stavo perdendo di nuovo...
Lui si sarebbe risvegliato, e io avrei dovuto colpirlo con un paletto al cuore.
Avrei dovuto ucciderlo.
Ridurre il suo corpo in cenere.
Una volta ero stata pronta a farlo.
Ma quello era Angelus...
Quello aveva ucciso Jenny, e Teresa, e aveva rapito e torturato Giles...
Questo era solo un ragazzo entusiasta della vita che aveva avuto la sfortuna di incontrare sulla sua strada una Cacciatrice.
Una ragazza troppo egoista e stupida per allontanarlo da se, fin troppo felice di ascoltare le sue ragioni.
Lentamente, scivolai in terra, appiattendomi contro un muro e premendomi la testa sulle ginocchia.
Non riuscivo neanche più a comprendere quale fosse la ragione del mio dolore.
Non riuscivo neanche più a piangere.
Sconvolta dal mio stato, Ana continuava a fissarmi.
Fissava il mio abito da sposa macchiato di sangue e fango, fissava la creatura patetica che ero diventata.
Forse era davvero la vendetta di Jenny.
Perché non uccidendo Angelus, quel giorno, al centro commerciale, gli avevo permesso di uccidere lei.
O forse, alla fine, stavo diventando pazza.
Immersa nel mio tormento, con gli occhi premuti contro le mie ginocchia, non la vidi chinarsi verso di me, ma sentii la sua mano sulla mia fronte.
Dolce, rassicurante, come la carezza di una madre.
- Buffy...- Mormorò al mio orecchio.- le formule dell'antica arte sono state tramandate dalla mia stessa tribù.
E' stato questo il loro scopo nei secoli passati.
Non sono mai andate perse.
E sono più di cento anni, ormai che sono state tradotte...-
Io alzai il viso, senza osare credere alle mie orecchia.
Senza osare sperare.
- Anche quella per...-
Ana mi accarezzò di nuovo.
- Tesoro, ma che cosa ti succede?
Abbiamo già usato quella formula... com'è possibile che non te ne ricordi?
Anche se è contrario alle leggi del mio popolo... perché molti di coloro che sono stati portati indietro sono cambiati, e hanno usato per il male il potere che avevano acquistato...
Anche Darja lo ha fatto, non te lo ricordi? E ci ha quasi uccisi tutti...-
- Ma lui non lo farà! - Esclamai.- Io lo so, lui non lo farà!-
- Lui chi, Buffy, chi è che è stato morso'-
- Angel... - Mormorai.
Davanti a me, Ana impallidì di nuovo.
*****
Se non si fosse trattato di Angel, probabilmente Ana non ce lo avrebbe lasciato fare.
Dotare un uomo dei poteri di un vampiro poteva essere, ed era stato, molto, molto pericoloso...
Dare a una mente umana, con la crudeltà umana e l'irrazionalità umana delle capacità così straordinarie...
Nel passato erano astati molto maggiori gli esisti negativi di quelli positivi...
Ma lui era Angel.
Ancora una volta, l'assurdità della situazione mi colpì, stordendomi, aggiungendo confusione alla confusione.
Ed al dolore.
Erano stati tutti pronti ad uccidere Angel una volta... ad abbandonarlo... lo avevano odiato...
E ora erano pronti a trasgredire le regole per lui.
Persino Giles lo era.
Lessi chiaramente la disapprovazione nei sui occhi, ma non lo udii dire nulla.
In silenzio, come ad una veglia funebre, ci riunimmo tutti nella casa di Xander.. con il libro di Ana che nessuno, fuorché Willow, aveva osato aprire, appoggiato su un tavolo scuro, e il globo di Thesulah che scintillava al suo fianco, con la luce fredda e inanimata che si muoveva al suo interno come un vortice.
Aspettando.
Attendendo che tornasse la notte.
E che la notte portasse il demone di Angel.
- Ci sono due formule, come ricorderete... - Mormorò Willow, passandosi la lingua sulle labbra.- e una è in forma di maledizione...-
- Lo so...- Mormorai piano. E nessuno fece caso alle mie parole.
Ero sconvolta e questo avrebbe giustificato qualunque cosa.
Persino che continuassi a stringere fra le mani il mio povero vestito da sposa.
- La maledizione è la più forte- Continuò.- perché obbliga l'anima a riprendere possesso del corpo... e la vincola a una clausola.
Può essere eseguita in qualsiasi momento, mentre la semplice formula per rendere l'anima ad un vampiro è efficace solo se viene recitata nelle prime ore dal morso. Ed è vincolata alla volontà della vittima.
Non è un obbligo, è un regalo.
E dipende dalla sua voglia di rientrare in possesso del corpo...
Se la volontà della vittima non è abbastanza forte, se non è guidata da un grande desiderio di tornare, la sua anima non può farlo... e quindi...-
- Quindi - Terminò Giles per lei.- se l'anima di Angel non è abbastanza forte dovrai essere pronta ad ucciderlo.-
Io strinsi gli occhi, e le dita attorno al mio vestito bianco.
- Se la sua anima non è abbastanza forte- Ringhiai.- non sarà più Angel che dovrò uccidere...-
Lentamente, in contrasto con il mio tono feroce, una lacrima mi scivolò sulla guancia.
Tutti la videro, ma nessuno parlò.
Non c'era nulla da dire.
L'unica cosa che potevamo fare era aspettare... solamente aspettare.
*****
Dopo il tramonto portammo Angel in cantina, e lo chiudemmo dentro.
Poi, cominciammo con i soliti turni di ronda.
Io per prima.
Con tutta la rabbia che mi tenevo dentro avrei potuto spaccare la testa a chiunque mi sembrasse anche solo sospetto.
E invece, non incontrai nessuno.
E quando tornai a casa di Xander trovai tutto immutato.
Pio toccò a Willow.
Ma lei non finì mai il suo giro...
Non era uscita nemmeno da un 'ora che una violentissima esplosione squassò l'anima di Sunnydale, fermando a tutti il cuore nel petto.
Dopo pochi secondi, Willow irruppe dentro casa.
- Il Maestro!- Gridò, pallidissima.- Si è liberato!-
Ecco perché non c'era stato nessun altro attacco.
Il sangue di Angel gli era stato sufficiente.
*****
Sarebbe inutile descrivere la nostra lotta di quella notte.
Quel primo scontro con un mostro tornato ad essere libero con tutta la rabbia covata negli anni di prigionia.
Avrebbe potuto essere l'ultima notte di Sunnydale.
E non lo fu.
L'ultima notte di ciascuno di quegli sciocchi esseri umani che avevano deciso di lottare contro qualcosa di tanto più grande di loro.
Come la luce delle lampade lottava contro il buio di Galway.
E non fu nemmeno questo.
Ne uscimmo feriti, chi più e chi meno, esausti, ma per quella volta riuscimmo a ricacciare indietro il Maestro. E mentre l'alba tingeva l'orizzonte, camminammo insieme per le strade di Sunnydale, con la consapevolezza che da allora in poi ogni giorno sarebbe stato per noi un giorno d'attesa.
L'attesa del prossimo attacco di un nemico terribile.
Io gli ero arrivata così vicina...
Non era più forte di Jishmen, forse avrei anche potuto ucciderlo.
Se non avessi pensato ad Angel.
Se insieme alla rabbia e al dolore non ci fosse stata anche la paura per quello che in quel momento gli stava accadendo.
Mentre combattevo, mentre difendevo me stessa, i miei amici e il mio mondo, mentre tornavo verso la casa di Xander, una parte della mia mente era costantemente rivolta a lui.
E ogni passo che facevo, e che mi avvicinava, la mia paura cresceva.
Stringevo fra le dita l'ultimo paletto che mi era rimasto, mentre Willow correva davanti a me, superandomi, gettandosi oltre la porta, e sul libro di magia.
Anche Ana stringeva al seno un paletto.
Appiattita contro la parete di fronte alle scale per la cantina, pallidissima.
Al nostro entrare ,la guardiana designata di Angel si voltò di scatto verso di noi, e con un gemito si lanciò fra le braccia di Giles.
Terrorizzata.
Impaurita dalle urla che attraversavano la porta al piano di sotto, facendo vibrare il ferro con la loro violenza.
Così terribili che spaventarono tutti, nonostante ciò che avevo appena vissuto.
Bloccandoci letteralmente sulla porta.
E persino Willow tornò verso di noi, stringendo fra le mani il libro di magia.
Erano grida, e ringhi, che non avevano nulla di umano.
Un delirio di rabbia bestiale, di energia distruttiva scandita da violentissimi colpi alla porta di metallo, che si torceva e strideva come una creatura viva.
- E' così da ore...- Ansimò Ana.- non smette mai... sembra... una bestia...-
- E' una bestia...- Mormorai io, avvicinandomi di qualche passo.
Una bestia che si era risvegliata con una sete terribile di sangue e si era trovata prigioniera.
Se avesse potuto, avrebbe raso al suolo l'intera casa dalle fondamenta.
E ci avrebbe uccisi tutti...
Guardai la porta.
La vidi tremare, e piegarsi verso l'esterno, mentre le grida anziché diminuire aumentavano sempre di più.
Non sapevo se fosse proprio Angelus, ma di certo ciò che aveva mutato Angel era qualcosa di veramente terribile.
- Willow- Mormorai decisa.- leggi la formula.
Sbrigati, o riuscirà venire fuori...-
Avevo imposto alla mia voce di suonare ferma, decisa. Eppure io non ero nessuna delle due cose.
Rimasi lì.
Davanti alla porta.
Col mio paletto in mano.
Pronta. Nel caso che il metallo avesse ceduto.
Mentre Willow preparava con pazienza l'incantesimo e cominciava a recitare la formula.
Consapevole che se l'uomo che amavo fosse venuto fuori da quella cantina io lo avrei colpito.
E lo avrei ridotto in polvere.
Di sotto, la rabbia del vampiro continuava a crescere, come se sapesse che si voleva distruggerlo.
Poi, Willow terminò di recitare.
Il globo di Thesulah scomparve, e le grida cessarono di colpo.
In un momento.
Come un interruttore che fosse stato spento.
Per alcuno istanti, forse un intero minuto, nessuno si mosse.
Come impietriti, paralizzato da tutto ciò che era accaduto, rimanemmo immobili, fermi come statue di sale.
Ascoltando.
Forse senza nemmeno pensare.
Tesi come corde di violino verso quella porta chiusa. Attendendoci tutti di udire all'improvviso un nuovo grido, e di vedere il metallo cedere sotto un colpo più forte degli altri.
E invece non accadde nulla.
E ci fu solo silenzio.
E poi... poi il battito terribile del mio cuore.
Quando infime la tensione divenne insostenibile, decisi di rischiare.
E scesi.
- Buffy...- Mormorò Giles s alle mie spalle.
Ma non avrebbe potuto fermarmi nemmeno se mi avesse afferrata.
L'interno della cantina era immerso nel buio, e la luce che proveniva dal piano di sopra illuminava i frammenti sparsi delle lampadine distrutte.
Tutto era distrutto.
Gli scaffali.
Gli imballi, le casse di legno... il loro contenuto sparso ovunque.
E in mezzo, Angel.
Sapevo che non era vivo, ma dopo averlo visto così esanime, inanimato, come una cosa, il mio cuore ebbe un guizzo di gioia, anche di fronte alla sua pena.
Era accoccolato a terra, come un bambino appena nato, con le ginocchia piegate e le mani strette a pugno accanto al petto.
Coperto di sudore, tremava di un tremito violento, innaturale, come quello provocato dalla febbre.
Ed era pallido, una maschera di dolore ed angoscia.
Io lo guardai. E in quel momento lui aprì gli occhi e mi vide, e cercò di dire qualcosa, senza riuscirci.
Come la notte prima, un gemito disperato mi uscì dalle labbra, mentre correvo verso di lui.
Chiedendomi per la prima volta che cosa gli avevo fatto.
Eppure, senza riuscire a pentirmi.
Senza riuscire a reprimere una gioia morbosa.
Perché lui era diventato una creatura della notte, me il suo corpo tremava contro il mio, quando lo abbracciai, e quando poggiai la sua testa sulle mie ginocchia potei sentire il sudore della sua pelle gelida, e il suo petto scosso dai singhiozzi, e vedere i suoi occhi guardarmi.
Angel era con me.
Era di nuovo con me.
E se era tornato voleva dire che la sua anima lo aveva voluto.
Non lo avevano costretto a farlo, lo aveva scelto.
Aveva deciso di restare con me.
E io non riuscivo a non esserne felice, anche se sapevo, con una terribile sicurezza, che non sarebbe mai più stato lo stesso.
*****
Quando il suo tremito convulso si fu calmato, Xander e Giles aiutarono Angel ad alzarsi, e a salire le scale.
Sopra, tutte le tende erano state tirate, eppure la luce indiretta del sole ferì lo stesso i suoi occhi di vampiro, mentre lo portavamo lentamente fino al divano, avvolgendogli una coperta pesante attorno alle spalle.
- Tutto bene, amico?- Gli chiese Xander, e lui annuì debolmente, mentre io mi sedevo al suo fianco, e cercavo di circondandogli con il braccio le spalle enormi.
Stava ancora tremando, e continuava a guardasi intorno, fissando ogni cosa come se la vedesse per la prima volta.
Sapeva ciò che gli era successo.
Lo aveva visto attraverso gli occhi della bestia che era diventato.
L'Altro Angel me lo aveva rivelato molti anni prima.
Lo sapeva, ne era sconvolto e confuso, e ne aveva paura.
E non c'era nulla che noi potessimo dire per riuscire a confortarlo.
*****
Fu difficile per Angel.
Come lo sarebbe stato per tutti.
Ma lui era più forte di ognuno di noi, e forse persino più forte di quanto lo era stato Liam subito dopo aver riacquistato la sua anima.
Perché era diverso da Liam, ed era diverso dal mio tormentato Angel.
Non aveva la sua oscurità, e non aveva alle spalle i peccati che l'avevano causata.
Angel era un vampiro senza colpe, senza sangue sulle mani.
Poco più tardi, diventato il terrore delle creature del buio, sarebbe stato semplicemente conosciuto come " Anima".
Il vampiro che ride.
L'unico tra i suoi simili a non aver mai ucciso un uomo per bere il suo sangue.
La creature della notte di cui i miei amici si fidavano, come una volta si erano fidati di un altro Angel. Prima che Angelus distruggesse ogni cosa, e lo condannasse alla solitudine.
Ma ora Angelus non poteva più fargli del male.
Ora non c'era nessuna clausola.
E non c'era più nemmeno il mio Angel.
Nonostante tutto, lo avevo perso di nuovo.
Perché il vampiro con l'anima era insieme il ragazzo di una volta e una creatura nuova.
Una via di mezzo fra la luce e l'ombra.
E sebbene la sua forza di volontà, la sua allegria ed il suo amore, quell'amore che lo aveva riportato indietro, gli avessero fatto superare il trauma di ciò che gli era accaduto, qualcosa in lui era mutato per sempre.
E quando non si allenava con Giles, quando non pattugliava le strade e non era occupato a tirare su di morale ai suoi amici, sconvolti da quel che era successo, quando era solo e pensava che nessuno lo osservasse, il peso del cambiamento gli cadeva sulle spalle come un macigno.
E doveva essere tremendo.
Non poter più vedere la luce del sole, né la propria immagine riflessa in uno specchio, e sentite un demone dentro di se che si agitava e combatteva per imporsi su di lui.
Regalandogli una rabbia e una furia animale che non erano sue.
Cambiando il suo volto in quello di un mostro.
Di solito, durante questi brevi momenti, che si ripetono ancor oggi, io gli vado vicino, e lui alza gli occhi verso di me, e mi sorride.
E dice qualcosa , qualcosa del tipo:
-L'importante è che stiamo ancora insieme- o- Non ti preoccupare, è meno peggio di quello che sembra.-
Però, riportò indietro gli anelli.
Fu la prima cosa che fece quando si fu ripreso e cominciò a uscire di casa.
Mi disse che non aveva cambiato idea, che voleva solo abituarsi alla sua nuova vita, alle nuove regole che gli erano imposte.
Ma io sapevo che non era vero.
Come essere umano era stato disposto a rischiare tutto, a rinunciare a una vita normale pur di starmi vicina.
A suo dire, per lui, quella era l'unica scelta possibile.
E alla fine, aveva dato la sua vita per salvare mia sorella.
Da vampiro, però, non poteva accettare che io facessi lo stesso.
Anche se non odiava ciò che era diventato come lo aveva odiato Angel, non voleva che mi sentissi legata a una creatura come lui,.
A un mostro.
Litigammo per questo.
E io gli gridai contro, furiosa.
Lo accusai di avere sempre mentito quando mi diceva che le nostre vite potevano essere solo insieme.
In realtà, ciò che non sopportavo era che per la seconda volta un uomo si sentisse in grado di sapere e decidere ciò che era meglio per me.
Sfogai con lui tutta la rabbia e la frustrazione che avevo covato per anni contro l'altro Angel, che aveva scelto di uscire dalla mia vita per il mio bene, spezzandomi il cuore.
Andai via sbattendo la porta, augurandogli di finire incenerito, e imprecando contro me stessa e la mia stupidità, per aver tanto sofferto per lui,.
Arrivai a casa, spaccai qualcosa, e risposi male a mio padre, ma non riuscii a calmarmi.
Poi, all'improvviso, come sempre era accaduto in passato nei momenti di rabbia, o paura, o tristezza, un pensiero mi sfiorò la mente.
Un pensiero caro e malinconico.
Pensai ad Angel.
L' Angel che non avrei più rivisto.
Ai suoi occhi tristi mentre se ne andava via.
A quel modo tutto suo di guardami mentre io gli vomitavo addosso la mia rabbia, come se sapesse qualcosa che io non potevo sapere.
Angel che per me era venuto allo scoperto dopo un secolo di segregazione piena di angoscia e rimpianti.
Angel che aveva salvato la mia vita e quella di tutti coloro che amavo.
Angel che per colpa mia aveva perso la sua anima.
Che avevo condannato alle sofferenze più atroci.
Angel che correva da Los Angeles tutte le volte che avevo bisogno di lui.
Solo per sentirsi sommerso dalle mie accuse ingiuste.
Angel a terra, con le gambe spezzate, che cercava disperatamente di raggiungermi, e tendeva la sua mano verso di me. Implorandomi con gli occhi di non andare...
Pensai a lui, e mi domandai cosa avessi fatto per meritarmi un amore così grande.
Per due volte di seguito.
Come la sciocca che ero, tornai indietro, e trovai Angel seduto in terra, nel buio del suo soggiorno schermato dalla luce del sole, con la schiena appoggiata alla parete.
-Ti amo...- Mormorai, chiudendomi la porta alle spalle.
Lui mi tese la mano, e io mi rifugiai nel cerchio delle sue braccia.
Non mi ero mai sentita così al sicuro come fra le braccia di Angel.
Di questo come dell'altro.
E quel giorno, mentre accarezzavo il suo volto, mentre guardavo i suoi occhi pieni di paura e incertezza per il futuro, accusando la mia insensibilità e il modo in cui avevo lasciato che la sua sicurezza mi ingannasse, diedi l'ultimo addio all'uomo che avevo amato tanti anni prima.
Il suo pensiero mi aveva riportata lì, ma non poteva più continuare .
Questo Angel non meritava che un 'ombra di cui nemmeno conosceva l'esistenza si mettesse fra di noi.
E l'altro non meritava di diventare un fantasma...
*****
Andammo insieme a restituire gli anelli.
E quando il gioielliere cominciò a fare storie per rendergli il denaro, Angel rispose che preferiva li regalasse a qualcuno che non avrebbe potuto permetterseli.
E gli consigliò caldamente di farlo.
Con uno sguardo che non ammetteva repliche.
Quando uscimmo sollevò gli occhi al cielo, e alle stelle su di noi.
Non aveva ancora parlato con sua madre... né aveva deciso quello che le avrebbe detto.
Era una cosa da fare...
Ma non quella sera.


*****
Oggi Angel è per tutti " Anima". Il vampiro che sorride e vive in mezzo agli uomini.
Il vampiro che ama la Cacciatrice.
E che la cacciatrice ama. Come non ha mai amato nessun altro.
Perché è diverso da chiunque altro abbia mai conosciuto.
E' la mia ombra.
E mi protegge. Come io proteggo lui.
A volte, dopo i primi mesi, mi ha detto di essere quasi contento di ciò che gli è successo,
perché ora può aiutarmi . Aiutarmi davvero.
Mi fa arrabbiare quando lo dice.
Ma poi mi abbraccia e mi bacia sul collo come sa fare solo lui. E la mia rabbia si scioglie come ghiaccio sotto il sole.
La vita ha mischiato le carte e ora la partita ricomincia.
La cacciatrice, il Maestro , l'Osservatore e i suoi amici.
E il vampiro che veglia su di loro.
Sembra una foto di molti anni fa... dell'anno in cui sono giunta a Sunnydale. Intenzionatissima a non accettare il mio compito.
E invece, tutto è diverso.
Angel, Giles, Willow, Cordelia e il suo bambino straordinario... ognuno di loro è diverso.
La loro storia lo è.
Persino io sono diversa... pur essendo la stessa.
Pur avendo conservato i ricordi di un mondo che non è mai esistito.
Ma chi non cambierebbe, se non potesse mai aprirsi con nessuno... se dovesse costantemente trincerarsi dietro un mondo di bugie?
E stare attendo a ogni sua parola, a ogni sua reazione...
Certe volte, mi pare di essermi completamente abituata.
Altre, mi sembra ancora di impazzire.
E mi chiedo come abbia fatto Angel a vivere in questo modo per così tanto tempo.
Ho cominciato questo diario per parlare con qualcuno.
Perché dentro di me so che non sarebbe giusto farlo con i miei amici.
Le storie che avrei da raccontare li riempirebbero di dubbi e di paure... e io non voglio turbare gli equilibri che vivono intorno a me.
Non ora che ci attendono battaglie tanto dure, e che la lotta contro il Maestro richiede tutte le nostre forze e la nostra fiducia gli uni negli altri.
Cosa accadrebbe se sapessero di Angelus?
Se conoscessero cose di loro stessi che non avrebbero mai voluto sapere?
E perché?
Perché la cacciatrice di sente sola?
Nonostante i suoi amici il vampiro che l'adora?
Forse solo Jonathan potrebbe capirmi, ma io non sono certa di riuscire ad arrivare al momento in cui la sua età gli consentirà di comprendere e dare un senso alle cose che vede.
Sono la Cacciatrice, e la mia vita è a rischio ogni notte.
Forse, questo diario è solo per me.
Pr aiutarmi a capire, e a lasciarmi davvero il passato alle spalle.
Forse, nessun altro lo leggerà mai.
Forse, l'ho scritto per non ammattire...
Ma a volte, quando sono tranquilla, nelle sere che sono finite senza sangue, o mentre mi sveglio da un sogno strano fra le braccia di Angel, o la pioggia, cadendo suoi vetri di una finestra, si porta via le angosce e l'energia... allora penso che sia un altro il motivo.
Come una sciocca, o una bambina, o una pazza, penso che un giorno, in qualche modo, queste pagine senza una logica saranno aperte da qualcuno, e daranno alla sua anima tutte le risposte.
So che è impossibile, ma il mio cuore, testardo, finge di ignorarlo...
Forse, questo diario è per salutare lui, e per dirgli che sto bene, e che ho deciso di andare avanti, anche se non potrò mai dimenticarlo. Anche se non sono mai riuscita a capirlo come ora.
Per me, e per chi mi sta attorno.
Addio, Angel.
E dovunque tu sia, in qualunque tempo o dimensione tu stia fissando il cielo, con il vento che accarezza la tua espressione stanca, ti auguro di trovare più gioia di quanta non sono mai riuscita a dartene io.


Fine