Prologo

 
Aveva sentito la vita fluire via dal suo corpo mentre il suo sangue scorreva assorbito, da tentacoli bianchi di luce.
Aveva conosciuto la pace mentre il suo corpo moriva.

Ed era stato tutto perfetto, per una volta.
Aveva chiuso gli occhi lasciandosi andare.
E Buffy Summers aveva smesso di esistere.
Buffy Summers era morta.

O così aveva creduto.
Per molto tempo non vi era stato nulla.
Solo buio…e tepore.
Ed aveva sentito il suo corpo, la sua essenza, venir trascinata dalla corrente.
Non aveva lottato.
La pace dentro di se era stata troppo bella.
La pace dentro di se era stata giusta.
Poi era arrivato il dolore, la luce, il freddo.
La consapevolezza di essere viva.

Anche allora però non aveva aperto gli occhi.
Aveva voluto aggrapparsi alla pace.
Perché il dolore era stato troppo forte.

E l’oscurità era diventata una nube, che andava assottigliandosi, che perdeva d’intensità, filtrando il mondo esterno, i suoi rumori, i suoi odori, le sue voci.

La sua voce.
Ricordava bene la sua voce.
Ricordava bene le sue parole.
Aveva odiato la sua voce, quando a dispetto di tutto, aveva continuato a dirle la verità.
La verità sulla sua anima, sui suoi desideri più nascosti.
La verità sulla danza, sull’equilibrio precario tra vita e morte.

Ed ora era la sua voce a chiamarla, a squarciare la coltre nera dell’incoscienza, a tirarla via dal tepore della pace, dell’oblio.

“Ti prego, apri gli occhi”
Diceva quella voce.
Una voce che senza volerlo, aveva imparato ad amare.

“Ti prego”
Continuava a ripetere.

E Buffy Summers, piano, aveva cominciato a lottare contro la corrente, contro l’oblio, mentre il dolore aveva continuato ad invadere il suo corpo.
E la sua voce continuava a pregarla di tornare.
Di aprire gli occhi.

E Buffy Summers volle farlo.
E l’oscurità fu squarciata.
Verde si perse nell’azzurro.

E le sue labbra si dischiusero per la sorpresa.
Erano i suoi occhi.
Era la sua voce.
Il suo volto.
Ma non era lui.
Non era Spike.
Era vivo.

“Dove sono?”
Domandò.
E la sua voce era roca.
E la gola le bruciava.

“Non ha importanza”
Disse l’uomo sorridendo.
Ed il suo sorriso era così simile a quello di Spike.
All’unica volta in cui lo aveva visto sorridere davvero, col cuore.

“Chi sei?”
Domandò.
Lo fece per scacciare i ricordi.
Per scacciare l’amore.

“Rocko”
Rispose semplicemente lui.
“E tu?”

“Buffy”
mormorò lei.

“Benvenuta alla fine del mondo, Buffy.”