Il sorriso di cristallo |
Parte VI-Il dolore |
" Lo sai, Nicholas... lo dovrei lasciare in pace, Angel... Si, proprio dovrei... voglio dire..." Darla si lanciò alle spalle una manciata di fogli dattiloscritti, appena tirati fuori dalla valigetta del suo nuovo, adorabile giocattolo. E con fare casuale si appoggiò con i gomiti al piano liscio della scrivania." Lui fa la sua vita, io la mia... non ne guadagnerei niente... Non c'è un piano da attuare, un'arma da recuperare... nemmeno denaro da guadagnare, o potere... nulla... Non c'è una ragione logica al mondo per cui dovrei lasciare la mia tranquilla esistenza da vampira e Top manager... e poi si sa... immischiarsi con Angel vuol dire guai... E' sempre stato così... però sai anche..." Scese dalla scrivania, e osservò gli occhi nocciola del giovanissimo vampiro, che occupava la stanza del prematuramente scomparso Darrenn, oltre che il suo posto come segretario" particolare". Gli occhi ancora stupiti, pieni della sorpresa e meraviglia sanguinaria di un vampiro appena nato... il periodo che lei amava di più nei suoi protetti... quando poteva insegnargli tutto... e tutto risultava loro nuovo... "Dopo un paio di anni che mi limito ad osservarlo, aspettando il momento giusto per fargli del male..." Passò il dito sulla spalla dal vampiro, aggirandolo. " ho maturato questa... smania addosso... e sapere che è così vicino mi fa impazzire... " Sospirò melodrammaticamente. "Certo, se ci fosse una donna nel suo cuore sarebbe più divertente... ma già una figlia è qualcosa, no? Cosa ne pensi?" Il vampiro sbatté piano le palpebre, guardandola. "Non lo so... " Mormorò piano. "io non so chi è Angel..." "Oh..."Darla si chinò su di lui, baciandogli piano le labbra. " hai ragione... Il mio piccolino ... Dimentico sempre che sei così giovane, amor mio... E' che somigli tanto a un altro... e qualche volta mi illudo ancora di parlare con lui..." Sollevò il volto, stringendo gli occhi. "Qualche volta lo desidero ancora... Quando mi sveglio o... quando vado a dormire o quando faccio sesso... Quando guardo il sangue scorrere..." Sospirò. "Ma bando a queste tristezze... Dunque, tesoro, Angel è l'animale che mi ha rubato il mio ragazzo... ed è pericoloso, e forte, e io lo odio dal profondo delle mie viscere... Ora... potrei restatemene qui, rinunciando ai miei progetti... continuando fare quello che faccio, continuando ad accumulare potere e ricchezze, e soffrire, pensando che lui fa la sua vita... Oppure potrei aspettare e godere del suo dolore, quando la piccola bastarda gli morirà fra le braccia... Ma potrebbero volerci mesi... e io non ho mai avuto la pazienza del mio Angelus... O ancora... potrei iniziare a punzecchiarlo... così... tanto per fare qualcosa...solo per vederlo... Per tastare il terreno e capire con i miei occhi e il mio cervello come fargli più male... Pericolo... Azzardo... E nessun motivo razionale... Mm..." Gli si inginocchio davanti, prendendogli la testa fra le mani. "Puoi dirmi una sola ragione per cui dovrei farlo?" Davanti a lei, Nicholas la guardò, gli occhi dolci di un bambino che la fissavano, adoranti, come non l'aveva mai guardata il suo Angelus. Ed era piacevole sentirsi adorata, amata oltre ogni cosa... fino a che non cominciava ad annoiarla... come era successo con Linsdey. "Forse potrei..."Sussurrò il ragazzo, e lei sollevò un sopracciglio, stupita. "Allora dillo, tesoro..." "Non vorrei... che ti arrabbiassi..." Darla spalancò gli occhi, imbronciandosi leggermente. "Io? Con il mio bambino... oh..."Si sollevò, sedendoglisi in grembo, e lentamente cominciò ad accarezzargli il volto. " sei così ingiusto con me... Io avrei potuto annientarti, e invece sei qui... con me... e non lo faccio con tutti, sai... solo con i più belli, e dolci, e forti... come te... E pensi che potrei farti del male? Noo..." Gli baciò la guancia , dolcemente. " facciamo così, sarai tu a decidere... Puoi chiedermi di aspettare di avere un buon piano per far soffrire Angel... oppure darmi la tua buona ragione e convincermi ad esporre la mia vita e quella dei miei uomini solo... per uscire allo scoperto... Oh, naturalmente una ragione che non sia la noia terribile di questi anni in cui sono rimasta in disparte perché quegli idioti della Wolfram e Hart continuano a blaterare che Angel non deve essere ucciso, e promettermi giorno dopo giorno un modo per riprendermi il mio Angelus... Sai, sono proprio stufa di loro..." "No..."Il ragazzo le accarezzò una gamba. " non si tratta di questo..." "E allora, un solo motivo per cui potrei mandare a puttane... ossia a me... il mio redditizio accordo con gli avvocati... o almeno violarlo un pochettino... " Gli occhi di Nicholas erano intensi quando sbatté le palpebre, continuando a guardarla, e per un attimo, un solo attimo, le ricordarono davvero quelli di Angelus... Solo che il suo ragazzo non aveva avuto in essi quella innocenza... mai... "Per piacere..."Mormorò lui tranquillo. " solo per il tuo piacere... " "Mi sento così stupida..." Mormorò Kate, stringendo più forte la mano di Angel nella sua, e guardando di sottecchi il volto rilassato del vampiro che le camminava al fianco, lungo i grigi corridoi dell'ospedale. Lui sorrise, piano, rassicurante. "Lo hai già detto un attimo prima di scendere dalla macchina, e io ti ho già risposto che non ce n'è ragione... Avevi bisogno di sfogarti, Kate. Ne aveva bisogno il tuo corpo e ne aveva bisogno il tuo spirito... Era da mesi che ti tenevi dentro tutto il dolore e il senso di impotenza, e questo ti stava distruggendo... E magari adesso comincerai a stare un po' meglio..." Kate deglutì piano, sentendosi più stanca che mai. Davvero era già finito, il suo piccolo angolo di felicità ... "Non starò mai meglio..."Mormorò. "fino a che Nia sarà qui dentro..." Lo guardò, certa che se non lo avesse chiesto adesso non lo avrebbe più fatto. "Angel..."Mormorò. " tu dicevi sul serio... prima...'" L'uomo aggrottò la fronte. "Ho detto tante cose, prima..." Le sorrise, portandosi alle labbra la mano che stringeva. " ed erano tutte vere..." "Intendevo dire... su Nia... Io non volevo... non ho mai voluto..." Si fermò, slacciando la dita da quelle di lui, e voltandosi per guardarlo in faccia, mentre , dietro di loro, un 'infermiera camminava fissandoli accigliata. "Angel, non sono tornata a Los Angeles a caccia di un padre ... Sono convinta di aver fatto un buon lavoro con Nia, e fino a quando non si è ammalata siamo state molto bene insieme, solo io e lei... Non so cosa sarebbe accaduto poi, però... non mi mancava un padre..." Angel aggrottò la fronte, e Kate sospirò. "Mi mancavi tu... questo si... mi sei mancato da impazzire ogni ora della mia vita, però ... quello che voglio dire è... che non prendo come un impegno quello che mi hai detto prima..." "Kate..."Angel si avvicinò di un passò, e con dolcezza infinita le sfiorò il collo, e il segno del morso sulla pelle. "e non prendo come un impegno neanche quello... "Si affrettò ad aggiungere lei. "Ma questo è un legame..."Angel sbattè le palpebre. " te l'ho spiegato... Per la legge dei vampiri tu mi appartieni... ed io..."Si avvicinò di un passo. " ho tutta l'intenzione di usare e abusare di questo vincolo per impedirti di andartene ancora..." La guardò, e la sua espressione fu all'improvviso serissima. " Io ti amo, Kate... "Mormorò. "E voglio bene a Nia... E ti voglio... Voglio te , e la tua bambina, nella mia vita... Ma ... non ti forzerò a decidere adesso. Ora ci sono cose più importanti anche di noi due... Cose come il fatto che ingrassi di cinque chili, per esempio... " Kate non riuscì ad impedirsi di sorridere. "O che Nia stia maglio, e soprattutto che riusciamo a trovare qualcosa per aiutarla... e dopo..." Le si avvicinò, tendendole la mano, su cui Kate appoggiò la propria. "Dopo?" Angel sorrise di nuovo, un lento, studiato sorrisetto da ragazzo. "Dopo userò tutte le leggi dei vampiri, e le arti persuasive di Cordelia, e i ricatti psicologici, per tenerti con me..." Kate scosse la testa, battendogli lentamente la mano sulla spalla, e insieme ripresero ad avviarsi per quel corridoio che sapeva di disinfettante. Mano nella mano. Come prima. Come due ragazzi. Come due innamorati. Come a Kate non era più accaduto da quando aveva sette anni. Come non si vergognava assolutamente di fare, diversamente da ciò che aveva sempre pensato. Piena della tenerezza immensa che quel gesto le aveva ispirato, dal momento in cui lui lo aveva compiuto la prima volta, all'uscita dall'auto, tendendo istintivamente la mano verso quella di Angel, e stringendogli con dolcezza la dita. "Lo sai"La prese in giro lui. " che potrei farti pagare il mio lavoro a ore?! Così saresti costretta a restare ..." "Lo sai..."Ritorse Kate. " che non ho nessuna intenzione di andarmene di nuovo?" Stavolta ciò che passò negli occhi di Angel non ebbe niente di scherzoso o divertente. Stavolta su un fiume caldo di sollievo, e calore, e passione. Stavolta fu un sole intero d'amore che risplendette nei suoi occhi scuri, intensi come il tempo e più del tempo. Intensi come l'amore stesso. "Non sarei dovuta andare via nemmeno allora..."Mormorò piano Kate. " Ho sprecato cinque lunghi anni... E qualunque cosa possa fare adesso non potrò mai più riportarli indietro... ne rimediare..." "Perché sei tornata , Kate?" La sua voce era seria, ora, completamente seria. Ed era profonda, e dolce... Era la voce di Angel... nelle sue orecchia, nel suo cuore, nella sua anima, e all'interno del suo corpo. Come l'aveva ricordata e ascoltata dentro di se per cinque lunghi anni. Lo guardò, ma solo per un istante. Questa volta non riuscì a sostenere il suo sguardo... "Perché..."Mormorò, fissando gli occhi in basso, davanti a se, con la fresca stretta della mano di lui nella propria. " ora credo che sia stato semplicemente perché ti amavo tanto... " Deglutì. E per un attimo si chiese se dovesse o meno aggiungere il resto... Non voleva caricargli addosso un 'altra responsabilità... ma lo amava... lo amava così tanto... e non voleva nascondergli più niente... Mai più... Se era vero che esisteva un legame fra di loro... se era vero che era cominciato qualcosa, quel giorno, allora doveva anche trovare il coraggio di raccontargli quanto era stupida... e quanto lo amava... Lo guardò, e scoprì i suoi occhi su di lei. Dolci come una delle sue carezze. E seppe che non avrebbe potuto nascondergli niente. Nemmeno se lo avesse voluto. Che la donna che aveva potuto farlo era scomparsa da tanto tempo, forse da più tempo di quanto lei non riuscisse a immaginare. Dischiuse le labbra in una sorriso nervoso, ma prima che potesse parlare la sua attenzione fu attirata da un brusio indistinto, e dallo sfrecciargli accanto di un 'infermiera in camice bianco. Si voltò, e il sangue le si ghiacciò nelle vene. "Oh Dio..."Mormorò, appoggiandosi il palmo alla bocca. " Nia..." Lasciò la mano di Angel, ignorando la sua voce che la chiamava , e precipitandosi verso il piccolo assembramento di medici e pazienti... fuori dalla porta di sua figlia. E quel tragitto brevissimo le tolse dieci anni di giovinezza. "No..." Mormorò dentro di se. " per piacere no..." No... no... Non la sua bambina.. Non oggi ... Non adesso... Lei non era pronta... E non ... non era giusto... Non quando non le aveva neanche detto addio... Non quando quello che voleva era solo un po' di tempo... un altro po' di tempo... Un giorno, solo un giorno... Un' ora... Sarebbe stato meglio fra un 'ora... Fra un momento... No... per favore... no... Si fece largo tra la gente. E seppe che quei lunghi mesi di lenta tortura non erano serviti a niente... Assolutamente a niente. Seppe che non era pronta a perdere la sua bambina, esattamente come non lo era stata quando tutto aveva avuto inizio. Strinse lo stipite della porta, entrando nella stanza... e le sembrò di svenire... Mentre Angel le arrivava alle spalle, e le stringeva una mano sul braccio. "Oh... mio Dio..." Mormorò di nuovo, e di nuovo si premette una mano sulle labbra. Mentre una lacrima, leggera, le scendeva sulla guancia. Davanti a lei, sul suo letto, pallida come un piccolo fantasma... Nia sorrideva, sostenuta dai cuscini, la minuscola mano persa in quelle lunghe e verdi di Lorne, l'amico di Angel, che il giorno del suo arrivo le aveva aperto davanti la porta dell'Hyperion. Il demone era seduto sul bordo del letto, con addosso un incredibile vestito giallo su una camicia blu cupa, e le sorrideva, mentre piano sussurrava le parole di una canzone. Con la voce più bella che Kate avesse mai ascoltato. Profonda e modulata. Una voce che era acqua e cristallo... La voce purissima di un angelo. Che parlava a Nia di un 'anima profonda e gentile, dietro quell'aspetto che una volta avrebbe spaventato sua madre. E che lei invece guardava come avrebbe fatto con un antico, amatissimo compagno di giochi. Sentì il braccio di Angel stringerla a se, e senza nemmeno rendersene conto gli nascose per un attimo il viso sulla spalla, mentre dolore e paura le si scioglievano dentro in un unico singhiozzo di sollievo. "Quando mi innamorerò..."Cantava dolcemente Lorne, accarezzando con la mano la guancia e il mento della sua bambina. " sarà per sempre... Quando donerò il mio cuore... sarà completamente..." E a Kate il cuore faceva male. Per il veleno atroce che aveva provato, e che quasi lo aveva ucciso... e perché quella... quella era la sua canzone... La canzone di una donna che non sapeva che cosa fosse l'amore, fino a che l'amore non l'aveva travolta. Contro ogni aspettativa. Atteso, desinato... dirompente. Portando incertezza, e gioia, e ferite che segnavano l'anima. Per sempre. La canzone che aveva cantato pochi giorni dopo aver conosciuto Angel... quasi per caso... pensando a lui... E che le era rimasta dentro... La canzone che aveva sussurrato, piangendo, sull'aereo che la portava via da Los Angeles... E che aveva canticchiato alla sua bambina, insieme alla ninna nanna di sua madre... "Quando regalerò il mio cuore... lo farò completamente..." Sollevò la testa, asciugandosi gli occhi , mentre Lorne sollevava il capo, guardandoli, e attirando su di loro gli occhi di Nia, che rise felice, mentre le ultime note della canzone accarezzavano l'anima di Kate, e dalla gente dietro di lei si levava uno scroscio di applausi entusiasti. "Mamma, mamma!" Esclamò la bambina, sollevando la mano di Lorne come se fosse un trofeo. " Hai visto! Un folletto! Un folletto vero!" Kate rise, avvicinandosi, mentre l'uomo si alzava, facendole spazio, senza lasciare la presa della bimba. "Tecnicamente..."Puntualizzò. "folletto non è proprio il termine esatto..." "Mm... mm..." Si schiarì la gola Cordelia, che, dietro di loro, stava cullando il suo bambino, avvolto in una copertina bianca. "Tuttavia..." Si affrettò ad aggiungere lui. " credo che il termine esatto non riuscireste a pronunciarlo! E poi..."Sorrise, abbassandosi, e sfiorando con la punta di un dito il naso di Nia. " sono completamente soggiogato dagli occhi di questa fata..." Sollevò le sopracciglia, guardando Angel. " e non sono il solo, pare... Mi chiedevo proprio quanto ci avreste messo, voi due!" Kate si sedette sul letto, tendendo a Nia la sua rosa chiara, mentre, alle sue spalle, sentì Angel tossire. "Per me?!" Esclamò la bambina, prendendola estasiata. "Veramente è un mio regalo... ma credo che starà benissimo, qui con te..." "Chi te l' ha regalata?" "Oh, mio Dio!" Lorne si liberò dalla stretta di Nia, allargando le mani e puntandole una verso Angel e una verso Kate. " Non davanti a una bambina, vi prego!" Dalla folla alle loro spalle si levarono delle risate sommesse. Evidentemente avevano preso Lorne per un pagliaccio o un animatore dei reparti infantili, ma lei non riuscì a fare a meno di aggrottare la fronte e guardare Angel, che sembrava aver appena ingoiato il Gran Canion . "Okay, okay..." Sbuffò l'incredibile uomo verde, superando il letto e spingendo tutti all'esterno. " c'è una famiglia da riunire, un infartuato da rianimare e due amanti da mettere in imbarazzo, per cui, tutti fuori per cortesia..." "Veramente... " Puntualizzò l'infermiera Charlotte. "siete voi che dovreste uscire. In questa stanza non ci si potrebbe stare nemmeno in tre!" "Oh..." Lorne si portò la mano al cuore, melodrammatico. " creatura di passione e rinuncia! Cosa darei per vedersi svelare davanti a me il tuo animo tormentato!" La donna scoppiò a ridere. "Piantala!" Lanciò uno sguardo oltre le ampie spalle di lui, diritta verso il letto. E abbassò la voce a un bisbiglio... ma non abbastanza. " Ma tu dici che quei due..." Lorne si chinò su di lei, con fare cospiratorio. "Due volte!" Bisbigliò. Kate boccheggiò letteralmente, mentre, per la prima volta in tutta la sua vita, sentiva il sangue affluirle al volto, facendola probabilmente assomigliare a un pomodoro maturo, mentre Angel, con la stessa violenza, perdeva il colore, e, con una rapidità che avrebbe dovuto insospettire anche un cieco, si precipitava alla porta. "Lorne!" Esclamò, sollevandolo letteralmente di peso e chiudendo l'uscio in faccia all'infermiera. "Però..."Fischiò Cordelia. "complimenti..." Kate sgranò gli occhi. Pareva solo a lei, o il mondo aveva preso a camminare al rovescio?! "Lorne, piantala!"Scattò Angel, appoggiandosi alla porta, probabilmente per impedire all'infermiera di rientrare. "Uhm... "Cinguettò l'altro. " zuccherino, alla tua età fa male arrabbiarsi tanto!" "Qualcuno" Intervenne Kate, ottenendo così la prova di avere ancora una voce e la capacità di usarla. " mi spiega cosa sta succedendo?" Strinse gli occhi, passandoli da un Angel sempre più in imbarazzo a un Lorne sempre più divertito, mentre Nia, piano, le tirava la manica. "Mamma..."Mormorò la bambina, cullandosi contro il petto la sua rosa. " due volte cosa?!" "Oh, mio Dio..." Kate sgranò gli occhi. E adesso? Qualcuno avrebbe avuto molto da ridire se fosse svenuta? Qualcuno avrebbe avuto molto da ridire se avesse strozzato il tipo verde e cornuto? Qualcuno avrebbe avuto molto da ridire se prima avesse strozzato il tipo verde e cornuto e poi fosse svenuta? "... due volte... oh, "Si voltò, fra la disperazione e l'esasperazione. " ma tu che... cavolo... ne sai!" "Due volte... "Esclamò Lorne avvicinandosi al letto, e sedendo di nuovo vicino alla bambina, mentre Kate, con gli occhi, supplicava Angel di dirle che il suo ... amico... stava solo tirando a indovinare, e che se non tirava a indovinare non avrebbe detto la verità alla sua bambina di quattro anni! E Angel, più disperato di lei, le rispondeva con lo sguardo che non ne aveva la minima idea. "Lorne..." Ansò il vampiro avvicinandosi. "Stai calmo!" Esclamò quello. " A te fare certe cose ti sconvolge! Non hai più l'abitudine" "Io ero calmissimo!" "Felice e perfettamente soddisfatto, lo so..." "Ehi..."Nia batté la mano su quella di Lorne. " due volte cosa?" "Due volte..." Gli avrebbe sparato... Kate sapeva che gli avrebbe sparato... se avesse osato dire alla sua bambina... " che si dimenticano del mio compleanno..." Kate sobbalzò, mentre il letto di Nia rischiava di schizzare contro la parete. Quando Angel ci cadde sopra a sedere. "Ehi!"Esclamò Lorne, schiena a schiena con il vampiro. " Se devi proprio, svieni per terra... ma poi non pretendere che qualcuno ti sollevi ... " "Qualcuno solleva me?!" Ansò Kate, passandosi la mano sulla fronte molto, molto sudata. "Dai..."Rise Cordelia, tendendole la mano. " vieni che ti spiego..." Kate la prese, lasciandosi tirare su. "Cosa? Chi devo uccidere per questo infarto prima del tempo?!" Di nuovo, la ragazza rise, appoggiandosi meglio il bambino alla spalla. "Ma nessuno... E' solo Lorne... " Si avvicinarono alla finestra, mentre Angel si sistemava meglio sul letto, di fronte all'amico, e alla sinistra di Nia. " lui legge le anime, per chi le ha, e per chi non le ha non lo so... non ho ancora capito cosa... E se è per questo..."Spostò il capo, fissandolo, e in quel momento anche lui guardò lei, e ponendosi la mano sotto le labbra le lanciò un bacio. " non ho ancora nemmeno capito come... gli riesce particolarmente bene quando la gente canta... perché quando si canta si espone la propria anima, dice lui... ma la verità è che ce la fa benissimo anche senza... magari con meno particolari... Come hai avuto modo di appurare tu stessa..." Kate sgranò gli occhi, la testa che le sembrava diventata una palla. "Voi dire che lui sa tutto quello che è successo...?" Non ci fu bisogno di aggiungere dove... o a chi. Cordelia sghignazzò. "No, non tutto... dipende... tutto lo saprò io quando mi avrai raccontato i più sordidi dettagli!" Kate si passò una mano sul viso. "Ma lo sai, "Esclamò." che voi due siete una coppia perfetta?!" Cordelia sorrise, un sorriso raggiante che le illuminò il volto. "Grazie!" Esclamò, ma prima che avesse il tempo di chiederle di cosa l'attenzione di Kate, o meglio quel che rimaneva del suo cervello, fu attirata dalla voce di Nia. "Veramente si sono scordati del tuo compleanno?" Lorne sospirò melodrammaticamente. "E si, ogni anno è così... niente torta, niente regali..." "Ma che bugiardo..."Soffiò Cordelia al suo fianco. " Niente canzoncina di auguri... e dire che adoro le canzoncine di auguri... " La bambina lo guardò seriamente. "Te la canto io!" Esclamò. "Davvero?"Lorne inclinò la testa. " Non sei un po' piccolina per conoscere una canzone di auguri?!" "Noo... so pure quella che cantavi prima... Veramente... "Si batté la mano sul petto. " te la canto io..." Lorne le rivolse un sorriso di pura adorazione. "Che ci fa una bambina così dolce..."Soffiò. " in questo mondo così matto?" Sollevò le sopracciglia prime di esclamare. " Andiamo, sto aspettando la mia canzone!" Nia sorrise, e prendendo un piccolo respiro cominciò a cantare, arrossendo vistosamente di imbarazzo. Lei ci era sempre riuscita, ad arrossire, al contrario di sua madre. "Io lo amo quell'uomo..."Sospirò Cordelia al suo fianco, ma Kate non fece caso al tono adorante delle sue parole. "Ho paura che si stanchi..." Mormorò piano, ma la ragazza scrollò le spalle, tranquilla. "Non ti preoccupare, se ne accorgerebbe se non ce la facesse. E' matto, ma non fino a questo punto..." Abbassò il viso, fissando il suo bambino. " Vero, cucciolottino?! " Kate le sorrise, la testa che ancora le girava per la furia con cui si erano susseguiti gli eventi di quelle ultime ore, prima di tornare a guardare estasiata la sua bambina. Era da quasi un anno che non le vedeva così bene... Che non la sentiva ridere... figurarsi cantare... Pesava che non l'avrebbe mai più sentita cantare... E invece era lì, di fronte a un demone verde dal sorriso dolcissimo, che stringava fra le minuscole dita la rosa che Angel le aveva regalato... che aveva preso per lei... Per lei... Incontrò con gli occhi quelli di lui, che le sorridevano intensamente, e rispose loro, pensando che se le fosse stata data la facoltà di fermare il tempo, così, in quel preciso istante, le sarebbe andato bene... perché in quella stanza d'ospedale, in quel momento, c'era tutto ciò che desiderava. Ed era così diverso da ciò che un tempo pensava di volere. E molto, molto più importante... Battè le meni quando Nia ebbe finito di cantare, insieme a Lorne e ad Angel, e avvicinatasi al letto depose sulla fronte della bimba un piccolo bacio. "Sei stata bravissima..."Le sorrise. "Però non canto bene come lui..." Rispose Nia, stringendole la mano... e persino la sua stretta era tanto più forte, tanto più... sana... "Nessuno al mondo canta bene come Lorne..."Sorrise Cordelia dietro di loro. "Però ti potrebbe insegnare, non è vero "mostro"?!" Lorne sospirò. "Ogni giorno che passa, " Esclamò, alzandosi. "mi stupisci con la tua dolcezza! E ora, se volete perdonarmi... ho un bar da mandare avanti, anime da leggere, sofferenti da aiutare..." "Lorne,"Lo interruppe Cordelia. " taglia!" "Ero venuto qui per ricongiungere una madre e suo figlio e perché... "Ammiccò ad Angel. " quando Cordy mi ha detto che te n'eri andato con Kate ho deciso che dovevo essere il primo a vederti! Ma non credevo..."Prese la mano di Nia, e chinandosi su di lei la baciò con dolcezza. " che mi sarei perdutamente innamorato.... Grazie... "Bisbigliò. " la tua canzone di auguri è stata la più bella che io abbia mai sentito..." La bambina rise, e quando Kate sedette accanto a lei, l' abbracciò, imbarazzata, nascondendole il volto nel seno. "Attenta..."L'ammonì, tendendo il tubo della flebo. Ma per nulla al mondo avrebbe voluto che la lasciasse. Quando si voltò, anche Angel si era alzato, e stava aprendo la porta a Lorne. E lei ebbe la netta, inequivocabile sensazione... di essersi persa un passaggio... benché non capisse di cosa... Probabilmente , se fosse stata più lucida e meno confusa lo avrebbe fatto, ma adesso... così... sapeva solo che una tessera non quadrava... "Torno subito..." Mormorò Angel sorridendole. E lei aggrottò la fronte per la seconda volta. "Angel ha qualcosa che non va..." Mormorò, dopo che furono usciti. "Qualcosa?!" Cordelia le passò davanti, raggiungendo la porta e poi tornando indietro. " E' stato solo messo in imbarazzo davanti a me, a te e a tua figlia! L'unica cosa che spero... "Sollevò la testa, folgorandola con un sorriso. " l'unica cosa che spero è che non me lo castri!" "Cordelia!"Esclamò, ridendo e scotendo la testa. Fino a che il suo cervello, finalmente, non riprese a funzionare. Se fosse stata così lenta al tempo in cui lavorava in polizia sarebbe stata radiata non una, ma almemo una decina di volte. Sgranò gli occhi, fissandola. "Oh..." Cordelia rise. "Non lo sapevi? Credevo che Angel te lo avesse detto!" "No!" Esclamò Kate. "Io... noi... non abbiamo mai parlato di ... te !" Già... tranne un piccolo, insignificante accenno. "Ti chiedo scusa..." "Di che, di non aver parlato di me mentre... vi dimenticavate il compleanno di Lorne?! Ti assicuro, non pretendevo che andasse diversamente!" "No..." Kate sospirò, imbarazzata. Le pareva che quel giorno fosse fatto di quarantotto ore ... " ti chiedo scusa se ti sembro così... sorpresa!" Cordelia scosse le spalle. "Ti fa schifo?!" "Mio Dio!" Esclamò Kate. " No! Come potrebbe! Io sto... con un vampiro!" "Ah, ah!"Cordelia rise, puntandola minacciosamente con un dito. " Lo hai ammesso! Questa si che è una notizia da diffondere! Se riesco a farlo dire anche ad Angel vuol dire che, con buona soddisfazione di Wesley, stavolta Faith esce di galera! Scusa..."Continuò, porgendole il bambino. " Mi terresti un secondo Allen?!" Kate spalancò la bocca, ma non fece in tempo a dire une sola parola che si ritrovò in braccio il piccolo, e automaticamente lo prese, sostentandogli la testa con la mano. Sostenendogli la testa... verde... con la mano. Sgranò gli occhi, fissando il minuscolo volto del bambino di Cordelia, così colpita che non rivolse nemmeno un 'occhiata a sua madre, mentre lei usciva, e per un attimo ingoiò la sua protesta. Era bello. Era veramente bello. Con i lineamenti, e i capelli di sua madre, e incredibili occhi, così neri che era impossibile distinguere pupille e cristallino, su globi rossi come quelli di suo padre... Assurdamente... questo figlio di due razze era il bambino più bello che Kate avesse mai visto, e la fissava dolcemente, senza emettere un suono. "Hai visto che carino, mamma?!" Esclamò Nia, tendendosi leggermente verso di lei. " Cordelia me lo fa fatto tenere... lo sai?!" Kate passò gli occhi dal bambino a sua figlia. "Davvero?" Mormorò. Ma stavolta il suo cervello intontito cominciò da solo a funzionare, movendosi lentamente nella bruma della sua sorpresa. Okay, poteva essere completamente rimbambita, ma non era stupida... Senza contare poi il suo intuito da poliziotta, che si era messo in moto mezzo secondo dopo aver guardato Angel fissare Lorne... O forse non era nemmeno quello... Forse lo amava così tanto da percepire ogni cambiamento nella sua espressione... come una volta era riuscita a percepire che c'era qualcosa di strano e misterioso in lui... O semplicemente ...l'avevano fatta davvero troppo sporca! Prima Lorne, poi Angel, e ora Cordelia... Era ovvio che avevano qualcosa da confabulare in cui Kate non doveva entrare... E le sarebbe anche andato bene... se non avesse avuto il terribile sospetto che stessero proprio parlando di lei... Deglutì, alzandosi dal letto, e cercando di tenere a freno l'apprensione. Aveva appena rischiato un infarto, non voleva farlo di nuovo... e per nulla... "Scusami un attimo amore..." Mormorò. Nia sollevò il braccio verso di lei. "Noo..."Mugugnò. " fammi giocare col bimbo..." "Un bambino così piccolo non è un gioco, tesoro... potresti fargli male..." Strinse le labbra. Era la cattiveria più grande che potesse inventare... Debole com 'era, Nia non avrebbe potuto fare male nemmeno a un uccellino... ma aveva bisogno di una scusa per uscire... anche se non le piaceva affatto lasciare sola sua figlia. "Ti lascio la porta aperta, amore, chiamami se mi vuoi... va bene?" "Mamma... "Nia abbassò la testa, carezzandola con gli immensi occhi azzurri. " sei arrabbiata con me?" Kate si mosse dalla porta, raggiungendo il letto e stringendosi al seno la testa della sua bambina. "Amore mio..."Mormorò, baciandole con dolcezza la fronte. " io non potrei mai essere arrabbiata con te, capito? Mai... Tu sei la cosa più importante di tutta la mia vita..." La sentì sospirare, e quando la guardò stringeva forte fra le dita la sua rosa. "Mamma..."Mormorò. " mi porti a casa? Ora sto bene..." Deglutì, per impedirsi di piangere. "Ti prometto che quando starai appena un pochino meglio ti porterò... a casa... " Sorrise. " anche se ancora francamente non so dove..." Assurdamente, quando pensava alla sua casa non le venivano in mente un posto, o un luogo, ma solo... una persona... un volto... Un sorriso dolcissimo e antico come il tempo. Ed era così da tanto... da cinque anni ormai... da quando aveva lasciato Los Angeles, e guardando indietro non aveva rivisto le strade della sua città, ma il volto dell'uomo che amava... Sorrise, stringendo a se il bambino di Cordelia, minuscolo e caldissimo fra le sue braccia. Solo pochi giorni prima avrebbe scacciato il suo stesso pensiero... e si sarebbe rimproverata, dandosi della sciocca... della stupida che non faceva altro che attaccarsi a qualcosa che non sarebbe mai potuta accadere... ma adesso... Ma oggi... Oggi, forse, non era così stupido pensare a casa e vedere Angel... Oggi, forse, non era un sogno... E forse non voleva dire essere una stupida illusa... oggi... Sospirò, affacciandosi nella sale infermiere, in cui un medico e la caposala stavano prendendo un caffè in relativo silenzio, ma non ebbe bisogno di chiedere nulla, poiché un attimo dopo la sua attenzione fu attratta dall'inconfondibile voce di Cordelia... Per un attimo credete che fossero nella sala d'aspetto, ma quando ci passò d'avanti, trovandola vuota, si rese conto che erano sulle scale... Aggrottò la fronte, raggiungendo il pianerottolo. Poteva darsi che la ragazza li avesse raggiunti mentre Lorne stava andando via... "No... non... non è possibile..." Kate si fermò, colpita dal tono di Cordelia. Erano proprio sotto di lei, sul pianerottolo che divideva due rampe, e dalla sua posizione, in cima alle scale, riusciva chiaramente a scorgere Angel. Era appoggiato alla parete, col capo leggermente alzato, e guardava il vuoto. Con un 'espressione sul volto che le gelò di nuovo il sangue nella vene. Strinse più forte il bambino, ansando, il desiderio terribile di voltarsi e scappare via. Di non ascoltare. "Non puoi esserti sbagliato? Cerca... di concentrarti... capita anche a te, alle volte..." "Piccola..." "Non chiamarmi così! Non sono piccola e non sono stupida! Voglio sapere se sei sicuro, se non si può fare niente!" Kate sentì Lorne sospirare tristemente, ma, ancora, ciò che le fece più paura fu l'espressione del volto immobile, esangue di Angel. Un 'espressione che gli aveva visto soltanto una volta, cinque anni prima, mentre le raccontava di Buffy Summers... "No... niente... Ti giuro che vorrei tanto sbagliare... Ho provato... ho tentato di ... cancellare tutto e guardare di nuovo... ma non c'è niente da fare... è così'..." "Ma questo... verme!" Esclamò Cordelia. " come ha fatto a infettare una bambina così piccola?!" Kate ansò, mentre la voce di Lorne mormorava piano la sua spiegazione, e in essa non c'era più niente dell'allegra spavalderia di poco prima. "Il verme Jican' t è un parassita relativamente frequente in certe zone dell'Oriente... veniva invocato dalle popolazioni di alcune isole perché pareva che avesse la facoltà di fondersi con il suo ospite, infondendogli una forza e una resistenza sovrumana... quando non lo distruggeva... " "Divorando... il suo DNA..." Ancora, Angel non si mosse. Come una pallida statua poggiata contro il muro delle scale. "Parte di esso... In realtà, esso non vuole uccidere l'ospite che lo nutre, ma solo.... Cercare una simbiosi... per cui... " "Si?" "... lo tiene in vita il più a lungo possibile..." "Oh, Dio..." Stavolta, Kate sentì chiaramente il dolore nella voce di Cordelia, mescolato ad un orrore senza fine. "Ma Wesley lo avrebbe trovato... lo avrebbe trovato..." "La lampada di Amoos serve a trovare le malattie, questa è una creatura vivente e intelligente... ed... estinta..." "Oh, tanto estinta! Va a raccontarlo a Nia!" "Tesoro, io ho visto quello che è... ho sentito quello che è ... quello che pensa e che sa... e lui sa di essere l'ultimo della sua razza... Per questo tiene così tanto a vivere..." "Se tenesse a vivere si sarebbe scelto un uomo di trecento libbre, non una bambina che non potrà resistere ancora per molto! E poi... è assurdo! L'ultimo della sua specie... e va a beccare proprio la figlia di Kate! No, non ci posso, non ci voglio credere!" "Non so cosa dirti..." "Dimmi che c'è qualcosa che possiamo fare! Se è un demone lo possiamo far fuori! Lo abbiamo fatto talmente tante volte! Angel!" Doveva essersi voltata verso di lui, Kate non poteva saperlo. Ma vide le sue mani afferrare le braccia di Angel, e scuoterlo, ripetendo il suo nome, e un attimo dopo lui liberarsi dalla sua stretta, e senza nemmeno guardarla voltarsi bruscamente, e appoggiarsi al davanzale della finestra. Il corpo che sembrava quasi tremargli per la collera e... il dolore... Vide Cordelia afferrarlo di nuovo, cercando di volgerlo a se, e poi la figura di Lorne prenderla a sua volta, e immaginò che la stesse abbracciando. "Dimmi... che possiamo tentare... " Singhiozzò la ragazza. E la voce di Lorne era terribilmente triste mentre rispondeva. "Mi dispiace... ma se facciamo qualcosa, qualsiasi cosa per tirare fuori il verme dal sangue di Nia... lui reagirà... uccidendola all'istante... E non sappiamo nemmeno dove sia ... in quale punto del corpo... Si sposta in continuazione... cercando i luoghi in cui brucia maggiore energia... e qualunque tentativo facciamo lui saprebbe che vogliamo ucciderlo... Incantesimi... operazioni... lui sente le emozioni e i sentimenti degli esseri che gli stanno attorno... E' così che sceglieva le sue vittime durante i sacrifici rituali... voleva quelli con maggiore sete di potere... che avessero più volontà di vivere e sopportare le sofferenze arrecate al loro corpo..." "Un figlio di puttana assassino, ed empatico pure!" Cordelia singhiozzò ancora. "E si è andato a infilare nel corpo di una bambina!" "Forse... non c'era nessun altro... e lui voleva vivere..." "Non è giusto..."Pianse Cordelia. Per lei... per la sua creatura." non è ... giusto..." "Kate non deve saperlo..." Sobbalzò, tanto era dura la voce di lui... Di Angel... La voce dell'uomo che amava, e che fino a poche ore prima le aveva sussurrato dolcemente frasi piene di quello stesso amore. Lo vide sollevare gli occhi, e stringere i denti così forte che si stupì che non gli si spezzassero. "Ma Angel..." Mormorò Cordelia alle sue spalle. "Non deve sapere nulla!"Ripeté lui, e finalmente si voltò, con un 'espressione che non ammetteva repliche. " Lo esigo, Cordelia, hai capito! Niente! Lei..."Si passò una mano sul volto. " sta troppo male già adesso..." "Lei crede che sua figlia stia meglio!" Ringhiò quasi la ragazza. " Lei crede che l'aiuteremo a salvarla! Non puoi darle questa speranza e sapere che non sarà così! Non puoi... guardarla mentre si illude che ci sia un modo per curare la sua bambina!" "Posso cercare, però! posso frugare e combattere, posso tornare all'inferno se sarà necessario e tirare fuori un modo per distruggere questa cosa che le uccide la figlia! Posso provare fino all'ultimo momento... posso..." "Cosa? Tornare indietro nel tempo? Chiedere a qualcuno di farlo per te? Chiedere alla natura di sovvertire le sue leggi?! Ti conosco, Angel, non lo farai... come non lo hai fatto per Doyle!" Kate gli vide sbattere la schiena contro la finestra, come se le parole di Cordelia lo avessero colpito così forte da scagliarlo lontano. E le fece male... Come le faceva male tutto... ogni briciola, ogni cellula del suo corpo. Come tutto gridava. Brillavano delle lacrime negli occhi di Angel, mentre guardava la sua amica. Come avevano brillato la prima volta che aveva visto sua figlia. "Posso tentare di tutto... e... Poso pregare..."Mormorò . "Ma Kate non lo deve sapere..." "Come non doveva sapere che sei un vampiro? Perché non hai mai mezze misure, mio Dio... Perché devi negare la realtà con lei, oppure gliela devi buttare contro così forte da sfasciarle la faccia!" "Dov'è la mezza misura!" Ribattè lui, il volto livido per la rabbia. " Come faccio a usare una mezza misura per dirle che c'è un parassita che le infesta la bambina, e che non esiste un modo per tiralo fuori?!Dimmelo!" "Non lo so! So solo che ti odierei se facessi a me una cosa simile!" Faceva così freddo su quelle scale... E quel freddo le scorreva nelle vene... Facendola sentire come una bambola rotta... Ferita... annientata e rabbiosa, mentre stringeva le labbra, e lentamente sollevava la testa. "Non avrei saputo dirlo meglio!" Ringhiò, i denti stretti che le facevano male... Male come il cuore... Male come la mente... Male come lo stomaco e la cicatrice sul suo ventre. E come quella sul suo collo. Male come gli occhi in cui le lacrime bruciavano, ma non volevano vedere la luce. Male come il sangue gelato che le bruciava nelle vene, incendiando il suo cervello... e non era più lo stesso fuoco di prima. Male come il mondo le faceva male. E la vita. E il suo amore. Il suo... amore... Kate sentì gli occhi di tutti su di se, mentre in silenzio percorreva i gradini... uno a uno, al ritmo del suo cuore che batteva. E quelli di Angel si sgranarono osservandola. "Kate..."Mormorò, allungandosi verso di lei, ma Kate si scostò, impedendogli di toccarla, e superandolo si avvicinò a Cordelia, gli occhi di lui che le toccavano la schiena. "Un bambino così piccolo..." Ripeté. " deve stare con sua madre..." Cordelia la fissò, il volto inondato di lacrime. Per lei... per loro... per una donna che aveva appena cominciato ad essere sua amica, e una bambina che conosceva da meno di una settimana... Quando c'era poca gente che aveva avuto accanto per una vita ad averne versata per lei anche solo una. Allungò le braccia, prenderle in fretta il bambino, quasi avesse paura che lei lo lasciasse cadere.Ma Kate non lo avrebbe lasciato cadere, anche se in quel momento sentiva di poter commettere qualsiasi pazzia. "Kate ascolta..."Sussurrò Angel alle sue spalle, allungando nuovamente una mano per sfiorarla. "Non toccarmi!"Urlò, incurante del luogo in cui si trovavano. Incurante del fatto di aver alzato tanto la voce che anche la sua bambina, forse, l'aveva udita. Si rivoltò come un animale ferito, il fiato che le usciva dal petto a soffi rapidi e diseguali. "Non osare toccarmi! Non osare nemmeno avvicinarti a me!" Sollevò il mento, sfidandolo, le parole che le bruciavano dentro, ferendole la gola. "Io pensavo... che tu mi amassi..." "Kate, "Angel fece un passo avanti, e di nuovo lei si ritrasse, come se la sua sola presenza la potesse ferire. " io ti amo..." "No!"Esclamò, scotendo leggermente la testa. " Tu non mi ami.... Tu mi vuoi e basta! Tu vuoi me, la mia vita, il mio cuore, la mia bambina! Tu vuoi controllare quello che mi succede, quello che posso o non posso affrontare... ... quello che posso sapere..." "Kate... sei sconvolta..." "Fammi pensare!"Lo schernì. " Quando è stata l'ultima volta che hai usato queste parole? Forse... subito dopo che ho saputo come la tua preziosa ragazza ha scampato ciò che non può scampare mia figlia?! In effetti era strano che fossi sconvolta! Mentre adesso... adesso è veramente incomprensibile, no?! Perché mai dovrei essere sconvolta? Perché ho appena sputo che c'è un ... un verme nel corpo della mia bambina, che la sta divorando da un anno, e non ha la minima intenzione di lasciarla fino a che non l'avrà consumata? Forse perché ho appena sentito dire che non c'è niente che si possa fare per salvarla, che quello che le sta accadendo è anche peggio di ciò che avevo immaginato? Oppure..."Si avvicinò lei, stavolta, ansando, e puntando diritta su Angel. " perché ho saputo che l'uomo che fino a poche ora fa mi parlava di ... costruire qualcosa insieme... che mi stordiva con le sue storie di legami fra di noi... adesso voleva mentirmi... nascondermi la verità su quello che succede a mia figlia! Questo per te è costruire qualcosa? Tu che scegli quello che posso sapere? Credevo che lo avessimo superato da anni questo punto, ormai!" "Kate..."Angel l'afferrò dalle spalle, fissandola negli occhi. " non volevo mentirti... volevo solamente..." "Cosa?! Proteggermi? Dirmi che tutto sarebbe andato apposto mentre gli intrugli di Wesley tenevano in piedi mia figlia! Fino a che quell'animale che ha in corpo avesse deciso che ne aveva abbastanza e me la fossi ritrovata senza vita, fra le braccia, senza capire perché?! Da questo volevi proteggermi? Dal dolore volevi proteggermi?! Dalla paura? Credevi che non ne avessi provata fino ad ora? Credevi che non fossi pronta a sentirmi dire che non c'era niente da fare? Mio Dio, Angel"Esclamò, appoggiandogli istintivamente le mani sul petto. " è un anno che me lo dicono... Un anno che mi ripetono che mia figlia potrà andare avanti un mese, e poi un mese ancora, e poi al massimo un altro! E' un anno che mi sbattono in faccia le loro nuove cure! Ed è un anno che mi ripetono di essere fiduciosa! Che tutto andrà bene! Che potrebbe non essere così grave come sembra! E' un anno che mi sballottano a destra e a sinistra, fra speranze e colpi al cuore. E' un anno che giocano con me come una povera idiota da preparare al peggio oppure da ingannare, una illusa che si attacca a qualunque cosa pur di non accettare di perdere sua figlia. E io invece l'ho accettato... L'ho accetto da tutti... Ma non lo meritavo anche da te!" Si liberò dalla sua stretta, gettandolo indietro, così furibonda che avrebbe desiderato attaccarlo, e colpirlo fino a distruggere lui... o se stessa... "Non dovevi farmelo anche tu!"Deglutì, distogliendo per un attimo gli occhi, e quando tornò a guardare Angel doveva esserci un 'espressione selvaggia sul suo viso, al punto che gli occhi lucidi di lui si dilatarono per un istante per la sorpresa e la pena. "Volevi sapere perché sono tornata..." Era più bassa la sua voce, ora, ed era un fiume che si portava dentro quella rabbia e qual dolore così profondi... cosi terribili che le pareva che il suo corpo non riuscisse a contenerli, proprio come poche ore prima le era sembrato che non riuscisse a contenere l'amore. Fece un passo indietro, abbassando le braccia. "Bè... amore mio... lascia che te lo spieghi... Sono tornata perché quando l'ultimo medico mi ha detto che non c'era niente da fare, quando gli ho chiesto la verità e lui mi ha spiegato che per quante città, e ospedali, e continenti avessi girato non sarebbe cambiato niente, che avrei perso comunque la mia bambina, allora... " Deglutì ancora, un lacrima che le scendeva sulla guancia. " allora l'unica cosa che il mio cervello folle è riuscito a pensare era che se fossi tornata qui tutto si sarebbe aggiustato... che se fossi venuta da te... con la mia bambina e il mio... cuore, spezzato,... tu avresti trovato un modo... Che se fossi venuta da te sarei stata al sicuro..." Angel scosse piano il capo, e nei suoi occhi brillò il riflesso delle sue stesse lacrime. "E anche se sapevo che non era così... anche se sapevo che mi stavo illudendo... c'era questa cosa dentro di me che continuava a gridarlo, e gridarlo... e io sono venuta... E, dopo, ho capito che l'unica cosa veramente certa... l'unica cosa che sicuramente avevo ottenuto venendo qui... da te... era di non essere più sola... Mi sono detta che questo nessuno me lo avrebbe potuto togliere... Ma non era così... perché tu mi hai tolto anche questo... Mi hai torlo l'ultima cosa che avevo..." Davanti a lei, Angel era immobile, e la fissava... come se dentro di lui non ci fossero più state parole. E, invece, Kate le avrebbe volute... Kate avrebbe voluto che le parlasse... che cercasse di giustificarsi, anche se non glielo avrebbe permesso... anche se avrebbe combattuto contro le sue parole... E all'improvviso erano di nuovo indietro... di nuovo a cinque anni prima, a sei anni prima, a sette anni prima... Come se quello che era stato non fosse mai avvenuto... Come se lei non avesse avuto cinque anni per cambiare... come se non fosse mai stata fra le sue braccia, parte di lui, come Angel lo era di Kate... All'improvviso, c'era di nuovo Kate Lockley... con la sua rabbia, e il suo dolore... e c'era di nuovo Angel... che la fissava senza dire niente... perché sapeva che lei aveva ragione... E non si sarebbe difeso... e non avrebbe cercato di tenerla con se... Perché lui era Angel... "Vattene..."Mormorò piano. Lui scosse la testa, in silenzio, le lacrime che gli bruciavano lo sguardo. Era l'unico uomo che avesse mai conosciuto che non si vergognasse di piangere... E Kate lo aveva amato per questo. Anche per questo... Ma adesso nemmeno le sue lacrime potevano rendere meno doloroso ciò che le lacerava il cuore. Dimmi che sto prendendomela con te per ciò che ho saputo... Pensò. Dimmi che non ragiono... "Vattene!"Ripeté gridando. " Non voglio più vedere la tua faccia, hai capito?! Vattene via!" Affrontami... prendimi... scuotimi fino a farmi male... impediscimi di farti uscire dalla mia vita... Perché... non riesco a fermare la mia voce... e non riesco a smettere di supplicarti... Ancora, lui la fissava, nel silenzio irreale di quello spazio ristretto, sospeso fra una rampa che portava in alto ed una che conduceva in basso... come in uno strano limbo in cui era scesa con le sue stesse gambe... e in cui Angel l'aveva trascinata, dopo averla portata così in alto... "Va via... "Si avvicinò alla finestra, e guardò fuori, nel parcheggio buio illuminato dai lamponi. Spalla a spalla con lui. Vicinissima. " voglio ancora il tuo aiuto per la mia bambina... ma... non voglio più te..." Era così vicino... così vicino che gli sarebbe bastato ruotare il busto per poterla toccare. Come il suo cuore lo implorava di fare. Diviso, spezzato, infranto, spartito da una corda sottile, dura, che lo stringeva e lo tagliava, fra il dolore per ciò che aveva appena udito,e che non riusciva ad accettare, e la rabbia che provava verso Angel. Sarebbe stato sufficiente un secondo... e una sola parola... Ma lui quella parola non la disse. Ancora una volta. Kate sentì il suo sguardo su di se. Sulla sua pelle,sul suo volto, sui suoi occhi che , asciutti, fissavano senza vederlo il parcheggio dell'ospedale. E poi lo sentì andare via. E le parve di svenire. Serrò con la mano lo stipite della finestra, stringendolo fino a ferirsi. Tremando... Mentre dietro di lei udiva i passi di Angel sulle scale... Lenti... ma senza mai interrompersi ... Le aveva obbedito, ancora una volta... e adesso era di novo sola, con il suo dolore. Come sempre... E ora le sembrava di essersi sempre solo illusa che qualcosa fosse cambiato... E di avere solo sognato di essere far le braccia di Angel. E stava troppo male perché la sua mente potesse afferrare ciò che parti del suo corpo e del suo spirito le gridavano dentro. Tutto... Aveva perso tutto... Suo padre, il suo lavoro, l'uomo che amava... e adesso avrebbe perso sua figlia... Il frutto delle sue viscere. La sua bambina... L'avrebbe vista spegnersi... senza poter fare niente ... Niente... E dopotutto... Angel aveva ancora ragione... Dopotutto, per quanto potesse avere già sofferto, per quanto potesse sapere e conoscere ogni minimo dettaglio di una verità che la feriva più di un proiettile al cuore... non era preparata al pensiero di perdere la sua bambina... E mai lo sarebbe stata... Abbassò gli occhi, stringendo i denti, desiderando che Angel fosse lì con lei. Desiderando che la stringesse... che la facesse piangere, come poche ore prima... Desiderando solo averlo vicino... E sapendo che lui non c'era... perché lo aveva mandato via... Perché gli aveva scaricato addosso il suo dolore, trasformandolo in ira, in livore, in disperazione. Perché aveva voluto fargli male... come Angel ne aveva fatto a lei... E non importava che avesse ragione o torto... Di fronte a ciò che stava accadendo... Di fronte al dolore... di fronte alla vita di sua figlia che si spegneva come un fuscello di paglia incendiato... Non aveva importanza chi avesse ragione... Si prese il volto fra le mani, consapevole di stare di nuovo per scoppiare a piangere... e fu allora che la sentì. Dolce, come il suono vellutato di un liuto. Rassicurante. La voce gentile di quell'essere che tanto l'aveva stupita, quando, poco meno di una settimana prima, aveva dato avvio a tutto... La voce di Lorne, come una melodia senza tempo, portata dal vento alle sue spalle. Con la malinconica tristezza dentro di chi ha visto molto più di quanto non avrebbe voluto. "Lui non vuole lasciarti"Mormorò, facendola sussultare. " e tu non vuoi che vada via... eppure tu lo cacci, e lui se ne va... E intanto tu perdi la tua bambina... e lui la donna che ama... e la figlia che non ha nemmeno imparato a conoscere... e nessuno dei due riuscirà mai a perdonarsi ..." Kate boccheggiò, voltandosi, il fiato che improvvisamente le mancava . E stavolta non riuscì a dire nulla. Stavolta riuscì solo a guardare negli occhi di quell'uomo incredibile, mentre sentiva su di se gli sguardi di decine di persone che senza nemmeno che se ne fosse accorta si erano accalcati ai due lati del pianerottolo, attirati dalle grida. Medici, infermieri, pazienti e parenti degli ammalati. E Cordelia, con il suo bambino... che la guardava, con le lacrime negli occhi e sul viso... senza riuscire a trovare niente da dire. Perché quel poco che c'era da dire lo aveva già detto l'unica persona che guardava faccia faccia la verità. Senza averne paura. Ansò, superandoli, correndo lontano da loro. A precipizio. Giù per le scale. Col fiato che le si fermava in gola, e il cervello e il cuore che le gridavano insieme. E le gridavano la stessa, identica cosa: le gridavano di correre. Di fare più in fretta. Perché ancora una volta Kate si era ingannata. Perché non era più un giorno di cinque ani prima. Perché lei non era più la stessa di allora. E non avrebbe commesso lo stesso errore ancora una volta. Non più. Non ora. Perché, anche se non conosceva le parole da dire o le cose da fare, sapeva che doveva raggiungere Angel. Prima che fosse troppo tardi. Non l'avrebbe persa. Non stavolta. Stavolta l'avrebbe costretta ad ascoltarlo. Stavolta le avrebbe spiegato, e parlato e... e avrebbe continuato fino a che non gli avesse creduto... Stavolta avrebbe dovuto perdonarlo... Anche solo per stanchezza... Stavolta non le avrebbe permesso di uscire dalla sua vita. Non sarebbe rimasto al buio, a guardarla piangere... non avrebbe ascoltato i suoi singhiozzi dal mezzo di un corridoio deserto. Stavolta sarebbe tornato indietro. Stavolta l'avrebbe affrontata... e si sarebbe fatto cacciare una, due, mille volte... e sarebbe tornato ancora. E le avrebbe urlato contro che forse avrebbe commesso altri mille errori con lei, e li avrebbe fatti tutti per amore... E che la sola cosa che aveva voluto era stata... toglierle quel peso enorme dal cuore... e prendersi la sua sofferenza... Portarla per lei... Illudersi di poterlo fare... Sbagliare. Come un uomo. Anche se non era più un uomo da così tanto tempo. Come il ragazzo che era stato. E che si era sentito di nuovo, fra le braccia di Kate. Quando non aveva avuto bisogno di un cuore che batteva o un respiro che pompava o di sangue a scorrergli nelle vene o di sole sul volto, per sentirsi nuovamente umano. Perché aveva avuto il cuore di Kate, e il suo sangue, e il suo calore, e il suo amore... tutto il suo amore... Aveva avuto la sua mano, stretta nella propria, e la morbidezza della sua pelle contro il viso, mentre le stringeva a se... cosi poco prima che avvertiva ancora il suo tepore ... Stavolta non poteva rinunziare. Stavolta non voleva farlo. E non lo avrebbe fatto... Non più... Non come quello che non era più... Non come cinque anni prima... Sbatté la portiera della convertibile, con tanta violenza che l'auto vibrò. No. Non come cinque anni prima... quando gli sarebbe bastato avvicinarsi a lei, sfiorarla, e smettere per un solo istante di rimproverare se stesso per quel che provava ... per sentire un altro cuore che batteva insieme a quello di lei... Per avere una figlia... una famiglia... Tutto ciò che non aveva mai avuto... Per assistere ai primi passi di quella creatura che in un istante gli aveva preso il cuore... Per ascoltare le sue prime parole. Per stringerla a se, come un tempo aveva stretto Kathy... Per proteggerla... Per avere tutto... invece di distruggere ogni cosa per la sua assurda incapacità di mettere ordine in se stesso. E adesso Nia stava morendo... e forse lui non l'avrebbe mai vista camminare... E Kate... Kate era stata sola... sola con una bambina in grembo, sola con una figlia da crescere, sola, nelle stanze bianche di infiniti ospedali... tutte identiche... tutte con quell'identico odore di disinfettante... Solo perché quel giorno non l'aveva richiamata indietro... Quando aveva così disperatamente desiderato farlo che il suo cuore e la sua anima si erano piegati su se stessi, e lui si era sentito così indegno... così crudele e insensibile... a desiderare Kate, quando Buffy non c'era più... A riuscire non solo a camminare e lottare, ma a riuscire ad amare... Anche se quell'amore era nato prima... Ed era ancora un bocciolo delicato... Come Nia... Una luce che ora qualcuno avvelenava. No... Non avrebbe più commesso lo stesso errore. Di quel girono... di sempre. Kate gli apparteneva, come Angel apparteneva a Kate... Non gli importava che lei potesse non crederci più. Le avrebbe parlato, o glielo avrebbe imposto... o l'avrebbe supplicata... e le sarebbe stato incollato addosso così a lungo che alla fine avrebbe dovuto arrendersi... Stavolta non avrebbe lasciato ne lei ne la sua bambina. Non avrebbe perso di nuovo la madre... come stava perdendo la figlia... E faceva così male... era così doloroso, e gli trapassava il cuore in un modo così atroce, così insopportabile, dal momento stesso in cui Lorne glielo aveva detto, che tutto si trasformava di fronte a tanta sofferenza... divenendo stupido, e così terribilmente inconsistente... Anche un errore... anche un litigio... Anche l'orgoglio e la ragione. Perchè Kate poteva avere ragione, e lui poteva aver sbagliato. Ma non l'avrebbe lasciata andare lo stesso. Si voltò, stringendo i denti, e sollevando gli occhi verso l'enorme comprensorio dell'ospedale, illuminato da un numero enorme di luci che si riflettevano nel parcheggio deserto. E per la per la prima volta dal giorno in cui le aveva salvato la vita, seppe di non stare sbagliando nei confronti di Kate. E seppe che sarebbe stato difficile... riprendersi la sua donna... e perdere sua figlia... E che avrebbe lottato. Per entrambe. Come da anni non gli accadeva di lottare. Forse fu per questo ... perché era così teso, così concentrato verso ciò che voleva fare. Forse perché in quel momento ogni parte di Angel, il suo cuore, il suo corpo e la sua anima erano piene soltanto della consapevolezza di ciò che poteva smarrire, e di ciò che non voleva perdere... che non si accorse di Darla. Forse fu per questo che solo il suo demone vibrò nelle profondità delle sue ossa, avvertendolo... quando già la vampira era innanzi a lui. Silenziosa e letale come una pestilenza. Come l'odio. Come l'invidia. Come la malvagità che le lesse negli occhi chiari, solo leggermente truccati. Occhi che non vedeva da cinque anni... e che non avrebbe potuto dimenticare nemmeno in altri duecentocinquanta. I primi occhi che aveva visto, risvegliandosi come creatura delle tenebre. Occhi che grondavano sangue. Allora. Come ora... Che lo cercavano. Allora. Come ora. "Pare proprio che ti sia un po' rammollito..."Sorrise la vampira, movendosi nella luce di un lampione, fasciata nella sua lunga, aderentissima tuta nera. Bellissima, come sempre. " una volta non mi avresti permesso di avvicinarmi tanto. O forse..."Sorrise, un sorriso da predatore, che rendeva la sua espressione terribilmente pericolosa. " sono le gioie della paternità a renderti così incauto..." Angel lanciò un 'occhiata all'ospedale, alle spalle di lei. Era un luogo pubblico... avrebbe potuto entrarci come un qualsiasi essere umano... E Kate era lì dentro... e c'erano Cordelia, e Nia... "Devo arguire..."Mormorò, arretrando di un passo, fino a che le sue gambe non sfiorarono il fianco della convertibile. " che mi fai seguire?" Domanda idiota, ma non era la risposta che gli interessava. E Darla lo sapeva benissimo. Sapeva che quelle che stavano pronunciando non erano parole, ma solo sillabe inutili all'interno di un preciso rituale di battaglia. "Mm... "Mugugnò. " diciamo di si... diciamo che sono anni che ti guardo... almeno due... da quando sono tornata la prima volta a Los Angeles..." Angel aggrottò la fronte, appoggiando, con fare casuale, la mano alla portiera, le dita che sfioravano l'elsa della sua spada, fissata dalla parte interna. " No ti ricordavo come un tipo paziente..." Mormorò. " me lo avessero chiesto avrei detto che non avresti atteso nemmeno un giorno per venirmi a ... salutare..." "Questione di priorità, tesoro..." Darla avanzò di un passo. Non aveva armi con se. E questo significa guai molto, molto seri. "... ucciderti o ... farti soffrire mi avrebbe dato un 'immensa gioia, ma ... cosa vuoi... una ragazza ha bisogno anche d'altro ... come di una buona posizione in società , per esempio. Di denaro, bei vestiti... ed è più comodo procurarseli con una carta di credito che uccidendo i commessi... Diverte per i primi mesi... poi comincia ad annoiare... Uccidere dev'essere un piacere... non una necessità... Ricordo qualcuno che lo diceva spesso... tu no?" Angel strinse i denti. "Si..." Ammise. "Bè..."Darla allargò le braccia. " diciamo che ho riallacciato i rapporti con certi vecchi amici che non ti vogliono ridotto in polvere... e che abbiamo concluso un vantaggioso affare... un do ut des... estremamente piacevole..." "Però..."Continuò Angel per lei, non stentando a immaginare chi potessero essere quei vecchi amici. " alla fine ti sei annoiata..." "Alla fine..."Sussurrò Darla, nella perfetta imitazione di un sussurro affettuoso. " ha vinto l'amore... Dovevo rincontrarti... non potevo più resistere... Specialmente ora... che hai tanto da perdere..." Lentamente, Angel estrasse la spada dall'interno dell'auto, passandosela davanti. " Vattene, Darla..."Mormorò. " prima che decida di impedirtelo..." Lei sorrise ancora. Non aveva paura. Come non aveva mai avuta, dacchè era stata vampirizzata di nuovo. "Che cosa temi, Angel? Che mentre combattiamo trovi un modo per scappare ed entri in questo ameno posticino? Che segua il tuo odore fino alla stanza della bambina? Non ce n'è bisogno, sai... io so esattamente dove si trova... Virginia... o è Kate il suo nome..." Si appoggiò un dito sulle labbra. " temo di fare una terribile confusione... chi delle due ti diverti a tenere in braccio?" Angel strinse gli occhi, avvicinandosi di un passo. "Va via..."Ringhiò. "E perché? Avevi detto che mi avresti uccisa, quando mi avessi rivista... bè..."Darla allargò le braccia. " io sono qui... vieni a prendermi, Angel... solo tieni conto... che non sono sola..." Sorrise ancora, e, in quel preciso istante, lui avvertì la presenza degli altri. Degli altri vampiri. Dei favoriti di Darla... Deglutì, mentre i suoi occhi si muovevano attorno a se. No... non dei suoi favoriti... Dei suoi childe... "I tuoi nuovi amici non saranno molto contenti..."Mormorò piano, mentre un gruppo di almeno dici vampiri gli si stringeva attorno. " se mi fai fuori... non mi hai appena detto che sei profumatamente pagata perché ciò non avvenga?!" "Oh..."Darla ammiccò maliziosamente. " Ma io non voglio certo ucciderti, amor mio... io voglio solo stuzzicarti un pochino... Nessuno di loro è in grado di sconfiggerti... certo, se le gioie della paternità non ti hanno rammollito troppo, si intende... ma possono tenerti buono ... mentre io vado a fare una visita alla tua nuova famiglia..." Angel respirò piano, mentre gli occhi gli passavano dall'uno all'altro dei vampiri che lentamente si stavano avvicinando... e che avrebbero tutti potuto essere suoi fratelli... Tutti bruni, tutti alti, tutti con occhi nocciola e una corporatura molto simile alla sua... Tutti ragazzi dai venticinque ai trent'anni d'età... Come lui... quando Darla lo aveva trovato... "Vedo che i miei pulcini ti interessano..."Ridacchiò la vampira. " è una piccola fissa che mi è venuta qualche anno fa... una piccola parte della mia collezione... perché tu sappia... " Stavolta il suo ghigno fu simile a quello di una faina, di una donnola assetata di sangue, folle di brama al punto di sgozzare un intero pollaio, e poi andarsene senza essersi nutrita. " che ognuno di questi ragazzi è stato ucciso solo perché somigliava a te... che questo è il loro unico peccato... "Sospirò. " cosa devo dirti, Amore mio... non dovevi esser così bello... Se ben consideriamo... è tutta colpa tua!" Angel strinse i denti, avanzando verso di lei con la spada protesa, e lasciando che il suo volto mutasse per la rabbia e la tensione, ma Darla non si spostò nemmeno. Sapeva che non l'avrebbe raggiunta. E infatti, solo un attimo prima che la sua lama le arrivasse alla gola, fu colpito di fianco da uno dei vampiri, mentre un altro, immediatamente, lo aggrediva dall'altro lato. Si abbassò, accosciandosi, e usando la spada trafisse il primo dal basso in alto, gettandolo sul suo compagno e poi saltando in piedi, velocissimo. Ne ridusse un terzo in cenere, e prima ancora che quest' ultima si fosse posata si ritrovò attaccato ancora, ed ancora. Altri ragazzi. Altri occhi scuri, altri capelli corti così simili ai suoi, un altro volto orribilmente deformato dalla trasformazione, che un tempo era stato quello di un giovane uomo pieno di sogni e speranze. Che una volta aveva amato. Che una volta aveva avuto un padre, e una madre, e una famiglia. Non emise un suono mentre tagliava un 'altra testa, mentre poneva fine alla parodia di esistenza che quella vita era diventata. Mentre la rabbia gli montava dentro, sommandosi a tutto il dolore e il senso di impotenza accumulati in quegli ultimi giorni. Unendosi all'odio verso una malattia che non poteva curare, e verso se stesso e gli errori che aveva commesso. Lo distrusse in un secondo... il corpo del ragazzo e l'essenza di ciò che era diventato, con un unico colpo di spada, mutandolo in cenere prima che sul suo volto avesse il tempo di disegnarsi la sorpresa. Mentre, poco discosta, Darla rideva. Rideva compiaciuta... e avrebbe potuto riconoscere ovunque quella particolare, unica risata... Rideva del potere che aveva su quei giovani vampiri di cui a lei non importava nulla... come non le era mai veramente importato di nessuno, fuorché di se stessa... esattamente come il suo childe prediletto... Rideva dello spettacolo che per lei si recitava, nell' arena che era il grande parcheggio dell'ospedale. Rideva perché sapeva che ciò che le avveniva davanti era opera sua, e attorno a lei ruotava. E perché pensava di poter controllare ogni cosa... Ogni minimo particolare. Come lo aveva sempre creduto Angel, quando l'anima che gli permetteva di amare e soffrire non aveva avuto spazio in lui. Darla aveva sempre voluto essere colei che intesseva gli altrui destini... E si era sempre illusa che fosse così... molto spesso a ragione. Lo era stata con lui, in parte, e con la sua famiglia... Con Drusilla, e poi con Lisdey e ancora con Angel... Se non fosse stato per Darla, non avrebbe rischiato di impazzire... Se non fosse stato per Darla Kate non avrebbe cercato di uccidersi... E forse lui non l'avrebbe persa, cinque anni prima... ... forse... Solamente forse... e forse era stata sempre e solo colpa di Angel... E le sue domande e i suoi dubbi non avrebbero mai avuto risposta... Non lo sapeva e forse non lo avrebbe mai saputo... ma sapeva che Darla non avrebbe fatto di nuovo del male a Kate... e non avrebbe toccato la loro bambina... non finché lui non fosse stato polvere. Si voltò ancora, scalciando un vampiro in pieno voluto mentre saltava verso di lei. Verso l'unica creatura, in quel mucchio di mostri, che temesse davvero... e che per assurdo non indossava neanche un 'arma... E non ne aveva bisogno. Perché erano loro le sue armi e la sua difesa. Le creature che aveva formato... a cui aveva dato un 'esistenza di tenebre, che aveva sedotto e legato a se... come non era mai riuscita a fare con lui... E per assurdo non voleva loro un decimo di quanto, ancora , desiderasse lui... Ne guardava loro come guardava lui, mischiando il desiderio per ciò che era stato con la rabbia, l'odio e la concupiscenza per ciò che era... e che lei non aveva mai veramente potuto avere. No... non aveva bisogno di armi... non con quelle creature che si muovevano e combattevano per lei... ed erano pronte ad essere distrutte per lei... come Angel non era mais atto disposto a fare, nemmeno ai tempi in cui, insieme, avevano sporcato di sangue le strade d'Europa... E come fece invece uno di loro, frapponendosi fra Angel e Darla senza nemmeno sfiorare la vampira, e scalcandolo a sua volta con forza. Un altro ragazzo... altri occhi nocciola e capelli scuri... e una discreta conoscenza delle arti marziali, pareva... Angel fece un passo indietro, abbassandosi per schivare un vampiro e finendo quasi addosso ad un altro, mentre quello che gli stava di fronte gli arrivava con il piede in piena faccia, spingendolo lontano. Angel batté pesantemente contro la portiera della convertibile, e poi fu rigettato in avanti, a faccia interra. Sentì la spada sfuggirgli dalle dita, ma prima che riuscisse ad afferrarla l'alto l' afferrò e la getto alle sue spalle con violenza, mentre un ghigno malvagio gli si dipingeva sul volto che non era nemmeno mutato. "Il mio amore..."Cinguettò Darla, arrivandogli alle spalle e cingendogli la vita con le braccia, mentre Angel, ansante, lanciava rapidissimi sguardi attorno a se. Era ancora steso in terra, con i palmi appoggiati all'asfalto, pronto a scattare non appena uno dei vampiri che lo circondavano su fosse mosso... Solo... che nessuno di loro si muoveva... Probabilmente i loro ordini non erano di ucciderlo, e ora aspettavano tutti che Darla dicesse loro che cosa fare... Ma la vampira sembrava completamente preso dal suo nuovo preferito. Che dall'aspetto non doveva avere più di qualche giorno come vampiro... ma darla era così... si stancava presto di ciò che apparteneva... " ...Nicholas ... l'ultimo... il più fedele... una vera sorpresa... ma a volte capita, sai..." Sorrise, facendo aderire il suo corpo a quello di lui. 2 a volte trovi dei veri tesori dove meno te lo aspetti... credi che uno sia un vampiro come gli altri... e invece viene fuori un capolavoro...dopo così tanti anni... dovrei essere in grado di ... non so... intuirlo... " Angel deglutì . "Perché tanti anni... " Mormorò piano. " che mi risulti sei una vampira di appena cinque anni... di poco più grande dei tuoi pupazzi..." darla voltò il capo di scatto , fulminandolo con gli occhi. "Sta zitto!"Gridò, sibilando. " Io ho quattrocento anni! Sono la childe preferita del maestro e ho visto e fatto cose che tu non potrai nemmeno mai immaginare! " "davvero?" Angel sorrise. " Io ho assistito alla tua vampirizzazione, ricordi?!" "Sta zitto!" urlò darla, avanzando di un passo. "In una squallida camera di Motel... da parte di una vampira folle... che io avevo ucciso..." Lasciò che il suo sorriso si allargasse. "Lo sanno i tuoi bambini che tu vieni due gradini sotto di me, nella linea di sangue?" "Sta zitto!"Urlò lei, ferita nel suo orgoglio di vampira, e con un solo movimento gli fu sopra, e scalciò in piena faccia... arrivandogli fin troppo a portata di mano. L'afferrò, tirandola in terra, ma prima che riuscisse ad afferrarle la gola Nicholas gli fu addosso con un calcio micidiale. Angel strinse i denti, lottando per non mollare la caviglia di Darla, ma quando quella lo colpì ancora in faccia e il preferito, contemporaneamente, gli si gettò addosso fu costretto a farlo, rotolando insieme a lui sull'asfalto umido del parcheggio. Era forte... terribilmente forte... Un copro fatto per uccidere... e una volontà che non conosceva esitazioni... Un essere terribile... da eliminare... come sarebbe stato da eliminare lui, molto anni prima. Lo colpì, cercando di guadagnare vantaggio, ma l'altro rispondeva ad ognuno dei suoi copi, con una ferocia che sapeva di fame non saziata, e di irruenza giovanile... Proprio come quelli di Angel sapevano di esperienza... e del desiderio di proteggere con tutte le sue forze le persone che amava. Puntellandosi sull'asfalto gli piantò un piede sul petto e un attimo dopo lo spinse via, con tanta violenza da sollevarlo da terra, facendolo volare lontano, contro il tetto di un 'automobile, che si schiantò sotto il suo peso, in un rumore sordo di vetri infranti. Ma non fece nemmeno in tempo ad alzarsi che gli altri furono su di lui. Feroci. Implacabili. Troppi. Troppi per lui solo, disarmato, e bloccato contro la strada. Sentì il suo stesso sangue in bocca, fra le fauci dell'essere che era, e che odiava, mentre il suo corpo subiva l'attacco di quell'orda che non voleva ucciderlo... ma solo procurargli dolore... E per un attimo tornò indietro nel tempo, di cinquanta anni, quando una folla inferocita lo aveva linciato prima di appenderlo per il collo al lampadario dell'Hyperion... Erano stati umani allora, eppure lo avevano colpito così forte da fargli perdere i sensi... Ora erano demoni... vampiri, come lui, e fracassavano tutti insieme le sue ossa, senza fermarsi, colpendolo con calci e pugni che sembravano ogni volta più forti, perché lui era sempre più debole... Si piegò su se stesso, stringendo i denti, cercando una via d'uscita, quando sentì l'attacco interrompersi improvvisamente, e un attimo dopo la mano si Darla afferrargli la testa, e sollevargliela, torcendola dolorosamente all'indietro. Verso di se. Verso il suo sorriso da vincitrice. "Lo sai..."Sussurrò. " mi deludi così tanto... Ma dopotutto tu sei abituato a sentirtelo dire..." Leccò lentamente le ferite sulla sua fronte, emettendo un baso suono di gola, mentre lui stringeva i denti, sentendo un fioto di sangue salirgli dallo stomaco in gola. "Tuo padre... tua sorella... la dolce piccola Buffy... quando mai non hai deluso qualcuno... I tuoi amici..." Angel ansò, chiamando a raccolta tutte le sue forse per riuscire a rispondere... e per prendere tempo. "Non siamo più in uno dei tuoi sogni, Darla... non puoi influenzarmi più con le tue parole e la tua droga..." Lei lo guardò, e un attimo dopo gli abbatté la testa al suolo, lasciandolo andare e continuando a fissarlo. "Ti odio, Angel..."Sibilò piano. " e questo odio è la fiamma che mi sostiene. Notte dopo notte... se tu soltanto avessi la benché minima idea di quanto ti odio... Ti odio come odio la luce... come odio gli uomini... come odio il mondo... Ti odio come odiavo avere un 'anima... una lercia anima come la tua..." "Okay, abbiamo capito, lo odi! Io invece lo amo, per cui cosa dici di levarti di mezzo?!" Angel sgranò gli occhi, sollevando disperatamente la testa per riuscire a guardare nella direzione da cui la voce era venuta, mentre tutto se stesso si ribellava anche solo all'idea che lei fosse li. No... non poteva averlo fatto... Non con una bambina, in quell'ospedale, a cui stare vicino... Non per lui... Non ancora una volta... Come se il tempo si fosse fermato. Ma il tempo sembrava proprio essersi fermato, e Kate era là, davanti a lui, con la sua pistola in una mano e la spada che Nicholas gli aveva preso stretta nell'altra. Il volto che era quello della poliziotta decisa a tutto, in quel museo deserto... cinque anni prima... quando per punirla di qualcosa di molto simile, per difenderla, per istinto e per desiderio l'aveva morsa... Marchiandola, cominciando a farla sua... Ed era bellissima... come allora... E decisa, come allora... E come allora ... Dio... La vide avvicinarsi, senza guardarlo,e mentre il battito del cuore di lei lo assordava gli sembrò di essere travolto da una valanga di emozioni. E, finalmente, la capì. Dio... lei sapeva... Come allora, come cinque anni prima... lei conosceva il pericolo... sapeva benissimo di poter essere uccisa... Come cinque anni prima, adesso stava agendo perché voleva farlo... stava rischiando la sua vita per lui... perché lo voleva ... e Angel aveva sempre considerato la sua come imprudenza... come leggerezza di fronte a qualcosa di tanto più potente di lei... Aveva pensato che non avesse creduto alle sue parole... che avesse sottovalutato il pericolo a cui poteva andare incontro... Ma non era così... Allora, come adesso... Kate sapeva...e allora, come adesso , aveva scelto... E nonostante le parole di poco prima, aveva scelto lui... forse... perché non aveva mai avuto alternative... Perché il suo cuore non gliene aveva date... Come il cuore di Angel non ne aveva date a lui... "Ma che bella scena!"Esclamò Darla, sollevandosi da terra e guardandola, con la testa leggermente inclinata di lato. "La piccola dolce mammina che corre in aiuto del suo coraggioso campione... Commovente... e così patetico..." Kate si fermò sotto la luce di un lampione, la pistola puntata diritta davanti a se, inutilmente... "Non sono ne piccola ne dolce"Rispose, gelida. " e permetto solo a mia figlia di chiamarmi mamma." Darla rise. "Così penosa..."Sibilò. " lo eri allora e lo sei adesso..."Si avvicinò di un passo a Kate." Credi di poter fare qualcosa? Credi di poter "salvare" Angel? Credi di poter distruggere me e i miei ragazzi?!" Kate sollevò le spalle. "Questa è l'intenzione... " Davanti a lei si levò un coro di risate sguaiate che attraversarono l'area abbandonata del parcheggio. Mentre Angel cercava disperatamente di sollevarsi sui gomiti, deglutendo per ingoiare il suo stesso sangue, supplicando le sue ossa rotte di rigenerarsi in fretta... Di rigenerarsi... in tempo... Mentre Darla si batteva le meni sui fianchi. "Ma che avete voi due da dover esser così stupidi... e così eroi... Cos' è, passare dal tuo letto ha fatto scordare al " mio" Angel che fino a pochi anni fa eri pronta ad accusarlo di ogni crimine commesso sulla costa, e ad arrestarlo per questo... e a te tutte le tue idiote paranoie da figlia orfana e complessata?" Kate la fissò per un secondo, talmente calma che si sarebbe detto che le parole di Darla non fossero nemmeno state per lei. "Si"Rispose semplicemente. "fammi causa!" Stavolta non risero. Ne Darla ne alcuno dei suoi vampiri. Stavolta Angel potè avvertire chiaramente la rabbia vibrare intorno alla vampira bionda. "Kate..." Ansò." Vattene...". Ma la voce di Darla sovrastò la sua. "Menti!" Esclamò, avvicinandosi di un passo a Kate. Lei scosse le spalle. "Annusami..." Angel strinse i denti, cercando di sollevarsi. Aveva capito che cosa voleva fare... ma era pericoloso... era molto, troppo pericoloso... Vide Darla irrigidirsi per un attimo, poi cominciare letteralmente a tremare per la collera. " Puoi esserci andata a letto quanto vuoi!" Ringhiò. " Ma lui è mio! E' sempre stato mio e resterà mio per sempre! Io l'ho fatto! Io l'ho reso quello che è! Io gli ho dato la forza! Tu non hai nemmeno idea di quello che abbiamo fatto insieme ! Rabbrividiresti e ti sveglieresti urlando nel sonno se solo lo sapessi!" Kate sollevò le sopracciglia, per nulla impressionata. "Può darsi..." Mormorò. " Ma che mi risulti, secondo questo... lui appartiene a me..." Lentamente, si allargò la camicetta, mostrando apertamente il segno sulla sua gola... che strappò a Darla un ringhio basso e prolungato. Angel poté quasi sentire il suo volto cambiare e fece in tempo solo a gridare il nome di Kate prima che la vampira si precipitasse su di lei, afferrandola per il collo. "E ora..."Sibilò. " sei soddisfatta del tuo gioco? O credevi che qual segno mi avrebbe fermata?" Kate ansò, e Angel poté vedere il colore abbandonarle rapidamente il volto, insieme all'aria. Eppure riuscì a sorridere mentre mormorava con voce strozzata: "No... non mi sono mai illusa... che rispettassi le regole..." "E allora? Volevi fare un nobile gesto? O forse..." Darla la sollevò leggermente da terra. " volevi morire insieme a lui? Perché se è così, tesoro, rimarrai delusa..." Kate boccheggiò. "No..."Ansò. " io ... no... io volevo solo fare... questo..." L'ultima parola fu assorbita dalla deflagrazione della pistola, che la donna teneva lungo il fianco e che sparò a ripetizione tre volte, contro il corpo della vampira, sbalzata immediatamente all'indietro proprio come Kate per effetto del rinculo. Approfittando della confusione dei vampiri, Angel fece leva sulle braccia, saltando all'indietro e avventandosi su Nicholas, sgomento di fronte allo spettacolo della sua sire, riversa in terra in un lago di sangue. Il bacino completamente fracassato dalle pallottole. Angel lo afferrò per la gola, strappandogli l'asta di combatimento, e sono una straordinaria prontezza permise all'altro di evitare il colpo che seguì, e di scambiare una mortale ferita al cuore con una alla spalla. Avrebbe desiderato finirlo, ma sapeva che in quel momento non c'era tempo ne per i desideri ne per i piani ... in quel momento doveva solo lottare, e salvare Kate... che si era alzata, e brandiva ad occhi sgranati la sua spada, una smorfia di dolore dipinta sul volto. "Kate, vattene!" Le urlò, girandosi e strappando l'asta dalla spalla di Nicholas. Aveva ancora alcune costole rotte, e faticava a muoversi, ma ciò non gli impedì di ridurre in polvere due vampiri che si avventarono su di lui, la disperazione e il terrore per la donna che amava che davano al suo scopro ferito la forza che altrimenti non avrebbe avuto. Kate incontrò il suo sguardo, ma non arretrò di un passo, stringendo l'elsa della spada e attendendo l'attacco che non tardò a venire. Angel la vide difendersi contro un vampiro, mentre lui ne affrontava un altro... e solo parte della sua mente, volta verso ciò che accadeva a Kate, registrò il fatto che Nicholas stesse caricandosi fra le braccia una Darla svenuta per il dolore e fuggendo via, seguito dalla maggior parte degli altri vampiri. Si voltò, rendendosene conto, e per un attimo pensò di lanciare l'asta contro di lui... Ce l'avrebbe fatta... avrebbe potuto colpirlo al cuore e ridurlo in polvere... ma poi non avrebbe avuto più nulla per difendere Kate... Un attimo... solo un attimo... Troppo. Troppo per qualcuno che aveva alle spalle 250 anni di sangue. Sentì un colpo arrivargli alla nuca, e boccheggiò per il dolore, barcollando all'indietro e voltandosi in tempo per trafiggere il vampiro che lo aveva attaccato, e per permettere a quello che lo seguiva di strappargli l'asta di mano. Erano solo in due adesso, quello e l'altro che Kate stava cercando di tenere a bada con un 'arma che non aveva mai usato, che non aveva idea di come si maneggiasse e che per giunta era probabilmente troppo pesante per lei... Angel afferrò l'asta, lottando per riprenderla, e nello stesso istante vide il vampiro spingere in terra la donna, e voltarsi verso di loro, ghignando. Evidentemente, lui era un perda molto più ambita di una semplice donna umana... Ma questo andava bene... Oh, si, andava bene... "Kate!"Gridò ancora, stringendo i denti mentre lottava, con le mani strette sull'asta. " Va via!" Ma quando lei si alzò, Angel seppe che non gli avrebbe obbedito. "Vattene!" Ripetè. Il vampiro si voltò di nuovo verso di lei, ridendo, e spalancò le braccia, spavaldo, sfidando la donna a colpirlo. Kate ci provò, ma il peso della spada la sbilanciò in avanti. "Vai!" Urlò ancora Angel. Stavolta lo guardò. Sollevò gli occhi,mentre il vampiro si avventava su di lei, ancora piegata in avanti. E in quegli occhi c'era una furia che gli arrivò dritta al cuore. Una furia che bruciava ed esplodeva... come un vulcano in eruzione... "No!" Gridò Kate. E tirando indietro entrambe le braccia sollevò la spala, ficcandola diritta nel ventre del vampiro, come una volta aveva fatto con lui, e Penn alle sue spalle. Tirò fori la spada,ansando, gridando come non l'aveva mai sentita fare, mentre di nuovo la affondava nel vampiro e lui cadeva in ginocchio. "Mi stanno portando via la mia bambina!" Urlò. Sollevò la spada, mentre un rantolo sfuggiva dalle labbra del vampiro. " Non mi porteranno via anche te!" Roteò le braccia, e la testa dell'altro schizzò via come un tappo di spumante, trasformandosi in una piccola onda di cenere che investì Kate e lo stesso Angel, che finalmente riuscì a torcere l'asta, conficcandola dritta nel cuore del suo avversario. Annientandolo. E rimanendo il solo vampiro nel parcheggio ... Solo... con Kate che, davanti ai suoi occhi, ansava disperatamente. Per un istante, nessuno dei due mosse un solo muscolo. Rimasero immobili, come inghiottiti dal tempo, annichiliti da ciò che era appena accaduto... forse perché nessuno dei due sapeva che cosa dovesse o potesse dire... ed entrambi erano così sopraffatti che quell'istante gli serviva... per sopravvivere... per reagire... Poi Kate sollevò gli occhi, guardandolo, ed Angel le fu accanto. Afferrandola, stringendola fra le braccia, schiacciandola contro di se con tanta forza che avrebbe potuto ferirla. Incurante del dolore alle costole rotte. Sentì il rumore della spada che finiva in terra, e un attimo dopo il braccio di Kate cingergli il collo, e ricambiare la sua stretta con uguale forza... con uguale disperazione. Avrebbe dovuto dirle così tante cose... Avrebbe voluto dirle così tante cose... Avrebbe voluto urlarle contro per il pericolo in cui si era messa, e chiederle scusa in ginocchio, e baciarla, e dirle grazie. E infinite volte che la amava... Avrebbe voluto e dovuto... Ma c'erano il calore del corpo di lei, e il profumo dei suoi capelli e della sua pelle... c'erano il battito assoldante del suo cuore e il ritmo del suo respiro contro il torace... Avrebbe... ma c'era Kate... ed era lì... e lui aveva così disperatamente temuto di penderla... E c'erano la dispersione con lui lo stringeva, e quella con cui lo aveva difeso... E il dolore... una ferita che perdeva più sangue di quanto un vampiro avrebbe mai potuto berne. "Stringimi... "Ansò Kate, avvinghiandosi a lui. Con una disperazione che era l'identica copia di quella di Angel. Non stava piangendo, e non tremava... ma lo serrava a se, così forte che pareva quasi che da ciò dipendesse la sua vita. E Angel sapeva come si sentiva... perché in quel momento, davvero, da quelle braccia dipendeva la sue esistenza... " stringimi..."Continuò. " resta insieme a me... Per favore... Resta insieme a me..." Sentì la sua bocca affondargli nella spalla e un ansito sfuggirle dalle labbra. "Kate..." "resta insieme a me, Angel... Fino a quando non sarà finita..." "Sempre... "Gridò quasi lui, stringendola. " sempre..." Ma Kate scosse la testa , e la forza del suo abbracciò sembrò crescere ancora, mentre piano ripeteva: "Non lasciarmi... fino a quando non sarà finita..." Angel sollevò con dolcezza il braccio di Nia, infilandolo nella manica del cappotto nuovo di zecca che lui e Cordelia le avevano preso quel mattino, mentre la bambina, che stringeva con il braccio intubato la sua bambola e la rosa di tre giorni prima, si guardava attorno, gli occhi sgranati, non sapendo se credere o meno a ciò che stava accadendo. "Ma veramente mi portate a casa, mamma?"Mormorò, passando gli occhi da lui a Kate, che sedeva sul bordo del letto, e cercava di aggiustarle alla meglio il capotto sulla spalla. Kate le sorrise dolcemente, sfiorandole con una mano la guancia, in una di quelle dolcissime, eterne carezze che pareva non essere in grado di smettere di farle. Nemmeno per pochi minuti... come se pochi minuti fossero troppi per non accarezzare sua figlia. "Si, tesoro... a casa... hai sprecato fin troppo tempo in ospedale..." "Ma..."Nia sbatté le palpebre, guardando nuovamente entrambi. " veramente è casa mia??" Angel si voltò, guardando Kate, le triste compostezza del suo viso che gli scendeva nel cuore... come una lacrima. Da quella sera, dalla sera che Lorne aveva rivelato la verità su cosa le stava consumando la bambina, non aveva voluto staccarsi un attimo da lei, non aveva mangiato, e non aveva riposato che per poche ore, appoggiata sull'altro letto, e stretta fra le braccia di Angel... Non era più uscita dall'ospedale, e quasi mai da quella stanza... e lo stesso aveva fatto lui, assentandosi solamente per il breve tempo di un' emergenza, e lasciando a Wesley, Cordelia e Lorne il compito di continuare a cercare... senza riposo, senza pace... e senza molta speranza... Qualcosa... anche solo un cenno, che spiegasse loro come vincere quella minuscola cosa nel corpo di una minuscola bambina con più voglia di vivere della maggior parte della gente al mondo. Non voleva lasciarle... ne lei ne Kate... Non voleva lasciarle mai più, finché fosse durata la sua esistenza... o finché ci fosse stato fiato in quel corpo di bambina... Strinse le labbra. Non lasciarmi... fino a quando non sarà finita... Sapeva che era inutile ingannarsi, mentire a se steso e a Kate... Ci aveva provato... e l'aveva quasi persa... ma solo ripensare a quelle parole, e al loro senso, gli ghiacciava il sangue nelle vene, e rischiava di farlo esplodere di rabbia e di dolore... Fino a quando non sarà finita... Si... E pensava davvero che l'avrebbe lasciata, poi? Che le avrebbe permesso di allontanarsi dalla sua vita? Pensava che sarebbe mai venuto il giorno in cui avrebbe desiderato che si allontanasse da lui...? La vedeva consumarsi, giorno dopo giorno... e non poteva fare niente per impedirlo... E non aveva più il coraggio di chiederglielo... di guardarla, in quegli occhi disperati che avevano perso tutto, e domandarle di rinunciare a un 'ora, un minuto accanto a sua figlia... Di ripeterle che così non l'aiutava, quando anche lui stava perdendo le forze e il sonno in quella stanza di ospedale, e non gli importava, e non riusciva ad impedirselo... Mentre il dolore e il senso di impotenza lo distruggevano. " Ma è vero che tu hai un castello... come quello delle favole?? Lorne ha detto che hai un castello..." Angel si sforzò di sorridere . "Si, tesoro, una ... specie di castello... Magari Lorne ha esagerato un pochino, però è una bella casa, e a me piace..." "E posso avere una camera mia??" "naturalmente..." Ora gli occhi di Nia erano così sgranati che sembravano volerle schizzare via. Il cappotto, comprato in tutta fretta, era troppo grande per il corpo consumato di lei, e persino quel singolo dettaglio era in grado di ferirlo... lui, che avrebbe dovuto salvare il mondo... e non era in grado di salvare una bambina, come non era mai stato in grado di proteggere coloro che amava. "Ma io..." Continuò la bambina, sollevando ancor più le sua bambola e appoggiandola alla guancia. " ci devo per forza dormire nella mia camera??" Angel sollevò le sopracciglia, e stavolta la risata che proruppe dalle labbra di Kate fu genuina... la prima risata dopo tre giorni... " Non ha mai dormito sola..." Gli spiegò, e con dolcezza si chinò ad accarezzarle una guancia. "No , amore... tu puoi scegliere dove e con chi dormire..." Nia annuì, seria in volto, strappano anche a lui un sorriso sincero. Dio... non avrebbe più desiderato altro al mondo... se solo avesse potuto tenere con se Kate... e quella bambina così straordinaria... "Anche con tutti e due??" Guardò Kate, ma lei aveva abbassato gli occhi. "Si... "Rispose dopo un attimo. " anche con tutti e due..." "Ma ci andiamo in un letto... "Scrutò Angel, aggrottando la fronte. " tu sei graaaaaaande... non mi schiacci, vero??" Angel rise. "No, non ti schiaccio... quando ero.... "Esitò per un secondo, sul punto di dire " vivo." " più giovane, mia sorella veniva spesso a coricarsi con me... aveva paura del vento, e dei cani che ululavano fuori... " E di suo padre, che strillava nell'altra stanza, o che lo aveva appena colpito, quando lei veniva a vedere come stava... " e ti giuro che non l'ho mai schiacciata..." Nia sembrò rassicurata. E annuì piano, lentamente. " Ma qui non ci torno più, vero??" Stavolta Kate non abbassò gli occhi, ma incontrò il suo sguardo, e lasciò che fosse lui a rispondere a sua figlia. " No... questo te lo prometto, amore... " Vide la gioia esplodere come una Nova negli occhi della bambina, e un attimo dopo lei si allungò in avanti, stringendosi al suo collo, con tutte le sue piccole, minuscole forze. "Ti voglio bene..." Mormorò. " ti voglio tanto bene..." Angel la strinse con una mano, deglutendo per trattenere le lacrime, e inspirando piano l'odore della pelle di lei... quell'odore che avrebbe dovuto essere latte, e sapone, e che invece era intessuto di medicine e malattia. Eppure... Angel lo amava, quell'odore... in così poco tempo aveva imparato ad amarlo come quello di sua madre... come quello del suo amore... Aprì gli occhi, quando la sensazione del letto che si muoveva lo strappò al calore di quell'abbraccio, e vide Kate alzarsi, e con una mano premuta sulle labbra avvicinarsi alla finestra, e poi poggiare piano la fronte contro il vetro. Avrebbe voluto alzarsi... parlarle... dirle che non era colpa sua... che non poteva a continuare a rimproverarsi per le azioni di una donna sola e disperata... ancora... un milione di volte... Stringerla a se... così forte da farle male... da farla divenire parte di lui... Ma non poteva sdoppiarsi... e raggiungere la madre poteva solo dire lasciare la figlia... "Angel..." Sussurrò Nia contro il suo collo, la testa piegata e appoggiata dolcemente alla sua spalla." Perché tu mi vuoi bene e il mio papà no?? Perché non puoi essere veramente tu il mio papà...??" La strinse più forte, attento a non farle male... e stavolta non riuscì ad impedire ad una lacrima di rigargli la guancia, mentre all'orecchio gli arrivava il suono straziante di un singhiozzo. Si asciugò il viso con la mano, e inventò un sorriso quando guardò il volto stanco della bambina. "Posso... " Mormorò. "Veramente??" Sembrava che non volesse crederci... che avesse paura di crederci... Dio... ogni volta si stupiva che quella creatura avesse solo quattro anni... "Si... veramente... " Prese la mano della bambina, e dolcemente se la poggiò sul petto. " te lo giuro...e adesso... " Continuò, prima che la commozione lo travolgesse. " andiamo a vedere se ti piace il mio castello..." La sollevò fra le braccia, come se fosse stata un fuscello, tenendola con un solo braccio, e stava prendendo la bottiglia della flebo, in cui la medicina di Wesley scintillava, iridescente, mescolandosi con quelle dei medici, quando sentì la presenza di Kate accanto a lui, e un attimo dopo la donna gli prese la mano, tenendola un po' nella sua prima di passare alla bottiglia di vetro. Almeno quella... non sarebbe stata ancora per molto... Wesley gli aveva parlato della possibilità di impiantare a Nia un catetere venoso, per evitarle almeno il tormento di quell'ago che le martoriava il braccio, ed era la prima cosa che aveva ritenzione di fare per lei una volta sistemata all' Hyperion... Anche se fosse stato solo per pochi giorni... Deglutì, cercando di allontanare quei pensieri. Non voleva illudere se stesso... ma non riusciva a non opporsi con tutta l'anima al pensiero di perdere quella bambina... "Andiamo..." Mormorò Kate con un sorriso. " ricordatevi che c'è Cordelia giù in macchina." Angel sospirò, movendosi insieme a lei verso la porta. Già... Nonostante tutte le sue insistenze, Cordelia era venuta, e ora li aspettava nel parcheggio... con la possibilità che Darla la vedesse e l'aggredisse... Era un altro dei motivi per cui aveva insistito per portare via Nia dall'ospedale... nonostante il parere contrario di tutti i medici. "Kate..."Aveva mormorato. " sai che non possono fare niente... e non è giusto lasciarla in questo posto..." Lei lo aveva guardato, e come sempre aveva intuito anche ciò che non aveva detto. "Già, dove Darla potrebbe trovarla in un secondo..." Era vero... Erano vere tutte e due le cose... Era vero che voleva portar via di lì la sua bambina, che voleva che quei giorni fossero sereni e quanto più dolci possibili per lei... Ed era vero che voleva proteggerla da Darla... L'aveva umiliata, quella sera di tre gironi prima, e Kate l'aveva ferita, sconfitta... lei, una mortale... e la donna di qualcuno che Darla considerava ancora una sua proprietà... Poteva aver fatto un accordo con chi voleva... poteva dover rinunciare a tutti i vantaggi del mondo... ma si sarebbe vendicata... Angel lo sentiva. Angel la conosceva. Darla si sarebbe vendicata... e lo avrebbe fatto subito. Non aveva mai avuto troppa pazienza... "Allora ce ne torniamo a casa??" Esclamò Charlotte sulla porta della stanza di Nia, sorridendo alla bambina con infinita tristezza. Lei annuì vigorosamente, appoggiata al petto di Angel. "Vado a stare in un castello!" Proclamò. "Bè..."Rise l'infermiera. " adattissimo a una piccola principessa..." Nia sgranò gli occhi, scotendo il capo. "Noo... la principessa è Cordelia..." Esclamò. " Non io... non glielo dire che sennò si arrabbia..." "Non glielo dirò..."Promise quella con aria solenne, sfiorandole il naso prima di guardare Angel. "Senta..."Disse piano. " Per quel ceffone... " Lui aggrottò la fronte, e per un attimo non riuscì nemmeno a ricordare di che stesse parlando. Poi gli tornò in mente e le sue labbra si distesero in un sorriso. "Non c'è di che scusarsi..."Mormorò. " era un ceffone sacrosanto..." "Già..."La donna sospirò. " solo che la faccia era sbagliata..." Angel fissò per un attimo Nia. "No..."Disse poi. " Anche la faccia era giusta..." La donna abbracciò brevemente Kate, che strinse le labbra, cercando il più possibile di mantenere il controllo. Si avviarono per il corridoio, fianco a fianco, i loro passi che echeggiavano fra le pareti bianche, borbottando nello stesso e identico modo nel torace di Angel, quando la voce concitata del dottor Newmann li interruppe, vicinissimi all'ascensore. "Signora Lockley..."Esclamò, arrivando di corsa." Signora Lockley, aspetti, dobbiamo parlare... " Kate sospirò, voltandosi piano. "E di cosa? " Rispose, e stavolta più che controllata sembrò ad Angel terribilmente stanca." Mi avete già detto come la pensate e io ho già detto a voi come la penso io. Non voglio che mia figlia continui a ... vivere... in un ospedale..." Il medico strinse impercettibilmente le labbra. "Signora Lockley... deve pensare al bene di sua figlia..." "E' esattamente ciò che sto facendo..." "Senta, anche il primario ne vorrebbe parlare..." "Parlatene fra di voi..." "Signora Lockley, sia ragionevole... solo in un ospedale sua foglia può ricevere le cure necessarie per poter sperare di andare avanti ancora..." Angel sgranò gli occhi, ma prima che potesse dire anche solo una parola Kate aveva già afferrato il braccio dell'uomo, e lo stringeva forte. "E' completamente uscito di senno!" Esclamò, lanciando un'occhiata a Nia, rannicchiata sul petto di Angel come un animale ferito. "La prego, signora Lockley... "Insistette l'uomo. " Si calmi..." "Sta spaventando la mia bambina... Non ho nessuna intenzione di calmarmi!" "Venga a parlare con il primario..." "No! Non intendo lasciare mia figlia qui dentro, e questo è tutto! Ho firmato qualunque cosa mi sia stata portata, ora lasciatemi in pace..." L'altro scisse piano la testa. "Potremmo imporglielo, signora..." Angel strinse le labbra, mentre un collera bruciante gli saliva dentro. Oh, si, potevano provarci... "Mamma..."Sentì gemere Nia, mentre con le piccole mani gli stringeva il maglione. " voglio andare a casa..." Nell'aria, c'erano l'odore della rabbia di Kate... e quello la sua paura, eppure, quando si voltò a guardarlo, l'espressione del suo volto era calmo... e incredibilmente battagliero... "Non preoccuparti, amore..."Mormorò, passando a Angel la bottiglia della flebo. " ora andiamo... devo solo chiarire due punti con questi... signori..." Angel le toccò la mano, come lei aveva fatto pochi minuti prima. "Vuoi che ci vada io?" Mormorò. Kate gli sorrise, rassicurante... Dio ... era lei che cercava di dare forza a lui ... "Non preoccuparti. " Rispose piano. " Almeno questo so come gestirlo." Angel annuì, e si sforzò di renderle il sorriso, nonostante tutto ciò che sentiva. Non gli piaceva che Kate affrontasse da sola anche quella prova... E non gli piaceva che qualcuno dovesse dirle di nuovo che avrebbe perso la sua bambina... Ma non voleva nemmeno imporle la sua volontà...non di nuovo... Non dopo che le aveva promesso di non cercare più di proteggerla a oltranza, e dopo che lei aveva promesso ad Angel di chiedergli aiuto ogni volta che ne avesse sentito il bisogno... E che tutti e due si erano guardati negli occhi, e baciandosi piano avevano fatto l'uno all'altra una nuova promessa... di rispettare le promise precedenti! "Cerca di non sparargli, va bene?" Mormorò. Kate sorrise. "Solo se provano a fermarmi..." Diede una carezza a Nia prima di voltarsi, e incamminarsi lentamente di fianco al dottor Newmann. "Angel... "Sussurrò la bambina sul suo petto. " ma mi portate via, è vero?? Lorne ha detto che avrebbe cantato ancora per me, e Cordelia che mi avrebbe fatto tenere il suo bimbo... però... a casa..." Angel chinò gli occhi, sollevando di più fra le sue braccai quella creatura leggera come un soffio. "Certo, piccolina..."Rispose. " te l'ho promesso..." "Ma ..." Ansò lei, stringendosi al petto la sua rosa. " anche se i dottori non vogliono?" Angel appoggiò la fronte su quella di lei. "Ehi... sono un vampiro... pensi che i tuoi dottori riuscirebbero a fermarmi?" Nia sorrise... finalmente. "No..." "Brava, no... ti assicuro che nessuno al mondo potrebbe mai impedirmi di portarti fuori di qui..." "Resta solo da vedere... come la porterai fuori..." Angel deglutì, stringendo a se la bambina, con tanta forza che la sentì sussultare, mentre in fretta faceva un salto all'indietro, guidato dall'istinto. Verso la tromba delle scale. E una possibile via di fuga. Davanti a lui... Darla. Come aveva temuto. Come aveva sospettato. Come si era aspettato dal momento che l'aveva incontrata... Ma aveva sperato di avere più tempo... aveva pensato che ci avrebbe messo di più a riprendersi... E in effetti era ancora pallidissima, e, dal modo in cui si muoveva, Angel poteva intuire che le ferite non erano ancora guarite del tutto. Non abbastanza, tuttavia, per tenerla lontana da lui, e dalla sua vendetta... Non abbastanza per placare l'odio che le leggeva negli occhi. Come fiamme nere che lambivano le sue iridi azzurre. Come la rabbia che le gridava nel corpo, a dispetto del sorriso sulle sue labbra. Aveva sbagliato... Ancora una volta. Non avrebbe dovuto aspettare che Kate cercasse di convincere i medici... Avrebbe dovuto portare via Nia subito... E forse... non avrebbe cambiato nulla... Perché, ovunque fosse andato il suo sire, lo avrebbe cercato... Lo avrebbe braccato... E alla fine... alla fine... come ora... trovato... Ma forse non sarebbe stato così vulnerabile allora... Forse non avrebbe portato sua figlia fra le braccia... "Ehi..."La vampira sorrise, avvicinandosi. " che faccia scura... vuoi spaventare questo piccolo tesoro??" "Dove sono gli altri, Darla?" Esclamò lui, stringendo le labbra, e guardandosi febbrilmente intorno. "Altri?" Ripetè lei. " Sei così sicuro che ci siano degli altri?" "L'ultima volta c'erano..." "Ma quella prima no... quella prima..." Darla sia avvicinò , ma nemmeno per un istante poté ingannarlo l'espressione sul suo volto. "Quella prima..."Sibilò Angel. " ti ho promesso che ti avrei uccisa..." "Promesse, promesse..." Darla allungò un dito verso Nia, che nascondeva spaventata il volto sul petto di lui. " voi ragazzi non sapete far altro che promesse..." Angel le afferrò il polso, con violenza, prima che riuscisse a sfiorare la bambina. E gli occhi di Darla gettarono fiamme. "Non toccarla!" Ringhiò. "E che farai per impedirmelo? Ti trasformerai davanti a lei? Mi ridurrai in polvere? Mi colpirai... davanti ai suoi occhi innocenti?? Non ti è bastato aver distrutto l'innocenza di tua sorella?" Angel la lasciò, spingendola indietro. "Lo farò. Se sarà necessario!" Darla sollevò le sopracciglia, camminando leggermente all'indietro. Sorridendo... Quel sorriso che, sempre, gli faceva paura. "Oh, no..." Mormorò piano. " non lo farai... non lo farai per non turbarla... E non lo farai perché se tu alzassi solo una mano contro di me... quella povera, piccola creatura... resterebbe senza mamma..." Fu un attimo. Una cappa di gelo sulla pelle. Un fiume nero di panico negli occhi. Solo un attimo. Il desiderio di uccidere Darla che veniva inghiottito da una paura primordiale, antica più di lui... milioni di anni più di lui. Che lo rendeva imprudente, facendolo sfrecciare di fianco a Darla. Verso il corridoio... verso la stanza del dottor Newmann... Verso Kate... Maledicendo se stesso mille volte, per non averlo fatto nell'attimo stesso in cui aveva visto la vampira. E adesso, per l'ennesima volta nella sua vita, non era giunto in tempo... Vide Kate uscire dalla stanza, e il sangue immoto che lo faceva esistere gli si gelò nelle vene, quando, dietro di lei, scorse la massiccia figura di Nicholas, che le camminava attaccato al corpo, la mano stretta sul collo di lei e il braccio attorno alla sua vita. Ancora dietro di lui, i due medici giacevano in terra, e Charlotte, atterrita, fissava i vampiri succhiar loro la vita. Qualcosa dentro di lui, qualcosa che apparteneva al guerriero che era a e all'assassino che era stato, conteggiò mentalmente che erano cinque... solo cinque, Darla compresa... tutti quelli che erano scampati all'altra notte... mentre il resto di lui... ogni fibra del suo corpo era concentrata su Kate. Sul suo volto teso, sui suoi occhi che lo fissavano, senza apparente paura... In contraddizione con il suo cuore che batteva furiosamente. I suoi occhi che avevano sempre saputo parlargli... e in quel momento stavano gridandogli di non pensare a lei... di andarsene... Come se avesse potuto smettere per un istante di pensarla... Come se avesse potuto smettere per un istante di tremare per lei, o avesse potuto mettere da parte per un secondo la consapevolezza che , con la sua bambina fra le braccia, non aveva nessuna speranza di salvarla... "Lasciala andare, Darla..."Ringhiò fra i denti, stringendo così forte la bottiglia della flebo che per poco non la frantumò. Kate sollevò la testa, ma non riuscì a parlare, soffocata dalle dita che Nicholas, veloce come un lampo le conficcò nella gola. Strappandola una smorfia di dolore, e rischiando di far perdere a lui il controllo rimasto. "E perché mai dovrei..."Sussurrò la vampira, passandogli da dietro, con un dito sulla sua spalla. "Perché tu vuoi me..."Rispose Angel." non Kate..." "D'avvero? Non sei stato tu a umiliarmi..." Darla si avvicinò a Kate, mentre il suo tono si faceva minaccioso. " non sei stato tu a ingannarmi... non sei stato a spararmi, spaccandomi le ossa in schegge sottili... è stata lei... la tua puttana!" Ringhiò. Colpì Kate con un pugno, così forte da farla boccheggiare, e cadere in avanti,trattenuta solo dal braccio di Nicholas. Angel sentì Nia gridare, ed avanzò di un passo, bloccato immediatamente da un rapido movimento di Darla. " Non provarci!" Scattò. " O ti giuro che scoperai coi suoi pezzi, d' ora in poi!" Angel Deglutì, stringendo i denti, prendendo lunghi, interminabili respiri per riuscire a controllarsi, mentre il demone in lui lottava per venire in superficie. "Vedi..." Continuò Darla, prendendo dai capelli la testa riversa di Kate e sollevandola con uno scatto. " io non ce l'ho con te per avermi colpita... Nessuno più di me può capire... cosa non si farebbe per questo ragazzo... Ce l'ho con te... per aver messo le mani su qualcosa che era mio... e dico le mani... " Fece scivolare le dita sul corpo di Kate, in una carezza oscena che era a totale beneficio degli occhi di Angel. " per non essere volgare... perché non mi importerebbe ... se lui ti avesse solo portata a letto... ma quello che tu gli hai fatto... è molto più di questo... e , lo sai, Katie, mi assale il terribile dubbio che lui fosse... innamorato..."Masticò la parola, come se le facesse schifo. " anche prima... mi viene il dubbio... che sia colpa tua se non ha perso la sua anima candida... quando è venuto a letto con me... " Kate sollevò il capo, stringendo gli occhi. "Kate, no.,.." Ansò Angel, ma non fece in tempo. " Non ha perso l'anima..." Ansò la donna, con la voce arrochita dal dolore. " perché non ti ha mai amata! E tu non hai la minima idea di cosa sia la felicità!" Darla sollevò una mano, e Angel fece per muoversi, quando gli occhi minacciosi di Nicholas lo inchiodarono dov'era... mentre le dita della vampira scendevano lentamente a sfiorare la guancia di Kate... "La felicità..."Sorrise. " io e lui avevamo la felicità... qualunque cosa possa dire adesso..." Si voltò, con quegli occhi pini di odio sul volto sorridente. "Cos'è la felicità, Angel? Una donna bionda al tuo fianco, che non ... frigni perché non puoi portarla al mare? Una bambina malata... che puzza di medicina?! Questo è essere felici?" Si allontanò di un passo, ridendo e sfregando lentamente le mani, come per ripulirsi dal contatto con Kate. " Bene, amore mio... non sia mai detto che Darla non onori i vecchi tempi... Dunque, per quanto siamo stati felici, insieme... scegli..." Angel sgranò gli occhi, un brivido freddo, terrificante, lungo la schiena. E non avrebbe avuto bisogno di chiedere per capire... perché conosceva fin troppo bene la mente perversa di Darla. E avrebbe potuto immaginare ogni singola parola con cui avrebbe risposto alla sua domanda... quasi... "Che vuoi dire?" Sussurrò tuttavia. "Oh..."Cinguettò lei. " andiamo... hai capito benissimo... Scegli... Se vuoi che liberi Kate..." Allungò le braccia. " passami la sua piccola moribonda... se vuoi tenerti la bambina... "Fece un gesto a Nicholas, che immediatamente mutò volto, appoggiando le labbra al collo della donna, e leccandolo lentamente, mentre lei combatteva contro un brivido di disgusto. " vorrà dire che mi prenderò io la madre... e magari capirò... perché ti piace tanto..." "Angel..."Ansò Kate. E ora aveva paura. Veramente paura. " Scegli..." Ripetè Darla. " vuoi tenerti una bambina che ricorderà per quei due o tre giorni che le restano lo spettacolo di come Nicholas ha ucciso e preso sua madre... e perdere la donna che ... ami... oppure... vuoi che gli ordini di lasciarla... e aspettare notte dopo notte che lei ti pianti un paletto nel cuore per quello che per colpa tua è successo alla sua adorata bambina... O forse no..."Sollevò la testa, ridendo. " forse non ti ucciderà... forse... si limiterà ad odiarti... forse... ucciderà se stessa... o mi implorerà di farle tenere ancora fra le braccia sua figlia... Non lo so... tu la conosci meglio di me... vero??" Angel non rispose, con l'impressione che un ferro rovente gli stesse trapassando il cuore. Penetrandogli nelle carni, e girando, girando, girando... procurandogli un dolore che si irradiava in ogni angolo del suo corpo. Impedendogli di essere lucido. Di sentire altro se non rabbia e disperazione. Mentre lui doveva essere lucido. Lui doveva pensare. Lui doveva trovare una via d'uscita... "No, caro!" Scattò Darla, afferrandogli il mento e volgendolo dalla sua parte, mentre Nia, di nuovo, gridava. " Non permetterti di prendermi in giro! Decidi! Ora! Credi che ti lascerò il tempo di provare ad escogitare qualcosa?" Angel la fissò negli occhi. Anche Darla lo conosceva... Molto più di cinque anni prima... Perché, da quel che ne sapeva, aveva passato quegli ultimi anni a spiarlo, in attesa di colpirlo quando più gli avrebbe fatto male... Ed era probabile che avrebbe agito nello steso identico modo che Kate non l'avesse ferita... solo... sarebbe stata meno arrabbiata. "Angel... " Ripetè Kate, e quando la guardò c'era una tristezza immensa nei suoi occhi trasparenti. " Non avere paura... per me... ti prego..." Gli diceva addio... con quegli occhi... Perché, per lei, la risposta alla domanda di Darla era fin troppo semplice... Angel scosse il capo, indietreggiando. E, sul suo petto, Nia stava piangendo. Piangeva... E non sapeva quanto anche lui avrebbe voluto piangere... "Ti prego... " Ripetè Kate, la voce inghiottita da quella di Darla. "Scegli!" Gridò. " Ora! O sarò io a scegliere per te!" Non riusciva a guardarla... Non riusciva a staccare gli occhi da Kate. Scegliere... Dio... come avrebbe mai potuto scegliere... fra la donna che amava e la sua bambina... La sua mente , il suo cuore, ogni fibra di lui cercava solo un modo per uscirne... Tendendo i sensi... e pregando... Senza riuscire a trovare niente... Neanche un diversivo per guadagnare tempo. E, del resto, che diversivo poteva esserci in un reparto di lungodegneza speciale... con pochi pazienti affetti da malattie sotto osservazione e studio... quasi tutti incoscienti... e tutti, ad eccezione di Nia, praticamente abbandonati dai parenti... Non c'era mai nessuno in quel corridoi... non veniva mai nessuno dal resto dell'ospedale... In quel purgatorio, come lo aveva chiamato Charlotte... che ora stava diventando un inferno... "Mi sto annoiando..." Sbuffò Darla, voltandosi verso Nicholas ... " ho voglia di movimentare un po' le cose..." "No!" Esclamò Angel. "Aspetta... Tu... tu vuoi me, Darla... " Lei non si voltò, ma con le dita scostò i capelli dal collo di Kate. "Si... "Sussurrò. " e ti voglio annientato...come voglio annientata questa cagna... possibilmente allo stesso tempo..." ""Prendi me..." Darla sollevò il capo, scoppiando a ridere. "Oh, sapevo che lo avresti detto!" Si voltò, uno sguardo trionfante negli occhi chiari. " Non aspettavo che questo! No! Sarebbe troppo facile, amore! " Si allontanò di un passo, allargano le braccia. " Ti prometto che ti darò un bel colpo in testa e ti lascerò con la ... ragazza... che avari scelto... sono fin troppo generosa, non ti pare? Ma quanto a svicolare ... no, sognatelo. Non c'è una terza opzione." Angel lasciò che l'aria entrasse lentamente nei suoi polmoni, continuando a imporsi una calma che ormai sembrava solo una menzogna. Non avrebbe mai scelto, e Carla lo sapeva... Ciò che voleva era solo uccidere Kate... E dargli la consapevolezza che avrebbe avuto una possibilità per impedirlo... Non avrebbe mai scelto, eppure il suo cuore era diviso in due parti... che bruciavano, e dolevano, come se una spada li avesse divise e mai più nessuno al mondo potesse unirle ancora. Mentre gli occhi di Kate lo supplicavano di compiere quella scelta che lo avrebbe ucciso. Scosse la testa, lentamente, l'immagine del volto di lei annebbiato dalle lacrime. "Oh, Angel..." Ansò Kate. " no..." "Oh, Angel..."Ripetè i farsetto Darla. "no..." "Lo sai..." Le parole di Angel erano piatte, terribilmente fredde, mentre ancora fissava gli occhi della donna che amava. " che ti ucciderò, Darla..." "Oh, no..." La vampira sospirò, perfettamente appagata. " non se le farò lasciare dal corpo una quantità si sangue sufficiente da farti avere solo un minuscolo dubbio di poterla salvare..." Nicholas si allontanò di un passo, voltandosi leggermente. In una qualunque altra circostanza avrebbe provato... avrebbe fatto almeno un tentativo... ma così... con Nia in braccio... "Avanti, amor mio..."Fece Darla, volgendosi al suo favorito. " e tu... papà... fa in modo che la tua bastarda guardi bene..." Certe volte accadeva... che tutto fosse come sospeso... E che gli istanti si susseguissero con una lentezza che non era reale... Dilatandosi... dilatando il tempo, e le cose, e gli eventi... Come per farli durare all'infinito. Come per permettere alla mente di memorizzarli meglio... Era accaduto quando Buffy lo aveva passato da pare a parte con una spada, spedendolo all'inferno... in quell'attimo che ancora rivedeva nei suoi incubi... Era accaduto quando Doyle era morto... e lui aveva guardato la pelle staccarsi dal suo corpo, e aveva udito le sue grida disperate... E quando Drusulla aveva morso Darla. E più di redente... tanto più di recente, quando aveva visto Kate entrare all'Hyperion, in quella che sembrava un 'altra vita... e dopo, quando si era innamorato... della sua bambina... E ora... Ora che il tempo, o la sua mente, o il suo cuore... o quell'anima che lo tormentava, di nuovo e di nuovo, si fermava... o rallentava fino a dare l'impressione di fermarsi... Mentre Nicholas schiudeva le labbra, e i suoi denti... i retaggi del suo demone... scintillavano alla luce artificiale dei neon... quella stessa luce che rendeva diafana la pelle di Kate... E mentre Nia gridava e Darla rideva, e mentre Angel di nuovo tornava all'inferno... E il vampiro abbassava la sua bocca immonda sul collo di Kate. Sul collo della donna che amava. Un attimo prima di diventare polvere. Un attimo prima che Kate sgranasse gli occhi e cadesse in avanti, un grido soffocato fra le labbra chiare e una piccola freccia di legno conficcata nella spalla. Rivelando, dietro di lei, la figura di Cordelia. Col suo bambino fissato al marsupio e la sua fedele piccola balestra fra le dita. "Salve!" Esclamò con un sorriso come solo Cordelia avrebbe potuto sfoggiare in una simile occasione. " Sono la terza opzione!" Immediatamente, Angel si lanciò in avanti, afferrando con il braccio libero Kate, e spingendola contro una parete, e un attimo dopo le afferrò il volto fra le mani, mentre la donna afferrava Nia. "Ce la fai?" Esclamò. Per tutta risposta, lei lo spinse di fianco, rotolando a sua volta e stringendo a se la piccola, un secondo prima che uno dei tre vampiri di Darla lo colpisse con una grossa ascia. Angel si appoggiò in terra, scalciandolo all'indietro e afferrando al volo l'arma . "Grazie..."Esclamò, voltandosi, e in un unico movimento ne decapito un secondo, puntando poi verso Darla. " mi serviva proprio!" La vampira saltò all' indietro, e, usando il lampadario al neon per darsi slancio , lo colpì in faccia, facendolo barcollare leggermente, e poi cadendo accosciata a pochi piedi da lui. "Andate via!" Gridò Angel, la voce soffocata da quella di Darla. "No! Prendetela! Prendete la bruna!" Angel sgranò gli occhi, facendo per voltarsi, ma Darla glielo impedì, afferrandolo per la spalla e poi colpendolo ripetutamente allo stomaco, fino a che lui non la colpì a sua volta, facendola salvare all'indietro. Vide uno dei suoi vampiri correre verso Cordelia e la donna puntare la sua arma, mancandolo per un pelo, mentre alle sue spalle Kate si alzava in piedi e correva verso di lui, strappandosi dalla spalla la freccia. L'odore del suo sangue lo colpì come una frusta, come una scarica per tutto il corpo, mentre finalmente il suo volto mutava e lui staccava di netto la testa all'assalitore di Cordelia, facendola cadere in terra. "Stai bene?" Ansò Angel, mentre Kate lo raggiungeva. E capirono insieme quanto avessero sbagliato, quando gli scosse l'anima un urlo di bambino... "Nia..." Kate si voltò, ma anche stavolta Angel fu più veloce di lei, guidato dall'istinto, dalla sua natura... e dal terrore ... E furono istinto, paura e natura che lo fecero fermare dopo pochi passi, tendendo il braccio per fermare anche lei... quando si trovò di fronte la figura di Darla, che stringeva a se quella minuscola e indifesa di Nia. Rideva, e lo fissava con aria di eterna sfida, mentre la bottiglia della flebo si infrangeva in mille pezzi al suolo. "Pare che tu abbia perso, Angel..." Sussurrò. "Di nuovo..." Camminò all'indietro, seguita dall'ultimo superstite dei suoi favoriti, e affiancata una finestra tese il pugno, spaccandola, mentre Nia continuava a gridare. "Non urlare..."Sibilò all'orecchio della bambina terrorizzata. " mi trapani il cervello..." "Lasciala!" Urlò Cordelia. " Se osi torcerle un capello..." Darla inclinò il capo, ridendo. E Con la mano prese lo stipite della finestra. "Quale capello?" Rise, e un attimo dopo si lanciò di sotto. Seguita immediatamente dall'ultimo vampiro rimasto. E da Angel. Non attese, ne esitò, ne si voltò. I sensi completamente tesi verso la vampira bionda che correva già nel parcheggio davanti a lui. Con la certezza che Kate lo stesse guardando... che Kate lo stesse implorando... di nuovo... "Noo..."Gridò, quando sentì il sangue... E strinse le mascelle, e corse più forte... mentre le spalle di Darla si piegavano, e lei beveva... senza smettere di fuggire. Quel sangue che sapeva di malattia, quel sangue infetto da una creatura terribile e malefica... eppure... quel sangue tanto simile a quello di Kate... Il sangue del suo cuore... Il sangue della sua bambina... "No!" Ripetè. Come aveva gridato il giorno che Doyle era morto. E dentro di lui continuava a ripeterlo, come una litania terrificante. No... no... no... Una goccia lo colpì in faccia e lui urlò. E il demone che lo teneva in piedi gridò insieme a lui. Di trionfo. Così come il suo cuore gridava per lo strazio. Sapendo che ormai era finita... eppure rifiutando di arrendersi... Continuando a correre... ormai quasi fuori dal parcheggio, e fino al muro di cinta, su cui il vampiro saltò, seguito subito da Darla. Angel la vide spiccare il salto, e un attimo dopo barcollare, crollando, allungando le mani per fermare la caduta ... e lasciando andare la bambina. Si lanciò verso di lei, prendendola al volo, stringendo a se il suo corpo minuscolo, esangue, da cui la vita sembrava essere stata rubata in un momento, mentre sulla sua testa, appesa al muro di cinta , Darla rantolava... E quando voltò la testa a guardarla Angel vide un fioto rosso di sangue correrle lungo il mento, fino al maglione di angora gialla... "Co..." Riuscì a balbettare. " che co..." Ma le sue parole si spensero in un lamento strozzato nel momento in cui lasciò la presa. Sarebbe caduta anche lei fra le sue braccia, se il vampiro fuggito non si fosse sporto dal bordo del muro, afferrandola al volo e tirandola su. Mentre lei continuava a contorcersi, e a vomitare il sangue di Nia. Gli cadde addosso, sulla testa, sulle spalle, e Angel strinse le braccia, per impedire a quel sangue di sporcare la bambina a cui era stato rubato. Insieme alla vita. Insieme ai sogni. Insieme al futuro... Insieme a quei minuscoli desideri che erano tutto ciò che una bambina di quattro anni aveva voluto dalla sua vita così infelice... Abitare in una castello che era solo un albergo... Sentire un 'altra volta cantare il suo folletto verde... Giocare con un bambino appena nato... Angel singhiozzò, stringendola a se. Come non aveva mai potuto stringere Kathy... gridando, il volto del suo demone premuto sul capo freddo della bambina, inondato di lacrime... "Per questo posso amare?" Ruggì, accucciandosi in terra. " Per perdere in questo modo? Per morire ogni volta di più? Per questo sono ancora capace di amare?" Gridò ancora, affondando la testa sul petto della bambina. E fu allora che, debolissimo... giunse al fondo della sua anima straziata il suono implorante del suo piccolo cuore... Avrebbero sempre saputo di dolore, quelle pareti... Angel lo sapeva. Avrebbero sempre saputo di malattia e medicine... Di disinfettante e sangue... E per quanto ancora avesse vissuto... per quante cose avesse visto in futuro e quante ne avesse annusate e quante amate, e quante odiate, non avrebbe mai dimenticato quell'unico, inconfondibile, terribile odore... Ne avrebbe mai più odiato un luogo come quell'ospedale grigio e monotono... Nemmeno il dolore della dimensione demoniaca che per centinaia di anni lo aveva straziato odiava tanto... nemmeno il ricordo del suo tormento... Niente... quanto quelle pareti pulite che sapevano di medicine. Ne avrebbe mai più amato nello stesso, identico modo in cui aveva amato una bambina... un cucciolo senza forze... più dolce del ricordo del sole... e con più dignità di tutti i guerrieri che aveva mai conosciuto... Ne mai ... mai... avrebbe dimenticato ... la sua pelle fra le dita che diventava sempre più fredda... il suo volto più pallido... mentre la vita se ne andava via... E quel corpo di bambina si confondeva ai suoi occhi annebbiati con quello di un 'altra... di una creatura piena di vita, figlia del sole e sorella... sua... solamente sua... E Nia diventava Kathy... E il dolore lacerante per sua figlia quello che mai avrebbe potuto placarsi, per la sua sorellina... E il loro sangue... unito... Nel suo cuore... nelle sue narici... Ed erano un cuore morto... e le narici di un mostro... Ed erano le braccia di una creatura oscura che le avevano strette entrambe. E le labbra pallide e senza vita di un vampiro che avevano baciato la fronte esangue della figlia di Kate... E la sua anima, che l'aveva amata... Che aveva sperato... E che pregava... Pregava ora per un 'altra anima... Pregava con la disperazione di un padre per la sua unica figlia... E si chiedeva perché quella preghiera così intensa non bruciasse le sue labbra e la sua gola di vampiro... Perché non lo riducesse in cenere... fra le braccai di Kate... La strinse, e lei strinse Angel. E nessuno dei due poteva dire chi stesse sostenendo l'altro... chi lo stesse consolando e proteggendo... da qualcosa da cui non si poteva consolare... ne proteggere... Nessuno dei due poteva dire quale fosse l'abbraccio più forte... o la preghiera più disperata... Era sporco di sangue, Angel, e la camicia bianca di Kate aveva bevuto dalla sua... ed era il sangue della loro bambina... ed era ... così tanto sangue... Così tanto che non sembrava potesse venire da un corpo così piccolo... Ma Angel sapeva che era così... lui... Lui avrebbe potuto dire con precisione chirurgica quanto sangue contenesse un passante intravisto in strada... e quanto Darla ne avesse lasciato alla sua bambina... Angel sapeva... Angel era... E ciò che era si trasformava nella sua vera maledizione ... Com' era sempre stato... La sua maledizione... e il suo compito... Da quando era stato portato in grembo da sua madre, e per sempre... nella sofferenza... e negli attimo di gioia che così cari gli erano costati... Negli occhi di quelli che non lo avevano accettato... e chi lo aveva fatto... subito... a volte senza neanche sapere... Come Kate... Come Nia... Come Nia... che non aveva mai indossato un cappotto... perché era nata in un luogo di sole... Strinse la mano di Kate, deglutendo. Ingoiando le lacrime. E lei lo guardò, con lo stesso dolore. Sollevandosi leggermente per posare la sua fronte su quella di lui. Senza parlare... perché nessuno dei due ne aveva bisogno. E senza piangere... perché aveva già consumato tutte le sue lacrime. In silenzio... stretta a lui... davanti a una porta chiusa... così vicina che se si fosse aperta li avrebbe presi in pieno... Consapevole, come lui, delle mute presenze alle loro spalle... E del loro dolore... e rispetto... Mentre il tempo, codardo... non voleva trascorrere... E si dilatava, e sospirava silenziosamente... come un nemico... Come il nemico che aveva allungato le sue sofferenze quando non esisteva altro... E che aveva reso eterni gli istanti mentre il corpo di Doyle si consumava... Come il vecchio dispettoso che allungava gli istanti del tormento e il bambino sempre di fretta nei momenti di gioia... Senza curarsi di loro... Senza curarsi del cuore di Kate che batteva così forte... E che sembrò esplodere, quando alla fine del tempo, la porta davanti a loro si aprì, lasciando uscire Wesley... Lo fissarono, senza parlare, e la mano di Kate si strinse disparatamente sul braccio di Angel, chiedendo ciò che la sua voce non osava... E ottenendo, in risposta, il lento distendersi delle labbra dell'uomo... "Oh, mio Dio..."Esclamò Angel, tendendosi istintivamente verso di lui, e abbracciandolo. Con tanta forza che l'uomo gemette piano, poggiandogli una mano sul petto. "Ehi... "Ansò. " sono appena stato dissanguato... ti dovresti ricordare come ci si sente... " "Wesley..." Li interruppe Kate. " Sei sicuro... " C'era così tanta ansia nella sua voce... così tanta paura che sembrò passare fra di loro come una nebbia gelida, trasmettendosi al suo corpo. E anche lui si ritrovò a fissare il volto provato dell'amico. "Oh Dio..."Sorrise l'altro. " me ne hanno tolto tanto... ma non abbastanza da farmi svenire sul serio! Ce la farà, Kate... fra non molto uscirà anche il medico a dirtelo..." Kate si portò una mano alle labbra, mentre Angel si volgeva, stringendola a se. Tremava. Come una foglia. Come una bambina. Come il giorno che l'aveva abbracciata, sul suo letto. E l'emozione che l'attraversava era altrettanto forte... La strinse disperatamente, sollevandola quasi da terra nonostante la sua altezza... come ore prima aveva stretto sua figlia... correndo... riportandola indietro... guidato dal battito, disperato e debolissimo, del suo piccolo cuore... Che non voleva smettere di lottare... E di vivere... Nonostante il dolore e la debolezza... Nonostante Darla... Kate sollevò il volto, e lui la baciò, davanti a tutti. E non c'era passione in quel bacio... ma il contatto disperato di due anime, che avevano rischiato di perdere tutto. Che avevano rischiato di perdersi l'un l'altra. "Mio Dio..." Angel si voltò, separandosi da lei, i suio sensi che saltavano immediatamente all'erta. Terrorizzandolo. "Cosa?!" Esclamò, fissandolo Lorne che, lentamente, si avvicinava a loro. NO, comprese dopo un secondo. Non a loro. A Wesley. Lo vide allungare la mano, senza toccare il volto dell'altro, ma passandola solamente accanto alla sua tempia. "Cosa?!" Esclamò nuovamente Angel. Lorne lasciò andare il braccio, e un sorriso incredulo gli increspò le labbra rosse. "E' incredibile..." Esclamò. "Cosa?" Kate si avvicinò di un passo. " Cosa è incredibile?!" "Lorne!"Le fece eco Cordelia, raggiungendoli, e finendo di chiuderlo in un cerchio stretto. " Guarda che ti rompo la testa!" Ma lui non sembrò nemmeno accorgersi di nessuno di loro. "Non c'è più... " Mormorò, continuando a fissare Angel. "Non c'è più..." "Lorne!" Gridò Cordelia esasperata, ma lui si sovrappose alla sua voce. "Il verme Jican' t... non c'è più... non è più dentro Nia!" Angel deglutì, fissandolo. Fissando i suoi occhi intensi, che mai erano stati più seri. Mentre nessuno, nel corridoio deserto dell'ospedale, davanti alla porta chiusa della sala rianimazione, osava emettere un solo suono. Nulla. Nessun parola. Solo cuori che battevano. Uno più forte dell'altro. Uno più frenetico dell'altro. E uno più terrorizzato dell'altro... di porre un 'identica domanda. "Allora..."Esclamò dopo un istante Lorne. " nessuno mi chiede se ne sono sicuro?!" Ma Angel non aveva occhi che per la donna al suo fianco, il palmo premuto forte sulla bocca. "Kate... "Mormorò, prendendola dalle spalle. "Non preoccuparti per me... non sto svenendo..."Si tolse la mano dal volto, e l'allungò verso Lorne, afferrandogli la sua. " ne sei certo?" Domandò. Il sorriso di lui ci accentuò. Un bellissimo, radioso sorriso privo di ogni incertezza. "Si... Lui... voleva vivere... e Nia stava morendo... così ha sentito una via d'uscita... ed è fuggito... " Angel strinse le labbra, mentre immagini di poche ore prima gli scorrevano nella mente. Immagini di una creatura delle tenebre che vomitava sangue sul corpo inerme di una bambina... come... se quel sangue la stesse soffocando... "Darla..." Soffiò. "Darla..." Confermò Lorne. "Volete dire..." Cordelia sgranò gli occhi. " che quell'animale schifoso è scappato attraverso il sangue di Nia ... dentro Darla?!" Nessuno rispose, ma lo sguardo di Lorne fu più che eloquente. "Grande!" Esclamò Cordelia. " Finalmente quella mummia ninfomane ha il rande vouz che fa per lei! E significa che Nia guarirà?!" Di nuovo, tutti guardarono Lorne. "Mio cuore... "Si schernì lui. " ti risulto laureato in medicina?! Io so solo che la piccola è libera!" "Libera... " Accanto a lui, Kate ripetè quella parola, sfiorandola appena con le labbra. " libera... " "Oh... "Aggiunse Lorne sorridendo. " a parte per due genitori alquanto assillanti che rischia fortemente di ritrovarsi al suo risveglio..." Stavolta, riuscì a strappargli un sorriso, e quando volse il capo verso di lei, Angel si accorse che anche Kate stava sorridendo, incontrando i suoi occhi come la prima volte, in quel bar, così tanti anni prima... Quando tutto era cominciato... E tenendoli legati a se, come tante volte aveva fatto... Intrecciati alla sua anima . E quando la porta di nuovo si aprì, e fu un medico ad uscirne, per un attimo, gli occhi di Kate si rifiutarono di lasciare i suoi, come la sua mano si rifiutò di lasciarlo andare. "Signora Lockley... " La chiamò l'uomo per la seconda volta, scotendola con un sussulto che ancora sapeva di paura. Ma Kate non doveva più avere paura. Come non doveva averne Angel. Eppure, entrambi ascoltarono in silenzio le parole di quell'uomo sconosciuto, e per i brevi istanti che seguirono, entrambi seppero che quello stesso sconosciuto teneva fra le mani i loro cuori. "... fossimo arrivati solo un minuto dopo..." Terminò il medico . " o non ci fosse stato il sangue del signor Whindam Price ad integrare le nostre riserve... " "Ma c'era... " To interruppe Kate. E un attimo dopo si voltò verso gli altri. " C'eravate tutti... " Tornò a rivolgersi al chirurgo, chiedendo con voce incrinata di vedere sua figlia. E quando l'uomo si fece da parte, istintivamente, Angel la seguì, la mano ancora stretta nella sua. "Oh, signora Lockley..."L'uomo li fissò, imbarazzato. " in rianimazione... lo sa... solo una persona..." Per un attimo, nonostante i suoi propositi, la paura tornò a rapire Angel. Era finita... Nia era salva... E Kate... Kate non aveva più bisogno di lui... Lui che le aveva promesso di restarle accanto... fino a che non fosse finita... Lui che si era ripromesso di ipedirle di allontanarlo da se... ma che ora si chiedeva se veramente avrebbe avuto la forza di farlo... Se lei lo avesse voluto... Se avesse desiderato una vita più tranquilla, per se e la sua bambina... Una vita migliore di quella che lui avrebbe mai potuto offrirle... Kate lo amava... lo sapeva... Ma Kate aveva anche il diritto di volere il meglio per la sua creatura.... E lui... era molto lontano dell'essere il meglio... Deglutì, senza osare stringerle di più la mano, mentre lei distoglieva gli occhi, e tornava a fissarli sul medico. "E' suo padre..." Mormorò sicura. " e se non si può entrare in due... allora fate entrare prima lui... Io posso aspettare..." "Kate..." Mormorò Angel, incredulo, costringendola dolcemente a voltarsi, come dovesse guardarla negli occhi, per convincere se stesso che pensava davvero ciò che aveva detto. Lei gli sorrise, la tensione improvvisamente scomparsa dal volto bellissimo. "Vai..." Soffiò. " dico sul serio... " Angel sollevò la mano, sfiorandole la guancia, mentre di nuovo gli occhi gli si annebbiavano leggermente... e stavolta non per il dolore o la disperazione. "ehm..."Il medico si schiarì la gola, imbarazzato. " dopotutto avete messo in fuga quei rapinatori... "Scosse le spalle. " non credo che nessuno dirà niente, se entrate insieme, solo per qualche minuto... Siete i suoi genitori..." Ancora una volta, Angel continuò a fissare Kate. I suoi occhi chiari e, in essi, l'amore che gli aveva dato, e che gli dava. Un amore che lo stava abbracciando, come lei aveva abbracciato il suo corpo. Allontanando le paure e le incertezze. Proteggendolo da esse... "Si..." Mormorò. Ed era una risposta a tutte le domande che leggeva in quegli occhi. Si, voglio restare con te. Si , voglio combattere con te. Si, voglio affrontare il domani insieme a te, qualunque cosa ciò significhi. E voglio le liti, le discussioni, e i baci rubati nel bagno di un ospedale, e i sorrisi, che sappiamo strappare l'uno all'altra come mai nessuno prima è riuscito a fare. Si, ti amo. Le cinse le spalle, attirandola a se, e insieme a lei oltrepasso la doppia porta del reparto. Che ancora sapeva di medicina e malattia, e fra le cui pareti, anche a quella distanza, poteva udire battere il cuore di Nia. Chiamandolo. Come quello di sua madre, ancora, gli chiedeva di amarlo. E come al cuore di quella donna straordinaria, sentì la sua anima rispondere al quel piccolo palpito di bambina. Era vero. Angel non era il meglio. Ma era suo padre. Lo sentiva. Dentro di se... Nel suo corpo, nelle sue viscere, nel suo sangue... Lo sentiva muoversi... Lo sentiva crescere... lo sentiva diventare ogni momento più forte... Nutrendosi di lei... E lasciandola nutrirsi di lui... Attingere alla sua energia,nello stesso modo in cui lui attingeva alla sua... Provocandole un piacere bruciante... e un dolore intenso... terribile... che le scuoteva le membra... Perfetto... Come era stato perfetto unirsi con Angelus... Solo che Angelus aveva sempre preso... e mai dato... e quello che aveva voluto, Darla aveva sempre dovuto procurarselo da sola... Darla gemette, inarcandosi fra le lenzuola madide di sudore, che odoravano di piacere e dolore... e sangue... E con la mano premette con forza la sua gola. Dove sapeva che lui era . Cercandolo... Mentre il suo ventre si piegava in uno spasmo atroce. E il suo seno sembrava scoppiare. Come ogni altra parte del suo corpo. Si rovesciò sul letto, completamente nuda, e morse con violenza le lenzuola, incapace di mutare volto. Incapace di trovare uno sfogo per quella forza terribile che le mondava dal di dentro. Perché lui glielo impediva. Perché lui costruiva nel suo corpo la sua esistenza. Sfinendola. Come in una lotta senza fine. Come in un amplesso senza fine. E Darla lo amava... Come non aveva mai amato niente e nessuno in tutta la sua esistenza, mortale e da vampiro. E non sapeva se fosse suo quell'amore, o della creatura che aveva inghiottito, e ora la faceva tremare. E non le importava. Mai aveva provato una sensazione del genere. Mai il piacere era stato così intenso. Lui era dentro di lei... era lei... E insieme stavano crescendo... Lui l'aveva cercata... per secoli... Passando da un corpo all'altro... Distruggendoli per vivere... Per evolvere... E ora prolungava all'infinito il piacere... Prolungava all'infinito il dolore... Fino a che non fosse stato completo. Insieme a lei. Come già cominciava ad essere... Trasmettendo a darla parte delle sue memorie... e dei ricordi di secoli di rare unioni e molteplici rifiuti... di caducità che lo stava annientando... Perché mai lui aveva avuto modo di essere completo... Facendole vedere ciò che lui aveva visto... E ciò che vedeva. Ora. Nel suo copro. Attraverso gli occhi di lei. Inondandola con il suo piacere e il suo dolore che si mischiavano ai suoi. Facendola impazzire. Gridò, soffocata dal cuscino madido. Piangendo come non aveva mai pianto. Come non credeva si potesse piangere. E le piaceva quel tipo di pianto. Il tempo che non aveva più senso per lei. Che non aveva più ragione. Che si confondeva... impedendole di capire... se fossero passati secoli o giorni. E lasciando solo , chiarissima, la consapevolezza di non volere che finisse... mai... O forse... forse era lui a non volere che finisse... Mentre Darla era divisa... Fra il piacere e l'odio che nemmeno quella creatura così antica da aver scordato il suo stesso come riusciva a cancellare. Fra ciò che si scatenava in lei, e ciò che era fuori di lei... ciò che ancora non aveva finito. "Mia signora... "Odiava quella voce... la odiava... Voleva che lasciasse in pace... nel suo letto nuziale... Eppure ne aveva bisogno... Per nutrirsi... Per continuare a esistere. E lui voleva che Darla continuasse a esistere... Si voltò sulla schiena, gli occhi annebbiati che le consentivano di scorgere solo ombre confuse sul volto dell'ultimo dei suoi favoriti... L'ultimo rimasto... Quello che l'aveva salvata... E che lei odiava... "Ti amo..." Ansò, allungando la mano, sfiorandogli la guancia. Somigliava ad Angelus, così... coperto dalla foschia dei suoi occhi. Tutti somigliavano ad Angelus... Lo attirò a se, con una forza che lo stupì, strappandogli un gemito di dolore. E depredando la sua bocca con un bacio devastante. Anche di quello si nutriva il suo amore... di ogni reazione del suo corpo. Anche quello lo faceva crescere e gli dava piacere. Gemette, per il dolore lancinante alla gola, e sentì le mani del ragazzo accarezzarle piano il volto. Piene di referenza. La amava... Tutti loro l'amavano... Tutti i suoi ragazzi... Solo uno... non l'aveva mai amata... E lei non aveva amato lui... Eppure continuava ad ossessionarla... persino adesso. "Angelus..." Ansò, sputando sangue sul volto del ragazzo. Gli sentì prenderle le mano, e baciarle con passione... con dolore... "No... " Ansò lui. " no... ma ti giuro... ti giuro che pagherà per questo... io... io lo troverò e..." "Shh..."Sollevò le dita, poggiandole sul volto di lui. "non parlare... dovresti essergli grato... Io lo sono..." Inarcò il corpo, scossa da uno spasmo. Aveva bisogno di sfogare quella tensione terribile.. Lui non volava ucciderla... eppure lo avrebbe fatto se non fosse riuscita a sfogarsi... "mordimi..." Ansò...attirando il ragazzo verso di se. "Ne ho bisogno... Ho un bisogno disperato di te..." Lo accarezzò ancora, lottando per articolare le parole. " non mi ero mai accorta, di quanto fossi dolce... " "Stai così male... "Rispose lui, gentilmente. " ti ucciderei..." Non ricordava il suo nome... Ma lo odiava... lo odiava come odiava chiunque non le desse ciò che voleva. Come odiava Angel... "Mordimi..." Ringhiò, spingendolo contro di se con una violenza che lo spaventò. " ora... ora!" sentì i suoi denti affondarle nall'attaccatura della spalla, e contemporaneamente il suo corpo, scosso dallo spasmo più violento che avesse mai sperimentato. Così potente da strappare in un istante la sua ragione, e la sua conoscenza. Liberandola. Finalmente. "... così... bello..." Ansò, prima che il buio la inghiottisse. " ... così ... potente..." Si abbandonò sul letto, chiudendo gli occhi. " aspettami... " Sorrise, mentre il piacere si spandeva dal suo copro. E l'ultima immagine, prima di svenire, fu quella del volto di Angel, attraversato da un dolore senza fine. Angel... che non aveva idea di ciò a cui il suo amore aveva dato vita. " ... aspettami..." Ripetè, facendo l'amore con le tenebre. |