Tutto l'amore del mondo | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Capitolo V - Kate |
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Nulla più le sembrava assurdo. E forse nulla più le sarebbe sembrato assurdo, in futuro. Non scambiare occhiate poco amichevoli con una Cacciatrice. Non l’ amare un vampiro. Ne sentire due Inglesi e una ragazza, tutti esperti di magia, progettare l’evasione di una rea confessa di omicidio a cui lei stessa, due anni prima, aveva dato la caccia. Adesso, tutto le pareva così assurdamente naturale, come se lei fosse nata per trovarcisi in … come se tutta la sua vita l’avesse portata a questo. Eppure, fino a tre anni prima, Kate Lockley aveva creduto che i vampiri fossero solo leggende… adesso aveva comprato da un acker conosciuto ai tempi dell’ Accademia la password per entrare negli archivi della prigione di L.A. . E per trovare in quel labirinto una singola cella… una singola detenuta… Ed ascoltava parlare di di incantesimi ed eventuali pugni da parte di Buffy… Tacendo… mentre veniva esclusa… “Dovremo addormentare l’intera prigione…” Le stava spiegando Wesley.” E mentre lo facciamo, il più vicino possibile al perimetro, tenerci invisibili… una persona in più potrebbe fare la differenza fra avere le energie necessario o meno… Senza contare che una volta fatta uscire Faith, Tara comincerà l’incanto di illusione, e resteremmo solo Giles e io a coprire gli altri in caso di necessità… a meno che Buffy non agisca fisicamente, ma questo la metterebbe in pericolo e…” “Wesley…” Lo interruppe, sollevando le mani. “ va tutto bene! Non ce l’ho con te perché non vuoi farmi partecipare a un’ evasione! Capisco quello che stai dicendo, è tutto molto logico, anche se avrei voluto comunque fare qualcosa per rendermi utile…” Wesley sospirò, ma le sue parole sembrarono averlo rassicurato. C’erano ancora dolore e stanchezza sul suo volto, ma l’idea di poter agire, probabilmente, lo faceva sentire meno… sconfitto… “Hai fatto già tanto, Kate…”Mormorò.” Più di quanto… non avessimo il diritto di chiederi…” “Bè… ci cammino anch’ io su questo mondo, no?!”Sorrise, mostrandosi rilassata.” Magari farò qualcosa di costruttivo…” “E andrai a casa a riposare!” Kate aprì le labbra, ma lui la prevenne. “Domani sarà pesante…”Mormorò.” Noi abbiamo ancora questa cosa da sbrigare, ma è inutile che resti sveglia anche tu…” “Allora…”Sorrise Kate.” Darò il cambio a Cordelia con il vostro amico!” Wesley scosse la testa, ma non riuscì ad impedirsi di sorridere. E Kate non gli diede il tempo di ribattere nulla, sfiorando con la mano lo stipite della porta, prima di uscire. “Buon lavoro…”Mormorò. Non guardò Buffy Summers. Si rifiutò di farlo. Pentendosi immediatamente.. Avrebbe voluto vedere la sua faccia… la sua bellissima faccia… che probabilmente conservava ancora la stessa espressione di sfida. Avrebbe voluto leggere n essa il disappunto, alla notizia che quando fosse tornata l’avrebbe ancora trovata lì. Si mordicchiò il labbro, salendo velocemente la scala. Era infantile… e stupida… E si trovava non un momento in cui, più che mai, non poteva essere né l’una né l’altra … Nel momento forse più drammatico della sua esistenza… Domani… Probabilmente il mondo sarebbe finito domani… Tutto quello che conosceva… tutto quello che amava… Ogni traccia di vita umana sulla terra… La sua … quella di Wesley… e di Cordelia… La terra trasformata in un deserto di demoni… Il suo cervello non riusciva neanche a concepirlo… ma il suo corpo si… Il suo corpo rispondeva a istinti più antichi del mondo… E aveva paura… E quella paura, mischiata a tutto il resto, le pareva troppo perché riuscisse a reggerla a lungo. Eppure… non doveva reggerla a lungo… Solo… fino all’indomani sera… Poi… forse… Angel sarebbe stato solo… in un mondo senza più un cuore umano che batteva… E, assurdamente, quel pensiero la sconvolgeva più di tutto il resto. Voltò. Allontanandosi dalla stanza di Lorne. Vinta da un istinto che non aveva la forza di combattere. E che non voleva combattere. E in silenzio camminò per il corridoio buio, maturando una determinazione che forse era solo follia. Fino alla sua porta. Fino alla sua stanza. Fino alla distruzione che ancora regnava in essa. E fino ad Angel… Il cuore le batteva forte in petto quando entrò, e non potè impedire alle lacrime di riempirle gli occhi, davanti allo spettacolo atroce di una culla rovesciata in terra. Si chinò a sollevarla, come forse nessuno aveva ancora avuto il coraggio di fare. E allora lo vide. E con tutta la sua forza ricacciò le lacrime. Angel era in terra, seduto, con le spalle appoggiate al letto e gli occhi fissi. Perduto. Smarrito in una sofferenza che Kate conosceva. E che l’annientava. Apparentemente inconsapevole della sua presenza… o forse… totalmente incurante di essa… Gli si avvicinò in silenzio, e quando si inginocchiò non potè fare a meno di allungare una mano, e di sfiorargli con dolcezza il volto, sporco probabilmente del sangue scuro che allordava il pavimento. Il sangue di qualcuno che era suo amico… e di cui… ancora, non sembrava importargli. “Mi dispiace…”Mormorò. E le sembrò la cosa più stupida al mondo.” So che è inutile da dire… che non ti serve… che non te ne importa niente di me in questo momento… ne di nessun altro… Ma c’è così tanta gente che ti adora, Angel… così tanta gente che sta soffrendo per te… e se … “ Lasciò andare le spalle, con la netta sensazione di parlare da sola. “ se il genere umano verrà annientato… non sarà finita per te… tu ci sarai ancora… e sarai solo… all’inferno… “ “… io conosco l’inferno…” Kate boccheggiò, la sorpresa che quasi la annientava . E quando Angel si voltò a guardarla si sentì viva, per la prima volta dopo così tanto tempo… “ non è peggio di questo… “ Perse un attimo. Solo un attimo. Colpa della sorpresa. E lui già voltava il viso. Già l’allontanava da se. “Non farlo!”Esclamò, aferrandogli in volto con entrambe le mani. “ Non andartene, non escludermi” Angel! Ti prego!” La guardava ora… ed era un filo così flebile che Kate aveva il terrore di romperlo ... “Va via, Kate…” le sussurrò. “Mai… “ Di nuovo, Angel fece per voltarsi, e di nuovo lei gli strinse il viso. Implacabile.” Mai… mi senti? Mai… Io non me ne vado da qui… e se devo passare il mio ultimo giorno di vita dando il tormento a te vorrà dire che sarà quello che ricorderai quando sarà finita!” Lo vide scuotere la testa… innaturalmente… come se ci fosse qualcuno, alle sue spalle, che gliela stringeva in una morsa. E un attimo dopo la spinse via, mandandola seduta sul pavimento, con la schiena contro la parete a vetri. “Vattene!” Urlò. E Kate ne fu felice. Perché ne Buffy ne Wesley avevano avuto un graffio… perché nessuno di loro era arrivato a quel punto… “Il mondo finirà domani!” Rispose, con lo stesso tono, ignorando il dolore e rimettendosi in ginocchio. “ Se pure mi ammazzassi oggi non cambierebbe niente, mi capisci?! Niente! Tu mi stai condannando a morte Angel… e io non ti ho fatto nulla… Non ti ho mai fatto nulla… tranne innamorarmi di te…” Aveva voluto una reazione. Qualunque reazione. E la ebbe. Dal proprio cuore, che parve smettere di battere. E dagli occhi di lui, che per un singolo istante si dilatarono. Prima che si alzasse in piedi, afferrandosi la testa fra le mani. “No…”Ansò.” No… no… no…” Si muoveva avanti e indietro. Come non riuscisse a smettere. Come se il suo corpo non obbedisse più alla sua mente. “Se non vuoi farlo per te…”Continuò Kate, guardandolo dal basso in alto.” O per il mondo… o per il ricordo di tuo figlio… fallo per me… Io non sono un entità astratta, Angel, io sono qui! Io piango, io soffro, io desidero! E mi restano soltanto poche ore! Io! Non qualcuno che non hai mai visto! Non Buffy, o Wesley che non sono qui! E a me che stai negando un futuro! E io pretendo che mi guardi in faccia mentre lo fai!” “Sta zitta!” Urlò, avventandosi su di lei. Così veloce che quasi non lo vide. L’afferrò per le spalle, sollevandola da terra. Facendole male. Strappandole il respiro che Kate si impose di afferare ancora. “Io voglio vivere!” Urlò sul suo volto. “ Voglio fare l’amore, voglio guidare di notte fino alla costa,voglio ascoltare musica nella vasca da bagno! Voglio mangiare, Angel! Voglio respirare! Voglio avere tutto quello che non ho mai avuto! Voglio essere amata, Dio mio… tutti hanno il diritto di essere amati!” Angel boccheggiò, ansando, e quando Kate sentì allentarsi la sua presa gli afferrò una mano. “Io voglio un figlio, Angel!” Si premette il suo palmo sul ventre, spingendoselo contro. “ Qui! Voglio sentire una vita crescermi dentro… voglio avere quello che hai avuto tu! Ma così mi distruggi! Così uccidi mio figlio come hanno ucciso il tuo!” “Smettila!” Urlò Angel, strappandole la mano dalla sua e voltandole le spalle. Tremante.” Va via da qui! Vattene prima che possa succedere qualcosa…” “ E cosa?” Lo sfidò.” Prima che tu possa uccidermi? Lo farai domani, te lo ricordi? Per me non c’è differenza! Tu non puoi farmi niente, Angel! Non puoi farmi niente!” Lo vide voltarsi. E di nuovo fu su di lei. In un secondo. In un battito di ciglia. E di nuovo l’afferrò per le braccia. E di nuovo la strinse contro di se. E la sua bocca coprì quella di lei prima ancora che se accorgesse. Divorandola. Senza darle scampo. La baciò disperatamente, selvaggiamente, depredando la sua bocca e togliendole il fiato. Con tanta furia da spaventare chiunque altra. Ma Kate non aveva paura. Perché quella furia era anche la sua. Quel dolore, quella rabbia, quella dipsarazione… erano le sue. E quel desiderio che faceva avvinghiare le loro lingue e battere i loro corpi era il suo. Rispose con tutta se stessa Risposero il suo corpo, e il suo cuore, e rispose la sua anima. E non pensò a ciò che voleva dire per lui. Non le importò, e non ne ebbe la forza. Sentì le sue labbra sulla gola, e poi sulla spalla, sulla sua pelle scoperta perché la camicetta non esisteva più. Tra i seni, e sui capezzoli coperti di pizzo. La stava divorando… Il suo corpo… la stava… fagocitando… Con le mani, con la bocca, con le gambe che avvinghiò alle sue, inciampando e cadendo insieme a lei sul letto. Come se da questo dipendesse la sua stessa esistenza. Come se stesse per esplodere. Ansò, rispondendogli con la stessa identica passione. Strappandosi di dosso quel che restava dei vestiti. Perché anche Kate stava per esplodere. E quello che stava accadendo lo voleva più di quanto non volesse vivere. Ne aveva bisogno… la sua anima, il suo cuore e il suo corpo ne avevano bisogno… Anche se per lui non era amore… Angel le afferrò le mani, tenendole con una delle sue. Immobilizzandogliele sulla testa, mentre con l’altra sollevava la gamba di Kate sulle sue reni, preparandola per lui. Per il suo corpo, per la disperazione che riversò in quello di lei. Per quella guerra primordiale che la fece gemere, mentre si rifiutava di chiudere gli occhi. Mentre si ostinava a guardare l’uomo con cui stava facendo l’amore. E sul suo volto vedeva solo angoscia. Prigioniera della sua mano, e del piacere che la travolgeva come un uragano. Che sapeva di sangue, e non di carezze. E che bruciava. Come la pelle di lui. Ed era innaturale come quel fuoco, e insieme radicato nel suo essere più profondo. Angel la lasciò, quando non ebbe più la forza di tenerla. E Kate gli strinse le braccia attorno al collo. Libera finalmente di muoversi. Libera di rispondere ad ognuno dei suoi gesti. Libera di consumarsi insieme a lui. Fino a che ricaddero insieme. Sfiniti. E se muoversi, in quel momento, avesse significato per loro sopravvivere, sarebbero finiti insieme. Su quel letto. Avvinghiati l’uno all’altra. I loro copri, uniti, che tremavano ancora. Dopo un tempo che era stato infinito. Senza più nemmeno la forza di soffrire. Sembrava che non ci fosse nessuno nell’albergo… e Spike non sapeva se esserne sollevato o meno. Il cuore gli faceva ancora male, e non avrebbe smesso di farlo… sia che il mondo fosse finito il giorno dopo che se avesse continuato ad esistere, tale e quale al pantano melmoso che conosceva. Eppure… voleva rivedere Buffy… Lo desiderava con tutto il suo essere e questo si, era influenzato da ciò che forse sarebbe accaduto il giorno dopo… Salì le scale, due per volta, lasciando che i suoi passi riflettessero la rabbia. Nelle orecchi, ancora, la voce allegra di Dawn, che gli prometteva di non fare casini mentre lui era via, e non poteva correre ai ripari… Aveva voluto sentirla… anche se sapeva che l’avrebbe svegliata… Gli era servito per smaltire l’ira. E ricordare a se steso che c’era qualcosa di più importante della sua umiliazione. Del suo dolore. Come il dolore di Dawn per esempio… e quello di Buffy… E la loro vita… Più importanti di lui, più importanti di qualunque fottuto essere sulla faccia della terra. E più importanti della disperazione di Angel… Strinse le labbra. Forse, dopotutto, non era un male che non ci fosse nessuno. Almeno, nessuno lo avrebbe fermato… E forse, nessuno avrebbe saputo della sua fine… E avrebbero pensato che se ne fosse andato… O che si fosse alleato con quell’idiota che voleva distruggere il mondo… Forse… lo avrebbe pensato anche Buffy… E non avrebbe mai saputo che era fatto impalettare dal suo grande amore nel tentativo di… “Sangue nero!” Soffiò, restando letteralmente paralizzato, quando, dalla porta poco distante da lui, raggiunsero i suoi sensi da vampiro i suoni inconfondibili di un … amplesso?! Nella… camera di Angel?! Face qualche passo avanti, scotendo il capo. Mentre per un attimo il suo cuore sembrava imprigionato nella morsa terribile di una mano ghiacciata. Per gli interminabili secondi che gli ci vollero per realizzare che la donna che, oltre quella porta, stava … consumandosi… letteralmente… insieme ad Angel, non era Buffy. Ecco. Se Angel faceva sesso significava che il mondo era veramente in pericolo! E se Buffy si rendeva conto di quel che stava succedendo era in pericolo anche più di quello! Sentì la donna soffocare un gemito. Kate?! Strinse gli occhi, aggrottando le sopracciglia. Che la ragazza era innamorata di Angel lo avrebbe capito anche il lattante scomparso… ma gli era sembrato che le cose fra loro fossero… bè, anni luce da gemiti ed ansiti! E del resto anche le condizioni in cui aveva visto Angel erano anni luce da gemiti ed ansiti! Il che voleva dire che… Oh, sangue, ma perché, se c’era di mezzo Ange,l persino una sana seduta di sesso si trasformava in un affare così terribilmente complicato?! Faith scattò, non appena la porta fu aperta dall’esterno, e guidata dall’istinto afferrò per il collo l’uomo che stava per entrare, premendolo a se e stringendolo alla gola con un braccio, mentre lui gemeva cupamente di dolore. Un attimo prima… che Sunnydale al gran completo si precipitasse sbraitando nella sua cella! “Faith!” Esclamò Giles, allungando le mani.” Faith, ferma, siamo noi!” C’era… c’era anche B, che immediatamente sollevò i pugni in posizione di attacco. “ Lo avevo detto io,” Ringhiò.” Non ci si può fidare!” Alle sue spalle, Tara, la ragazza di Will, la guardava ad occhi sgranati. Faith abbassò il volto, colpita da un atroce sospetto, che si trasformò in certezza quando vide il volto contratto dell’uomo che stava quasi costringendo in ginocchio. “Wesley!” Esclamò.” Oh, Dio, Wesley!” Lo lasciò immediatamente, sollandolo in piedi e provocandogli probabilmente più dolore di prima. “Scusami!” Ansò.” Perdonami… io…” “E’ okay… “Wesley tossì, piegandosi verso di lei. E smentendo le parole con una smorfia del volto.” È okay, è okay… non preoccuparti…” “Sicuro?!” Lui annuì vigorosamente, sforzandosi per tornare in piedi. “Si… si… certo…” “Okay…” Esclamò , e un attimo dopo lo afferrò di nuovo., stavolta dal risvolto della giacca. “ e adesso spiegami che cosa diamine ci fai qui!” “Siamo venuti per farti uscire!”Spiegò Giles.” Ma dobbiamo fare in fretta! La prigione non resterà addormentata per sempre…” “Addormentata?!” Ripetè lei, continuando a tenere Wesley per il bavero. “Tutta quanta?” “T… tranne te…” Mormorò piano Tara.” È bastato aggiungere alla formula una piccola postilla …” “Però…”Faith sorrise. “ deve esserci proprio un bel casino perché voi tre miei ferventi ammiratori abbiate deciso di tirarmi fuori …” “Io non ero d’accordo!” Sbottò Buffy.” E poi piantala di tenere Wesley in quel modo! Cos’è, all’improvviso ti piace?!” Faith lo lasciò andare, stringendo gli occhi. Irritata più che dal “ mozzico” di Buffy dall’evidente imbarazzo di Welsey. Le faceva male vedere come ancora non sopportasse nemmeno il suo contatto… E del resto… che cos si era aspettata? Dopo quello che gli aveva fatto, era già tanto che non la volesse morta! “Certo è meglio del tuo boy scout!” Ringhiò, suscitando sul volto dell’altra un’espressione di rabbia pura .rabbia pura. “Signore!” Esclamò Giles, allargando le mani a dividerle.” Vi spiacerebbe scannarvi in auto?! Come ho già detto on abbiamo moltissimo tempo…” Faith inclinò la testa. Se c’era Wes voleva dire che Angel sapeva tutto… eppure… “Devo prenderla come un ‘evasione?” Domandò. “No, cara” Rispose Buffy con un sorriso.” Uscirai, se ne sarai capace, darai una mano, e poi te ne tornerai diritta diritta nella tua amena celletta! Per cui, ti conviene viaggiare leggera!” Faith spalancò le labbra, ma le richiuse immediatamente, ricacciando indietro l’umiliazione come un tempo non sarebbe stata in grado di fare. Giles e Tara avevano abbassato gli occhi, e gli unici a guardarla erano Wesley e Buffy. Ma erano sguardi così diversi… Per un attimo, lasciò che quelli chiari di lui le arrivassero dentro… e ciò che non vi lesse le diede la forza incredibile di sorridere. “Bello… essere amati per se stessi!” Esclamò. Ma non c’era stato rancore nella sua voce. Esattamente come nello sguardo pulito del suo Osservatore non c’era stata nemmeno un ‘oncia di odio. Se non usciva da quella stanza … subito… sarebbe scoppiata a piangere. E non voleva scoppiare a piangere. Non lì. Non fra le braccia di Angel. Non con la testa di lui appoggiata alla sua spalla, mentre la stringeva così forte che disperava di riuscire a liberarsi. Non quando lui avrebbe potuto sentire ogni singolo suono fosse uscito dalle labbra di Kate. Dormiva. Di un sonno che era figlio dello sfinimento. Figlio di quelle ore terribili e vorticose, che erano seguite alla sparizione di suo figlio. E di un ‘esaurimento che lo aveva portato, ancora una volta, sull’orlo del baratro. Un sonno inquieto all’inizio, scosso da gemiti e tremori inconsulti, che Kate aveva calmato piano, sfiorandogli incessantemente le tempie coperte di sudore, e mormorando parole che avevano un senso solo al suo stesso orecchio. Fino a che in vampiro non si era quietato, stringendola a se… come se Kate fosse stata il suo appiglio per non affogare, la sua ancora di salvataggio… Come se lasciarla andare significasse morire. E in verità… quello era stata. Il modo per sfogare tutto ciò che l’uomo si portava dentro, prima che lo distruggesse. Il grido del corpo di lui, che lottava per sopravvivere. Forse… persino del suo demone. Kate non era stata un ‘innamorata… e nemmeno un’amante… Kate era stata solo… conveniente. E adesso… ora che la tempesta era finita, ora che era finita quella guerra antica e terribile … l’unica cosa che voleva fare era sciogliesi da quell’abbraccio che amava più di qualsiasi cosa al mondo… e poter piangere. Lentamente, si passò le mani dietro la schiena, e quando lui si mosse, stringendola ancora di più, lamentandosi nel sonno, si chinò in avanti, e prendendogli il volto fra le mani gli sfiorò l’orecchio con le labbra. “Sshhh…” Mormorò.” Va tutto bene… riposa…” Gli posò la testa sul cuscino, allargando finalmente la stretta della sue braccia. “Riposa…” Ripetè, mettendosi a edere, e poi alzandosi con la maggiore delicatezza di cui fu capace. Rabbrividì quando posò i piedi in terra. E continuò a tremare mentre afferrava da terra la camicia di Angel e la infilava in fretta. Le facevano male i polsi, dove l’aveva stretta, ma non badò al dolore, ne alle piccole ferite che si fece ai piedi, camminando sulle schegge appuntite. Ne la stanchezza, che faceva sembrare il suo corpo pesante come un masso. Doveva uscire da quella stanza… Presto… Prima di cedere. Corse. Eppure non fu più veloce delle lacrime. E le sentì scendere sulle guance, e ficcò un pugno in bocca, mordendolo, per soffocare un singhiozzo. Chiuse la porta non appena uscita, e si appoggiò ad essa, afferrandosi allo stipite, con l’improvvisa consapevolezza che non sarebbe più riuscita a muoversi. Che non ne aveva la forza. Eppure, doveva farlo. Di là Angel l’avrebbe sentita … E Angel aveva disperatamente bisogno di dormire… “ A giudicare dai rumori” Fece una profonda, ironica voce alle sue spalle. “ pensavo che non potessi camminare! ” Kate sentì il cuore saltarle in petto, e si voltò, staccandosi dalla porta. Cosi velocemente che non dovette essere in grado di fermarsi. Perché continuò a girare… e girare… mentre il suo corpo intero si ghiacciava all’improvviso. Prima che una coltre nera, terrficante, scndesse a soffocarla. |
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