Tutto l'amore del mondo | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Capitolo VI- La notte che tutto fu chiaro |
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“Oh Dio!” Esclamò Spike, tendendosi verso la ragazza un attimo prima che rovinasse in terra. L’afferrò per la vita, sollevandola istintivamente fra le braccia, e il suo primo impulso fu di aprire la porta da cui era appena uscita. Ma fu solo un attimo, il tempo di abbassare gli occhi al volto di lei. Prima di stringere le labbra e tirarla più su contro il suo petto. Dannazione! Che c’entrava Spike con quella donna?! Era un affare di Angel… sempre che lui si fosse reso conto di chi si era sbattuto! Perché diamine non la lasciava lì, o al più seguiva il suo istinto e la scodellava di nuovo nel letto del vampiro?! Perché per una volta non la faceva fare a lui, la figura dell’idiota? Forse… perché Kate gli era piaciuta fin dal primo istante… O perché c’erano state delle lacrime sul suo volto quando si era girata, che ancora le bagnavano la guance… O perché c’erano quelle stesse lacrime… sul petto di Spike. E fra tutte le persone coinvolte in quella storia assurda, la donna che stringeva a se era quella che meno meritava di piangere. E di sentirsi dire dall’uomo di cui era innamorata che il suo corpo era stato solo un modo per sfogare dolore e frustrazione. Deglutì piano, il cuore serrato da un dolore conosciuto. Guardando il volto di lei, e chiedendosi come potesse una donna odorare tanto di sesso, e continuare ad essere così pulita. E seguando un altro istinto che non avrebbe dovuto avere la strinse forte a se, mentre la portava nella camera che gli era stata assegnata. E scoprì senza più stupore che gli dispiaceva immensamente… per il cuore di Kate Lockley. Buffy non aveva voglia di rientrare in quell’albergo. Non aveva voglia di sentirsi sperduta in “territorio nemico”. Il territorio di Welsey, e Cordelia, il loro ambiente, dove lei si sentiva a disagio. Buffy non aveva voglia di sapere che c’era Angel, dietro una di quelle porta chiuse, e che era disperato, e che lei non era riuscita a fare niente per riuscire a scuoterlo. Che forse non l’aveva nemmeno riconosciuta mentre gli parlava… Non aveva voglia di accettare di essere ormai così fuori dalla sua esistenza. Ma non aveva nemmeno voglia di continuare a girovagare per le strade, in una notte che era inquietantemente priva di demoni. E tantomeno di restare a casa di Wesley… Ah, questo no, poi… Con Faith che si comportava come la brava ragazza desiderosa di essere utile, e l’ Inglese che si dava arie da capo… con Giles e Tara che lo ascoltavano… E di vederli lavorare insieme, come una squadra, mentre lei si sentiva esclusa… e si rifiutava di parlare con Faith… Meglio le strade buie… meglio le fogne… Meglio quell’enorme, assurdo albergo… Sarebbe stato meglio persino Spike… se avesse avuto la minima idea di dove fosse! Anche se non lo avrebbe mai ammesso, una parte di lei lo aveva cercato… Fuori… nella notte… stupendosi di non riuscire a trovarlo… ma quella non era Sunnydale… e c’erano milioni di posti in cui lui avrebbe potuto cacciarsi… E le era sembrato assurdo… Assurdo non avere una cripta dove sapere di poterlo trovare… Un porta da spingere per vederselo davanti, seduto a guardare la televisione, o a leggere uno dei suoi libri… Assurdo pensare di poterlo volere… e non essere in grado di trovarlo… Una sensazione strana… inquietante… che non le piaceva… E che non poteva condividere con nessuno, ora che Tara era impegnata in quell’assurdo incantesimo per parare il sedere a Faith! Scosse il capo, avanzando nell’atrio, al buio e in silenzio. Naturalmente, quell’inquietudine nasceva solo dal fatto di non poterlo controllare… Di non poter essere certa chem, in quel momento, Spike non ne stesse combinando una delle sue. Uno dei casini in cui era bravissimo a cacciare tutti loro… o a ficcare se stesso… Deglutì, e non fu contenta del piccolo morso alla base del suo stomaco. Lo odiò, quel piccolo morso alla base del suo stomaco… E odiò Spike, perché sapeva essere così molesto che le dava fastidio anche solo pensarlo! Perché era bravo solo a fare guai, e a irritarla e… e… si, okay, era molto bravo anche in quello! Ma essenzialmente a fare guai e irritarla! La sua vita… sarebbe stata molto più semplice se lui l’avesse piantata di essere così… così! Così poco Spike, ecco, così poco come avrebbe dovuto essere! Sarebbe stata più semplice se avesse continuato a cercare di venderli al primo pazzo di passaggio… Ecco, si sarebbe stata molto più semplice se si fosse alleato con questo fissato con la purezza della razza che voleva far scomparire il genere umano… almeno lo avrebbe impalettato e se lo sarebbe levato da dentro una volta per tutta… sarebbe stato persino meglio se avesse incontrato quel cacciatore di vampiri di cui parlava Wesley… Holtz… e lui lo avesse… Oh Dio… Si fermò alla base delle scale, il cuore che inaspettatamente le batteva più forte. Se n’era dimenticata… C’era un cacciatore di vampiri in città… ed era forte… molto forte… e le strade erano quasi deserta e se… se Holtz usciva e andava a caccia… e Spike non era così furbo da darsela a gambe… lui doveva sempre fare lo sbruffone, in ogni occasione… cavolo… avrebbe dovuto tagliargli quella lingua maledetta prima o poi… e non avrebbe potuto nemmeno colpirlo, perché quell’altro era umano… e non … non… non lo sapeva nemmeno che c’era… perché lei… lei lo aveva già mandato via quando Wesley ne aveva parlato… Si premette le mani sul viso. Non le importava di Spike… non le importava… non le importava, non le importava… però… se si era fatto impalettare lei… Lei lo doveva impalettare! Solo lei! Aveva il diritto di precedenza! Lei era la sua Slayer! Lei era LA Slayer! I vampiri erano affar suo! Che c’entrava ora questo abusivo venuto dal passato! E comunque, Spike non era uno stupido… Spike… Spike si andava a cacciare sempre nei guai, dannazione! Sollevò di scatto il volto, attirata da un rumore, e le parve qusi che il cuore le si fermasse in petto per il sollievo, quando oltre la ringhiera del ballatoio riconobbe la figura nota di Spike. Sentì un sorriso salirle alle labbra, e si preparò a reprimerlo. Ma non ebbe bisogno di farlo… poiché si spense da solo. E a spegnerlo fu la consapevolezza, pesante come un macigno, che Spike non era solo. C’era una donna con lui… c’era una donna su di lui!! Fra le sue braccia, appoggiata al suo petto… Una donna praticamente nuda… Strinse le dita sul corrimano di legno, sentendolo sbriciolarsi sotto la sua stretta. Mentre un fioto di acido gli saliva alla bocca. Kate… Kate Lokcley… Quella... puttana ! … che faceva la parte della devota fidanzata di Angel e alla prima occasione si gettava fra le braccia del suo uomo! E lui… lui aveva detto di amarla! Lo aveva ripetuto fino alla nausea, fino a che aveva dovuto picchiarlo per farlo smettere! Vide Spike sollevare di più la donna, e poi voltarsi e abbassare la testa. La baciava… la stava… baciando… Davanti a lei… E il dolore che Buffy provò sembrò poterla uccidere lì, in quel momento… E invece… non la uccise… e invece potè ancora vedere i due scomparire nel corridoio. E potè sentire le lacrime che le punsero gli occhi, e potè imporsi di ricacciarle indietro. Mentre fuggiva via. Desiderando soltanto che il mondo finisse. “Dai, Wes… non sentirti in imbarazzo…” Faith si chiuse sul seno l’accappatoio troppo grande, sorridendo alla schiena dell’uomo appoggiato alla porta. Come se chiedesse a quest’ultima di reggerlo. “non sei mica il primo uomo che mi vede nuda!” Sentì qualcosa di molto simile ad un gemito venire fuori dalla gola del suo ex Osservatore, qualcosa che le riempì il cuore di una tenerezza strana, completamente nuova. Che rese la sua voce più dolce di quanto pensava che avrebbe mai sopportato di sentirla. Abbassò per un attimo gli occhi, prima di appoggiarsi con le gambe al bordo della vasca da bagno. “Scusami…” Mormorò. Vide Wesley raddrizzare le spalle, senza fare nemmeno il gesto di voltarsi. “E’ passato così tanto tempo…”Le rispose piano.” Non devi scusarti… io… per me… voglio dire…” Sospirò, e Faith si ritrovò a sorridere.” Questo è un discorso che andrebbe fatto con calma… e io ho sbagliato a rimandarlo sempre… ma adesso… che c’è il pericolo che tutto finisca… è giusto che tu sappia che io… non c’è l’ho con te con quello che è successo… Che mi è… passata subito e che sono… contento… che quell’incidente… ti abbia aiutata a uscire dal baratro in cui stavi cadendo… davvero… io… ci tenevo a dirtelo… nel caso che domani… finisca tutto… e a chiederti scusa se non sono mai venuto in prigione e a dirti che non è stato perché…” “Ma non ti senti ridicolo a parlar con una posta?” Sentì Wesley deglutire. “Profondamente…”Confessò. “Okay, e allora voltati, e lascia che mi scusi…” “Faith…” “Per essere rimasta sotto la doccia così tanto da farti preoccupare…” “… ah…” “Wesley … resterai contro quella porta per sempre?” “Probabilmente… la staccherò dai cardini e me la porterò dietro…” Faith rise, e senza pensare lo raggiunse, e si appoggiò con la schiena a quella di lui, il capo che sfiorava la sua spalla. “Sei un uomo buono, Wes…”Mormorò.” Uno di quelli che non si meritano una fogna come me sulla loro strada… chiuse gli occhi.” E io l’ho sempre saputo che mi avevi perdonata… perché quelli come te non sono in grado di portare rancore… “ Per qualche istante lui non rispose, e rimasero così, appoggiati l’una all’altra, in silenzio. E Faith non avrebbe saputo dire perché si fosse avvicinata a lui, all’uomo cui aveva distrutto la vita… Forse perché il mondo stava per finire… O perché era un secolo che non toccava un uomo, e la pelle di lui aveva un odore così fragrante… “Wes…”Mormorò piano, e lui non sembrò nemmeno respirare mentre rispondeva. “Si?” “Perché Angel non era con voi?” Lo svegliò il freddo. Acuto, fin dentro le sue ossa. Come quello del sudore che sulla pelle. E non gli piacque il freddo. Fino ad allora, il sonno era stato caldo… e morbido… e aveva saputo di acqua, e di pelle fragrante… mentre quello che sentiva adesso era un freddo umido, e l’odore acre del sudore e del sangue che si mischiavano nelle sue narici. E un senso di vuoto, che gli faceva venire voglia di piangere… Angel sapeva di non volersi svegliare… Sapeva di non volere aprire gli occhi, ed affrontare l’assenza del suo bambino… La morte… del suo bambino… Dischiuse le palpebre. Mentre il dolore tornava. Ed era più forte, e più pesante che mai… Perché il suo cervello ora era sveglio e l’annientamento si trasformava in sofferenza. Vera, profonda, tagliente come una lama. La sofferenza del suo cervello e della sua anima insieme. Avrebbe preferito continuare a non esistere… Così… ora… faceva troppo male… Avrebbe preferito non svegliarsi… Mai più… Ma faceva troppo freddo… E le sue braccia erano troppo vuote. E l’assenza… troppo dolorosa… Kate… Sbattè le palpebre, tirandosi leggermente a sedere, e ritrovandosi nudo, in quel letto che sapeva di lei… ma in cui lei non c’era più… Oh, Dio… Kate… Ansò, mentre i ricordi di ciò che era accaduto venivano travolti dal fiume in piena dell’assenza di lei. Non anche Kate… Non potevano avergli portata via anche Kate… Non dopo che lei era l’unica cosa che gli era rimasta… Saltò giù dal letto, afferrando i pantaloni. E quelli che provava erano panico, e disperazione… Non anche Kate… Per favore, Dio, non anche Kate… L’aveva stretta per così poco tempo… aveva provato per così poco il suo calore… Come con Connor… Dopo che aveva fatto così tanti sogni… così tanti progetti per loro due … Dopo che il suo desiderio più grande era diventato sentirsi chiamare papà… E adesso… non sarebbe accaduto… E adesso aveva perso anche Kate… Adesso gli portavano via anche lei… Non sapeva dove avrebbe cercato, non sapeva nemmeno cosa avrebbe fatto esattamente, ma uscì, mentre il cuore gli gridava in petto… e dentro gli cresceva, come un ‘ombra, la paura… Ed era così accecato dalla paura che non vide Spike, ne si accorse di lui, fino a che non se lo ritrovò davanti, che saliva le scale, con un bicchiere di qualcosa in mano, mentre lui le scendeva. E gli sarebbe passato di fianco se l’altro non avesse parlato. Perforandogli il cervello con le sue parole. “Se la cerchi di sotto non c’è” Scandì, continuando a salire.” E se intendi uscire ti conviene vestirti e prendere i tunnell… è quasi l’alba ormai…” Angel si voltò, quando Spike era già al piano superiore, in tempo per sentirlo finire:” ma sprechi solo il tuo tempo…” “Kate…”Ansò Angel, voltandosi e raggiungendo il corridoio e il vampiro più giovane. Gli passò davanti, bloccandogli la strada.“stai parlando di Kate ?” “Perché…”Rispose l’altro, guardandolo divertito.” Quante ne avevi là dentro?” “L’hai vista? Stava bene?” “Bene?” Il sorriso scomparve dal volto di Spike. “No, non stava bene. Ma francamente mi sembra un po’ tardi per preoccuparsi di questo… “ Freddo. Di nuovo. E stavolta non sembrava sudore sulla pelle. Freddo al cuore, mentre qualcosa si insinuava in esso. Con il sapore acre dei ricordi. “La prossima volta, “ Continuò Spike implacabile.”sempre che ci sia una prossima volta, pensaci prima di scopartela!” Angel arretrò di un passo, scotendo lentamente la testa, rifiutando quelle parole come fossero raggi di sole. “Non è stato così… “ Mormorò, ma le parole erano deboli alle sue stesse orecchia. “No?” Spike sollevò le sopracciglia. “Fammi indovinare… le hai comprato una scatola di cioccolatini e mormorato all’orecchio parole d’amore mentre…”Storse il naso.” Nah… stronzate… Vediamo… mi avvicino di più se dico che l’hai sbattuta sul letto e ci hai dato dentro fino a che non sei svenuto di stanchezza? “ No… no… non era stato così… no… Deglutì… mentre il suo cervello, spietato, gli ricordava ogni dettaglio … ogni immagine, ogni suono, ogni odore… E la sensazione del suo corpo che sembrava dover esplodere… Rivide il volto di Kate, la rabbia negli occhi di lei, identica alla sua… e le sue mani, che le bloccavano i polsi sulla testa, mentre i loro corpi si cercavano a vicenda, e si consumavano insieme… “Dai, Angel, non farla così tragica…” Sbattè gli occhi, e desiderò zittirlo, impedirgli ancora di parlare. Ma non riuscì a farlo. “l’hai usata, okay, c’è di peggio! Eri disperato, il tuo corpo non si voleva autodistruggere con te e lei era troppo calda e troppo vicina… Pensa che se lo avessi fatto io sarei stato un mostro… mentre tu… povero, dolce Angel, schiacciato dal dolore… sempre così controllato che prima o poi dovrà pure esplodere… Ti hanno già perdonato per Darla… lo faranno anche per Kate… Lei continuerà ad amarti e l’unico a ricordarsi di questo… incidente… sarai tu… oh, tutto ciò sempre che domani resti ancora qualcuno di noi, al mondo! “ “Spike!” Esclamò, afferrandolo per le braccia, con tanta forza che il bicchiere che teneva in mano gli sfuggì, infrangendosi in terra. “ Dimmi dov’è Kate! Che cosa le è successo?!” L’altro lo fissò. “E’ svenuta, okay, fuori dalla porta della tua camera… si è voltata di scatto, ha avuto un capogiro ed è svenuta…” “E’ la verità?!” Spike si liberò con rabbia, digrignando i denti. “No che non è la verità!” Esclamò.” Dopotutto io sono Spike! Perché mai dovrei dire la verità! Solo perché l’ho sempre detta?!” Si allontanò di un passo, incrociando le braccia sul petto. “Senti se così ti piace … E’ venuta fuori dalla tua stanza, era pallida come un lenzuolo, e piangeva… trai tu le conclusioni!” Angel ansò, il freddo che gli ricopriva ogni pollice di pelle. Mentre lui pregava. Pregava che non Spike stesse mentendo… Ma era vero… lui non lo faceva mai… “Che vuoi… dire…” Mormorò. “Che lo sai solo tu cosa le hai fatto, Angel, non cercare risposte da me! Aguzza la memoria…” Si avvicinò di un passo. “sei stato forse brusco… sei stato violento?” “Non lo so…”Ansò Angel, mentre le immagini sfrecciavano come lampi nella sua mente, stordendola. “Le hai potuto fare del male?” “Non lo so…” Spike avanzò ancora di un passo, e lui di nuovo arretrò. “L’hai ferita?” “Non lo so! Non lo so!”Battè contro la parete del corridoio, e ci si appoggiò sopra con tutto il suo peso. Mentre una lacrima rotolava sulla sua guancia. “Io amo Kate…”Mormorò piano. E fu solo un soffio disperato. Che lo sconvolse. Lui… che fino al giorno prima aveva pensato di amare Cordelia… Eppure, non sembrò stupire affatto Spike. “Lo so…”Scosse le spalle, e tirò fuori dalla tasca dei jeans il pacchetto delle sigarette.” Non saresti arrivato a tanto… s enon l’avessi amata…” Se ne accese una, ed Angel fissò il fuoco consumare velocemente la carta. Come il tormento consumava lui. E come lui aveva distrutto le persone che più amava. Il suo bambino, che era stato preso perché era suo… Buffy… e ora Kate… Kate… Kate che era… così piena di passione fra le sue braccia… così piena di amore… e lui aveva distrutto la sua vita… e poi l’aveva umiliata, e trattata come una cosa… e ferita… “Non fare quella faccia!” Sputò Spike.”Sei patetico!” “Sono un…” “Si, anche quello, qualunque cosa sia… ma non per lei.” Spike sbuffò. “Rifacciamo da capo: non mi aveva sentito, si è girata di scatto ed è svenuta, per tensione o stanchezza, che ne so! Ti va di credermi ora? Piangeva, ma non sanguinava e non aveva lividi… Sei una rosa d’aprile anche sclerato! Contento?! Perché poi devono amarti tutte…” Scosse il capo, abbassando gli occhi. E c’era una tale espressione sul suo volto che gli scese nel cuore. In quel cuore che aveva creduto non avrebbe più provato nulla. In quel momento, anche se avesse voluto farlo, non avrebbe saputo dire cosa provasse per Spike. Sapeva di non averlo mai odiato… di non esserci mai riuscito. Forse perché ricordava troppo bene ciò che gli aveva fatto. E di averlo sempre capito, nel bene e nel male. E di aver creduto che era cambiato, quando glielo avevano detto… quando lo aveva visto… anche se nessun altro lo faceva. “Buffy non mi ama più…”Mormorò piano.” Lei ama te…” Spike alzò gli occhi, e ci fu un lampo in essi. “Allota sai che noi…” Si limitò ad annuire e fissarlo, fino a che non potè più aspettare. “Spike…”Mormorò.” Dov’è Kate?” Lui aprì le labbra, ma prima di parlare scosse il capo. “Nel mio letto…” Rispose, e, mentre Angel gli passava di fianco, aggiunse :” si vede che non glene bastava uno … Ehi… hai idea di quale sia la mia…” Angel afferrò una maniglia, girandola. “ si… ne hai idea…” Angel lasciò che il suo sguardo vagasse nel buio, mentre i suoi sensi venivano raggiunti dall’odore di lei… misto a quello delle sigarette di Spike, e quando la vide, per un attimo, pensò che non avrebbe mai avuto il coraggio di entrare. Kate dormiva, adagiata fra le coperte. Col capo leggermente reclinato e il volto girato nella sua direzione. Bellissima… e pallida da spezzare il cuore. Come… come aveva potuto non vedere quant’era pallida? Come aveva potuto lasciare che il dolore lo stordisse al punto di farle del male? Entrò in silenzio, continuando a guardarla. Ascoltando il respiro che conosceva a memoria. Come sempre… Spike aveva detto la verità… Come sempre… la conosceva meglio di lui… Se non l’avesse amata… se il cuo cuore non le fosse appartenuto tanto… non sarebbe arrivato a quel punto… Come non era accaduto con Cordelia… o con Buffy… Ma era così tanto che l’amava … ed aveva nascosto così a fondo il suo amore… negandolo, mascherandolo, celandolo sotto altri nomi… Era così tanto che desiderava la sua pelle e il sapore delle sue labbra, che nel momento in cui la sua mente era stata più debole, e lei lo aveva provocato come solo Kate, in duecentocinquant’anni di esistenza, era mai riuscita a fare, il suo corpo l’aveva reclamata. Chiedendole di salvarlo. Se non l’avesse amata… se fosse stata chiunque altra… se non fosse stata la Kate che lo aveva sempre portato agli eccessi più estremi… il dolore avrebbe annientato tutto … E ora sarebbe stato ancora prigioniero di quella prigione di istupidimento. Ma lei c’era stata… e lui l’aveva amata… Ed ora il suo cervello funzionava di nuovo. E poteva maledirsi per ciò che aveva fatto. Cadde in ginocchio, di fianco al letto, e di nuovo sentì le lacrime sulla sua pelle. Quelle lacrime che non aveva ancora pianto per il suo bambino. Aveva creduto di amare Cordelia… aveva voluto crederlo… per la paura di perderla, forse… o per non essere più solo… dopo aver pensato di aver perso Kate… Per non lasciarsi sfuggire di nuovo almeno un briciolo di felicità… O solo… perché voleva tanto essere amato. Ma quando Kate aprì gli occhi, ripensandoci, si sentì solo terribilmente stupido. “potrai… perdonarmi?” Mormorò. Implorandola con tutto se stesso. Lei lo guardò, e allungò una mano per accarezzargli il volto. “No… “Sussurrò.” Perché non c’è niente … di cui ti debba perdonare… niente…” Allungò le braccia, e lui lasciò che l’attirasse a se. E la baciò… per la prima volta con tutto se stesso. Mentre cominciava a piangere. Senza vergogna. Lavando con quelle lacrime il suo cuore. Lasciando che finalmente dessero al dolore la voce dei singhiozzi. Pianse per il suo bambino. A lungo. Mentre Kate lo stringeva forte. E carezzava con la mano i suoi capelli. Pianse per tutto ciò che lui non avrebbe mai avuto. Per tutto ciò che non avrebbero mai fatto insieme. Per la sua vita spezzata e perché non avrebbe mai saputo quanto suo padre lo avesse amato. Pianse disperatamente. E quando sollevò il volto, trovò gli occhi di Kate ad aspettarlo. E si sentì… a casa. “Ti amo, Kate…”Mormorò piano. Lei tirò su col naso. Le guance e le labbra bagnate di lacrime identiche a quelle di Angel. “Ti amo…”Rispose.” Ti amo tanto che non mi importerebbe della fine del mondo, se solo tu potessi stare meglio…” Angel sollevò il volto, baciandole con dolcezza la bocca. Bevendo da loro il pianto di lei. E non gli sembrò così assurdo ne ingiusto scoprire che, invece, adesso, a lui… del mondo importava di nuovo. “Ti amo… ti amo tanto che non mi importerebbe della fine del mondo, se solo tu potessi stare meglio…” Buffy ansò, spalancando la bocca. Come se non riuscisse a respirare. E con ogni fibra del suo corpo a gridarle che era così… Che aveva bisogno di ossigeno… Che stava soffocando… Di angoscia… di dolore… di rabbia… Di tutto ciò che un essere umano poteva provare… e che provava tutto insieme… Davanti alla porta della camera di Spike, con le dita già strette alla maniglia… e gli occhi che in un solo istante le lacrime avevano invaso. Era tornata indietro per affrontarlo… Per affrontarli tutti e due… Per gridare in facci a quel bastardo senz’anima che non poteva osare prenderla in giro in quel modo. Perché non poteva passarla liscia… no… non dopo essersi portata a letto un ‘altra… praticamente sotto il suo naso… sotto il suo stesso tetto. Era tornato indietro per colpirlo, e colpirlo, fino a fargli sembrare lo scontro nel vicolo poche settimane prima una passeggiata di piacere… Fino a rompergli tutte le ossa del corpo. Era tornata indietro per piantarla, una volta per tutte con quell’assurda storia, e urlargli che era finita, che non voleva avere più nulla a che far con lui. Che non voleva mai più sentirsi addosso una delle sue luride mani, ma che era lei a deciderlo. Solo lei. Buffy Summers. E solo perché Spike le faceva schifo, e non certo perché gli era bastato un ‘altro paio di gambe per fargli scordare le sue promesse di amore eterno… E ora,invece, quelle promesse continuavano a rincorrersi nella sua mente, e Buffy piangeva, silenziosa, con la mano apoggiata alla porta. Lo amava… Kate Lockley si era… innamorata di Spike… glielo stava dicendo… Gli stava dicendo quello che lei non glie aveva mai detto… Quello che Spike l’aveva tante volte implorata di dirgli… E adesso non le sembrava più solo uno squallido affare di sesso… Era di più… molto di più… Lei lo amava… Lei lo stringeva a se e gli mormorava che la sua felicità era più importante del mondo… E lui… lui l’avrebbe lasciata… Perché… quale uomo poteva decidere di restare con qualcuno che lo aveva sempre dispezzato… anziché con una donna che dopo un solo giorno gli confessava in quel modo il suo amore… E non era giusto… Perché Spike le aveva detto che l’amava… glielo aveva ripetuto tante volte… Spike… aveva rischiato la vita per lei… aveva difeso Dawn… doveva voler dire qualcosa… Non poteva scordare tutto così, quando fino a ieri… Tuttavia… fino a ieri non conosceva Kate… Fino a ieri nessuno lo aveva mai considerato più che un alleato di comodo… Ancora, avrebbe voluto aprire quella porta, ed entrare, e gridare, e uccidere qualcuno… Lei, lui, non lo sapeva… Non le importava… E invece fuggì via. Piangendo. Per paura. Per disperazione. Paura di entrare in quella stanza… e scoprire dai suoi occhi che anche Spike si era innamorato di Kate. Che gli era bastato un solo giorno per cordarsi di lei… Soffocò i songhiozzi, raggiungendo la sua stanza. Lo sapeva. Lo sentiva. Non avrebbe dovuto fidarsi di lui. Non di un nemico. Non di un vampiro. Non di Spike. Lui non l’aveva mai amata, l’aveva solo usata… mentre era lei che credeva di farlo… Non era giusto… Spike doveva amarla … Spike doveva piangere e non Buffy… Spalancò la porta, credendo di impazzire. Mai, in tutta la sua vita, aveva provato qualcosa di così terribile e spietato, e lacerante… una gelosie e una rabbia che erano come un lampo nel suo cuore, che distruggeva ogni cosa. Mai… nemmeno quanto aveva visto Angel con Faith… E allora aveva voluto ucciderli, mentre ora… ora… voleva solo distruggere se stessa… Si gettò sul letto. Gridando, singhiozzando disperatamente, la testa affondata nel cuscino e lo stomaco contratto da crampi improvvisi e dolorosi. Desiderando che quel pianto la sfinisse fino a ucciderla. Così disperata che non sentì nemmeno la presenza alla sue spalle, ne i suoi passi nella stanza. Ma udì la sua voce. Profonda, preoccupata… “Amore… “Mormorò Spike, e quando Buffy si voltò se lo trovò davanti, in piedi di fronte a lei, un asciugamano avvolto attorno ai fianchi e la pelle e i capelli ancora bagnati. Evidentemente appena uscito dalla doccia. “tesoro non piangere… che cos’ è successo??” “S… Spike…”Ansò, girandosi sul fianco. Non riuscendo a credere a ciò che vedeva.” Tu… tu sei… Nella... tua camera... » Spike sospirò, passandosi una mano fra i capelli. “Amore… mi dispiace… “Soffiò, il volto attraversato da un ‘espressione serissima.” Non avrei voluto che lo sapessi così… “ Si chinò accanto al letto, e non osò nemmeno allungare una mano, e provare a sfiorarla. “ Avanti… “Mormorò.” Lo sai… Angel è un idiota… è sempre stato un idiota…” “A… Angel…” Ripetè, come istupidita. “e poi… okay, sta con Kate, ma questo non vuol dire che ti abbia proprio dimenticato … Diamine, avanti, lo dovevi sapere prima o poi, a questo punto meglio prima! Lui la ama, lei lo ama… eh… e ti prego… non piangere…” Angel… C’era Angel in quella stanza… con Kate… Era lui che la donna amava… Che lei stava stringendo… e baciando e… Si allungò in avanti, saltando letteralmente addosso a Spike, e lui fece appena in tempo a mettersi in piedi che gli si avvinghiò addosso, avvolgendogli le gambe attorno alla vita. Baciandolo. Selvaggiamente. Punendolo con i baci per l’angoscia di un attimo prima. Lasciando che la passione cancellasse le implicazioni di quegli stessi sentimenti… Di quel batticuore che non voleva… E quella gioia… quella gioia assurda… Sentì le mani si Spike sulla sua schiena, sui suoi capelli, sul collo, mentre rispondeva al bacio, e la poggiava sul letto. E con le gambe, usando la sua forza, lo attirò ancora di più su di se, senza smettere di baciarlo. Mordendogli le labbra. E soffocando quella gioia che non voleva capire nel leggero ringhio delle labbra di lui. |
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